La Geenna/Inferno

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claudio.42
00martedì 29 novembre 2005 23:47
metto un link, dove si parla di testimonianze di "visioni" dell'inferno, precisando che non condivido tutte le "credenze" dell'autore del sito, ma queste testimonianze non sono di lui. se qualcuno legge TUTTO il sito, sappia che io non lo condivido in tutto e per tutto.

http://linfernoesiste.lanuovavia.net/
sandraN
00mercoledì 30 novembre 2005 03:55
Posso chiederti in che misura lo condividi?

Sandra.
claudio.42
00mercoledì 30 novembre 2005 06:12
Re:

Scritto da: sandraN 30/11/2005 3.55
Posso chiederti in che misura lo condividi?

Sandra.


Intendi, le idee di Lui, oppure quello che riguarda l'inferno?
Teodoro Studita
00domenica 25 dicembre 2005 17:05
Ciao Mau,
che ne pensi della teoria di van Balthesar dell'inferno vuoto?
Hai qualche indicazione bibliografica sugli sviluppi recenti della questione?

Teodoro Studita
00martedì 27 dicembre 2005 00:48
Precisazione
Per i non addetti:

Mi riferisco alla teoria del fu Hans U. von Balthasar nel suo volume Sperare per tutti. Breve discorso sull'inferno. Apocatastasi (Jaca Book, 1997).
Nel volumetto, il quasi-cardinale postula che l'infinita misericordia di Dio saverebbe tutti gli uomini (non Satana o i demoni) dall'inferno.... prima o poi.

Argomenti pro:
- la dannazione eterna sembra una pena "eccessiva" per un peccato temporalmente delimitato dalla lunghezza della (breve) vita umana
- L'esclusione di parte della creazione dal paradiso da parte di Dio sembra quasi un fallimento del "progetto-creazione"

Argomenti contro:
- praticamente tutti i brani in cui Gesù o il Battista parlano dell'inferno come realtà di dannazione eterna (e si rivolgono a uomini).
- Condanna dell'apocatastasi origeniana

C'è da dire che i sostenitori di Balthasar argomentano che i suddetti brani (dal ricco epulone in poi) siano solo "istruzioni" o "ammonimenti", quindi abbiano intento "edificante" e non di descrizione di realtà escatologiche.

Aspetto la vostra. Pregasi astenersi tdg, ci sono tanti altri bei post in cui raccontare che non credete nell'inferno.
Polymetis
00martedì 27 dicembre 2005 12:58
“L’inferno, signora, è non amare più “(George Bernanos)

E’ mio parere che questa teoria dell’inferno vuoto sia non solo antiscritturale ma anche contro la logica. Il paradiso che cos’è se non la comunione con Dio? E che cos’è l’inferno se non l’assenza di Dio? A questo punto vi chiedo: Dio può infrangere la volontà degli uomini e non rispettare le loro scelte? Si dice spesso che Dio non manda all’inferno nessuno ma è l’uomo a mandarsi all’inferno da solo con le sue scelte. Se una persona muore atea e negando Dio allora Egli si limita a ratificare la sua decisione anche post-mortem, sarà in assenza di Dio come era in vita. Io trovo che sarebbe ingiusto verso la libertà umana che un ateo convinto dopo la morte si ritrovi nella comunione perfetta con l’Altissimo, poiché Dio non avrebbe rispettato la sua scelta. Quanto al dilemma: “Perché a causa di colpe finite sono condannato ad una pena infinita?” penso che sia un falso problema. L’eternità dell’inferno non è un tempo infinito ma l’assenza di tempo, e la pena dell’inferno non è fuoco e fiamme(le quali sono solo simbolo di sofferenza), bensì la lontananza da Dio.
Dio non odia i dannanti, né potrebbe farlo, il peccato che fa sì che loro stessi non accedano alla visione di Dio è l’orgoglio ateo. Che ci sia qualcuno all’inferno è testimoniato da Cristo stesso: “Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,14) Senza dubbio qui, in puro stile orientale, Gesù usa un’iperbole dai toni accesi, ma sebbene enfatizzata la frase non può voler dire il contrario di quel che c’è scritto.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 27/12/2005 13.00]

Thommi
00martedì 27 dicembre 2005 13:43
Sono d accordo con Poly
l'inferno non è una realtà fisica ma un simbolo.

