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Miti e Fatti Ebrei - Palestina

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2014 10:40
04/10/2007 13:09
 
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I diritti umani nei paesi arabi, di Mitchell G.Bard

Miti da confutare

18.a. "I governi arabi affermano di garantire i diritti umani di base
ai loro cittadini"
18.b. "I diritti delle donne sono attualmente protetti nel mondo
arabo"
18.c. "La libertà per i palestinesi nell'Autorità palestinese include
anche il diritto di vendere terre agli Ebrei"

[I miti in dettaglio]

18.a. MITO

"I governi arabi affermano di garantire i diritti umani di base ai
loro cittadini"

18.a. FATTI

Mentre è stata posta grande attenzione sulle presunte violazioni dei
diritti umani da parte di Israele in Cisgiordania e Gaza, la stampa
popolare ha deciso di ignorare potienzialmente le violazioni
dei diritti umani fondamentali che si verificano quotidianamente in
quasi tutte le nazioni arabe. Secondo il rapporto annuale compilato
dal Dipartimento di Stato, la maggioranza degli stati arabi
sono governati da regimi dittatoriali e oppressivi, che negano ai
loro cittadini le libertà di base di espressione politica, parola,
stampa e giusti processi. Il rapporto sullo sviluppo umano arabo
pubblicato da un gruppo di ricercatori arabi del programma di
sviluppo dell'ONU ha concluso che, fatte salve sette regioni del
mondo, i paesi arabi si collocano nelle posizioni più basse in una
graduatoria di libertà concesse nei paesi. Hanno anche il più basso
punteggio per "opinione e responsabilità", una misura di vari aspetti
del processo politico, libertà civile, diritti politici ed
indipendenza dei media. [1]

18.b. MITO

"I diritti delle donne sono attualmente protetti nel mondo arabo"

18.b. FATTI

Nella maggior parte dei paesi arabi, la Shari'a, o legge islamica,
definisce le regole del tradizionale comportamento sociale. Sotto
questa legge, alle donne viene dato un tuolo inferiore rispetto a
quello dell'uomo, e perciò sono discriminate per ciò che riguarda i
diritti personali e la libertà individuale.

Un esperto di medioriente, Daniel Pipes, spiega: "Dal punto di vista
islamico... la sessualità femminile si considera essere così potente
da costituire un effettivo pericolo per la società". Perciò, le donne
non dominate costituiscono "la più pericolosa minaccia da affrontare
per gli uomini per rispettare i comandi divini". Inoltre,
il "desiderio femminile e il loro fascino irresistibile da alla donne
un potere sull'uomo che concorre con quello di Dio." [2]

"Lasciati a se stessi", continua Pipes, "gli uomini potrebbero cadere
vittime delle donne ed abbandonare Dio", portando di conseguenza a un
disordine civile fra i credenti.

Tradizionalmente le donne arabe si sposano in giovane età con un uomo
scelto dal loro padre. Un marito ha il diritto di divorziare in
qualunque momento, anche contro la volontà della moglie, dichiarando
semplicemente a voce la sua intenzione.

Nonostante l'immagine di una donna con uguali diritti si stia
lentamente diffondendo attraverso alcuni stati laici arabi, questa
idea resta confinata ai centri urbani e alle sfere di estrazione
sociale superiore.

La mutilazione sessuale rituale delle donne è ancora diffusa in aree
rurali dell'Egitto, della Libia, dell'Oman e dello Yemen.

Inoltre le leggi che restringono i diritti della donna restano
affermati in quasi tutte le nazioni arabe. In Siria, un uomo può
impedire alla moglie di lasciare il paese. In Egitto, Libia, Iraq,
Marocco, Giordania, Oman e Yemen, le donne sposate devono avere il
permesso scritto del marito
per viaggiare all'estero, e comunque glielo si può impedire per una
ragione qualunque.
In Arabia Saudita, le donne devono ottenere il permesso dal parente
maschio più stretto per lasciare il paese o per viaggiare sui mezzi
pubblici nelle diverse parti del paese.

