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Miti e Fatti Ebrei - Palestina

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2014 10:40
04/10/2007 13:01
 
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Il trattamento degli Ebrei nei paesi arabo/islamici, di Mitchell G.Bard



Miti da confutare

17.a. "Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi
stessi"

17.b. "Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai
state anti-ebraiche"

17.c. "Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati
correttamente dagli arabi"

17.d. "Essendo 'Popolo del Libro', Ebrei e cristiani sono protetti dalla
legge islamica"

17.e. "Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei
confronti dell'Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza
con Israele"

17.f. La situazione attuale


[I miti in dettaglio]

17.a. MITO

"Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi stessi"

17.a. FATTI

Il termine "antisemita" fu coniato in Germania nel 1879 da Wilhelm Marr
per riferirsi alle manifestazioni anti-ebraiche del periodo e per dare
un nome più scientifico all'ostilità nei confronti degli Ebrei.[1]

"Antisemitismo" è stato accettato ed inteso come vocabolo per indicare
l'avversione al popolo ebraico. I dizionari definiscono il termine come
"Teoria, azione o pratica volta contro gli Ebrei" e "Ostilità contro gli
Ebrei come gruppo religioso o razziale, spesso accompagnata da
discriminazione sociale, economica e politica" [2]

La pretesa che gli arabi in quanto "semiti" non possano essere
antisemiti è una distorsione semantica che ignora la realtà delle
discriminazioni e delle ostilità contro gli Ebrei.

Gli arabi, come ogni altro popolo, possono infatti essere antisemiti.

17.a. LA FRASE CELEBRE:

"Il mondo arabo è l'ultimo bastione di un antisemitismo sfrenato,
sfrontato, aperto e inconcepibile. I miti Hitleriani vengono pubblicati
sulla stampa popolare come verità incontrovertibili. L'Olocausto viene
minimizzato o negato... E' difficile immaginare come il mondo arabo
possa mai giungere ad accordi con Israele quando gli Israeliani stessi
vengono ritratti come l'incarnazione del diavolo"

Opinionista Richard Cohen

Washington Post (30 Ottobre 2001)

17.b. MITO

"Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai state
anti-ebraiche"

17.b. FATTI

I leader arabi hanno ripetutamente esplicitato la propria ostilità nei
confronti degli Ebrei e dell'ebraismo.

Ad esempio, il 23 Novembre 1937, il re dell'Arabia Saudita Ibn Saud
disse al Colonnello britannico H.R.P. Dickson: "Il nostro odio per gli
Ebrei ha le sue radici nella condanna di Dio nei loro confronti per la
persecuzione e il rifiuto di Isa (Gesù) e il conseguente rifiuto del Suo
Profeta prescelto". Aggiunse anche "che per un musulmano uccidere un
ebreo, o essere ucciso da un ebreo assicura l'ingresso immediato in
paradiso presso la venerabile presenza di Dio Onnipotente" [3]


Allorché Hitler introdusse le leggi razziali di Norimberga nel 1935,
ricevette dei telegrammi di congratulazioni da parte di tutti gli angoli
del mondo arabo.

In seguito, durante la guerra, uno dei suoi maggiori sostenitori fu il
Muftì di Gerusalemme.

Agli Ebrei non fu mai consentito di vivere in Giordania. La legge civile
N.6, che vigeva nella Cisgiordania occupata dalla Giordania, afferma
chiaramente: "Chiunque sarà considerato un suddito Giordano purché
questi non sia Ebreo" [5]
I paesi arabi si dedicarono a ciò fino ad educare nelle scuole i bambini
all'odio verso gli Ebrei. Il ministro siriano dell'educazione scrisse
nel 1968: "L'odio con cui indottriniamo le menti dei nostri figli fin
dalla loro nascita è sacro " [6]

Dopo la guerra dei sei giorni nel 1967, gli Israeliani trovarono dei
testi pubblici scolastici utilizzati per educare i bambini arabi nella
Cisgiordania. Erano farciti di ritratti razzisti e odiosi nei confronti
degli Ebrei:

"Gli Ebrei sono disseminati alla fine del mondo, dove vivono esiliati e
disprezzati, essendo per loro natura vili, avidi e nemici dell'umanità;
per loro natura sono stati tentati di rubare una terra come asilo per le
loro disgrazie" [7]

"Analizza le seguenti frasi:

1. Il mercante viaggiò attraverso il continente africano.

2. Espelleremo tutti gli Ebrei dai paesi arabi" [8]

"Gli Ebrei del nostro tempo sono discendenti degli Ebrei che recarono
danno al profeta Maometto. Lo tradirono e ruppero il patto con lui e si
unirono ai suoi nemici per combatterlo" [9]

"Gli Ebrei in Europa furono perseguitati e disprezzati a causa della
loro corruzione, cattiveria e falsità" [10]

Un manuale del 1977 per gli insegnanti della prima classe elementare
utilizzato nella Cisgiordania istruisce gli educatori ad "impiantare
nell'anima degli scolari la regola dell' Islam secondo la quale se i
nemici occupassero anche un solo centimetro delle terre islamiche, il
jihad (guerra santa) diverrebbe un imperativo per ogni musulmano".
Aggiunge anche che gli Ebrei complottarono per l'assassinio di Maometto
quando era un bambino. Un altro testo giordano, un libro di sociologia
del 1982, afferma che Israele ordinò il massacro dei palestinesi di
Sabra e Chatila durante la guerra in Libano, ma non menziona che gli
Arabi Cristiani furono coloro che lo perpetrarono. [11]

17.b. LA FRASE CELEBRE

“Abbiamo trovato libri con brani così antisemiti che, se fossero
pubblicati in Europa, i loro editori sarebbero denunciati in base alle
normative antirazziste.”

Francois Zimeray, avvocato francese e membro del Parlamento europeo

(commentando i testi Palestinesi, siriani ed Egiziani)

Jerusalem Post (16 Ottobre 2001)


Secondo uno studio dei testi siriani, "il sistema educativo siriano
espande l'odio per Israele e il Sionismo a un antisemitismo diretto
verso tutti gli Ebrei. Questo antisemitismo evoca antichi temi islamici
che descrivono l'immutata e infida natura degli Ebrei". La sua
inevitabile conclusione è che gli Ebrei devono essere annullati." [12]

Per citare un esempio, un libro di testo dell’undicesima classe afferma
che gli Ebrei odiavano i musulmani ed erano guidati dall'invidia per
incitare l'ostilità verso di loro:

Gli Ebrei non risparmiano alcuna energia per ingannarci, negare il
nostro profeta, esortare contro di noi, e distorcere le sacre scritture.

