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Antichi deliri filologici della WTS

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2006 23:35
26/04/2006 11:53
 
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"Perciò inclusa la filologia, che spesso è usata da inesperti fiduciosi per giungere a conclusioni che la filologia non osa nemmeno lontanamente tirare in campo."

Non so di quali conclusioni parli nè come tu possa sapere quali siano le conclusioni della filologia.

"on è un enunciazione algebrica, difatti data l'incertezza di x non è possibile convenire sulla certezza di y, funzione di x."

Ma io non ho detto che l'incertezza di x implica y. Ho detto che in filologia c'è incertezza su x ma certezza su "non y", senza metterli in relazione deduttiva. Per fare un esempio non so se Omero sia esistito, ma so con certezza che non è vissuto nel Nord Europa come un certo Felice Vinci vorrebbe sostenere.

"Esempio strambo che non centra con la filologia. Che il fuoco sia o non sia elemento dipende dalle regole del gioco scientifico, e non dalla certezza del fenomeno fuoco in sè, che, quantunque non definibile con precisione, è osservabile e dimostrabile. Che poi gli elementi siano 4 fa parte del gioco della classificazione, che si può sia accettare che respingere"

No, anche i paradigmi di base per un indagine si buttano via perché certamente confutati, e i quattro elementi stanno in questa categoria, sostituiti dalla tavola periodica.

" Avanti allora, fammelo dire da un filologo"

Che cosa devo farti dire? Che non c'è nessuna massiccia manipoolazione del Nuovo Testamento? Non ho certo problemi a farlo.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
26/04/2006 23:18
 
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Scritto da: Polymetis 26/04/2006 11.53
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> Non so di quali conclusioni parli nè come tu possa sa
> pere quali siano le conclusioni della filologia.

Ti sei distratto? Le conclusioni della filologia non sono certamente le tue conclusioni, altrimenti converresti con me.


> Ma io non ho detto che l'incertezza di x implica y. H
> o detto che in filologia c'è incertezza su x ma
> certezza su "non y", senza metterli in relazione
> deduttiva. Per fare un esempio non so se Omero
> sia esistito, ma so con certezza che non è vissuto
> nel Nord Europa come un certo Felice Vinci vorrebbe
> sostenere.

La tua è una contraddizione in termini. Per dire che Omero sia vissuto da una qualunque parte, devi innazitutto essere convinto e certo della sua esistenza, solo dopo potresti ipotizzare la sua dimora in qualche parte d'Europa o dell'Asia.

> No, anche i paradigmi di base per un indagine si butt
> ano via perché certamente confutati, e i quattro
> elementi stanno in questa categoria, sostituiti
> dalla tavola periodica.

Cosa centrano i quattro elementi, che appartengono ad una visione filosofica della vita, con la tavola periodica degli elementi, che è una classificazione chimica?
I quattro elementi (Aria, Acqua, Terra e Fuoco) assunsero importanza simbolica sia per gli ebrei che per i cristiani poi. Mica si preoccupavano della massa atomica o del numero atomico di un elemento, o delle valenze degli atomi.


> " Avanti allora, fammelo dire da un filologo"
>
> Che cosa devo farti dire? Che non c'è nessuna massiccia manipoo
> lazione del Nuovo Testamento? Non ho certo problemi
> a farlo.

No...non questo. Che cosa devono dire oltre ciò su cui si sono già pronunciati? 250.000 errori, fra importanti e irrilevanti, che ti piaccia o no. Su ciò poi ognuno è libero di congetturare la manipolazione volontaria o involontaria.
Mi devono poter dire se gli archetipi hanno un legame certo o anche solo sommario con i presunti scritti in originale di Paolo di Tarso ed in genere con quelli, originali, attribuiti agli evangelisti . Ed anche dire se, in realtà, potrebbe non sussistere nessun legame con quei presunti autori e che si tratti, magari, di opere addirittura sconosciute agli stessi.
Sì, perchè potrebbe darsi anche l'eventualità che del contenuto degli archetipi i supposti scrittori originali, anteriori alla distruzione di Gerusalemme, non ne sapessero assolutamente nulla.
Se conosci qualche filologo con la F maiuscola che possa rispondere ai miei quesiti gliene sarei grato. Aspetto dunque?

Saluti

Il Gabbiano





27/04/2006 23:35
 
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“Ti sei distratto? Le conclusioni della filologia non sono certamente le tue conclusioni, altrimenti converresti con me.”

Continuo a non capire di che conclusioni della filologia parli e perché non sarebbero in accordo con quanto dico.

