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Antichi deliri filologici della WTS

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2006 23:35
20/04/2006 23:41
 
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Chi ha scritto il Pentateuco?

Dal Paradiso perduto al Paradiso riconquistato, 1959, pp. 64-65

p. 64… …
Mosè scrisse più che leggi comunicategli da Dio sul monte Sinai. Mosè scrisse come Dio creò o fece i cieli stellati e la terra. Scrisse come Dio fece gli oceani e l’asciutto, come Dio fece crescere sulla terra le piante e come fece anche gli animali perché vivessero sulla terra. Mosè narrò pure come Dio fece il primo uomo e la prima donna. Mosè non vide queste cose mentre avvenivano; e scrisse molte altre cose che erano accadute molto tempo prima della sua nascita. Come seppe Mosè queste cose accadute molto tempo prima della sua nascita? Il primo uomo, Adamo, sapeva scrivere. Adamo scrisse le cose che Dio gli aveva dette circa la creazione dei cieli e della terra. Adamo chiamò questo suo scritto “storia dei cieli e della terra quando furono creati”. Adamo scrisse inoltre cose che accaddero a lui stesso, a sua moglie Eva e alla sua

p. 65
progenie o figli. Adamo chiamò lo scritto di queste cose “libro della storia di Adamo”. – Genesi 2:4; 5:1
Dopo la composizione di questi scritti e la morte di Adamo, altri uomini scrissero cose che accaddero in seguito. Come aveva fatto Adamo prima di loro, essi scrissero queste cose su tavolette di argilla. Gli uomini conservarono queste tavolette affinché molti anni dopo potessero sapere ciò che era avvenuto prima della loro nascita. Mosè poté leggere ciò che era scritto su queste tavolette, e quando cominciò a scrivere la parte iniziale della Bibbia copiò quello che dicevano queste tavolette. Egli copiò quello che aveva scritto Adamo e quello che avevano scritto altri dopo Adamo. In questo modo Mosè seppe che cosa scrivere nella prima parte della Bibbia intorno alla creazione, al diluvio dei giorni di Noè e a cose riguardanti Abramo, Isacco e Giacobbe. Inoltre, Mosè poté apprendere le cose accadute un centinaio d’anni prima della sua nascita da suo padre Amram. E per tutto il tempo che Mosè scrisse, Geova Dio fece in modo che ciò che scriveva fosse verace.
Quindi, Mosè scrisse naturalmente cose che accaddero durante la sua vita.



Qualificati per essere ministri, 1963

p. 127
… …
Indubbiamente egli diede al perfetto uomo Adamo la capacità e la conoscenza di scrivere. Adamo fu fatto ad immagine di Dio, perfetto in sapienza, e, pertanto, dovette essere in grado di scrivere.
Come Geova Dio non ebbe la necessità d’insegnare ad Adamo il modo di dire la sua prima parola nel giardino di eden, così non è probabile che Geova dovesse mostrargli il modo di scrivere la sua prima parola. Adamo fu creato perfetto e il Creatore pose nella sua costituzione perfette qualità naturali.
… …
Il primo libro scritto da Adamo di cui noi abbiamo notizia si riferiva per lo più alle cose avvenute prima che fosse creato, e, perciò, dovettero essergli narrate da Dio. Questo è il racconto che in seguito fu incluso in Genesi 1:1 – 2:4. le pubblicazioni della Torre di Guardia hanno richiamato l’attenzione sul fatto che la lingua parlata in Eden da Adamo fu quella che poi si chiamò “ebraico”. Sarebbe difficile dire in quale modo Adamo cominciò a scrivere. Noi sappiamo comunque che il modo di scrivere cambiò col passare degli anni, e la sua scrittura non dev’essere stata simile a quella dell’ebraico posteriore, per esempio, dei giorni di Mosè.

p. 128… …
Negli scritti di Adamo, nel secondo libro che egli scrisse, sono menzionati gli avvenimenti suddetti. Infatti, fra gli ultimi avvenimenti che scrisse nella sua storia era l’occupazione di Tubal-cain. Genesi 2:5-5:2, contenente il racconto dello scritto dell’uomo fino al tempo di Tubal-cain e di Seth. Adamo morì poco dopo aver scritto la sua storia, nell’anno 3096 a.C.… …

