Ieri sono stati in libreria e ho aperto al capitolo sulla storicità di Cristo, quell’uomo tenta ancora sottilmente di insinuare che Cristo non sia mai esistito (pur facendo epoché), ho aperto poi la parte sulla Madonna ed era piena di errori patristici, al che ne ho concluso che quell’uomo deve smetterla di fare storia e che avrei comprato un libro così poco scientifico solo nel caso ne uscisse un’edizione economica, ho preferito investire i 15 euro che avevo portato per l’acquisto in un antologia di mistica dell’islam, il che era assai più proficuo.
“In merito alle recensioni, citare Introvigne mi sembra davvero fuori luogo vista la sua dubbissima integrità morale e onestà intellettuale”
Per quanto mi riguarda potrebbe essere anche un mafioso, io lo cito solo perché è il suo campo.
“Poi il link alla recensione di Nicolotti non l’ho capito…cosa c’entra ? “
Era il libro di cui parlava Introvigne
“Oltre ad esporre le incongurenze logiche e le assurdità scientifiche della Bibbia, cita anche le posizioni difensive dei cattolici (citando le varie posizioni papali) e dei religiosi in generale e le smonta punto per punto.”
Io non conosco biblisti cattolici che difendano la scientificità della Bibbia quindi vorrei cosa sia andato a prendere, gli unici che può attaccare sono i creazionisti.
“E' evidente che in questo modo se ne esce sempre da ogni contraddizione che si può riscontrare nelle scritture, si svicola facilmente il problema in quanto tutto ciò che c’è di errato, illogico, ascientifico nella Bibbia sarebbe farina del sacco degli uomini, mentre il resto (quale ?) viene da Dio.”
Questo è un problema solo per i protestanti e i seguaci del Sola Scriptura in generale. Dice la Dei Verbum: “Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta, per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede. È compito degli esegeti contribuire, seguendo queste norme, alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della sacra Scrittura, affinché mediante i loro studi, in qualche modo preparatori, maturi il giudizio della Chiesa. Quanto, infatti, è stato qui detto sul modo di interpretare la Scrittura, è sottoposto in ultima istanza al giudizio della Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di conservare e interpretare la parola di Dio.”
Scriptura, Traditio, magistero.
Ma Odifreddi cita qualcosa che mi era sconosciuto, ovvero la costituzione dogmatica del concilio ecumenico Vaticano II Dei Verbum che essendo appunto dogmatica dovrebbe essere infallibile, pronunciamenti cioè che il cattolico non può non accettare:
“la Santa Madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento, con tutte le loro partiè, perché scritti per ispirazione dello spirito santo, allo Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa. Per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero, come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte.”
S’è perso il seguito, due punti in particolare:
“Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio,
per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona”
Questa è una distinzione classica in teologia. Tutta la Scrittura è ispirata e infallibile in ogni sua parte, ma è infallibile per quanto concerne ciò che
in ogni parte è insegnato in relazione alla salvezza, non alla scienza.
Altro punto della Dei Verbum:
“Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana, l'interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.
Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. È necessario dunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura,
mezzo dei generi letterari allora in uso, intendeva esprimere ed ha di fatto espresso. Per comprendere infatti in maniera esatta ciò che l'autore sacro volle asserire nello scrivere, si deve far debita attenzione sia agli abituali e originali modi di sentire, di esprimersi e di raccontare vigenti ai tempi dell'agiografo, sia a quelli che nei vari luoghi erano allora in uso nei rapporti umani.”
Vale a dire che bisogna cavar fuori dall’immagine con cui è espresso un concetto il concetto stesso. Ad esempio per significare che bisogna aborrire l’idolatria potremmo trovare un brano dove si dice che bisogna incendiare degli idoli. Ciò che conta non è il modo e la circostanza con cui il concetto viene espresso, ma il concetto in sé. Come dire che se leggo un brano in cui si commina la pena di morte per i figli ribelli, io devo capire che quel brano mi insegna che i genitori vanno rispettati. Il modo di scrivere semitico è forte, accesso, se ad esempio un profeta vuole comunicare quanto sia vergognosa la prostituzione dobbiamo aspettarci non un trattato di teologia morale ma un’invettiva. La lezione del Concilio Vaticano II è di cogliere il messaggio dei brani valutando bene i modi espressivi del Vicino Oriente antico.
“perché mai di chi di tappa avrebbe potuto che si scrivessero così tante cose che, come abbiamo cominciato a lottare e continueremo pare, sono sbagliate scientificamente, contraddittorie logicamente, parse storicamente, sciocche umanamente, rime eticamente, tutte letterariamente e raffazzonate stilisticamente, invece di ispirare semplicemente un'opera corretta, consistente, vera, intelligente, giusta, bella e lineare ?”
Si chiama pedagogia progressiva. L’umanità non può passare dallo stato tribale in cui se mi uccidi un gregge ho il diritto di vendicarmi uccidendoti un figlio a quella che è la legge del porgi l’altra guancia, un’evoluzione intermedia è per l’appunto l’occhio per occhio dente per dente, che è una regola evoluta per l’epoca. Non basta dare leggi, bisogna che siano assimiliate, rielaborate, capire. Dio è un pedagogo che va per gradi. Inoltre cosa sia un testo eticamente bello sin dall’inizio è alquanto soggettivo.
Sempre dalla Dei Verbum:
"L'economia del Vecchio Testamento era soprattutto ordinata a preparare, ad annunziare profeticamente (cfr. Lc 24,44; Gv 5,39; 1 Pt 1,10) e a significare con diverse figure (cfr. 1 Cor 10,11) l'avvento di Cristo redentore dell'universo e del regno messianico.
I libri poi del Vecchio Testamento, tenuto conto della condizione del genere umano prima dei tempi della salvezza instaurata da Cristo, manifestano a tutti chi è Dio e chi è l'uomo e il modo con cui Dio giusto e misericordioso agisce con gli uomini. Que
sti libri, sebbene contengano cose imperfette e caduche, dimostrano tuttavia una vera pedagogia divina. Quindi i cristiani devono ricevere con devozione questi libri: in essi si esprime un vivo senso di Dio; in essi sono racchiusi sublimi insegnamenti su Dio, una sapienza salutare per la vita dell'uomo e mirabili tesori di preghiere; in essi infine è nascosto il mistero della nostra salvezza."
Ad maiora
[Modificato da Polymetis 04/03/2007 14.19]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)