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Questo ragazzo sarà rientrato nella congregazione ??

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2008 21:23
20/02/2008 11:34
 
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PER CHI E' INTERESSATO

Jerry Bergman
I Testimoni di Geova e la salute mentale
Edizioni Dehoniane, 1996 Roma

È recente il tentativo di comprendere scientificamente il fenomeno dei movimenti religiosi alternativi, in particolare dei Testimoni di Geova, sia nei loro contenuti dottrinali, che sotto altri aspetti importanti: l'impatto nel sociale, la trasformazione della personalità, i cambiamenti nella famiglia, i rapporti con altri gruppi...

In questo studio si affronta un tema che è alla radice di tutti gli altri, con la serietà che il problema stesso richiede. L'Autore ha studiato in maniera ampia la "fede" geovista per oltre trent'anni, ha frequentato regolarmente le loro adunanze per quasi due decenni ed è stato attivamente impegnato in quasi tutte le fasi del Movimento.


VI DICO CHE FA RABBRIVIDIRE, MA VALE LA PENA LEGGERE E RENDERSI CONTO DELLA TRISTE REALTA'.

20/02/2008 19:55
 
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x Emiro

Sarebbe interessante se tu Emiro potessi postare qualche pagina
di questo libro.

20/02/2008 20:08
 
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Jerry Bergman, noto apostata ex-TdG fuoriuscito e oppositore dei TdG.

Un odontotecnico che si spaccia da psicologo, che più che tale è uno psicopatico.

Vedi in pò che pattumiere andate setacciando cartaccie.

La caccia alle streghe continua.

Grazie per la considerazione in cui tenete noi TdG, adesso saremmo pure mentalmente tarati.

Da quel che sto leggendo non siamo certo noi i malati mentali su questo forum.

Cordialmente, Ebe.

20/02/2008 23:03
 
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x Emiro con preghiera di riportare alcune pagine deel libro che hai indicato

Rinnovo ad Emiro
la richiesta di poter leggere qualcosa del libro in questione, assieme agli ospiti del forum.
Se lei gentilmente ci ofrirà l'opportunità di postarla.

D'altra parte è abbastanza evidente quanti suicidi vengono messi in conto al mondo geovista, per cui sarà bene capirne un pò di più.

20/02/2008 23:23
 
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Ti accontento

Un Pastore confessa un omicidio dopo l'ordinazione

[Trotzky] Questa è l'ennesima prova che il mondo sta andando a rotoli, perchè nessuno rispetta più le regole e nessuna autorità è disposta a farle rispettare.

Qualche tempo dopo l'ordinazione, Calvin Wayne Inman, Pastore della Chiesa Pentecostale di Elim, un sobborgo di Pasadena, ha confessato al Pastore senior, Ron Nissen, che aveva ammazzato un uomo.

Il reverendo ha dichiarato alla polizia che quattordici anni prima aveva colpito al petto con un grosso coltello da cucina un impiegato di un supermarket, al quale, spalleggiato da un complice, aveva ingiunto di passargli il ricavo della giornata, oltre a un rilevante numero di stecche di sigarette.

Quando hanno saputo che Inman era stato portato in prigione, ma intendeva chiedere il loro perdono, i fedeli hanno applaudito a lungo e fragorosamente al suo indirizzo, quindi hanno cominciato a gridare "amen" e infine hanno affermto che non cesseranno mai di amarlo, in quanto aveva chiesto perdono a Dio prima che a loro.

I loro commenti - riporta il quotidiano locale Houston Chronicle - sono stati tutti elogiativi. "Ha dimostrato di essere una persona da prendere a modello"... "Si è assunto la responsabilità dei propri peccati"... "Sono rimasto scioccato, ma devo ammettere che ha pagato il suo debito nei confronti della società, indicando alle nuove generazioni la via da seguire"... "Il reverendo è rinato, perchè non è più quello di prima"... "E' un vero eroe"... "Poche persone avrebbero avuto il coraggio di fare quello che ha fatto lui"...

Di ben altro tenore sono stati i commenti dei miscredenti. "Un Pastore può commettere qualsiasi crimine, resterà sempre un cittadino esemplare nella considerazione dei fedeli"... "Se qualcuno confessa i suoi crimini a Dio e poi si pente, tutto torna come prima"... "Chi aspetta quattordici anni per rivelare il suo turbolento passato non può essere preso a modello"... Prima di chiamare eroe un assassino, bisogna chiedere ai genitori della vittima se sono d'accordo"... "I fedeli subiscono il lavaggio del cervello".

