Giudice Luigi Tosti e rimozione crocifissi dai luoghi pubblici

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il.gabbiano
00martedì 12 settembre 2006 00:46
Crocefisso: giudice Tosti scrive lettera ufficiale al ministro Mastella


Al Ministro di Giustizia
On.le Clemente Mastella
Via Arenula 70
00186 R O M A
:
OGGETTO: Rimozione del simbolo religioso cattolico da tutte le aule giudiziarie italiane.
:
Io sottoscritto Luigi Tosti, res. a Rimini, Via Bastioni Orientali n. 38, nella mia duplice qualità di magistrato ordinario di questa Repubblica e di cittadino italiano imputato nei procedimenti penali nn. 2366/05, 3188/05, 3373/05, 3800/05R.G., 78/2006 e 194/2006 Mod. 21 P.M. Tribunale de L'Aquila e nei procedimenti riuniti nn. 637 e 638/2005 R.G. Tribunale de L'Aquila, reitero per l'ennesima volta, la richiesta di immediata rimozione dei simboli religiosi da tutte le aule giudiziarie italiane, in ottemperanza al principio di laicità dello Stato e in ossequio alla pronuncia della Corte di Cassazione Penale, IV Sez., del 1.3.2000 n. 439, che ha espressamente sancito che tutta la normativa fascista relativa all'ostensione del crocifisso negli uffici pubblici deve ritenersi abrogata, ex art. 15 disp. prel. al cod. civile, per incompatibilità assoluta coi principi di laicità, di libertà religiosa e di eguaglianza dei cittadini affermati dalla Carta Costituzionale e dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell'Uomo.
In subordine Le chiedo di esporre in tutte le aule giudiziarie, a fianco del crocifisso ed in ottemperanza al principio di eguaglianza di tutte le religioni e di tutti cittadini, tutti i simboli di tutti i credo religiosi concepiti dalla mente dell'uomo e, in particolare, il simbolo dell'Unione degli Atei ed Agnostici Razionalisti e la menorà ebraica (le rammento che la Corte Costituzionale ha sempre attribuito all'ateismo e all'agnosticismo gli stessi diritti e la stessa dignità che competono alle ideologie positive).
Ribadisco che nella mia qualità di magistrato mi rifiuto di violare il mio obbligo giuridico di essere e di apparire imparziale, perché ritengo di dover rispettare sia il comma 2° dell'art. 111 della Costituzione che l'art. 6, 1° comma, della Convenzione sui diritti dell'Uomo e, pertanto, mi rifiuto di calpestare il diritto dei cittadini non cattolici e dei cittadini non credenti di essere giudicati da giudici "visibilmente imparziali".
Ribadisco, poi, che nella mia qualità di imputato mi rifiuto di farmi processare da giudici partigiani che si identificano platealmente nei crocifissi cattolici appesi sopra la loro testa, e non nei simboli neutrali dell'unità nazionale che, guarda caso, sono accuratamente estromessi dalle aule giudiziarie italiane: tanto più in processi nei quali questi giudici di parte cattolica -che cioè accettano di far parte di un'Amministrazione connotata di cristianità- sono chiamati ad esprimere un giudizio di colpevolezza o di innocenza in relazione ad un mio comportamento che è diametralmente opposto, cioè di rifiuto radicale di giudicare in nome di quel "loro" idolo.
Ribadisco che non accetto di essere processato da giudici che sono indotti a condannarmi per non correre il rischio, in caso contrario, di essere sottoposti a procedimenti disciplinari da parte del Ministro di Giustizia, nonché al linciaggio pubblico da parte delle più Alte cariche istituzionali, politiche e "religiose" dello Stato Cattolico Italiano.
Le ricordo, a tal proposito, che il giudice dell'Aquila dott. Mario Montanaro, "reo" di aver pedissequamente seguito l'orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale; "reo" di avere applicato e rispettato la Costituzione Italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell'Uomo, "reo" di avere considerato un cittadino italiano di fede musulmana uguale e di dignità pari a quella di un cittadino cattolico, è stato sottoposto alla vergognosa intimidazione del Ministro della Giustizia Castelli, che ha disposto un'immediata ispezione a suo carico ed ha pubblicamente bollato la sua ordinanza, senza neppure leggerla, come un "provvedimento abnorme", "ricordando di aver ricevuto da Adel Smith la strampalata richiesta -cui ovviamente non ha dato seguito- di togliere i crocifissi dalle aule giudiziarie".
Le ricordo che persino il Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi ha scagliato i suoi strali contro il giudice Montanaro, caldeggiando pubblicamente la riforma della sua ordinanza ("si tratta di una decisione non definitiva, suscettibile di impugnazione") e censurandola, nel merito, sino al punto di affermare che "il crocifisso nelle scuole è sempre stato considerato non solo come segno distintivo di un determinato credo religioso, ma soprattutto come simbolo di valori che stanno a base della nostra ("nostra"???) identità", dimenticandosi forse di rivestire la carica istituzionale di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e, quindi, di garante dell' indipendenza e dell'imparzialità dei giudici (estremamente significativa è la circostanza che le "motivazioni" "suggerite" da questo dictat Presidenziale siano poi state pedissequamente recepite dai giudici amministrativi, al pari del dictat del Cardinal Ruini, presidente della Confer. Episc. Italiana, che ha affermato che "il crocifisso esprime l'anima profonda del nostro Paese e deve dunque rimanere come segno dell'identità della nostra nazione. La decisione del giudice Montanaro ci ha sorpreso sia per il contenuto che per le ragioni addotte").
