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Miti e Fatti Ebrei - Palestina

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2014 10:40
04/10/2007 00:46
 
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Le Guerre del Golfo, di Mitchell G. Bard

Miti da confutare

14.a. "La Guerra del Golfo del 1991 fu combattuta per Israele"
14.b. "Il basso profilo d'Israele nella Guerra del Golfo mostra che
esso non ha importanza strategica per gli USA"
14.c. "Israele ha guadagnato dalla Guerra del Golfo senza pagare alcun
prezzo"
14.d. "Israele non ha fatto nulla per proteggere i Palestinesi dagli
attacchi degli Scud"
14.e. "L'Iraq non è mai stato una minaccia per Israele"
14.f. "Saddam Hussein non ha mai avuto interesse ad acquisire armi
nucleari"
14.g. "L'OLP è stata neutrale durante la Guerra del Golfo"
14.h. "La Guerra del Golfo ha dimostrato che gli stati arabi hanno
bisogno di più armi americane"
14.i. "L'Iraq ha smesso di essere una minaccia per Israele dopo la
Guerra del Golfo del 1991"
14.j. "Gli Ebrei americani hanno indotto gli Stati Uniti ad entrare in
guerra contro l'Iraq nel 2003 per aiutare Israele"

I miti in dettaglio

14.a. MITO

"La Guerra del Golfo del 1991 fu combattuta per Israele"

14.a. FATTI

Prima dell'annuncio dell'Operazione Tempesta nel Deserto del
Presidente
George Bush, i critici d'Israele sostenevano che lo Stato Ebraico ed i
suoi sostenitori stavano spingendo Washington ad iniziare una guerra
contro l'Iraq per eliminarne la minaccia militare. Il Presidente Bush
chiarì comunque la posizione americana nel suo discorso del 2 Agosto
1990, affermando che gli Stati Uniti hanno "da lungo tempo interessi
vitali" nel Golfo Persico. Inoltre, la "spudorata aggressione" iraqena
violava la Carta dell'ONU. Il Presidente si mostrò preoccupato per le
altre piccole nazioni dell'area, così come per i cittadini americani
che
vivevano o lavoravano nella regione. "Ritengo responsabilità
fondamentale della mia Presidenza proteggere i Cittadini americani"
[1]

Durante la Crisi del Golfo, il Presidente ed altri ufficiali superiori
dell'Amministrazione chiarirono che degli interessi americani -
specialmente le forniture di petrolio - erano minacciate
dall'invasione
iraqena del Kuwait.

La maggior parte degli Americani era d'accordo con la decisione del
Presidente di andare alla guerra. Per esempio, il sondaggio del
Washington Post/ABC News del 16 Gennaio 1991 mostrò che il 76% degli
Americani approvava l'entrata in guerra degli Stati Uniti contro
l'Iraq
ed il 22% disapprovava [2]

È vero che Israele ritenne l'Iraq una seria minaccia alla sua
sicurezza
dacché esso guidava il "fronte del rifiuto". Le preoccupazioni
d'Israele
si dimostrarono giustificate dopo l'inizio della guerra e l'Iraq
lanciò
39 missili Scud contro i suoi centri abitati.

Israele non ha mai chiesto ai soldati americani di combattere le sue
battaglie. Sebbene le forze israeliane fossero in grado di partecipare
alla Guerra del Golfo, esse non lo fecero perché questo avevano
chiesto
loro gli Stati Uniti. Anche dopo la provocazione degli attacchi con i
missili Scud, Israele acconsentì a non rispondere, come chiedevano gli
USA.

14.b. MITO

"Il basso profilo d'Israele nella Guerra del Golfo mostra che esso non
ha importanza strategica per gli USA"

14.b. FATTI

Nessuno si aspettava che Israele giocasse mai un ruolo importante
nelle
ostilità nel Golfo. I funzionari americani sapevano che gli Arabi non
avrebbero mai permesso ad Israele di aiutarli a difenderli; essi
sapevano inoltre che le truppe americane avrebbero dovuto intervenire
perché gli Stati del Golfo non sarebbero stati in grado di difendersi
da
sé.

L'atteggiamento israeliano rifletteva una decisione politica
deliberata
in risposta alle richieste americane. Comunque, Israele contribuì alla
vittoria della campagna americana per respingere l'aggressione
iraqena.
Per esempio:

- Le Forze di Difesa Israeliane erano l'unica forza militare della
regione che potesse farcela contro l'esercito iraqeno. Questo, che
Saddam Hussein aveva ben capito, fu un deterrente contro ulteriori
aggressioni iraqene.

