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Puro di cuore!

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2005 20:12
10/07/2005 18:40
 
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Caro Polymetis,

Fermo restando che come ti ho detto anche i TdG credono che i puri di cuore con cui parlava Gesù vedranno letteralmente Dio in persona volevo solo farti notare che la tua esegesi tesa a negare che questa espressione può indicare anche il vedere la completa manifestazione di Dio o del suo proposito ("Colui che fa divenire")è piuttoto debole

Ha detto che chi vede lui vede il Padre in un’altra occasione


Come vedi anche qui "vedere il Padre" non vuol dire necessariamente vederlo in senso letterale, per esempio in questo caso i discepoli pur osservando letteralmente Cristo quale non stavano "vedendo" la persona del Padre (su questo credo che concordi anche tu) ma piuttosto la sua manifestazione perfetta: "Nessun uomo ha mai visto Dio; l’unigenito dio che è nel[la posizione del] seno presso il Padre è colui che l’ha spiegato" (Gv 1:1[SM=g27989]. Quindi anche il "vedere Dio" può intendersi semplicemente con il vedere letteralmente la manifestazione di Dio, per esempio il suo Regno, che era poi il fulcro della predicazione di Cristo.

sulle Bibbie serie ovviamente, e non su quelle che aggiungono gli “anche”.


A dire il vero io leggo "anche" su Bibbia che ritengo di tutto rispetto come la PIB, Martini e Ricciotti oltre che in versetti molto simili, come quelli di Giovanni 8:19 e 14:7.

Gesù parla di escatologia, non del presente. Descrivere cosa stava accadendo in quel momento non era rilevante, stava parlando del futuro


Può essere, ma sembra strano che proponga ai puri di cuore come una prospettiva futura qualcosa che avevano sotto gli occhi in quel momento. E se pure era un discorso escatologico stupisce il fatto che qui Cristo neghi decisamente di essere Dio.

D'altronde lo se stesso Cristo avrebbe visto Dio al suo cospetto come poteva essere Dio? In Ebrei 9:24 Paolo [SM=g27994]m6: scrive: "Poiché Cristo entrò non in un luogo santo fatto con mani, che è una copia della realtà, ma nel cielo stesso, per comparire ora dinanzi alla persona [prosopon] di Dio per noi".

Cristo era il Figlio di Dio…. restate nel vostro vetero-tesamentarismo se vi pare.


Era Figlio di Dio, non c'è dubbio, ma era anche un ebreo della discendenza di Davide e che nel sermone del monte parlava ad ebrei, non puoi prescindere la questo dato fondamentale se vuoi fare dell'esegesi seria. Per esempio la stessa espressione "Figlio di Dio" non è greca ma ebraica, in tale orizzonte culturale e semantico devi leggerla.

Hai davvero bisogno di leggerti qualche libro della cosiddetta “scuola di Gerusalemme”, Flusser ecc.

Posso dirti che non condivido le sue tesi come anche tutte le altre tesi che tentano di dare alla missione di Cristo una origine storica nelle idee del giudaismo, dei circoli essenici e così via. La missione di Cristo è soprannaturale.

Non ho tempo per discutere di queste fantasie inventate nel 1935.

Non si tratta di fantasie, si tratta dello spirito santo che ha illumna il popolo di Dio facendo divenire abbondante la conoscenza nel tempo della fine. Per questo sia Dio sempre lodato per i secoli dei secoli, amen!

Ciao fdetr

[Modificato da barnabino 10/07/2005 18.59]

11/07/2005 17:57
 
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“Come vedi anche qui "vedere il Padre" non vuol dire necessariamente vederlo in senso letterale, per esempio in questo caso i discepoli pur osservando letteralmente Cristo quale non stavano "vedendo" la persona del Padre (su questo credo che concordi anche tu)”

Io sono di tutt’altra idea, senza per questo essere modalista. Giacché Cristo è l’impronta della sostanza del Padre (Eb 1,3), come dice lo pseudo-Paolo, il figlio e il Padre hanno un’unità sostanziale. Ecco perché sono distinti ma non divisi. E’ impossibile vedere Cristo senza vedere in lui la sostanza del Padre.

“ma piuttosto la sua manifestazione perfetta: "Nessun uomo ha mai visto Dio; l’unigenito dio che è nel[la posizione del] seno presso il Padre è colui che l’ha spiegato" (Gv 1:1[SM=g27989].”

Sono di tutt’altro avviso su questo passo, che gioca ovviamente su una coppia antitetica. Dio nessuno l’ha mai visto fino all’arrivo di Cristo che l’ha mostrato, infatti facendosi vedere ha fatto vedere Dio. E’ molto interessante l’etimologia exegheomai, che significa anche “spiegare” come traduce la TNM, ma letteralmente vuol dire “condurre fuori”. Si capisce così anche l’origine del significato “spiegare”, in quanto per spiegare una cosa la devi tirarla fuori e mostrarla. Ecco per l’ennesima volta la dimostrazione che per fare esegesi occorre leggere i testi originali, tradurre è tradire. “Dio nessuno l’ha visto mai. L’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.

“Quindi anche il "vedere Dio" può intendersi semplicemente con il vedere letteralmente la manifestazione di Dio”

Non vedo perché, è vero anche il senso letterale. Nessuno aveva mai visto Dio letteralmente.