L'ammissione di colpa di Inman ha contribuito comunque a risolvere un caso che a suo tempo aveva sconvolto il sobborgo di Pasadena e di cui la polizia non era mai riuscita a venire a capo. Il Dio malvagio ha fatto rapinare con la forza i beni altrui e commettere omicidio


P.s.

disse la vacca al mulo, oggi ti puzza il cullllo
20/02/2008 23:32
 
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Penso che nel libro di cui chiedo ad Emiro di postare pagine significative che interessano l'argomento di questo forum,
non ci siano espressioni estremamente volgari come quello che hai postato tu.
Ad ogni modo A ME TE NON MI ACCONTENTI

Guarda un pò se riesci ad accontentare i tuoi amici TDG.
Loro saranno certamente contenti di quello che hai postato.
20/02/2008 23:38
 
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Perchè non essere amici anche dei tdg e boia di questi petracci

C’È un prete assassino condannato all’ergastolo che per la Chiesa è ancora prete. La gerarchia tace e aspetta, ma cosa? Quando un sacerdote tradisce le regole che guidano la missione, la Chiesa lo isola dai fedeli: sospeso a divinis. Ancora nessuna sospensione per il sacerdote Christian Von Wermich chiuso nel carcere penale di Buenos Aires: testimoni e documenti hanno provato la sua responsabilità in 7 omicidi, 42 arresti illegali, 31 casi di tortura. Anni della dittatura militare. «Non odiate chi vi sta torturando. Volontà di Dio» erano le sue parole di conforto distribuite dal padre consacrato nelle quattro prigioni segrete attorno a Buenos Aires. I militari lo invitavano a spiare e Von Wernich usava la confessione per far parlare quei prigionieri che non si arrendevano alla tortura. Per dire cosa, poi? Nomi di compagni di scuola scandalizzati dalla violenza dei generali P2; chiacchiere tra studenti. Von Wermich confessava con la doppia morale di un malandrino. Li sollecitava ad abbandonarsi al perdono di Dio, e se l’abbandono interessava la polizia, riferiva, e altre persone sparivano. Quattro mesi fa guardavo Von Wernich nel maxischermo che ne allargava il volto davanti tribunale di La Plata. Indifferente mentre i giudici leggevano la condanna. Appena un sorriso di scherno, come per dire «in qualche modo ne uscirò». Negli appunti ritrovo pagine che il silenzio della Chiesa obbliga a ricordare per far capire cosa non sta succedendo. Hector Timerman, console generale dell’Argentina a New York, riferisce ciò che il padre – Jacobo Timerman, direttore di un giornale indipendente – ha raccontato e scritto a proposito del sacerdote. «Era presente ai miei interrogatori e quando la benda che fasciava gli occhi si abbassava per effetto delle scariche elettriche, vedevo Von Wermich seduto accanto al capo della polizia di Buenos Aires, Ramon Camps. Mi guardavano come si guarda un cane che sta morendo». Nei verbali del tribunale la commozione di Maria Mercedes Molina Galarza: è nata in una prigione segreta, Von Wermich l’ha battezzata promettendo a Maria Mercedes e ad altri sei ragazzi, tranquilli, vi accompagnerò al confine. La vostra pena sarà l’esilio. Von Wermich ha consegnato la bambina ai nonni: molto devoti, gli si erano rivolti per sapere qualcosa della figlia scomparsa. «Si farà viva lei, forse fra un anno, forse da un altro paese. Non posso dire di più». Con la piccola fra le braccia, il cuore dei nonni si è aperto. Hanno preparato una valigia, vestiti, qualche soldo. «Ne avrà bisogno. Gliela consegno personalmente. Mi raccomando, silenzio…». Ma il viaggio della ragazza madre (Liliana Galarza) e dei suoi compagni, è stato un viaggio breve. Julio Emilio Emmended, poliziotto condannato per sette delitti, racconta come è finito. «Padre Christian Von Wernich benedice i sovversivi ammanettati e mi raggiunge nell’automobile dove aspettavo assieme a Jorge Bergés, medico della polizia segreta. ’Adesso sono vostri’. Allora scendo con la pistola in mano e quando i sovversivi vedono la pistola cercano di disarmarmi ma hanno le mani legate. Colpisco col calcio dell’arma, li stordisco. Interviene il medico: due iniezioni per uno, sempre nel cuore. Il liquido è rosso, veleno. Sconvolto, li vedo morire ma padre Von Wermich mi rincuora. ’L’hai fatto perché la patria. Dio sa che hai agito per il bene del paese’. Avevo le mani sporche di sangue. E del sangue dei ragazzi era macchiato l’abito del padre …». Le voci sono tante, i documenti precisi. Crolla la dittatura e Von Wernich sparisce. Passa dal Brasile, lo ritrovano in Cile: un settimanale di Santiago lo fotografa mentre distribuisce la comunione non lontano dalla capitale. Il nome era falso, nessuno poteva sospettare. Possibile che la Chiesa cilena avesse affidato la cura di una parrocchia ad un sacerdote argentino senza voler sapere da Buenos Aires ’come mai è qui?’. Mistero che si perde nella rete dei cappellani militari.
Cinque minuti dopo la condanna, il comunicato della Commissione Episcopale argentina. Perché cinque minuti dopo e non quattro anni prima quando i delitti di Von Wermich erano da anni documentati? Martin de Elizaide, vescovo della diocesi della quale Von Wermich era sacerdote chiede che il religioso «venga assistito affinché riesca a comprendere e riparare il danno arrecato con scelte personali che non coinvolgono le istituzioni». Lascia capire che la procedura necessaria alla Chiesa per prendere una decisione sarà lunga: non ne fissa il tempo. In fondo, è solo uno dei tanti sacerdoti che hanno abbracciato gli ideali fascisti della dittatura. Le trame del piano Condor allargano le complicità ai cappellani militari delle squadre della morte: America Centrale, Brasile, Cile, Uruguay, Paraguay. Con quale abbandono si sono rivolti a Dio mentre davano una mano agli assassini?