- Ammonendo che avrebbe risposto militarmente se delle truppe iraqene
fossero entrate in Giordania, Israele di fatto garantì l'integrità
territoriale del vicino contro l'aggressione iraqena.

- Gli Stati Uniti trassero benefici dall'uso dei missili israeliani
Have
Nap installati sui bombardieri B52. E la Marina usò intanto degli
aerei
senza pilota israeliani Pioneer per compiere ricognizioni nel Golfo.

- Israele fornì degli apparecchi sminatori che furono usati per aprire
varchi per le forze alleate nei campi minati iraqeni.

- Dei ponti mobili portati in volo da Israele in Arabia Saudita furono
usati dai Marines americani.

- Le raccomandazioni israeliane, basate da misurazioni delle
prestazioni
del sistema, portarono a diverse modifiche software che resero il
Patriot un sistema antimissile più efficace.

- Le Industrie Aeronautiche Israeliane svilupparono serbatoi
supplementari conformati che accrebbero l'autonomia degli F15. Essi
furono usati nel Golfo.

- La General Dynamics, un'industria militare americana, ha
implementato
diverse modifiche israeliane per migliorare tutta la flotta degli F16,
tra cui miglioramenti strutturali, modifiche software, carrelli
d'atterraggio di maggior portata, miglioramenti alla radio e modifiche
all'avionica.

- Un sistema di puntamento di produzione israeliana fu usato per
migliorare le capacità di combattimento notturno dell'elicottero
Cobra.

- Israele fornì la custodia dell'eccellente missile Tomahawk.

- Gli occhiali per la visione notturna usati dalle forze americane
erano
stati forniti da Israele.

- Un sistema di allarme per le basse quote prodotto e sviluppato in
Israele fu utilizzato negli elicotteri Blackhawk.

- Israele fornì ulteriore equipaggiamento alle forze americane, tra
cui
uniformi antiproiettile, maschere antigas e sacchi di sabbia.

- Israele offrì agli Stati Uniti l'uso delle basi e degli ospedali
militari. Le navi americane usarono l'arsenale del porto di Haifa per
la
manutenzione e l'appoggio mentre si recavano nel Golfo.

- Israele aveva distrutto il reattore nucleare iraqeno nel 1981.
Pertanto, le truppe americane non dovettero affrontare un Iraq con
l'arma atomica.

- Anche tenendo un basso profilo, la collaborazione israeliana fu
estremamente utile: nel corso degli anni i servizi segreti militari
israeliani si erano molto più concentrati sull'Iraq di quelli
americani.
Così gli Israeliani poterono fornire a Washington dettagliate
informazioni segrete sulle attività militari iraqene. Il Segretario
alla
Difesa Richard Cheney disse ad esempio, che gli Stati Uniti hanno
usato
le informazioni israeliane sull'Iraq occidentale mentre cercavano
lanciamissili Scud [3].

14.c. MITO

"Israele ha guadagnato dalla Guerra del Golfo senza pagare alcun
prezzo"

14.c. FATTI

È vero che Israele ha guadagnato dalla distruzione della potenza
militare iraqena da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti,
ma
i costi sono stati enormi. Anche prima dello scoppio delle ostilità,
Israele ebbe da aumentare il bilancio della difesa per mantenere le
sue
forze ad un livello d'allarme superiore. Gli attacchi missilistici
iraqeni giustificarono la precauzione israeliana di tenere la sua
aviazione in volo 24 ore al dì. La guerra impose di accrescere il
bilancio della difesa di oltre 500 milioni di Dollari. Altri 100
milioni
di aumento furono necessari per la difesa civile.

I danni provocati dai 39 missili Scud iraqeni che caddero a Tel Aviv
ed
Haifa furono notevoli. Circa 3.300 appartamenti ed altri edifici
furono
coinvolti nell'area metropolitana di Tel Aviv. Circa 1.150 persone che
furono evacuate dovettero essere ospitate in una dozzina di alberghi
al
costo di 20.000 Dollari a notte.

Oltre ai costi diretti della preparazione bellica e dei danni
materiali,
l'economia israeliana fu inoltre danneggiata dall'impossibilità di
molti
Israeliani di lavorare in quelle condizioni di emergenza. L'economia
funzionò a non più del 75% della sua capacità durante la guerra,
producendo una perdita netta per il paese di 3,2 miliardi di Dollari
[4].

