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Quando pensate d'iniziare?

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    00 16/12/2007 14:22
    Predicazione dei cattolici
    Dal giornale "AVVENIRE"
    IL SENSO DELLA MISSIONE: ANNUNCIO NOSTRO DOVERE DI LIBERTÀ


    La missione propria della Chiesa nel mondo è portare il Vangelo di Gesù Cristo. Nel momento in cui questo non è più annunciato secondo il comando del Signore, viene meno l’opera stessa dei cristiani e si appanna la loro presenza nel mondo. Cercare forme alternative porterebbe fuori strada e, probabilmente, servirebbe solo a rimanere tranquilli in casa propria. Niente di più contrario alla fede, tuttavia, è un cristianesimo in pantofole. Diverse tendenze teologiche, con ricadute nella pastorale e nei comportamenti dei fedeli, insinuano oggi che l’esigenza missionaria debba essere superata. Si sostiene che dovremmo limitarci a esprimere le nostre convinzioni, ma senza chiedere la conversione a Cristo e alla Chiesa cattolica. Ognuno, quindi, dovrebbe vivere nella propria religione in maniera coerente; ogni altra forma diventerebbe un attentato alla libertà personale e fonte di intolleranza. Se questa mentalità fosse stata presente nei primi discepoli, probabilmente, noi oggi non esisteremmo. L’evangelizzazione non è una delle tante attività dei cristiani: insieme alla celebrazione dell’eucaristia è il fondamento della fede cristiana. Tra i due momenti esiste una simbiosi tale che non può esistere una senza l’altra. Fin dai primordi del cristianesimo, la piccola comunità dei discepoli si è distinta da ogni altro gruppo per questo motivo. La celebrazione della cena del Signore, infatti, rendeva evidente ciò che la predicazione annunciava. Attraverso l’annuncio del Vangelo, la salvezza portata da Gesù raggiungeva i confini più estremi della terra, portando con sé l’anelito di pace, giustizia e amore che corrispondeva al desiderio racchiuso nel cuore di ogni persona. Con la celebrazione dell’eucaristia, la verità della predicazione diventava talmente evidente che ognuno aveva certezza di essere realmente salvato. «Guai a me se non evangelizzo », ripeteva l’apostolo Paolo; questa espressione mantiene immutata la sua forza. La nostra storia, dunque, si racchiude in questa parola; dimenticarlo sarebbe fatale. La Nota della Congregazione per la Dottrina della fede mentre rileva alcuni aspetti problematici presenti nel dibattito teologico, riporta al centro dell’azione della Chiesa il compito primario che essa possiede. Il suo linguaggio sobrio e incisivo non si attarda in lunghi ragionamenti tortuosi. Arriva subito al cuore del problema e delinea con chiarezza il compito che da sempre appartiene a ogni battezzato. Quando si perde il senso della missione e si insinuano teorie effimere, allora la fede si indebolisce. Si crea un circuito di confusione e si mette a repentaglio il prezioso lavoro di tanti missionari che nel corso dei secoli con passione, fatica e spesso a prezzo della vita hanno annunciato a tutti Gesù Cristo e la sua Chiesa. È peculiare di ogni religione l’annuncio missionario; non è tanto un problema di sopravvivenza, ma di certezza per la verità delle proprie scelte. La fede cristiana implica una relazione indissolubile con la verità. Nessuno vuole essere ingannato nel momento in cui offre la propria vita a un ideale; anzi, lo identifica come l’offerta di senso che corrisponde al suo intimo desiderio di verità e di libertà. La fede in Gesù Cristo e l’appartenenza alla sua Chiesa sono la risposta di libertà che i cattolici sentono. È questa certezza di aver trovato la verità sulla propria vita che li rende missionari, perché la gioia che è stata data loro possa raggiungere quanti incontrano nel loro cammino. L’evangelizzazione è un’esigenza che nasce dall’amore non altrimenti. Solo in questo modo viene percepita anche da chi non crede come risposta alla nostalgia di Dio che è racchiusa nell’intimo di ognuno. Se l’esigenza missionaria è sentita nei confronti di quanti non credono o vivono in altre religioni, spesso viene fraintesa nell’ambito ecumenico. È vero, il battesimo ci unisce tutti per la fede nella Trinità e con i fratelli dell’ortodossia celebriamo l’unica santa eucaristia. L’esigenza missionaria che scaturisce dalla pienezza della verità, comunque, deve coinvolgere tutti in un annuncio che oltrepassa i nostri confini. Parlare di proselitismo tra cristiani – nel senso negativo che oggi viene dato al termine – è fuorviante.
    La verità che Gesù ha affidato alla sua Chiesa richiede, piuttosto, la riscoperta di una collaborazione piena che mette al centro una sempre rinnovata conversione a lui e una personale responsabilità di scegliere in piena libertà. Ricordarlo è un’esigenza vitale, viverlo un obbligo morale.

