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Miti e Fatti Ebrei - Palestina

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2014 10:40
04/10/2007 13:07
 
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8.. Gli Ebrei in Siria
1948 Popolazione ebraica: 3.000

2001: Meno di 100

Nel 1944, dopo che la Siria ottenne l'indipendenza dalla Francia, il
nuovo governo proibì agli Ebrei l'immigrazione in Palestina, e restrinse
severamente l'insegnamento dell'ebraico nelle scuole ebraiche. Il numero
di attacchi contro gli Ebrei salì, e si invitò a boicottare i loro
affari.

Quando fu dichiarata la partizione nel 1947, delle rivolte arabe ad
Aleppo devastarono la comunità ebraica, antica di 2500 anni. Decine di
Ebrei furono uccisi e oltre 200 case, negozi e sinagoghe furono
distrutti. Migliaia di Ebrei fuggirono dalla Siria per andare in
Israele. [1]

Poco dopo, il governo siriano intensificò le sue persecuzioni contro la
popolazione ebraica. La libertà di movimento fu ristretta severamente.
Gli Ebreic he tentavano di fuggire, affrontavano la pena di morte o la condanna ai lavori forzati. Agli Ebrei non era consentito lavorare per il governo o le banche, non potevano acquistare telefoni o patenti, e gli era vietato comprare beni.

I conti nelle banche degli ebrei furono congelati. Una strada per
l'aereoporto fu costruita sopra il cimitero ebraico a damasco; le scuole
ebraiche furono chiuse e affidate ai musulmani.


L'atteggiamento siriano nei confronti degli Ebrei si rifletteva nella
protezione di Alois Brunner, uno dei più conosciuti criminali nazisti.
Brunner, un aiutante capo di Adolf Eichmann, fu utilizzato come
consigliere nel regime di Assad.[2]

Nel 1987-88 la polizia segreta siriana catturò dieci Ebrei sospettati di
violare le leggi dell'emigrazione e di viaggio, pianificando di fuggire
e avendo fatto viaggi all'estero non autorizzati. Diversi tra coloro che
furono rilasciati hanno riportato di essere stati torturati mentre erano
in prigione.[3]


Nel novembre 1989, il governo siriano promise di facilitare
l'emigrazione di più di 500 donne Ebree single, che sovrastavano
numericamente gli uomini nella comunità ebraica e non potevano quindi
trovare un marito adatto. A 24 di loro fu permesso di emigrare
nell'autunno del 1989 e ad altre 20 nel 1991.[4]


Per anni, gli Ebrei in Siria vissero in un grande terrore. Il quartiere
ebraico di Damasco era sotto sorveglianza costante dalla polizia
segreta, che era presente durante le funzioni religiose in sinagoga, nei
matrimoni, nei bar-mitzvah e negli altri raduni ebraici.

Il contatto con gli stranieri era monitorato rigorosamente. I viaggi
all'estero erano concessi solo in casi eccezionali, ma solo se veniva
lasciata una cauzione di 300-1000 dollari, insieme ai membri familiari
che venivano utilizzati come ostaggi.

Le pressioni statunitensi fatte durante le negoziazioni di pace, sono servite a convincere il presidente Hafez Assad ad abolire queste restrizioni e quelle che proibivano agli Ebrei di comprare o vendere proprietà, nei primi anni '90.

In una operazione segreta nel tardo 1994, 1262 Ebrei siriani furono
portati in Israele. Il leader spirituale della comunità ebraica Rabbi
Avraham Hamra, presente da 25, era fra coloro che lasciarono la Siria e
si recò a New York (ora vive in Israele).La Siria ha garantito visti di
uscita a condizione che gli Ebrei non vadano in Israele. [5]

La decisione di liberare definitivamente gli Ebrei si ottenne
sostanzialmente come risultato di pressioni da parte degli USA a seguito
della conferenza di pace a Madrid del 1991.