Il costo più elevato fu in vite umane. In totale 74 persone morirono
in
conseguenza degli attacchi degli Scud. Due perché direttamente
colpite,
quattro perché soffocate dalle maschere antigas, il resto per attacco
di
cuore [5].

Una commissione ONU che trattava le richieste di risarcimento all'Iraq
che risalivano alla Guerra del Golfo del 1991 approvò un indennizzo di
oltre 31 milioni di dollari da pagarsi ad imprese e persone
israeliane.
La decisione del 1999 derivò da una decisione del Consiglio di
Sicurezza
del 1992 che chiedeva che l'Iraq risarcisse le vittime della Guerra
del
Golfo [6]. Nel 2001, la Commissione per i Risarcimenti delle Nazioni
Unite attribuì 74 milioni di Dollari ad Israele per i costi sostenuti
a
causa degli attacchi con i missili Scud Iraqeni durante la Guerra del
Golfo. La Commissione respinse gran parte del miliardo di Dollari che
Israele aveva chiesto [7].

14.d. MITO

"Israele non ha fatto nulla per proteggere i Palestinesi dagli
attacchi
degli Scud"

14.d. FATTI

Il Los Angeles Times comprese il dilemma israeliano nel distribuire le
maschere antigas alla sua popolazione:

"La distribuzione delle maschere antigas in tutto Israele fu calcolata
secondo le stime (basate in parte sulle stesse minacce prebelliche di
Saddam Hussein) su dove fosse la più grave minaccia per la
popolazione.
Priorità fu data alla zona costiera tra Tel Aviv ed Haifa, con la sua
elevata densità di popolazione, soprattutto ebraica, nonché a
Gerusalemme, la seconda città del paese. Le aree urbane minori ebbero
priorità appena inferiore, seguite dalle aree rurali dell'Israele
vero e
proprio, ed infine dai territori occupati. L'esperienza ha mostrato la
validità di questa gradazione. Quelli che rischiano di più a causa
delle
armi proibite dell'Iraq sono i cittadini d'Israele, non i Palestinesi
della Cisgiordania, che sono sostenitori di Saddam" [8].
La grande maggioranza dei Palestinesi non fece mistero del loro
appoggio
all'Iraq, e molti li si vide sui tetti delle case giubilanti quando
gli
Scud piovevano sulle città israeliane [9]. A causa del loro sostegno
per
Saddam Hussein, e l'asserita preoccupazione del dittatore iraqeno per
i
Palestinesi, Israele non riteneva probabile che i Territori venissero
attaccati.

In seguito i tribunali israeliani ordinarono ai militari di
distribuire
le maschere antigas a tutti i residenti dei Territori. Lo si fece,
sebbene la guerra terminasse prima che tutti i Palestinesi le avessero
ricevute. Nessun Palestinese si è fatto male a causa degli attacchi
degli Scud.

14.e. MITO

"L'Iraq non è mai stato una minaccia per Israele"

14.e. FATTI

Sin dall'ascesa al potere, il Presidente dell'Iraq Saddam Hussein è
stato un capo del Fronte del Rifiuto ed uno dei più bellicosi nemici
d'israele. Il 2 Aprile 1990 la retorica di Saddam divenne più
minacciosa: "Giuro a D%o che il nostro fuoco divorerà mezzo Israele se
tenta di far qualsiasi cosa all'iraq". Saddam disse che il suo
potenziale bellico chimico era paragonabile solo a quello americano e
sovietico, e che egli avrebbe annichilito chiunque minacciasse l'Iraq
con la bomba atomica usando il "doppio composto" [10].

Diversi giorni dopo, Saddam disse che la guerra con Israele non
sarebbe
terminata finché tutto il territorio in mano d'Israele non fosse stato
rimesso in mani arabe. Egli aggiunse che l'Iraq poteva lanciare armi
chimiche su Israele da diversi luoghi differenti [11]. Il capo iraqeno
fece inoltre l'allarmante rivelazione che i suoi comandanti avevano
facoltà di lanciare attacchi contro Israele senza consultare il
comando
supremo se Israele avesse attaccato l'Iraq. Il capo dell'aviazione
iraqena avrebbe detto in seguito che egli aveva l'ordine di colpire
Israele se lo Stato ebraico avesse iniziato un'incursione contro
l'Iraq
o contro un qualsiasi altro paese arabo [12].

