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Efesini 2:6, 7 e la "duplice speranza" dimenticata dalle chiese.

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    _Il Santo_
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    00 20/08/2008 17:21
    La traduzione CEI rende Ef 2:6,7 nel seguente modo:

    "Con lui ci ha anche resuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri (aiòsin) la straordinaria ricchezza della sua grazia."

    Qui la forma greca aiòsin che deriva da aiòn è tradotta "secoli futuri".

    Ma il lettore potrebbe essere sviato da questa traduzione e non afferrare il pieno intendimento di ciò che dice san Paolo. Perchè?

    Lo stesso termine lo ritroviamo in Efesini 1:21, ma lì la CEI lo traduce "secolo presente". Fatto interessante è il modo in cui è tradotto nella stessa versione in altri passi. Ad esempio in Ebrei 1:3 è tradotto "mondo".[/G]..."per mezzo del quale ha fatto anche il mondo(aiònas)"; ma in greco per "mondo" inteso come cosmo o universo c'è il termine kosmos, che qui non è presente.

    Ma andiamo avanti, Ebrei 1:3 ci dice che mediante la Parola di Dio, Cristo è stato creato il "mondo" secondo la traduzione CEI. La stessa traduzione in Ebrei 11:3 dice:

    "Per fede noi sappiamo che i mondi(aiònas) furono formati dalla parola di Dio". Notate che il termine greco aiòn reso secoli futuri in Efesini è qui tradotto "mondo" oppure "mondi".

    Lo stesso termine lo si ritrova in Luca 18:29, 30; e in Matteo 12:32 dove sono tradotti rispettivamente "tempo presente, tempo che verrà" e "questo secolo, secolo futuro".

    Lo stesso termine in Luca 20:34, 35 è riportato nella CEI come: questo mondo e altro mondo.

    Tornando ad Ef 2:6, 7 nella TNM si legge:

    "...e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù, affinchè nei sistemi di cose avvenire (plurare di aiòn) fosse dimostrata...." Questo secondo la TNM indica che ci saranno "sistemi di cose" o "stati di cose" (aiòsin) entro il globale "sistema di cose" (aiòn, singolare) futuro.

    La TNM traduce coerentemente questo termine greco preso in esame con sistema di cose o sistemi di cose.

    Come abbiamo visto la CEI usa molteplici varianti, fra cui però: mondo o mondi.

    Quindi se in Ef 2:6, 7 volessimo leggere la lezione "mondi futuri" invece di "secoli futuri" così come del resto fa la stessa CEI in Ebrei 11:3, questo indicherebbe che nel "mondo futuro" ovvero il Regno di Dio vi saranno "vari mondi", ovvero stati di cose.


    Questo è in armonia con l'insegnamento dei TDG riguardo la duplice speranza secondo la quale il Regno di Dio sarà formato da due mondi o stati di cose, uno celeste e l'altro terresrte. Idea fra l'altro sostenuta da Ireneo di Lione (santo cattolico del II secolo d.C.) in CONTRO LE ERESIE).

    Tutto ritorna in armonia con quanto insegna la Bibbia stessa riguardo a "nuovi cieli" e "nuova terra", che però insieme sono un solo nuovo mondo (Isaia 65:13, 17; II Pietro 3:13) e con quanto si legge in Ebrei 2:5 CEI:

    "...non certo agli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro del quale parliamo". C'è da notare che qui "mondo futuro" traduce il singolare femminile greco: oikoumènen che significa letteralmente: terra o circolo della terra. Se san Paolo avesse voluto semplicemente parlarci di "mondo" avrebbe usato kosmos.

    La TNM coerentemente traduce:

    "...la terra abitata avvenire della quale parliamo".

    Possiamo così giungere serenamente alla conclusione che quando gli apostoli parlavano del Regno di Dio si aspettavano un nuovo mondo o nuovo sistema di cose, formato da nuovi cieli (nuovo governo) e nuova terra (rinnovata umanità). Essi sapevano che quello era il proposito di Dio anche se non comprendevano a pieno cosa questo avrebbe significato (cnfr Luca 19:11 con Atti 1:6 e Atti 17:31 con I corinti 3:22 e 6:2).

    Nella successiva rivelazione data a Giovanni fu chiarito che il numero di coloro che sarebbe andato nei "nuovi cieli" era prestabilito a 144.000 e che sarebbe andato a regnare sul resto dell'umanità che avrebbe ereditato la vita eterna sulla Terra.

    - Riv 6:11; 14:1-4; 5:9, 10; Matteo 5:5; 6:9, 10.