Quattro mesi fa la sentenza e la Chiesa non ha più parlato. Bisogna dire che i rapporti diplomatici tra Vaticano e Argentina sono congelati dal braccio di ferro che divide l’ex presidente Kirchner e la nuova presidente- moglie, dalla burocrazia diplomatica di Roma. Tre anni fa Kirchner nomina ambasciatore in Vaticano un ex ministro: Alberto Juan Bautista Iridarne, signore squisito ma divorziato e risposato come quattro milioni e mezzo di argentini. Come Berlusconi, Fini e Casini considerato dal monsignor Ruini «esempio di cattolico in politica». Il Vaticano non accetta chi ha infranto il sacramento del matrimonio e un paese borghese e devoto viene rappresentato nel grigiore della routine di un incaricato d’affari. Comunicazione non interrotta, ma evanescente proprio nel momento in cui il congresso di Buenos Aires decide la dissoluzione del vescovado castrense, pastore guida dei cappellani militari. Il passato continua ad impaurire il presente. I cappellani in divisa hanno accompagnato il golpe obbedendo ai vescovi che appoggiavano la dittatura dei generali.Von Wernich è il primo caso risolto dal tribunale, ma i nomi sono tanti, si annunciano altri processi. L’essere divorziato e l’essersi risposato non viene messo sullo stesso piano delle colpa di chi si è servito della confessione per far sparire ragazzi senza colpa, ma la soluzione è fulminea: no e subito all’ambasciatore; vediamo cosa fare per il prete assassino. Il clero argentino è diviso. Vescovi rigidi contro il governo e vescovi alla ricerca della soluzione. Monsignor Casaretto, segretario della commissione episcopale, genovese di nonni e presidente della Caritas che ha sfamato milioni di affamati nei mesi bui della crisi economica non smette di dialogare. Intanto, nell’istituto penale dove è rinchiuso Von Wernich sono stati trasferiti militari e poliziotti arrestati dopo che il presidente Krichner ha annullato le due leggi (Punto Final e Obbedienza Dovuta) imposte dalle forze armate per consentire «la pacificazione nazionale». Molti di loro avevano atteso il processo in prigioni soffici come grandi alberghi. Camere con Tv, aria condizionata, palestre per tenersi in forma. Una certa libertà. Adesso si sono ritrovati dove dovevano essere dal primo giorno. Von Wernich li raccoglie in angoli non frequentati con l’aria di un confessore. Celebra la messa della sera e riceve la considerazione che è abitudine verso i religiosi nelle carceri argentine. Il silenzio della Chiesa continua. Forse i vescovi credono all’intrigo al quale Von Wernich si aggrappa dichiarandosi vittima di complotti senza prove mentre le prove e i racconti dei sopravissuti gli passavano sotto gli occhi in tribunale. A Buenos Aires e in Vaticano la gerarchia cattolica è impegnata a difendere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale. Questo diritto alla vita prevede la condanna di chi brucia la vita con torture e delitti? Passa il tempo e si aggrava il profilo morale di un assassino che ostenta dignità di sacerdote mentre la gerarchia medita dubbiosa sull’orrore delle colpe certificate dalla giustizia civile. La sopravvivenza sacerdotale di Von Wernich è lo sbalordimento che avvilisce non solo i credenti. E il mistero dei vescovi senza parole insinua nella fede dei cattolici il sospetto di uno scandalo istituzionale. Solo qualche vescovo ha chiesto perdono alle vittime. Ma non basta mentre la memoria di un passato doloroso scuote ogni comunità: dal ricordo dell’Olocausto, alla Spagna impegnata a rileggere i crimini della guerra civile. Impossibile immaginare per Von Wermich la dolcezza di una esclusione senza sospensione a divinis che ha accompagnato la fine di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo. «Ussari di una Chiesa combattente alla conquista mondo». È morto negli Stati Uniti quattro giorni fa, l’Osservatore Romano ne ha rimpicciolito la memoria. Sarà sepolto nel suo Messico dove i Legionari si mescolano alla politica del governo conservatore. Nel 1968 è stato accusato da 30 seminaristi; li aveva insidiati facendo pesare l’autorità di un generale intoccabile. Il quotidiano messicano La Jornada ne ha ricostruito i peccati con una precisione che è valsa il premio nazionale di giornalismo. Ma Roma non se ne è accorta e il Vaticano non gli è mancato di rispetto accogliendo le raccomandazioni del nunzio apostolico in Messico, monsignor Girolamo Prigione, dell’arcivescovo Norberto Rivera e dei vescovi Onesimo Cepeda ed Emilio Berlié, estremisti della destra religiosa in America Latina. Nel dogma di un integralismo esasperato, Marcial Maciel ha aperto a Roma l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. I Legionari controllano 150 collegi, dispongono di una serie di piccoli seminari, da Monterrey a San Paolo Brasile, attorno ai campus degli Stati Uniti, si aprono scuole nell’ex impero sovietico: 550 sacerdoti, 2500 novizi, 60 mila laici raccolti in una specie di terz’ordine, il Regno di Cristo. Dopo aver ignorato per dieci anni le accuse largamente provate, nel 2004, il cardinale Ratzinger finalmente prende in esame il caso, e nel 2006 Marcial Marcel viene comandato a lasciare la guida dell’ordine per dedicarsi ad una vita di preghiera e penitenza. Nessun processo canonico per «l’età avanzata», solo la proibizione di dire messa e parlare in pubblico. Punizione veniale per i semplici credenti, ma terribile per il padre dei Legionari: sperava d’essere beatificato con la velocità del Balaguer fondatore Opus Dei. Vanità rinviata all’eternità e senza un santo protettore nel suo ordine si allungano le ombre. Marcial Marcel aveva 87 anni, Von Wermich 69. I fedeli argentini non hanno voglia aspettare diciotto anni per sapere se la Chiesa ha deciso di allontanarsi da un prete così.