Gli Ebrei cooperano con i politeisti e gli infedeli contro i musulmani
perché sanno che l'Islam rivela i loro modi prepotenti e le loro
caratteristiche abiette. [13]

Una traduzione in arabo del Mein Kampf di Adolf Hitler fu distribuita a
Gerusalemme est e nei territori controllati dall'autorità palestinese e
divenne un bestseller. [14]

Di quando in quando l'antisemitismo arabo è affiorato alle Nazioni
Unite. Nel marzo 1991, ad esempio, un delegato siriano alla commissione
per i diritti umani delle Nazioni Unite lesse un discorso raccomandando
che i membri della commissione leggessero un "libro di valore" chiamato
le “Matzot di Sion”, scritto dal ministro della difesa siriano Mustafa
Tlas. Il libro giustifica le accuse di omicidi rituali nei confronti
degli Ebrei nel libello " Accusa del Sangue di Damasco" del 1840. [15]
(Con la frase accusa del sangue ci si riferisce all'accusa secondo cui
gli Ebrei uccidono i bambini cristiani per utilizzarne il sangue al fine
di preparare il pane azzimo per la Pasqua ebraica)

Re Faisal dell'Arabia Saudita espresse una calunnia simile in un
intervista nel 1972:

Israele ha avuto sin dai tempi antichi intenzioni maligne. Il suo
obiettivo è la distruzione di tutte le altre religioni... Essi
considerano le altre religioni inferiori alla propria e le altre genti
inferiori al loro livello. Per quanto riguarda la vendetta - hanno un
giorno stabilito in cui mischiano il sangue dei non Ebrei nel loro pane
e lo mangiano. E' accaduto che due anni fa, mentre ero in viaggio a
Parigi, la polizia scoprì cinque bambini assassinati. Il loro sangue era
stato drenato, e fu scoperto che alcuni Ebrei li avevano uccisi per
prenderne il sangue e mischiarlo con il pane che mangiano nel giorno
suddetto. Questo mostra quale sia la portata del loro odio e della loro
cattiveria nei confronti dei non Ebrei. [16]


L'11 novembre 1999 durante un'apparizione con la First Lady Hillary
Rodham Clinton, Suha Arafat, moglie del presidente dell'Autorità
Palestinese Yasser Arafat, affermò: " Il nostro popolo è stato oggetto
di un uso quotidiano ed estensivo di gas velenosi da parte delle forze
armate Israeliane, che ha portato ad un incremento nei casi di cancro
fra le donne e i bambini". Simili speciose affermazioni furono fatte da
altri ufficiali palestinesi. [17]

La stampa arabo/musulmana, che è controllata quasi esclusivamente dai
governi delle nazioni Mediorientali, pubblica regolarmente articoli e
vignette antisemite. Oggi, è comune trovare in Egitto pubblicazioni
antisemite. Ad esempio l'establishment del giornale Al-Ahram ha
pubblicato un articolo che dava uno sfondo storico alla tradizione
dell'utilizzo del sangue, accusando Israele di usare al giorno d'oggi il
sangue dei bambini palestinesi per cucinare il pane azzimo. [18]

Articoli antisemiti appaiono regolarmente anche sulla stampa in
Giordania e in Siria. Molti degli attacchi riguardano la negazione
dell'Olocausto e il suo sfruttamente da parte del Sionismo, e il
confronto fra Sionismo ed Israele col nazismo.

Nel novembre 2001 uno sketch satirico, andato in onda sul più popolare
canale televisivo arabo, che rappresentava un personaggio, inteso essere
come Ariel Sharon, mentre beveva il sangue dei bambini arabi ed un Ebreo
Ortodosso, di aspetto grottesco, che lo osservava. La televisione di Abu
Dhabi inoltre mandò in onda uno sketch in cui Dracula appare per mordere
Sharon, ma muore poiché il sangue di Sharon è avvelenato. Le proteste
per il fatto che questi show erano antisemiti sono state ignorate dalle
reti televisive. [19]

I media dell'Autorità Palestinese hanno anche ospitato materiale
antisemita ed incitatorio. Un venerdì un sermone nella moschea di Zayed
bin Sultan Aal Nahyan a Gaza che incitava all'assassinio di tutti gli
Ebrei e gli Americani, fu messo in onda dal vivo dalla televisione
ufficiale dell'Autorità Palestinese:

Non abbiate pietà degli Ebrei, non importa dove siano, in qualunque
paese. Combatteteli, ovunque voi siate. Ovunque li incontriate,
uccideteli. Ovunque voi siate, uccidete quegli Ebrei e quegli Americani
che sono come loro e quelli che gli stanno a fianco; sono tutti insieme
contro gli arabi e i musulmani perché hanno stabilito Israele qui, nel
cuore pulsante del mondo arabo, in Palestina... [20]
Anche le parole crociate palestinesi vengono usate per delegittimare
Israele e attaccare gli Ebrei, fornendo prove, ad esempio, suggerendo
che la peculiarità ebraica è la falsità.

17.b.LA FRASE CELEBRE
"Il presidente siriano Bashar Assad ha offerto sabato [5 Maggio] una
chiara, se non vile, dimostrazione del perchè lui e il suo governo sono
indegni di rispetto e di buone relazioni con gli Stati Uniti o una
qualunque altra nazione democratica. Salutando il Papa Giovanni Paolo II
a Damasco, Assad ha lanciato un attacco sugli Ebrei che si può
considerare come il più crudo e ignorante discorso pronunciato prima del
papa, nelle due decadi di viaggi per il mondo effettuati dal papa
stesso. Comparando le sofferenze dei palestinesi a quelle di Gesù
Cristo, Assad ha affermato che gli Ebrei 'hanno tentato di uccidere i
princìpi di tutte le religioni con la stessa mentalità con cui hanno
tradito Gesù Cristo e nello stesso modo con cui hanno cercato di tradire
e uccidere il profeta Maometto'. Con quel discorso, il presidente
siriano ha disonorato sia il suo paese che il papa..."



Editoriale del Washington Post (8 Maggio 2001)

17.c. MITO

"Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati correttamente
dagli arabi"

17.c. FATTI

Sebbene le comunità ebraiche presenti nei paesi islamici siano state
trattate complessivamente meglio rispetto alle comunità presenti nei
paesi cristiani d’ Europa, agli Ebrei non furono risparmiate
persecuzioni ed umiliazioni fra gli arabi.

Come scrisse lo storico Bernard Lewis della Princeton University: "L'Età
d'Oro di uguali diritti fu un mito, e la fiducia in esso fu il
risultato, più che la causa, della comprensione ebraica per l'Islam"
[22]

Maometto, il fondatore dell' Islam si recò a Medina nel 622 d.C. per
attrarre dei seguaci verso la sua nuova fede. Quando gli Ebrei presenti
a Medina si rifiutarono di riconoscere in Maometto il loro Profeta, due
delle maggiori tribù ebraiche furono espulse.

Nel 627 i seguaci di Maometto uccisero tra i 600 e i 900 uomini, e si
spartirono tra loro le donne e i bambini Ebrei sopravvissuti. [23]

L'atteggiamento musulmano nei confronti degli Ebrei si riflette in vari
versi del Corano, il libro sacro della fede islamica. " Loro [i figli
d'Israele] furono consegnati all'umiliazione e alla miseria. Hanno
portato la collera di Dio su di loro, e questo perché hanno negato i
segni di Dio e hanno ucciso i Suoi profeti ingiustamente e poiché hanno
disobbedito furono trasgressori" (Sura 2:61)

Secondo il Corano, gli Ebrei tentano di introdurre la corruzione (5:64)
sono sempre stati disobbedienti (5:78) e sono tutti nemici di Allah, del
Profeta e degli angeli (2:97-98)
Gli Ebrei fuorono visti generalmente con disprezzo dai loro vicini
musulmani; una coesistenza pacifica tra i due gruppi implicava sempre
una subordinazione ed una degradazione degli Ebrei. Nel nono secolo, il
califfo di Baghdad al-Mutawakkil istituì un cartellino giallo per gli
Ebrei, stabilendo così un precedente che sarebbe stato seguito nei
secoli a venire dalla Germania nazista.