Alla fine del 1994, la sinagoga Joab Ben Zeruiah ad Aleppo, in uso
continuo da più di 1.600 anni era deserta.

Un anno dopo, circa 250 Ebrei erano rimasti a Damasco, tutti
apparentemente per loro scelta. [6]

Nella metà del 2001, Rabbi Huder Shahada Kabariti stimò che circa 150
Ebrei vivevano a Damasco, 30 a Haleb e 20 a Kamashili.

Ogni due o tre mesi un rabbino viene in visita da Istanbul per
supervisionare la preparazione della carne kosher, che i residenti
congelano e utilizzano fino alla sua prossima visita.

Due sinagoghe sono ancora aperte a Damasco.[7]


Nonostante gli Ebrei siano stati occasionalmente oggetto di violenze dai
contestatori palestinesi in Siria, il governo ha preso strette misure
protettive, arrestando anche gli assalitori e sorvegliando le restanti
sinagoghe. [8]


Secondo il dipartimento di stato, gli Ebrei hanno ancora una scuola
primaria separata per l'istruzione religiosa all'ebraismo e gli è
concesso insegnare ebraico in alcune scuole.

Circa una dozzina di studenti seguono ancora alla scuola ebraica, che aveva 500 studenti come nel 1992.
Ebrei e curdi sono le uniche minoranze cui non è concesso partecipare al
sistema politico.
Inoltre "ai pochi Ebrei rimanenti sono generalmente vietati gli impieghi
di governo e non hanno obblighi di servizio militare. Sono la sola
minoranza i cui passaporti e le cui carte d'identità denotano la loro
religione." [9]
Note:
1. Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our Time., (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 400; Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), p. 31; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish Publication Society, 1991), p. 146.
2. Newsday, (November 1, 1987); information provided by Rep. Michael McNulty.
3. Middle East Watch, Human Rights in Syria, (NY: Middle East Watch, 1990), p. 94.
4. Country Reports on Human Rights Practices for 1991, (DC: Department
of State, 1992), p. 1610.
5. Jerusalem Post, (Oct. 18, 1994).
6. Jerusalem Post, (May 27, 1995).
7. Associated Press, (January 27, 2000).
8. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).
9. U.S.State Department Report on Human Rights Practices for 2001.

Gli Ebrei in Tunisia

1948 Popolazione ebraica: 105.000
2001: 1.500 [1]
Dopo che la Tunisia ottenne l'indipendenza nel 1956, ci fu una serie di
decreti antiebraici che vennero promulgati dal governo.
Nel 1958, il consiglio della comunità ebraica tunisina fu abolito dal
governo e molte sinagoghe antiche, cimiteri e quartieri ebraici vennero
distrutti per un "rinnovo urbano". [2]

La crescente situazione instabile causò l'immigrazione di 40.000 Ebrei
tunisini in Israele. Nel 1967 la popolazione ebraica si era ridotta a
20.000 persone.

Durante la guerra dei sei giorni, gli ebrei furono attaccati da sommosse
di arabi, e molte sinagoghe e negozi furono bruciati.

Il governo denunciò la violenza e il presidente Habib Bourguiba si scusò
col rabbino capo. Il governo si appellò agli ebrei pregandoli di restare
ma non gli proibì di lasciare il paese. Di conseguenza 7.000 ebrei
immigrarono in Francia.


Nel 1982 ci furono altri attacchi contro gli ebrei nelle città di Zarzis
e Ben Guardane. Secondo il dipartimento di stato, il governo tunisino
"si comportò con decisione per fornire protezione alla comunità
ebraica". [3]


Nel 1985, una guardia tunisina aprì il fuoco sui pellegrini nella
sinagoga di Djerba, uccidendo cinque persone, quattro delle quali Ebree.
Da allora il governo ha cercato di prevenire ulteriori tragedie dando
agli ebrei tunisini una stretta protezione quando necessario. A seguito
del bombardamento da parte d'Israele del quartier generale dell'OLP il 1
ottobre 1985 vicino Tunisi, il governo prese straordinarie misure per
proteggere la comunità ebraica. [4]