Secondo l'ONU, "l'utilizzo delle possibilità delle donne arabe
attraverso la partecipazione economica e politica resta la più bassa
al mondo in termini quantitativi... In alcuni paesi con assemble
elette dalla nazione, alle donne è ancora negato il diritto di votare
o di ricoprire cariche di servizio. E una donna araba su due non sa
né leggere né scrivere" [2a]

In una corte saudita di Shari'a, la testimonianza di un uomo equivale
a quella di due donne. In Kuwait, la popolazione maschile può votare,
mentre le donne sono ancora prive di tale diritto. Egitto, Marocco,
Giordania e Arabia Saudita hanno ancora leggi che affermano che
l'eredità di una donna deve essere inferiore rispetto a quella dei
suoi fratelli (tipicamente circa la metà).
La legge Marocchina giustifica l'omicidio o il ferimento di una donna
colta in fallo in un atto di adulterio; nonostante ciò le donne sono
punite per aver danneggiato i loro mariti nelle stesse circostanze.

Picchiare la moglie è una pratica relativamente comune nei paesi
arabi, e una donna maltrattata ha un piccolo ricorso.
Il dipartimento di stato ha sottolineato relativamente alla Giordania
(e alla maggior parte del mondo arabo): "Picchiare la moglie è
tecnicamente una ragione di divorzio, ma il marito può cercare di
dimostrare che ha l'autorità per farlo in base al corano per
correggere una moglie non religiosa o disobbediente picchiandola" [3]

In Arabia Saudita le restrizioni contro le donne sono fra le più
estremiste nel mondo arabo. Le donne saudite non possono sposare un
non saudita senza il permesso del governo (che viene concesso
raramente); gli è proibito guidare macchine o biciclette; non possono
usare servizi pubblici se sono presenti degli uomini; sono obbligate
a sedersi sul fondo degli autobus pubblici; sono segregate dagli
uomini.
All'Università di Riyadh King Saud, i professori danno lezioni in
aule di uomini mentre le donne osservano in classi femminili distanti
attraverso una televisione a circuito chiuso. [3a]
"Le rubriche di consigli [islamici]" nella stampa saudita
raccomandano come parte del proprio matrimonio di educare
rigorosamente le donne.
Le donne devono coprire interamente il corpo e il viso in pubblico, e
quelle che non lo fanno sono soggette a un' umiliazione pubblica da
parte della polizia religiosa saudita, conosciuta anche come
Mutaaw'in. I sauditi estendono il loro trattamento discriminatorio
anche alle donne all'estero. Durante una visita negli Stati Uniti da
parte del Principe Abdullah, ad esempio, gli assistenti del principe
hano richiesto che non vi fossero controllori di volo donne atte a
controllare il volo del principe in Texas per visitare il presidente
Bush. Hanno anche richiesto che non ci fossero donne sulla pista
d'atterraggio del jet. [3b]

L'ONU, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non
governative locali premono costantemente sui regimi arabi per
migliorarne i diritti umani, in particolare quelli delle donne.
Secondo i dati ONU, la proporzione di donne rappresentata nei
parlamenti arabi è del 3,4% (a confronto con l'11,4% del resto del
mondo). Inoltre, il 55% delle donne arabe sono analfabete.
L'assistente del Vice segretario generale delle nazioni unite, Angela
King, ha pubblicamente richiamato gli stati arabi a garantire alle
donne i loro diritti. [4]

I regimi arabi trovano diversi modi per affrontare le pressioni
internazionali volte al miglioramento dei diritti delle donne. Spesso
preferiscono introdurre dei lievi miglioramenti nello status delle
donne piuttosto che intraprendere riforme radicali che potrebbero
contraddire la loro ideologia e inimicarsi gli elementi conservatori
del paese.