In diverse volte, Ebrei in terre musulmane vissero in relativa pace e le
comunità fiorirono culturalmente ed economicamente. La posizione degli
Ebrei non era mai sicura, comunque, e i cambiamenti politici o il clima
sociale hanno spesso portato a persecuzioni, violenze e morte.

Allorché si percepiva che gli Ebrei avevano raggiunto una posizione
troppo onorevole nella società islamica, l'antisemitismo riaffiorava,
spesso con risultati devastanti. Il 30 dicembre 1066, Joseph HaNagid, un
visir Ebreo di Granada, in Spagna, fu crocefisso da una folla di arabi
che procedeva per radere al suolo il quartiere ebraico della città e per
trucidarne i suoi 5000 abitanti.

La rivolta fu incitata dai predicatori musulmani che si opponevano
rabbiosamente a ciò che vedevano come un eccessivo potere politico
ebraico.
Similmente, nel 1465, nella città di Fez, una moltitudine di arabi
massacrò migliaia di Ebrei lasciandone solo 11 vivi, a seguito del fatto
che un rappresentante Ebreo del visir aveva trattato una donna musulmana
in un "modo offensivo". Gli assassinii seguirono una simile ondata in
tutto il Marocco. [25]

Altri omicidi di massa di Ebrei in terre arabe si verificarono
nell'ottavo secolo in Marocco, mentre intere comunità venivano
annientate dal sovrano Musulmano Idris I; nel Nord Africa nel 12mo
secolo, dove gli Almohad convertirono forzatamente o decimarono diverse
comunità; in Libia nel 1785, dove Ali Burzi Pasha uccise centinaia di
Ebrei; in Algeria dove gli Ebrei furono massacrati nel 1805, 1815 e nel
1830; e a Marrakesh, in Marocco, dove più di 300 Ebrei furono uccisi tra
il 1864 e il 1880. [26]

Decreti che ordinavano la distruzione di sinagoghe furono emessi in
Egitto e Siria (1014, 1293-4,1301-2), Iraq (854-859,1344) e Yemen
(1676). Nonostante la proibizione coranica, gli Ebrei erano costretti a
convertirsi all'Islam o ad affrontare la morte nello Yemen (1165 e
1678), in Marocco (1275, 1465 e 1790-02) e a Baghdad (1333 e 1344) [27]

La situazione degli Ebrei nelle terre arabe toccò il fondo nel 19mo
secolo. Gli Ebrei nella maggior parte del Nord Africa (inclusi Algeria,
Tunisia, Egitto, Libia e Marocco) erano costretti a vivere nei ghetti.
In Marocco, il quale ospitava la più grande comunità ebraica della
diaspora islamica, gli Ebrei erano costretti a camminare scalzi o ad
indossare scarpe di paglia fuori dal ghetto. Anche i bambini musulmani
partecipavano all'umiliazione degli Ebrei, tirando loro pietre o
insultandoli in altri modi. La frequenza della violenza antiebraica
crebbe, e molti ebrei furono giustiziati per accuse di eresia. Le accuse
di omicidio rituale contro gli Ebrei divennero un luogo comune
nell'impero ottomano. [28]

Come scrisse l'eminente orientalista G.E. von Grunebaum:

"Non sarebbe difficile mettere insieme un numero significativo di nomi
di Ebrei, sudditi o cittadini, dell'area islamica che hanno raggiunto
cariche di alto rango, il potere, una grande influenza economica, un
successo intellettuale significativo e riconosciuto; e lo stesso si
potrebbe fare per i cristiani. Ma non sarebbe difficile anche compilare
una lunga lista di persecuzioni, confische arbitrarie, tentativi di
conversioni forzate o pogrom" [29]

Il pericolo per gli Ebrei divenne maggiore quando ci fu un confronto
alle Nazioni Unite. Il delegato siriano, Faris el-Khouri, avvertì: "A
meno che il problema palestinese sia risolto, noi avremo difficoltà nel
proteggere e salvaguardare gli Ebrei nel mondo arabo" [30]

Più di mille Ebrei furono uccisi durante le rivolte antiebraiche del
1940 in Iraq, Libia, Egitto, Siria e Yemen. [31]

Tutto ciò contribuì ad innescare un esodo di massa degli Ebrei dai paesi
arabi.

17.d. MITO

"Essendo 'Popolo del Libro', Ebrei e cristiani sono protetti dalla legge
islamica"

FATTI

Questo argomento ha le sue radici nel concetto tradizionale di "dhimma"
(decreto di protezione), che fu esteso dai conquistatori musulmani ai
cristiani e agli ebrei in cambio della loro subordinazione ai musulmani.

Eppure, come osservò l'esperto francese Jacques Ellul: "Bisogna
chiedersi: 'protetti da chi'? quando lo 'straniero' vive nei paesi
arabi, la risposta può essere solo questa: dai musulmani stessi" [32]

Le persone soggette al dominio musulmano dovevano scegliere tra la morte
e la conversione, ma agli Ebrei e ai Cristiani, che seguivano le
Scritture, era generalmente permesso di praticare la loro fede essendo
"dhimmi" (persone protette).

Questa "protezione" serviva a poco, comunque, per assicurare agli ebrei
e ai cristiani di essere trattati in modo corretto dai musulmani. Al
contrario, l'aspetto essenziale della "dhimma" era che, essendo
infedele, doveva riconoscere apertamente la superiorità del vero
credente, il musulmano.

Durante i primi anni della conquista islamica, il "tributo" (o jizya),
pagato come una tassa annuale, simboleggiva la subordinazione del
"dhimmi" [33]

In seguito, lo stato di inferiorità di ebrei e cristiani fu rinforzato
tramite una serie di norme che regolavano il comportamento del "dhimmi".
Ai "dhimmi", pena la morte, era probito deridere o criticare il Corano,
l'Islam o Maometto, fare proselitismo fra musulmani, o toccare una donna
musulmana (sebben un uomo musulmano potesse prendere in moglie una donna
non musulmana)

I "dhimmi" erano esclusi dal servizio pubblico e dal servizio militare,
e gli era proibito produrre armi. Non gli era permesso cavalcare cavalli
o cammelli, costruire sinagoghe e chiese più alte delle moschee,
costruire case più alte di quelle dei musulmani o bere vino in pubblico.
Erano costretti a indossare abiti che li distinguessero e non gli era
permesso pregare o lamentarsi a voce alta - poiché avrebbero potuto
offendere in questo modo i musulmani.

I "dhimmi" dovevano mostrare anche una pubblica deferenza nei confronti
dei musulmani, ad esempio, cedendogli sempre il centro della strada.

Il "dhimmi" non poteva testimoniare in tribunale contro un musulmano e
il suo giuramento sarebbe stato inaccettabile in una corte islamica. Per
difendersi il dhimmi doveva acquistare un testimone musulmano con grandi
spese. Questo lasciava il dhimmi con esigue risorse legali quando veniva
danneggiato da un musulmano.

