“Perciò ammetti che la cattolica è una TEOCRAZIA”
Giacché teocrazia vuol dire obbedire a Dio, mi sembra ovvio che chi voglia definirsi cristiano abbia come principio di obbedire a Dio. Come sempre vale quanto già detto: nessuno obbliga ad appartenere al cattolicesimo.
“NON SONO PERCIO' SEMPLICI COMUNITA' CHE OFFRONO INDICAZIONI MORALI E DI VITA, LASCIANDO POI ALLA COSCIENZA DEL CREDENTE LA LORO OSSERVANZA.
SONO INVECE VERE E PROPRIE STRUTTURE DI POTERE ASSOLUTO.”
Continui a non capire un piccolo particolare. Non è logicamente possibile definirsi cattolici e contemporaneamente praticare l’aborto. La libertà di coscienza è la seguente: o scegli di essere cattolico e non abortisci, o scegli di non essere cattolico e abortisci. Tu invece pretendi l’esistenza di una contraddizione in termini, ossia vuoi l’esistenza di un triangolo quadrato. Una persona può divorziare o meno, e la sua scelta consiste in questo, ma non può pretendere contemporaneamente qualora pratichi la prima scelta di continuare a definirsi cattolico.
“ADDEBITANO A DIO LA RESPONSAB9LITA' PER LE DECISIONE GIUDIZIARIE CHE LORO PRENDONO”
Vale il discorso già fatto. Il cattolicesimo si basa sul fatto che il vescovo di Roma è il successore di Pietro e i vescovi i successori degli apostoli. Gesù disse loro “chi ascolta voi ascolta me”(Lc 10,16), e disse a Pietro in particolare “pasci le mie pecorelle” (Gv 21,15-19). Ripeto per l’ennesima volta che nessuno obbliga la gente ad essere cattolica, ma se vuole esserlo costoro allora sanno che uno dei fondamenti del cattolicesimo è che il papa esercita il magistero petrino. Tu non sei d’accordo? Liberissimo di farlo, basta che non pretendi di definirti cattolico, perché per l’ennesima volta sarebbe un ostinarsi a volersi definire quadrati quando invece si è cerchi.
“IN QUANTO NON DISPONIBILI IN NESSUN TESTO IN ORIGINALE ED”
Ancora? Questo è un problema che può riguardare te, e non chi vuole definirsi cattolico, giacché costui accetta che la Bibbia sia parola di Dio. Se dunque vuole definirsi cattolico non può andare contro le regole definite da Cristo. Parlando da un punto di vista prettamente filologico inoltre occorre aggiungere che non c’è maggior certezza per nessun testo dell’antichità di quanta non ve ne sia per i Vangeli. E’ più sicuro che l’autografo di Paolo parlasse di scomunica del fatto che Cesare abbia attraversato il Rubicone (E sta a testimoniarlo la situazione manoscritta del De Bello Civili del divo Giulio, esponenzialmente peggiore di quella dei Vangeli)
“ED ANCHE IN QUANTO IL DIVIETO DI DIVORZIO PER ALCUNE NON LO è PER LE ALTRE (giusto per fare un esempio).”
Non ho la più pallida idea di cosa voglia dire quell’ “alcune” al femminile. Vuoi forse dire “altre confessioni cristiane”? Ma qui non è un problema di manoscritti, bensì della traduzione di una piccola parolina greca in Matteo. Gesù dice: “Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di
porneia, e ne sposa un'altra commette adulterio" (Mt 19,9)
Qui purtroppo al CEI fa una traduzione penosa (concubinato), rendendo cioè con un termine che non ha nulla a che fare con l’originale. Ad ogni modo le opinioni principali sono le seguenti:
1)Porneia vuol dire adulterio (Gesù autorizzerebbe il divorzio in questo unico caso)
2)Vuol dire “unione illecita”, quindi ad esempio un matrimonio incestuoso o comunque proibito per altri motivi. In quale caso il matrimonio non è neppure annullato, per la semplice ragione che agli occhi di Dio non è mai avvenuto e dunque non c’è alcunché da annullare.
I protestanti in genere seguono la prima linea, i cattolici la seconda. A seconda che una persona pretenda di potersi definire cattolica o protestante saprà qual è l’atteggiamento della sua confessione sul divorzio.
“Altrove, però, vai in contraddizione, in quanto dihiari i cattolici cristiani, ma neghi questa peculiarità ai TdG.”
Non io ho negato loro quest’appellativo ma il Consiglio Ecumenico della Chiese.
“ma il concetto di comunione (koinonia) ecclesiatico è qualcosa di metafisico,
LO dici ora, ma era così anche con gli eretici dei secoli scorsi?”
Naturalmente, la comunione spirituale è una cosa a parte, e solo di quella si occupa la Chiesa. Quanto alle punizioni materiali sono da lasciare, oggi come nel medioevo, al braccio secolare.
“HAI APPENA DETTO CHE è ESCLUSO DALLA COMUNIONE. PROVIAMO A CHIEDERE A DON BARBERO SE E' ANCHE ESCLUSO SOCIALMENTE? “
La comunione in Chiesa non è la società.
“COSTATAZIONE FATTA DA CHI? SOLO UNA TEOCRAZIA PUO' FARE QUESTE COSTATAZIONI PER TUTTI.”
Il fatto che ci sia gente immeritevole e gente meritevole non è questione di teocrazia ma di ovvietà, altrimenti saremmo tutti santi e senza macchia. Come sempre ogni gruppo ha le sue peculiari regole per stabilire ciò che è giusto e sbagliato, e solo chi vuol essere cattolico è tenuto a rispettare determinate regole per potersi definire cattolico e di conseguenza avere la comunione. Non si tratta di un qualche sistema di premi e punizioni ma della semplice constatazione che non è possibile per chi non è in comunione col corpo di Cristo, che è la Chiesa, ricevere i sacramenti; e se costui è un cattolico condivide questa dottrina, altrimenti non è cattolico.