Dio è amore e perdona tutti, non avrebbe senso che Dio crei un posto per rovinare la sua stessa creazione, Dio è la luce, l'inferno lo trovi quando ti allontani dalla luce e Dio non può farci niente.
Teodoro Studita
00martedì 27 dicembre 2005 16:55

l'inferno non è una realtà fisica ma un simbolo.



Attenzione però che questa frase non sia intesa in senso eterodosso. L'inferno è una realtà, semplicemente non è un "luogo", bensì una "condizione", variamente descritta, ma sempre in termini di tormento eterno.

L'inferno non è un simbolo, ma una condizione reale, come ben evidenziato nel Denzinger. (Cfr.anche Lumen Gentium).

Polymetis
00martedì 27 dicembre 2005 18:09
"l'inferno non è una realtà fisica ma un simbolo."

Intendevo dire che è uno stato dell'anima, non che non esista. Da un certo punto di vista non è stato Dio a creare l'inferno, è semplicemente una condizione di privazione da Lui nella quale ci troviamo dopo la morte.

Ad maiora
LaseRiprova
00martedì 27 dicembre 2005 20:32
Salve a tutti, è da molto tempo che non frequentavo il forum e ne approfitto dunque per mandare un saluto a tutti i foristi. Vedo comunque che non è cambiato molto. Ho letto anche altre discussioni che sinceramente trovo un po’ pallose perchè lunghe e che alla fine non dicono un bel niente di niente e non fanno altro che annacquare tutto. Sembra quasi che si voglia avere la meglio a suon di "teologia" in testa agli altri :-). Avendo una certo rifiuto "naturale" per tutto ciò che puzza di troppo teologico, ho preferito dunque fare un piccolo intervento in questo 3d. Andiamo alla domand dunque: se è vero che l’inferno non è altro che la lontananza da Dio, in questa vita tutti i lontani allora sono già all’inferno e di conseguenza i vicini in paradiso?
uruk-kai
00mercoledì 28 dicembre 2005 01:18
Re:

Scritto da: Polymetis 27/12/2005 12.58
“L’inferno, signora, è non amare più “(George Bernanos)

E’ mio parere che questa teoria dell’inferno vuoto sia non solo antiscritturale ma anche contro la logica. Il paradiso che cos’è se non la comunione con Dio? E che cos’è l’inferno se non l’assenza di Dio? A questo punto vi chiedo: Dio può infrangere la volontà degli uomini e non rispettare le loro scelte? Si dice spesso che Dio non manda all’inferno nessuno ma è l’uomo a mandarsi all’inferno da solo con le sue scelte. Se una persona muore atea e negando Dio allora Egli si limita a ratificare la sua decisione anche post-mortem, sarà in assenza di Dio come era in vita. Io trovo che sarebbe ingiusto verso la libertà umana che un ateo convinto dopo la morte si ritrovi nella comunione perfetta con l’Altissimo, poiché Dio non avrebbe rispettato la sua scelta. Quanto al dilemma: “Perché a causa di colpe finite sono condannato ad una pena infinita?” penso che sia un falso problema. L’eternità dell’inferno non è un tempo infinito ma l’assenza di tempo, e la pena dell’inferno non è fuoco e fiamme(le quali sono solo simbolo di sofferenza), bensì la lontananza da Dio.
Dio non odia i dannanti, né potrebbe farlo, il peccato che fa sì che loro stessi non accedano alla visione di Dio è l’orgoglio ateo. Che ci sia qualcuno all’inferno è testimoniato da Cristo stesso: “Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,14) Senza dubbio qui, in puro stile orientale, Gesù usa un’iperbole dai toni accesi, ma sebbene enfatizzata la frase non può voler dire il contrario di quel che c’è scritto.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 27/12/2005 13.00]






