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Che cos'è un papa? e la loro Storia

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2014 12:23
22/01/2007 11:28
 
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Era un rimando al "Ad Heinricum IV" di Benzone vescovo di Alba, della fine dell'XI secolo [MGH Script.XI, p.670, Benzonius Albensis Ad Heinricum IV, lib. VII 2 per l'esattezza]. Chi conosce le correnti letterarie polemiche all'opera di Gregorio VII avrebbe capito il senso del post.

Inserisco questo post di Teodoro , nulla di Mio tutto di suo
Scusate

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



04/02/2007 23:55
 
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Ora che sono tornato rimetto mano a questo post, al quale tempo fa diedi avvio. Prima di iniziare vorrei chiarire quali sono gli obiettivi di questa mia ricognizione. Lo scopo non è dimostrare con argomenti teologici la struttura episcopale della Chiesa né mettermi a discutere se il Papa sia o meno il successore di Pietro (sono appena uscito da una discussione sull’argomento se ben rammentate). Questo post serve unicamente a spiegare che cosa in base alla teologia cattolica il Papa dice di se stesso, e lo faccio in prospettiva ecumenica; quando dico ecumenica intendo che serve per il dialogo con l'unica Chiesa che non sia eretica: gli ortodossi. L’altro cosiddetto ecumenismo non è altro che un insieme di baci e abbracci, che non ha alcuna possibilità di trovare una mediazione tra le due posizioni, in quanto l'unico di avvicinamento possibile è la conversione. Al contrario, come è noto, non è corretto parlare di conversione dal cattolicesimo all'ortodossia e viceversa, giacché essendo entrambe le successioni apostoliche valide ciascun battezzato del cristianesimo d'Oriente o d'Occidente si trova già nella Chiesa di Cristo. Si può scegliere di passare da una o dall'altra parte per delle sottigliezze, ma suppongo che la gente illuminata in entrambi gli schieramenti non pensi di trovarsi davanti a degli eretici. Questo messaggio serve dunque a tentare di ridiscutere la posizione del vescovo di Roma in modo che possa essere compatibile e accettabile con il resto della Chiesa di Cristo, si danno cioè per scontate le basi della teologia ortodossa. Non entrerò dunque in questioni quali l'attestazione che i vescovi siano i successori degli apostoli o che i concili siano infallibili: poiché questa discussione serve unicamente a mettere in luce ciò che a mio avviso può essere il ruolo del ministero petrino nella Chiesa di Cristo, si dà per scontata la teologia che ortodossi e cattolici condividono in quanto membri della suddetta Chiesa. Questa non è cioè una discussione contro i protestanti o per dialogare con i protestanti, gradirei dai protestanti che mi dicessero se gli ortodossi a loro avviso potrebbero accettare un'impostazione simile, infatti che loro in quanto protestanti non l'accetterebbero lo so già perfettamente.
Per delineare quale dev'essere il ruolo del vescovo di Roma in prospettiva ecumenica mi baserò su quello che ritengo lo studio più “avanzato”(leggi a-dogmatico) in materia, esponendo le tesi assunte da Tillard nella sua opera "Il vescovo di Roma" edizioni Queriniana, che a suo tempo fece parecchio scalpore. È ovvio che questa posizione pur venendo da un domenicano non corrisponde ad alcuna indicazione precisa del magistero cattolico, infatti su questi argomenti sta lavorando il dialogo ecumenico proprio in questi anni. Ne consegue che non troverete queste cose sul sito dei legionari di Cristo, bensì nelle opere dei pochi illuminati che da entrambe le parti cercano la conciliazione. Si discuterà inoltre la proposizione, secondo molti insensata quanto alla sua formulazione, in base alla quale si deve ritornare all'esercizio del primato “com'era nel primo millennio”, e ciò è problematico in quanto non è esistito un unico modello di esercizio. Se la ricerca storica volesse trovare il primato petrino facendo una ricerca in cui venisse evidenziato il minimo comune denominatore di questo esercizio in tutte le epoche non si arriverebbe a nulla, perché non è mai esistito un modo uniforme di esercitarlo. Mi pare magistrale su questo punto un documento della Congregazione per la dottrina della fede che fu redatto a seguito di un simposio internazionale di studi sul primato petrino tenutosi in Vaticano. In tale documento si dice quanto segue:
