SOMA PNEUMATIKON

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Polymetis
00domenica 16 aprile 2006 18:02
“Ma infatti io non sto parlando di copie, ma del ripristino di un'esistenza precedente.”

E io ti ridomando: come può Dio creare qualcosa che sia più triangolo di un triangolo? Allo stesso modo come può creare qualcosa che sia più uguale a te di una tua copia perfetta visto che, a tuo dire, tutto quello che sei è il tuo corpo? Cosa avrebbe il tuo clone nella terra paradisiaca di più del tuo clone creato accanto a te adesso visto che tutto quello che viene riprodotto sia in un caso sia nell’altro è solo il corpo?

“Perchè dovrebbe essere difficile credere che la nostra identità e la nostra anima è la nostra vita?”

La vita è un’armonia di fattori biologici, in questo caso perché mai una tua copia che ha esattamente i tuoi parametri biofisici e creata al tuo fianco non sarebbe te?

“Dio creò l'uomo, non un contenitore di essenza spirituale”

Ho paura che tu confonda il platonismo con il tomismo, la Chiesa non crede alla separazione tra anima a corpo in senso dualistico, bensì ilemorfico. L’anima come “Forma humani corporis”. Trovi tutto sul catechismo.

“Se ancora esiste, è inutile che chieda di ripristinarmelo, visto che già esiste, ma se non esiste più? Ripristinandolo, non ricreandolo o facendone una copia.”

Ma che differenza c’è, visto che sempre di creazione dal nulla si tratta, tra il creare una tua copia accanto a te adesso e il crearla nella terra paradisiaca? Se lo saprà fare dopo l’Apocalisse, giacché essendo una creazione dal niente non gli serve nulla del tuo “te stesso attuale”, allora lo saprà fare anche adesso, giacché non gli serve una sola tua cellula. Che differenza c’è tra il tuo clone creato accanto a te ora e il tuo clone nella terra paradisiaca visto che entrambi sono copie perfette create dal nulla? Ma sopratutto: che continuità hanno con te? Perché il clone perfetto nella terra paradisiaca dovrebbe avere più continuità con te del clone perfetto creato al tuo fianco oggi?

“Sono una persona diversa? Si. Ma sono sempre io no? E' il mio corpo a darmi una identità, o sono io?”

Dipende dalla scuola di pensione neurologico cui appartieni. Nel mio ateneo, dove Galimberti insegna psicologia dinamica, ti direbbero che tu sei le tue sinapsi, ma la scienza, a causa dell’imperscrutabilità della soggettività, non ha un parere definitivo su cosa faccia di un soggetto se stesso, si chiama paradosso di Nagel.

“Ma perchè Dio non sarebbe capace di ripristinare la mia identità cancellata, se è capace di darmi tale vita dal nulla?”

Perché prima tu non c’eri quindi non deve ripristinare alcunché ne farti essere in continuità con alcunché.

“Lazzaro era Lazzaro o il corpo che apparteneva a Lazzaro era reso vivo?”

A mio avviso Lazzaro resuscitato era Lazzaro perché non solo il corpo era il suo ma anche l’anima, c’era dunque continuità psicofisica.

“C'è chi ha seguito la retta via, chi no. Per cui non vedo come non possa essere possibile che dai primi cristiani ad oggi non possano essersi verificati dei cambi di rotta.”

La successione apostolica non si basa sulla retta condotta del vescovo x o del vescovo y ma sulla trasmissione della dottrina e l’imposizione delle mani di episkopos in episkopos.

“ma se i Vangeli parlano di un qualcosa, l'illuminazione successiva non può essere tale da rinnegare la dichiarazione precedente che è pure scritta.”

Per quanto riguarda il NT la Tradizione della Chiesa ne illumina solo il contenuto, per quanto riguarda l’AT fu a sua volta illuminato dal NT. L’antropologia vetero-testamentaria non è quella neotestamentaria, questo si trova su qualunque manuale universitario.

