Appendix ai versetti citati da Mario su cui riflettere:
6Poi mi disse: «Queste parole sono certe e veraci.
Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve. 7
Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».
8 Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate. 9 Ma egli mi disse: «Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare».
10 Poi aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. 11 Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
12
Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. 14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. 15 Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!
16
Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino».
17 Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita.
18 Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; 19 e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.
20 Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. 21 La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!
(Ap. 22,6-21)
"2:1 Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2 e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
3 Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. 4 Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5 Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «
Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
6 Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7 «Perché costui parla così?
Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».
8 Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? 9 Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10 Ora, perché sappiate che
il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11 ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua». 12 Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!»". (Mc 2,1-12)
“E’ in Cristo abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (o meglio ancora “deità” in quanto c’è theotes e non theiotes ergo deitas e non divinitas) (Col 2,9)
“il nostro grande Dio e Salvatore, Gesù Cristo" (Tito 2,13) Sia theos che soter sono da riferirsi a Gesù in quanto l’articolo non è reiterato quindi si applica la regola di Granville Sharp.
“Dio benedetto in eterno” (Rm 9,5)
“Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv 5,18 )
Anche qui viene da chiedersi se Barnabino conoscesse meglio dei giudei il paradigma giudaico. La motivazione del perché si faceva uguale a Dio è che "chiamava Dio suo Padre", anche qui dunque vediamo che il "chiamare Dio suo Padre", cioè l'essere Figlio di Dio, come ci ha appunto ricordato anche il Kittel, è tutto fuorché quel titolo neutro che i TdG tentano di tratteggiare tramite un'appiattimento sull'AT, come se le espressioni avessero valori immutabili e come se in mezzo non si fosse stata tutta l'epoca del II tempio.
Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo (lo Spirito cf. Gv 7,37-39), che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.” (Ap 22,1)
Magnifica raffigurazione della Trinità.
Altra prova della divinità di Cristo:
“Io sono il primo e io l'ultimo; fuori di me non vi sono dèi.” (Is 44,6)
“Ascoltami, Giacobbe, Israele che ho chiamato: Sono io, io solo, il primo
e anche l'ultimo.” (Is 48,12)
Qui YHWH si definisce il primo e ultimo. Ma indovinate un po’ chi si definisce il primo e l’ultimo nell’Apocalisse?
“Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi.” (Ap 1,17-18 )
“Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita" (Ap 2,8 )
“Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto.
Sì, Amen! Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!” (Ap 1,7-8 )
Ora, è evidente che solo di UNO può essere detto che è il primo e l’ultimo, dunque Gesù è lo stesso Dio dell’Antico Testamento, giacché YHWH in Isaia affermò: “Sono io, io solo, il primo e anche l'ultimo.” (Is 48,12) “Io sono il primo e io l'ultimo; fuori di me non vi sono dèi.” (Is 44,6)
Ap 1,7-8 è il più bersagliato dai neoariani, i quali sostengono che sia Dio Padre a parlare dicendo: “Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!”. I versetti stanno parlando della parousia (il ritorno) di Cristo, e dunque non si capisce perché tutto d’un tratto dovrebbe mettersi a interloquire Dio Padre. “Entia non sunt multiplicanda sine necessitate” direbbe Ockham. A parità di fattori l’ipotesi più semplice tende ad essere quella giusta, se vogliono complicarsi la vita dinnanzi alla lettura più lineare devono essere loro a dimostrare le loro tesi. Inoltre, proprio perché si parla della seconda venuta di Cristo, il versetto dice: “Colui che è, che era e CHE VIENE, l'Onnipotente!”.
Altri, ancora più disperati, hanno tentato di negare l’equivalenza tra l’espressione “l’alfa e l’omega” e “il primo e l’ultimo”, quando non occorre certo aver fatto il liceo classico per capire che sono la stessa cosa. Ma è la Bibbia stessa a mostrarci che queste espressioni si equivalgono: “Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine.” (Ap 22,13)
Altra perla:
"chiunque invocherà il nome di Jhavè sarà salvato" (Gioele 3,5);
E cosa ritroviamo nel Nuovo Testamento?
Pietro parlando di Gesù afferma: “NON VI E’ INFATTI ALTRO NOME dato agli uomini sotto il cielo, nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati" (Atti 4,12)
E ancora:
“Io sono Jhavè; questo è il mio nome; e non darò la mia gloria ad un altro" Isaia 42,8
E Gesù afferma:
"il Padre non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre" (Giovanni 5,22-23)
Non occorre essere un genio per fare due più due.
“Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.” (Gv 10,11)
Eppure Gesù afferma anche: “Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.” (Mc 10,18 )
Ha detto di essere il buon pastore e poi ci viene a dire che nessun è buono se non Dio! Anche qui basta fare due più due. Il senso della risposta è volutamente paradossale: “
Se mi chiami buono, considerami Dio; nessuno infatti è buono, se non Dio solo" (Rivera)
Inoltre Gesù si può pregare proprio come Dio Padre: “Se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io la farò” (Gv 14,14)
Stefano, primo martire, mentre viene lapidato prega Gesù: “E così lapidavano Stefano mentre invocava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito»” (At 7,59)
“Parlando del Figlio dice: «Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo»”(Eb 1,8 )
L'autore della lettera agli Ebrei ci dice che Cristo deve essere adorato, e l'ha già citato Mario ma è interessante riprenderlo per un confronto con Matteo:
“Lo adorino tutti gli angeli di Dio”(Eb 1,6)
Qui "Paolo" applica a Cristo un passo che nel Sal 96,7 era riferito a YWHW.
Tutti devono adorare il Figlio come il Padre infatti come sopra ricordato la Bibbia insegna: “Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.” (Gv 5,23)
Eb 1,6 ci ha insegnato ad adorare Cristo, eppure Gesù nel deserto non aveva forse risposto a Satana: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto.” ? Anche qui, baste fare 2+2.
A ciò si aggiunge quanto già detto: perché il sinedrio accusa di bestemmia Gesù che si fa Figlio di Dio se per la comprensione dei TdG Gesù sarebbe banalmente il più amato ma non avrebbe invece una questo titolo è di una piattezza vtero-testamentaria assoluta?
Vogliamo vedere come i cristiani intepretavano le affermazioni di gesù contenute dei vangeli? E allora non rifacciamoci all'AT che nella parti citate dai tdG è un testo di secoli prima e che pergiunta neppure esisteva a quel tempo. Se vogliamo capire che cosa intesero i cristiani sentiamo i cristiani, altrimenti chiamiamoci Ebrei ed è finita.
Ecco cosa ci dice Ignazio di Antiochia, martirizzato nel 107 ca, che visse contemporanemente alla stesura dei 4 vangeli:
Non c'è che un solo medico, materiale e spirituale, generato e ingenerato,
fatto Dio in carne, vita vera nella morte, nato da Maria e da Dio, prima passibile poi impassibile, Gesù Cristo nostro Signore (Efesini VII)
Il nostro Dio, Gesù Cristo è stato portato nel seno di Maria, secondo l'economia di Dio, del seme di David e dello Spirito Santo (Efesini XVIII)
Gloria a
Gesù Cristo Dio che vi ha resi così saggi (Smirnesi I)
Niente di ciò che è visibile è buono.
Dio nostro Signore Gesù Cristo essendo nel Padre si riconosce maggiormente. Non è opera di persuasione ma di grandezza il cristianesimo, quando è odiato dal mondo. (Romani III,3)
Guardatevi dunque da questi. Ciò sarà possibile non gonfiandovi e non separandovi da
Dio Gesù Cristo, dal vescovo e dai precetti degli apostoli. (Tralliani VII,1)
Io trovo ridicolo che i tdG pretendano di saperne di più di un vescovo del I secolo sulla dottrina dei cristiani e sull'intepretazione che essi davano a Gesù, anche perché come sappiamo gli episkopoi erano nominati dagli apostoli quando fondavano una comunità, e qui non stiamo parlando di una comunità da 4 soldi ma del vescovo di Antiochia, una delle Chiese più importanti della cristianità e che in seguito farà pure parte della pentarchia. A quanto pare per i TdG nel I secolo la Chiesa di Antiochia era retta da un eretico. Follia...
Ma c'è di più, ad esempio la comprensione che i pagani hanno dei cristiani e di quello che predicavano.
Celso,ferocemente anticristiano, nel suo "Discorso vero" (175 ca), afferma: "e avendo quindi appreso alcune di quelle arti per cui gli egiziani sono celebri, ritornò dai suoi tutto fiero per le arti apprese, e grazie ad esse si proclamò da se stesso Dio"
Tra i cristiani Taziano, nel suo "Discorso ai Greci" (165 ca): "Non ci comportiamo da folli, o Greci, ne raccontiamo vuote favole quando annunciamo come Dio sia nato in forma umana"
Quindi non un uomo qualunque, la follia sta nel fatto che sia Dio in forma umana, e uomo e Dio sono predicati contradditori, da qui la pazzia imputata loro dai Greci.
Meditate...
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)