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Didachè

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2008 13:51
22/09/2008 21:44
 
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Eupeptico, 19/09/2008 14.19:



Certamente,
prendiamo ad esempio la seconda sezione, quella che tratta del battesimo.

Citazione:
“Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposto tutti questi precetti, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva.

Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua; se non puoi nella fredda, battezza nella calda. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre volte l'acqua in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
fine citazione

Un po’ come avviene negli Atti degli apostoli con le famose “sezioni in noi”, qui la critica testuale afferma che lo stacco marcato fra questi due versi, indica un’interpolazione successiva.
Se qualcuno è interessato ad approfondire, consiglio un testo:
U.Mattioli, Didachè, Ediz. Paoline, Milano 1984

Ci sono molti altri passi che portano alla medesima conclusione, secondo me anche più evidenti.
Per fare un altro esempio significativo: è molto difficile spiegare, se non attraverso una rilevante distanza temporale, la contrapposizione fra le istruzioni della Didachè “Ogni apostolo che giunge presso di voi sia accolto come il Signore. Non si tratterrà tuttavia che un sol giorno; se sarà talora necessario, anche un secondo giorno; se si tratterrà però per tre giorni, è un falso profeta.” (D. 11:4,5) e quanto riportato negli Atti degli apostoli dove si dice che Paolo dimorò “molti giorni” a casa dell’evangelista Filippo o alle istruzioni indicate nel vangelo di Luca “Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa”. Indubbiamente un modus operandi che stride fortemente con quanto riportato nella Didachè.

La Didachè è veramente uno scritto interessante che andrebbe analizzato singolo versetto per singolo versetto, cosa che feci in passato durante un esame di Storia del Cristianesimo antico.

Chiaramente ci sono molti passi che tendono ad una datazione alta e molti ad una datazione bassa.
Ad esempio, nel capitolo quindici si parla di eleggere “episcopi” e questo fatto costituisce un altro indizio utile per la datazione. Sappiamo infatti che secondo gli scritti di Ignazio di Antiochia, martirizzato nel 107, l’episcopato monarchico pareva già stabile in Siria, quindi queste istruzioni della Didachè dovrebbero essere state scritte prima, ovvero tra la fine del primo e i primissimi anni del secondo secolo.

Anche il forte carattere escatologico e lo stampo subordinazionista, sono utili indizi per una datazione.
Praticamente tutti gli studiosi sono concordi nell’affermare che sia un documento caratterizzato da una stratificazione redazionale, un documento che si è andato ampliando con il trascorre del tempo. Io credo si possa tranquillamente affermare che, alcune parti, possano essere frutto di interpolazioni anche successive alla guerra di bar kockba.
Eup



Perdonami ma ho dovuto approfondire

"IL SUBORDINAZIONISMO
Alcuni dizionari teologici definiscono il subordinazionismo come quella credenza che “assegna una inferiorità d’essere, di stato o di ruolo, al Figlio o allo Spirito Santo all’interno della Trinità”. O come una particolare visione del Figlio “privo del pieno possesso della essenza divina” o, ancora, come la dottrina secondo la quale “il Figlio è inferiore al Padre in essenza e in stato”. In definitiva, il subordinazionismo è quella tendenza teologica comune ai Padri anteniceni secondo la quale il Logos è ritenuto inferiore al Dio Padre.


I patristici tendono a distinguere due tipi di subordinazionismo: quello che afferma che il Figlio è subordinato al Padre in relazione alla sua missione e funzione ma che le tre persone divine sono identiche in essenza e potenza. Quindi un subordinazionismo di tipo “economico”.
quello che ritiene il Figlio una creatura, qualunque sia la sua sovraeminenza in rapporto alle altre. Quindi un subordinazionismo di tipo “ontologico”."


"Simon bar Kokheba o Bar Kochba (ossia, "figlio della stella"), fu un rivoluzionario ebreo che guidò la terza guerra giudaica contro i romani.

Nel 132[1] si autoproclamò messia, mettendosi a guida dell'ultima rivolta ebraica contro l'Impero romano. Dopo la sconfitta di quella ribellione, i sacerdoti ebrei lo chiamarono Bar Koseba, ossia "il figlio della menzogna".

Durante questa rivolta i cristiani si rifiutarono di combattere e, come risultato, secondo Giustino Martire, essi vennero condannati ad essere puniti duramente se non avessero disconosciuto Gesù come Messia e maledetto il suo nome[2].

Nel 1960, diverse lettere scritte da Bar Kokheba vennero scoperte in alcune grotte a Wadi Murabba e Nahal Hever."

Grazie delle tue spiegazioni credo molto precise , ma la stratificazione che hai dimostrato molto bene ci porta ad avere dei ripensamenti , oppure possiamo crede in quello che c'è scritto anche se fatto a strati , perchè esempio il battesimo comunque è un riportare le stesse parole bibliche , percui ritroviamo delle conferme









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