Dopo la tragedia sul monte del Tempio nell'ottobre 1990, "il governo ha
imposto una pesante sicurezza attorno alla sinagoga principale di
Tunisi" [5]


Djerba ha uno dei maggiori asili ebraici. Ci sono anche sei scuole
primarie ebraiche, (tre collocate a Tunisi, due Djerba e una sulla
città costiera di Zarzis) e quattro scuole secondarie (due a Tunisi e
due Djerba).

Ci sono anche delle yeshivot a Tunisi e a Djerba. La comunità ha due
case di riposo. Il paese ha diversi ristoranti kosher e cinque rabbini
ufficianti: il rabbino capo a Tunisi, un rabbino a Djerba, e altri
quattro a Tunisi. La maggior parte della comunità ebraica osserva le
regole della Kashrut.


"Molti turisti vengono a visitare la sinagoga di Djerba El Ghriba, nel villaggio di Hara Sghira. Nonostante la struttura presente sia stata costruita nel 1929, si crede che ci sia sempre stato un continuo utilizzo del luogo come sinagoga da 1900 anni. Gli ebrei tunisini hanno rituali e celebrazioni unici e colorati , che includono il pellegrinaggio annuale a Djerba che ha luogo durante Lag BaOmer.
Il Museo Bardo di Tunisi contiente un 'esposizione che tratta
esclusivamente degli oggetti rituali ebraici" [6]


Oggi, i 1.300 Ebrei comprendono la minoranza religiosa più estesa. "il
Governo assicura libertà di culto per la comunità ebraica e paga lo
stipendio del rabbino capo" della comunità. [7]


Nell'ottobre 1999 la comunità ebraica ha eletto il nuovo Consiglio dei
direttori per la prima volta dall'indipendenza tunisina del 1956. Hanno
dato anche al Consiglio un nuovo nome :"La commissione ebraica della
Tunisia" [8]

L'11 aprile 2002 un camion contenente gas naturale esplose presso il
muro esterno della sinagoga di Ghriba, nel ritrovo di Djerba. Gli
ufficiali tunisini dissero che il camion aveva accidentalmente colpito
il muro della sinagoga, ma un gruppo collegato ad Al Qaeda di Osama Bin
Laden rivendicò la responsabilità di aver portato a termine un attacco
terroristico in una delle sinagoghe piu antiche in Africa.

L'esplosione uccise 17 persone, inclusi 11 turisti tedeschi. [9]

Note:

1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.
2. Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A
Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab
Countries, 1977), pp. 33; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish Publication Society, 1991), p. 127.
3. Country Reports on Human Rights Practices for 1982, (DC: Department of State, 1983), pp. 1290-91.
4. Country Reports on Human Rights Practices for 1985, (DC: Department of State, 1986), p. 1321.
5. Country Reports on Human Rights Practices for 1990, (DC: Department of State, 191), pp. 1664-65.
6. Jewish Communities of the World.
7. U.S. State Department Reporton Human Rights Practices for 1997.
8. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,and Labor Washington, DC, September 5, 2000.
9. Washington Post, (April 17 & 23, 2002).


Gli Ebrei in Yemen

1948 Popolazione ebraica: 55.000 (ad Aden altri 8.000)

2001: Meno di 200 [1]

Nel 1992 il governo dello Yemen reintrodusse un'antica legge islamica
che richiedeva che gli Ebrei orfani al di sotto dei 12 anni venissero
forzatamente convertiti all'islam.

Nel 1947, dopo il voto di partito, rivoltosi musulmani raggiunti dalle
forze di polizia locale, effettuarono un pogrom sanguinoso ad Aden che
uccise 82 ebrei e distrusse centinaia di case ebraiche.

