Per Uruk
“la lontananza morale e spirituale da Dio non dovrebbe portare alla morte?”
L’anima è di per sé sussistente, Dio stessa la volle immortale. Come si vede nella parabola del ricco Epulone sebbene privata di Dio l’anima non muore. A significare quest’assenza del Signore Abramo dice: “Tra noi e voi è stabilito un grande abisso” (Lc 16,26)
Ed in Matteo Gesù, giudicando le anime dannate, dice: “Via,
lontano da me…” (Mt 25,41) Come si vede è la Bibbia stessa a rimarcare la separazione.
“L'ipotesi che delle creature possano vivere in un luogo/condizione senza Dio non è un controsenso?”
Non c’è dato indagare simili misteri. Se Dio tiene nell’essere ogni cosa forse rende sussistenti anche queste anime, ma tale “sostegno” non può certo definirsi una comunione. Il nostro stesso cosmo precipiterebbe nel nulla se Dio non lo facesse essere in ogni istante (Eb 1,3), tuttavia nessuno si sognerebbe di dire che la materia partecipi alla comunione beatifica con l’altissimo.
Per Lase
“Avendo una certo rifiuto "naturale" per tutto ciò che puzza di troppo teologico”
Peccato, perché la teologia è semplicemente il discorso su Dio. Da theos (Dio) e logos (discorso). Tu fai teologia ogni volta che parli di Dio.
“in questa vita tutti i lontani allora sono già all’inferno e di conseguenza i vicini in paradiso?”
Attualmente non siamo senza Dio, come disse San Paolo “In Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28 ). L’Emmanuele è il Dio-con-Dio. Chi ama vive in Dio e Dio in lui. Gesù stesso ci disse che non ci avrebbe mai lasciato: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.” (Mt 28,20)
Dio su questa terra non ci ha mai abbandonato, e non è tornato nel 1914, è sempre lo stesso ieri oggi e domani.
Ad maiora
[Modificato da Polymetis 28/12/2005 1.40]