Le ricordo che Benedetto XVI, Capo di uno Stato estero che gode di spazi televisivi RAI infinitamente superiori a quelli destinati al Presidente della Repubblica Italiana, ha lanciato il suo dictat affermando che "E' importante che Dio sia visibile nelle case pubbliche e private, che Dio sia presente nella vita pubblica, con la presenza dei crocefissi negli uffici pubblici" (faccio osservare, incidentalmente, che nessuno vieta a Dio, che è fatto a nostra immagine e somiglianza, di rendersi visibile di persona, quando e dovunque voglia).
Le ricordo che Pierluigi Castagnetti ha "gentilmente" bollato l'ordinanza del giudice Montanaro come "una sentenza priva di intelligenza, buonsenso e legittimità" Le ricordo che Roberto Maroni l'ha bollata come "una sentenza aberrante, che va cancellata al più presto perché un giudice non può cancellare millenni di storia"). Le ricordo che Roberto Calderoli ha bollato l' ordinanza come "una bestemmia, le cui motivazioni gli appaiono ancor più gravi" (per il leghista è inconcepibile che un musulmano possa essere uguale ad un cattolico, come è inconcepibile per alcuni uomini di razza bianca che i "negri" possano godere dei loro stessi diritti).
Le ricordo che il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Virginio Rognoni, dimenticandosi forse di rivestire il ruolo istituzionale di garante dell'indipendenza e dell'imparzialità dei giudici, ha dichiarato di "essere disorientato e preoccupato" (di che? Forse del fatto che il giudice Montanaro aveva fatto pedissequa applicazione delle sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale?)
Le ricordo che il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Fini ha graziosamente bollato il provvedimento del dr. Montanaro come una "decisione assurda e sconcertante, operata da un magistrato evidentemente in cerca di notorietà, che offende i sentimenti profondi della stragrande maggioranza degli italiani" (quali? Forse quelli dediti alla pratica del razzismo e della discriminazione religiosa?).
Le ricordo che il Ministro dell'Interno Pisanu, dall'alto della sua carica istituzionale, ha pubblicamente dichiarato di "sentirsi offeso dalla sentenza del giudice Montanaro, sia come cristiano che come cittadino: il crocifisso, infatti, non è solo il simbolo della mia religione, ma anche l'espressione più alta di 2000 anni di civiltà" (a quale "civiltà allude l'On.le Pisanu? Forse alle "sante crociate", che hanno provocato lo sterminio di milioni e milioni di "infedeli musulmani"? Forse ai roghi su cui sono stati fatti cristianamente ardere gli eretici, gli omosessuali e le streghe? Forse alle torture cristianamente inflitte dai Tribunali della "Santa" Inquisizione? Forse all'imposizione di simboli distintivi, alle ghettizzazioni, alle persecuzioni razziali ed all'olocausto contro gli ebrei ed agli stermini dei valdesi e degli ugonotti?)
Le ricordo che il segretario dell'UDC Follini ha bollato il provvedimento del dr. Montanaro come un "errore clamoroso, che colpisce i sentimenti delle persone (quali?) senza aggiungere nulla alla piena autonomia delle istituzioni".
Le ricordo che il capogruppo centrista alla Camera Volonté ha definito l'ordinanza come "sconcertante, oltre che sbagliata, invitando l'Avvocatura di Stato e il Ministro Moratti ad intervenire in sede giudiziaria per tutelare le leggi (??) e la morale civile (??????)". Le ricordo che il Sindaco DS di Roma Veltroni ha bollato il provvedimento come "sentenza priva di intelligenza, che non aiuta l'integrazione" (forse per l'On.le Veltroni l'integrazione consiste nell'obbligo degli atei e dei credenti in religioni diverse dal cristianesimo di prostrarsi dinanzi al "suo" crocifisso, perché "UNICO" simbolo depositario di Verità, civiltà, tolleranza etc. etc.).
Le ricordo che Sandro Bondi di Forza Italia ha invocato addirittura "l'intervento del Parlamento (non, per fortuna, quello dell'ONU) per ristabilire la sovranità popolare e democratica rispetto a decisioni come quella assunta da un funzionario dell'ordine giudiziario che offendono i valori fondamentali della nostra (???) storia, della nostra (???) cultura e della nostra (???) identità nazionale". Le ricordo che Francesco Storace, Presidente della regione Lazio, ha "provato una fortissima indignazione per la sentenza dell'Aquila, che è la logica conseguenza di una grave tendenza che punta alla negazione di valori che fanno parte della tradizione italiana ed europea. E' bene che si cominci a dire forte e chiaro che i cattolici non possono essere considerati ospiti (???) in Italia."
Le ricordo che Gianni Alemanno, ministro delle politiche agricole, ha espresso pubblica "indignazione per la sentenza del giudice Montanaro: aprire alle altre culture non può e non deve significare la cancellazione (????????) della nostra (????) identità italiana" (evidentemente per Alemanno non si è italiani se non si è cattolici).
Le ricordo che il Comitato Nazionale per la Giustizia, presieduto dall'Avv. perugino Giacomo Perrone e dal segretario Gianfranco Sassi, magistrato in pensione, ha chiesto al Ministro di Giustizia Castelli di promuovere l'azione disciplinare nei confronti del dott. Montanaro, "denunciando la natura prettamente politica della decisione, che contrasta con i principi dell'ordinamento dello Stato e con la normativa vigente (follia!), emessa per di più su ricorso del Presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, autore di un grave atto di ostilità (non c'è limite all'impudenza)", e bollandola come un' "abnorme pronuncia giudiziaria, chiaramente parziale, e come tale lesiva del prestigio della magistratura (esiste un giudice a Berlino, ma, non certo, nella specie, a L'Aquila".