La comunità ebraica di Aden era economicamente paralizzate, poiché la
naggiore parte degli affari ebraici e dei negozi furono distrutti.
All'inizio del 1948 la falsa accusa di omicidio rituale di due bambine
portò al subimento di saccheggi [2].


Questa situazione crescente in modo pericoloso portò ad una emigrazione
virtuale di quasi l'intera tutta la comunità ebraica yemenita- quasi
50.000- tra il giugno 1949 e il settembre 1950 durante l'operazione
"Tappeto Magico". Una migrazione continua e minore fu concessa durante
il 1962, quando una guerra civile pose un brusco alt a susseguenti esodi
ebraici.

Fino al 1976, quando un diplomatico americano arrivò presso una piccola
comunità ebraica in una remota regione dello Yemen settentrionale, si
creeva che la comunità ebraica yemenita fosse estinta. Di conseguenza,
la condizione di Ebreo yemenita era disconosciuta nel mondo esterno.

Si scoprì che alcune persone non aderirono all'operazione "tappeto
magico" perché i membri familiari non volevano lasciare malati o parenti
anziani. A questi Ebrei era proibito emigrare e non gli era concesso
avere contatti coi parenti all'estero. Erano isolati e intrappolati,
sparsi attraverso le regioni montagnose del nord dello Yemen, senza
cibo, vestiti, cure mediche e utensili religiosi.

Perciò alcuni Ebrei yemeniti abbandonarono la loro fede per convertirsi
all'Islam.

Per un breve periodo di tempo, alle organizzazioni ebraiche fu permesso
di viaggiare apertamente verso lo Yemen, distribuendo libri d'ebraico e
materiale per la comunità ebraica.

Oggi, gli Ebrei sono solo una minoranza religiosa indigena dietro un
esiguo nnumero di cristani, indù e bahai.

La piccola comunità rimasta nel nord è tollerata e gli è concesso
praticare l'ebraismo. Comunque i suoi membri sono ancora trattati come
cittadini di seconda classe e non possono fare il servizio militare o
essere eletti per cariche politiche.

Agli ebrei è concesso vivere in una sezione di una città o di un
villaggio e spesso sono confinati a una scelta limitata di impiego,
tipicamente relativo all'allevamento o all'artigianato. Gli ebrei
possono, e lo fanno, possedere proprietà. [4]

Gli Ebrei sono sparsi e non esiste più una struttura comunitaria. Gli
Ebrei yemeniti hanno una vaga interazione sociale con i loro vicini
musulmani e non possono comunicare col mondo ebraico. Si crede che ci
siano due sinagoghe ancora funzionanti a Saiqaya e ad Amlah.

La vita religiosa non ha cambiato molto le leggi alimentari ebraiche,
gli Ebrei non possono mangiare i pasti coi musulmani. Inoltre, il
matrimonio è assolutamente proibito con religioni esterne.

Durante gli ultimi anni, circa 400 Ebrei sono immigrati in Israele
nonostante il divieto ufficiale di emigrazione. [5]

Lo stato ha riportato che a metà del 2000 "il governo ha sospeso la
politica di concedere agli israeliani di origine yemenita di viaggiare
verso lo yemen .

Comunque yemeniti, israeliani e altri ebrei possono viaggiare
liberamente verso e dentro lo Yemen con passaporti non israeliani"

Nel gennaio 2001, il "General's people party" attualmente al governo ha
proposto per la prima volta la candidatura di un Ebreo yemenita per le
elezioni parlamentari.

Il candidato Ibrahim Ezer, era raccomandato dal presidente Ali Abdallah
Salah come un gesto di benvenuto verso l'amministrazione Bush nel
tentativo di ricevere un aiuto economico per lo Yemen.