“La tua è una contraddizione in termini. Per dire che Omero sia vissuto da una qualunque parte, devi innazitutto essere convinto e certo della sua esistenza”

Ma io non ho detto che so dove è vissuto, ho detto che so dove non è vissuto, qualora fosse esistito, per la semplice ragione che le prove che lo collocano in Scandinavia sono fasulle. Non è così difficile capire che se Omero è esistito, cosa cui non crede più nessuno tanto per inciso, allora di sicuro egli apparteneva al mondo mediterraneo. Quello che voglio dire è che in generale il fatto che si possa con certezza negare una cosa non implica l’affermare con certezza altre cose. Io affermo con certezza che tu non sei nato sulla Luna (perché ho le prove che solo un tot di astronauti ci ha messo piede), mentre non so se sei nato in Lombardia. Negare qualcosa con certezza, giacché c’è una deduzione dietro, non implica l’essere certi su qualcos’altro che riguarda il medesimo argomento.

“Cosa centrano i quattro elementi, che appartengono ad una visione filosofica della vita, con la tavola periodica degli elementi, che è una classificazione chimica?”

I quattro elementi non sono una visione “filosofica” ma quello di cui gli antichi ritenevano fatto il mondo. Tale teoria venne messa in forma filosofica da Empedocle.

“Che cosa devono dire oltre ciò su cui si sono già pronunciati? 250.000 errori, fra importanti e irrilevanti, che ti piaccia o no.”

Piacere o dispiacere? Questi non sono sentimenti da analisi filologica. Il tuo continuare a tirare fuori questo numero (che è bassisimo) come se fosse la prova di qualcosa mostra solo incompetenza papirologica. Già abbiamo detto che considerato il numero dei manoscritti e dunque delle ricopiature, il numero delle differenze è basso rispetto ad opere antiche che hanno meno testimoni e in proporzione più errori. Quel numero non deriva da alcuna manipolazione ma dal semplice fatto che quando hai a che fare con migliaia di manoscritti allora gli errori di ricopiatura, comunque identificabili con un’occhiata, crescono in modo esponenziale. Righe saltate, parole ripetute, ecc.

“Mi devono poter dire se gli archetipi hanno un legame certo o anche solo sommario con i presunti scritti in originale di Paolo di Tarso ed in genere con quelli, originali, attribuiti agli evangelisti”

Tutto quello che ti possono dire è che l’archetipo ricostruito con la stemma codicum risale ad una certa data, nel caso dei Vangeli a inizio II secolo. Si tratta dunque dello stato del testo a poche decine di anni dall’autografo. Una vicinanza simile è inimmaginabile per qualunque altro testo classico. Quali siano gli indizi in base ai quali affermare che il testo, che nel caso di Giovanni risale a soli 25 anni dalla data di composizione, debba aver subito pesati manipolazioni, è ciò che continui a non dirmi. Tu applichi il criterio del “colpevole fino a prova contraria”.

“anche dire se, in realtà, potrebbe non sussistere nessun legame con quei presunti autori e che si tratti”

Ma hai un indizio per affermalo o il tuo unico criterio consiste nel dichiarare falso qualunque testo non ti sia simpatico?

“Sì, perchè potrebbe darsi anche l'eventualità che del contenuto degli archetipi i supposti scrittori originali, anteriori alla distruzione di Gerusalemme,”

Anteriori alla distruzione di Gerusalemme? Veramente i più sostengono che i Vangeli siano stati composti nei trent’anni successivi.

“Se conosci qualche filologo con la F maiuscola che possa rispondere ai miei quesiti gliene sarei grato. Aspetto dunque?”

Visto che non s’è capito qual è il problema sono io che attendo. In qualunque manuale di filologia del Nuovo Testamento non vengono contemplate le tue obiezioni perché sono insensate e dunque inadatte a libri scritti per studiosi. Nessun filologo sano di mente si potrebbe chiedere se tra un testo composto nel 100 d.C. e un papiro del 125 d.C. ci siano delle immani manipolazioni o se i due testi possano state davvero in rapporto. Con una vicinanza simile l’unica cosa che un filologo può fare è urlare al miracolo e anche se ateo far intonare un Te Deum nella Basilica di San Pietro per il ritrovamento archeologico. Una volta un teologo parlando di certi suoi interlocutori disse: "I loro ragionamenti sono talmente fittizi da suscitare le risa di un lettore appena istruito nelle cose bibliche, e creano difficoltà a chi vuol discutere con loro non perché pongano obiezioni serie ma, al contrario, perché mancano di quel minimo di serietà che è indispensabile per una qualsiasi discussione."

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