Le ricordo che il Segretario della Conferenza Episcopale Italiana Mons. Betori ha dichiarato che "la Croce è un simbolo irrinunciabile per il popolo italiano e che la sentenza del giudice Montanaro è in contraddizione con una legge vigente dello Stato, che nessun Parlamento ha mai cambiato, tanto meno la Costituzione" (dal che si arguisce che i giudici della IV Sezione penale della Cassazione sono, agli occhi dell'Alto Prelato, dei perfetti incompetenti).
Le ricordo che il giudice Montanaro è stato fatto oggetto di intimidazioni e minacce di morte da parte di vigliacchi quanto anonimi accoliti della cosiddetta "civiltà" e della cosiddetta "tolleranza" cristiana, di cui sarebbe impregnato il simbolo del crocifisso.
Le ricordo che l'ordinanza del giudice Montanaro ha determinato la presentazione del disegno di legge 2749 del 15.5.2002 dell'On.le Federico Bricolo, recentemente reiterata in data 31.5.2006 col n. 955, col quale si tenta addirittura di istituzionalizzare con legge la discriminazione religiosa, cioè un crimine punito dalla Convenzione di New York con pene detentive, imponendo ai non credenti ed ai credenti in religioni diverse il simbolo della Superiore Religione Cattolica, unico simbolo di civiltà e di tolleranza (Giordano bruno docet), e prevedendo anche sanzioni penali per chi, come me, si rifiuta di soggiogarsi sul posto di lavoro a questo simbolo.
Le ricordo che l'ordinanza del dott. Montanaro ha determinato anche la presentazione del disegno di legge 4523 del 26.11.2003 del leghista Alessandro Cè per la modifica dell'art. 8 della Costituzione in senso razzistico, cioè per attribuire alla sola Religione Cristiana il privilegio e la prerogativa di "fondamento spirituale nel patrimonio religioso italiano", bollando l'ordinanza del giudice Montanaro come un "episodio sconcertante che ha provocato l'unanime reazione di condanna del Parlamento e della Chiesa" (forse sarebbe stato opportuno rispettare la scala dei "valori" istituzionali, posponendo il Parlamento alla Chiesa).
Le ricordo che l'On.le Cosimo Izzo di Forza Italia si è fatto anch'egli promotore di altro progetto di legge di modifica dell'art. 2 della Costituzione, per rendere "obbligatoria" la morale e la religione cattolica agli italiani, forse per "ossequiare" la Convenzione internazionale per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e la convenzione di New York per la repressione delle discriminazioni religiose.
Le ricordo, infine, che anche Ella ha bollato l'ordinanza del giudice Montanaro come "un errore storico e culturale, che non aiuta l'integrazione e interpreta in modo sbagliato il pluralismo religioso. Togliere oggi il crocifisso dalle aule delle scuole significa non avere rispetto per valori che per noi ("noi", chi?) sono fondamentali".
Le chiedo pertanto -nell'ipotesi che non intenda ammettere che il Giudice Mario Montanaro è stato vittima di un vigliacco e ingiusto linciaggio istituzionale, perpetrato col classico coraggio del branco- di spiegarmi quale sarebbe "il modo giusto di interpretare il pluralismo religioso" e se, in particolare, Ella ritiene, come il Suo predecessore On.le Castelli, che il simbolo degli ebrei -che sono stati da Voi cristiani ghettizzati, perseguitati e sterminati- non meriti, per un qualche motivo che mi resta ancora ignoto, di essere esposto a fianco del Vostro sacro Crocifisso.
Attendo cioè di sapere da Lei se il "modo giusto" di interpretare il pluralismo religioso nelle aule giudiziarie sia quello di seguitare a perpetuare il privilegio dell'uso esclusivo delle pareti pubbliche -che cioè appartengono a tutti gli italiani, qualunque sia il loro credo- alla sola "Superiore Razza Cristiana", esponendo il solo simbolo del Crocifisso ed escludendo e discriminando i simboli degli ebrei, dei musulmani, dei buddisti, degli atei e via dicendo.
In epoca oramai lontana negli Stati Uniti si praticava la discriminazione razziale ai danni dei "negri", riservando i posti a sedere sugli autobus pubblici ai soli uomini di "superiore razza bianca". In Italia si pratica ancora oggi la discriminazione religiosa, riservando l'uso e il godimento delle pareti degli uffici pubblici alla sola Razza Superiore dei Cristiani: e si ha anche la sconfinata impudenza di giustificare questa odiosa e squallida discriminazione attraverso il "richiamo" dei "valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di eguaglianza e di rifiuto di ogni discriminazione che il crocifisso è atto ad esprimere in chiave simbolica".
E' forse questo il "modo" in cui Voi Cattolici "praticate" e "coltivate" i "valori" di "eguaglianza", "rispetto reciproco", "tolleranza" e "rifiuto di ogni discriminazione", cioè "marcando" le pareti pubbliche col vostro idolo ed escludendo tutti gli altri dalla possibilità di farne un pari uso? Complimenti!