    RINO FISICHELLA
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    00 16/12/2007 14:57
    Quando una ideologia ha bisogno del proselitismo per imporsi, significa che non è e non potrà essere una ideologia condivisibile da tutti. Ciò che non è condivisibile, tipicamente, non dovrebbe sopravvivere in una società libera, aperta e democratica.
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    00 16/12/2007 16:12
    Re:
    (Upuaut), 16/12/2007 14.57:

    Quando una ideologia ha bisogno del proselitismo per imporsi, significa che non è e non potrà essere una ideologia condivisibile da tutti. Ciò che non è condivisibile, tipicamente, non dovrebbe sopravvivere in una società libera, aperta e democratica.



    E quindi? ............

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    (Upuaut)
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    00 16/12/2007 19:38
    Re: Re:
    operman, 16/12/2007 16.12:



    E quindi? ............



    E quindi trovo disgustosa, e dannosa per la Società, questa "chiamata alle armi" che Fisichella fa al solo scopo di fare del cattolicesimo una ideologia più largamente diffusa di quello che oggi è già.



  • operman
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    00 16/12/2007 21:15
    Re: Re: Re:
    (Upuaut), 16/12/2007 19.38:


    E quindi trovo disgustosa, e dannosa per la Società, questa "chiamata alle armi" che Fisichella fa al solo scopo di fare del cattolicesimo una ideologia più largamente diffusa di quello che oggi è già.







    Grazie per il tuo pensiero, che evidentemente nasce dal non essere cattolico, immagino. Se è così, però mi farebbe piacere conoscere il pensiero per chi Mons. Fisichella rappresenta qualcosa. Se, invece non è così perchè l'evangelizzazione da parte dei cristiani la vedi in maniera tanta negativa? E poi evangellizzare non mi sembra esclusiva dei cattolici, anzi, proprio per niente, se vengono paragonati ai TdG che fanno della predicazione il loro punto focale.
    Ciao.
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    Viviana.30
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    00 16/12/2007 21:53
    Re: Re: Re: Re:
    operman, 16/12/2007 21.15:


    Grazie per il tuo pensiero, che evidentemente nasce dal non essere cattolico, immagino. Se è così, però mi farebbe piacere conoscere il pensiero per chi Mons. Fisichella rappresenta qualcosa. Se, invece non è così perchè l'evangelizzazione da parte dei cristiani la vedi in maniera tanta negativa? E poi evangellizzare non mi sembra esclusiva dei cattolici, anzi, proprio per niente, se vengono paragonati ai TdG che fanno della predicazione il loro punto focale.
    Ciao.



    Ciao benvenuto nel forum .. devo dire che come oggetto è bella la procazione che poi di provocazione non ha nulla perchè comunque la chiesa è sempre pellegrina , in ogni parte del globo


