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DIO ESISTE?

Ultimo Aggiornamento: 25/09/2015 19:10
18/06/2007 14:14
 
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Mi spiace aver mischiato determinate repliche Clint, la prossima volta metterò dediche più appropriate.
In questo post però, intendo manifestare il mio disaccordo con alcune cose che hai detto, e quindi quanto segue è dedicato in particolar modo a te.


Dico solo che la mole di testimonianze e racconti di miracoli debbono far pensare, non necessariamente che così è dimostrata
l'esistenza del Creatore, tutto qui, visto che te avevi relegato le persone citate come semplicemente operanti per un sentimento psichico autoalimentato, ci tenevo a precisare che tali persone spesso e volentieri erano accompagante da eventi che possono essere detti miracolosi; se ti intendi di parapsicologia mi avresti liquidato senza problemi relegandoli a fenomeni teleplastici o telecinetici, se invece no allora è un pò più ardua dal punto di vista scientifico.


La parapsicologia non è inerente a questo topic, e i miracoli di cui parlavo io, come le guarigioni, hanno poco a che vedervi. Gli altri... beh, sai come si dice: "curiosamente, la Madonna appare sempre a bambinelli analfabeti e mai durante un convegno di scienziati".
Quello che hai detto all'inizio però, è proprio vero: la fede è un sentimento psichico autoalimentato, e il fatto di attribuire arbitrariamente dei fenomeni attualmente inspiegati all'opera di Dio, è uno dei metodi con cui si autoalimenta. Questo ci svela uno dei suoi meccanismi, ma non ci fornisce alcuna prova sulla fondatezza dei suoi presupposti.


Sul misogino ho già risposto sopra, sul sessualmente frustrato non lo direi con certezza, anzi, molti dicono che andava pazzo
per le donne, ma per la missione dell'apostolato aveva preferito contenersi e fare tale rinuncia
per le sue colpe passate verso i cristiani.


Appunto. Sessualmente frustrato. Solo perché scegli di rinunciare alla carnalità, la tua mente e il tuo corpo non smetteranno di soffrire per questo. Siamo fatti per riprodurci, e il celibato è una delle scelte più "contro-natura" che esistano. Non mi stupirebbe affatto se quell'uomo avesse trasformato la sua libido repressa in odio verso ciò che non poteva avere...

Nella parte del tuo post dedicata a Spirito, i versetti che hai citato, in che modo attenuerebbero o sostituiriebbero quelli citati da lui? Non hanno nulla a che vedere con le sue affermazioni in merito a cosa sia la donna. Anche i cani vengono salutati e coccolati da molti padroni, quandi si torna a casa da una giornata lavorativa.

Ti rispondo io e anche subito, dal punto di vista anatomico/funzionale, che la donna ha un ruolo semmai maggiore dell'uomo; la sua struttura sessuale è di gran lunga superiore di quella maschile, proprio perchè deve contenere ed alimentare una vita extra dentro di sè; la sua sessualità prevede orgasmi più profondi e duraturi di quelli dell'uomo, e potrei stare a parlare ancora molto dei lati superiori del sesso femminile; quindi io non sono maschilista come credi, tutt'altro.


Ma infatti non ho detto che tu fossi maschilista. Il dato di fatto è che Paolo di Tarso lo era, e questo sfortunatamente non è discutibile, a meno che quei versetti non siano dei falsi. Il fatto di essere "moderni" e a favore della parità sui sessi, significa essere in forte disaccordo con lui. Quindi ti domando: tu sei un credente, ma sei disposto a dire che Paolo di Tarso, santo divinamente ispirato, avesse TORTO dicendo quello che ha detto in quei versetti?
Bada che la Chiesa questo non lo ha mai detto, per quanto ne so. Anzi, Ratzinger mi sembra che abbia una certa predilezione per quell'individuo. Contestare quelle parole significa entrare in contenzioso con la tua chiesa... accettarle, significa dichiarare di credere nel valore di principi che direi si commentano da soli.
Tu che cosa rispondi?


Detto questo non sono ne Sola scriptura ne letteralista biblico, quindi di ciò che hai detto poco me ne cale.