p. 130
… …
Quindi, al tempo in cui comparve il fedele uomo Noè, gli scritti erano comuni. Che Noè fosse un uomo credente in Geova Dio e nella promessa della Progenie avvenire significa che Noè dovette avere conoscenza. Dove l’acquistò egli? Senza dubbio dalle stesse tavolette scritte da Adamo. Questi scritti della creazione avrebbero interessato grandemente Noè molto probabilmente egli li ebbe nella sua biblioteca quando entrò nell’arca di preservazione. Per Noè fu un compito facile scrivere la propria narrazione degli avvenimenti nei turbolenti giorni del diluvio. Infatti, egli scrisse la storia contenente le informazioni di Genesi 5:3 – 6:9. i figli di Noè fecero la loro parte componendo il racconto del diluvio stesso e delle condizioni di quel tempo. Essi scrissero la storia che fu poi usata in Genesi 6:9 – 10:1.
La nostra considerazione mostra che Geova Dio inventò la scrittura e diede all’uomo la facoltà di scrivere, come gli diede il dono della parola. Geova guidò evidentemente la narrazione degli avvenimenti antidiluviani affinché se ne preservasse il ricordo contro la debolezza della memoria degli uomini imperfetti. Geova Dio, mediante il suo spirito, guidò senza dubbio Noè onde ottenesse queste narrazioni da preservare nell’arca durante il diluvio, perché fossero ulteriormente usate da uomini di fede dopo il diluvio.

p. 132
… …
L’uomo da cui Geova aveva promesso che sarebbe venuta la Progenie di Sem, uno dei figli di Noè. Sem fu un uomo energico che sostenne la pura adorazione di Geova contro la falsa adorazione di Nimrod. Abrahamo poté aver facilmente udito e accettato la difesa della vera adorazione di Geova fatta da Sem. Egli sarebbe il fedele Sem a cui Noè avrebbe dato le tavolette inerenti alla creazione scritte da Adamo e quella scritta da lui, Noè. Con pari facilità Abrahamo e Sem avrebbero potuto fare uno studio delle tavolette d’argilla in quanto agli avvenimenti verificatesi dalla creazione dell’uomo a quel tempo. Ad ogni modo, a causa della

p. 133
sua fede Geova approvò Abrahamo e lo fece uscire da Ur dei Caldei.
Nel 1943 a.C. Abrahamo partì da Ur per il paese di Canaan. Egli portò probabilmente con sé la conoscenza degli scritti antidiluviani tramandata da un superstite del diluvio, Sem. Questi furono lo scritto e la lingua che non erano stati confusi. La scrittura avrebbe potuto essere alfabetica. Gli archeologi hanno definitivamente attribuito l’”invenzione” dell’alfabeto ai popoli semitici, discendenti di Sem.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
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(Κ. Καβάφης)
21/04/2006 01:21
 
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Esilarante, certo poi uno pensa a quelli che ci credono e ti cascano le braccia.

21/04/2006 09:42
 
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Re:

Scritto da: Teodoro Studita 21/04/2006 1.21
Esilarante, certo poi uno pensa a quelli che ci credono e ti cascano le braccia.





E voi stareste meglio in fatto di "Esilarante" e di "quelli che ci credono e ti cascano le braccia"? jyhu

21/04/2006 13:51
 
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A giudizio di tutti coloro che di filologia ne capiscono qualcosa la risposta è sì: stiamo decisamente meglio.

Ad maiora
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21/04/2006 15:28
 
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Re:

Scritto da: Polymetis 21/04/2006 13.51
A giudizio di tutti coloro che di filologia ne capiscono qualcosa la risposta è sì: stiamo decisamente meglio.

Ad maiora





Ma cosa capiscono "tutti" questi "coloro" che possa dare risposta certa a domande che implicano decisioni che hanno a che fare con le libertà di scelta e di coscienza dei credenti?

La tua è pura illusione, almeno per ora, e forse per sempre. Ed inoltre cerca di accordarti con quanti, fra i credenti cattolici, sono di parere simile a quello dei TdG e contestano il tuo modo di interpretare certi eventi. Non è la prima volta che emergono dissensi fra voi credenti cattolici.
La filologia NON CENTRA UN EMERITO NULLA CON LA TESI CHE VUOI PORTARE AVANTI. Caso mai potrebbe centare la teologia.
La filologia, è bene che tu lo tenga presente, finora ha dimostrato di dar ragione ad elementi come me.
La filologia vi contesta e vi contraddice in toto.

Tanti saluti.

Il Gabbiano



21/04/2006 17:10
 
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“Ma cosa capiscono "tutti" questi "coloro" che possa dare risposta certa a domande che implicano decisioni che hanno a che fare con le libertà di scelta e di coscienza dei credenti?”