Gradirei anche sapere se è sua intenzione reiterare, come il Suo predecessore On.le Castelli, la minaccia di procedimenti disciplinari a carico dei giudici aquilani che "osassero" incautamente affermare l'illiceità dell'esposizione dei crocifissi nelle aule giudiziarie italiane, in "oltraggioso" disaccordo con gli autorevoli "dictat" del Vaticano, della Conferenza Episcopale Italiana e della schiera trasversale dei politici sopra menzionati.
Spero che Ella avrà -a differenza del Suo predecessore- la gentilezza di rispondermi e, all'occorrenza, l'umiltà di ammettere gli errori e le ingiuste accuse che sono state perpetrate ai danni di un Giudice, il dr. Mario Montanaro, le cui uniche "colpe" sono quelle di essere giuridicamente preparato, coraggioso, imparziale e indipendente. Penso che molti dovrebbero vergognarsi e chiedergli pubblicamente scusa.
Avendone infine interesse, anche ai fini del tempestivo esercizio della cd. legittima suspicione, colgo l'occasione per chiederLe quale sia l'esito dell'esposto che Le ho presentato per le gravi irregolarità che sono state perpetrate ai miei danni dai giudici aquilani nella formazione del collegio che mi ha giudicato (e condannato) in data 18.11.2005. Chiedo, in particolare, di sapere per quali giustificabili motivi sia stato affidato l'incarico di presidente al dott. Carlo Tatozzi che, oltre ad essere incompatibile ex lege a causa delle mansioni ricoperte (GUP), non rientrava, tabellarmente, tra i giudici assegnati al Collegio penale, e sia stato invece escluso dal collegio giudicante il dott. Mario Montanaro che, stando alle vigenti tabelle, doveva far parte di quel collegio. Mi sembra sufficiente grave che le norme della Costituzione sulla "precostituzione del giudice naturale", le corrispondenti disposizioni dell'ordinamento giudiziario, le circolari del CSM e le tabelle approvate dal CSM siano state disapplicate per creare un giudice prevenuto nei miei confronti.
Distinti saluti.
:
Luigi Tosti
:
P.S.: dimenticavo di ricordare che il TAR del Veneto, con ordinanza n. 56 del 2004, ha ritenuto -in perfetta sintonia con la Corte di Cassazione penale- che le norme fasciste che impongono l'ostensione dei crocefissi nelle scuole violassero gli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 (una vera e propria strage): pertanto ha sollevato un'eccezione di incostituzionalità delle norme fasciste. La Corte Costituzionale ha però dichiarato inammissibile la questione, trattandosi di norme regolamentari. A quel punto tutti davano per scontato l'accoglimento del ricorso da parte del TAR del Veneto. La Divina Provvidenza, però, ha fatto sì che due dei tre giudici che componevano il precedente Collegio venissero sostituiti e che il fascicolo, originariamente assegnato al relatore dr. Angelo Gabbricci, trasmigrasse nelle mani del nuovo Presidente, il dr. Umberto Zuballi: sicché, con sentenza 1110/2005, il TAR del Veneto si rimangiava tranquillamente tutto quello che aveva affermato un anno prima, affermando addirittura che il crocifisso è un simbolo "laico".
Con sentenza n. 556 del 2006 il Consiglio di Stato ha respinto l'appello, confermando la sentenza del TAR del Veneto. Nella sentenza -la cui stesura è stata affidata non al relatore dr. Sabino Luce, bensì al dr. Giuseppe Romeo, ex residente del centro studi Torrescalla dell'Opus Dei- si spiega che "il crocifisso è atto ad esprimere, in chiave simbolica ma in modo adeguato, l'origine religiosa dei valori della tolleranza (ad esempio: crociate, inquisizioni, roghi su cui Giordano Bruno e decine di migliaia di eretici, streghe ed omosessuali arsero cristianamente), del rispetto reciproco, di valorizzazione della persona (ad esempio: imposizione dei simboli distintivi agli ebrei, ghettizzazione degli ebrei, imposizione delle prediche coatte, rapimento dei bambini ebrei battezzati di nascosto, leggi razziali ed olocausto praticati dai cristiani fascisti e nazisti), di rifiuto di ogni discriminazione (ne sanno qualcosa gli ebrei, le donne, gli omosessuali, gli schiavi)", sicché, in estrema sintesi, "il crocifisso esprime i valori della laicità" e deve essere cristianamente imposto a tutti -anche ai non credenti e a coloro che professano altre religioni- perché "nel contesto culturale italiano appare difficile trovare un altro simbolo che, più del crocifisso, esprima quei valori".
Come dire: la superiore razza ariana è l'unica che merita di vivere, perché si è particolarmente distinta -soprattutto durante il ventennio nazi-fascista- nella lotta contro la discriminazione razziale. E' dunque giusto che solo gli ariani seguitino a vivere e che, al contrario, gli ebrei e i rom seguitino ad entrare nelle camere a gas e nei forni crematori. Oppure: la Superiore Razza Cristiana si è particolarmente distinta -come testualmente afferma il Consiglio di Stato- nella lotta per l'affermazione dei valori della "tolleranza", dell' "eguaglianza", del "rispetto reciproco" e del "rifiuto di ogni discriminazione". E' dunque "giusto" che seguiti a godere del privilegio di marcare, in regime di monopolio, le pareti degli uffici pubblici, discriminando ed escludendo tutte le altre religioni e chi non crede.
Complimenti alla "logica" ed all'impudenza. Credo proprio che per chiudere "degnamente" i processi a mio carico in quel de L'Aquila sarebbe opportuno che la futura formazione dei Collegi giudicanti fosse demandata al Vaticano, alla C.E.I. ed all'Opus Dei: sempreché, ovviamente, non si voglia scomodare la Divina Provvidenza in persona.
Rimini, li 5 settembre 2006
:
Luigi Tosti
(flash)
00mercoledì 13 settembre 2006 17:47

