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NO al Cattolicesimo

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2006 15:02
03/09/2004 16:43
 
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Dogma Nella teologia cristiana, una verit rivelata che come tale segna i confini essenziali della fede. Similmente, in altri contesti, il termine "dogma" si riferisce alle credenze irrinunciabili di una particolare tradizione religiosa. Nel cristianesimo per definire un dogma devono essere soddisfatte almeno due condizioni: 1) l'affermazione deve essere riconducibile alla Scrittura e alla tradizione; 2) deve essere promulgata da un'autorit ecclesiastica largamente riconosciuta. Nella storia cristiana i dogmi vennero normalmente formulati in occasione di controversie dottrinali volte a chiarire l'ortodossia di un insegnamento rispetto alle deviazioni ereticali (Vedi Eresia). I dogmi formulati dai concili ecumenici nei primi secoli della Chiesa conservano tuttora il consenso della grande maggioranza dei cristiani d'Oriente e d'Occidente: cos, ad esempio, la definizione della persona di Cristo da parte del concilio di Calcedonia del 451. I dogmi formulati in seguito sono vincolanti unicamente per la Chiesa cattolica; tali i dogmi mariani dell'Immacolata Concezione (1859) e dell'Assunzione (1950) e quello dell'infallibilit papale (1870).
Anche i dogmi pi universalmente accettati sono, come tutte le affermazioni dottrinali, segnati dal contesto culturale: termini come "sostanza", "natura" e "persona", utilizzati all'epoca del concilio di Calcedonia, riflettono concezioni filosofiche tipiche di un dibattito segnato da particolari dottrine metafisiche. Ne deriva che il dogma stesso e la sua formulazione richiedono un'ermeneutica che ne mantenga il significato e ne comprenda il contesto. La dialettica tra espressione letteraria e significato, tipica di ogni espressione umana, appartiene dunque anche al dogma.



30/09/2004 10:17
 
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benimussoo dici...

>Anche i dogmi pi universalmente accettati sono, come tutte le affermazioni dottrinali, segnati dal contesto culturale: termini come "sostanza", "natura" e "persona", utilizzati all'epoca del concilio di Calcedonia, riflettono concezioni filosofiche tipiche di un dibattito segnato da particolari dottrine metafisiche. Ne deriva che il dogma stesso e la sua formulazione richiedono un'ermeneutica che ne mantenga il significato e ne comprenda il contesto.

R
E' esatto ma forse non sarà inutile sottolineare che questo essere relato ad un contesto culturale non rende il dogma "relativo" nel senso che potrebbe renderlo incerto, ma solo che per comprenderlo nella sua esatta semantica il lettore di un'area culturale diversa, sia essa geograficamente sia nel tempo, non può prescindere da quel contesto in cui quel dogma fu formulato.

E se quel contesto culturale, dura ancor oggi, non si può né relativizzare la sua odierna formulazione né pensare di poterla decodificare alla leggera con altri termini senza il visto e l'approvazione del Magistero.

Ad esempio, nei nostri giorni, alcuni teologi hanno tentato di "sostituire" il termine "transustanziazione" con "transignificazione" e "transfinalizzazione" in relazione al fenomeno che, secondo la fede cattolica e ortodossa, avviene nella consacrazione del pane e del vino.
E, come è noto, Papa paolo VI ha posto loro i punti sulle "i" obiettando che quei nuovi semantemi sono accettabili solo se basati sulla "transustanziazione" da intendere come conversione fisica della sostanza del pane e del vino (di cui Dio conserva miracolosamente solo le species=apparenze).
Altrimenti quei nuovi significati, culturalmente mmoderni rispetto a quello classico che invece persiste perché viene inteso come più adeguato, indurrebbero un senso di presenza di cristo solo simbolica, rinnegando la presenza reale creduta dalla Chiesa sin dal tempo di S. Paolo (cf la 1Corinzi).
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est modus in rebus
31/01/2005 10:26
 
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Le Eresie esistono in tutte le religioni, in modo particolare nelle grandi religioni, ancora più in particolare in quelle monoteiste.

