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Ultimo Aggiornamento: 04/02/2008 15:14
18/12/2007 13:20
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
operman, 17/12/2007 14.49:



Non posso che confermare quanto scritto nella prima parte, evidentemente per la gerarchia cattolica, questo da solo non basta.
Ciao



Annunciare il Vangelo non è «proselitismo»

Pubblichiamo il testo della «Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione» a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede, presentata ieri mattina nella Sala Stampa della Santa Sede.

I. Introduzione

1. Inviato dal Padre ad annunciare il Vangelo, Gesù Cristo chiama tutti gli uomini alla conversione e alla fede (cf. Mc 1, 14-15), affidando agli apostoli, dopo la sua risurrezione, la continuazione della sua missione evangelizzatrice (cf. Mt 28, 19-20; Mc 16, 15; Lc 24, 4-7; At 1, 3): «come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» ( Gv 20, 21; cf. 17, 18). Mediante la Chiesa, egli vuole infatti raggiungere ogni epoca della storia, ogni luogo della terra ed ogni ambito della società, arrivare ad ogni persona, perché tutti diventino un solo gregge e un solo pastore (cf. Gv 10, 16): «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» ( Mc 16, 15-16).
Gli apostoli, quindi, «mossi dallo Spirito, invitavano tutti a cambiare vita, a convertirsi e a ricevere il battesimo» 1, perché «la Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza» 2.
È lo stesso Signore Gesù Cristo che, presente nella sua Chiesa, precede l’opera degli evangelizzatori, l’accompagna e la segue, facendone fruttificare il lavoro: ciò che è accaduto alle origini continua lungo tutto il corso della storia.
All’inizio del terzo millennio, risuona ancora nel mondo l’invito che Pietro, insieme al fratello Andrea ed ai primi discepoli, ascoltò da Gesù: «prendi il largo e calate le reti per la pesca» ( Lc 5, 4) 3 . E, dopo il miracolo di una grande raccolta di pesci, il Signore annunciò a Pietro che sarebbe diventato «pescatore di uomini» ( Lc 5, 10)3.

2. Il termine evangelizzazione ha un significato molto ricco
4.In senso ampio, esso riassume l’intera missione della Chiesa: tutta la sua vita infatti consiste nel realizzare la traditio Evangelica,
l’annuncio e la trasmissione del Vangelo, che è «potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede» ( Rm 1, 16) e che in ultima essenza si identifica con Gesù Cristo (cf. 1 Cor 1, 24). Perciò, così intesa, l’evangelizzazione ha come destinataria tutta l’umanità. In ogni caso, evangelizzare significa non soltanto insegnare una dottrina bensì annunciare il Signore Gesù con parole ed azioni, cioè farsi strumento della sua presenza e azione nel mondo.
«Ogni persona ha il diritto di udire la 'buona novella' di Dio che si rivela e si dona in Cristo, per attuare in pienezza la sua propria vocazione» 5 .
Si tratta di un diritto conferito dal Signore a ogni persona umana, per cui ogni uomo e ogni donna può veramente dire con San Paolo: Gesù Cristo «mi ha amato e ha dato se stesso per me» ( Gal 2, 20). A questo diritto corrisponde il dovere di evangelizzare: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo!» ( 1 Cor 9,

Per ogni uomo è un grande bene la rivelazione delle verità fondamentali23 su Dio, su se stesso e sul mondo; mentre vivere nell’oscurità, senza la verità circa le ultime questioni, è un male, spesso all’origine di sofferenze e di schiavitù talvolta drammatiche. Ecco perché san Paolo non esita a descrivere la conversione alla fede cristiana come una liberazione «dal regno delle tenebre» ed un ingresso «nel regno del Figlio prediletto, nel quale abbiamo la redenzione e la remissione dei peccati» ( Col 1, 13-14). Perciò la piena adesione a Cristo, che è la Verità, e l’ingresso nella sua Chiesa non diminuiscono ma esaltano la libertà umana e la protendono verso il suo compimento, in un amore gratuito e colmo di premura per il bene di tutti gli uomini. È un dono inestimabile vivere nell’abbraccio universale degli amici di Dio, che scaturisce dalla comunione con la carne vivificante del Figlio Suo, ricevere da Lui la certezza del perdono dei peccati e vivere nella carità che nasce dalla fede. Di questi beni la Chiesa vuole fare partecipi tutti, affinché abbiano così la pienezza della verità e dei mezzi di salvezza, «per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» ( Rm 8, 21).

8. L’evangelizzazione comporta anche il dialogo sincero, che cerca di comprendere le ragioni ed i sentimenti altrui. Al cuore dell’uomo, infatti, non si accede senza gratuità, carità e dialogo, cosicché la parola annunciata non sia solo proferita ma anche adeguatamente attestata nel cuore dei suoi destinatari. Ciò esige di tener conto delle speranze e delle sofferenze, delle situazioni concrete di coloro ai quali ci si rivolge. Inoltre, proprio attraverso il dialogo, gli uomini di buona volontà aprono più liberamente il cuore e condividono sinceramente le loro esperienze spirituali e religiose. Tale condivisione, caratteristica della vera amicizia, è un’occasione preziosa per la testimonianza e per l’annuncio cristiano.Come in ogni campo dell’attività umana, anche nel dialogo in materia religiosa può subentrare il peccato. Può accadere talvolta che tale dialogo non sia guidato dal suo naturale scopo, bensì ceda all’inganno, ad interessi egoistici o all’arroganza, mancando così di rispetto alla dignità e alla libertà religiosa degli interlocutori. Perciò «la Chiesa proibisce severamente di costringere o di indurre e attirare qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede, allo stesso modo che rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni sia distolto dalla fede stessa» 24. Il movente originario dell’evangelizzazione è l’amore di Cristo per la salvezza eterna degli uomini. Gli autentici evangelizzatori desiderano soltanto donare gratuitamente quanto essi stessi hanno gratuitamente ricevuto: «Fin dagli inizi della Chiesa, i discepoli di Cristo si sono adoperati per convertire gli uomini a confessare Cristo Signore, non con una azione coercitiva né con artifizi indegni del Vangelo, ma anzitutto con la forza della parola di Dio» 25 .

Non è questione se basta o no , è una questione di etica che noi cerchiamo di rispettare , senza creare disgregazione nelle famiglie , cercando di accompagnarle nella loro religiosità

E' CHIARO !!!
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