IL MALGEOVISMO SI RIPETE !!!!
Anche questo rappresenta scandalosamente la malasanità W.T. esasperante di chi osserva puntigliosamente le "leggi" dell'organizzazione di casa Ggeova.
QUESTO E' IL BELL'ESEMPIO DI GENITORE GEOVIANO !!!
Articolo di TRIESTE OGGI - Giovedì 4 giugno 1992
Di Luciano Gluricia
LUSSINO MUORE DISSANGUATA
TESTIMONE DI GEOVA LASCIA SPIRARE LA FIGLIA
La mamma di Doris ha impedito ai medici di eseguire la trasfusione
La piccola era malata di leucemia mielica. Verrà aperta una inchiesta.
Fiume: – Verrà aperta un’inchiesta giudiziaria sul grave fatto di fanatismo religioso che è costato la vita a Doris Clova, una bambina di 9 anni deceduta all’ospedale pediatrico di Fiume perché la madre, seguace dei Testimoni di Geova, ha proibito ai medici di sottoporla alla trasfusione di sangue che avrebbe potuto salvarla.
L’intera vicenda, che non ha precedenti nella regione quarnerina ed ha quindi fortemente scosso l’opinione pubblica di Lussino (luogo di origine della famiglia) è alquanto sconcertante per i contenuti, le implicazioni e soprattutto il comportamento dei vari protagonisti.
La madre della bambina Severina, con un passato a detta di molti, travagliato perché dedita all’alcool e alla droga, dopo aver divorziato dal marito Miroslav, si convertì tre anni fa alla setta dei Testimoni di Geova, cambiando radicalmente le abitudini. Da allora, per la piccola Doris incominciò un vero e proprio calvario.
Alle gravi conseguenze dovute ad una malattia come la leucemia mielica, si aggiunsero la totale mancanza degli affetti familiari e l’applicazione anche nei suoi confronti delle ferree regole della SETTA.
Difficile si presentò pure la vita del padre, al quale gli fu impedito qualsiasi contatto e aiuto diretto alla figlia malata.
Le cose precipitarono con l’aggravarsi del male, quando per una grave emorragia la madre fu costretta a farla ricoverare al dispensario di Lussinpiccolo, all’insaputa del padre che lavorava lì come autista.
Al primo rifiuto di trasfusione da parte della madre, ben spalleggiata da alcuni addetti della SETTA, l’ex marito venuto a conoscenza all’ultimo momento della grave situazione decise di reagire trasferendo d’urgenza la paziente a Fiume.
A Costalbella, come detto, venne consumata la tragedia con la morte della bambina alla quale seguì un altro fatto sconcertante: Il trafugamento della salma da parte del padre dall’Istituto di patologia di Fiume, “per darle cristiana sepoltura a Lussinpiccolo”
La parola spetta ora alla giustizia. La Pubblica accusa, vagliato il caso, dopo l’esame del dettagliato rapporto presentato dalla polizia, stabilirà la qualifica dei reati per attribuire le eventuali responsabilità penali nei confronti della madre, e forse anche dei medici, i quali erano chiamati ad affrontare con maggior decisione le radicate convinzioni e i dogmi religiosi opposti, richiamandosi magari a quei paragrafi di legge che difendono il diritto alla vita dell’incapace.