E' evidente che il giudice Tosti ha torto marcio.

Dall'elencazione delle autorità politiche e religiose menzionate dal giudice, rappresentanti della maggioranza degli elettori italiani, è chiara qual'è la volontà della maggioranza.

Ed è la maggioranza ha stabilire le regole di una comunità.



husband70
00mercoledì 13 settembre 2006 18:04
Re:

Scritto da: (flash) 13/09/2006 17.47

E' evidente che il giudice Tosti ha torto marcio.

Dall'elencazione delle autorità politiche e religiose menzionate dal giudice, rappresentanti della maggioranza degli elettori italiani, è chiara qual'è la volontà della maggioranza.

Ed è la maggioranza ha stabilire le regole di una comunità.






E invece mi sembra che sia tu ad avere torto marcio amico caro.

I principio costituzionalmente stabilito rimane intangibile e non può essere calpestato da nessuna maggioranza.

I principi in generale non sono calpestabili a colpi di maggioranza.

Quella che tu sostieni amico caro è mera intolleranza maggioritaria.

E' sacrosanta invece la tutela delle minoranze.

Giusti diritti costituzionalmente sanciti.

Il giudice Tosti ha tutte le ragioni del mondo e la sua è una lotta che merita profonda ammirazione e apprezzamento.

Saluti.
M.Tamburino
00mercoledì 13 settembre 2006 18:33
Io personalmente toglierei tutti i simboli religiosi da luoghi pubblici, strade e piazze e farei fare a tutti i cristiani, me per primo e me compreso, un po' di catacombe (che può fare solo bene!). Anche io credo che la vita civile degli italiani sarebbe migliore, o quantomeno più "autentica" (anche in negativo), con una minor "mano longa" di curie e parrocchie.

Ciò detto, tuttavia, oltre ai simboli religiosi, il giudice Tosti veda anche di far desistere tutti coloro che, per un credo religioso (qualsiasi), riempono le strade e le piazze, le case o gli istituti, supplendo nelle attività CHE DOVREBBERO COMPETERE ALLO STATO e che invece lasciano alquanto a desiderare. E soprattutto, che promuova leggi a favore delle famiglie che concedano vacanze od orari di lavoro in linea con gli impegni scolastici dei figli senza che questi vengano parcheggiati in strutture a meno che non siano pubbliche. Questo non dà fastidio alla società civile e laica che pretendiamo di essere? Dovrebbe, per par condicio.

E visto che ci siamo, per finire, brucerei anche tutti i dollari americani che hanno stampato "In God we trust" perché lo trovo profondamente ingiusto
1) verso coloro che sono atei
2) verso coloro che non sono atei ma non pongono fiducia in Dio
3) verso coloro che credono in più di un dio
4) verso coloro che credono in una o più dee
5) ...
o ... pecunia non olet?
.gandhi.
00mercoledì 13 settembre 2006 19:05
Ho letto con interesse la lettera del giudice Tosti al Ministro di Giustizia.

Io credo però che si debba precisare una cosa molto importante che va presa in considerazione.

Penso che la reazione che c'è stata nei confronti dell'altro giudice, Montanaro, sia da attribuirsi alla difficile situazione che si stà creando col mondo islamico, dopo l'11 settembre 2001.

Penso inoltre che in definitiva, la reazione di molti ministri sia una forma di debolezza, per contrastare la paura che oggi si stà diffondendo verso l'Islam e i musulmani.
Cosa fanno le persone quando hanno paura di essere invase e soppraffatte da chi non conosce e teme? Difendono loro stessi, i loro simboli, ciò che rappresentano, la loro cultura.

Quindi, secondo me, tutta la vicenda va vista alla luce del contesto dei fatti che stiamo vivendo, in relazione al mondo musulmano. I mezzi di informazione poi tendono ad inasprire i toni e la paura.

Io credo che il giudice Tosti sbagli a tirare fuori la questione delle crociate e così via, anche perchè non si possono menzionare fatti storici in quel modo isolandoli dal contesto storico. Ho letto nelle parole e nel tono del giudice Tosti molta rabbia, credo a causa di ciò che gli stà succedendo, però credo che impostare la cosa in quel modo sia sbagliato.
Secondo me, molti difendono il Crocifisso, non tanto perchè si sentono superiori agli altri, ma perchè hanno paura di scomparire come cultura. La paura in questi casi la fa da padrona.

Le parole di Tamburino sono giuste, non possiamo dimenticare che Cristianesimo non vuol dire solo "crociate", come lascia intendere il Giudice Tosti, ma anche volontariato, e opere di bene. Questo credo, molti italiani, vedano nel crocefisso.
La loro cultura, una religione che ha anche saputo fare cose positive e buone.
Se la rimozione del crocefisso viene percepita come "un darla vinta al signor, che poi tanto signore non è, Adel Smith", allora è solo che normale che ci sia una reazione negativa da parte dell'opinione pubblica.
Se il caso del crocefisso fosse avvenuto in un contesto diverso, non credo ci sarebbe stata una reazione di quel genere.


Saluti
gandhi

M.Tamburino
00mercoledì 13 settembre 2006 21:33

Le parole di Tamburino sono giuste, non possiamo dimenticare che Cristianesimo non vuol dire solo "crociate", come lascia intendere il Giudice Tosti, ma anche volontariato, e opere di bene.