    Ma alla fine del I secolo con la morte degli apostoli questa verità non fece tempo ad attecchire solidamente nelle comunità cristiane che come predetto da Cristo e dagli apostoli sarebbero cadute in un'era buia dominata dall'apostasia, fino a che Cristo avrebbe rifatto luce alla sua Parousìa (presenza e ritorno invisibile).
    [Modificato da _Il Santo_ 20/08/2008 17:25]
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    00 20/08/2008 18:58
    Re:
    _Il Santo_, 20/08/2008 17.21:

    La traduzione CEI rende Ef 2:6,7 nel seguente modo:

    "Con lui ci ha anche resuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri (aiòsin) la straordinaria ricchezza della sua grazia."

    Qui la forma greca aiòsin che deriva da aiòn è tradotta "secoli futuri".

    Ma il lettore potrebbe essere sviato da questa traduzione e non afferrare il pieno intendimento di ciò che dice san Paolo. Perchè?

    Lo stesso termine lo ritroviamo in Efesini 1:21, ma lì la CEI lo traduce "secolo presente". Fatto interessante è il modo in cui è tradotto nella stessa versione in altri passi. Ad esempio in Ebrei 1:3 è tradotto "mondo".[/G]..."per mezzo del quale ha fatto anche il mondo(aiònas)"; ma in greco per "mondo" inteso come cosmo o universo c'è il termine kosmos, che qui non è presente.

    Ma andiamo avanti, Ebrei 1:3 ci dice che mediante la Parola di Dio, Cristo è stato creato il "mondo" secondo la traduzione CEI. La stessa traduzione in Ebrei 11:3 dice:

    "Per fede noi sappiamo che i mondi(aiònas) furono formati dalla parola di Dio". Notate che il termine greco aiòn reso secoli futuri in Efesini è qui tradotto "mondo" oppure "mondi".

    Lo stesso termine lo si ritrova in Luca 18:29, 30; e in Matteo 12:32 dove sono tradotti rispettivamente "tempo presente, tempo che verrà" e "questo secolo, secolo futuro".

    Lo stesso termine in Luca 20:34, 35 è riportato nella CEI come: questo mondo e altro mondo.

    Tornando ad Ef 2:6, 7 nella TNM si legge:

    "...e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù, affinchè nei sistemi di cose avvenire (plurare di aiòn) fosse dimostrata...." Questo secondo la TNM indica che ci saranno "sistemi di cose" o "stati di cose" (aiòsin) entro il globale "sistema di cose" (aiòn, singolare) futuro.

    La TNM traduce coerentemente questo termine greco preso in esame con sistema di cose o sistemi di cose.

    Come abbiamo visto la CEI usa molteplici varianti, fra cui però: mondo o mondi.

    Quindi se in Ef 2:6, 7 volessimo leggere la lezione "mondi futuri" invece di "secoli futuri" così come del resto fa la stessa CEI in Ebrei 11:3, questo indicherebbe che nel "mondo futuro" ovvero il Regno di Dio vi saranno "vari mondi", ovvero stati di cose.


    Questo è in armonia con l'insegnamento dei TDG riguardo la duplice speranza secondo la quale il Regno di Dio sarà formato da due mondi o stati di cose, uno celeste e l'altro terresrte. Idea fra l'altro sostenuta da Ireneo di Lione (santo cattolico del II secolo d.C.) in CONTRO LE ERESIE).

    Tutto ritorna in armonia con quanto insegna la Bibbia stessa riguardo a "nuovi cieli" e "nuova terra", che però insieme sono un solo nuovo mondo (Isaia 65:13, 17; II Pietro 3:13) e con quanto si legge in Ebrei 2:5 CEI:

    "...non certo agli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro del quale parliamo". C'è da notare che qui "mondo futuro" traduce il singolare femminile greco: oikoumènen che significa letteralmente: terra o circolo della terra. Se san Paolo avesse voluto semplicemente parlarci di "mondo" avrebbe usato kosmos.

    La TNM coerentemente traduce:

    "...la terra abitata avvenire della quale parliamo".

    Possiamo così giungere serenamente alla conclusione che quando gli apostoli parlavano del Regno di Dio si aspettavano un nuovo mondo o nuovo sistema di cose, formato da nuovi cieli (nuovo governo) e nuova terra (rinnovata umanità). Essi sapevano che quello era il proposito di Dio anche se non comprendevano a pieno cosa questo avrebbe significato (cnfr Luca 19:11 con Atti 1:6 e Atti 17:31 con I corinti 3:22 e 6:2).

    Nella successiva rivelazione data a Giovanni fu chiarito che il numero di coloro che sarebbe andato nei "nuovi cieli" era prestabilito a 144.000 e che sarebbe andato a regnare sul resto dell'umanità che avrebbe ereditato la vita eterna sulla Terra.

    - Riv 6:11; 14:1-4; 5:9, 10; Matteo 5:5; 6:9, 10.