“A dire il vero io leggo "anche" su Bibbia che ritengo di tutto rispetto come la PIB, Martini e Ricciotti”

Di Martini e Riccioti non ce ne facciamo nulla perché non sono tradotte dal greco, per questo riguarda la versione PIB del 1923 sarei curioso di vedere il testo, fermo restando che se cinquecento Bibbie traducono in un modo e solo una manciata in un altro, questo non fa diventare la traduzione alternativa automaticamente giusta… bisogna rifarsi al testo greco, e all’inesorabile assenza di un kaì.

“in versetti molto simili, come quelli di Giovanni 8:19 e 14:7.”

Infatti dove non c’è il kaì non si traduce l’inesistente, dove c’è invece si traduce. Vi manca la logica dell’et-et.

“Può essere, ma sembra strano che proponga ai puri di cuore come una prospettiva futura qualcosa che avevano sotto gli occhi in quel momento.”

Stava parlando solo del futuro, o, meglio, i redattori stavano dicendo ai loro lettori cosa sarebbe avvenuto nel futuro. Doveva mettersi a fare digressioni per il presente? Per non parlare del fatto che la Bibbia doveva essere letta anche dalle comunità che non avevano conosciuto Gesù, quindi era l’insegnamento escatologico quello che interessava all’agiografo.

“D'altronde lo se stesso Cristo avrebbe visto Dio al suo cospetto come poteva essere Dio”

Ancora questi giochetti? Non capirete mai la differenza tra Trinità e modalismo. Quando capirete che Gesù e il Padre per noi non sono la stessa persona avrete fatto dei progressi. Il Figlio sta al cospetto di Dio, il Padre sta al cospetto di Dio, ecc.

“Era Figlio di Dio, non c'è dubbio, ma era anche un ebreo della discendenza di Davide e che nel sermone del monte parlava ad ebrei, non puoi prescindere la questo dato fondamentale se vuoi fare dell'esegesi seria.”

Io non dimentico l’ebraismo, ma so anche che Cristo ne ha preso le distanze.

“Posso dirti che non condivido le sue tesi come anche tutte le altre tesi che tentano di dare alla missione di Cristo una origine storica nelle idee del giudaismo, dei circoli essenici e così via. La missione di Cristo è soprannaturale.”

Considerato che Flusser crede alla resurrezione di Cristo pur essendo ebreo le sue teorie non dovrebbero scioccarti più di tanto. Mette solo in luce le incredibili affinità col movimento farisaico. Gesù non era un fariseo, ma prende posizione all’interno delle loro dispute.

ad maiora
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(Κ. Καβάφης)
12/07/2005 00:23
 
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Caro Polymetis,


Giacché Cristo è l’impronta della sostanza del Padre (Eb 1,3), come dice lo pseudo-Paolo, il figlio e il Padre hanno un’unità sostanziale. Ecco perché sono distinti ma non divisi


Questo non toglie che i discepoli in quel momento non videro letteralemente il Padre in persona davanti a loro ma il "riflesso della sua gloria" o l'impronta del suo essere che era il Cristo. Come vedi qui "vedere" non indica necessaiamente vedere la persona del Padre ma la sua manifestazione.

Giovanni 1:18 non dice che con Cristo gli uomini hanno letteralmente visto Dio, tanto è vero che Giovanni parla al perfetto, e comunque Giovanni spiega che hanno solo visto la sua "spiegazione" che poi è il senso più ovvio del verbo exegheomai, il Bauer lo definisce con "mostrare in gran dettaglio, esporre" usato spesso in riferimento ai sacerdoti che impartivano informazioni circa i segreti divini. Se dunque indica rivelazione la indica nel senso che Cristo ci "ha detto (o mostrato) ogni cosa di lui" (Nida).

Nella LXX esegheomai traduce l'ebraico safar che ha il sesno certo di "narrare, raccontare", in Luca nei suoi cinque impieghi non conosce altra accezione e non si capisce perchè si debba tradurre con "rivelazione" in Giovanni, tanto più che se qui Giovanni faceva riferimento, come credono molti tuoi amici esegeti cattolici, a Siracide egli poteva avere in mente il versetto 43:31 dove è evdebnte il senso di "raccontare".

Secondo Ceslas Spicq LTNT p.533 (edizione francese) dice che "da nessuna parte exegeisthai significa "dare una rivelazione" ma piuttosto narrare, esporre, descrivere".

Anche in questo caso come vedi il senso di "vedere" o "non vedere" (mettila come vuoi) ho theos (che nel contesto del prologo è il Padre) non vuol dire vedere che letteralmente la persona del Padre fu visibile ma piuttosto che vedendo la persona del Cristo ed il suo insegnamento Cristo i discepoli (anche quelli vissuti dopo la morte di Cristo e che quindi non l'hanno visto letteralmente) possono vedere con chiarezza il mistero divino.


questo non fa diventare la traduzione alternativa automaticamente giusta… bisogna rifarsi al testo greco, e all’inesorabile assenza di un kaì.


Vuoi dire che fino a poco tempo fa la chiesa cattolica spacciava Bibbie "non serie" e "sbagliate"? [SM=g27994]m6: Nel testo greco "anche" c'è in alcuni manoscritti, per esempio nel P75, e comunque la TNM lo mette tra parentesi quadra, ovvero come una aggiunta esplcativa al testo.