Non vorrei dare l'impressione che sia un sostenitore dell'idea che esista un "cattolicesimo secondario" o sociale destinato ad offuscare le magagne: il cattolicesimo è per me intrinsecamente sano ed inscindibile e dall'uno e dall'altro ancorché con diverse innegabili ombre.

Quello che volevo dire è che laicità dello stato o la sua separazione della chiesa, tanto in voga nei paesi di estrazione protestante che poi spesso sono finiti a creare chiese nazionali se non di Stato, può voler dire tutto e niente.

Perché allora è lecito quello che succede in Cina, ad esempio, dove lo Stato non solo non permette simboli cristiani nelle sue aule di tribunale ma rade al suolo le scuole cattoliche, probabilmente avocando a sé il diritto-dovere dell'istruzione, e non si fa problemi a prendere a martellate in testa le suore.

Io non vado nelle aule di tribunale o nelle corsie degli ospedali per pregare e non è la presenza di segni religiosi che automaticamente ne fa luoghi di culto o di testimonianza. Se laicità vuol dire eliminare tutto ciò che è patrimonio di una religione, togliere il crocifisso a mio parere non basta. E quindi ha ragione Peraskov quando ha scritto quello che ha scritto.

Che poi ci possano essere o ci siano strumentalizzazione, non credo si possa negare. Il crocifisso è stato spesso accompagnato da lutti e sofferenze causate ma anche subite. Ed anche questa è quantomeno una testimonianza anche "sociale".

Non sono pochi che per quei simboli sono stati perseguitati o sono morti o lo sono tuttora. I simboli valgono per quello che valgono: non è tuttavia accettabile una loro lettura a senso unico.

Questo almeno è quello che penso.

[Modificato da M.Tamburino 13/09/2006 21.35]

il.gabbiano
00mercoledì 11 ottobre 2006 23:47
Interpellanza Parlamentare a favore di Luigi Tosti
Interpellanza Parlamentare

Atto Camera dei Deputati
Interpellanza 2-00130
presentata da Maurizio Turco
martedì 19 settembre 2006 nella seduta n.037

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
la Corte di Cassazione penale, con sentenza n. 4273 del 1o marzo 2000 (imp. Montagnana), ha espressamente affermato che tutte le norme fasciste che sanciscono l'obbligatorietà dell'esposizione del simbolo religioso del crocifisso - ivi inclusa la circolare del Ministro Rocco, Div. III, del 29 maggio 1926, n. 2134/1867 - debbono ritenersi tacitamente abrogate ex articolo 15 disp. prel. codice civile, perché assolutamente incompatibili col principio di laicità dello Stato delineato dalla Carta costituzionale, che si compendia nell'obbligo di tutte le Pubbliche Amministrazioni - e, a maggior ragione, dell'Amministrazione della Giustizia - di essere ed apparire imparziali, nonché del rispetto del diritto all'eguaglianza dei cittadini, senza distinzione di religione, che non tollera dunque privilegi a favore della fede cattolica e discriminazioni ai danni degli atei, degli agnostici e dei credenti in altre religioni;

il magistrato ordinario del tribunale di Camerino Luigi Tosti ha vanamente e ripetutamente chiesto che venissero rimossi dalle aule giudiziarie di tutti gli uffici giudiziari i crocifissi in ottemperanza alla pronuncia della Cassazione, o che, in alternativa, venissero esposti tutti gli altri simboli e, in particolare, la menorah della religione ebraica;

l'articolo 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali, ratificata dall'Italia con legge 4 agosto 1955, n. 848, consacra il diritto di qualsiasi persona a credere o non credere e il successivo articolo 14 impone agli Stati contraenti l'obbligo di non operare discriminazioni fondate, tra l'altro, sulla religione;

l'articolo 25 della Costituzione dispone che nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per la legge;

l'articolo 7-ter dell'Ord. Giud. (regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12) dispone che «l'assegnazione degli affari alle singole sezioni ed ai singoli collegi e giudici è effettuata, rispettivamente, dal dirigente dell'ufficio e dal presidente della sezione o dal magistrato che la dirige, secondo criteri oggettivi e predeterminati, indicati in via generale dal CSM ed approvati contestualmente alle tabelle degli uffici e con la medesima procedura»;

l'articolo 49 della circolare del Consiglio Superiore della magistratura per la formazione delle tabelle relative al biennio 2004-2005 dispone che «il dirigente dell'Ufficio, il presidente della sezione, ovvero il magistrato che la dirige, nella materia civile ed in quella penale, devono assegnare gli affari alle sezioni, ai collegi ed ai giudici in base a criteri oggettivi e predeterminati, allo scopo di assicurare la realizzazione del principio di precostituzione del giudice, riferibile anche al giudice persona fisica. Non sono ammissibili criteri equitativi o che dipendano nella loro attuazione dalla discrezionalità del dirigente»;

il punto 23.3 della circolare n. P-2513/2003 del Consiglio Superiore della Magistratura ribadisce la direttiva costante ed ancorata all'incompatibilità sancita dall'articolo 34 del codice di procedura penale, che «ai magistrati destinati alla sezione GIP-GUP non devono essere assegnate funzioni di giudice del dibattimento, salvi i casi di oggettiva impossibilità di provvedere altrimenti»;