    Ma alla fine del I secolo con la morte degli apostoli questa verità non fece tempo ad attecchire solidamente nelle comunità cristiane che come predetto da Cristo e dagli apostoli sarebbero cadute in un'era buia dominata dall'apostasia, fino a che Cristo avrebbe rifatto luce alla sua Parousìa (presenza e ritorno invisibile).



    Mamma mia che accozzaglia di inesattezze per giungere ad una dottrina non biblica...
    Tradurre un termine sempre e solo allo stesso modo è da ignoranti e non tiene conto delle svariate sfumature che un singolo termine porta con se...
    "Sistema di cose" non esiste in italiano, non l'ho mai sentito in giro se non dai tdg, i quali hanno fondato un nuovo dizionario personale basato sulla tnm e le sue bizzarrie traduttive...

    Per farti degli esempi prenderò i primi dizionari che ho a disposizione sulla parola che hai preso in esame ovvero aionos:
    Friberg:
    "epoca, il tempo, l'età; (1) come un segmento del ciclo di vita contemporanea, tempo, era presente, l'età (LU 16,8); (2) del tempo passato, passato, primi tempi (LU 1,70); (3) di tepo prolungato e senza limiti, eternità (1T 1,17); (4) di tempo futuro l'eternità, l'età a venire (LU 20.35)... (5) plurale, come un concetto spaziale, della creazione, di avere un inizio e andare avanti a lungo, ma un periodo di tempo limitato, universo, mondo (SE 1,2; 9,26; 11,3)"


    Liddle Scott:
    "un periodo di esistenza: 1. la durata della vita, vita, Hom. e Att. Poeti. 2. un' età, generazione, Aesch.; o `me, llwn aivw, n posterità, Dem. 3. un lungo spazio di tempo, l'età, avpV aivw / noj del passato, per età, Hes., NT; to.n div aivw / noj CRO, per sempre 4. un preciso lasso di tempo, un'epoca, epoca, età, periodo, o `-o aivw.n Toj questo mondo attuale"

    LouW Nida:
    era (b) universo 1.2 (c) sistema mondiale 41.38 (1) tempo fa 67,25 (2)(3)(4) da tutti i tempi 67.133 (5) (6)per sempre (7) potere soprannaturale 12.44 (8) o `qeo.j tou / aivw / noj tou, tou il diavolo 12.24 (9) persone non religiose (10) eternamente 67.87 (11) per sempre

    Mi fermo qui...
    Alla luce delle definizioni di questi dizionari, chi ha tradotto più fedelmente?

    Saluti
    Mario

    "Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
    Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
    Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
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    (Mario70)
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    00 20/08/2008 22:28
    P.S.
    oikoumenen alla lettera non significa terra o circolo della terra come ha iscritto tu, ma "terra abitata" il Thayer approfondisce il discorso in questo modo:

    "1. la terra abitata; A. per i greci, spesso la parte della terra abitata dai Greci, in distinzione dalle terre dei barbari, cfr. Passow, ii, pag. 415a; (Liddell e Scott, sotto la parola, I...
    Luca 2:1. C. tutta la terra abitata, il mondo (in (Hyperides, eux. 42 (probabilmente Liddell e Scott)) Settanta per lbeTe e # r, a,): Luca 4:5; 21:26; Atti 24:5; Rm . 10:18; Rev 16:14; Eb. 1:6 (PA / h »sa oivkoume, NH, Giuseppe Flavio, BJ 7, 3, 3); o [lh | h» oivkoume, NH, Matt. 24:14; At 11,28 (nello stesso senso Giuseppe Flavio, Antichità 8, 13, 4 PA / sa h »oivkoume, NH, cf. Bleek, Erklär. D. primi tre Evv. I., p. 68); di metonimia, gli abitanti della terra, gli uomini: Atti 17:6,31 (Sal 9,9); 19:27; oivkoume h », NH o [lh |, tutti gli uomini, Rev 3:10; 12: 9. 2. l'universo, il mondo"

    In greco non esiste solo kosmos per definire il mondo, sia oionos che oikoumenen possono intendere la stessa cosa, che poi sia sottolineato il "futuro" si evince dal contesto, è una traduzione ovvia, oikoumenen evidenzia quella parte del mondo popolata da persone, se poi vogliamo cogliere la sfumatura che aveva presso i greci, capiremmo meglio che si intende persone che condividranno gli stessi ideali.
    [Modificato da (Mario70) 20/08/2008 22:29]

    "Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
    Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
    Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
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    _Il Santo_
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    00 21/08/2008 09:42
    A proposito del significato di aiòn, un’opera di consultazione dice: “Come [kòsmos, mondo] questo [aiòn] ha un significato principale e concreto, e poi, oltre a questo, un significato secondario ed etico. Nel [significato] principale, indica un tempo, breve o lungo, nella sua durata ininterrotta; . . . ma essenzialmente il tempo come condizione in cui tutte le cose create esistono, e la misura della loro esistenza . . . Pertanto, dal significato di tempo passa ora a significare tutto ciò che esiste nel mondo e che è soggetto al tempo; . . . e quindi, più sotto il profilo etico, il corso e la tendenza degli affari di questo mondo”. A sostegno di quest’ultimo significato viene citata la definizione dello studioso tedesco C. L. W. Grimm: “La totalità di ciò che si manifesta esteriormente nel corso del tempo”. — R. C. Trench, Synonyms of the New Testament, Londra, 1961, pp. 202, 203.

