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L'autorità romana

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2007 15:53
27/11/2006 01:44
 
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“Si ma quando mi presento davanti al docente ed inizio ad esporre la mia tesi in linea con il testo, di certo il professore non può ribattere che la mia tesi è infondata, perché gli contesterei che il testo di riferimento dal quale studiare me lo ha dato lui !”

Non funziona così, esistono le lezioni. Se il docente non è d’accordo in alcuni punti col manuale basta che spieghi a lezione il suo punto di vista.

“Non credo che esista una fonte che dice: “Roma divenne la Chiesa più importante per questioni politiche e perché era la comunità fondata dal vinvicore della diatriba teologica contro i giudeocristiani” come potrebbe ? Tu sai bene che la storia la fanno i vincitori ! Ma se serissimi studiosi sostengono una tesi del genere, devono averla elaborata proprio dallo studio di tutte le fonti, dei contesti storico-sociali, ecc…”

Aspetto di sapere quali siano perché i contesti sono una cosa talmente sfumata che ognuno identifica il contesto che vuole, non essendo oggetti concreti ma paradigmi analitici devono per forza essere costruiti a partire da delle fonti che li suggeriscano. Io aspetto ancora di sapere quali siano, non discuto su degli ipse dixit.

“Bene allora a me basta questa interpretazione per ora, perché è la più diffusa in ambito accademico.”

Te lo ripeto: hai fatto una statistica? E non mi dire che quel manuale è molto diffuso, perché ti ho già detto che non vuol dire alcunché, non occorre che perché un manuale sia buono io debba essere d’accordo con tutte le sue tesi, specie questa che è così dibattuta. Anche qui a Venezia viene adottato, eppure il docente di storia del cristianesimo è un esponente di azione cattolica.

“Non sono ritenute storicamente attendibili.”

Da chi, perché, e su che basi.

“Non è necessario che vi siano, basta studiare i vari contesti storico culturali.”

E in base a che cosa li hai ricavati? L’unico contesto che io vedo nelle fonti è un odio viscerale per Roma imperiale in quanto persecutrice, l’apprezzamento della Chiesa di Roma in quanto sede del martirio di due apostoli, una presa di distanza dal potere politico in generale perché come dice la lettera a Diogneto bisogna essere nel mondo ma non del mondo.

“Ad esempio Ireneo che nel suo scritto contro le eresie cerca di fondare l’autorità romana sui più importanti apostoli. Il suo intento è chiaramente apologetico”

A questo ho già risposto: perché fare apologia dovrebbe equivalere a mentire? Ireneo è un vescovo di origine orientale, non ha mai avuto problemi a tenere la parte dei suoi fratelli greci quando serviva come nella disputa sulla Pasqua, ma soprattutto è il discepolo di un discepolo di Giovanni, ergo un testimone privilegiato della tradizione. Non sta inventando ma descrive una situazione, e da come la descrive la presuppone già nota. Inoltre se sta solo facendo apologia menzognera come tu sostieni è un tantino idiota. Non ha senso dire agli gnostici: ci sono molte chiese ma cito Roma perché è la più famosa, la Chiesa grandissima e antichissima a tutti nota, se poi questo non fosse vero. Proprio perché la sua autorità era grande cita Roma, non avrebbe avuto senso fare il contrario: i suoi lettori non erano dei tordi. Inoltre io vorrei proprio sapere perché siamo nuovamente caduti nel paradigma “colpevole fino a prova contraria”. Non capisco perché se una persona espone quella che è la sua opinione, allora, per il solo fatto che si difende, diventa automaticamente inaffidabile. Ma che follia è mai questa? Di questo passo i processi nei tribunali si chiuderebbero tutti con una condanna. Si dubita di una testimonianza solo se altri testimoni dicono il contrario, ed io non li ho ancora visti. Ma come, dall’alto della nostra ignoranza sul II secolo pensiamo di saperne di più su quel periodo di uno dei maggiori vescovi dell’ecumene?

“fa di tutto per evidenziare come la sua visione teologica (quella paolina) sia quella ortodossa tramandata da Gesù a Pietro e a tutti gli apostoli.”

Non capisco il problema. Una persona persona non ha il diritto di dire quella che crede sia la verità? Tu parti a priori dal postulato che menta.

“Siccome all’epoca era ancora vivo il ricordo di Pietro, oltre a Paolo dovette nominare Pietro quale cofondatore della comunità romana.”

Non capisco nulla di questa argomentazione. Le attestazioni del martirio di Pietro a Roma sono del I secolo, dunque non è che debba citare Pietro, lo fa è basta perché è corretto. Inoltre non è che “allora” era “ancora” vivo il ricordo di Pietro, il ricordo dell’apostolo infatti è vivo quanto ora e non capisco cosa voglia dire quell’ “ancora”.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 27/11/2006 1.48]

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