Infatti dove non c’è il kaì non si traduce l’inesistente, dove c’è invece si traduce. Vi manca la logica dell’et-et.


Ma dai, che anche la CEI in tantissimi verseti aggiunge particelle esplicative, alla luce dei due versetti il senso è ovvio e il significato non cambia: chi ha visto me ha visto anche il Padre non è diverso da chi ha visto me ha visto il Padre, se ammettiamo che Padre e Figlio sono due persone diverse.

Doveva mettersi a fare digressioni per il presente? Per non parlare del fatto che la Bibbia doveva essere letta anche dalle comunità che non avevano conosciuto Gesù, quindi era l’insegnamento escatologico quello che interessava all’agiografo


Fatto sta che in quel momento Cristo nega decisamente di essere Dio, e lo stesso Matteo, che è l'unico a riportare questa frase ebreo, forse in polemica con gli ebrei, nega che in Gesù si fosse visto o riconosciuto Dio sulla terra. E questo, secondo i critici, negli anni 80-90. A me pare illuminante.

Quando capirete che Gesù e il Padre per noi non sono la stessa persona avrete fatto dei progressi. Il Figlio sta al cospetto di Dio, il Padre sta al cospetto di Dio, ecc.


Qui Paolo dice che si è presentato (non dice che stava) davanti alla persona (faccia, presenza) di Dio, se Gesù è Dio come ha fatto a presentarsi davanti a se stesso con il valore del suo sacrificio? Il senso della scrittura è ovvio per un ebreo: il Figlio si è presentato davanti alla persona di ho theos (il Padre e non una trinità) proprio come il sommo sacerdote portava alla simbolica presenza di Geova il sangue del sacrificio nel giorno di espiazione. Il sommo sacerdote non era la stessa pesona di Dio, non è vero? Non c'era bisogno di Agostino per capire una cosa tanto semplice.

Io non dimentico l’ebraismo, ma so anche che Cristo ne ha preso le distanze.


Quando, di grazia? Gesù rimase ebreo fino alla morte, egli prese le distanze dal giudaismo e non dall'ebraismo. Ma qui come al solito tiri fuori discussioni che sono OFF TOPIC, questo argomento postalo nella sezione ebraica.

Considerato che Flusser crede alla resurrezione di Cristo pur essendo ebreo le sue teorie non dovrebbero scioccarti più di tanto


Non mi scioccano affatto, ho detto che non le condivido.

Ciao [SM=x511460]


12/07/2005 01:19
 
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“Questo non toglie che i discepoli in quel momento non videro letteralemente il Padre in persona davanti a loro ma il "riflesso della sua gloria" o l'impronta del suo essere che era il Cristo.”

Secondo me invece vedere il Figlio è come vedere il Padre in quanto sono la stessa sostanza, questione di esegesi di Eb 1,3.

“visto la sua "spiegazione" che poi è il senso più ovvio del verbo exegheomai”

I tuoi copia e incolla non mi interessano, mai negato che exegeomai voglia dire spiegare, ho solo fatto un’analisi etimologica. Quel verbo indica lo spiegare in quanto si mostra qualcosa portandolo fuori. EX-egehomai, non occorre un genio per vedere la derivazione. Ecco la differenza tra chi è dizionario dipendente e chi usa l’orecchio.

“Vuoi dire che fino a poco tempo fa la chiesa cattolica spacciava Bibbie "non serie" e "sbagliate"?”

Per i tempi andavano bene, semplicemente citarmi la Bibbia di Ricciotti è inutile per un discorso sul testo greco.

“Nel testo greco "anche" c'è in alcuni manoscritti”

E allora? Qualche edizione critica la forse messo nel testo principale?

“comunque la TNM lo mette tra parentesi quadra, ovvero come una aggiunta esplcativa al testo.”

Due cose della WTS che non ho mai capito. 1)Le parentesi quadre per le parole aggiunte: un’usanza demodé che va bene solo per chi crede alle traduzioni letterali.
2) Il fare “aggiunte esplicative” dove il testo è chiarissimo.

“Ma dai, che anche la CEI in tantissimi verseti aggiunge particelle esplicative”

Solo dove non cambia il senso. Inoltre non è, e non vuole essere, una traduzione letterale, quindi deve badare ad essere scorrevole.

“chi ha visto me ha visto anche il Padre non è diverso da chi ha visto me ha visto il Padre, se ammettiamo che Padre e Figlio sono due persone diverse.”

Come già detto l’anche può starci o non starci, semplicemente quando c’è Dio vuol sottolineare una cosa, mentre nei passi paralleli dove non c’è Dio vuole indicarci qualcos’altro. In questo passo l’agiografo vuole sottolineare che le persone della Trinità sono una nell’altra. Distinte ma non separate.

“Fatto sta che in quel momento Cristo nega decisamente di essere Dio”ù

Dove prego? Io leggo: beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Il che è vero. Alla fine del mondo i puri di cuore vedranno Dio, ciò implica qualcosa circa quel che accade nel presente? No, visto che Matteo non stava parlando del presente e che il discorso della montagna non è mai avvenuto quindi Gesù non aveva davanti proprio nessuno in quel momento. Consulta un paio di commentarti biblici, troverai che il discorso della montagna è la fusione di vari loghia di Cristo, il che è provato dalle differenti redazioni che danno Luca e Matteo.