Nel 20mo secolo, lo stato di dhimmi nelle terre musulmane non migliorò
significativamente. Il vice console britannico a Mosul, H.E.W. Young
scrisse nel 1909:
Il comportamento dei musulmani verso ebrei e cristiani è come quello del
padrone nei confronti degli schiavi, che li tratta con una certa
tolleranza signorile finché mantengono il loro posto. Un qualunque segno
di pretesa di uguaglianza viene prontamente represso. [35]
17.e. MITO
"Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei
confronti dell'Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza
con Israele"

17.e. FATTI
Mentre si sa molto bene che le scuole dei paesi arabi ed islamici
indottrinano i propri studenti con l'odio verso gli Ebrei ed Israele, si
è scoperto solo di recente che insegnamenti analoghi sono prevalenti
anche negli Stati Uniti.

Le scuole islamiche in Virgina, ad esempio, hanno mappe del Medio
Oriente in cui lo stato d'Israele non è presente. Su una mappa, Israele
è stato annerito e sostituito con la "Palestina" . Un libro per
insegnanti dell’11ma classe spiega che uno dei segnali del Giorno del
Giudizio sarà quello in cui i musulmani combatteranno e uccideranno gli
Ebrei, che si nasconderanno dietro gli alberi i quali diranno "Oh
musulmano, oh servo di Dio, qui c'è un Ebreo che si nasconde dietro di
me, vieni ed uccidilo" [36]
Gli attacchi non sono solo volti contro gli Ebrei ma anche contro i
cristiani. Agli studenti viene insegnato ad esempio che il Giorno del
Giudizio non arriverà finché Gesù Cristo non tornerà sulla Terra,
romperà la croce, e convertirà chiunque all'Islam.

Alle scuole private è legalmente consentito di insegnare qualunque cosa
vogliano finché incontrano i requisiti dello Stato.

Una fondazione musulmana a Los Angeles insinuò punti di vista simili
intrisi di odio nelle scuole pubbliche. La fondazione Omar Ibn Khattab
donò 300 copie di una traduzione del corano contenente delle note a piè
di pagina che descrivevano gli ebrei come "arroganti" e come "persone
senza fede" [37].

Dopo la scoperta di questi brani antisemiti il libro fu rimosso.

17.f. LA SITUAZIONE ATTUALE

1.. Gli Ebrei in Algeria
1948 Popolazione ebraica: 140.000

2001: Meno di 100

Gli insediamenti ebraici al giorno d'oggi in Algeria possono essere
ricondotti ai primi secoli dell'Era Volgare.

Nel 14mo secolo, con il deterioramento delle condizioni in Spagna, molti
Ebrei spagnoli emigrarono in Algeria.

Fra loro era presente un certo numero di scolari eminenti, inclusi Rav
Yitzchak ben Sheshet Perfet (il Ribash) e Rav Shimon ben Zemah Duran (il
Rashbatz).

A seguito dell'occupazione francese del paese nel 1830, gli Ebrei
adottarono gradualmente la cultura francese e gli fu garantita la
cittadinanza francese. [1]

Nel 1934, i musulmani, incitati dagli eventi della Germania nazista,
imperversarono a Constantine uccidendo 25 Ebrei e ferendone molti altri.

Dopo aver ottenuto l'indipendenza nel 1962, il governo algerino
perseguitò la comunità ebraica, privando gli Ebrei dei loro diritti
economici.

Come risultato, quasi 130.000 Ebrei algerini immigrarono in Francia. Dal
1948, 25.681 Ebrei algerini sono immigrati in Israele.

La maggioranza degli Ebrei rimasti vive ad Algeri, ma ci sono anche
singoli Ebrei presenti ad Oran e Blida. Gli Ebrei praticano liberamente
la loto religione, e i capi delle comunità ebraiche sono inclusi nelle
cerimonie di stato. Non c'è un rabbino presente. [2]

Nel 1994, il Gruppo Islamico Armato, terrorista, ha dichiarato la sua
intenzione di eliminare gli Ebrei dall'Algeria, ma, finora, non è stato
riportato alcun attacco.

Seguendo le comunicazioni, molti Ebrei lasciarono l'Algeria e le
rimanenti sinagoghe furono abbandonate. [4] Tutte le altre sinagoghe
erano state prese per utilizzarle come moschee.

Note:

1. World Jewish Congress, Jewish Communities of the World.
2. Country Reports on Human Rights Practices for 1991, (DC: Department
of State, 1992), p. 1339.
3. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.
4. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,and Labor Washington, DC, September 5, 2000.
2.. Gli Ebrei in Egitto1948 Popolazione ebraica: 75.000 2001: 100 [1]Tra il giugno e il novembre 1948, le bombe fatte esplodere nel quartiere
ebraico del Cairo uccisero più di 70 Ebrei, e ferendone quasi 200.[2]Nel 1956, il governo egiziano, utilizzò la campagna del Sinai come un
pretesto per espellere quasi 25.000 Ebrei egiziani e confiscarne le proprietà. Oltre 1.000 Ebrei furono mandati in prigione e in campi di
prigionia. Il 23 novembre 1956 un decreto firmato dal ministero degli affari religiosi, declamata nelle moschee in tutto l'Egitto, dichiarava che "tutti gli Ebrei sono sionisti e nemici dello stato", e prometteva che sarebbero stati presto espulsi.
A migliaia di Ebrei fu ordinato di abbandonare il paese. Gli fu concesso di portare via con loro solamente una valigia e una esigua somma di denaro, e furono obbligati a firmare dichiarazioni in cui "donavano" le loro proprietà al governo egiziano. Osservatori stranieri riportarono che i membri delle famiglie ebraiche venivano presi come ostaggi, apparentemente per assicurare che le persone costrette a partire non avrebbero in seguito testimoniato contro il governo egiziano. [3] Quando scoppiò la guerra nel 1967, le case ebraiche e le varie proprietà
furono confiscate. L'atteggiamento dell'Egitto nei confronti degli Ebrei in quel tempo si rifletteva nel trattamento riservato agli ex- nazisti.
A centinaia di loro fu consentito risiedere in Egitto ed ottenere
collocazioni all'interno del governo.
Il capo della Gestapo, Leopold Gleim (il quale fu condannato a morte in
contumacia), controllava la polizia segreta egiziana.
Nel 1979, la comunità ebraica egiziana fu la prima, nel mondo arabo, a
stabilire un contatto ufficiale con Israele.

