00 30/03/2007 18:26
Molti di noi sono stanchi di dover sempre spiegare da capo quello a cui è giunta la ricerca in ambito accademico, da una parte i sensazionalismi in stile codice da Vinci e dall'altra la divulgazione settaria con le più diverse favole su Costantino e Nicea, giacché su ciò che fa loro comodo molte sette nate dall'humus americano non hanno nulla da invidiare a D. Brown; motivo per cui ho pensato che sarebbe stato il caso di consigliare un piccola bibliografia universitaria sull'argomento qualora qualcuno degli utenti volesse informarsi conducendo la sua nave in un porto sicuro.

Sulla storia del cristianesimo qui potete trovare della bibliografia:



Riporto parte dei consigli bibliografici sulla storia del cristianesimo antico:


La produzione di studi riguardanti la Chiesa antica si presenta in Italia molto ricca e varia per il sorgere in questi ultimi decenni di significativi centri di studio che hanno ormai poco da invidiare ai più prestigiosi centri stranieri. Il nostro paese ha visto il moltiplicarsi di iniziative editoriali con pubblicazioni significative, a testimonianza di un ruolo non più marginale nel campo internazionale, da sempre dominato dagli studiosi tedeschi, francesi e anglosassoni. Anche le case editrici notoriamente laiche mostrano un crescente interesse per argomenti di storia ecclesiastica e sempre più spesso aprono le loro collane più prestigiose a titoli di carattere religioso e a specialisti di formazione cattolica. È il caso del primo titolo che indichiamo in questa rassegna: G. Filoramo - E. Lupieri - S. Pricoco, Storia del Cristianesimo. L'Antichità, a cura di G. Filoramo e D. Menozzi, Laterza, Bari 1997, pp. 484, L. 35.000. È il primo di una serie di quattro volumi riguardanti la storia del cristianesimo a partire dalle origini ebraiche fino ai nostri giorni. Questo primo volume abbraccia un arco cronologico di circa un millennio; al primo saggio di E. Lupieri tocca il compito di trattare la storia dell'ebraismo dall'epoca post-esilica (515 a.C.) fino alla diaspora del II secolo d.C. e delle origini cristiane. Oltre al fatto di non rientrare nel nostro specifico interesse, che riguarda la successiva epoca cristiana, non ci sembra questa la parte più significativa dell'opera. Pur nella loro sinteticità maggiormente apprezzabili risultano i contributi di G. Filoramo e S. Pricoco. Il primo, un noto ed apprezzato studioso del fenomeno della gnosi, traccia un esauriente e preciso profilo dell'epoca che va dall'inizio del II secolo alla vigilia della svolta Costantiniana. Sui medesimi livelli qualitativi si mantiene il saggio di S. Pricoco, che esamina il complesso periodo successivo fino al pontificato di Gregorio Magno (590-604). Questi due autori offrono la possibilità di conoscere le più recenti acquisizioni storiografiche, di cui viene offerta una puntuale rassegna bibliografica per l'approfondimento. Le conclusioni dei due autori sono generalmente equilibrate e condivisibili; l'opera costituisce un buon approccio per una prima e non superficiale conoscenza dei primi secoli del cristianesimo.

Un'opera analoga e ugualmente apprezzabile è quella di G. Jossa, Il cristianesimo antico. Dalle origini al concilio di Nicea, Carocci, Roma 1997, pp. 224, L. 34.000. Il volume dalla forma agile e di facile consultazione presenta a modo di scheda i più importanti capitoli della vita ecclesiale a partire dalla prima comunità apostolica fino al concilio di Nicea. La scorrevolezza della presentazione e la mancanza di un ampio apparato di note, volutamente ridotto all'essenziale, non compromette la serietà di impostazione e la ricchezza dei contenuti mediante l'esposizione critica delle più importanti posizioni storiografiche sui singoli argomenti. Utile per gli specialisti, è stato pensato e scritto per un più ampio pubblico di lettori per una prima e seria introduzione sui problemi della Chiesa primitiva.

Su un piano di autentica ricerca scientifica si muove l'apprezzato lavoro di R.A. Markus, La fine della Cristianità antica, Borla, Roma 1996, pp. 304, L. 40.000. Questo studio si occupa di un problema storico centrale: la natura dei mutamenti che hanno trasformato gli orizzonti intellettuali e spirituali del mondo cristiano dal IV secolo alla fine del VI secolo. Attraverso un'analisi di svariati fattori, su cui la recente ricerca storiografica ha posto l'attenzione, come il culto dei martiri, la creazione di schemi di tempo e di spazio sacro e il richiamo esercitato dall'ascetismo sulla vita della Chiesa, vengono individuate le tappe di una transizione storica fondamentale. Essa può essere descritta nel modo più pertinente come il mutamento dalle forme di cristianità antica a quelle della cristianità medievale, mutamento che procede da una cultura laica più antica e più varia e che si muove in direzione di una cultura religiosa che poggia su di una solida base biblica. Si tratta di uno studio decisamente istruttivo e affascinante, che, sulla base di una rara competenza dell'autore sul periodo tardo-antico, aiuta a cogliere il senso degli eventi e della trasformazione subita dalla Chiesa in un momento cruciale della sua storia. L'opera presenta un innegabile riferimento ai tempi attuali, dove è macroscopicamente visibile il venir meno di quelle strutture elaborate nei secoli IV-VI e che hanno costituito per secoli punti di riferimento essenziali per l'esperienza della comunità cristiana.

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)