”Per cui io leggo che l'uomo diventò un'anima vivente”

No, traduzione fuori moda. Nefesh indica la persona intera. Adamo diventò un “essere vivente” o “una persona vivente”. E’ lo stesso trucco che la TNM usa in Ez 18 per sostenere la mortalità dell’anima. Traducono “l’anima che pecca morirà” quando sta scritto “la nefesh che pecca morirà”, ma nefesh è l’individuo intero, dunque sta scritto “la persona che pecca morirà”.

“Leggo anche che alla morte si cessa di esistere.”

No, questo non si legge mai. Le opinioni sono due a seconda dell’evoluzione teologica del brano
1)L’incoscienza (che non è l’esistenza bensì l’essere ridotti ad uno stato umbratile, tipico di molte civiltà antiche, Omero incluso)
2)Mantenimento della coscienza

“Ma ci sono anche altre scritture, altre cose dette, quindi tu che ne sai di più, che mi rispondi?”

Rispondo che di queste cose ce ne siamo già occupati mille volte e che le ipotesi sono due:
1)O la smetti di documentarti su internet e ti compri qualche saggio scritto da biblisti qualificati (cattolici, protestanti, ebrei o neutri, qualsiasi fede purché laureati) oppure resterai nella disinformazione per l’eternità
2)Trovi un sito internet che ti spieghi queste tematiche, ma non scritto dal primo incompetente improvvisato che parla di greco e di lessicologia senza saper tradurre una sola riga di questa lingua.
Se vuoi continuare a capire malamente puoi sempre fare come i TdG che imparano l'alfabeto e sfogliano il vocabolario facendo finta di sapere il greco. Ne siamo pieni fini ai capelli. Per quanto riguarda l’approccio scientifico alla Bibbia c’è il sito del dott. Nicolotti dell’Università di Torino, ma purtroppo non tratta di questioni dottrinali bensì solo storico-filologiche: www.christianismus.it/
Quanto alla parte dottrinale sull’anima nel sito di Lorenzi ci sono alcuni articoli di un amico teologo: www.infotdgeova.it/anima.htm

“Gesù sapeva di cosa parlava”

In che senso? Gesù descrive con parola umane ciò che non può esser descritto, infatti la rivelazione di come saremo da risorti o in paradiso è estremamente ambigua, per la semplice ragione che, come dice Leopardi, “lingua mortal non dice”, e se Gesù voleva essere vero uomo doveva accettare questo limite strutturale.

“Ma mi stai dicendo che mentre il corpo di Lazzaro era morto in questo nostro universo fisico e temporale, non esisteva? “

La sintassi è ambigua. Ad ogni modo l’anima di Lazzaro esisteva ma ciò non avveniva “mentre” era morto o “mentre” era in vita, non c’è alcuna sincronia o possibilità di mettere in corrispondenza biunivoca il paradiso e la successione temporale terrestre.

“Per cui deliberatamente la condizione di Lazzaro fu cambiata, e usando la tua enfasi,”

Sarebbe stata cambiata se ci fosse un prima e un dopo, ma non è questo il caso. Io sono in paradiso da sempre e non ci sono mai stato.

“Ricreazione? Cioè?”

Creare una seconda volta dal nulla.


Master Mystery
00domenica 16 aprile 2006 23:44
Prima di continuare vorrei capire cosa intendi per ricreazione dal nulla.. così non sarebbero altre creature con gli stessi ricordi degli apostoli, ma altre identità..?
Polymetis
00domenica 16 aprile 2006 23:57
Qualsiasi ricreazione dal nulla per forza di cose non ha alcun legame con l'entità precedente, o almeno non più legami di quanti ne abbia una copia perfetta di te che Dio potrebbe creare al tuo fianco ora. Giacché sia nella resurrezione dopo l’Apocalisse sia nell'ipotetico clone creato accanto a te il Signore creerebbe senza bisogno di alcunché di tuo, non una sola cellula gli serve. Creare ex nihilo significa creare dal nulla.