Israele ora ha un ambasciata al Cairo e un consolato generale ad
Alessandria. Al giorno d'oggi, ai pochi Ebrei rimasti è consentito
praticare l'ebraismo senza alcune restrizione o persecuzione.
Shaar Hashamayim è l'unica sinagoga attiva al Cairo. Delle diverse
sinagoghe presenti ad Alessandria, solo la Eliahu Hanabi è aperta per la
pratica del culto [4]
L'antisemitismo nella stampa egiziana si trova soprattutto, ma non solo,
nella stampa non ufficiale dei partiti all'opposizione. Il governo ha
condannato l'antisemitismo e ha raccomandato i giornalisti e i
vignettisti ad evitare contenuti antisemiti. Non ci sono stati incidenti
antisemiti indirizzati nei confronti dell'esigua comunità ebraica negli
ultimi anni. [5].
Durante il settembre del 2002 si diede avvio alla costruzione di un
ponte autostradale attraverso l'antico cimitero di Basatin al Cairo. I
fondi e la cooperazione sono stati forniti dal Ministero egiziano per l’
edilizia abitativa ed un gruppo ebraico ultra-ortodosso americano, Athra
Kadisha. I piani non recheranno danni ad alcuna tomba e rispetteranno le
leggi ebraiche concernenti i cimiteri.
L'antisemitismo è dilagante nella stampa di regime, ed è aumentato nel tardo 2000 e nel 2001 a seguito dello scoppio delle violenze in Israele e nei territori.
Nell'aprile 2001, l'opinionista Ahmed Ragheb, rimpianse il fallimento di
Hitler nella conclusione del lavoro di annientamento degli Ebrei. Nel maggio 2001, un articolo apparso su Al-Akhbar attaccò gli europei e gli americani per aver creduto nel finto Olocausto.[6]

Note
1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.
2. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 401.
3. AP, (November 26, 1956); New York World Telegram, (November 29,
1956).
4. Jewish Communities of the World.
5. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,
and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).
6. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,
and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).3.. Gli Ebrei in Iran
1948 Popolazione ebraica: 100.000 2001: 11.500 [1]
La comunità ebraica di Persia, il moderno Iran, è una delle più vecchie ella Diaspora, e le sue radici storiche risalgono al sesto secolo a.C. ,nel periodo del Primo Tempio.
La storia nel periodo pre-islamico è intrecciata con quella degli Ebrei
e dei vicini babilonesi. Ciro. il primo della dinastia degli archemidi,
conquistò Babilonia nel 539 d.C. e permise agli Ebrei esuli di ritornare
nella Terra d'Israele, portando a termine il Primo Esilio. Le colonie
ebraiche erano diffuse dai centri in Babilonia alle province persiane,
fino a città quali Hamadan e Susa. I libri Ester, Ezra, Nehemiah e
Daniel danno una descrizione ottimale delle relazioni intercorse fra gli
Ebrei e la corte degli achemenidi a Susa.

Sotto la dinastia sassanide (226-642 d.C.), la popolazione ebraica in
Persia crebbe considerevolmente e si diffuse in tutta la regione;
nonostante ciò, gli Ebrei soffrirono oppressioni e persecuzioni
intermittenti. L'invasione degli arabi musulmani nel 642 d.C. mise fine
all'indipendenza della Persia, instaurò l'Islam come religione di stato
ed ebbe un profondo impatto sugli Ebrei cambiandone il loro stato
sociopolitico.

Durante tutto il 19mo secolo, gli Ebrei furono perseguitati e
discriminati. Alcune volte intere comunità furono forzate a convertirsi.
Durante il 19mo secolo, ci fu una considerevole emigrazione verso la
terra d'Israele, e il movimento sionista si diffuse in tutta la
comunità.

Sotto la dinastia Palhevi, stabilitasi nel 1925, il paese fu
secolarizzato e orientato verso l'Occidente. Questo portò un enorme
beneficio per gli Ebrei, i quali furono emancipati ed ebbero un ruolo
importante nella vita economica e culturale.

Nell'era della rivoluzione islamica nel 1979, in Iran vivevano 80.000
Ebrei. Alla nascita della sommossa, decine di migliaia di Ebrei,
specialmente i più abbienti, lasciarono il paese, abbandonando vaste
quantità di beni.

Il Concilio della comunità ebraica, stabilito dopo la seconda guerra
mondiale, è l'organo rappresentativo della comunità. Gli Ebrei hanno
anche un parlamento rappresentativo, obbligato per legge a supportare la
politica estera iraniana e la sua posizione antisionista.

Nonostante la distinzione ufficiale fra "Ebrei", "Sionisti" ed
"Israele", l'accusa più comune verso gli Ebrei è quella di mantenere i
rapporti coi sionisti. La comunità ebraica gode di libertà religiosa ma
deve spesso affrontare il sospetto costante di cooperare con lo stato
sionista e con l' "America imperialista" - attività entrambe punibili
con la pena di morte.

Gli Ebrei che richiedono un passaporto per viaggiare all'estero devono
farlo presso un ufficio speciale e vengono immediatamente posti sotto
sorveglianza. Il governo non consente in genere di viaggiare all'estero
a tutti i membri di una famiglia contemporaneamente, per evitare
l'emigrazione ebraica. Ancora, gli Ebrei vivono sotto lo stato di
dhimmi, con le conseguenti restrizioni imposte sulle minoranze
religiose.

I leader Ebrei temono le rappresaglie di governo in conseguenza di un
eventuale messa in evidenza del maltrattamento ufficiale nei confronti
della loro comunità.

I media ufficiali iraniani, controllati dal governo, fanno spesso
propaganda antisemita. Un primo esempio di ciò è la pubblicazione del
Protocollo dei Savi di Sion, un noto falso della propaganda zarista, nel
1994 e nel 1999. [2]

Gli Ebrei subiscono inoltre vari gradi di discriminazione ufficialmente
sancita, in particolare nel settore dell'impiego, dell'educazione e
nelle agevolazioni pubbliche.[3]

L'islamizzazione del paese ha portato a un controllo ferrato le
istituzioni educative ebraiche. Prima della rivoluzione erano circa 20
le scuole ebraiche attive nel paese. Negli anni recenti, la maggior
parte di esse, sono state chiuse.
Nelle restanti scuole, i presidi Ebrei sono stati sostituiti con dei
musulmani. A Teheran sono ancora presenti tre scuole in cui gli Ebrei
formano la maggioranza.
Il programma di studi è islamico, il persiano proibito essendo una
lingua usata nell'istruzione per l'educazione ebraica.
Lezioni speciali d'ebraico vengono impartite di venerdì
dall'organizzazione ortodossa Otzar ha-Torah, responsabile
dell'educazione religiosa ebraica. Ci sono tre sinagoghe a Teheran, ma
dal 1994, non ci sono rabbini in Iran, e il bet din è inattivo. [4]
A seguito del rovesciamento dello scià e della dichiarazione di uno
stato islamico nel 1979, l'Iran interruppe le relazioni con Israele. Il
paese ha in seguito supportato diverse organizzazioni terroristiche il
cui obiettivo erano gli Ebrei e gli Israeliani, in particolare gli
Hezbollah, presenti in Libano.

Nonostante cioè la comunità ebraica in Iran è una delle più grandi del
medio-oriente eccezion fatta per Israele.

Alla vigilia della Pasqua ebraica del 1999, 13 Ebrei da Shiran e
Isfahan, nel sud dell'Iran, furono arrestati e accusati di spionaggio
per Israele e gli Stati Uniti. Tra gli arrestati, erano presenti un
rabbino, un macellaio rituale ed alcuni insegnanti. Nel settembre
2000,una corte d'appello iraniana appoggiò la decisione di imprigionare
dieci dei tredici ebrei accusati di spionaggio con Israele.

Nelle corti d'appello, dieci degli accusati furono riconosciuti
colpevoli di cooperare con Israele e furono condannati alla prigione per
un periodo fra i due e i nove anni. Tre degli accusati furono reputati
innocenti nel primo processo. [5]. Nel marzo 2001, uno degli Ebrei
imprigionati fu rilasciato, un secondo fu liberato nel gennaio 2002, i
restanti otto furono liberati nel tardo ottobre 2002.

