Re:
Scritto da: rinata4 09/01/2005 17.54
Mi chiedo chi può stabilire qual'è o cos'è la "normalità" e con quale diritto poi?
Non sono d'accordo sul fatto di definire patologia l'omosessualità...spesso l'omosessualità non è una scelta..
comunque penso che le persone vanno aprezzate per come sono dentro non certo per le loro scelte sessuali...
certo che se si tira fuori il discorso religioso l'omosessuale è condannato...ma questo almeno personalmente è un discorso a parte dato che non sono credente.
L'uomo lo può fare se ascolta la sua coscienza...che è quella legge morale che Dio gli ha scritto nel cuore.
Siccome Dio sa che l'uomo può deturpare la vera morale e sostituirne una sua...allora "chi" stabilisce è esclusivamente Dio, poichè la vera morale è in Lui e non è deturpata o deturpabile.
La patologia non è una scelta, è una malattia, una condizione alla quale si è sottoposti e sulla quale la libera scelta a ben poco da fare.
Comunque non si può trascurare i personaggi che consideravano "patologia" l'omosessualità...primo fra tutti Freud, il più noto. Insomma, non era l'ultimo arrivato.
Sicuramente le persone vanno apprezzate per come sono dentro...come per ogni malato, non è sua colpa l'essere malato...e non lo si giudica per la malattia che porta.
Riguardo al carattere di condanna che spesso assume la Legge di Dio.
Per quanto riguarda il cristianesimo, la condanna e le minacce sono da tradursi come l'ammonimento di Dio riguardo ad un pericolo da non sottovalutare.
Insomma è come se ti dicessi, da padre: "Guai a te se ti sporgi dal balcone! Se lo fai le prendi!".
In realtà la pericolosità vera sta nell'atto che compi tu, non nell'azione salvifica che il tuo papà sta mettendo all'opera con la minaccia di una punizione.
In realtà verremo giudicati sulle nostre scelte, ma il nostro giudizio sarà quello che ci daremo noi stessi...
Sempre religiosamente parlando, l'atto omosessuale (non l'essere omosessuale in se stesso) deprava e schiavizza l'uomo fino a portarlo al male psicologico.
Questo equivale a "cadere dal balcone"...quello che l'amore di nostro Padre vuole evitare.
Cioè che ci facciamo male da soli visto che spesso e volentieri "non ci vediamo e non ci sentiamo più".
Se non si prende in considerazione il concetto di "salvezza" è difficile comprendere bene il cristianesimo e si rischia di vederlo con pregiudizio...come si fa nel 99% dei casi.
x Akantos,
hai detto una cosa ma l'hai detta in maniera scorretta.
Negli animali non c'è "omosessualità" nel vero senso del termine.
C'è sodomia come atto di sottomissione e non di godimento innaturale come c'è nell'uomo.
Cani, scimmie ed altri animali utilizzano la sodomizzazione da parte dell'individuo più forte (il capobranco di solito) nei confronti degli individui a lui sottoposti.
Il cane facendosi sodomizzare, manifesta la sua totale sottomissione al capobranco.
Non è che la sodomizzazione avviene per la ricerca del piacere...non esiste nessun animale "omosessuale".
Solo nell'uomo c'è questa patologia, quest'ossessione patologica curabile.
Non è quindi questione di essere ultra-bigotti, è questione di riuscire a capire dal proprio cuore, che cosa fa male all'uomo.
Tutto quello che, nella nostra coscienza, ci sembra "ingiusto" e ci lascia delle remore morali...questo, se lo si analizza bene, apporta male fisico.
E' un meccanismo quasi di autodifesa intrinseca che l'uomo non può permettersi di zittire o soffocare.
Se è presente in più culture è perchè è cosa "scritta" nel cuore dell'uomo.
L'uomo poi, come ho detto sopra, può depravarla e soffocarla fino a zittirla e stravolgerla...ma ne ha il seme nel cuore.
E non sono cose da prendere alla leggera.
Se l'uomo obbedisse alla sua moralità la società costerebbe anche di meno.
Niente poliziotti, niente psicologi, ecc...