Ad maiora
Master Mystery
00giovedì 20 aprile 2006 05:19
Guarda che il concetto l'ho capito, cosa a cui ho già dato risposta, ma che ti ridarò riguardo al tuo penultimo reply.

Ciò che volevo semplicemente chiederti, prima di andare avanti, è perchè Dio farebbe un clone spirituale di un Apostolo, quando in cielo ci dovevano essere loro personalmente.
Polymetis
00giovedì 20 aprile 2006 11:22
" è perchè Dio farebbe un clone spirituale di un Apostolo, quando in cielo ci dovevano essere loro personalmente."

Scusa ma non ho capito.
Io non credo che Dio faccia alcun clone spirituale, di di S. Pietro ce n'è uno in tutto l'universo.

Ad maiora
Master Mystery
00giovedì 20 aprile 2006 12:08
Tu mi dici:

1. Un essere per continuare ad essere deve sempre e comunque esistere, in un modo o in un altro.
Ricreare un essere non è possibile, se le anime morissero Dio non potrebbe farle risorgere, perchè tali identità non sono più esistenti.

2. L'anima continua a vivere, è immortale, quindi si parla sempre di trasformazione, di evoluzione dell'essere, mai della morte dell'essere, della sua anima. Esiste solo la creazione di un determinato essere, non è possibile ricreare quell'essere, in quanto unico.

3. L'apostolo Pietro, come essere spirituale, non ha subito una trasformazione, ma una ricreazione in cielo dal nulla.

Ora tu capisci che se prima mi dici che la ricreazione di un essere non è possibile neanche con la potenza di Dio, è chiaro che io non ti capisco quando mi dici che Pietro fù ricreato dal nulla e non trasformato, non stiamo più parlando di Pietro, ma appunto di un clone, no? Questo seguendo il tuo ragionamento. Ma sapendo per esperienza che tu la "zappa sui piedi" non te la dai mai, mi interesserebbe capire cosa tu stia dicendo.

Polymetis
00giovedì 20 aprile 2006 12:20
"L'apostolo Pietro, come essere spirituale, non ha subito una trasformazione, ma una ricreazione in cielo dal nulla."

Scusa ma questa è un'eresia non quello che penso. Dove avrei scritto che l'anima di Pietro fu ricreata dal nulla di cielo? O è un errore di battutira, o te lo sei sognato, o io avevo bevuto.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 20/04/2006 12.21]

Master Mystery
00giovedì 20 aprile 2006 12:36
Io scrissi: Non mi sembra, comunque, che i testimoni di Geova neghino la "trasformazione" in essere celeste degli apostoli.

Tu rispondesti: La loro non è una trasformazione, è una ricreazione ex nihilo sotto forma spirituale.

Io ti chiesi: Ricreazione? Cioè?

E mi hai risposto dicendomi: Creare una seconda volta dal nulla.

Alchè da qui è giunta la mia domanda precedente.

Aspetto conferma del "cosa effettivamente volevi dire" [SM=g27987]
Polymetis
00giovedì 20 aprile 2006 12:47
Ecco svelato l'arcano

Io scrissi: Non mi sembra, comunque, che i testimoni di Geova neghino la "trasformazione" in essere celeste degli apostoli.

Tu rispondesti: La loro non è una trasformazione, è una ricreazione ex nihilo sotto forma spirituale.



"Loro" voleva dire "dei TdG". Ti ho cioè scritto che per i TdG non c'è la "trasformazione" in essere celeste degli apostoli bensì la ricreazione ex nihilo sotto forma spirituale dei 144.000.