Anch'io faccio una domanda: la lontananza morale e spirituale da Dio non dovrebbe portare alla morte? Dio è la fonte della vita e le sue creature hanno bisogno di Lui, relegati in un luogo senza la sua presenza come fanno a vivere fosse pure in una condizione spirituale?
Tutto decade e muore, si estingue, senza Dio che ravviva tutto finisce.
L'ipotesi che delle creature possano vivere in un luogo/condizione senza Dio non è un controsenso?


Ciao [SM=x511460]
Teodoro Studita
00mercoledì 28 dicembre 2005 01:30

la lontananza morale e spirituale da Dio non dovrebbe portare alla morte?



Infatti l'inferno è descritto come la "morte dell'anima" (temete piuttosto colui che ha il potere di uccidere l'anima , si dice perlappunto), ma è abbastanza ovvio che si tratti di un simbolo, perché altrimenti non hanno senso tutte le espressioni che parlano di tormento eterno. Se uno è morto non ci può essere tormento eterno, evidentemente. Dunque, di morte "spirituale" si tratta.

Ma ti invito a restare in topic, non stiamo parlando della realtà dell'inferno, ma della possibilità che esso sia "vuoto d'uomini".
uruk-kai
00mercoledì 28 dicembre 2005 01:33
Re:

Scritto da: Teodoro Studita 28/12/2005 1.30

la lontananza morale e spirituale da Dio non dovrebbe portare alla morte?



Infatti l'inferno è descritto come la "morte dell'anima" (temete piuttosto colui che ha il potere di uccidere l'anima , si dice perlappunto), ma è abbastanza ovvio che si tratti di un simbolo, perché altrimenti non hanno senso tutte le espressioni che parlano di tormento eterno. Se uno è morto non ci può essere tormento eterno, evidentemente. Dunque, di morte "spirituale" si tratta.

Ma ti invito a restare in topic, non stiamo parlando della realtà dell'inferno, ma della possibilità che esso sia "vuoto d'uomini".



Scusate, era una domanda che mi è venuta sul momento. [SM=g27995] fdetr
Polymetis
00mercoledì 28 dicembre 2005 01:38
Per Uruk

“la lontananza morale e spirituale da Dio non dovrebbe portare alla morte?”

L’anima è di per sé sussistente, Dio stessa la volle immortale. Come si vede nella parabola del ricco Epulone sebbene privata di Dio l’anima non muore. A significare quest’assenza del Signore Abramo dice: “Tra noi e voi è stabilito un grande abisso” (Lc 16,26)
Ed in Matteo Gesù, giudicando le anime dannate, dice: “Via, lontano da me…” (Mt 25,41) Come si vede è la Bibbia stessa a rimarcare la separazione.

“L'ipotesi che delle creature possano vivere in un luogo/condizione senza Dio non è un controsenso?”

Non c’è dato indagare simili misteri. Se Dio tiene nell’essere ogni cosa forse rende sussistenti anche queste anime, ma tale “sostegno” non può certo definirsi una comunione. Il nostro stesso cosmo precipiterebbe nel nulla se Dio non lo facesse essere in ogni istante (Eb 1,3), tuttavia nessuno si sognerebbe di dire che la materia partecipi alla comunione beatifica con l’altissimo.

Per Lase

“Avendo una certo rifiuto "naturale" per tutto ciò che puzza di troppo teologico”

Peccato, perché la teologia è semplicemente il discorso su Dio. Da theos (Dio) e logos (discorso). Tu fai teologia ogni volta che parli di Dio.

“in questa vita tutti i lontani allora sono già all’inferno e di conseguenza i vicini in paradiso?”