“Qui Paolo dice che si è presentato (non dice che stava) davanti alla persona (faccia, presenza) di Dio, se Gesù è Dio come ha fatto a presentarsi davanti a se stesso con il valore del suo sacrificio?”

Fai ancora il modalista. L’autore della lettera agli ebrei non dice che Gesù si è presentato davanti a se stesso ma che si è presentato davanti a Dio, e ovviamente parlava del Padre. “Dio” è da noi riferito al solo Padre, al solo Figlio, al solo Spirito, o alla Trinità tutta. Nulla di anti-trinitario in questo, giacché come insegna il CCC “il padre è tutto Dio” “il Figlio è tutto Dio”, “lo Spirito è tutto Dio”. Perché dunque dovrei scandalizzarmi se Paolo chiama Dio il Padre?

“si è presentato (non dice che stava) davanti alla persona”

O numi, cosa mi tocca sentire. Innanzitutto il passo dice che ci troviamo “nel cielo stesso”, ergo in una dimensione metatemporale. Così come Dio non si trova veramente in cielo, giacché i cieli dei cieli non possono contenerlo, così il tempo non scorre per Dio che avendo creato il continuum-spazio tempo è fuori di esso. Sostenere che in senso letterale qualcuno si presenta davanti a Lui, come se prima non ci fosse stato, è un’assurdità, perché non esiste alcun “prima”. Paolo parla di Gesù che “si presenta” perché, come giustamente noti, in quel passo incarna il sommo sacerdote. Simboli su simboli, e lo sappiamo sin dall’inizio del versetto dove ci viene detto che assistiamo ad una scena “in cielo”, ma, giacché sappiamo che lì non scorre il tempo, voler estrapolare una sequenza cronologica è assurdo. Come insegna la Chiesa tutta, Gesù ha realizzato l’incarnazione senza lasciare il seno del Padre. Sulla terra il tempo scorreva e Cristo poteva dire di non trattenerlo perché non era ancora salito al Padre, mentre oltre il tempo e lo spazio lui non l’aveva mai lasciato. Sono piani diversi.

“Quando, di grazia? Gesù rimase ebreo fino alla morte, egli prese le distanze dal giudaismo e non dall'ebraismo”

Semplicemente lui non era il messia che si aspettavano ed ebbe tutt’altro ruolo rispetto a certe profezie guerrafondaie vetero-testamentarie.

Ad maiora
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(Κ. Καβάφης)
12/07/2005 13:56
 
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Ciao Polymetis,


Secondo me invece vedere il Figlio è come vedere il Padre in quanto sono la stessa sostanza, questione di esegesi di Eb 1,3.


Qui non dice affatto che Il Padre ed il Figlio sono della stessa sostanza, questa è una eresia cattolica del IV secolo.

Qui Paolo sta solo descrivendo con formule molto vigorose la relazione tra il Figlio e suo Padre. Gesù per Paolo è semplicemente l'impronta di Dio, o anche come scrive in Colosssi 1:15 è "l’immagine [eikon] dell’invisibile Iddio". Charakter non indica nll'altro che un marchio impresso, una riproduzione, rappresentazione, l'effige, anche l'aspetto esteriore (Bauer). Per i Padri della Chiesa e per Filone questo termine indicava l'uomo fatto a "impronta" Dio.

Se mi permetti dunque il charakter, l'impronta (o calco) o l'immagine pur essendo una esatta rappresentazioni di un essere non sono la stessa cosa, cosa preferisci, una donna nuda o la sua immagine o impronta formato gigante sul muro di casa? [SM=g27994]m6:

Tutte queste immagini usate a Paolo (irradiazione, riflesso, immagine, impronta) non fanno pensare a nessun tipo di consustanzialità in senso trinitrio e l'uso che fa Paolo di hypostasis non è certo quello di Nicea. Qui egli lo usa nel senso più ampio di realtà o essere: Cristo è la perfetta rappresentazione dell'essere o realtà [di Dio], come rende il Bauer.

Anche in questo caso per Paolo non si tratta di vedere la "persona di Dio" o la sua "sostanza" ma piuttosto di vedere la "rappresentazione del suo essere". Attraverso di lui possiamo vedere la reatà divina. Non vedo difficoltà esegetiche in questo versetto o affermazioni trinitarie. Io davvero non capisco dove leggi in Ebrei che Il Padre e il Figlio sono della stessa sostanza e che vedendo l'uno si poteva letteralemente vedere la persona dell'altro!

Le parentesi quadre per le parole aggiunte: un’usanza demodé che va bene solo per chi crede alle traduzioni letterali.


Un tuo parere personale

Solo dove non cambia il senso. Inoltre non è, e non vuole essere, una traduzione letterale, quindi deve badare ad essere scorrevole.


Appunto, qui "ancora" non cambia il senso al versetto, visto che Padre e Figlio sono due persone distinte la traduzione sottolinea solo questo fatto.