    Il significato fondamentale di aiòn è dunque “epoca” o “periodo di esistenza”, e nelle Scritture spesso indica un lungo arco di tempo (At 3:21; 15:18), come pure un periodo di tempo senza fine, cioè l’eternità. (Mr 3:29; 11:14; Eb 13:8) Qui invece esaminiamo il significato del termine indicato nell’ultima parte della definizione citata nel paragrafo precedente.

    Per capire meglio questo significato, può essere utile ricordare certi usi dei termini “età”, “era” ed “epoca” in italiano. Si può parlare di età, era o epoca nel senso di periodo di tempo della storia contrassegnato da determinati sviluppi o dal corso degli avvenimenti, o caratterizzato da qualche personaggio preminente o da uno o più aspetti tipici. Si può parlare di “età delle esplorazioni” per indicare l’epoca di Colombo, Magellano, Cook e altri esploratori marittimi, di “epoca vittoriana” o, più recentemente, di “era spaziale”. In ogni caso la cosa importante non è tanto il periodo di tempo in se stesso ma l’aspetto o gli aspetti che lo distinguono o lo caratterizzano. Questi aspetti determinano o segnano l’inizio, la durata e la fine del periodo stesso. A prescindere da essi, sarebbe solo un periodo di tempo, non un’epoca, era o età particolare.

    Fra le definizioni di aiòn elencate dai lessicografi troviamo: “arco di tempo chiaramente definito e contrassegnato, epoca, età”. (H. G. Liddell e R. Scott, A Greek-English Lexicon, riveduto da H. S. Jones, Oxford, 1968, p. 45) E anche: “un’età, un’era . . . indica un periodo di durata indefinita, o un tempo visto in relazione a ciò che avviene in quel periodo”. — Vine’s Expository Dictionary of Old and New Testament Words, 1981, vol. 1, p. 41.

    Per questa ragione, in un particolare versetto in cui il pensiero dominante è costituito dagli aspetti che caratterizzano un periodo più che dall’elemento tempo, aiòn può giustamente essere reso “sistema di cose” o “stato”. La correttezza di questa traduzione è illustrata in Galati 1:4, dove l’apostolo scrive: “Egli diede se stesso per i nostri peccati, per liberarci dal presente sistema di cose [forma di aiòn] malvagio secondo la volontà del nostro Dio e Padre”. Alcune traduzioni in questo caso rendono aiòn “secolo”, ma è evidente che il sacrificio di riscatto di Cristo non servì per liberare i cristiani da un secolo o arco di tempo, poiché continuarono a vivere nella stessa epoca come il resto dell’umanità. Tuttavia furono liberati dallo stato o sistema di cose esistente in quel periodo e che lo caratterizzava. — Cfr. Tit 2:11-14.
    Ai cristiani di Roma l’apostolo scrisse: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente”. (Ro 12:2) A stabilire la moda, il tipo o modello di vita per la gente dell’epoca non era il periodo di tempo in se stesso, ma le norme, le abitudini, le maniere, le usanze, le vedute, gli stili e altri aspetti che caratterizzavano quel periodo di tempo. In Efesini 2:1, 2 l’apostolo dice a proposito di coloro a cui scrive: “[Eravate] morti nei vostri falli e nei vostri peccati, nei quali un tempo camminaste secondo il sistema di cose [“alla maniera”, CEI; “secondo la norma”, Con; “seguendo il corso”, RS] di questo mondo”. Nel commento a questo versetto, un’opera di consultazione indica che il tempo non è l’unico o il principale fattore qui espresso da aiòn. A sostegno della traduzione di aiòn col termine “corso”, dice: “Questo vocabolo rende i tre concetti di tenore, sviluppo e durata limitata. Il corso di un mondo che è malvagio è pure malvagio, e vivere in armonia con esso significa vivere in trasgressioni e peccati”. — The Expositor’s Greek Testament, a cura di W. R. Nicoll, 1967, vol. III, pp. 283.

    Epoche, stati, sistemi di cose. Sono esistiti, esistono o esisteranno diversi sistemi di cose, o prevalenti stati di cose. Quelli portati all’esistenza da Dio per mezzo di suo Figlio sono ovviamente sistemi di cose giusti.