Attualmente non siamo senza Dio, come disse San Paolo “In Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28 ). L’Emmanuele è il Dio-con-Dio. Chi ama vive in Dio e Dio in lui. Gesù stesso ci disse che non ci avrebbe mai lasciato: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.” (Mt 28,20)
Dio su questa terra non ci ha mai abbandonato, e non è tornato nel 1914, è sempre lo stesso ieri oggi e domani.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 28/12/2005 1.40]

LaseRiprova
00mercoledì 28 dicembre 2005 14:12
Re:

Scritto da: Polymetis 28/12/2005 1.38





Peccato, perché la teologia è semplicemente il discorso su Dio. Da theos (Dio) e logos (discorso). Tu fai teologia ogni volta che parli di Dio.
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Appunto, è solo un discorso. IO penso che Dio vada vissuto più che discusso, nel senso che se Dio è amore l'amore si vive non si discute. Hai mai visto due fidanzati amarsi a suon di teorie?

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Attualmente non siamo senza Dio, come disse San Paolo “In Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28 ). L’Emmanuele è il Dio-con-Dio. Chi ama vive in Dio e Dio in lui. Gesù stesso ci disse che non ci avrebbe mai lasciato: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.” (Mt 28,20)
Dio su questa terra non ci ha mai abbandonato, e non è tornato nel 1914, è sempre lo stesso ieri oggi e domani.
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S. paolo lo disse e lo direbbe anche oggi per coloro i quali vivono in Dio e Dio in loro. Ma ammesso che questi vivano una forma di paradiso, quelli che non sono in questa condizione dove stanno?

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Ad maiora

[Modificato da Polymetis 28/12/2005 1.40]


LaseRiprova
00mercoledì 28 dicembre 2005 14:20
Re:

Scritto da: Teodoro Studita 28/12/2005 1.30


Ma ti invito a restare in topic, non stiamo parlando della realtà dell'inferno, ma della possibilità che esso sia "vuoto d'uomini".



Scusa ma ancora prima di stabilire se è possibile oppure no che sia "vuoto d'uomini", non pensi che sia necessario chiarire cosa si intende per inferno e viceversa? Oppuri ritineni che pur di non andare oltre Topic bisogna far passare qualunque cosa per vera e scontata senza discuterne. Dunque permettemi di insistere: se, come tu stesso sostineni, si tratta di morte spirituale, dove o in che condizione stanno i "morti" che "vivono" attualmente nel mondo?

[Modificato da LaseRiprova 28/12/2005 14.24]

Polymetis
00mercoledì 28 dicembre 2005 14:44
“dove o in che condizione stanno i "morti" che "vivono" attualmente nel mondo?”

Come ho cercato di spiegare non c’è paragone tra l’essere senza Dio in questo mondo e l’ esserne privati nell’oltretomba. Dio è ovunque intorno a noi su questa terra, infatti una differenza basilare tra l’inferno e il nostro mondo è che qui abbiamo sempre la possibilità di cambiare vita e abbracciare Dio, mentre nell’inferno non è più possibile alcun pentimento. Finché siamo in vita Dio non abbandona mai la pecorella anche se smarrita, continua sempre a cercarla e a chiamarla.

“senso che se Dio è amore l'amore si vive non si discute”

Vissuto e discusso. “Siate sempre pronti a rendere ragione della speranza che è il voi” (1Pt 3,15)

Ad maiora
Teodoro Studita
00mercoledì 28 dicembre 2005 14:46
Al tempo. io ho aperto un 3d in sez. cattolica-ortodossa, donde diamo per scontato che partiamo dai dati del magistero sull'inferno. La Chiesa ortodossa, fatta salva la questione del purgatorio che qui non ci interessa, ha grossomodo lo stesso punto di vista, pertanto non vedo il problema di discutere un dato già acquisito. Se a te non convince la dottrina cristiana sull'inferno, apri un 3d dedicato in sez. interconfessionale, ma questo riguarda tutt'altro.