Il 18 Giugno 1990, Saddam disse ad un incontro della Conferenza
Islamica
a Baghdad: "Colpiremo [gli Israeliani] con tutte le armi in nostro
possesso se loro attaccano l'Iraq o gli Arabi". Egli dichiarò che "la
Palestina è stata rubata", ed esortò il mondo arabo a "ricuperare i
diritti usurpati in Palestina ed a liberare Gerusalemme dalla
cattività
sionista" [13].

La minaccia di Saddam venne sulla scia di rivelazioni che la Gran
Bretagna e gli Stati Uniti sventarono un tentativo di contrabbandare
in
Iraq dei detonatori nucleari "krytron" di fabbricazione americana
[14].
Il servizio segreto britannico MI6 aveva preparato una valutazione
segreta tre anni prima che affermava che Hussei aveva ordinato uno
sforzo a tutto campo per sviluppare armi nucleari [15]. Dopo che
Saddam
ebbe usato armi chimiche contro la sua stessa popolazione curda ad
Halabja nel 1988, poche persone dubitarono che egli fosse disposto ad
usare armi nucleari contro gli Ebrei in Israele se ne avesse avuto la
possibilità.

I timori israeliani furono accresciuti da notizie nella stampa araba,
che a partire dal Gennaio 1990 riferivano che la Giordania e l'Iraq
avevano formato "battaglioni militari congiunti" traendoli da varie
unità terrestri, navali ed aeree. "Questi battaglioni serviranno come
forze d'emergenza per affrontare ogni sfida straniera o minaccia ad
uno
dei due paesi", disse un giornale [16]. Inoltre, si diceva che i due
paesi avevano formato uno squadrone aereo congiunto [17]. Questo
doveva
essere il primo passo verso un corpo militare arabo unificato, rivelò
il
giornalista giordano Mu'nis al-Razzaz. "Se non ci affrettiamo a
formare
una forza militare araba unificata, non saremo in grado di reggere il
confronto con le ambizioni sioniste sostenute dall'aiuto americano",
egli disse [18]. Data la storia delle alleanze arabe che si formavano
come preludio alla pianificazione di un attacco, Israele trovò
preoccupanti questi sviluppi.

Nell'Aprile 1990, i doganieri britannici trovarono dei tubi da
caricarsi
su una nave di nazionalità iraqena che furono ritenuti parte di un
gigantesco cannone che avrebbe consentito a Baghdad di scagliare
missili
ad ogiva nucleare o chimica in Israele od in Iran [19]. L'Iraq negò
che
stava costruendo un "supercannone", ma dopo la guerra si seppe che
l'Iraq un'arma simile l'aveva costruita [20].

L'Iraq emerse dalla guerra con l'Iran con una delle forze militari più
grandi e meglio equipaggiate del mondo. Infatti l'Iraq aveva un
milione
di soldati temprati in battaglia, più di 700 aerei da combattimento,
6.000 carri armati, missili balistici ed armi chimiche. Sebbene gli
USA
ed i loro alleati avessero vinto rapidamente, le dimensioni
dell'arsenale di Hussein divennero evidenti solo dopo la fine della
guerra, quando gli investigatori ONU scoprirono le prove di un ambio
programma di costruzione di armi chimiche e nucleari [21].

L'Iraq fu anche base di diversi gruppi terroristici che minacciavano
Israele, come l'OLP ed il Consiglio Rivoluzionari Fatah di Abu Nidal.

Dopo l'invasione iraqena del Kuwait, Saddam Hussein continuò a
minacciare di colpire Israele se il suo paese fosse stato attaccato.
Se
gli USA agiscono contro l'Iraq, disse nel Dicembre 1990, "allora Tel
Aviv riceverà il prossimo attacco, vi partecipi o no Israele" [22]. Ad
una conferenza stampa, dopo il suo incontro del 9 Gennaio 1991 col
Segretario di Stato James Baker, al Ministro degli Esteri iraqeno
Tariq
Aziz fu chiesto se, qualora fosse iniziata la guerra, l'Iraq avrebbe
attaccato Israele. Egli replicò bruscamente: "Sì. Certamente. Sì"
[23].

Ed alla fine Saddam attuò la sua minaccia.