Gli ultimi cinque furono apparentemente rilasciati in libertà
condizionata, lasciandoli nella possibilità di essere nuovamente
arrestati in futuro.

Secondo quanto riferito, altri tre furono perdonati dal leader supremo
iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei. [6]

Almeno 13 Ebrei sono stati giustiziati in Iran dall'inizio della
rivoluzione islamica 19 anni fa, la maggior parte di loro per motivi
religiosi o per legami con Israele. Ad esempio, nel maggio 1998, l'uomo
d'affari Ruhollah Kakhodah-Zadeh, Ebreo, fu impiccato in prigione senza
una pubblica accusa o un procedimento legale, apparentemente per
assistenza all'emigrazione ebraica. [7]

Note:

1. There is a major difference between the numbers given for the Jewish
population. According to the American Jewish Committee (David Singer,
Ed. American Jewish Year Book, NY: American Jewish Committee, 2001.)
there are 12,500, while according to the U.S. Department of State, 2000
Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau
for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (September 5,
2000.) there may be as many as 40,000 Jews living in Iran.

2. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.

3."Many Jews Choose to Stay in Iran," Associated Press, (Jan. 18, 1998).

4. Jewish Communities of the World. Reprinted with permission of the
World Jewish Congress (WJC). Copyright 1997; Institute of the World
Jewish Congress. U.S. State Department Report on Human Rights Practices
for 1997.

5. Schneider, Howard. "Iran Court Reduces Penalties for Jews."
Washington Post, (September 22, 2000).

6. Jerusalem Post, (January 16, 2002); Washington Jewish Week, (October
31, 2002).

7. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,
and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).

3.a Ebrei arrestati in Iran come spie

Israele e gli USA stanno entrambe richiedendo il rilascio immediato di
13 Ebrei arrestati in Iran con accuse di spionaggio, dicendo che le
accuse sono montate e potrebbero essere motivate dall'antisemitismo. I
13 Ebrei, da Shiran e Isfahan nel sud dell'Iran, fuorono arrestati alla
vigilia della Pasqua ebraica, accusati di spiare per il "regime
sionista" e l'"arroganza mondiale"- riferendosi rispettivamente ad
Israele e agli USA.

Comunque, gli arresti sono divenuti di pubblica conoscenza il 7 giungo.
Tra gli arrestati, erano presenti un rabbino, un macellaio rituale ed
alcuni insegnanti.

Nel 1997, l'Iran ha impiccato due persone giudicate colpevoli di
spionaggio per Israele e gli USA. Il ministro degli esteri Ariel
Sharon, ieri a New York ha negato con determinazione che alcuno degli
arrestati fosse coinvolto in attività del genere. Washington ieri ha
denunciato gli arresti e ha invitato il governo iraniano a rilasciare i
prigionieri. Fonti superiori di governo hanno detto che
l'amministrazione stava anche lavorando per far pressione sull'Iran
attraverso terze parti.

Gli Ebrei di New York che mantengono stretti contati con gli attivisti
Ebrei in Iran hanno affermato al quotidiano Ha'aretz che gli arresti a
Shiraz, che per gli standard iraniani è una comunità ebraica sicura,
potrebbero essere un tentativo per prevenire tale sicurezza dallo
spargersi in altre località iraniane.

Come esempio della voglia di farsi valere della Comunità di Shiraz, una
fonte che per motivi di affari deve marcare stretto l’Iran notò che la
comunità si era rifiutata di ottemperare ad una richiesta governativa di
tenere aperte le attività economiche ebraiche di Sabato e di chiuderle
invece il Venerdì. Questo ha fatto infuriare il governo, disse, e sembra
che sia stato il motivo degli arresti.

Comunque altri ufficiali Ebrei a New York hanno affermato che
condividono la visione diplomatica in cui gli arresti sono il risultato
di una lotta di potere fra le forze di governo iraniano pro e contro le
riforme. L'insieme di organizzazioni per gli Ebrei iraniani in Israele
ha affermato che la Francia spera nel rilascio dei prigionieri, a causa
delle sue buone relazioni con l'Iran. Gli Ebrei statunitensi hanno
privatamente detto che affiancano le loro speranze a quelle della
Francia per la stessa ragione.

Nomi degli Arrestati:

1, 2. David (25) and Doni Tefilin (brothers) - 28 - arrested in Shiraz.

3. Javid Beth Jacob - 40 - arrested in Shiraz.

4. Farhad Seleh - community leader arrested in Isfahan and transferred
to Shiraz.

5. Nasser Levi Haim - 45 - community leader arrested in Isfahan and
transferred to Shiraz.

6. Asher Zadmehror - 48 - community leader arrested in Isfahan and
transferred to Shiraz.

7. Navid Bala Zadeh - 16 - arrested in Isfahan and transferred to
Shiraz.

8. Nejat Beroukkhim (uncle) - 35 - religious leader arrested in Isfahan,
transferred to Shriaz.

9. Arash Beroukhim (nephew) - religious leader arrested in Isfahan and
transferred to Shiraz.

10, 11. Farhad (30) and Faramaz Kashi (brothers) - 34 - arrested in
Shiraz.

12. Shahrokh Pak Nahad - 29 - arrested in Isfahan and transferred to
Shiraz.

13. Ramin Farzam - 35

4.. Gli Ebrei in Iraq
1948 Popolazione ebraica: 150.000

2001: Circa 100 [1]



Una delle comunità sopravvissute più a lungo risiede ancora oggi in
Iraq. Nel 722.d.C. ,le tribù a settentrionali d'Israele furono sconfitte
dagli assiri e alcuni Ebrei furono deportati in quello che al giorno
d'oggi è l'Iraq.

Una comunità più grande nacque nel 596 d.C. , allorché i babilonesi
conquistarono le tribù meridionali d'Israele e schiavizzarono gli Ebrei.
Negli ultimi secoli, la regione divenne più ospitale nei confronti degli
Ebrei e

divenne inoltre la sede di alcuni degli scolari più insigni del mondo
che produssero il talmud babilonese tra il 500 e il 700 d.C.
L'Iraq divenne uno stato indipendente nel 1932. La comunità ebraiche
irachena, presente da 2700 anni, subì terribili persecuzioni da quel
momento, in particolare quando la spinta sionista per uno stato si
intensificò.

Nel giugno del 1941, il colpo di stato filo-nazista di Rashid Ali,
ispirato dal Muftì, provocò numerosi tumulti e un pogrom a Baghdad.
Folle armate irachene, con la complicità della polizia e dell'esercito,
uccise 180 Ebrei e ne ferì almeno 1000.

Ulteriori esplosioni di rivolte antiebraiche si verificarono tra il 1946
e il 1949. Dopo la fondazione dello stato d'Israele nel 1948, il
sionismo divenne un reato punibile con la pena capitale.

Nel 1950, gli Ebrei iracheni poterono lasciare il paese a patto di
rinunciare alla cittadinanza. Un anno dopo, comunque, le proprietà degli
Ebrei emigrati furono congelate e furono imposte restrizioni economiche
sugli Ebrei che avevano deciso di rimanere in Iraq.