Ad maiora
Master Mystery
00giovedì 20 aprile 2006 17:09
Ecco dicevo che c'era qualcosa che non andava [SM=g27987]


Allo stesso modo come può creare qualcosa che sia più uguale a te di una tua copia perfetta visto che, a tuo dire, tutto quello che sei è il tuo corpo?



Per questo ho parlato di identità e non di stato. Da cosa viene l'unicità dell'individuo? Dal corpo? No, perchè tanto questo cambia in continuazione, infatti non sto dicendo che il corpo è l'anima, ma che noi siamo l'anima vivente. Il corpo solo ci permette di esserlo, non è l'anima, in quanto (ciò che penso ora, posso sempre cambiare idea) non potrei dire che il mio dito fa parte della mia anima, o che 1 litro del mio sangue sia parte della mia anima, perchè nel momento che io perdo un membro del mio corpo, se continuo comunque a vivere, io continuo ad essere. Quindi come può "il corpo" essere l'anima? Ma "noi" siamo l'anima. L'insieme di ciò che siamo.


“Perchè dovrebbe essere difficile credere che la nostra identità e la nostra anima è la nostra vita?”

La vita è un’armonia di fattori biologici, in questo caso perché mai una tua copia che ha esattamente i tuoi parametri biofisici e creata al tuo fianco non sarebbe te?



Perchè ha un'altra identità. Uguale, ma è un'altra. Ma mi interessa sapere dov'è scritto che tale identità, una volta persa con la morte, se si crede che l'anima sia mortale, non possa essere ripristinata. Che ne sai se magari tale identità sta nella "memoria di Dio" o chissà in che modo viene preservata l'identità? Inesistente in quanto non viva, ma preservata.
E se non venisse preservata, dov'è l'impedimento logico che mi suggerisce di dire che è "impossibile" per Dio non ridare l'essere all'originale? L'impedimento logico è soltanto umano, perchè deve esserlo anche divino?


Perché il clone perfetto nella terra paradisiaca dovrebbe avere più continuità con te del clone perfetto creato al tuo fianco oggi?



Nella terra paradisiaca sarebbe possibile ripristinarmi, oggi forse no perchè sono già vivo. Potrebbe comunque "ripristinarmi" adesso che sono già vivo? Se lo facesse il "ripristino" sarebbe soltanto un "allungamento" del mio essere, perchè ricreando "me" e non una copia, sarei in due posti diversi allo stesso tempo, e potrei fare più cose, in 2 corpi. E probabilmente avrei altre modi d'essere. Non perchè io non riesco a immaginarmi come Dio potrebbe ricrearmi mentre sia ancora vivo che mi impedisce di credere che Dio può, motivazione in più per credere che riesce a ricreare le persone, l'originale che furono, non una copia.

Dimmi che senso ha parlare di resurrezione se l'anima è immortale. Che senso ha parlare di morte. C'è sempre il fatto che avevo fatto notare poi, perchè dire ad Adamo che sarebbe morto peccando, e non che si sarebbe trasformato in qualcosa di meglio?
Lontano da Dio come era sulla terra, o anche peggio, ma essente dalle debolezze della carne. Sia se la Genesi fosse un racconto vero o fantasioso per dare una morale, non racconta della sopravvivenza dell'anima, ma della sua morte.


“Ma perchè Dio non sarebbe capace di ripristinare la mia identità cancellata, se è capace di darmi tale vita dal nulla?”

Perché prima tu non c’eri quindi non deve ripristinare alcunché ne farti essere in continuità con alcunché.



Non ho capito la risposta. In quanto non vedo in che modo per Dio il ripristino di un'anima debba per forza essere più complicato, adirittura implausibile rispetto la creazione della vita, delle identità, dal nulla.


“C'è chi ha seguito la retta via, chi no. Per cui non vedo come non possa essere possibile che dai primi cristiani ad oggi non possano essersi verificati dei cambi di rotta.”

La successione apostolica non si basa sulla retta condotta del vescovo x o del vescovo y ma sulla trasmissione della dottrina e l’imposizione delle mani di episkopos in episkopos.