    L’evangelizzazione non è una delle tante attività dei cristiani: insieme alla celebrazione dell’eucaristia è il fondamento della fede cristiana. Tra i due momenti esiste una simbiosi tale che non può esistere una senza l’altra. Fin dai primordi del cristianesimo, la piccola comunità dei discepoli si è distinta da ogni altro gruppo per questo motivo. La celebrazione della cena del Signore, infatti, rendeva evidente ciò che la predicazione annunciava. Attraverso l’annuncio del Vangelo, la salvezza portata da Gesù raggiungeva i confini più estremi della terra, portando con sé l’anelito di pace, giustizia e amore che corrispondeva al desiderio racchiuso nel cuore di ogni persona. Con la celebrazione dell’eucaristia, la verità della predicazione diventava talmente evidente che ognuno aveva certezza di essere realmente salvato. «Guai a me se non evangelizzo », ripeteva l’apostolo Paolo; questa espressione mantiene immutata la sua forza. La nostra storia, dunque, si racchiude in questa parola; dimenticarlo sarebbe fatale.



    credo che il testo provocatorio sia questo , bene comincio io con darti alcune indicazioni , molte chiese fanno corsi biblici e questo è risaputo , esistono gruppi di preghiera , esistono persone che vanno come voi anche nelle case , esistono persone come me che incontrano tdg quotidianamente e sicuramente fanno evangelizzazzione se non fosse solo per farvi capire alcuni intendimenti che credo siano errati , e poi abbiamo la testimonianza in ogni luogo e in ogni famiglia della presenza di Cristo e della sua eucarestia ... detto questo credo che la differenza sostanziale sia nel modo di predicare


  • operman
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    00 17/12/2007 14:49
    Re: Re: Re: Re: Re:
    Viviana.30, 16/12/2007 21.53:



    Ciao benvenuto nel forum .. devo dire che come oggetto è bella la procazione che poi di provocazione non ha nulla perchè comunque la chiesa è sempre pellegrina , in ogni parte del globo



    Pensi che Mons. Fisichella abbia voluto provocare i cattolici, ricordandogli che evangellizzare è un fondamento della loro fede?

    Viviana.30, 16/12/2007 21.53:



    L’evangelizzazione non è una delle tante attività dei cristiani: insieme alla celebrazione dell’eucaristia è il fondamento della fede cristiana. Tra i due momenti esiste una simbiosi tale che non può esistere una senza l’altra. Fin dai primordi del cristianesimo, la piccola comunità dei discepoli si è distinta da ogni altro gruppo per questo motivo. La celebrazione della cena del Signore, infatti, rendeva evidente ciò che la predicazione annunciava. Attraverso l’annuncio del Vangelo, la salvezza portata da Gesù raggiungeva i confini più estremi della terra, portando con sé l’anelito di pace, giustizia e amore che corrispondeva al desiderio racchiuso nel cuore di ogni persona. Con la celebrazione dell’eucaristia, la verità della predicazione diventava talmente evidente che ognuno aveva certezza di essere realmente salvato. «Guai a me se non evangelizzo », ripeteva l’apostolo Paolo; questa espressione mantiene immutata la sua forza. La nostra storia, dunque, si racchiude in questa parola; dimenticarlo sarebbe fatale.



    credo che il testo provocatorio sia questo , bene comincio io con darti alcune indicazioni , molte chiese fanno corsi biblici e questo è risaputo , esistono gruppi di preghiera , esistono persone che vanno come voi anche nelle case ,



    Queste cose dovrebbe saperle anche Mons. Fisichella, ma evidentemente vuole riferirsi anche a qualcos'altro.

    Viviana.30, 16/12/2007 21.53:


    esistono persone come me che incontrano tdg quotidianamente e sicuramente fanno evangelizzazzione se non fosse solo per farvi capire alcuni intendimenti che credo siano errati ,



    Forse l'opera di cui si parla è un altra. Anche io incontro molti cattolici, anche perchè vado io a trovarli a casa loro e non esagero nel notare la mancanza del bisogno spirituale che queste persone pur dovrebbero sentire. Per molti la religione è diventata l'ultima cosa a cui pensare. Forse a persone come queste il cattolico praticante dovrebbe dedicare la sua opera d'evangelizzazione. Capisco che può essere più "eccitante" cercare di far capire ai TdG, come ad altri non cattolici che stanno sbagliando, ma per dirle con le parole di una scrittura, adattandole all'argomento: "Certo, se qualcuno non provvede ai suoi, e specialmente a quelli della sua casa, ha rinnegato la fede ed è peggiore di uno senza fede." (1 Timoteo 5:8)
    Comunque mi fà piacere leggere di chi si impegna a parlare ad altri della propria fede, senza essere cercata, ma cercando gli altri. Non posso che lodarti.