mchierici2@libero.it

Pubblicato su l’Unità www.unita.it

P.s.
Se ancora ti interessa, ho una vastissima collezione


[Modificato da ®@ffstef@n 20/02/2008 23:39]
20/02/2008 23:42
 
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Boh!! Io francamente non lo leggo nemmeno, troppo lungo.!!
Mi basta leggere solo i commenti o alla fine o all'inizio
di una persona corretta come te.
21/02/2008 00:02
 
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Allora ti propongo di leggere questo libro :

Le sagrestie di Cosa Nostra. Inchiesta su preti e mafiosi

Anzi te ne riporto solo la descrizione , cosi potrai dire di averlo letto tutto [SM=x511453]

Sicari in crisi mistica e teologi con la lupara in mano, ecclesiastici infedeli e assassini devoti, sacerdoti come padre Puglisi, che muoiono su ordine di Cosa Nostra, per non aver tradito quello stesso vangelo. Questo libro racconta la storia del "tenebroso sodalizio" dei mafiosi con preti e religiosi. Un'inchiesta sulla mafia "sub specie ecclesiae": attraverso i palazzi arcivescovili e le chiese di campagna, tra una festa popolare e la processione di un santo patrono, lungo le chiese della desolata periferia di Palermo e le navate del duomo normanno di Monreale. Cosa Nostra è una confraternita criminale con le sue tradizioni e i suoi segreti. Per il mafioso, battesimi, cresime, matrimoni e ogni altro genere di sacramenti non fanno parte di un cammino di fede ma entrano in un sistema di alleanze e di giochi di potere interni alla consorteria. Le vie delle sagrestie, allora, si intrecciano con quelle dell'eroina e la religione diventa uno strumento funzionale alla morte e al predominio criminale.
21/02/2008 08:13
 
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certo i vertici sono corrotti, ma sono sicura che le pecorelle cattoliche sono in buona fede. Quindi siamo qui per informare il più possibile.....certo che la letteratura contro la cc è inesauribile.

ciao
bds
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