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Domanda-Aramaico..

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2008 15:20
29/06/2005 17:53
 
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... anche perché non so dove postarla!!

Alcuni di voi forse avranno notato che sto intervenendo in un 3D sul significato (ove vi sia) di Ego Eimi nel QV (ad es. Gv 8:5[SM=g27989].

In Aramaico Ego (io) si dice Ena ed Ego Eimi (io sono) Ena-na: secondo un certo Andrew Gabriel Roth (???) sarebbe un chiaro riferimento a Dio (come per molti commentatori, tra l'altro, del NT in greco).

C'è qualcuno che saprebbe indicarmi del materiale ermeneutico-esegetico su questa espressione aramaica? owsr

Uno alla volta però ...
29/06/2005 18:30
 
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Ciao
ehmmm certo cvon calma ma sai questo è un forum serio per persone serie

Link interessante

Ciao e fammi sapere

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



30/06/2005 08:09
 
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Not bad, Justee! ghjk

Ho visto il papirozzo di più di 100 pp ... mi ci vorrà l'intero weekend per leggerlo, ma ti ringrazio!

Pensavo ... mumble, mumble, mumble ... ma se ti chiedo qualunque cosa ... che ne so ... di fare parte del mio lavoro quotidiano ... tu sei sempre così disponibile e celere? [SM=g27994]m6:
13/07/2005 10:27
 
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Ciao Tamburino,

In Aramaico Ego (io) si dice Ena ed Ego Eimi (io sono) Ena-na: secondo un certo Andrew Gabriel Roth (???) sarebbe un chiaro riferimento a Dio


Sono curioso di sentire le considerazioni di Roth, fra altro nell'interlineare della Peshitta (www.peshitta.org) leggo che Giovanni 8:58 è reso "Io, Io ero" e non con il classico "io sono".

Ciao [SM=x511460]


[Modificato da barnabino 13/07/2005 10.48]

13/07/2005 10:44
 
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Ecco bravo! Compralo tu, poi vieni a casa mia e ce lo declamiamo a vicenda. E magari facciamo un giro a cavallo nella brughiera milanese ...
Che romantico! fdetr
14/07/2005 11:45
 
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Re:

Scritto da: M.Tamburino 29/06/2005 17.53
... anche perché non so dove postarla!!

Alcuni di voi forse avranno notato che sto intervenendo in un 3D sul significato (ove vi sia) di Ego Eimi nel QV (ad es. Gv 8:5[SM=g27989].

In Aramaico Ego (io) si dice Ena ed Ego Eimi (io sono) Ena-na: secondo un certo Andrew Gabriel Roth (???) sarebbe un chiaro riferimento a Dio (come per molti commentatori, tra l'altro, del NT in greco).

C'è qualcuno che saprebbe indicarmi del materiale ermeneutico-esegetico su questa espressione aramaica? owsr

Uno alla volta però ...



Ciao M.Tamburino, secondo i miei modesti studi
Ego Eimi =Io-Sono in greco,
mentre in aramaico EGO(IO) = ANA',
infatti in ARABO (l'aramaico è una lingua più araba che ebraica)
EGO (IO) continua a dirsi ANA ( senza accento).








[Modificato da Yohanan 14/07/2005 11.46]

23/07/2005 17:35
 
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Ciao Tamburino,

Come vedi tra una vacanza e l'altra non manco di tornare sulla spinosa questione dell' ego eimi [SM=g27988]

La tesi di Roth (la trovi nel suo sito) che identificherebbe l'espressione ena-na come un riferimento al nome divino si basa sul fatto che mentre in aramaico (come ha correttamente riportato l'amico Yohanan) "io sono" si indica semplicenente con ena (che altro non è che il pronome personale "io") in Giovanni è usata l'espressione ena-na dove il pronome personale è ripetuto per due volte (sarebbe ena ena, ma come eclitica è usata la forma abbreviata na).

In realtà in aramaico il pronome personale può essere usato anche come copula (vedi Syriac Grammar di T. Robinsons) e dunque lessicalmente avrebbe sempre il significato di "io sono" ma, secondo Roth, questa forma sarebbe specificamente correlata con EHYEH ASHER EHYEH di Esodo 3:14 in quanto nella traduzione siriaca di quel versetto (secondo Roth, io non ho controllato) in quel versetto non viene usata la forma semplice ena ma quella ripetuta ena-na (tesi di per se molto simile a quella dei sostenitori di "ego eimi" come riferimento diretto a "ego eimi ho on"). Roth basarebbe la sua tesi sul fatto che ena-na nelle versioni siriache verrebbe usato esclusivamente in riferimento all'autoidentificazione di Dio (in Esodo 3,14) e poi da Cristo in Giovanni (ma non in Giovanni 8:58 dove "ego eimi" viene reso con la forma corrispondente a "io ero").

In realtà questa mi pare un tesi un pò tirata per i capelli, infatti non è vero che ena-na sia usata esclusivamente a proposito di Dio ma anche per altre persone, per esempio in Genesi 45:3,4 quando Giuseppe palesa la sua identità ai fratelli ("Io sono [ena-na] Giuseppe vostro fratello") ed in altre frasi nei vangeli, per esempio in Luca 1,19 (l’angelo gli disse: “Io sono [ena-na] Gabriele") e in Giovanni 9:19 (L’uomo diceva: “Sono io” [ena-na]). Come "ego eimi" dunque anche "ena-na" non sarebbe nulla di più che una forma di autoidentificazione che non identifica necessariamente "Geova" (o un essere "divino") ma semplicemente la persona a cui si fa riferimento.