    Viviana.30, 16/12/2007 21.53:


    e poi abbiamo la testimonianza in ogni luogo e in ogni famiglia della presenza di Cristo e della sua eucarestia ... detto questo credo che la differenza sostanziale sia nel modo di predicare



    Non posso che confermare quanto scritto nella prima parte, evidentemente per la gerarchia cattolica, questo da solo non basta.
    Ciao
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    benimussoo
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    00 18/12/2007 13:20
    Re: Re: Re: Re: Re: Re:
    operman, 17/12/2007 14.49:



    Non posso che confermare quanto scritto nella prima parte, evidentemente per la gerarchia cattolica, questo da solo non basta.
    Ciao



    Annunciare il Vangelo non è «proselitismo»

    Pubblichiamo il testo della «Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione» a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede, presentata ieri mattina nella Sala Stampa della Santa Sede.

    I. Introduzione

    1. Inviato dal Padre ad annunciare il Vangelo, Gesù Cristo chiama tutti gli uomini alla conversione e alla fede (cf. Mc 1, 14-15), affidando agli apostoli, dopo la sua risurrezione, la continuazione della sua missione evangelizzatrice (cf. Mt 28, 19-20; Mc 16, 15; Lc 24, 4-7; At 1, 3): «come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» ( Gv 20, 21; cf. 17, 18). Mediante la Chiesa, egli vuole infatti raggiungere ogni epoca della storia, ogni luogo della terra ed ogni ambito della società, arrivare ad ogni persona, perché tutti diventino un solo gregge e un solo pastore (cf. Gv 10, 16): «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
    Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» ( Mc 16, 15-16).
    Gli apostoli, quindi, «mossi dallo Spirito, invitavano tutti a cambiare vita, a convertirsi e a ricevere il battesimo» 1, perché «la Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza» 2.
    È lo stesso Signore Gesù Cristo che, presente nella sua Chiesa, precede l’opera degli evangelizzatori, l’accompagna e la segue, facendone fruttificare il lavoro: ciò che è accaduto alle origini continua lungo tutto il corso della storia.
    All’inizio del terzo millennio, risuona ancora nel mondo l’invito che Pietro, insieme al fratello Andrea ed ai primi discepoli, ascoltò da Gesù: «prendi il largo e calate le reti per la pesca» ( Lc 5, 4) 3 . E, dopo il miracolo di una grande raccolta di pesci, il Signore annunciò a Pietro che sarebbe diventato «pescatore di uomini» ( Lc 5, 10)3.

    2. Il termine evangelizzazione ha un significato molto ricco
    4.In senso ampio, esso riassume l’intera missione della Chiesa: tutta la sua vita infatti consiste nel realizzare la traditio Evangelica,
    l’annuncio e la trasmissione del Vangelo, che è «potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede» ( Rm 1, 16) e che in ultima essenza si identifica con Gesù Cristo (cf. 1 Cor 1, 24). Perciò, così intesa, l’evangelizzazione ha come destinataria tutta l’umanità. In ogni caso, evangelizzare significa non soltanto insegnare una dottrina bensì annunciare il Signore Gesù con parole ed azioni, cioè farsi strumento della sua presenza e azione nel mondo.
    «Ogni persona ha il diritto di udire la 'buona novella' di Dio che si rivela e si dona in Cristo, per attuare in pienezza la sua propria vocazione» 5 .
    Si tratta di un diritto conferito dal Signore a ogni persona umana, per cui ogni uomo e ogni donna può veramente dire con San Paolo: Gesù Cristo «mi ha amato e ha dato se stesso per me» ( Gal 2, 20). A questo diritto corrisponde il dovere di evangelizzare: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo!» ( 1 Cor 9,