    Per esempio, mediante il patto della Legge Dio introdusse quella che qualcuno potrebbe definire l’epoca ebraica o israelitica. Ma ancora una volta ciò che distinse quel periodo storico (per quanto riguarda i rapporti di Dio col genere umano) furono lo stato di cose e gli aspetti caratteristici prodotti dal patto della Legge. Fra quegli aspetti c’erano un sacerdozio, un sistema di sacrifici e regole dietetiche, e di adorazione presso il tabernacolo e il tempio, con feste e sabati, tutte cose che costituivano ombre e tipi profetici, e anche un sistema nazionale che ebbe poi un re umano. Tuttavia, quando Dio predisse un nuovo patto (Ger 31:31-34), il vecchio patto diventò in un certo senso antiquato, anche se Dio permise che rimanesse in vigore ancora per alcuni secoli. (Eb 8:13) Quindi nel 33 E.V. Dio pose in effetti fine al patto della Legge inchiodandolo al palo di tortura del Figlio. — Col 2:13-17.

    Proprio per questo Ebrei 9:26 dice che Cristo “si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”. Nondimeno gli aspetti caratteristici di quell’epoca non giunsero alla loro fine completa che nel 70 E.V., quando Gerusalemme e il suo tempio furono distrutti, e il popolo ebraico venne disperso. Questo avvenimento infausto pose fine per sempre all’adorazione presso il tempio, ai sacrifici e al sacerdozio ebraico prescritti nella Legge — benché l’ultima roccaforte giudea (Masada) sia stata espugnata dai romani tre anni dopo, cioè nel 73 E.V. — e pose fine anche al sistema nazionale ebraico stabilito da Dio. Fu senza dubbio per questo che l’apostolo, parecchi anni dopo la morte di Cristo, ma prima della distruzione di Gerusalemme ad opera dei romani, poté riferirsi a certi episodi della storia di Israele e dire: “Ora queste cose accadevano loro come esempi, e furono scritte per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. — 1Co 10:11; cfr. Mt 24:3; 1Pt 4:7.

    Mediante il suo sacrificio di riscatto e il nuovo patto da esso convalidato, Gesù Cristo fu impiegato da Dio per introdurre un sistema di cose diverso, che riguardava principalmente la congregazione dei cristiani unti. (Eb 8:7-13) Questo segnò l’inizio di una nuova epoca, caratterizzata dalle realtà prefigurate dal patto della Legge. Introdusse un ministero di riconciliazione, una più intensa attività dello spirito santo di Dio, l’adorazione per mezzo di un tempio spirituale con sacrifici spirituali (1Pt 2:5) invece di un tempio letterale e sacrifici animali; e introdusse rivelazioni del proposito di Dio e una relazione con Dio che significava un nuovo modo di vivere per quelli inclusi nel nuovo patto. Tutti questi aspetti hanno caratterizzato il sistema di cose introdotto da Cristo.

    Epoca o sistema di cose ingiusto. Quando Paolo scrivendo a Timoteo menzionò quelli che erano “ricchi nel presente sistema di cose”, senza dubbio non intendeva l’epoca o il sistema di cose ebraico, poiché nel suo ministero Timoteo aveva a che fare non solo con cristiani ebrei ma anche con molti cristiani gentili, e la ricchezza di alcuni di quei cristiani gentili probabilmente non aveva nulla a che fare col sistema di cose ebraico. (1Tm 6:17) Similmente nel dire che Dema l’aveva abbandonato “perché [aveva] amato il presente sistema di cose”, Paolo non voleva certo dire che Dema avesse amato il sistema di cose ebraico, ma piuttosto il prevalente stato di cose del mondo in generale e il modo di vivere mondano. — 2Tm 4:10; cfr. Mt 13:22.

    L’aiòn, o sistema di cose, mondiale esisteva anche prima dell’introduzione del patto della Legge; continuò a esistere contemporaneamente all’aiòn di quel patto, e anche dopo la fine dell’aiòn, o stato di cose, introdotto da quel patto. L’aiòn mondiale ebbe evidentemente inizio qualche tempo dopo il Diluvio, quando si affermò un modo di vivere ingiusto, caratterizzato dal peccato e dalla ribellione contro Dio e la sua volontà. Perciò Paolo poté parlare di un “iddio di questo sistema di cose” che aveva accecato la mente degli increduli, riferendosi evidentemente a Satana il Diavolo. (2Co 4:4; cfr. Gv 12:31). Il dominio e l’influenza di Satana hanno infatti modellato l’aiòn mondiale e sono responsabili delle caratteristiche e dello spirito che lo distinguono. (Cfr. Ef 2:1, 2). Un commento su Romani 12:2 dice: “Anche l’apparente o superficiale conformità a un sistema dominato da uno spirito del genere, e tanto più l’adottarne effettivamente i modi, sarebbe fatale alla vita cristiana”. (The Expositor’s Greek Testament, cit., vol. II, p. 688) Tale aiòn mondiale doveva continuare ancora per molto tempo dopo i giorni degli apostoli.