le vigenti tabelle del Tribunale dell'Aquila prevedono (pag. 13) che il collegio per il dibattimento sia formato soltanto dai seguenti magistrati: dr. Antonio Villani, presidente; dr. Romano Gargarella, giudice; dr. Mario Montanaro, giudice; dr. Buzzelli, giudice supplente; dr. De Filippis, giudice supplente; dr. Ferrari, giudice supplente; dr. Grimaldi, giudice supplente;

infine, le tabelle del Tribunale dell'Aquila prevedono (pag. 4) che «il modesto numero dei procedimenti... consente che i giudici incaricati delle funzioni di GIP e GUP svolgano, all'occorrenza, anche funzioni di giudice del dibattimento monocratico per i procedimenti a citazione diretta...» -:

per quali validi motivi il ministero di giustizia si ostini ad ignorare la pronuncia della Cassazione e, in ogni caso, a calpestare il principio supremo di laicità dello Stato e i diritti di eguaglianza religiosa di tutti coloro che non si identificano nel simbolo dei cattolici, imponendo la presenza del crocifisso nelle aule giudiziarie e vietando, secondo l'interpellante, in modo apertamente discriminatorio, l'esposizione di tutti gli altri simboli positivi e/o negativi;

per quali validi motivi - che, secondo l'interrogante, non siano quelli di discriminazione razziale, odio e disprezzo degli ebrei e della religione ebraica - il Ministero interrogato ha negato al dott. Tosti Luigi di esporre a fianco del crocifisso la menorah, usufruendo così degli stessi diritti religiosi e della stessa dignità che l'Amministrazione fascista italiana accordò e che quella repubblicana seguita ad accordare ai cattolici;

per quali motivi l'esposizione di un solo simbolo religioso - attuato dalla dittatura fascista quando la religione cattolica era considerata «religione di Stato» - e la contestuale negazione dell'esposizione di tutti gli altri simboli possano ritenersi compatibili con i diritti alla libertà religiosa e alla non discriminazione religiosa che la predetta Convenzione accorda a qualsiasi singola persona;

per quali validi motivi il GUP dott. Carlo Tatozzi, che non risulta assegnato in alcun modo, in base alle tabelle vigenti per il Tribunale dell'Aquila, al collegio penale e che presenta altresì motivi di incompatibilità a causa delle funzioni di GUP ricoperte, sia stato chiamato a presiedere il Collegio penale che ha giudicato Luigi Tosti in data 18 novembre 2005, e per quali altri validi motivi il dott. Mario Montanaro, che doveva tabellarmente far parte di quel collegio, sia stato escluso e sostituito dalla dott.ssa Elvira Buzzelli;

se per queste irregolarità, segnalate dal dott. Luigi Tosti con esposto del 26 febbraio 2006 inoltrato al Ministro di giustizia, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ed al Consiglio Superiore della Magistratura, siano stati adottati provvedimenti e/o iniziative disciplinari, così come espressamente previsto dalle Circolari del CSM.
(2-00130)«Turco».

ATTO CAMERA
INTERPELLANZA 2/00130
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 37 del 19/09/2006
Firmatari[SM=g27990]rimo firmatario: Turco Maurizio
Gruppo: La Rosa nel Pugno
Data firma: 19/09/2006
Destinatari: Ministero destinatario: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere e data delega :
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 19/09/2006
Stato iter: IN CORSO
Classificazione TESEO: CONCETTUALE:
CHIESA CATTOLICA, EBRAISMO, EGUAGLIANZA, MAGISTRATI,
RELIGIONE
Geo-Politico: Camerino, Macerata, - Prov, Marche, L’Aquila, L’Aquila – Prov, Abruzzi

Rif.
www.camera.it/index.asp
e, poi, "XV legislatura", "ricerca avanzata", "interpellanza", "130", "visualizza"
F.Delemme
00sabato 22 dicembre 2007 09:19
Caro Daniele (Capezzone)
questa lettera è stata inviata anche a varie associazioni laiche e atee così da coinvolgere anche loro in maniera marcata in merito allo stesso problema. Le associazioni sarebbero molte di più, ma non potendo comunicare con tutte, mi scuso per quelle mancanti. Questa lettera sarà comunque pubblicata su vari siti e diffusa.

Ti scrivo per ricordarti il caso del giudice Luigi Tosti. Come ricorderai Tosti tentò – difendendo la Costituzione italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo – di non discriminare i cittadini chiedendo la rimozione del simbolo religioso del crocifisso dai luoghi pubblici.

Una richiesta che qualsiasi Stato, che si definisce laico e non teocratico, dovrebbe accogliere immediatamente senza esitare e senza bisogno di una sollecitazione da parte di un funzionario dello Stato. Invece lo Stato italiano, con l’allora guardasigilli Roberto Castelli, non si mosse. Neanche Carlo Azeglio Ciampi Presidente della Repubblica di allora prese posizione. Le istituzioni rappresentano i cittadini italiani oppure la Chiesa cattolica e il Vaticano?

Lo Stato italiano ha ritenuto che la richiesta avanzata dal magistrato Tosti fosse addirittura perseguibile e condannabile. Infatti Luigi Tosti è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, interdetto per un anno dai pubblici uffici e condannato a sette mesi di carcere in aggiunta di altri procedimenti contro di lui sempre in merito al tema di questa vicenda. E’ questa l’Italia laica e democratica che viene sbandierata? Oppure dovremmo chiamarla Italia vaticana oppure Repubblica pontificia italiana?