La domanda qui è: in base all'orientamento dottrinario attuale, può essere accettata la teoria di Van Balthasar?

Per il momento mi sembra che cozzi contro più brani del NT, ma è chiaro che la cosa va approfondita ulteriormente.
genyus67
00mercoledì 28 dicembre 2005 16:41
Eh già.....
opljyy lokj Dio chiama sempre le Sue pecorelle nn lì abbandona mai,chi sarà abbandonato nn sono i Suoi figli xchè chi morirà è chi nn sà amare xchè stò sentimento nn c'è là xchè nasce da Lui e l'altra sfonda che nn è cosa Sua morirà mà nn xchè lo decide qualche altro mà bensì xchè la vita=Dio è così dal principio. ertreyt
Thommi
00mercoledì 28 dicembre 2005 17:00
mah
l'inferno non è ancora vuoto ma senza dubbio l'obiettivo di tutta la creazione è il paradiso.
La creazione tende naturalmente verso il paradiso non verso l'inferno.
Dove non cè verità ce l'inferno eterno, quando la verità entra nell'inferno eterno questo sparisce e diventa una tappa di passaggio verso il paradiso.
LaseRiprova
00giovedì 29 dicembre 2005 00:57
Mah…! Se per te i “dati” acquisiti in base al magistero sono indiscutibili in questa sede, chi ti può contraddire ? Ok lasciamo perdere la premessa (secondo me fondamentale ) e andiamo a un altro dunque: Se l’inferno non è un luogo, perché chiedersi se può o non può essere vuoto di uomini? Formulando così la domanda, sembra quasi che si stia parlando di un luogo, e credo sia impossibile in questi termini trovare una soluzione. Secondo me andrebbe riformulata in modo più chiaro. Anche polymetis mi sembra che non abbia le idee molto chiare, perché dire che non c’è paragone tra l’essere senza DIO in questo mondo e l’esserlo in un altro, non risponde cmq al quesito che avevo posto. Ma di questo non possiamo parlarne perché dice teodoro che è argomento fuori OT.
libero1978
00giovedì 29 dicembre 2005 11:40
Io vorrei dire che Dio in questo mondo ci sta ma non tutti lo vedono. E questi sono già lontani da Dio, campano senza che Dio esiste e non si sentono affatto sofferenti perchè mangiano, bevono fanno tutti i loro porci comodi e se ne fregano.

Magari un poveretto che a Dio ci crede e ci ha gli scrupoli di coscienza ogni volta che ha fatto un peccato soffre di più.

Se uno se ne è fregato della lontananza da Dio in questa terra se ne continua a fregare anche quando non ci sta più su questa terra.

E se non sta all'inferno della sofferenza della lontananza con Dio oggi non ci andrà nemmeno domani, ecco perchè sono d'accordo che l'inferno è stato sempre vuoto e rimarrà sempre vuoto.
Thommi
00giovedì 29 dicembre 2005 18:29
Imho
Se l'inferno è l'opposto del paradiso se ne può ricavare una scala. I gradini sotto al tuo punto nella scala sono via via sempre più inferno e quelli sopra via via sempre più paradiso.

la differenza tra inferno e paradiso è piu o meno quella tra conflitto e armonia.
Teodoro Studita
00venerdì 30 dicembre 2005 02:05
Re: Imho

Scritto da: Thommi 29/12/2005 18.29
Se l'inferno è l'opposto del paradiso se ne può ricavare una scala. I gradini sotto al tuo punto nella scala sono via via sempre più inferno e quelli sopra via via sempre più paradiso.

la differenza tra inferno e paradiso è piu o meno quella tra conflitto e armonia.



Quoto Thommi ma vale per tutti.

Queste "sentenze" strutturate nel modo "l'inferno è così" oppure "l'inferno non è così" che valore pensate che abbiano se non sono argomentate da null'altro se non l'autorità che può avere una identità virtuale? (Cioè un mucchio di pixel)

In generale quando si fa una affermazione la si dovrebbe argomentare in qualche modo [SM=g27993]


Thommi
00venerdì 30 dicembre 2005 02:59
Re: Re: Imho

Scritto da: Teodoro Studita 30/12/2005 2.05


Quoto Thommi ma vale per tutti.