18.c. MITO

"La libertà per i palestinesi nell'Autorità palestinese include
anche il diritto di vendere terre agli Ebrei"

18.c. FATTI

Nel 1996, il Mufti dell'autorità palestinese, Ikremah Sabri, emanò
una fatwa (decreto religioso), vietando la vendita delle proprietà
degli arabi e dei musulmani agli Ebrei.
Chiunque avesse violato tale ordine sarebbe stato ucciso. Almeno
sette proprietari terrieri furono uccisi quell'anno. Sei anni dopo,
il capo dell'Intelligence palestinese in Cisgiordania,il generale
Tawfik Tirawi, ammise che i suoi uomini erano i responsabili degli
omicidi. [4a]

Il 5 maggio 1997, il ministro di giustizia dell'Autorità Palestinese
Freih Abu Middein annunciò che la pena di morte sarebbe stata imposta
su chiunque fosse stato giudicato colpevole di cedere "un centimetro"
ad Israele. In seguito in quel mese, due proprietari terrieri furono
uccisi. Gli ufficiali dell'Autorità palestinese negarono ogni
connessione con gli omicidi. Un anno dopo, un altro palestinese,
sospettato di vendere le terre agli Ebrei fu ucciso. L'autorità
palestinese ha anche arrestato dei proprietari terrieri sospettati di
violare le leggi giordane (in vigore nella Cisgiordania), che
proibiscono la vendita delle terre agli stranieri. [5]


DIRITTI UMANI NEI PAESI ARABI

(se non evidenziato, tutte le informazioni provengono dai rapporti
del dipartimentio di stato statunitense sull'esercizio dei diritti
umani 2000-2001)

ARABIA SAUDITA

Nonostante la commissione internazionale statunitense sulla libertà
religiosa abbia dichiarato che, con il declino dei talebani, l'Arabia
Saudita è probabilmente il peggiore oppressore dei diritti religiosi
nel mondo, l'amministrazione Bush ha deciso su ragioni politiche di
lasciare il regno fuori dalla sua lista annuale dei "paesi di
interesse particolare", una lista nera americana dei paesi conivolti
in "sistematiche, perpetrate ed enormi" violazioni dei diritti delle
minoranze religiose. [5]

L'Arabia Saudita è una monarchia dinastica, governata dal re Fahd Bin
and Al-Aziz Al Saud. La costituzione del paese è il Corano e la sunna
(tradizione) del profeta Maometto, e il governo quindi è governato da
una interpretazione rigorosa della legge islamica. Poiché non sono
presenti istituzioni democratiche, i cittadini non hanno ruolo nel
governo. La sicurezza nel paese viene fatta rispettare sia dalla
forza di sicurezza laica, e dai Mutawwai'n, la polizia religiosa, che
comprende
la commissione per promuovere la virtù e la prevenzione della
depravazione. Poiché il punto di vista tradizionale islamico sui
diritti umani non coincide con quello moderno, il governo ha concesso
a entrambe le sicurezze, religiose e laiche, di commettere gravi
abusi.

Diritti Legali:
Tortura, percosse, ed altri abusi sui prigionieri sono commessi
regolarmente sia dai Mutawaa'in che dagli ufficiali del ministro
degli Interni. Inoltre, almeno una persona è stata uccisa
recentemente dai Mutawwa'in per una violazione religiosa minore.
Altre esecuzioni durante l'anno 2000 sono state per crimini che
variavano da un "comportamento sessuale deviato" alla stregoneria, ed
erano accompagnate da lapidazioni, decapitazioni, o da plotoni
d'esecuzione; inoltre alcuni prigionieri venivano puniti con
amputazioni o con la perdita di un occhio. I prigionieri a volte
vengono detenuti per lunghi periodi di tempo senza processi o accusa.

La libertà di parola e di stampa sono severamente limitate in Arabia
Saudita - criticare l'Islam o la famiglia reale è illegale, e di
conseguenza si può ottenere un imprigionamento prolungato senza
processo. TV, radio, internet e la letteratura sono censurate
pesantemente. La libertà di associazione e riunione sono limitate,
soggette a regolamenti come la separazione degli uomini e delle donne
negli incontri.