Inoltre, per farla finita con questa tua noiosa solfa sul fatto che la TNM è letterale mentre la CEI non lo sarebbe voglio ricordarti che dire "traduzione letterale" non indica nessun termine tecnico ed è usato solo per dare un'idea del tipo di logica seguita dai traduttori al lettore comune. Tecnicamente la TNM, come del resto la CEI, seguono la logica dell'equivalenza formale e dunque sono sovrapponibili, la TNM ha occasionali sconfinamenti nell'equivalenza dinamica quando il testo è sentito come oscuro, mentre la CEI è più legata al testo della Vulgata e della LXX e spesso si discosta sia dal TM che da NA (cosa che la TNM fa molto raramente). La CEI è preoccupata della resa stilistica in lingua italiana e conserva alcuni obsoleti termini liturgici della tradizione a discapito della fedeltà al testo ebraica e greco, mentre la TNM traduce in modo più moderno me spesso con termini desueti per la tradizione e con meno preoccupazioni stilistiche. A differenza della CEI i traduttori della TNM sono anonimi come per la NASB e la NKJB. Questa è una prassi che gli italiani, popolo di professorini e commendatori, non potranno mai capire.

In questo passo l’agiografo vuole sottolineare che le persone della Trinità sono una nell’altra


Esegesi fantasiosa pensa che neppure Atanasio in un passo commentando il versetto dice semplicemente che "contemplando la Sapienza che è artefice della creazione si contemplerà in essa anche colui che è Padre" (come vedi anche Atanasio usa "anche"). Vedi Polymetis, non puoi leggere un versetto alla luce di una dottrina eretica sviluppata oltre tre secoli dopo! L'esegesi del versetto la trovi nel contesto immediato: "Se aveste conosciuto me, avreste conosciuto anche il Padre mio. Da questo momento in poi lo conoscete e lo avete visto”. Dove è evidente che Cristo non parla di due persone una dentro l'altra.
E ancora Giovanni 8:19: “Dov’è il Padre tuo?” Gesù rispose: “Voi non conoscete né me né il Padre mio. Se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio”.
Gesù non dice se conoscete me avete conosciuto il Padre perchè siamo uno dentro l'altro. Il concetto è più raffinato, Gesù ha fatto conoscere il Padre spiegandocelo in maniera parfetta: "Ogni cosa mi è stata consegnata dal Padre mio, e nessuno conosce pienamente il Figlio eccetto il Padre, né alcuno conosce pienamente il Padre eccetto il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare" (Matteo 11,27).
Il tuo concetto di vedere Dio solo in senso letterale spiegato con una "ammucchiata" di persone è un concetto rozzo, pagano ed umiliante per la veritas ebraica e per chi ha un pò di cervello. Te lo detto, tu fai esegesi con concetti che si svilupparono centinaia di anni dopo che fu scritto il vangelo di Giovanni e che Cristo pronncò le sue parole. Rimani alla cultura di Giovanni e di Cristo se vuoi capire quello che dicono e scrivono!

beati i puri di cuore, perché vedranno Dio


Infatti! I puri di cuore non stanno ancora vedendo Dio in Gesù, lo avrebbero visto solo in futuro. Quindi al presente essi non avevano ancora visto Dio!

Matteo non stava parlando del presente e che il discorso della montagna non è mai avvenuto quindi Gesù non aveva davanti proprio nessuno in quel momento.


Bene, tra poco scopriamo che Gesù è morto di freddo! Se Cristo non ha mai pronciato quelle parole è una ragione in più per vedere in esse una chiara negazione che Cristo era considerato Dio negli anni 80-90. Matteo secondo la tua critica di polli scrisse il vangelo in polemica con gli ebrei, e a quanto pare invece di chiarire che Gesù era Dio qui gli fa negare di esserlo, in quando pone l'incontro e la visione di Dio non nel passato ma nel futuro! Direi che è illuminante: negli anni 80-90 era chiaro che Gesù non era Dio, o non si proclamò mai tale, anzi, pone l'incontro con Dio in un futuro escatolocico.
Quale futuro poi? Io, leggendo qualche versetto dopo direi: sia in cielo che in terra.

L’autore della lettera agli ebrei non dice che Gesù si è presentato davanti a se stesso ma che si è presentato davanti a Dio, e ovviamente parlava del Padre.


E no.... non fare il furbo, non dice che si è presentato davanti al Padre (questo lo dico io in base al fatto che ho theos indica sempre e solo il Padre) ma davanti a Dio. Se per te "Dio è il Figlio" e dunque Gesù è comparso davanti a se stesso per presentare il valore del suo sacrificio a se stesso. Invece se leggi Ebrei Paolo parla del Figlio come del Sommo Sacerdote (che non è Dio!) che compare davanti a Geova Dio (il Padre) per presentare il valore del sangue del suo sacrificio.
Come vedi questa spiegazione è compensibile e perfettamente inserita nel contesto e alle persone a cui parla Paolo, il tuo un pastrocchio incomprensibile!

Semplicemente lui non era il messia che si aspettavano ed ebbe tutt’altro ruolo rispetto a certe profezie guerrafondaie vetero-testamentarie

Non ti ho chiesto le aspettative fraintese di alcuni gruppi giudaici ma ti ho chiesto quando Gesù prese mai le distanze dall'ebraismo. Semmai mostrò la corretta interpretazione delle profezie messianiche.

