Sacerdote con 3 figli
E' padre di una bimba di tre anni il parroco
che veglia sulle vacanze valdostane dei papi
AOSTA (31 maggio) - Don Paolo Curtaz, il parroco che nel 2005 ricevendo nella sua parrocchia di Introd in Val d'Aosta papa Benedetto XVI disse: «Santità, stia attento, perché in questo periodo sono io il suo parroco», è padre di una bimba di tre anni. Don Curtaz, 41 anni, ha rassegnato le dimissioni dall'incarico di parroco. Il vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, gli ha concesso «un anno di riflessione», nel corso del quale il sacerdote non potrà esercitare il ministero pubblicamente. La paternità del sacerdote è stata rivelata oggi dal quotidiano La Stampa. Al giornale il prete ha detto ha detto: «non voglio gettare la tonaca, ma voglio poter capire con serenità se tornare a fare il parroco; resterò in Valle d'Aosta».
Don Paolo Curtaz, insieme a un altro sacerdote reggeva le sorti di cinque parrocchie di montagna per un raggio di circa 300 chilometri quadrati. Tante le iniziative da lui avviate per mantenere sempre un filo diretto: inviava circa quattromila e cinquecento prediche settimanali via web, poi tre minuti a settimana di Vangelo via radio, ritiri spirituali per coppie anche in crisi, accanto alla normale attività di catechismo e animazione spirituale. Molto noto in Valle per la sua dinamicità e capacità di coinvolgere i fedeli, don Paolo Curtaz era stato anche il protagonista di uno spot televisivo per la campagna dell'otto per mille da devolvere alla Chiesa.
Quando nel 2005 Curtaz accolse il pontefice, in arrivo a Les Combes per le vacanze, con quella battuta, Benedetto XVI replicò pronto: «Sarò un parrocchiano obbediente». Analoga battuta scherzosa don Curtaz la fece dando il benvenuto nel 2004 a Giovanni Paolo II, tornato a Les Combes di Introd per il riposo estivo: «Santità, deve stare attento, perché per quindici giorni sarò il suo parroco».
«Don Paolo è tenuto a tutti gli obblighi sacerdotali anche se no può esercitare pubblicamente il ministero; per il resto non abbiamo nulla da aggiungere se non precisare che sulla questione sono state scritte delle inesattezze», ha detto la Curia di Aosta. La Curia ha ribadito che «don Paolo non è sospeso» e che la sua condizione di papà non lo pone in condizioni inconciliabili con il ministero sacerdotale; inconciliabilità che sussiste, invece, in caso di convivenza. «Aiuteremo don Paolo - hanno ribadito dalla Curia - in questo suo percorso per pensare e decidere sul ministero del sacerdozio». Ribadiscono ancora dalla Curia: «don Paolo non è sospeso; è stata accolta la sua richiesta di lasciare la guida delle parrocchie e poter riflettere».
«Non voglio esprimere giudizi, ma sono cose che fanno molto male», ha commentato il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, già parrocchiano di don Paolo Curtaz, che si è detto dispiaciuto per la questione che ha per protagonista il parroco con il quale ha condiviso l'ospitalità estiva di due papi. Se il sindaco dice poco, meno ancora parlano i parrocchiani che si trincerano in un secco: «non sono cose che ci riguardano; sono questioni private che rientrano nella sfera strettamente personale».