    Per ogni uomo è un grande bene la rivelazione delle verità fondamentali23 su Dio, su se stesso e sul mondo; mentre vivere nell’oscurità, senza la verità circa le ultime questioni, è un male, spesso all’origine di sofferenze e di schiavitù talvolta drammatiche. Ecco perché san Paolo non esita a descrivere la conversione alla fede cristiana come una liberazione «dal regno delle tenebre» ed un ingresso «nel regno del Figlio prediletto, nel quale abbiamo la redenzione e la remissione dei peccati» ( Col 1, 13-14). Perciò la piena adesione a Cristo, che è la Verità, e l’ingresso nella sua Chiesa non diminuiscono ma esaltano la libertà umana e la protendono verso il suo compimento, in un amore gratuito e colmo di premura per il bene di tutti gli uomini. È un dono inestimabile vivere nell’abbraccio universale degli amici di Dio, che scaturisce dalla comunione con la carne vivificante del Figlio Suo, ricevere da Lui la certezza del perdono dei peccati e vivere nella carità che nasce dalla fede. Di questi beni la Chiesa vuole fare partecipi tutti, affinché abbiano così la pienezza della verità e dei mezzi di salvezza, «per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» ( Rm 8, 21).

    8. L’evangelizzazione comporta anche il dialogo sincero, che cerca di comprendere le ragioni ed i sentimenti altrui. Al cuore dell’uomo, infatti, non si accede senza gratuità, carità e dialogo, cosicché la parola annunciata non sia solo proferita ma anche adeguatamente attestata nel cuore dei suoi destinatari. Ciò esige di tener conto delle speranze e delle sofferenze, delle situazioni concrete di coloro ai quali ci si rivolge. Inoltre, proprio attraverso il dialogo, gli uomini di buona volontà aprono più liberamente il cuore e condividono sinceramente le loro esperienze spirituali e religiose. Tale condivisione, caratteristica della vera amicizia, è un’occasione preziosa per la testimonianza e per l’annuncio cristiano.Come in ogni campo dell’attività umana, anche nel dialogo in materia religiosa può subentrare il peccato. Può accadere talvolta che tale dialogo non sia guidato dal suo naturale scopo, bensì ceda all’inganno, ad interessi egoistici o all’arroganza, mancando così di rispetto alla dignità e alla libertà religiosa degli interlocutori. Perciò «la Chiesa proibisce severamente di costringere o di indurre e attirare qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede, allo stesso modo che rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni sia distolto dalla fede stessa» 24. Il movente originario dell’evangelizzazione è l’amore di Cristo per la salvezza eterna degli uomini. Gli autentici evangelizzatori desiderano soltanto donare gratuitamente quanto essi stessi hanno gratuitamente ricevuto: «Fin dagli inizi della Chiesa, i discepoli di Cristo si sono adoperati per convertire gli uomini a confessare Cristo Signore, non con una azione coercitiva né con artifizi indegni del Vangelo, ma anzitutto con la forza della parola di Dio» 25 .

    Non è questione se basta o no , è una questione di etica che noi cerchiamo di rispettare , senza creare disgregazione nelle famiglie , cercando di accompagnarle nella loro religiosità

    E' CHIARO !!!
  • operman
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    00 18/12/2007 19:24
    Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
    benimussoo, 18/12/2007 13.20:



    Annunciare il Vangelo non è «proselitismo»




    Proselitismo, parola che ultimamente ha assunto una caratteristica negativa. Cristiani che vengono accusati di proselitismo, questo avviene in molti paesi non cristiani. Ma fra i cristiani non se ne può parlare in tono negativo. E' chiaro, che quando parli della tua fede ad una persona che non la condivide, stai facendo proselitismo. Quando parli del Vangelo a chi non crede, stai facendo proselitismo, stai facendo quello che il Signore Gesù comando di fare ai suoi discepoli. Naturalmente questo avrebbe potuto creare problemi di carattere spirituali e non solo. Avrebbe, come disse Gesù, diviso perfino le famiglie, ma non per questo non andava fatto.