Dici che non sono importanti le azioni dei successori, ma l'unica cosa importante è che preservino la dottrina e che ci sia sempre questa sucessione?
Vorrei sapere da te, per poi chiederlo anche ai diretti interessati (se questi altri mi leggono, che mi rispondano per cortesia), cosa pensano di questo i testimoni di Geova, gli avventisti e i protestanti. Perchè non sono daccordo di questo con la C.C., perchè non hanno loro una sucessione apostolica, e riguardo a questo chi lo disse, in che contesto e perchè disse che la Verità la deterrà chi continuerà a nominare nuovi successori dei vescovi?


No, traduzione fuori moda. Nefesh indica la persona intera. Adamo diventò un “essere vivente” o “una persona vivente”. E’ lo stesso trucco che la TNM usa in Ez 18 per sostenere la mortalità dell’anima. Traducono “l’anima che pecca morirà” quando sta scritto “la nefesh che pecca morirà”, ma nefesh è l’individuo intero, dunque sta scritto “la persona che pecca morirà”.



"Positivamente morirai", lo disse ad Adamo, e Adamo che era se non un uomo? Era forse spirito? Adamo invecchiò e morì, fine della storia. Non pensi che la storia dovesse continuare in qualche modo? Non mi cambia quindi se mi si dice che l'anima di Adamo morì o che Adamo morì, perchè una cosa è certa, Adamo smise di vivere, non solo il corpo di Adamo, ma Adamo. Gesù conferma che per mezzo di un sol uomo l'uomo ha ereditato la morte, non per volontà divina. Per cui, in base a ciò che dici, perchè rendere partecipe l'uomo di una vita celeste molte volte migliore di quella carnale grazie al peccato?

Si dice che quando si muore si "rende" l'anima. E' forse un bene personale che può essere dato? Non siamo forse noi l'anima? Cosa mi impedisce quindi di pensare che IO, per ciò che SONO, possa essere l'anima stessa?


“Leggo anche che alla morte si cessa di esistere.”

No, questo non si legge mai. Le opinioni sono due a seconda dell’evoluzione teologica del brano
1)L’incoscienza (che non è l’esistenza bensì l’essere ridotti ad uno stato umbratile, tipico di molte civiltà antiche, Omero incluso)
2)Mantenimento della coscienza



Chi viene ridotto in tale condizione e perchè? Lo chiedo in quanto, secondo il tuo credo, non certo tutti saranno in questa condizione. Puoi forse dire che i santi della Chiesa siano in uno stato umbratile? Che esistono ma tutti in un sonno profondo? Tali santi vengono pregati e creduti in cielo, in piena attività. Ma io leggo, dalla Bibbia, che i morti non pensano e non progettano, "periscono" i suoi stessi pensieri. Non "alcuni" morti, ma "i" morti. Dunque che mi dici? (non è una domanda strafottente eh, mi interessa davvero cosa hai da dire in proposito.. quando sarò sarcastico o ironico userò gli smile)



“Gesù sapeva di cosa parlava”

In che senso? Gesù descrive con parola umane ciò che non può esser descritto, infatti la rivelazione di come saremo da risorti o in paradiso è estremamente ambigua, per la semplice ragione che, come dice Leopardi, “lingua mortal non dice”, e se Gesù voleva essere vero uomo doveva accettare questo limite strutturale.



Non ho capito in che modo tu mi abbia risposto, in quanto non hai certo negato che Gesù non sapesse chi era e cosa era sia lui che il Padre e cosa fosse questo regno dei cieli, non mi interessa quindi se sapeva spiegarsi o meno per la limitatezza linguistica, ma mi interessa il fatto che ne parlava. Lazzaro neanche un accennuccio piiiiiccolo.

Riepilogando in sintesi questo discorso:

Io dico: Nella Bibbia doveva esserci scritta l'importante testimonianza di un resuscitato dai morti riguardo il regno dei cieli per la consolidazione di tale credo.