Trattamento delle Donne:

Le donne sono vittime di una discriminazione sistematica in Arabia
Saudita. La violenza domestica e lo stupro sono problemi diffusi e le
donne non hanno alcun risarcimento per tali crimini.
Le donne non possono viaggiare, essere ammesse in un ospedale o
guidare una macchina senza il permesso del loro marito. Gli autobus
sono separati, le donne devono sedere in fondo. Quelle donne che non
indossano un abaya (un indumento che copre tutto il corpo) e che non
coprono il loro volto e i loro capelli sono perseguitate dai
Mutawaa'in. Le leggi che discriminano le donne includono quelle
relative alla proprietà, alla testimonianza in una corte, alla
custodia dei bambini in caso di divorzio. Solo il 5% delle donne
occupa un posto di lavoro, ed è quasi impossibile per una donna
essere impiegata in altro che non sia uno dei lavori più semplici.
Inoltre, la mutilazione genitale femminile è legale ed è praticata in
alcune zone dell'Arabia Saudita.

Le donne di paesi stranieri devono rispettare le leggi ristrette
dell'Arabia Saudita e l'esercito statunitense è arrivato al punto di
chiedere alle donne soldato di indossare vestiti casti, di viaggiare
sul sedile posteriore delle macchine, di farsi scortare da uomini
fuori dalle basi. Nel 2001, il pilota donna col più alto grado della
flotta aerea USA ha citato in giudizio il governo americano allo
scopo di far cessare questa politica perché essa discrimina le donne,
viola la loro libertà religiosa, e le obbliga a seguire usanze
richieste da altre religioni che non gli appartengono.
Il Pentagono ha in seguito abolito l'ordine che le donne indossassero
l'abayas nero indossato dalle donne saudite, ma ci sono ancora altre
restrizioni che vengono applicate. [6]

Diritti dei Lavoratori:

Non ci sono leggi sul lavoro, unioni o contratti collettivi in Arabia
Saudita. poiché il lavoro forzato è tecnicamente illegale, i
lavoratori stranieri e i domestici del posto sono forzati a volte a
lavorare fino a sedici ore al giorno, sette giorni alla settimana. La
paga è spesso trattenuta per settimane o per mesi. Rapporti non
confermati indicano che le donne sono a volte costrette a lavorare
come prostitute, e i bambini sono costretti a chiedere l'elemosina.
Ufficialmente la tratta di persone è illegale per la legger saudita.

Trattamento delle Minoranze:

Non c'è libertà religiosa in Arabia Saudita. Tutti i cittadini devono
essere musulmani, e solo la branca sunnita dell'Islam può essere
praticata pubblicamente. C'è una discriminazione istituzionale contro
i musulmani sciiti. Altre religioni all'infuori dell'Islam sono
tollerate se praticate con discrezione; alcuni Cristiani furono
deportati nel 2000 perché praticavano "apostasia" in una maniera
troppo pubblica.



GIORDANIA

Il regno ascemita della Giordania è una monarchia costituzionale
governata da re Abdullah bin Hussein. Mentre le elezioni dirette sono
usate per stabilire i rappresentanti della casa inferiore del
Parlamento, costituita dai 104 deputati della camera, la casa
superiore, di 40 posti in senato, viene stabilita dal re. Il potere è
virtualmente concentrato nelle mani del re, che può destituire
qualunque rappresentante o anche sciogliere il parlamento, come fece
nel giugno 2001. Infatti i cittadini giordani non possono cambiare
il loro governo. Molte violazioni dei diritti umani sono presenti in
Giordania e vengono trascurate dal governo.

Diritti Legali:

Le forze di sicurezza giordane usano regolarmente le torture, che
hanno portato recentemente a diversi decessi. I prigionieri sono
spesso imprigionati senza accusa, non gli è concesso incontrare i
loro avvocati, sono tenuti in condizioni antigieniche; questo viene
fatto anche nei confronti dei giornalisti accusati di "diffamazione",
intendendo con ciò una critica al governo o al re.
Le espulsioni forzate sono rare in Giordania, e sono usate in
generale solo per terroristi sospetti; i gruppi terroristici sono ben
rappresentati in Giordania. Ad esempio, il monvimento islamico della
giordania ("il gruppo del Ahmed al daganesh") e i Nobili della
Giordania hanno rivendicato la responsabilità nell'agosto 2001 di
aver assassinato un uomo d'affari israeliano ad Amman.
Il governo ha negato che l'uccisione fosse politica e non ha fatto
alcun arresto in questo caso.