Dovrebbe "calertene" invece, perché tu non sei raeliano o membro di scientology; il Papa a cui giuri fedeltà ad ogni funzione (io credo nella CCR, che è una, santa e apostolica...) ha l'assoluto monopolio dell'interpretazione biblica. Io ti ripeto per la seconda volta: il problema non è che tu leggi la Bibbia e ne trai degli importanti insegnamenti morali, ci mancherebbe! Il problema è che quella non è un libro sull'etica di Platone o un testo filosofico di Cartesio, è PAROLA DI DIO.
Se il Papa dice che il purgatorio esiste, allora esiste (anche se un'intera religione scismatica la pensa diversamente). Se dice che il Limbo esiste o ipotizza la sua esistenza, allora esiste o si presume che esista, mentre se dopo mille anni ci ripensa e lo toglie, saluti all'80% dell'umanità (le "anime" dei famosi pre-embrioni) che riceve il condono e va in Paradiso.
Ti faccio una domanda, tu credi all'esistenza del purgatorio?
Se ci credi, allora ti stai fidando soltanto della Chiesa Cattolica, e questa non è altri che la dimostrazione del problema 3: credere ciecamente ai dettagli interpretativi che la tua Chiesa dà alle scritture, in quanto parola di Dio interpretata da ministri di Dio. Tu non leggi e giudichi da solo, in questo caso: tu credi a qualsiasi costo; e non puoi nemmeno dirmi che non è così, perché c'è un'intera religione che non la pensa come te! Quei versetti "prova" tra l'altro li ho letti anche io e sono ridicoli, così come molte persone di altre confessioni e di esperienza maggiore della mia ritengono. Quindi qui, tu fai una scelta irrazionale: un intero regno divino esiste solo perché i teologi della tua religione pensano (o trovano conveniente pensare) che sia così, da meno di un millennio a questa parte.
Tu sei libero di credere a quello che vuoi ovviamente, ma se questo non è monopolio ideologico, allora che cos'è?
I fatti vanno riconosciuti per quello che sono. Qui, si denota il fatto che le religioni rivelate non consentono interpretazioni ai singoli fedeli; le Chiese conservano il più assoluto e rigoroso controllo su cosa la Bibbia dica, ne hanno cambiato più volte l'interpretazione a seconda dei propri desideri e non c'è motivo per pensare che non continueranno a farlo in futuro.


||Qui sono evidenti catastrofi e orrori che solo Dio (se esiste e se ha fatto il creato a nostro uso e consumo) può aver voluto. Le più atroci malattie genetiche che ci perseguitano da che abbiamo memoria, le grandi epidemie che ci hanno falciato in tutte le epoche civili, i cataclismi naturali di ogni genere che hanno raso al suolo città e sterminato popoli! ||


Difatti il messaggio dei Vangeli verte sullo sperare in un'esistenza migliore dopo la morte, non in questa vita fisica, anzi, è sottolineato che in questa vita dilaga la sofferenza.


Ma allora ci ripetiamo. E va bene, mi ripeto anche io:

- SE la divinità di cui parliamo è tanto buona e amorevole,
- SE ci ha creato lei e ha creato tutto il mondo per noi,
- SE la sua divina provvidenza veglia sul nostro destino,

ALLORA PERCHE' per accedere al suo Paradiso dobbiamo soffrire?! Perché siamo in un mondo di dolore?! Se la misericordia di Dio è infinita, allora il concetto stesso di peccato originale non ha ragione d'essere. Dio dovrebbe volere la nostra felicità al di sopra di ogni altra cosa e noi dovremmo essere in Paradiso, perché lui dovrebbe averci perdonato nell'attimo stesso in cui si compiva questo fantomatico peccato, anzi: fin da prima, visto che è onniscente.
Senza contare che sulla base degli attributi che gli si danno, ovvero onniscenza, onnipresenza e onnipotenza, il Male lo ha creato lui; perché è stato lui che ha creato Lucifero, e che gli ha permesso di fare la parte del serpente nell'Eden; lui ci ha creati già vulnerabili al peccato e lui ci ha dato l'opportunità di soffrirne! Osserviamo quindi non soltanto che la divinità ha imposto il divieto, ma che è essa stessa che ha creato e inviato la tentazione, e che poi ci ha punito per avervi ceduto.
E' proprio un dio amorevole.
Poi, chiediamoci quando questa amorevole entità ci avrebbe perdonato: certamente non subito perché non era in vena; ha atteso, secondo il mito, varie migliaia di anni prima di mandare Cristo in terra, e nel frattempo non ha avuto niente di meglio da fare che scatenare un diluvio universale per sterminarci tutti.
E' pazzesco, tutto un controsenso. Gli attributi che le religioni rivelate danno a Dio sono incompatibili già con l'Antico Testamento, figuriamoci poi con il Nuovo, che si apre con la presunta redenzione del peccato da parte di Cristo ma finisce con l'Apocalisse in cui Dio giudicherà i peccatori! Alla faccia della coerenza e della misericordia...