    Per esempio, in Matteo 13:37-43, spiegando la parabola del seminatore, Gesù disse che “il campo è il mondo [kòsmos]; . . . La mietitura è il termine di un sistema di cose [forma di aiòn] . . . Perciò, come le zizzanie sono raccolte e bruciate col fuoco, così avverrà al termine del sistema di cose”. Alcune traduzioni italiane, come quella della CEI, in questi versetti usano “mondo” per tradurre sia kòsmos che aiòn. È chiaro però che l’agricoltore dell’illustrazione non dà fuoco al “campo”, che rappresenta il “mondo”, ma solo alle zizzanie. Quindi ciò che ha fine o ‘termina’ non è il “mondo [kòsmos]” ma il “sistema di cose” (aiòn). La Versione Riveduta (1925) traduce questi versetti come segue: “Il campo è il mondo, . . . la mietitura è la fine dell’età presente; . . . così avverrà alla fine dell’età presente”. E nella nota in calce spiega: “Letteralmente: il compimento dell’evo; vale a dire, nel linguaggio del tempo: la fine dell’economia presente”.

    Gesù spiegò che il grano rappresentava i veri cristiani unti, i discepoli leali, mentre le zizzanie rappresentavano i cristiani finti. Quindi il termine del sistema di cose, qui raffigurato dalla mietitura, non poteva in questo caso riferirsi al termine del sistema di cose ebraico, né al termine dell’“età” o “economia” in cui il “grano” e le “zizzanie” sarebbero cresciuti insieme indisturbati, ma si deve riferire alla fine dello stesso sistema di cose menzionato poi dall’apostolo, cioè il “presente sistema di cose” caratterizzato dalla dominazione satanica. (1Tm 6:17) Lo stesso dicasi dell’altra illustrazione di Gesù relativa alla rete e alla separazione del pesce, che descrive come “sarà al termine del sistema di cose: gli angeli usciranno e separeranno i malvagi di mezzo ai giusti”. (Mt 13:47-50) I discepoli senza dubbio avevano bene in mente queste espressioni di Gesù quando qualche tempo dopo chiesero ‘quale sarebbe stato il segno della sua presenza e del termine del sistema di cose’. (Mt 24:3) Anche la promessa di Gesù di essere con loro nell’opera di fare discepoli fino al termine del sistema di cose doveva riferirsi al termine dello stato di cose risultante dalla dominazione satanica. — Mt 28:19, 20.

    Altri esempi di versetti in cui aiòn si riferisce a questo malvagio sistema di cose sono Luca 16:8; 1 Corinti 1:20; 2:6, 8; 3:18; Efesini 1:21.

    Il sistema di cose avvenire. In Matteo 12:32 sono riportate le parole di Gesù secondo le quali chiunque parli contro lo spirito santo non sarà perdonato “né in questo sistema di cose né in quello avvenire”. Questo potrebbe essere inteso come un riferimento al sistema di cose ebraico e al sistema di cose allora futuro che Cristo avrebbe introdotto mediante il nuovo patto. Ma ci sono motivi per ritenere che Gesù si riferisse al presente sistema di cose malvagio e a un sistema di cose che sarebbe stato introdotto al termine di questo sistema di cose malvagio. Si riferiva a questo stesso stato di cose futuro quando promise che chi avesse lasciato casa e famiglia per amore del Regno di Dio avrebbe ottenuto “molte volte tanto in questo periodo di tempo [forma di kairòs, “tempo fissato”], e nel sistema di cose [forma di aiòn] avvenire la vita eterna”. (Lu 18:29, 30) Questo sistema di cose avvenire avrebbe inoltre contrassegnato il periodo di tempo in cui alcuni avrebbero avuto una risurrezione che avrebbe dato loro l’opportunità di essere annoverati fra i figli di Dio. (Lu 20:34, 35) Il plurale di aiòn viene usato in Efesini 2:7 a proposito dei “sistemi di cose avvenire” nei quali i cristiani unti avrebbero avuto una straordinaria dimostrazione dell’immeritata benignità di Dio verso di loro “unitamente a Cristo Gesù”. (Cfr. Ef 1:18-23; Eb 6:4, 5). Questo indica che ci saranno sistemi di cose, o stati di cose, entro il globale “sistema di cose avvenire”, proprio come il sistema di cose sotto il patto della Legge includeva, come è già stato spiegato, sistemi interdipendenti contemporanei.

