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Padre, Figlio, Spirito Santo: dove uguali e dove diversi?

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2008 09:31
27/03/2008 10:40
 
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Re:
feliced'esserlo, 26/03/2008 12.47:

Dopo aver compreso un po' meglio il punto di vita cattolico sulla Trinità (che comunque continuo a ritenere molto illogico) mi è venuta la curiosità di sapere fino a che punto sono considerate uguali le tre persone che la compongono.

Ad esempio, mi pare di aver capito che per quanto riguarda la condizione di eternità sono esattamente uguali; questo vale anche per altri aspetti? E le differenze, ci sono? Chi mi fa chiarezza?





Finalmente un testimone di Geova che vuole sapere di più sulla trinità, e si informa dai diretti interessati...
io ho sempre detto che per combattere una dottrina bisogna conoscerla bene...
Poi se accade che conoscendola bene non la si attacca più, ma si difende come è successo nel mio caso beh...
Comunque faccio i complimenti a Sonny per gli esempi portati e aggiungo:
Quello che hai letto non è solo "il punto di vista cattolico sulla trinità" come hai scritto tu, ma quello di tutte le religioni cristiane di tutti i secoli tranne pochissime eccezioni.
Tornando alla tua richiesta:
L'unica cosa in cui sono uguali le tre persone divine è nella loro natura divina.
Ogni natura ha delle caratteristiche proprie che la contraddistinguono dalle altre nature:
ad esempio la natura umana ha delle caratteristiche proprie che non la fanno coincidere con quella animale, anche se vi sono delle cose in comune...
La natura angelica ad esempio ha delle caratteristiche proprie che la contraddistingue da quella umana e da quella divina anche se avrà delle cose in comune con entrambe, la natura divina ha delle caratteristiche proprie che solo lei ha, e quella più importante è l'eternità.
Nessun'altra natura può avere questa caratteristica, in quanto sono state create dal nulla, ad opera delle tre persone divine, quindi tutte le altre nature hanno avuto un inizio.
Altre caratteristiche comuni alla deità sono l'onnipotenza, e l'onnisapienza, per la sua caratteristica aspaziale Dio è ubiquo ossia è ovunque, eppure non si confonde con la materia che egli stesso ha creato o con gli esseri spirituali che lui stesso ha creato, li "avvolge" ma ne è distinto, si dice appunto trascendente ad essi.
La scrittura dice:

"Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.»"

Gesù è chiamato Il Signore e Dio, eppure la scrittura parla di un solo Signore e di un solo Dio, non ne concludi nulla?

Ci sono due scritture chiave, che parlano di Cristo, che troppo spesso vengono sminuite o interpretate velocemente senza un accurata riflessione, scegliendo per la loro traduzione i vocaboli più lontani dal significato più diretto che le singole parole greche richiedono, perchè pericolose per chi crede che Cristo sia la prima creatura, e sono:
Colossesi 1:17
"egli esiste prima di tutti loro e tutti in lui hanno consistenza"
NRV Ebrei 1:3:
"Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza"

Nessuna parola italiana può rappresentare dovutamente la parola greca sunesteken di colossesi, essa spazia dal generico "tenere insieme" ad "esistere" a "consistere", la stessa cosa vale per upostasis di ebrei, quella fantomatica parola derivata dalla brutta e cattiva filosofia greca, appare proprio nella bibbia e in riferimento a Cristo! La substanzia (come hanno tradotto i latini) di Cristo è esattamente quella di suo padre, questo ti dovrebbe far capire l'abisso che esiste tra chi crea e chi è creato, ma forse non è ancora questo il momento.
Wikipedia parlando della diversità delle persone trinitarie afferma:

"In ambito teologico trinitario viene fatta una distinzione fra la Trinità da un punto di vista "ontologico" (ciò che Dio è) e da un punto di vista "economico" (ciò che Dio fa). Secondo il primo punto di vista le persone della Trinità sono uguali, mentre non lo sono dall'altro punto di vista, cioè hanno ruoli e funzioni differenti

...

Se Gesù Cristo nel vangelo di Giovanni viene chiamato l'unigenito Figlio di Dio, evidenziando con questa affermazione il suo essere ontologicamente in Dio, secondo la dottrina ortodossa Gesù è anche diventato una creatura con l'incarnazione, svolgendo un ruolo "ministeriale", e in un certo senso subordinato in relazione a Dio, nei confronti dell'umanità. Viene pertanto chiamato "primogenito" in altri passi, in riferimento alla creazione e redenzione, ad esempio è detto "immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione... egli è principio, primogenito dei risuscitati". La distinzione è ripresa nell'affermazione che Gesù fa quando dice che dovrà "ascendere al Padre mio e Padre vostro, Iddio mio e Iddio vostro", distinguendo così fra l'essere figlio di Dio in senso proprio (caratteristico di Gesù) e in senso figurato (caratteristico degli uomini).

Atanasio di Alessandria sviluppa questa distinzione commentando il passo evangelico in cui Gesù dichiara di non conoscere il giorno e l'ora della fine del mondo:

« "Ancora un altro passo che è detto bene, viene interpretato male dagli ariani: Voglio dire che "Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli, neppure il figlio." Ma essi ritengono che avendo detto "neppure il figlio", egli, in quanto ignorante, abbia rivelato di essere creatura. Ma la cosa non sta così, non sia mai!... dicendo: "neppure il Figlio", si è riferito alla sua umanità. ... Poiché infatti è diventato uomo, ed è proprio dell'uomo ignorare, come l'aver fame e il resto (infatti l'uomo non sa se non ascolta e apprende) egli, in quanto uomo, ha dato a vedere anche l'ignoranza propria degli uomini per questo motivo: in primo luogo per dimostrare di avere veramente un corpo umano, poi anche perché, avendo nel corpo l'ignoranza propria dell'uomo, dopo aver mondato e purificato tutta l'umanità, la presentasse al Padre perfetta e santa. ..... quando dice: Io e il Padre siamo una cosa sola e Chi ha visto me ha visto il Padre e Io nel Padre e il Padre in me, dimostra la sua eternità e la consustanzialità col Padre. .... Nel vangelo di Giovanni i discepoli dicono al Signore: Ora sappiamo che tu sai tutto... »
(Atanasio Seconda Lettera a Serapione, trad. M. Simonetti)
"


Saluti Mario
[Modificato da (Mario70) 27/03/2008 11:12]
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