Tu dici (uso parole mie): Non è possibile in quanto il "regno dei cieli" non è dotato di tempo, indi si può dire che Lazzaro ci sia sempre stato e mai stato. E' del tutto plausibile credere che Lazzaro non si ricordasse niente per via di questo fattore.. (e bla bla bla [SM=g27987] )

Io rispondo: Se riconosci che Gesù era "vero uomo" riguardo alla limitatezza della carne, riconosci che se Gesù sapeva di cosa dire di quel regno, di cosa dire su chi era Dio, anche Lazzaro avrebbe avuto qualcosa da dire.


“Per cui deliberatamente la condizione di Lazzaro fu cambiata, e usando la tua enfasi,”

Sarebbe stata cambiata se ci fosse un prima e un dopo, ma non è questo il caso. Io sono in paradiso da sempre e non ci sono mai stato.



Quindi cosa vorresti dire, che non potendo, dal punto di vista umano, spiegare questo "prima" e questo "dopo", in quanto effettivamente non si ha un periodo da calcolare, in effetti Lazzaro NON era nella condizione spirituale? Quindi perchè non osar anche dire che Gesù non è mai venuto sulla terra e che non ha mai avuto alcuna condizione celeste? [SM=g27993]

Polì, sei de coccio [SM=g28001]

(sto a scherzà, in quanto potrei perfettamente aver torto io)
Polymetis
00giovedì 20 aprile 2006 23:24
“Per questo ho parlato di identità e non di stato. Da cosa viene l'unicità dell'individuo? Dal corpo? No, perchè tanto questo cambia in continuazione”

Ma se l’identità non sta nel corpo dove sta secondo te? Inoltre dal punto di vista puramente biologico le tue cellule cerebrali riproducono cellule identiche, per questo, se non ci sono scissioni in mezzo ma la riproduzione è graduale, anche un materialista può parlare di continuazione dell’identità.

“o che 1 litro del mio sangue sia parte della mia anima”

Peccato che questa fosse la concezione di molte pagine vetero-testamentarie. Vedo con piacere che inizi a demitizzare.

“Quindi come può "il corpo" essere l'anima? Ma "noi" siamo l'anima. L'insieme di ciò che siamo.”

Ma non mi hai ancora detto di cosa sarebbe costituito questo insieme, che io chiamo persona. Il cattolico dice “corpo e anima”, tu dici “corpo..” e che altro? Cos’è che differenzia il corpo da quella che tu chiami “anima” (e io persona)?

“Perchè ha un'altra identità. Uguale, ma è un'altra.”

Il che è contraddittorio. Io vorrei sapere in cosa differisce il clone creato accanto a te da quello che Dio creerà nella terra paradisiaca. Perché Dio non potrebbe creare te stesso accanto a te dal nulla visto che sempre dal nulla sostieni di possa ricreare nella terra paradisiaca?

“Ma mi interessa sapere dov'è scritto che tale identità, una volta persa con la morte, se si crede che l'anima sia mortale, non possa essere ripristinata.”

Pura logica. Dio non può creare qualcosa che sia più triangolare di un triangolo, e non può creare qualcuno che sia più uguale a te di quanto tu sia uguale a te. Se dunque può creare qualcuno uguale a te nella terra paradisiaca può farlo anche qui.

“Che ne sai se magari tale identità sta nella "memoria di Dio"”

Ma anche adesso tu sei nella mente di Dio. Ti chiedo dunque perché dati questi presupposti non potrebbe crearti accanto a te come ti creerebbe nella terra paradisiaca. Quel tuo ricordo nella mente di Dio c’è adesso come tra mille anni, ma non è qualcosa di te, esattamente come la perfetta conoscenza di qualcosa non è quella cosa. O, se mi dici che quell’identità presso Dio è qualcosa del tuo “te” di adesso e che permane, allora temo che credi all’immortalità dell’anima, perché significa che qualcosa di te resta.