Capiscono le conclusioni che la scienza ha fatto loro trarre. La certezza non è di questo mondo né di alcuna scienza. Sebbene però non ci sia la certezza del fatto x, c’è la certezza che non è il fatto y.
Che cos’è il fuoco? La scienza può faticare a trovare una definizione precisa, ma sa già che certamente non è uno dei quattro elementi che compongono l’universo come gli antichi greci pensavano. Per la filologia è più o meno lo stesso.

“La filologia NON CENTRA UN EMERITO NULLA CON LA TESI CHE VUOI PORTARE AVANTI.”

Visto che in questo post sto parlando unicamente di filologia, e cioè di chi abbia scritto il Pentateuco, vorrei tanto sapere a quale mia tesi che non c’entra nulla con la filologia ti riferisci.

“La filologia, è bene che tu lo tenga presente, finora ha dimostrato di dar ragione ad elementi come me.”

Questo può dirlo solo un filologo, non chi non sa neppure l’alfabeto greco e presume d’aver intesto qualcosa della disciplina.

"La filologia vi contesta e vi contraddice in toto."

Senta dottore, quando vedrò i suoi articoli pubblicati sulle riviste di filologia accanto a quelli di Metzger e di Martini ne riparleremo.

Ad maiora
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22/04/2006 15:55
 
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Re:

Scritto da: Polymetis 21/04/2006 17.10
Senta dottore, quando vedrò i suoi articoli pubblicati sulle riviste di filologia accanto a quelli di Metzger e di Martini ne riparleremo.

Ad maiora




Si degni di osservare, preg.mo filosofo e grecista, che mentre i miei articoli non sono accanto a quelli di Metzger e Martini, sono sicuramente accanto ai Vs...!!!


Il Gabbiano

22/04/2006 20:13
 
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" che mentre i miei articoli non sono accanto a quelli di Metzger e Martini, sono sicuramente accanto ai Vs...!!!"

Solo perché questo è un luogo pubblico e può scrivervi chiunque.
Per quanto mi riguarda ho accettato di moderare una sezione di questo forum e dunque mi sento moralmente obbligato a correggere le inesattezze che leggo.

Ad maiora
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23/04/2006 18:14
 
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Sebbene si tratti di testi di 47 e 43 anni fa non vedo cosa ci sia nè di delirante nè di esilarante nel contenuti dei suddetti.

Nè vedo come treads di tal genere provocatorio possano essere meritevoli di replica.

Sandra.
23/04/2006 22:02
 
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Re:
Scritto da: Polymetis 21/04/2006 17.10
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> Capiscono le conclusioni che la scienza ha fatto loro
> trarre. La certezza non è di questo mondo...

Bene...tantomeno di altri mondi.

> ...né di alcuna scienza.

Perciò inclusa la filologia, che spesso è usata da inesperti fiduciosi per giungere a conclusioni che la filologia non osa nemmeno lontanamente tirare in campo.


> Sebbene però non ci sia la certezza
> del fatto x, c’è la certezza che non è il fatto
> y.

Non è un enunciazione algebrica, difatti data l'incertezza di x non è possibile convenire sulla certezza di y, funzione di x.


> Che cos’è il fuoco? La scienza può faticare a tr
> ovare una definizione precisa, ma sa già che certamente
> non è uno dei quattro elementi che compongono l’universo
> come gli antichi greci pensavano. Per la filologia
> è più o meno lo stesso.

Esempio strambo che non centra con la filologia. Che il fuoco sia o non sia elemento dipende dalle regole del gioco scientifico, e non dalla certezza del fenomeno fuoco in sè, che, quantunque non definibile con precisione, è osservabile e dimostrabile. Che poi gli elementi siano 4 fa parte del gioco della classificazione, che si può sia accettare che respingere.


> Visto che in questo post sto parlando unicamente di f
> ilologia, e cioè di chi abbia scritto il Pentateuco,
> vorrei tanto sapere a quale mia tesi che non c’entra
> nulla con la filologia ti riferisci.

Non centrano nulla le citazioni della WT, che sono citazioni che trovano la loro base d'essere sulla fede e non sulla filologia, esattamente come le posizioni della CC, come per esempio sul preservativo e su altre questioni di cui si è discusso in questi giorni (Marini-cardinale Martini), e non ultimo le prese di posizioni cattoliche su questioni che han riguardato la fede, connesse, ad esempiio, con gli enunciati di Nicea piuttosto che con quelli della filologia.


> Questo può dirlo solo un filologo, non chi non sa nep
> pure l’alfabeto greco e presume d’aver intesto
> qualcosa della disciplina.

Avanti allora, fammelo dire da un filologo...sarà un vero divertimento.


PER SANDRA:

Parli di posizioni quasi antidiluviane.
Una domanda:
Stanno diversamente le cose oggi?


Il Gabbiano
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