Dal 1949 al 1951, 104.000 Ebrei evacuarono l'Iraq durante le operazioni
Ezra & Nechemia; altri 20.000 furono fatti uscire in segreto attraverso
l'Iran.


Nel 1952, il governo iracheno vietò agli Ebrei di emigrare e impiccò
pubblicamente due Ebrei dopo averli ingiustamente accusati di aver
gettato un ordigno esplosivo all'ufficio di Baghdad dell'agenzia di
informazione statunitense.

Con l'ascesa delle fazioni concorrenti Ba'ath nel 1963, furono imposte
ulteriori restrizioni ai rimanenti Ebrei. La vendita di proprietà era
proibita e tutti gli Ebrei erano costretti ad avere carte d'identità
gialle. Dopo la guerra dei sei giorni, furono imposte delle misure ancor
più repressive: fu espropriata la proprietà ebraica; i conti in banca
degli ebrei furono congelati; gli Ebrei furono licenziati dagli impieghi
pubblici; gli affari furono chiusi;

i permessi di commercio furono cancellati; i telefoni vennero staccati.
Gli Ebrei venivano posti agli arresti domiciliari per lunghi periodi di
tempo o venivano limitati a muoversi in alcune città.



Il momento peggiore della persecuzione arrivò alla fine del 1968.
Svariate decine furono imprigionate a causa della scoperta di uno "spy
ring" locale composto dagli uomni d'affari Ebrei. Quattordici uomini-
undici dei quali Ebrei - furono condannati a morte dopo processi fittizi
e impiccati nelle piazze pubbliche di Baghdad:

altri morirono sotto tortura. Il 27 gennaio 1969, Radio Baghdad invitò
gli iracheni a festeggiare. Circa 500.000 tra uomini, donne e bambini
passeggiavano e danzavano per le strade seguendo i patiboli dove
ciondolavano i corpi appesi degli Ebrei; la folla cantava "morte a
Israele" e "morte a tutti i traditori". Questa esposizione dei corpi
portò ad un indignazione mondiale che Radio Baghdad respinse
dichiarando:"Abbiamo impiccato le spie, ma gli Ebrei crocefissero
Gesù". [3]

Gli Ebrei rimasero sotto costante sorveglianza del governo iracheno. Un
ebreo iracheno (fuggito in seguito) scrisse nel suo diario nel febbraio
1970:



Ulcere, attacchi di cuore e collassi divengono sempre più frequenti fra gli Ebrei. La disumanizzazione della personalità ebraica che deriva da
un'umiliazione continua e dal tormento... ci ha portato al più basso
livello delle nostre capacità fisiche e mentali, e ci ha privato del
potere di riaverci.


In risposta alle pressioni internazionali, il governo di Baghdad
consentì tranquillamente agli Ebrei restanti di emigrare agli inizi
degli anni '70, pur lasciando in vigore le altre limitazioni. La
maggior parte degli Ebrei rimasti ora sono troppo anziani per partire.
Sono stati obbligati dal governo a trasformare in titoli, senza
ricompenso, gli oltre 200 milioni di dollari di proprietà della comunità
ebraica.


Il governo inoltre si avvale di una retorica antisemita. Una frase
utilizzata dal governo nel 2000 si riferiva agli ebrei come ai
"discendenti delle scimmie e dei maiali, adoratori del tiranno
infedele".[6]


Nel 1991, prima della Guerra del Golfo, il dipartimento di stato disse
"non c'è una evidenza recente di persecuzione di Ebrei, ma il regime
restringe i viaggi, in particolare in Israele e i contatti con gli Ebrei
all'estero."

Un articolo del Jerusalem Post sottolinea che 75 Ebrei sono fuggiti
dall'Iraq negli ultimi 5 anni, la maggior parte dei quali si è
distribuita in Olanda e in Inghilterra. Circa 20 sono emigrati in
Israele. [7]


Solo una sinagoga continua ad essere attiva in Iraq, "un edificio
friabile nascosto in un passaggio" a Bataween, un tempo il principale
quartiere ebraico a Baghdad.

Secondo il gestore della sinagoga "pochi bambini devono fare il
bar-mitzvah, e poche coppie devono sposarsi. Gli Ebrei possono praticare
la religione ma non gli è consentito occupare lavori in imprese di stato
o presso l'esercito". [8]

Il rabbino è morto nel 1996 e nessuno dei rimanenti Ebrei può
interpretare la liturgia e solo un paio fra loro conoscono l'ebraico.
L'ultimo matrimonio si è tenuto nel 1980.

Il governo iracheno ha rinnovato le tombe del profeta Ezechiele e dello
scrivano Ezra, che erano considerate sacre anche per i musulmani. La
tomba del profeta Giona è stata anch'essa rinnovata. Saddam Hussein ha
assegnato anche delle guardie per proteggere i luoghi sacri.

Una tempo, Baghdad era per un quinto ebraica; altre comunità si erano
installate 2500 anni fa. Oggi, sono circa 38 gli Ebrei che vivono a
Baghdad,ed una manciata di più nella parte settentrionale del paese
controllata dai curdi.
Note:

1. David Singer , Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American
Jewish Committee, 2001.
2. Jerusalem Post, (Dec. 13, 1997); Arieh Avneri, The Claim of
Dispossession, (Tel Aviv: Hidekel Press, 1984), p. 274; Maurice Roumani,
The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv:
World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 29-30; Norman
Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish
Publication Society, 1991), pp. 117-119; Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 399.
3. Judith Miller and Laurie Mylroie, Saddam Hussein and the Crisis in the Gulf, (NY: Random House, 1990), p. 34.
4. Max Sawadayee, All Waiting to be Hanged, (Tel Aviv: Levanda Press, 1974), p. 115.
5. New York Times, (February 18, 1973).
6. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.
7. Jerusalem Post (Dec. 13, 1997).
8. New York Times Magazine, (February 3, 1985).
9. Associated Press, (March 28, 1998).
10. Jerusalem Post (September 28, 2002).
5.. Gli Ebrei in Libano



1948 Popolazione ebraica: 20.000
2001: Meno di 100
Quando gli arabi cristiani governarono in Libano, gli Ebrei godettero di
una relativa tolleranza. Nella metà degli anni '50, circa 7.000 Ebrei
vivevano a Beirut. Essendo Ebrei in un paese arabo, comunque, la loro
situazione non era mai sicura e la maggior parte di loro partì nel 1967.



La guerra civile fra musulmani e cristiani combattuta nel 1975-76, anche
intorno al quartiere ebraico a Beirut, danneggiò molte case ebraiche,
negozi e sinagoghe. La maggior parte dei rimanenti 1.800 Ebrei libanesi
emigrò nel 1976, temendo che la crescente presenza siriana in Libano
avrebbe ridotto la loro libertà di emigrazione.



Nella metà degli anni '80, gli Hezbollah rapirono diversi Ebrei di
spicco da Beirut - la maggior di essi erano capi di ciò che restava
della minuta comunità ebraica del paese.

Quattro Ebrei fra loro furono trovati uccis. Quasi tutti i rimanenti
Ebrei si trovano a Beirut, dove è presente una commissione che
rappresenta la comunità. [1]

A causa della situazione politica corrente, gli Ebrei sono
impossibilitati a praticare apertamente l'ebraismo.
Note:
1. Maariv, (June 21, 1991); JTA, (July 22, 1993); Jewish Communities of
the World.