Questo excursus è breve e semplice, perché di solito non ne faccio largo uso: questa è soltanto una concessione che mi sono fatto per discutere un attimo del problema 3; mentre c'è da tenere presente soprattutto che ogni cosa menzionata sopra è incompatibile con il mondo VERO, non con quello fittizio descritto dalle scritture.
Il problema 2 infatti ci ricorda fra le altre cose, che Adamo non è mai esistito, che non siamo nati da una coppia di persone, figuriamoci dal DNA di un solo maschio. E che di certo il mondo non ha seimila anni. La divinità quindi, a prescindere dal (non dimostrato) fatto che esista o meno, di sicuro non ha seguito il copione dettato dalle scritture che, a sentire le varie Chiese, essa stessa ci avrebbe dettato. Però siamo lo stesso sicuri che sia antropomorfa, che ci ami, che ci faccia soffire perché ci vuole bene, che abbia un paradiso apposta per noi lassù in cielo, etc etc etc.

Non posso fare a meno di chiedermi se un credente sincero, non si renda conto di quanto tali convinzioni siano pericolose. Praticamente sono, dall'inizio alla fine, una serie ininterrotta di attentati alla logica e al buon senso, che sono due dei tre mezzi principali (il terzo è la conoscenza) che dovremmo avere per distinguere che cosa è bene da cosa è male!
Personalmente, quando conto sulle dita i vari punti chiave di tali convinzioni religiose, non mi stupisce più il fatto che esistano fenomeni orribili e deprecabili compiuti in nome di un dio. Non dare valore prioritario alla qualità di vita su questo mondo ma darlo alla (presunta) vita nel prossimo... credere nelle più improbabili entità metafisiche, salvo poi accorgersi che non fanno nulla di quello che dovrebbero fare... non sono tutti ottimi fattori per essere indotti all'errore di giudizio su cosa va fatto e cosa no?
Nonostante tutto ciò, spesso sento dire che credere è un bisogno. Vero o no, c'è chi sente questo impulso, e chi grazie ad esso fa cose belle.
Vogliamo credere? Crediamo, la libertà di pensiero è sacra. Ma ci rendiamo conto di quanto tutto ciò debba, nella maniera più assoluta, restare un fatto personale? Di quanto non debba influenzare politica, partitica, etica... di come anzi sia necessario metterlo in DUBBIO ogni giorno, per ricordarsi che si è scelto sì di credere, ma senza la minima garanzia che si abbia necessariamente ragione?
Il credente troppo convinto manca di responsabilità, per come la vedo io. Pensa che Dio esista a priori, così si leva un'ansia di torno; pensa che la Chiesa sappia cosa fare, così si leva un'altra ansia dalle scatole; la sua vita spirituale è semplice, un link diretto con l'amore divino... il problema è che, a non pensare, il cervello si atrofizza.
E non è una provocazione, è proprio vero. Per questo, credere può essere un bisogno psicologico, una scelta fatta per il proprio benessere spirituale, un'illuminazione a volte... ma non per questo ci si può permettere di perdere il dubbio, che è il fondamento del buon senso. Non per questo si può permettere a un manipolo di teocrati (celibi ma che parlano di sesso, senili ma che parlano ai giovani, ricchi ma che parlano ai poveri...) di dettare, senza la minima cognizione di causa, i principi su cui legiferare.
Al contrario, come si può non riconoscere l'assoluta necessità di tagliare tutti i ponti da essi? Se credendo abbiamo fatto una rinuncia importante alla ragione, l'abbiamo messa da parte scegliendo ciò che è bello a discapito di ciò che è credibile, allora per senso di responsabilità dovremmo vigilare doppiamente sulla credibilità di ciò che scegliamo di sostenere, in qualsiasi campo e su qualsiasi argomento!
Ascoltando la Chiesa Cattolica Romana (qui sono precisissimo nel bersaglio della mia affermazione) noi parliamo di fare scelte sulla base di un sistema che postula convinzioni non soltanto non comprovate, ma quasi sempre irrazionali e spesso apertamente falsificate da scienza, progresso, realtà storiche e conquiste sociali. Dove sta la saggezza in questo?


Nella teologia cristiana non c'è solo il concetto di D_o, ma anche il concetto del diavolo, quindi tale teologia ti può rispondere benissimo che molto sangue e dolore è proceduto da lui.


E il Diavolo, perdona la mia mancanza di memoria, chi l'ha creato? E chi, in perfetta consapevolezza, gli permette di esistere e di tentare fin dall'inizio dei tempi? E chi lo autorizza a prendersi le anime dei peccatori dopo la morte?
Di certo non una creatura che ci ama in modo infinito.
E' veramente la massima delle contraddizioni. Hume l'aveva capito molto prima di me, e nessuna teologia riuscirà mai a giustificare un tale paradosso senza fare ricorso, come spesso è successo, ad una visione apertamente masochista e insana del valore della vita umana.

[Modificato da Rainboy 18/06/2007 15.29]

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