Ora a guardasigilli c’è Clemente Mastella e Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano. E’ da chiedersi se in politica, come in matematica, cambiando l’ordine dei fattori il risultato cambi oppure resti invariato. Non ci resta che appurarlo.

Andiamo al punto Daniele. Questa lettera l’ho scritta di mio pugno, ma sappi che sto esprimendo il pensiero e il disagio di moltissimi cittadini scontenti di quanto sta accadendo. Il silenzio assordante dei mass media è coperto dall’ancora più assordante silenzio del Parlamento.

Ti chiediamo Daniele di attivarti e di attivare il tuo partito e gli altri partiti alleati che dovrebbero condividere e difendere gli stessi ideali come La Rosa nel Pugno, affinché le associazioni laiche si mobilitino in maniera concreta e massiccia sul territorio nazionale per aprire una petizione, una raccolta di firme a difesa del giudice Luigi Tosti e a difesa della laicità dello Stato. E’ inaudito infatti che da molti mesi – tranne rarissime eccezioni – non si siano attivate Interrogazioni parlamentari e Question time alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica, né iniziative tranne che in Francia da parte dei Brights e da altre nazioni. Certo è che bisogna provvedere al più presto per non disilludere i cittadini che hanno dato il proprio voto e la propria fiducia a una certa forza politica.


Viviana.30
00sabato 22 dicembre 2007 10:29
Re:
F.Delemme, 22/12/2007 9.19:

Caro Daniele (Capezzone)
questa lettera è stata inviata anche a varie associazioni laiche e atee così da coinvolgere anche loro in maniera marcata in merito allo stesso problema. Le associazioni sarebbero molte di più, ma non potendo comunicare con tutte, mi scuso per quelle mancanti. Questa lettera sarà comunque pubblicata su vari siti e diffusa.

Ti scrivo per ricordarti il caso del giudice Luigi Tosti. Come ricorderai Tosti tentò – difendendo la Costituzione italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo – di non discriminare i cittadini chiedendo la rimozione del simbolo religioso del crocifisso dai luoghi pubblici.

Una richiesta che qualsiasi Stato, che si definisce laico e non teocratico, dovrebbe accogliere immediatamente senza esitare e senza bisogno di una sollecitazione da parte di un funzionario dello Stato. Invece lo Stato italiano, con l’allora guardasigilli Roberto Castelli, non si mosse. Neanche Carlo Azeglio Ciampi Presidente della Repubblica di allora prese posizione. Le istituzioni rappresentano i cittadini italiani oppure la Chiesa cattolica e il Vaticano?

Lo Stato italiano ha ritenuto che la richiesta avanzata dal magistrato Tosti fosse addirittura perseguibile e condannabile. Infatti Luigi Tosti è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, interdetto per un anno dai pubblici uffici e condannato a sette mesi di carcere in aggiunta di altri procedimenti contro di lui sempre in merito al tema di questa vicenda. E’ questa l’Italia laica e democratica che viene sbandierata? Oppure dovremmo chiamarla Italia vaticana oppure Repubblica pontificia italiana?

Ora a guardasigilli c’è Clemente Mastella e Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano. E’ da chiedersi se in politica, come in matematica, cambiando l’ordine dei fattori il risultato cambi oppure resti invariato. Non ci resta che appurarlo.

Andiamo al punto Daniele. Questa lettera l’ho scritta di mio pugno, ma sappi che sto esprimendo il pensiero e il disagio di moltissimi cittadini scontenti di quanto sta accadendo. Il silenzio assordante dei mass media è coperto dall’ancora più assordante silenzio del Parlamento.

Ti chiediamo Daniele di attivarti e di attivare il tuo partito e gli altri partiti alleati che dovrebbero condividere e difendere gli stessi ideali come La Rosa nel Pugno, affinché le associazioni laiche si mobilitino in maniera concreta e massiccia sul territorio nazionale per aprire una petizione, una raccolta di firme a difesa del giudice Luigi Tosti e a difesa della laicità dello Stato. E’ inaudito infatti che da molti mesi – tranne rarissime eccezioni – non si siano attivate Interrogazioni parlamentari e Question time alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica, né iniziative tranne che in Francia da parte dei Brights e da altre nazioni. Certo è che bisogna provvedere al più presto per non disilludere i cittadini che hanno dato il proprio voto e la propria fiducia a una certa forza politica.






Caro delemme come potrai notare abbiamo una lunga storia con il giudice Tosti , che il nostro amico [SM=g28000] Chidovequando ci teneva informati , ti prego di leggere tutto lo scritto perchè risale anche a molto tempo fa , spero di averti fatto cosa gradita anche spostando la cosa nella sezione appropriata che religione e politica
Grazie
Nota gradirei anche sapere chi firma la lettera
(Upuaut)
00sabato 22 dicembre 2007 17:00
Il crocefisso negli edifici pubblici non ha ragione di esistere. La libertà di culto imporrebbe che tutte le religioni sono uguali davanti allo stato, e che, anzi, lo stato dovrebbe proprio mantenersi totalmente neutrale nei confrnti di tutte le ideologie, religioni comprese.
Questo fatto di imporre il crocefisso a tutti non è un fatto poi così grave nei fatti, ma è certamente gravissimo se parliamo di questioni di principio. Lo stato italiano è uno stato laico, e nei tribunali, nelle scuole, e in altri posti dove ogni cittadino è uguale all'altro, non dovrebbero esistere favoritismi nei confronti della religione cattolica.
Avere il crocefisso obbligatorio è un segno di inciviltà, indegno di un paese laico e tollerante.

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