“Anche per questo, l'immutabile natura del Primato del Successore di Pietro si è espressa storicamente attraverso modalità di esercizio adeguate alle circostanze di una Chiesa pellegrinante in questo mondo mutevole. I contenuti concreti del suo esercizio caratterizzano il ministero petrino nella misura in cui esprimono fedelmente l'applicazione alle circostanze di luogo e di tempo delle esigenze della finalità ultima che gli è propria (l'unità della Chiesa). La maggiore o minore estensione di tali contenuti concreti dipenderà in ogni epoca storica dalla necessitas Ecclesiae. Lo Spirito Santo aiuta la Chiesa a conoscere questa necessitas ed il Romano Pontefice, ascoltando la voce dello Spirito nelle Chiese, cerca la risposta e la offre quando e come lo ritiene opportuno.
Di conseguenza, non è cercando il minimo di attribuzioni esercitate nella storia che si può determinare il nucleo della dottrina di fede sulle competenze del Primato. Perciò, il fatto che un determinato compito sia stato svolto dal Primato in una certa epoca non significa da solo che tale compito debba necessariamente essere sempre riservato al Romano Pontefice; e, viceversa, il solo fatto che una determinata funzione non sia stata esercitata in precedenza dal Papa non autorizza a concludere che tale funzione non possa in alcun modo esercitarsi in futuro come competenza del Primato.
In ogni caso, è fondamentale affermare che il discernimento circa la congruenza tra la natura del ministero petrino e le eventuali modalità del suo esercizio è un discernimento da compiersi in Ecclesia, ossia sotto l'assistenza dello Spirito Santo e in dialogo fraterno del Romano Pontefice con gli altri Vescovi, secondo le esigenze concrete della Chiesa" (Il primato del successore di Pietro nel ministero della Chiesa 12-13)
Se la funzione del vescovo di Roma così com'è concepita dai cattolici è l'unità della Chiesa allora come può avvenire questo ufficio? Ha senso ancora cercare un’essenza minima di tale primato visto quanto detto sopra, ossia che a seconda delle situazioni cambiano le necessità e dunque la canonistica non deve diventare una catena per il modo imperscrutabile di agire dello Spirito? Bisogna non cercare un essenza ma limitarsi a delle linee guida? L’unico elemento su cui mi sento d’essere sicuro è che della necessità di un punto di riferimento per l'unità dei cristiani è maestra la storia. Come i più aggiornati sanno la Chiesa anglicana, che si basa su una struttura episcopale, e a un passo dallo scisma a causa dell'ordinazione di un vescovo donna e anche di vescovi gay(il plurale è del tutto voluto). La maggior parte della Chiesa, nei due rami anglicano ed episcopaliano, è contro queste ordinazioni, e giacché paradossalmente la maggior parte dei fedeli anglicani non sta né in Inghilterra né negli Stati Uniti bensì in Africa, dove i cristiani sono spesso discendenti dai coloni o comunque neri cristianizzati, si sta profilando l'idea di uno scisma all'interno della comunione anglicana tra Nord del mondo progressista e Sud conservatore, ma anche all'interno dello stesso Nord specie negli Usa. Di recente l'arcivescovo di Canterbury ha affermato che per mettere fine alle divisioni gli piacerebbe per una volta avere un po' di potere papale, e io sospetto che una cosa simile la pensi il patriarca di Costantinopoli di fronte all'arroganza di quello di Mosca e all'impotenza del Santo sinodo nel risolvere questo problema. Si può dunque trovare una forma di primato che non cancelli la forma dell'episcopato ma anzi derivi da essa,una forma di primato al servizio dell'unità che possa andar bene anche alla teologia ortodossa? Questo allo scopo della discussione. Mi si rimprovera la lunghezza, e dunque sarà a puntate, anche perché devo cucinarvi due capitoli di Tillard e leggerli di fila è impossibile.
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(Κ. Καβάφης)
05/02/2007 01:16
 