Queste "sentenze" strutturate nel modo "l'inferno è così" oppure "l'inferno non è così" che valore pensate che abbiano se non sono argomentate da null'altro se non l'autorità che può avere una identità virtuale? (Cioè un mucchio di pixel)

In generale quando si fa una affermazione la si dovrebbe argomentare in qualche modo [SM=g27993]





Probabilmente non ci hai fatto caso ma io non dò la sentenza a cui ti riferisci.

Quello che scrissi è un ragionamento logico che ogni persona può fare da se; tralaltro all inizio metto un se: quindi a quelle condizioni è così; perchè gli opposti hanno sempre un punto centrale. (pensaci invece di etichettare subito per analogia)

Nella seconda sentenza do una sorta di indicazione logica per capire la prima.

Purtroppo caro Teo non si può argomantare tutto, tante argomentazioni rimangono presupposte alle sentenze!!
(se cerchi una fonte di questa sentenza consulta pure il tuo cervellino).


In generale quando si fa una affermazione la si dovrebbe argomentare in qualche modo



Chi lo dice? (portami le statistiche)


Queste "sentenze" strutturate nel modo "l'inferno è così" oppure "l'inferno non è così" che valore pensate che abbiano se non sono argomentate da null'altro se non l'autorità che può avere una identità virtuale?



la risposta alla tua domanda è che hanno un grande valore per chi ci riflette su un attimo

La tua strategia d'accettazione è strutturata in un modo, ma non tutti hanno bisogno di una fonte famosa per accettare e ragionare e capire le idee. (fonte: ragionamento logico ancora non trasceso).
LaseRiprova
00venerdì 30 dicembre 2005 12:31
Scusate una parentesi: ma quando qualcuno quota non significa che è d’accordo oppure è al contrario? Ve lo chiedo perché mi è venuto il dubbio leggendo gli ultimi due post.
A Teo invece voglio semplicemente far notare che nessuno ha sentenziato: “L’inferno è così oppure è cosà” , ( cmq sicuramente non l’ho fatto io ), ma al contrario, prima ancora di dare pareri, ci si sta ponendo la domanda fondamentale. Penso che se le premesse non siano chiare difficilmente è possibile sia discutere che argomentare.

Teodoro Studita
00venerdì 30 dicembre 2005 15:44
Thommi dicet


Se l'inferno è l'opposto del paradiso se ne può ricavare una scala. I gradini sotto al tuo punto nella scala sono via via sempre più inferno e quelli sopra via via sempre più paradiso.



(ragionamento logico, a suo dire)

Il presupposto da cui parte il nostro amico è che due realtà antipodiche per definizione debbano necessariamente essere collegate, ovvero in relazione reciproca.

A questa visione (logica?) ci sono due obiezioni, una logica (perlappunto) ed una biblica, visto che stiamo ragionando di inferno e non di pasta e fagioli.

Prendiamo lo zero e l'uno, un'antinomia universale. Ragionando in ottica binaria (cioè logica) queste due espressioni equivalgono a "yes" e "no". E' chiaro che non c'è nessuna "scala" tra "yes" e "no" così come nessuna gradualità tra il si ed il no. Anche ragionando in termini meramente aritmetici, quanti sono i numeri "intermedi" tra zero e uno? Non c'è bisogno di riesumare Zenone di Elea per rispondere che sono infiniti, il che avvalora quanto detto fin'ora: esistono realtà antipodiche prive di qualsivoglia collegamento "scalare".

Ma veniamo al testo biblico. Nella parabola del povero Lazzaro, Abramo risponde al ricco epulone che tra i beati ed i dannati c'è un abisso incolmabile (Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. , lc:16,26 ), esattamente a riprova di quanto detto sopra.

