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Rancori e frustrazioni

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2007 20:15
18/12/2004 11:49
 
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Re: vorrei dire la mia...ma non la mia.

per chidovequando

tu scrivi:
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Sai bene, ormai, che le accuse mosse sono le stesse che ovunque muovono i dissidenti alla militanza d'origine, religiosa innanzitutto, ma anche di altra matrice. Non c'è chi, per esempio, lamenta lo stesso disagio per aver intrapreso un cammino catecumenale cattolico vissuto con grande difficoltà e poi abbandonato e disprezzato?
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volevo sapere se ti sei riferito a me con questa frase;
sai, non conosco altri ex-catecumeni oltre a me
in questo forum, e quindi mi viene da pensarlo.
se non è così (cioè se non ti riferivi a me), ok.




Carissimo,
se hai letto altri miei post saprai bene che il mio impegno è diretto ad evidenziare i punti di rottura delle comunità religiose con la società civile e ad invitare ad una equilibrata ricomposizione di tali fratture, per il bene di tutti i citadini. Hai forse notato che io abbia fatto riferimenti circostanziati. Come fai a dire che sei l'unico catecumeno deluso? Una persona di mia conoscenza ha raccontato a me personalmente il suo disagio nell'ambiente catecumenale, della grande ipocrisia, e, soprattutto, dei ripetuti tentativi della sua guida spirituale di infilarle dappertutto le mani...dopodichè ha abbandonato l'ambiente inorridita. Ma è solo una storia. Potrei raccontartene altre, altrettanto pesanti, ed alcune peggio. ED allora? Che cosa cambia?
Il senso del discorso di Claudio è stato chiaro, ed ha anche distinto da persona a persona. In fondo il suo è stato un appello ad abbandonare rancori e frustrazione, e non ad alimentarli, vivendo perennemente all'insegna dei torti subiti.
Non solo, ma vivendo tentando di dare una mano a chi non l'ha mai richiesta, spingendosi al limite di dichiarare tutti gli aderenti ad un certo gruppo religioso dei condizionati e manipolati mentali. Ragionano come chi, avendo avuto un'esperienza matrimoniale negativa, rifugge da ogni approccio sentimentale che implichi il matrimonio. Eppure dovrebbero esserci più ragioni di sparlare dei matrimoni, visto che oltre il 50% divorzia, avendo avuto in qualche modo esperienze negative. Non per questo dobbiamo impedire a chi crede nell'istituzione matrimoniale di crederci, affibbiandogli del condizionato mentale. O forse non è condizionamento quello di chi soggiace ed accontenta la volontà dl coniuge? Dipende dai punti di vista.
Termino qui per ora e scappo. Riprenderò l'argomento più tardi.
Tranquillo Alenis.

Chidoqua+





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