La libertà di assemblea, associazione, stampa e parola sono ristrette
tutte dal governo; gli autori di articoli sul governo critici o
satirici sono spesso arrestati e imprigionati.
Nell'Agosto 2002, la licenza della stazione televisiva al-jazeera è
stata revocata per aver mandato in onda punti di vista critici nei
confronti del governo. [6a]

Trattamento delle Donne:

Le donne giordane sono in netto svantaggio legale. Lo stupro
coniugale è legale, le percosse alla moglie sono diffusissime, e
spesso permesse dalla legge, e i crimini d'onore (violenza domestica
contro le donne accusate da uomini che credono che la donna abbia
minato il loro onore con un "comportamento immorale") ricevono
condanne minime.
Tali crimini d'onore sono diventati così comuni che comprendono il
25% degli omicidi totali in Giordania nel 2000, secondo uno studio.
Anche finanziariamente, le donne sono svantaggiate. La sicurezza
sociale, l'eredità, il divorzio e la testimonianza sono tutte leggi
che favoriscono l'uomo. Le donne guadagnano meno degli uomini a
parità di lavoro, e sono meno rappresentate sul posto di lavoro.
La mutilazione genitale femminile, una volta praticata ampiamente in
Giordania è stata ampiamente interrotta. Alcune tribù comunque
mantengono questa pratica.
Molto più comune è l'abuso sulle bambine, specialmente sessuale.
Mentre la legge prevede una punizione decisa per questi casi, pochi
vengono poi in realtà investigati.



Diritti dei Lavoratori:

Le leggi sul lavoro sono generalmente buone; ma ci sono comunque
delle eccezioni. Nonostante il lavoro forzato sia illegale in
Giordania molti domestici stranieri lavorano sotto condizioni pari a
quelle di un lavoro forzato.
Inoltre il lavoro minorile è estremamente diffuso nonostante il
governo abbia intrapreso alcuni passi per ridurlo.

Trattamento delle Minoranze:

La libertà religiosa è una delle parti più rispettate in Giordania.
Mentre solo le tre "religioni monoteiste principali" (islam, Ebraismo
e Cristianesimo) sono ufficialmente riconosciute dal governo, tutte
le altre religioni possono essere liberamente praticate, e hanno pari
diritti.
L'unica eccezione è quella che regola la fede Baha'i i cui membri
affrontano una discriminazione sistematica. Possono comunque
praticarla apertamente. Dopo la guerra del 1948 e dopo quella del
1967 la Giordania ha garantito la cittadinanza ai rifugiati
palestinesi in fuga da Israele. I rifugiati arrivati in seguito non
sono stati riconosciuti cittadini e sono ampiamente discriminati.



LIBANO

Dalla fine della guerra civile, durata 16 anni, nel 1991, il Libano è
stato controllato sostanzialmente dalla Siria, che staziona circa
25.000 soldati nel paese.
Così, nonostante il Libano sia tecnicamente una repubblica
parlamentare, né i cittadini né i governanti ufficiali hanno molta
rilevanza nel cambiamento del loro governo, poiché la Siria prende
tutte le decisioni politiche ed influenza pesantemente le elezioni.
Il governo libanese e l'esercito non rispettano i diritti umani, e
diverse organizzazioni terroristiche che sono stabilite in Libano
commettono anch'esse abusi.

Diritti Legali:

Mentre i delitti di politici sono sconosciuti in Libano, ci sono
state diverse morti e sparizioni di prigionieri politici in prigione
in attesa di giudizio.
Gli arresti arbitrari sono comuni,e alcuni prigionieri sono tenuti
per lunghi periodi di tempo senza processo o accuse. L'uso della
tortura è ampiamente documentato.
Nelle aree del paese controllate dalla milizia degli Hezbollah,
supportata dalla Siria, viene applicata solo la legge islamica; nei
campi profughi palestinesi indipendenti al sud, non c'è un sistema
legislativo specifico applicato. In entrambe le locazioni, le
violazioni di diritti umani sono diffuse.
La libertà di parola e di stampa sono garantite dalla legge, e sono
rispettate quasi ovunque; comunque sono comuni casi di censura.
Il diritto di riunione garantito dalla legge è relativo al solo
governo. Nell'agosto 2001 la maggior parte degli studenti cristiani
ha promosso una protesta non violenta contro il ruolo della Siria in
Libano e sono stati caricati dalle forze di sicurezza.