6.. Gli Ebrei in Libia

1948 Popolazione ebraica: 38.000

2002: 0

Nel novembre 1945, un selvaggio pogrom a Tripoli uccise più di 140 Ebrei
e ne ferì altre centinaia. Quasi tutte le sinagoghe furono depredate.

Nel giugno 1948, dei rivoltosi uccisero altri 12 Ebrei e distrussero 280
case ebraiche.



Migliaia di Ebrei fuggirono dal paese dopo che la Libia ottenne
l'indipendenza ed entrò a far parte della lega araba nel 1951.

Dopo la guerra dei sei giorni, la popolazione ebraica, che contava 7.000
individui, subì altri pogrom in cui furono uccisi 18 Ebrei, molti altri
furono feriti, causando un esodo così esteso che rimasero meno di 100 Ebrei in Libia.

Allorché il colonnello Gheddafi raggiunse il potere nel 1969, tutte le
proprietà degli Ebrei vennero confiscate e tutti i debiti cancellati.

Nel 1999, la sinagoga di Tripoli fu rinnovata ma non fu riaperta. [2]
L'ultima Ebrea vivente in Libia, Esmeralda Meghnagi, morì nel febbraio
2002. Questo ha segnato la fine dei una delle più antiche comunità
ebraiche, che affondava le sue radici nel terzo secolo d.C. [3]

Note:
1. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p.
400; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY:
Jewish Publication Society, 1991), p. 145.
2. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,
and Labor Washington, DC, September 5, 2000.
3. Jerusalem Report, (March 11, 2002).
7.. Gli Ebrei in Marocco
1948 Popolazione ebraica: 265.000

2001: 5.700


Nel giugno 1948, sanguinose rivolte a Oujda e Djerada uccisero 44 Ebrei
e ne ferirono molti altri. Nello stesso anno, fu istigato un
boicottaggio economico non ufficiale nei confronti degli Ebrei
marocchini.



Nel 1956 il Marocco dichiarò la sua indipendenza, e l'immigrazione
ebraica verso Israele venne sospesa. Nel 1963, l'emigrazione fu ripresa,
consentendo a oltre 100.000 Ebrei marocchini di raggiungere Israele. [2]



Nel 1965, lo scrittore marocchino Said Ghallab descrisse l'attitudine
dei suoi compagni nei confronti dei loro vicini Ebrei:



Il peggior insulto che un marocchino poteva fare era quello di trattare
un suo compagno come un Ebreo... I miei amici d'infanzia sono rimasti
antisemiti. Nascondono il loro violento antisemitismo sostenendo che lo
stato d'Israele era la creatura dell'imperialismo occidentale...

Un intero mito hitleriano è stato coltivato fra la popolazione. I
massacri degli Ebrei da parte di Hitler sono stati esaltati
entusiasticamente. Viene anche dato credito al fatto che Hitler non è
morto, ma è vivo e sta bene, e il suo arrivo è atteso al fine di
liberare gli Arabi da Israele. [3]



Nonostante ciò, prima della sua morte nel 1999, il re Hassan tentò di
proteggere la popolazione ebraica ed al momento il Marocco è uno degli
ambienti più tolleranti per gli Ebrei nel mondo arabo.

Gli Ebrei marocchini emigrati, anche quelli con la cittadinanza
israeliana, sono liberi di visitare amici e parenti in Marocco. Gli
Ebrei marocchini hanno anche occupato posizioni rilevanti nella comunità
economica e governativa. La maggiore organizzazione ebraica
rappresentante della comunità è il "Conseil des Communautes Israelites"
a Casablanca.

Le sue funzioni includono relazioni esterne, affari pubblici generali,
patrimonio pubblico, finanze, mantenimento dei luoghi sacri, attività
giovanili, vita culturale e religiosa. [4]



"Gli Ebrei non risiedono più nelle tradizionali mellahs ebraiche, ma il
matrimonio misto è quasi sconosciuto. Tre comunità sono sempre state
religiose e tolleranti... La generazione più giovane preferisce
continuare i suoi studi più alti all'estero e tende a non ritornare in
MArocco. Così la comunità sta subendo un processo di invecchiamento" [5]



Ci sono sinagoghe, bagni rituali, case per anziani e ristoranti Kosher a
Casablanca, Fez,Marrakesh, Mogador, Rabat, Tetuan e Tangier. Nel 1992,
comunque, la maggioranza delle scuole ebraiche venne chiusa. Solo quelle
a Casablanca - il Chabad, ORT, Alliance e Otzar HaTorah - rimasero
attive. Tutte e quattro ricevono finanziamenti governativi.



"La comunità ebraica ha sviluppato una tradizione affascinante di
rituali e pellegrinaggi presso le tombe dei sacri saggi. Ci sono 13
luoghi famosi di questo genere, centinaia di anni antichi, ben
conservati dai musulmani. Ogni anno, i giorni speciali, folle di Ebrei
marocchini provenienti da tutto il mondo, Israele inclusa, affollano
tali sepolcri.

Un unicà festività marocchina, la mimunah, viene celebrata in Marocco ed
in Israele". [6]



Il Marocco è forse l'alleato più vicino ad Israele all'interno del mondo
arabo. Re Hassan ha tentato ripetutamente di essere il catalizzatore
dietro le quinte nel processo di pace arabo-israeliano. Nel 1986, ospitò
il primo ministro israeliano Shimon Peres in uno sforzo di stimolo del
progresso. Due mesi dopo, Hassan incontrò una delegazione di Ebrei di
origine marocchina, includente un membro della Knesset israeliana.

Nel 1993, dopo aver firmato l'accordo con l'OLP, il primo ministro
Ytzhak Rabin si recò in visita formale in Marocco.



Nel maggio 1999, re Hassan organizzò il primo incontro degl'unione
mondiale degli Ebrei marocchini, a Marrakesh.



Nell'aprile e maggio 2000, il governo marocchino patrocinò una serie di
eventi e conferenze per promuovere il rispetto fra le religioni. [7]

Andre Azoulay, consigliere reale e cittadino di spicco Ebreo, parlò a
proposito della necessità di un dialogo e del rispetto tra le religioni.
Nell'ottobre 2000, due giovani marocchini tentarono di danneggiare la
sinagoga di Tangeri. Il 6 novembre, Re Mohamed VI dichiarò pubblicamente
in un discorso televisivo che il governo non avrebbe tollerato un
maltrattamento degli Ebrei in Marocco. I giovani furono in seguito
condannati ad un anno di carcere. [8]

Note:
1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish
Committee, 2001.
2. Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A
Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab
Countries, 1977), pp. 32-33.
3. Said Ghallab, "Les Juifs sont en enfer," in Les Temps Modernes,
(April 1965), pp. 2247-2251.
4. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1996;
Jewish Communities of the World; U.S. State Department Report on Human
Rights Practices for 1997.
5. Jewish Communities of the World.
6. Jewish Communities of the World.
7. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,
and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).
8. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,
and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).
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mio video contro la guerra (22 messaggi, agg.: 06/07/2007 07:36)

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