“Inesistente in quanto non viva”

Non vivo non implica inesistente.

“E se non venisse preservata, dov'è l'impedimento logico che mi suggerisce di dire che è "impossibile" per Dio non ridare l'essere all'originale? L'impedimento logico è soltanto umano, perchè deve esserlo anche divino?”

La logica non è la logica umana ma la logica divina, quella che Dio stesso ci ha infuso nella mente. Neppure Dio può violare il principio di non contraddizione, il principio del terzo escluso, ecc.
Non può essere e non essere allo stesso tempo, non può creare triangoli a quattro lati, non può creare un masso così pesante che Lui non sia in grado di sollevare, ecc.

“Nella terra paradisiaca sarebbe possibile ripristinarmi, oggi forse no perchè sono già vivo.”

Ma non gli serve niente di te per crearti ex nihilo, quindi che tu oggi sia vivo o morto è irrilevante.

“perchè ricreando "me" e non una copia, sarei in due posti diversi allo stesso tempo”

No, non ho parlato di te in due corpi simultaneamente coordinati ma di due te-stesso separati.

“Dimmi che senso ha parlare di resurrezione se l'anima è immortale.”

Nel senso della ricongiunzione dell’anima col corpo risuscitato.

“he senso ha parlare di morte.”

Tu muori come unità psicofisica, la tua anima no.

“perchè dire ad Adamo che sarebbe morto peccando, e non che si sarebbe trasformato in qualcosa di meglio?”

Non vedo come una cosa escluda l’altra. Adamo muore, non la sua anima. Io non nego la morte della persona, nego la morte dell’anima.

“non racconta della sopravvivenza dell'anima, ma della sua morte.”

La genesi non racconta della morte dell’anima per la semplice ragione che questa categoria non esisteva. Genesi non parla di anima ma di nefesh, cioè la persona, e si limita a dire che le persone muoiono, il che è ovvio.

“Non ho capito la risposta.”

E’ molto semplice. Mi hai chiesto: “Ma perchè Dio non sarebbe capace di ripristinare la mia identità cancellata, se è capace di darmi tale vita dal nulla?”
E io ti ho risposto che nel II caso non si tratta di far resuscitare qualcuno ma di far esistere qualcuno per la prims volta, dunque non c’è qualcuno prima con cui far valere un’ipotetica in continuità.

“ma l'unica cosa importante è che preservino la dottrina e che ci sia sempre questa sucessione?”

No, dico che è la più importante. Inoltre è la Chiesa nell’insieme dei vescovi che tramanda la Traditio, non un singolo vescovo. Ergo le azioni dei singoli non intaccano la trasmissione collettiva.

“Vorrei sapere da te, per poi chiederlo anche ai diretti interessati (se questi altri mi leggono, che mi rispondano per cortesia), cosa pensano di questo i testimoni di Geova, gli avventisti”

I tdG non hanno alcuna dimensione della Traditio apostolica, degli avventisti non so quasi nulla, e per quanto riguarda i protestanti dipende dalle correnti.

“perchè non hanno loro una sucessione apostolica”

Perché sono nati da esaltati di vario genere secoli dopo la nascita del cristianesimo.

“, in che contesto e perchè disse che la Verità la deterrà chi continuerà a nominare nuovi successori dei vescovi?”

Il Nuovo Testamento stesso ci racconta della trasmissione della Traditio e dell’imposizione della mani, a questo si aggiunge una ricca testimonianza patristica dei primi due secoli.

“Positivamente morirai", lo disse ad Adamo”

Se vuoi discutere con me cita traduzioni serie e scritte in vero italiano.

“e Adamo che era se non un uomo? Era forse spirito? Adamo invecchiò e morì, fine della storia.”