Ciao [SM=x511460]

[Modificato da barnabino 12/07/2005 15.05]

13/07/2005 16:01
 
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“Qui non dice affatto che Il Padre ed il Figlio sono della stessa sostanza, questa è una eresia cattolica del IV secolo.”

Sentiamo gli esegeti dell’Ecole Biblique: “irradiazione… impronta della sostanza: queste due metafore desunte dalla teologia alessandrina della sapienza e del Logos (Sap 7, 25-26) esprimono l’identità di natura tra il Padre e il Figlio e nello stesso tempo la distinzione delle persone. Il Figlio è l’“irradiazione” o il riflesso della gloria luminosa (cf. Es 26,14+) del Padre: Lumen de lumine. Ed è l’“impronta” (cf Col 1,15+) della sua sostanza, come l’impronta esatta lasciata da un sigillo (Cf. Gv 14,9)”
Poiché il Figlio è l’impronta esatta della sostanza del Padre può affermare “chi vede me vede il Padre”, perché la sua sostanza è l’esatta impronta di quella del Padre, cioè la riproduzione perfetta.
E scusami ma la tua esegesi di charakter è molti riduttiva, in quanto non indica mai l’immagine in senso lato, come ad esempio quella di un affresco, ma l’impronta esatta lasciata da qualcosa. Si usa infatti per descrivere le effigi sulle monete, in quanto viene da charasso, un verbo che significa “incidere, imprimere”. Indica dunque la riproduzione esatta, e la teologia cattolica dice appunto questo, che Cristo è la riproduzione esatta della sostanza del Padre in quanto identica ad essa. L’immagine di Cristo come “irradiazione del Padre” è poi particolarmente cara ai padri, che proprio da questo passo la presero. Infatti il sole non è il raggio ( e dunque c’è distinzione delle persone), ma è altresì vero che il raggio è inseparabile dal sole. Charakter non è nel senso di “aspetto esteriore”, a meno che non sia nell’accezione di “segno distintivo”, è infatti un termine usato nelle zecche ellenistiche. L’esegesi dei TdG non è qualcosa di serio, consiste nello scartabellare ogni singolo libro o dizionario che trovano nella biblioteca della Bethel finché non scovano qualche appiglio alle loro dottrine, non importa se è la quarantesima accezione di un lemma o la fonte è obsoleta, basta fare dei bei collages ignorando completamente il pensiero degli autori e fare i finti eruditi. Queste cose le sappiamo grazie ad un signore chiamato R. Franz il quale ci ha spiegato, tra le altre cose, chi redige gli articoli della WTS e come vengono svolte le ricerche. Biblisti improvvisati senza aver mai fatto studi universitari in materia. Questo è un chiaro esempio di quanto siano scientifici gli articoli che vengono propinati ai TdG sulla Torre di Guardia. E’ l’erudizione dei collages, non delle università.

“eresia cattolica del IV secolo”

Ridere o piangere? I concili si fanno quando l’ortodossia viene minacciata. E non creano nuove dottrine, bensì dogmatizzano le dottrine precedenti al fine di difendere dall’incipiente eresia. Il Concilio di Nicea non fu convocato per inventare la consustanzialità tra Cristo e il Padre, ma per ribadirla dinnanzi all’eresia ariana che prendeva piede.

“hypostasis non è certo quello di Nicea.”

A me non interessa alcun senso niceno ma il semplice significato da sempre attestato di hypostasis come “ciò che sta sotto” la forma, cioè la vera essenza. Questa è l’etimologia nonché la perfetta trasposizione etimologica di sostana. Non ho tempo da perdere discutendo di semantica greca coi dizionario dipendenti che si rifiutano di dirmi in cosa sono laureati.

“Cristo è la perfetta rappresentazione dell'essere o realtà [di Dio],”

Cosa voglia significare questo giro di parole ovviamente lo sai solo tu, perché non si vede come un angelo possa essere la copia, o “rappresentazione” perfetta dell'essere o realtà di Dio. Espressione che, sulla bocca di un trinitario come Bauer, non ha alcun senso riduzionistico. Lo intervisterei volentieri, ma essendo nato anch’egli nell’ottocento ha raggiunto il suo Dio da tempo.

“Appunto, qui "ancora" non cambia il senso al versetto, visto che Padre e Figlio sono due persone distinte la traduzione sottolinea solo questo fatto.”

Sono distinte ma anche inseparabili. A mio parere il versetto sottolineava questo.

“traduzione letterale" non indica nessun termine tecnico ed è usato solo per dare un'idea del tipo di logica seguita dai traduttori al lettore comune.”

Vuoi spiegare a me, che il greco lo traduco, cos’è una traduzione letterale o come si fa? Fare una traduzione letterale implica lasciare invariato il costrutto a meno che esso non sia incomprensibile nella lingua d’arrivo. Si dà il caso che i TdG lasciano costrutti ebraici anche quando in italiano la traduzione diviene ben più che incomprensibile, mentre qui, dove tutto filava liscio, hanno messo le loro mani.

“TNM ha occasionali sconfinamenti nell'equivalenza dinamica quando il testo è sentito come oscuro”

E qui lo era?