14.f. MITO

"Saddam Hussein non ha mai avuto interesse ad acquisire armi nucleari"

14.f. FATTI

Nel 1981, Israele si convinse che l'Iraq stava per diventar capace di
produrre armi nucleare. Per prevenire la costruzione di un'arma che
loro ritennero che sarebbe stata indubbiamente diretta contro di
loro, gli Israeliani lanciarono il loro attacco a sorpresa che
distrusse il centro atomico Osirak. All'epoca Israele fu ampiamente
criticato. Il 19 Giugno, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU condannò
il raid all'unanimità. I critici minimizzarono l'importanza del
programma nucleare iraqeno, sostenendo che poiché Baghdad aveva
firmato il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare e consentiva
ispezioni alle sue strutture, le paure israeliane erano infondate.

Fu solo dopo l'invasione iraqena del Kuwait che i funzionari USA
cominciarono ad ammettere pubblicamente che Baghdad stava sviluppando
armi nucleari e che era ben più vicina a raggiungere lo scopo di quel
che si pensava. Nuovamente, molti critici ribatterono che
l'Amministrazione stava solo cercando una giustificazione per una
guerra con l'Iraq.

Mesi dopo, dopo che le forze alleate avevano annunziato la distruzione
degli impianti nucleari iraqeni, gli ispettori ONU scoprirono che il
programma di Saddam per lo sviluppo di armi atomiche era ben più ampio
perfino di quel che ritenevano gli Israeliani. Gli analisti avevano
ritenuto l'Iraq incapace di arricchire l'uranio per le bombe, ma i
ricercatori di Saddam usarono diversi metodi (perfino uno ritenuto
obsoleto) che si ritenne avrebbero permesso all'Iraq di costruire
almeno una bomba.

14.g. MITO

"L'OLP è stata neutrale durante la Guerra del Golfo"

14.g. FATTI

L'OLP, la Libia e l'Iraq sono stati i soli membri ad opporsi ad una
risoluzione della Lega Araba che richiedeva il ritiro iraqeno dal
Kuwait. I capi dell'Intifada inviarono un telegramma di
congratulazioni
a Saddam Hussein, descrivendo l'invasione del Kuwait il primo passo
verso la "liberazione della Palestina" [24].

Il capo dell'OLP Yasser Arafat giocò un ruolo cruciale nel sabotare
una
conferenza al vertice araba che si sarebbe dovuta convocare in Arabia
Saudita per trattare dell'invasione. Secondo il New York Times, Arafat
"deviò l'attenzione dal summit proposto e contribuì al suo naufragio"
apparendo in Egitto con un "piano di pace" escogitato dal dittatore
libico Muammar Qaddafi [25].

Secondo il testimone oculare Ibrahim Nafei, direttore di Al-Ahram,
Arafat fece molto per "annacquare" qualsiasi risoluzione anti-Iraq
all'incontro della Lega Araba dell'Agosto 1990 al Cairo.
Arafat "andava
di delegazione in delegazione, mano nella mano con Tariq Aziz, il
Ministro degli Esteri iraqeno, che minacciava apertamente alcuni
delegati del Golfo e di altri paesi arabi che l'Iraq li avrebbe
rovesciati", scrisse Nafei [26].

Ad Amman, in Giordania, un funzionario dell'OLP avvertì che dei
combattenti palestinesi erano arrivati in Yeme. "Noi ci aspettiamo che
intraprendano azioni suicide contro i soldati americani in Arabia
Saudita se gli Americani attaccano l'Iraq", dichiarò. "Ci sono più di
50.000 combattenti palestinesi" sia in Kuwait che in Iraq, egli disse,
che "difenderanno gli interessi dell'Iraq" [27]. Abul Abbas, un membro
del Comitato Esecutivo dell'OLP, minacciò che "qualsiasi bersaglio
americano diverrà vulnerabile" se gli Stati Uniti attaccano l'Iraq
[28].

A Jenin, il 12 Agosto, 1.000 Palestinesi marciarono gridando: "Saddam,
eroe, attacca Israele con armi chimiche" [29].

Secondo alcune fonti, l'OLP giocò un ruolo attivo nel facilitare la
conquista iraqena del Kuwait. La pianificazione logistica
dell'invasione
iraqena fu almeno in parte basata sullo spionaggio dei funzionari e
dei
sostenitori OLP in Kuwait. Nel London Independent fu citato un
diplomatico arabo, che avrebbe detto che, arrivando in Kuwait, i
funzionari iraqeni "andarono dritti alle loro case, li prelevarono ed
ordinarono loro di andare al lavoro". L'Ambasciata Iraqena aveva
compilato la sua lista di personale kuwaitiano chiave, disse il
diplomatico, "ma chi li ha aiutati? Chi erano i tecnici esperti che
lavoravano insieme con i Kuwaitiani e sapevano tutto questo?", si
chiese, e rispose: "I Palestinesi" [30].