    POSTQUOTE]
    benimussoo, 18/12/2007 13.20:


    Si tratta di un diritto conferito dal Signore a ogni persona umana, per cui ogni uomo e ogni donna può veramente dire con San Paolo: Gesù Cristo «mi ha amato e ha dato se stesso per me» ( Gal 2, 20). A questo diritto corrisponde il dovere di evangelizzare: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo!» ( 1 Cor 9,




    Esattamente così.

    POSTQUOTE]
    benimussoo, 18/12/2007 13.20:



    8. L’evangelizzazione comporta anche il dialogo sincero, che cerca di comprendere le ragioni ed i sentimenti altrui. Al cuore dell’uomo, infatti, non si accede senza gratuità, carità e dialogo, cosicché la parola annunciata non sia solo proferita ma anche adeguatamente attestata nel cuore dei suoi destinatari. Ciò esige di tener conto delle speranze e delle sofferenze, delle situazioni concrete di coloro ai quali ci si rivolge. Inoltre, proprio attraverso il dialogo, gli uomini di buona volontà aprono più liberamente il cuore e condividono sinceramente le loro esperienze spirituali e religiose. Tale condivisione, caratteristica della vera amicizia, è un’occasione preziosa per la testimonianza e per l’annuncio cristiano.Come in ogni campo dell’attività umana, anche nel dialogo in materia religiosa può subentrare il peccato. Può accadere talvolta che tale dialogo non sia guidato dal suo naturale scopo, bensì ceda all’inganno, ad interessi egoistici o all’arroganza, mancando così di rispetto alla dignità e alla libertà religiosa degli interlocutori.



    L'evangelizzazione non deve mai avvenire mancando di rispetto per la persona 1 Pietro 3:15 sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque vi chieda ragione della vostra speranza, ma con mitezza e profondo rispetto

    POSTQUOTE]
    benimussoo, 18/12/2007 13.20:


    Perciò «la Chiesa proibisce severamente di costringere o di indurre e attirare qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede, allo stesso modo che rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni sia distolto dalla fede stessa» 24. Il movente originario dell’evangelizzazione è l’amore di Cristo per la salvezza eterna degli uomini. Gli autentici evangelizzatori desiderano soltanto donare gratuitamente quanto essi stessi hanno gratuitamente ricevuto: «Fin dagli inizi della Chiesa, i discepoli di Cristo si sono adoperati per convertire gli uomini a confessare Cristo Signore, non con una azione coercitiva né con artifizi indegni del Vangelo, ma anzitutto con la forza della parola di Dio» 25



    Ogni cosa ha avuto il suo tempo. Errori del passato non possono essere più ripetuti. Anche perchè certe "costrinzioni" non verrebbero più permesse.

    POSTQUOTE]
    benimussoo, 18/12/2007 13.20:



    Non è questione se basta o no , è una questione di etica che noi cerchiamo di rispettare , senza creare disgregazione nelle famiglie , cercando di accompagnarle nella loro religiosità

    E' CHIARO !!!



    Questo finale non tanto. Diciamo che dobbiamo fare un opera e poi non la facciamo per non creare disgregazioni? Il comando di Matteo 28:19, 20 chi lo osserverà?

    Saluti


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    00 20/12/2007 16:34
    Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
    operman, 18/12/2007 19.24:


    Questo finale non tanto. Diciamo che dobbiamo fare un opera e poi non la facciamo per non creare disgregazioni? Il comando di Matteo 28:19, 20 chi lo osserverà?
    Saluti



    Ciao .. perdonami , mi intrometto facendoti un esempio , se io dovessi incontrare una coppia per parlargli di religione e cercare di convertirli lo farei volentieri ad una semplice condizione .. chiederei a lei/lui di farlo SOLO se anche la sua compagna/o lo fanno se no di restare come sono , la mia missione è compiuta , non chiedo altro ne al Signore e ne hai fedeli

    poi tu citi i versi di Matteo
    19Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

    Predicare

    segui il link per vedere cosa abbiamo detto a suo tempo sulla predicazione

    però perdonami aggiungo , "insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" non credo che questo comando calzi molto con le vostre dottrine , o almeno alcune si altre no






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