“mentre la CEI è più legata al testo della Vulgata e della LXX e spesso si discosta sia dal TM che da NA (cosa che la TNM fa molto”

Se si discosta dal testo masoretico lo fa per ottime ragioni, giacché a volte il testo dei LXX è assai più antico di quello tramandato dai masoreti, e Qumran l’ha dimostrato. Non esiste un solo testo biblico, ma una pluralità di tradizioni. Per questo l’Ecole Biblique ha in cantiere un ambizioso progetto intitolato “La bible en ses traditions”, che probabilmente i TdG scambieranno per un’eresia. ebaf.op.org/nouveau/fr/bt.htm
Prima di vedere una cosa simile uscire dalla Betel verrà Armagheddon.

“La CEI è preoccupata della resa stilistica in lingua italiana e conserva alcuni obsoleti termini liturgici della tradizione a discapito della fedeltà al testo ebraica e greco”

Obsoleti termini liturgici? Conosci così bene la tradizione liturgica cattolica da poter fare paragoni? La CEI si avvale di una mastodontica commissione con infinite branche specializzate. Se si traducono i salmi ad esempio il compito viene affidato ad una commissione che studia la musicologia antica e magari li si fa revisionare da gente che è insieme musicista ed ebraista. Non è un mistero che per rendere le parti in poesia si sono messi dei poeti tra i traduttori, come Mario Luzzi. Ad esempio la versione inglese della Bibbia di Gerusalemme ha tra i suoi traduttori Tolkien, che oltre ad essere l’autore del Signore degli anelli era un raffinato conoscitore delle lingue antiche, tanto che insegnava ad Oxford. Quindi vedi bene l’abisso di erudizione tra le traduzioni cattoliche e le vostre.

“mentre la TNM traduce in modo più moderno”

???

“A differenza della CEI i traduttori della TNM sono anonimi come per la NASB e la NKJB.”

Perché traduttori queste due Bibbie non ne hanno, sono solo rifacimenti di Bibbie precedenti. Io li definirei un lavoro di cosmesi su delle vecchie signore diventare un po’ rugose per il tempo. Sappiamo bene quanto il mondo anglosassone sia fanatico per la Bibbia di re Giacomo. Ti racconto un episodio in grado di far capire la questione… stavo guardando uno di quei film americani alla Perry Mason, probabilmente era “Codice d’Onore”, il Film con Tom Cruise dove lui fa l’avvocato. Fatto sta che in aula facevano giurare i testimoni sulla Bibbia, prassi che oggi è scomparsa quasi ovunque, anche in America. Avevo il DVD e dunque stavo vedendo il film in inglese. Con mia grande sorpresa non dissero “giuri sulle Bibbia” ma “Giuri sulla Bibbia di re Giacomo”. Al che rimasi alquanto perplesso. Evidentemente inglesi ed americani considerano la KJV come la Bibbia per eccellenza, allo stesso modo in cui i protestanti italiani adorano la Diodati del 600’, tanto che ancora oggi continuano a ristamparla modernizzando la lingua: così nacque la Nuova Diodati.

“popolo di professorini”

?? Fatti un giro tra l’elenco dei docenti del Biblico di Roma e poi ne riparliamo.

“Il tuo concetto di vedere Dio solo in senso letterale spiegato con una "ammucchiata" di persone è un concetto rozzo, pagano ed umiliante per la veritas ebraica e per chi ha un pò di cervello.”

Ammucchiata? Io ho parlato solo dell’identità di sostanza tra le persone divine. Ho detto che il Padre è nel Figlio, e ci vedo nulla di rozzo o pagano, bensì di giovanneo: “io sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 14,11)

“Bene, tra poco scopriamo che Gesù è morto di freddo! Se Cristo non ha mai pronciato quelle parole è una ragione in più per”

E perché mai? Innanzitutto non ho mai detto che Gesù non ha mai pronunciato quelle parole ma che il discorso della montagna è una collezione di loghia, Inoltre non vedo donde evinci la negazione della divinità di Cristo. In quel discorso Gesù non dice nulla sul presente, perché non è lo scopo dell’evangelista, il quale sta descrivendo le ricompense per i martiri cristiani dopo la morte. Cosa cavolo c’entrava una digressione sul fatto che anche i discepoli vedevano Dio nel presente quando sta scrivendo a gente che Cristo non l’ha mai visto e vogliono solo sapere cosa li attende nella Nuova Gerusalemme? La Bibbia ha altre occasioni per enunciare la divinità di Cristo. E’ assurdo fare discorsi sulle “cosa che si sarebbero potute dire se”, in quanto il discorso della montagna è incentrato sull’escatologia. Che in Cristo abita la pienezza della deità lo leggiamo altrove.

“in quando pone l'incontro e la visione di Dio non nel passato ma nel futuro!”

Perché non sta parlando del presente.

“E no.... non fare il furbo, non dice che si è presentato davanti al Padre (questo lo dico io in base al fatto che ho theos indica sempre e solo il Padre) ma davanti a Dio. Se per te "Dio è il Figlio" e dunque Gesù è comparso davanti a se stesso per presentare il valore del suo sacrificio a se stesso”

Sei tu che non hai capito nulla della teologia cattolica. Dio può indicare o la Trinità tutta, o IL SOLO PADRE, o IL SOLO FIGLIO, o il SOLO SPIRITO. Quindi se leggo: “Cristo si presenta davanti a Dio” non sono obbligato a leggere “Cristo si presentò davanti alla Trinità”, in quanto il Padre in sé “è tutto Dio”. L’articolo 253 del Catechismo recita giustamente “Le Persone divine non si dividono l'unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero”. Ergo sei tu a fare giochetti e a metterci in bocca dottrine non nostre. Se io vedo scritto “Dio” nella Bibbia sono liberissimo di riferirlo al Padre, al Figlio, allo Spirito, o a tutta la Trinità, basta guardare il contesto.