I capi del movimento per la pace d'Israele espressero il loro disgusto
per le azioni dell'OLP. Uno avrebbe avuto bisogno della maschera
antigas
per sopportare il "fetore velenoso e repellente" dell'atteggiamento
dell'OLP verso Saddam Hussein, disse Yossi Sarid [31]. Un altro
attivista, Yaron Londo, scrisse in una lettera aperta ai Palestinesi
nei

Territori: "Questa settimana mi avete dimostrato che per molti anni
sono
stato un gran cretino. Quando mi chiederete un'altra volta il mio
aiuto
per i vostri 'legittimi diritti', scoprirete che le vostre strida di
incoraggiamento a Saddam mi hanno turato le orecchie" [32].

Quando gli USA iniziarono ad ammassare truppe in Arabia Saudita,
Arafat
lo definì una "nuova crociata" che "preconizza i più gravi pericoli e
disastri per la nostra nazione araba ed islamica". Egli palesò inoltre
la sua posizione sul conflitto: "Noi possiamo solo essere nella
trincea
ostile al Sionismo ed ai suoi alleati imperialisti che ora stanno
mobilitando i loro carri armati, aerei e tutta la loro macchina da
guerra avanzata e sofisticata contro la nostra nazione araba" [33].

Una volta iniziata la guerra, il Comitato Esecutivo dell'OLP riaffermò
il suo sostegno all'Iraq: "Il popolo palestinese sta saldo a fianco
dell'Iraq". Il giorno dopo Arafat inviò a Saddam un messaggio
salutando
la lotta dell'Iraq contro "la dittatura americana" e descrivendo
l'Iraq
come "il difensore della nazione araba, dei Mussulmani e degli uomini
liberi ovunque" [34].

L'entusiasmo di Arafat per Hussein non fu smorzato dal risultato della
guerra. "Gradire approfittare dell'occasione per nuovamente esprimere
a
Sua Eccellenza il grande orgoglio che sono per noi i legami di
fraternità ed il comune destino che ci unisce", disse nel Novembre
1991.
"Lavoriamo insieme finché non giungereme alla vittoria e non
riprenderemo la Gerusalemme liberata" [35].

14.h. MITO

"La Guerra del Golfo ha dimostrato che gli stati arabi hanno bisogno
di
più armi americane"

14.h. FATTI

L'Iraq aveva uno degli eserciti più imponenti e potenti del mondo
prima
dell'invasione del Kuwait. Nessuno degli Stati del Golfo avrebbe
potuto
affrontare gli Iraqeni senza il diretto intervento americano. Il
Kuwait
è una nazioncina, che aveva ricevuto armi per 5 miliardi di Dollari,
ma
non aveva comunque alcuna possibilità di fermare l'Iraq.
Allo stesso modo, gli Stati Uniti avevano venduto all'Arabia Saudita
più
di 40 miliardi di Dollari di armi ed aiuti militari nel decennio
precedente, eppure nemmeno lei avrebbe potuto impedire un'invasione
iraqena. Fu l'aver capito questo che convinse infine Re Fahd a
consentire ai soldati americani di insediarsi nel suo paese. Nessun
mucchio di ferramenta militare avrebbe potuto rimediare ai ridotti
ranghi degli eserciti permanenti in quegli stati.

Inoltre, la rapidità con cui l'Iraq travolse il Kuwait rammentò che le
armi USA potevano facilmente cadere in mano nemica. Per esempio,
l'Iraq
catturò in Iraq 150 missili antiaerei di fabbricazione americana HAWK
e
dei veicoli corazzati.

14.i. MITO

"L'Iraq ha smesso di essere una minaccia per Israele dopo la Guerra
del
Golfo del 1991"

14.i. FATTI

Non è che l'Iraq confini con Israele, ma sin dal 1948 è stato uno dei
più tenaci nemici d'Israele. L'Iraq fece d'Israele uno dei bersagli
principali durante la Guerra del Golfo. Mentre buona parte
dell'arsenale
iraqeno non convenzionale è stato distrutto, l'Iraq rimane tuttora una
minaccia a lungo termine alla sicurezza israeliana. Rivelazioni
recenti
che l'Iraq aveva testate biologiche all'antrace ed al botulino pronte
all'uso nel 1990, ed era prossimo a compiere il suo programma per
acquisire capacità nucleari, sottolineano quanto prossimi fossero al
disastro Israele e la coalizione alleata. Di buona parte dell'arsenale
batteriologico di Baghdad non si hanno notizie.

