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CORRIERE ADRIATICO OSIMO 18. Marzo 1999
Articolo di Vittorio Vecchini

“LA MIA VITA E’ SENZA PACE”

GIOVANE OSIMANA IN FUGA DAI TESTIMONI DI GEOVA
“Non me l’hanno perdonata da allora mi braccano”

E’ uscita dalla congregazione dei testimoni di geova, ma da allora non ha più pace.
D.A. osimana di appena 21 anni a seguito della sua scelta è stata ripudiata dalla famiglia
Considerata come morta da tutti i suoi amici Testimoni di Geova della città con i quali fino ad ieri
aveva consolidati rapporti ed inoltre gli anziani della congregazione continuano , come dice lei
a “braccarla” perché ci ripensi e torni a far parte della congregazione. – Ma la ragazza, nonostante la giovane età nonostante la terra bruciata che le è stata fatta attorno è decisa determinata e pienamente convinta ad andare fino in fondo. “Sono stata cresciuta ed educata in una famiglia di testimoni di geova dice Debora, che lavora presso un azienda e che è quindi economicamente indipendente. – Mia sorella che ha 5 anni più di me è testimone di geova così come mia madre e padre che è stato anziano di congregazione qui a Osimo. Ma due anni fa al culmine di una vera e propria crisi ho capito che per me le restrizioni cui i testimoni vogliono sottoporre i loro aderenti erano assolutamente inaccettabili, trovavo intollerabile tra l’altro che la congregazione proibisse a me come agli altri giovani di avere amicizie fuori dall’ambito dei testimoni di geova, considerate cattive amicizie per definizione-
“E che cosa hai fatto allora ? – Ho comunicato ai miei la decisione di lasciare la congregazione e subito sono stata messa sotto chiave in camera, uscivo solo per andare al lavoro e gli anziani non mi davano pace, mi pedinavano mi telefonavano, premevano in ogni maniera possibile su di me.
A quel punto ho capito che se volevo vivere liberamente dovevo fuggire di casa. E così ho fatto, una mattina ho aspettato che mia madre andasse al lavoro, visto che lei attacca mezzora dopo di me, poi ho preparato la mia roba e sono andata a vivere in casa del mio fidanzato L.R.
Da quel momento, nemmeno mia sorella mi ha parlato più per lei non esisto.
Mio padre quando lo incrocio per strada, mi saluta a mezza bocca, mia madre dopo che sono uscita dalla congregazione ha detto “avrei preferito che fossi morta” – D. sottolinea che, nello scorso mese di aprile nella Sala del regno dei testimoni di geova di Osimo è stato dato l’annuncio:
“Nessuno mi deve più parlare e nemmeno salutare. Mio padre a seguito della mia uscita ha perso l’incarico di anziano.
Così vanno le cose là dentro.
Ultimamente gli altri anziani hanno preso di nuovo a pedinarmi a telefonarmi. Uno di recente mi ha detto: “Ti seguiamo sempre sappiamo tutto quello che fai.”
“Se continua così vado dai carabinieri e li denuncio. Ho diritto di poter scegliere cosa fare della mia vita e intendo esercitare questo diritto Costi quello che costi “–
“Andavi anche tu di casa in casa a vendere “Svegliatevi e la Torre di guardia ?”
“Fin da quando avevo sei anni. Ad un certo punto verso i 14 anni, ho cominciato a fare la baby sitter, ma mio padre ha imposto che lavorassi solo mezza giornata, per dedicare l’altra mezza al giro per le case”
Dopo l’uscita dalla congregazione, hai abbracciato qualche altra religione ? – NO ! ho solo chiuso con i testimoni di geova perché trovavo assurdo e inaccettabile le restrizioni imposte. Ci ho rimesso la famiglia, l’amicizia delle persone con cui sono cresciuta, con cui ho condiviso tante cose,
MA LA LIBERTA’ PERSONALE VIENE PRIMA DI TUTTO.