“Non ti ho chiesto le aspettative fraintese di alcuni gruppi giudaici”

Alcuni gruppi giudaici o interi libri dell’AT descrivono il messia come colui che libererà Israele dai suoi oppressori politici?

“ma ti ho chiesto quando Gesù prese mai le distanze dall'ebraismo”

Ovunque, violando il sabato perché sapeva che era signore del sabato, e affermando che lui e il Padre sono “una cosa sola” (Gv 10,30). Di questa unità metafisica tra Cristo e il Padre possiamo essere partecipi anche noi, sprofondandoci nella loto unità: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi IN NOI una cosa sola” (Gv 17,21) Bada a quel “in noi” e non “in te”, davvero presuntuoso sulla bocca di un angelo! C’è dunque la superiore unità di Cristo e del padre, alla quale anche noi possiamo partecipare divenendo una sola cosa con Cristo, in questo modo siamo collegati con chiunque abbia fatto la nostra stessa scelta. I credenti possono essere una cosa sola in quanto Gesù li unisce, secondo il celebre tema paolino “Cristo è tutto in tutti”. (Col 3,11)

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 25/07/2005 19.34]

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13/07/2005 18:44
 
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Re:

Scritto da: Polymetis 13/07/2005 16.01

“eresia cattolica del IV secolo”

Ridere o piangere? I concili si fanno quando l’ortodossia viene minacciata. E non creano nuove dottrine, bensì dogmatizzano le dottrine precedenti al fine di difendere dall’incipiente eresia. Il Concilio di Nicea non fu convocato per inventare la consustanzialità tra Cristo e il Padre, ma per ribadirla dinnanzi all’eresia ariana che prendeva piede.

In quanto il discorso della montagna è incentrato sull’escatologia.




A me sembra che tu debba documentarti un pò sul concilio di Nicea, sul perchè della sua convocazione, da chi fù convocato
perchè mi sembra che le cose stiano molto diversamente da quanto sostieni.

E anche sulla tua effermazione che il discorso della montagna sia incentrato sull'escatologia....ma lo ho letto bene? Hai fatto il conto di quante volte Gesù usa il tempo presente in relazione a principi di immediata applicazione?

MARIA
13/07/2005 20:35
 
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“A me sembra che tu debba documentarti un pò sul concilio di Nicea, sul perchè della sua convocazione, da chi fù convocato
perchè mi sembra che le cose stiano molto diversamente da quanto sostieni. “

E dove? Sulle pubblicazioni dei Tdg? Ma per carità… Se acquisto testi storici leggo solo libri scritti da gente con una cattedra in qualche università o almeno laureati nella materia di cui discutono, non certo materiale settario scritto da anonimi che consiste solo nel copia&incolla delle fonti più disparate.

“E anche sulla tua effermazione che il discorso della montagna sia incentrato sull'escatologia....ma lo ho letto bene?”

Certo, è una serie ininterrotta di ricompense future.

“Hai fatto il conto di quante volte Gesù usa il tempo presente in relazione a principi di immediata applicazione?”

Ma che c’entra? Il discorso è costruito con versetti divisi in due parti. La prima parte dice come occorre comportarsi, la seconda parte quale sarà la ricompensa futura. Il “perché vedranno Dio” è appunto nella seconda parte del versetto. Nessuno nega che le norme esposte siano valide in tutte le epoche, sono le ricompense ad essere in sede escatologica.

[Modificato da Polymetis 13/07/2005 20.37]

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14/07/2005 19:56
 
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Mi sembra che proprio nel mondo della cosidetta cultura è spesso quello in cui avvengono le più smaccate manipolazioni del sapere.

Perchè tanta animosità verso i Testimoni di Geova, perchè si ritiene di usare termini così dispregiativi verso il nostro onesto lavoro di ricerca?

Per quanto riguarda il discorso della montagna in effetti è un discorso basato sull'enunciazione di principi, è chiaro che l'osservanza di tali principi conduce all'approvazione di Dio e a benefici futuri ed eterni.


Francesco.
E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
(Geremia 1:19)
23/07/2005 18:22
 
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“Mi sembra che proprio nel mondo della cosidetta cultura è spesso quello in cui avvengono le più smaccate manipolazioni del sapere.”

Hai forse mai frequentato qualche ambiente accademico così da avere cognizione di causa quando fai simili affermazioni?

“Perchè tanta animosità verso i Testimoni di Geova, perchè si ritiene di usare termini così dispregiativi verso il nostro onesto lavoro di ricerca?”

Forse perché non è ricerca ma collage di citazioni.

“Per quanto riguarda il discorso della montagna in effetti è un discorso basato sull'enunciazione di principi, è chiaro che l'osservanza di tali principi conduce all'approvazione di Dio e a benefici futuri ed eterni.”

Perfettamente d’accordo.

Ciao
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