    Dio ‘pone in ordine’ i “sistemi di cose”. In Ebrei 11:3 si legge: “Per fede comprendiamo che i sistemi di cose [pl. di aiòn] furono posti in ordine dalla parola di Dio, per cui ciò che si vede è sorto da cose che non appaiono”. Molti ritengono che l’uso del plurale di aiòn in Ebrei 1:2 vada inteso in modo analogo; questo versetto dice che Geova parlò per mezzo di suo Figlio, Gesù Cristo, “che ha costituito erede di tutte le cose e mediante il quale fece i sistemi di cose”. Il particolare significato del termine greco aiòn in questi due versetti è stato inteso in vari modi.

    Un modo è quello di ritenere che il termine greco si riferisca agli aspetti particolari o caratteristici di un periodo di tempo. In Ebrei, capitolo 11, lo scrittore ispirato considera come, mediante la fede, “ebbero testimonianza gli uomini dei tempi antichi” (v. 2). Poi, nelle parole successive, fa esempi di uomini fedeli dell’era prediluviana, dell’epoca dei patriarchi e del periodo in cui Israele godeva di una relazione di patto con Dio. Durante tutti quei diversi periodi, e mediante gli sviluppi provocati, prodotti e portati a termine nel corso di essi, Dio attuava il suo proposito di eliminare la ribellione e provvedere agli esseri umani meritevoli il modo per riconciliarsi con lui mediante successivi “sistemi di cose”. Perciò quegli uomini dell’antichità dovettero avere, ed ebbero, fede che l’invisibile Iddio stava veramente dirigendo le cose in modo ordinato. Essi credevano che Dio era l’invisibile Produttore dei vari sistemi di cose e che la meta a cui aspiravano, “l’adempimento della promessa”, sarebbe stata assolutamente sicura al tempo da lui stabilito. Per fede attendevano gli ulteriori sviluppi del proposito di Dio, che includevano i sistemi di cose prodotti dal nuovo patto basato sul sacrificio di Gesù. — Eb 11:39, 40; 12:1, 18-28.

    Un altro modo di intendere l’uso di aiòn in Ebrei 1:2 e 11:3 è che aiòn sia equivalente a kòsmos nel senso di mondo o universo, il complesso delle cose create fra cui il sole, la luna, le stelle e la terra stessa. Questa ipotesi è senz’altro avvalorata dalla dichiarazione di Ebrei 11:3 secondo la quale “ciò che si vede è sorto da cose che non appaiono”. Questo versetto potrebbe anche essere considerato un riferimento alla descrizione della creazione contenuta in Genesi, che potrebbe per logica precedere i riferimenti di Paolo ad Abele (v. 4), Enoc (vv. 5, 6) e Noè (v. 7). Quindi Paolo potrebbe avere ampliato l’argomento a sostegno della sua definizione della fede facendo riferimento all’esistenza dell’universo — inclusi sole, luna e stelle — come chiara prova che c’è un Creatore. — Cfr. Ro 1:20.
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    _Il Santo_
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    00 21/08/2008 09:51
    Un nuovo mondo non è affatto un sogno: è una speranza concreta! Gesù Cristo, il Fondatore del cristianesimo, sapeva che questo non è il migliore dei mondi possibili. Insegnò che la terra sarebbe stata ereditata da persone d’indole mite e che su di essa si sarebbe fatta la volontà di Dio. (Matteo 5:5; 6:9, 10) Sia lui che i suoi discepoli sapevano che questo mondo è in mano al nemico di Dio, Satana il Diavolo, e che è proprio questo il motivo principale dei tanti guai dell’umanità. (Giovanni 12:31; 2 Corinti 4:4; 1 Giovanni 5:19; Rivelazione [Apocalisse] 12:12) Gli ebrei fedeli attendevano il giorno in cui Dio avrebbe liberato definitivamente la terra da guerre, dolori e infermità, allo scopo di farla abitare da una umanità pacifica e giusta. Analogamente, i cristiani del I secolo aspettavano con fiducia che il mondo attuale venisse sostituito da un nuovo sistema di cose, “nuovi cieli e nuova terra”. — 2 Pietro 3:13; Salmo 37:11; 46:8, 9; Isaia 25:8; 33:24; 45:18; Rivelazione 21:1.

    Gesù Cristo ribadì la promessa di un mondo migliore quando, appeso al palo di tortura, ne parlò a un malfattore che aveva manifestato una certa fede in lui. Gli disse: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:40-43) Cosa capì il malfattore da quelle parole? Gesù voleva forse dire che in quello stesso giorno il malfattore sarebbe ‘stato con lui’ in cielo, come lascerebbero intendere certe traduzioni bibliche cattoliche e protestanti? No, Gesù non voleva dire questo, visto che, dopo la sua risurrezione, disse a Maria Maddalena di ‘non essere ancora asceso al Padre’. (Giovanni 20:11-18) Nemmeno gli apostoli, che avevano ascoltato Gesù per tre anni e mezzo, prima della Pentecoste del 33 E.V. pensavano a un paradiso celeste. (Atti 1:6-11) Quel malfattore capì quello che avrebbe capito la stragrande maggioranza degli ebrei di allora: Gesù stava promettendo un mondo avvenire migliore su una terra paradisiaca. Uno studioso tedesco ammette: “L’insegnamento della retribuzione nell’aldilà non ha alcuno spazio nell’Antico Testamento”. — Erich Weidinger, Gli Apocrifi, trad. di E. Jucci, Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 1992, pagina 22.