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Credo che nel mondo ortodosso sia difficile trovare degli interlocutori "illuminati" che abbiano anche una qualche voce in capitolo.
La discussione è interessante, ma credo che sia impossibile intavolare una qualsiasi discussione se prima non si riconosce la pari autorità degli interlocutori. È la differenza che passa tra dialogo e soliluquio, che è il caso in cui un personaggio autodefinentesi infallibile non può parlare con altri personaggi "fallibili" traendone qualcosa che non possa trarre da se stesso in beata solitudine. Questo per avere un minimo di coerenza.
Se invece si volesse avere coraggio e autocritica, cosa impossibile se si vuole salvare la faccia, bisognerebbe fare tabula rasa e ripartire dall'VIII secolo, con il beneficio di conoscere già in partenza il seguito del film, e rimediare agli errori che da entrambe le parti sono stati commessi.
È possibile questo? Non credo proprio.
Non so se rientro tra gli "illuminati", ma credo che la base del dialogo sia stabilire la pari dignità degli interlocutori, e questo non si può fare ma non certo per le autocefalie ortodosse, ma per i folli dogmi ottocenteschi che oggi sono solo un impiccio dal quale non ci si riesce (o non ci si vuole) liberare.
Leggo comunque volentieri.
Cordialità,


05/02/2007 08:39
 
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re
Ti leggerò senza disturbarti. Promesso!!! [SM=x511470] omega
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Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
05/02/2007 13:05
 
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Per Teo

A me sembra che ostacoli alla riunificazione vengano da entrambe le parti. Da parte cattolica l’ostacolo è l’ultramontanismo di certi ambienti, da parte ortodossa il voler ridurre il primato petrino a una formula che non si sa cosa voglia dire come “primus inter pares”, che svuota del tutto la funzione di servizio all’unita che una figura di unione può dare. E’ ovvio che il dialogo ecumenico non deve partire dall’idea che l’Oriente accetti la legislazione latina sul primato, né l’Occidente deve rinunciare alla propria. Come evidenziava quel brano della Congregazione per la dottrina della fede quello che serve a tenere unita la Chiesa varia a seconda dei tempi. Io che la forma di governo attualmente usata in Occidente non è quella del I secolo, come del resto non è del I secolo la pentarchia. Ma non è questo il problema, infatti chi crede che lo Spirito guidi la sua chiesa e le dica come adeguarsi ai tempi non può essere un seguace della riproposizione fissa di uno schema di secoli passati, che non è detto funzioni nell’oggi. A seconda delle esigenze, nello spirito della Tradizione che deve divenire ispirazione di nuovi modelli per non tradirne lo spirito, la Chiesa cambia per adeguarsi alle sfide. Io so come è nata la struttura di governo monarchico in occidente, e sono come sono nati i vescovi conti, non è detto che mi piaccia ma so che la Chiesa d’Occidente forse oggi non esisterebbe se non si fosse organizzata così. Mentre infatti in oriente i vescovi potevano pensare a fare i vescovi in quanto c’era un’imperatore cristiano che li proteggeva, in Occidente con l caduta dell’impero i vescovi hanno dovuto arrangiarsi a far fronte ai barbari e la Chiesa è rimasta l’unica istituzione sul territorio. Vale a dire che questa trasformazione in una struttura così come la conosciamo oggi, con un piccolo principato del vescovo di Roma, ha le sue radici in una difesa militare. Chi crede vede in questo cambiamento un modo che lo Spirito ha dato alla sua Chiesa di questa parte del mondo per sopravvivere, e non si vuole che la Chiesa d’Oriente diventi come quella d’Occidente visto che non ha avuto la medesima storia. Il papa sa benissimo che non può avere nell’Est ciò che ha ad Ovest, per questo bisogna trovare nuove forme di dialogo, che non è detto siano mai state attestate, proprio perché i tempi sono cambiati e lo spirito soffia dove vuole. Cosa c’era prima lo conosciamo, cosa ci sarà in futuro lo ignoriamo.
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(Κ. Καβάφης)
05/02/2007 13:51
 
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Bene, non essendoci più i barbari (più o meno, va) cominciamo a far nominare i vescovi della siberia dai siberiani e non dal papa.
Ma poi come si potrebbero tener buoni i nepotismi nella curia?
Chi rinuncierebbe al privilegio di "spingere" i propri protetti alla dignità episcopale solo per un ragionamento del tutto astratto, per quanto correttissimo, come questo?
Alla fine ci si scontra sempre con la politica.
Cordialità,
11/02/2007 11:53
 
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x Santra

Ciao! Benvenuta sul nostro forum!

Non credo sia questo l'obbiettivo del 3d.
Prova a leggere quanto ha scritto Polymetis all'inizio del suo penultimo reply. Ci dovrebbe essere già un'altra discussione in merito a quanto hai citato..in questa si insisteva esclusivamente su un punto particolare.

Polymetis ha spostato la tua discussione qui, dove è IT:

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=43257&idd=2...

Ciao [SM=x511466]
Mauri

PS: x Polymetis, scusa ma non trovavo la discussione altrimenti lo spostavo io.
Ciao e grazie

[Modificato da MauriF 11/02/2007 13.07]

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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
11/02/2007 12:40
 
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Hai ragione Maurif ma siccome non sono il moderatore di questa sezione mi serve il tuo aiuto. Io sposto il post di Santra nella discussione sull'autorità romana, tu intanto cancellalo da qui.
Scusate se finora non ho messo mano a questa discussione ma sono stato impegnato in altre parti del forum, e penso si sia visto.

Ad maiora
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(Κ. Καβάφης)
15/02/2007 04:01
 
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Re:
Ciao Polymetis

-----6.Con chi è stato scomunicato da lui tra l'altro non dobbiamo nemmeno rimanere nella stessa casa.------


Questo mi ricorda qualche regola molto criticata ( anche da tanti cattolici ), dei TdG.