La commissione generale dell'elezione, ha in seguito rifiutato la
candidatura di ezer per il fatto che un candidato deve essere figlio di
due genitori musulmani. Gli analisti politici hanno congetturato che la
vera ragione era il desiderio di non stabilire un precedente per
consetire ad un Ebreo di concorrere per la carica. [7]

Note:
1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.
2. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), pp. 397-98; Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 32-33; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish Publication Society, 1991), p. 498.
3. Jerusalem Post, (February 15, 1992); Jewish Telegraphic Agency,
(February 26, 1992).
4. Jewish Communities of the World; U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.
5. Jewish Communities of the World.
6. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International
Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,
and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).
7. Jerusalem Post, (January 30, 2001).


Note
[1] Vamberto Morais, A Short History of Anti-Semitism, (NY: W.W Norton and Co., 1976), p. 11; Bernard Lewis, Semites & Anti-Semites, (NY: WW Norton & Co., 1986), p. 81.
[2] Oxford English Dictionary; Webster's Third International Dictionary.
[3] Official British document, Foreign Office File No. 371/20822 E
7201/22/31; Elie Kedourie, Islam in the Modern World, (London: Mansell, 1980), pp. 69-72.
[4] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 196.
[5] Jordanian Nationality Law, Official Gazette, No. 1171, Article 3(3) of Law No. 6, 1954, (February 16, 1954), p. 105.
[6] From a letter sent to M. Rene Mheu, Director General of UNESCO, and reproduced in Al-Thawra, (May 3, 1968).
[7] The Religious Ordinances Reader, (Syrian Ministry of Education, 1963-1964), p. 138.
[8] Basic Syntax and Spelling, Syrian Ministry of Education, 1963.
[9] Religious Teaching, Egyptian Ministry of Education, 1966.
[10] ModernWorld History,JordanianMinistry ofEducation1966, p.150.
[11] David K.ShiplerAraband Jew(NY: Times Books1986pp167170, 203.
[12] Meyrav Wurmser, The Schools of Ba'athism: A Study of Syrian
Schoolbooks, (Washington, D.C.: Middle East Media and Research Institute(MEMRI), 2000), p. xiii.
[13] Wurmser, p. 51.
[14] Middle East Media and Research Institute (MEMRI); Parade, (June 23,2002), p. 13.
[15] Jewish Telegraphic Agency, (March 4, 1991).
[16] Al-Mussawar, (August 4, 1972).
[17] Middle East Media and Research Institute (MEMRI),
[18] Al-Ahram (October 28, 2000)
[19] Jerusalem Post (November 19, 2001)
[20] Palestinian Authority television, (October 14, 2000)
[22] Palestinian Media Watch, www.pmw.org/ (March 15, 2000)
[22] Bernard Lewis,"The Pro-IslamicJews"Judaism(Fall 1968)p401.
[23] Bat Ye'or,The Dhimmi, (NJ: Fairleigh Dickinson University Press,1985), pp. 43-44.
[24] Bat Ye'or, pp. 185-86, 191, 194.
[25] Norman Stillman, The Jews of Arab Lands, (PA: The Jewish
Publication Society of America, 1979), p. 84; Maurice Roumani, The Caseof the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv: WorldOrganization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 26-27; Bat Ye'or,p. 72; Bernard Lewis, The Jews of Islam, (NJ: Princeton UniversityPress, 1984) p. 158.
[26] Stillman, pp. 59, 284.
[27] Roumani, pp. 26-27.
[28] Von GrunebaumEastern Jewry Under IslamViator, (1971)p.369.
[29] New York Times, February 19, 1947).
[30] Roumani, pp. 30-31; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands inModern Times, (NY: Jewish Publication Society1991), pp. 119-122.
[31] Bat Ye'or, p. 61.
[32] Bat Yeor, p. 30
[33] Louis Gardet, La Cite Musulmane: Vie sociale et politique, (Paris:Etudes musulmanes,1954), p. 348.
[34] Bat Ye'or, pp. 56-57.
[35] Middle Eastern Studies, (1971), p. 232.
[36] Washington Post, (February 25, 2002).
[37] Esquire, (February 2003).

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