    Che ci sarà un paradiso sulla nostra terra lo attesta anche l’apostolo Paolo nella sua lettera agli Ebrei. Incoraggiando i suoi compagni di fede a non ‘trascurare la grande salvezza che cominciò ad essere annunciata mediante Cristo Gesù’, Paolo afferma che Geova Dio ha dato a Gesù autorità sulla “terra abitata [greco: oikoumène] avvenire”. (Ebrei 2:3, 5) Nelle Scritture Greche Cristiane il termine oikoumène si riferisce sempre alla nostra terra in quanto popolata da esseri umani, e non a un mondo celeste. (Confronta Matteo 24:14; Luca 2:1; 21:26; Atti 17:31). Il Regno di Dio retto da Cristo Gesù eserciterà perciò il dominio sulla terra abitata. Davvero un luogo ideale in cui vivere!
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    00 21/08/2008 10:55
    Re:

    Possiamo così giungere serenamente alla conclusione che quando gli apostoli parlavano del Regno di Dio si aspettavano un nuovo mondo o nuovo sistema di cose, formato da nuovi cieli (nuovo governo) e nuova terra (rinnovata umanità). Essi sapevano che quello era il proposito di Dio anche se non comprendevano a pieno cosa questo avrebbe significato (cnfr Luca 19:11 con Atti 1:6 e Atti 17:31 con I corinti 3:22 e 6:2).

    Nella successiva rivelazione data a Giovanni fu chiarito che il numero di coloro che sarebbe andato nei "nuovi cieli" era prestabilito a 144.000 e che sarebbe andato a regnare sul resto dell'umanità che avrebbe ereditato la vita eterna sulla Terra.

    - Riv 6:11; 14:1-4; 5:9, 10; Matteo 5:5; 6:9, 10.




    Credo che sia necessaria una premessa , che devi rispondere al tuo interlocutore e non fare solo proselitismo .. detto questo vorrei cimentarmi anche io non conoscendo il greco ma abbastanza bene la questione biblica
    Lasciamo perdere chi traduce meglio o peggio perchè in questo forum abbiamo fatto decine di discussioni sulle traduzioni e vedrai che i tdg non ne sono usciti molto bene ..
    Allora ti chiedo come riesci a collegare l'apocalisse con il tuo semplice "nuova terra" e "nuovi cieli" visto che la maggioranza delle chiese crisitiane non danno un significato certo , mentre tu ti espremi con sicurezza ?
    Grazie


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    _Il Santo_
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    00 21/08/2008 11:00
    Io non rispondo a ex-TDG. Ora rispondo a te Presso....
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    00 21/08/2008 11:02
    (Rivelazione 11:15) 15 E il settimo angelo suonò la sua tromba. E vi furono alte voci in cielo, che dicevano: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”.


    Se il "regno del mondo" diviene di Cristo...cosa significa secondo te? Che il "mondo" è annientato o distrutto? Oppure che vi è un passaggio di governo?
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    00 21/08/2008 11:17
    Re:
    _Il Santo_, 21/08/2008 11.02:

    (Rivelazione 11:15) 15 E il settimo angelo suonò la sua tromba. E vi furono alte voci in cielo, che dicevano: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”.


    Se il "regno del mondo" diviene di Cristo...cosa significa secondo te? Che il "mondo" è annientato o distrutto? Oppure che vi è un passaggio di governo?



    No aspetta un attimo tu credi che perchè un verso dice alcune cose che poi andrebbero sviscerate dai per definitivo il governo del Cristo !!! ma tu hai letto completamente l'apocalisse ? dragoni , cavalli , almeno i 2/3 della terra verra distrutta da tempeste ,sia in cielo che in terra , miliardi di persone moriranno (se succede domani ) sigilli , l'apertura del libro segreto ecc..ecc.
    Non conosco il greco però ti chiedo coerenza
    Grazie



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    00 21/08/2008 11:19
    Re:
    _Il Santo_, 21/08/2008 11.00:

    Io non rispondo a ex-TDG. Ora rispondo a te Presso....



    Ascolta il Santo guarada che Mario è un Moderatore e preparato in greco , oltretutto perchè non dimostri di andare oltre , potreste andare oltre credo che sia da cristiano farlo [SM=x511438]


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