--------9.Al papa e solo a lui spetta che tutti i principi bacino i piedi.---------


Gli apostoli di Gesù Cristo non volevano neppure che le persone si inginocchiassero davanti a loro, perchè mai il Papa dovrebbe avere il diritto di farsi baciare i piedi da tutti i principi?
A meno che, quella frase non sia solo figurativa, un modo di dire che anche i Prinicpi dovrebbero obbedire alle sue parole.


------10.Solo il suo nome venga proferito nelle Chiese.-----

Quindi Dio, Gesù Cristo e lo Spirito Santo verrebbero dopo di Lui o forse non se ne parlerebbe proprio?

Mi ricorda molto una frase detta da un giornalista di, non ricordo quale rete televisiva, quando, in un periodo particolare in cui tutti ricordavano la vita di Padre Pio e ne parlavano in ogni dove egli ( il giornalista ) dopo il servizio andato in onda, commentò sconfortato " In questi giorni Dio non fa neppure da comparsa ".

Sembra anche, in questa lista, che Dio non appaia neppure come comparsa. Il papa deve praticamente essere riverito come se fosse Dio in persona.


------12.Gli sia lecito deporre gli imperatori.-------


Pensiamo forse che non sarebbe stato lecito per Gesù Cristo deporre gli imperatori? Eppure Egli non lo ha fatto, ma si è lasciato flagellare ed uccidere, senza deporre nessuno.


Come è possibile che il Papa abbia tale potere ?




---------18.A nessuno sia lecito ritrattare le sue sentenze; lui solo possa ritrattare quelle di tutti.------------

Questo, immagino, solo quando parla guidato dallo Spirito Santo, e cioè quando dichiara di non parlare di suo, ma di parlare per comandamento di Dio.

-------19.Nessuno lo possa sottoporre a giudizio.---------

Sappiamo tutti che il papa è una persona imperfetta e sappiamo anche quante cose veramente cattive hanno fatto vari Papi.
Come è possibile che non possa essere punito quando dovesse macchiarsi di sangue innocente o di altri crimini simili?
Ma soprattutto, in quei casi, come poteva Dio permettere che persone così malvage potessero rimanere a gudare la Sua Chiesa, come poteva una chiesa guidata da assassini essere una chiesa che non commette errori?
Come può, un criminale essere guidato dallo Spirito di Dio, quando sappiamo tutti che lo Spirito non rimane in un corpo immondo?


-------22.La Chiesa romana non ha mai errato né potrà mai errare, come testimonia la Sacra Scrittura.-------

Quando alcuni di coloro che oggi sono ritenuti Santi dalla Chiesa Cattolica, sono stati uccisi come eretici proprio per ordine della Chiesa Cattolica, come si può accettare il fatto che tale Chiesa non sia mai in errore?
Diciamo che forse non vuole ammettere i propri errori.

------23.Il pontefice romano, se è stato ordinato secondo i canoni, è indubitabilmente reso santo per i meriti del beato Pietro, come testimonia il vescovo di Pavia Ennodio, seguito in ciò dal parere di molti santi Padri e come è scritto nei decreti del beato papa Simmaco.---------

Qui si scopre in modo chiaro, come furono stabilite tali regole.
Non sono regole dettate da Dio al Suo servitore qui sulla terra, ma sono pareri personali di Vescovi e di Padri.

Quante delle cose suddette sono state stabilite da Dio e dette a colui che dice di guidare la Chiesa di Gesù Cristo e di Dio?


----26.Non sia considerato cattolico chi non è d'accordo con la Chiesa romana.-----

Questa è un'affermazione molto vaga, visto che, alla fine, vengono considerati cattolici anche coloro che appartengono a chiese diverse con 15 riti diversi.

Ora una domanda da chi non è troppo afferrata nei 15 riti diversi:
Tutti quanti credono nello stesso ed unico papa, o alcune chiese orientali o ortodosse fanno riferimento ad un altro papa?


Argomento assolutamente interessante.

Grazie
Ciao
Lorena



15/02/2007 15:11
 
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Grazie Monterosa per avermi richiamato alla mente che devo ancora riprendere in mano questo post, cosa che avevo intenzione di fare domenica perché è l'unico giorno veramente libero della mia settiamana. Se non si fosse capito uel post riporta il Dictatus Papae di Ildebrando di Soana, e l'ho citato proprio come esempio di ciò che un papa non dovrebbe dire. A parte qualche punto dunque, di natura ecclesiologica, è ovvio che a me non importa un tubo difendere il fatto che solo al vescovo di Roma si possano baciare i piedi. Spero che l'equivoco sia chiarito.
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