Sono convinto che Adamo sia morto, dove sta il problema. Come disse Gesù: “E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.” (Mt 10,2[SM=g27989]

“Non pensi che la storia dovesse continuare in qualche modo?”

a)Non ritengo che lo scopo del libro fosse questo
b)Al testo in cui fu redatto quel racconto la teologia e soprattutto l’escatologia erano ancora in fase primitiva.

“, Adamo smise di vivere, non solo il corpo di Adamo, ma Adamo.”

Non sequitur.

“Per cui, in base a ciò che dici, perchè rendere partecipe l'uomo di una vita celeste molte volte migliore di quella carnale grazie al peccato?”

Secondo la dottrina cattolica gli uomini poterono accedere alla gloria celeste solo dopo il sacrificio di Cristo, cioè da un certo punto del tempo sulla terra e da sempre nel regno dei cieli. Quello che sulla terra è accaduto nel I secolo ha avuto effetto nell’eternità sin dall’eternità.

“Si dice che quando si muore si "rende" l'anima. E' forse un bene personale che può essere dato? Non siamo forse noi l'anima?”

Dipende dal secolo che analizzi. La teologia biblica evolve.

“Chi viene ridotto in tale condizione e perchè?”

All’incoscienza? Nessuno. Non ho detto che è la dottrina cattolica ad affermare che si viene ridotti all’incoscienza, ma che alcuni brani dell’Antico Testamento di fase medio-arcaica lo sostengono. Tu vivi nella pia illusione che l’escatologia biblica sia la stessa dal primo all’ultimo libro.

“Ma io leggo, dalla Bibbia, che i morti non pensano e non progettano, "periscono" i suoi stessi pensieri.”

Traduzione opinabile. Per altri “periscono i progetti”, cioè quello che si voleva fare quando si era sulla terra. Ad ogni se anche fosse “pensieri” non vedo dove starebbe lo scandalo. Io non credo all’antropologia veterotestamentaria.

“in quanto non hai certo negato che Gesù non sapesse chi era e cosa era sia lui che il Padre e cosa fosse questo regno dei cieli”

A mio avviso ne sapeva quanto la condizione mortale permetteva.

“non mi interessa quindi se sapeva spiegarsi o meno per la limitatezza linguistica, ma mi interessa il fatto che ne parlava. Lazzaro neanche un accennuccio piiiiiccolo.”

Perché quello che avrebbe dovuto descrivere era inesprimibile, semmai fosse possibile conservare qualche ricordo dell’eternità (cosa di cui dubito). Un ricordo richiede l’esistenza del tempo in cui si svolge.

“Se riconosci che Gesù era "vero uomo" riguardo alla limitatezza della carne, riconosci che se Gesù sapeva di cosa dire di quel regno”

Tutto quello che fa Gesù è usare raffigurazioni mitiche per descriverlo (ad esempio l’immagine nel fuoco nella parabola del ricco epulone), non tenta neppure di delinearne la vera essenza. E’ qualcosa di totalmente diverso il compito che chiedi a Lazzaro e che espleta Cristo.

“in effetti Lazzaro NON era nella condizione spirituale?”

C’era, ma non “mentre” era morto.

“Quindi perchè non osar anche dire che Gesù non è mai venuto sulla terra”

Ci sei andato vicino, infatti la teologia cattolica sostiene che Gesù ha realizzato l’incarnazione senza lasciare il seno del Padre. Cito da Melitone di Sardi (II secolo): “Per questo egli venne a noi; per questo da incorporeo che era si tessé un corpo della nostra natura;... calpestava la terra e riempiva il cielo; si mostrava bambino ma non abbandonò l'eternità; apparve povero, ma non si spogliò delle sue ricchezze; rivestì la forma di servo, ma non mutò la forma di Padre. Egli era tutto. Stava inannazi a Pilato, mentre era assiso con il Padre; era fissato al legno e sosteneva l'universo.” (fr.14)
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