Mentre nelle religioni monoteiste le Eresie non sono tollerate, da altre parti diventano addirittura il punto cardine della dottrina, nel senso di "più diversi si è, meglio è"!

Perché tanto astio nei confronti della diversità?

[Modificato da Arkantos il legionario 31/01/2005 10.27]

31/01/2005 11:18
 
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Per alcuni é inconcepibile dover dividere con gli altri la supremazia sui fedeli. Se la via da seguire é una e immutabile, pensano costoro, allora la Religione in questione é più forte.
Ovviamente spesso sembra che sia così, ma in realtà tali gruppi non sono forti come può sembrare.
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Dalle ombre, sono affascinato dalla morte...


Fiero Narratore
31/01/2005 13:49
 
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Re:

Scritto da: Arkantos il legionario 31/01/2005 10.26


Mentre nelle religioni monoteiste le Eresie non sono tollerate, da altre parti diventano addirittura il punto cardine della dottrina, nel senso di "più diversi si è, meglio è"!


[Modificato da Arkantos il legionario 31/01/2005 10.27]





Puoi fare qualche esempio per favore?



Francesco





E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
(Geremia 1:19)
31/01/2005 14:16
 
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Chiesa Cattolica:

Valdesi: morti
Catari: morti
Luciferiani: morti
Spiritualisti: morti

Al contrario, il Buddismo ha diverse "sette" a volte con idee che potrebbero essere eretiche per altri gruppi... ma essi non si sono mai ammazzati tra loro.

Ecco due begli esempi.
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Fiero Narratore
31/01/2005 14:55
 
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Roma antica = molteplicità di culti. [SM=g27994]m6:
Pensiamo che l'imperatore Alessandro Severo propose di aggiungere Gesù tra gli Dèi Romani! (nel suo tempietto privato aveva Gesù, Abramo, Orfeo e Apollonio di Tiana!)
Non solo, ma in generale Roma era curiosa dei culti altrui, accoglieva quasi tutto senza problemi!

Nel Buddhismo dipende! Ma nella maggioranza dei casi la cosa va come ha detto luponero, in quanto ammette la molteplicità di dottrine e di insegnamenti.

Nella Wicca poi ci sono vari modelli anche completamente diversi e non ho mai sentito che si "aggredissero" tra loro.




Pensiamo agli Ebrei, quante sette hanno? Nel Cristianesimo ,quante eresie ci sono?
In entrambi i casi c'è Ebrei VS Ebrei e Cristiani VS Cristiani!

Gli Islamici, prima hanno subito il destino dei loro "cugini" , sono nati sunniti, sciiti e via dicendo: ecco che poi si scontrano!
Perciò anche qui, Islamici VS Islamici.

Tutto ciò è nato quando le grandi civiltà del passato hanno pensato che si potesse istituire un dominio imperiale universale, una civiltà universale che inglobasse tutte le altre, retto da un unico monarca, con un’unica legge, un unico sistema di vita e quindi anche un’unica religione.
31/01/2005 18:05
 
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Ma non sarà allora che nella cristianità e nell'islamismo all'origine delle controversie religiose ci sia l'eccessiva ingerenza di Eminenze o Imam negli affari politici?
In estremo oriente probabilmente potere politico e dottrine religiose non si sono mai mischiate fra loro.
E' una ipotesi possibile la mia?




Francesco



E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
(Geremia 1:19)
31/01/2005 18:07
 
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Alla base ci sta il semplice fatto che tutti vogliono aver ragione!
I diversi da costoro hanno torto!
31/01/2005 19:21
 
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Re:

Scritto da: Arkantos il legionario 31/01/2005 18.07
Alla base ci sta il semplice fatto che tutti vogliono aver ragione!
I diversi da costoro hanno torto!



Ok, ma se al desiderio di avere ragione si aggiungono interessi politici e di conseguenza economici economici allora dalle controversie ideologiche a livello verbale si passa alla vie di fatto, vedi guerre di religione.
Oggi qui da noi ci portiamo dietro questo triste retaggio.




Francesco



E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
(Geremia 1:19)
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