Saddam sta ancora chiaramente provando a riarmare l'Iraq. Buona parte
dell'arsenale chimico, degli impianti nucleari e centinaia di missili
balistici mobili è sopravvissuto al conflitto intatto e l'Iraq
continua
a resistere agli sforzi ONU di distruggerli. Sebbene l'Iraq fosse
stato
obbligato a distruggere molti dei suoi residui missili Scud, una volta
rimosse le sanzioni, Baghdad potrebbe riprodurre un'arma nucleare in
tre-cinque anni, ed accumulare i suoi mortali agenti chimici in meno
di
due anni.

Gli ispettori ONU agli armamenti furono espulsi dall'Iraq nel 1998 e,
dopo due anni, l'Iraq lanciò una serie di missili balistici a corto
raggio in prove di perfezionamento di un nuovo sistema che potrebbe
essere usato per costruire missili con gittata superiore [36].

I complessi militari ed i centri di ricerca missilistici in cui il
missile, detto As-Samoud [il Saldo - Liang], viene sviluppato furono
pesantemente bombardati nel Dicembre 1998 dagli aerei alleati durante
l'Operazione Volpe del Deserto. Il Pentagono, allora, ritenne che la
nuova attività missilistica di Saddam Hussein fosse messa fuori gioco
per almeno un anno o due. Ma il primo lancio di missili seguì a soli
sei
mesi di distanza.

Nel Gennaio 2001, un disertore iraqeno disse al Sunday Telegraph di
Londra che l'Iraq aveva ottenuto due bombe nucleari perfettamente
funzionanti e stava adoperandosi a costruirne ancora.
Quest'affermazione
è stata smentita, ma numerosi studi hanno riferito che Saddam Hussein
può essere a pochi mesi come a pochi anni dalla produzione di armi
nucleari, e che l'ostacolo principale è stato il procurarsi il
materiale
fissile necessario [37]. Nessuno mette in dubbio che Hussein desideri
avere armi di distruzione di massa.

Nel Febbraio 2003, il Segretario di Stato Colin Powell diede un'ampia
presentazione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU in cui documentò come
l'Iraq avesse nascosto le sue armi, ingannato gli ispettori, ed avesse
continuato a perseguire un programma per sviluppare armi di
distruzione
di massa in violazione diretta delle risoluzioni ONU. Sebbene egli non
avesse fornito la prova che l'Iraq avesse armi nucleari, egli fornì la
prova che esso possiede armi chimiche e biologiche, ed ha continuato
il
suo lavoro di sviluppo di armi nucleari [38].

Intanto, ad onta dell'assenso Iraniano alla Risoluzione ONU 687, che
gli
vieta di consentire a qualsiasi organizzazione terroristica di agire
nel
suo territorio, Baghdad tiene tuttora dei contatti con, ed offre
rifugio
a, diversi gruppi e persone coinvolte nel terrorismo. Hussein ha
inoltre
promesso pubblicamente di pagare 25.000 Dollari alle famiglie dei
terroristi palestinesi.

14.j. MITO

"Gli Ebrei americani hanno indotto gli Stati Uniti ad entrare in
guerra
contro l'Iraq nel 2003 per aiutare Israele"

14.j. FATTI

Uno degli argomenti più assurdi usati dagli oppositori della guerra
guidata dagli Stati Uniti contro l'Iraq nel 2003 fu che gli Ebrei
americani erano in qualche modo responsabili per aver persuaso il
Presidente George W. Bush ad iniziare la campagna militare - in pro
d'Israele. La verità è che il Presidente Bush decise che l'Iraq era
una
minaccia per gli Stati Uniti perché possedeva armi di distruzione di
massa e stava perseguendo una capacità nucleare che avrebbe potuto
essere usata direttamente contro gli Americani, od avrebbe potuto
essere
ceduta a dei terroristi che l'avrebbero usata contro dei bersagli
americani. La rimozione di Saddam Hussein aveva inoltre l'obiettivo di
eliminare uno dei principali sponsor del terrorismo.

La guerra in Iraq ha liberato il popolo iraqeno da uno dei regimi più
oppressivi del mondo. Perfino nel mondo arabo, dove molte persone
obiettarono all'azione militare americana, nessun capo arabo è
intervenuto in difesa di Saddam Hussein.