Inoltre, per pensare alla validità di questa ipotesi, ci sarebbe anche da presupporre che Cristo parlasse aramaico e citasse dalla versione in aramaico di Esodo ovvero che il vangelo di Giovanni fosse stato originariamente redatto in aramaico, ma entrambe queste tesi sono poco attendibili, per esempio Flusser ritiene che al tempo di Gesù in Giudea fosse parlato non l'aramaico ma l'ebraico e ancora più dubbia e la tesi che il vangelo di Giovanni fosse stato scritto originariamente in aramaico e poi tradotto in greco.

Per altro per Roth questi passi non avrebbero comunque un senso trinitario, secondo la sua tesi Cristo voleva solo dire che come Figlio di Dio in lui dimorava una manifestazione della natura divina di YHWH.

Ciao [SM=x511460]



[Modificato da barnabino 25/07/2005 1.07]

25/07/2005 08:22
 
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Uff ... torna in vacanza!

Io comunque non volevo assolutamente parlare di Roth (chi è costui nel? boh!).

Permettimi solo un'osservazione: tu continui ad ostinarti a dare una valenza "grammaticale" all'argomento. Mi può stare bene ma la valenza che si sta approfondendo è teologica o come diresti tu "mistica".

E' innegabile che hu sia un pronome ma, almeno secondo le interpretazioni che ho già avuto modo di postare, quali sono le motivazioni che lo fanno assurgere a ruolo di "Nome"?

Questo non me l'hai ancora chiarito.

987 (Hai notato la mia nuova firma?)
25/07/2005 17:02
 
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Ciao Tamburino!

Uff ... torna in vacanza!


Hehehehe... lo spero bene anche io, ma tra viaggetto e l'altro non posso mancare l'appuntamento di "ego eimi" e poi questa cosa dell'aramaico mi ha attizzato!

Roth (chi è costui nel? boh!).


Roth è l'autore di quel libro che citavi tu all'inizio in cui si sosteneva che in aramanico ena-na sarebbe un chiaro riferimento a Dio.

Permettimi solo un'osservazione: tu continui ad ostinarti a dare una valenza "grammaticale" all'argomento. Mi può stare bene ma la valenza che si sta approfondendo è teologica o come diresti tu "mistica".


Quello che vorrei mettere in risalto è solo che in questo caso (a quanto ho raccolto fino ad ora ovviamente) la valenza teologica di questa espressione è nulla in quanto per "ego eimi" si parla di una espressione grammaticale che:

1. si spiega perfettamente con il contesto come autoidentificazione
2. non ha mai avuto prima alcuna valenza teologica
3. non l'ha mia avuta al tempo di Cristo e nei secoli subito successivi

Ma questo mi pare di averlo già ripetuto, ed anche in modo un pò antipatico! Diverso è il caso di "hu" dove invece la possibile (anche se a mio parere non del tutto provata) natura di nome indicate la persona divina è più plausibile, per esempio dal fatto che è usato all'interno di nomi di persona e che come tale dimostra un uso stratificato nel tempo. E comunque, anche in questo caso, non sempre "hu" indica un nome divino oppure ha necessariamente una qualche valenza mistica se nel contesto non è richiesta dall'impossibilità di una lettura comune.

Non so se mi sono spiegato caro Tamburino, non vorrei darti l'impressione di essere troppo polemico e assolutista su questa cosa, semplicemente, come si dice, ci ho la "coccia" e voglio vederci chiaro!

Tornando al'ipotesi teologica ti ho riportato quella di Roth secondo cui quel ena-na non sarebbe una identificazione di Gesù con Geova ma piuttosto avrebbe indicato il fatto che come Figlio di Dio in lui dimorava una manifestazione della natura divina di YHWH. Potrebbe essere una ipotesi affascinante ed in linea con il resto del vangelo di Giovanni senza scomodare teorie trinitarie francamente troppo precoci in questo periodo. Ma ancora non riesco a vedere ababstanza prove lessicali e storiche che dimostrino almeno con una certa approssimazione che ena-na, ego eimi o ani hu siano qualcosa di più di una comune autoidentificazione, non trovo nessun particolare rapporto tra queste espressioni e la divinità. Spero che, al di là di ogni polemica, tu possa capire i miei dubbi.

Ciao [SM=x511460] (saluta Tamburino!)



[Modificato da barnabino 25/07/2005 17.05]

25/07/2005 17:23
 
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Barnabain!
Quando chiedevo chi fosse intendevo dire: Che autorità è Roth? Lo sapevo che l'avevo citato io! [SM=g27996]

Mi pare però che sorvoli un po' troppo grossolanamente sulle testimonianze rabbiniche. All'inizio dei miei interventi se ricordo bene negavi anche quelle ... [SM=g27988]

E' vero invece che le testimonianze patristiche sono deboli:

Epistle of Ignatius to the Tarsians
Irenaeus Against Heresies Book IV
Fragments from the Lost Writings of Irenaeus
in Origen Against Celsus Book VIII
in A Treatise of Novatian Concerning the Trinity
in Pseudo-Gregory Thaumaturgus Twelve Topics on the Faith

Però non è giusto! Sei in ferie, entri, agiti le acque e poi te ne riparti? Guarda che ti raggiungo in Corsica ... e ti segnalo che i miei ultimi viaggi sono stati prima che avvenissero i seguenti fatti:
Tsunami
Kamikaze

Okkio! [SM=g27989]
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