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Dalla moralità alla spiritualità

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2007 15:23
23/03/2007 14:36
 
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Commento n°1
Senza un'ispirazione spirituale che è alla base di ogni comportamento morale, ogni tentativo d'imporre la moralità con la forza della legge inevitabilmente fallirà.

Devo dire che questa frase, pur essendo la prima, rappresenta per me, il cuore di tutto lo scritto. Azzarderei dei paragoni importanti e l’azzardo consiste nel voler ridurre in pochissime righe un concetto che andrebbe espresso in pagine e pagine di libri. Cercherò in sostanza di concentrare un oceano in una bottiglia. Quindi questo mio primo intervento sarà sicuramente il più lungo. Per gli altri sarò più breve. Bene.

Leggendo quella frase, come un lampo mi rievoca Geremia, il cantore di Dio al capitolo 31. [31] "Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova.
[32] Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. [33] Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. [34] Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato".

Riprendendo Osea in forza dei comandamenti che furono scolpiti sulla pietra. La Berit sinaitica fu tradita già al suo nascere, l’alleanza sorge all’ombra del peccato, mentre Mosè stipula l’alleanza con Dio, il popolo adora un altro dio. Mosè scaglierà giù le tavole come a dire che il patto è rotto. Allora le caratteristiche della nuova alleanza potremmo racchiuderle in 4 momenti:
1) Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore: da una legge esterna ad una interiore. Il cuore, che rappresenta la totalità dell’uomo, l’inconscio(?) o forse di più; la legge non sarà più imposta dall’esterno.
2) Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo: l’appartenenza reciproca e inalienabile talmente intima che ha come conseguenza immediata il n.3
3) Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande. Dio è oggetto di conoscenza diretta, quasi come non ci fosse più bisogno di maestri.
4) perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato. Ci sono quattro fasi, parole da rilevare: a. perdonerò (che letteralmente è “sarò propizio”); b. la loro iniquità (“la loro colpa”); c. non mi ricorderò; d. i loro peccati. Dove a. sta a d. e b. sta a c. (“sarò propizio” e “non mi ricorderò” con “le loro colpe” e “i peccati”)

Ma Geremia non spiega il né il “modo” né il “quando”, sa solo che l’uomo non può amare una “norma”, ma può amare una persona; quindi ci vuole una norma che diventa persona e solo da persona può entrare nel cuore ed essere amata.

Ezechiele, che dovette leggere Geremia, lo riprende, lo approfondisce e va oltre Geremia: Ezechiele dirà al cap.36:26 “vi darò un cuore nuovo… uno spirito nuovo” continuerà quindi… non più dunque un cuore di pietra che non palpita. Ma Ezechiele non si accontenta e va ancora oltre: “Porrò il mio spirito dentro di voi” lo stesso spirito che in Genesi era un “alito di vita” e si rinnoverà tutto.

In Ezechiele è lo Spirito la causa che permette di seguire l’etica e ciò che per Geremia è la nuova legge che Dio vuole scrivere per Ezechiele è lo Spirito. Solo così il popolo prega col Salmo 50:23, perché il popolo ha recepito “ Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.” Tutto sembra concorrere a preparare l’avvento di Cristo.

Gesù rappresenta per il cristiano la storicizzazione della profezia del Primo Testamento. Difficile dire dove sia avvenuta la donazione dello Spirito. Spesso dipende dalla teologia che sottende la lettura. Io ne scelgo una. Giovanni 19:33-34 “Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.” Il colpo di lancia è storicamente marginale, tanto che i sinottici non lo riportano; ma teologicamente, azzardo a dire che è il centro dell’economia giovannea. Qualche minuto prima Gesù aveva “donato lo spirito” che molti traducono “spirò”, ma io preferisco tradurre nell’altra maniera e vedere la donazione dello Spirito. E il compimento della promessa del Primo Testamento così in 3 momenti:
1) Esodo 17: Roccia del deserto… il popolo mormora. Mosè=soldato; bastone=lancia; Roccia=il costato
2) Zaccaria 13:1 “In quel giorno vi sarà una fonte aperta per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme, per il peccato e per l'impurità.”
3) Ezechiele dal cap. 40 al 48 si descrive il Tempio e nel cap.47 che mi colpisce di più in 74:1-2: “ Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro.”

La legge fin quando rimane esterna non verrà seguita. Il Pentateuco fu assolutizzato, commentato, al codice sacerdotale si unirono altre cose al punto da oscurarlo. E si creò un sistema tale di leggi da impedire quasi qualsiasi movimento. Il cap. 10 di Atti di Apostoli si vede come la chiesa non è fatta solo di giudei, ma anche di pagani ed ecco che sorge una controversia durissima e non facile. Al cap. 15 di Atti di Apostoli il contendere è chiaro: circoncisione e salvezza. La salvezza dipende dalla osservanza della legge mosaica? Ecco il concilio di Gerusalemme, concilio travagliato. Chi è superiore Cristo o la legge? Per la comunità Cristo è superiore alla legge perciò la fede in lui salva, non la legge. La Chiesa si stacca dalla culla della Sinagoga.

Addirittura s. Paolo in Romani: non bisogna tornare alla legge. Nel cap. 16 che divido in 3 parti (1-8; 9-11; 12-16) abbiamo 3 livelli: dottrinale, problema dei giudei (che da popolo eletto si è trovato fuori), e una sintesi di larghissimo respiro della vita cristiana.
In Romani 1-8 s. Paolo prende la struttura della profezia di Geremia: a. legge nei cuori, b. rapporto di reciproca appartenenza, c. insegnamento profondo, d. perdono dei peccati.
Paolo prende a. e d. in maniera inversa: parla prima dei vizi dei pagani, dove il più grande è quello dell’idolatria, in quanto non avendo riconosciuto Dio dalla creazione sono caduti nell’idolatria. Poi passa ai Giudei, anche loro sono peccatori perché tutti hanno peccato (cap.3) e sono privi della Gloria di Dio (dove il Targum Palestinese spiega quella nudità fisica e di gloria genesiaca). L’impegno di s. Paolo ruota attorno ad un interrogativo: Chi è Cristo? Cap. 3:25 richiamando la festa del Kippur, espiazione, e il libro del Levitico cap.16 si nota come prima l’espiazione avveniva di nascosto, ma con Cristo l’espiazione è pubblica. Dio non ricorderà i peccati perché ha memoria corta, ma perché ha memoria di Cristo.

La Salvezza operata da Cristo non è solo la remissione dei peccati, ma il dare la capacità di far seguire la legge perché è inscritta nel cuore. L’idolo (oggi l’amoralità, il denaro ecc…) fa apparire “attraente” ciò che Dio ha proibito. Paolo dice che se non avesse conosciuto la legge non avrebbe trasgredito, ma Paolo conobbe la legge, che è esterna al suo cuore e Paolo trasgredisce. Nel cap. 5 della lettera ai Romani parla proprio della storicizzazione dell’Amore di Dio, Cristo. Che tipo di Amore è? È quell’amore che porta lo Spirito Santo nel cuore dell’uomo? Non è un sentimento, ma è una Persona.

Ogni bene
Marcuccio

[Modificato da =Marcuccio= 23/03/2007 14.39]

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