È vero che Israele ci guadagnerà dall'eliminazione di un regime che
lanciò contro di lui 39 missili nel 1991, pagava i Palestinesi per
incoraggiarli ad attaccare gli Israeliani, e guidava una coalizione di
stati arabi impegnati a distruggere Israele. È pure vero, comunque,
che
molti stati arabi hanno guadagnato dalla rimozione di Saddam Hussein,
specialmente l'Arabia Saudita ed il Kuwait. Questo è il motivo per cui
queste nazioni consentirono alle forze alleate di usare i loro paesi
come basi operative.

Per quanto riguarda il ruolo degli Ebrei americani, è bene ricordare
che
gli Ebrei sono meno del 3% della popolazione americana, e non si può
dire che siano stati i più sonori sostenitori della guerra. Al
contrario, la comunità ebraica aveva divisioni simili a quelle del
paese
tutto e la maggior parte delle organizzazioni ebraiche ha evitato di
proposito di prendere posizione sulla guerra. Inoltre, i sondaggi
d'opinione mostravano che una maggioranza significativa di tutti gli
americani sosteneva la politica del Presidente verso l'Iraq.

Alcuni critici hanno suggerito che dei funzionari ebrei di rango
dell'Amministrazione Bush hanno spinto verso la guerra. A dire il
vero,
solo una manciata di funzionari dell'Amministrazione è ebrea, e
nessuno
dei principali consiglieri del Presidente - il Segretario della
Difesa,
il Segretario di Stato, il Vicepresidente, od il Consigliere per la
Sicurezza Nazionale - è ebreo.

Il suggerimento che gli Ebrei americani siano più leali ad Israele che
agli Stati Uniti, o che essi abbiano un'indebita influenza dulla
politica medioorientale americana, è un esempio di antisemitismo.
Sfortunatamente, alcuni critici della guerra all'Iraq hanno scelto
l'antica tattica di incolpare gli Ebrei di una politica che
disapprovavano anziché confutarla nel merito.
[Note]
[01] Washington Post, (3 Agosto 1990).
[02] Washington Post, (17 Gennaio 1991).
[03] UPI, (8 Marzo 1991).
[04] Near East Report, (4 Febbraio 1991).
[05] Jerusalem Post, (17 Gennaio 1992).
[06] Jewish Telegraphic Agency, (14 Aprile 1999).
[07] Jewish Telegraphic Agency, (21 Giugno 2001).
[08] Los Angeles Times, (28 Gennaio 1991).
[09] New York Post, (4 Febbraio 1991).
[10] Reuters, (2 Aprile 1990).
[11] Reuters, (18 Aprile 1990).
[12] UPI, (22 Aprile 1990).
[13] Baghdad Domestic Service, (18 Giugno 1990).
[14] Washington Post, (29 Marzo 1990).
[15] Washington Times, (3 Aprile 1990).
[16] Al-Ittihad, (26 Gennaio 1990).
[17] Radio Monte Carlo, (17 Febbraio 1990).
[18] Al-Dustur, (18 Febbraio 1990).
[19] Reuters, (17 Aprile 1990).
[20] Washington Post, (14 Agosto 1991).
[21] Washington Post, (8 Agosto 1991).
[22] Reuters, (26 Dicembre 1990).
[23] Trascrizione di una conferenza stampa del 9 Gennaio 1991.
[24] Mideast Mirror, (6 Agosto 1990).
[25] New York Times, (5 Agosto 1990).
[26] Al-Ahram, (12 Agosto 1990).
[27] UPI, (10 Agosto 1990).
[28] Reuters, (4 Settembre 1990).
[29] Associated Press, (12 Agosto 1990).
[30] Jerusalem Post, (8 Agosto 1990).
[31] Ha'aretz, (17 Agosto 1990).
[32] Yediot Aharonot, (Augosto 1990).
[33] Sawt al-Sha'b, (4 Settembre 1990).
[34] Agenzia France-Presse, (26 Febbraio 1991).
[35] Baghdad Republic of Iraq Radio Network, (16 Novembre 1991).
[36] New York Times, (1 Luglio 2000).
[37] Jerusalem Post, (29 Gennaio 2001).
[38] Segretario di Stato USA Colin Powell, discorso al Consiglio di Sicurezza dell'ONU (5 Febbraio 2003).
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