“DIFATTI LA TEOCRATICA SHARIA HA DECRETATO LA MORTE DELL'AFGANO PER ERESIA ED E' STATO SALVATO SOLO DALL'OPINIONE PUBBLICA MONDIALE”
Il caso è profondamente diverso. Lì si è costretti ad essere musulmani, non mi sembra invece che tu sia stato costretto a rimanere cattolico.
“E' UNA TAUTOLOGIA”
Secondo le due più accreditate definizioni di tautologia col termine si intende una forma viziosa di discorso in cui il predicato è già contenuto nel soggetto, es. “il triangolo ha tre angoli”, o, per dirla con Wittgenstein, un enunciato che è sempre vero indipendentemente dal valore di verità degli enunciati che lo compongono (es. “Piove o non piove”). Alla luce delle definizioni suddette mi mostreresti con una matrice di verità wittgensteiniana che ho proferito una tautologia? O forse il calcolo enunciativo non è il tuo forte? Calculemus…
“Lì il potere della Chiesa finisce ed entra in gioco lo stato.”
Questa è paralogismo giocato sulla vaghezza del termine “potere” che può indicarne diversi tipi (un caso di anfibolia). Tu hai in mente che la Chiesa abbia un potere di tipo dittatoriale e statale suoi fedeli, io mi riferivo al potere di ammonimento del magistero, nonché al potere di legare e sciogliere (Mt 18,1
Il riassunto è il seguente. Tu continui a parlare di teocrazia autoritaria quando è sotto gli occhi di tutti che i cattolici fanno quel cavolo che gli pare, persino più devoti (basti pensare ai preservativi trovati a Tor Vegata dopo la veglia notturna col papa durante la Gmg). Continui a imboccare sproloqui su libertà di pensiero e autodeterminazione non rendendoti conto che essa è garantita e che tu non esigi questa bensì che un cattolico possa definirsi cattolico anche se non fa nulla di cattolico, ossia che i triangolo possano definirsi quadrati (e poveri discriminati se non possono farlo).
“IO O TU? IL DIRITTO NON E' PIU' TALE IN PRESENZA DI UNA TEOCRAZIA ASSOLUTISTICA.”
Teocrazia assolutistica di cui non hai ancora dimostrato l’esistenza.
“QUESTA E' NUOVA. NON SAPPIAMO ANCORA CHI HA SCRITTO LE REGOLE, QUANDO LE HA SCRITTE E DOVE LE HA SCRITTE E TU LANCI UN'IDEA CHE NON PUO' STARE IN PIEDI”
Il tuo è un negazionismo a priori che consiste nell’etichettare come spurio qualunque cosa faccia saltare i tuoi piani. Il tuo schema argomentativi consiste nel piegare i fatti alle teorie precostituite, il mio modo di procedere invece si chiama creare le teorie partendo dai fatti, e poiché non c’è nulla che mi dica che quel brano sia interpolato non vedo perché dovrei ipotizzare che lo sia (hypotes non fingo). Ma anche lasciando perdere l’aspetto storico occorre ribadire che mettere in dubbio l’autorità della Chiesa in fatto di divorzio asserendo che quel versetto è spurio è qualcosa che riguarda chi non è cattolico e non, da capo, chi pretende di prendere l’eucaristia e dunque ci si aspetta che consideri la Bibbia parola di Dio.
“TANT'E' CHE NEL VT. IL DIVORZIO ERA NON SOLO POSSIBILE, MA POSSIBILE LA POLIGAMIA (beati loro)”
E Gesù prese posizione proprio contro la legge di Mosè che gli fu citata.
“In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?".
Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi".
Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".
Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso.” (Mt 19,3-11)
“RILEGGI BENE QUELLO CHE HO SCRITTO E POI, SEMMAI, TI RIBADIRO' MEGLIO IL PUNTO DI VISTA CHE HO ESPRESSO.”
L’ho riletto, e non ha alcun senso. Avevo scritto: “Come si manipola un papiro del II secolo per scriverci sopra qualcosa? Dacci la tua luce, papirologo.”, e tu hai risposto con questa frase senza senso: “Nello stesso modo in cui si sono manipolate le copie che hanno rivelato al loro interno 250.000 errori. Essendo quei papiri copie di copie, non hai nessuno garanzia che non siano stati manipolati.”
Ossia una non-risposta per giunta piena di errori.
a)Non esiste alcuna copia con 250.000 errori
b)Non ti ho chiesto come da una copia all’altra si possa introdurre nel manoscritto che crei delle interpolazioni, ti ho chiesto come si possa nel IV secolo prendere un papiro del II secolo e inserirci dei brani per operare una manipolazione. Come se un qualsiasi esperto non sapesse riconoscere un testo raschiato più volte.
“UN VS PADRE DELLA CHIESA PARLANDO DI TACITO AFFERMO' CHE SI TRATTAVA DI UN MENZOGNERO.”
Il riferimento è talmente vago che è impossibile da commentare.
“DEVO COMINCIARE ANCH'IO AD USARE PAROLE PESANTI?”
Certo, se trovi dei motivi per farlo, Finora non sono io quello che prova a parlare di storia antica senza saper leggere una riga di greco. Inoltre io non insulto, noto semplicemente come le cantonate storiche mostrino chi parla senza cognizioni.
Ad maiora