E' per questo che serve "argomentare". Sentenze che possono apparire "logiche", si possono rivelare intuizioni del tutto infondate, mentre postare frasi lapidarie è atteggiamento tipico di chi crede di avere la verità in tasca, non di chi umilmente cerca di capire.
Thommi
00venerdì 30 dicembre 2005 17:18
teodoro
Si, ma la scala per gli opposti a livello astrattivo esiste sempre, nella realtà a volte esistono solo le due parti opposte tra loro; ma questo non toglie che a livello logico per avere 2 opposti bisogna avere un punto d equilibrio e quindi una scala.

imho è anche possibile che Inferno e paradiso non siano opposti tra loro, e siano semplicemente diversi.

Esiste tuttavia un punto in cui il futuro diventa passato, e il presente assente.
E imho esiste anche un punto in cui il paradiso diventa inferno (è solo una mia opinione)


Il presupposto da cui parte il nostro amico è che due realtà antipodiche per definizione debbano necessariamente essere collegate, ovvero in relazione reciproca.


Questo lo dici tu. é ovvio che non esiste relazione tra i 2 opposti, o ce uno e ce l altro.


Prendiamo lo zero e l'uno, un'antinomia universale. Ragionando in ottica binaria (cioè logica) queste due espressioni equivalgono a "yes" e "no". E' chiaro che non c'è nessuna "scala" tra "yes" e "no" così come nessuna gradualità tra il si ed il no.



Chi lo dice? la scala cè eccome, tra si e no ci sono le varie sfumature di si e di no, e in mezzo cè la risposta neutra.

La logica binaria contemplando solo 2 simboli, è ovvio che in quella realtà esitono solo i 2 opposti. il neutro è l assenza di entrambi o la presenza di entrambi lo stesso numero di volte sulla stessa posizione.


Anche ragionando in termini meramente aritmetici, quanti sono i numeri "intermedi" tra zero e uno? Non c'è bisogno di riesumare Zenone di Elea per rispondere che sono infiniti,il che avvalora quanto detto fin'ora: esistono realtà antipodiche prive di qualsivoglia collegamento "scalare".



Si, ok, non metto in dubbio questo, nella realtà quando esistono solo i 2 opposti la scala si può solo immaginare in base alle cose che veramente si polarizzano tra loro.


adesso devo andare dopo finisco di rispondere
LaseRiprova
00venerdì 30 dicembre 2005 19:27
X Teodoro

Nulla da dire riguardo i versetti che hai riportato, nel senso che non mi sembra che qualcuno qua stia mettendo in discussione l’abisso che esiste fra le due condizioni. Però se vai a leggere appena qualche versetto sopra noterai che, nel contesto, si fa riferimento all’ Ades , che vuol dire non solo luogo di tormento, ma anche lontananza concreta da Dio o per meglio dire: luogo dove non si ricorda Dio, cioè non esistenza. E in questo senso non puoi negare che la logica “della scala” non è del tutto campate per aria. Questo conferma che è importantissimo stabilire cosa si intende ( in questo contesto ) per inferno, proprio perché serve ad evitare che pensiamo e parliamo lingue diverse senza capirci mai.
Teodoro Studita
00venerdì 30 dicembre 2005 19:37

Esiste tuttavia un punto in cui il futuro diventa passato, e il presente assente.



tyui azz come ho fatto a non pensarci... [SM=g27993]


esiste anche un punto in cui il paradiso diventa inferno



ancora non ho sentito il perché, a parte i tuoi oracoli


la scala cè eccome, tra si e no ci sono le varie sfumature di si e di no, e in mezzo cè la risposta neutra.



eh si certo, c'è il "non lo so" [SM=g27993] tipica categoria della logica binaria [SM=g27993]


La logica binaria contemplando solo 2 simboli, è ovvio che in quella realtà esitono solo i 2 opposti.



Ma hai appena detto il contrario!!
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