Il fatto di non credere più in una o più dottrine basilari dei TdG non è di per sè fattore di disassociazione, ma lo è il conseguente manifestare il proprio dissenso nella congregazione. A questo punto l'apostasia già esistente si manifesta con il risultato di seminare dubbi o divisioni nella congregazione.
La disassociazione è un provvedimento amorevole verso il gregge di Geova per proteggerne l'unità e l'integrita nella fede e nell'adorazione.
Il dizionario enciclopedico Zanichelli del 1983 definisce così l’apostasia: “Abbandono totale e pubblico della propria religione per seguirne un’altra . . . Abbandono della propria dottrina, di un obbligo morale o di partito”.
Giuda Iscariota si rese colpevole di una forma di apostasia quando abbandonò l’adorazione di Geova Dio tradendo Gesù. Successivamente, altri divennero apostati lasciando la vera fede. Questo avvenne anche mentre erano in vita l’apostolo Giovanni e altri dei primi discepoli.
Giovanni scrisse: “Sono usciti da noi, ma non erano della nostra sorta; poiché se fossero stati della nostra sorta, sarebbero rimasti con noi”. — I Giovanni 2:19.
Per fare un esempio gli anziani della congregazione potrebbero venire a sapere che un cristiano battezzato, che ha smesso di frequentare il popolo di Geova, ha cominciato ad associarsi a un’altra religione.
In armonia con le parole di Gesù circa il bisogno di preoccuparsi di qualsiasi pecora che si disperda, i pastori spirituali dovrebbero interessarsi di aiutarlo. (Matteo 18:12-14; I Giovanni 5:16).
Ma se i pastori incaricati di esaminare la cosa si rendono conto che questi non intende più avere nulla a che fare con i testimoni di Geova ed è deciso ad associarsi ad un'altra confessione religiosa devono informare la congregazione che la persona di fatto si è dissociata e non è più Testimone di Geova.
Le Scritture, comunque, mettono in guardia contro alcuni che avrebbero cercato di rimanere fra il popolo di Dio e tentato in quell’ambito di sviare altri.
L’apostolo Paolo scrisse: “Fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli”. (Atti 20:30)
Inoltre suggerì ai cristiani di ‘tenere d’occhio quelli che causano divisioni e occasioni d’inciampo contro l’insegnamento che avevano imparato, ed evitarli’. — Romani 16:17, 18.
Perciò, se qualcuno diventava un falso insegnante fra i veri cristiani, i pastori del gregge avrebbero dovuto prendere misure protettive.
Se avesse rifiutato i loro amorevoli ammonimenti e avesse continuato a promuovere uno spirito divisivo e settario, un comitato di anziani avrebbe potuto espellerlo, per apostasia.( II Timoteo 2:17; Tito 3:10, 11)
I singoli fratelli e sorelle della congregazione avrebbero seguito il comando di Paolo ‘evitando’ colui che cercava di ‘causare divisioni’.
Giovanni diede un consiglio simile: “Se alcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non lo ricevete nella vostra casa e non gli rivolgete un saluto”. — II Giovanni 10.
Naturalmente sono questi gli stessi principi biblici e scritturali su cui si basa, nella fattispecie, l'operato dell'attuale congregazione cristiana dei Testimoni di Geova.
Spero di essere stato sufficientemente esaustivo.
Francesco.
[Modificato da fr44 28/01/2008 20:54]