Alcuni giorni prima altri attivisti anti-siriani furono arrestati. [7]
Nell'agosto 2001, le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato un
giornalista cristiano in una fase di indurimento contro i dissidenti
cristiani anti-siriani. La settimana prima circa 200 membri dei
gruppi dell'opposizione guidati dai cristiani contro il controllo
della Siria sul Libano sono stati arrestati. [8]
Gli abitanti del Libano hanno sofferto della presenza di numerose
organizzazioni terroristiche che operano all'interno del Libano.
Questi gruppi attaccano sia obiettivi all'interno del paese, che
Israele dal Sud; nel secondo caso la popolazione libanese è obbligata
a subire la violenza delle rappresaglie. Comunque, gli attacchi su
Israele sferrati dagli Hezbollah e da altri gruppi terroristici sono
diminuiti significativamente dal ritiro di Israele dal Libano
meridionale nel maggio 2000.

Trattamento delle Donne:

La violenza domestica e lo stupro sono problemi sociali significativi
e affliggono larga parte della popolazione. I crimini d'onore sono
illegali, ma vengono applicate sentenze ridotte in tali casi.
Mentre una donna può tecnicamente intraprendere la professione che
desidera, c'è una forte pressione sociale che previene la maggior
parte delle donne dal fare ciò. Molte altre leggi in Libano sono
basate sulle leggi islamiche e sono discriminatorie nei confronti
delle donne e dei bambini.

Diritti dei Lavoratori:

Il lavoro forzato non è illegale, e molti domestici stranieri, donne
e bambini sono costretti a lavorare contro la loro volontà. Il lavoro
minorile è generalmente diffuso. I bambini soffrono sotto la legge
libanese anche in altri modi: abuso sui bambini, rapimenti, e anche
la vendita dei bambini per le agenzie di adozione sono relativamente
comuni, e ignorati dal governo.

Trattamento delle Minoranze:

La libertà religiosa è generalmente rispettata, nonostante alcune
discriminazioni siano presenti nel sistema legale: ad esempio, alcune
posizioni governative possono essere ricoperte solo da musulmani. I
rifugiati palestinesi che vivono in Libano non hanno diritti, e non
possono diventare cittadini dello stato.





SIRIA

Tecnicamente la Siria è una democrazia parlamentare in cui i
rappresentanti sono stabiliti con elezioni dirette; in pratica, il
presidente Bashar Assad esercita un potere assoluto.
Quando suo padre Hafez Assad morì il 10 giugno 2000 dopo 30 anni di
regnanza, Bashar concorse senza oppositori per il mandato, di
conseguenza, l'età minima richiesta per legge per un presidente fu
decrementata da 40 a 34 anni, l'età di Bashar.
A causa di una legge marziale approvata d' urgenza nel 1963, il
potere dei servizi di sicurezza e militari operano indipendentemente
l'una dall'altra e senza ostacoli da parte del governo.
I diritti umani sono significativamente ristretti dal governo, e i
servizi di sicurezza commettono anche pesantissimi abusi.

Diritti Legali:

A causa del potere dei servizi di sicurezza, i diritti legali dei
cittadini siriani non sono fatti rispettare. Arresti arbitrari,
torture e scomparse dei prigionieri accadono regolarmente. I
prigionieri politici siriani, libanesi e giordani sono trattenuti e
segregati dal governo per lunghi periodi di tempo, così come i
soldati israeliani catturati dalla Siria e dagli Hezbollah,
l'organizzazione terroristica che supporta in Libano. I prigionieri
catturati venti anni fa restano ancora nelle carceri senza motivo. La
libertà di parola e di stampa sono garantite dalla legge ma diverse
sono le restrizioni. La pubblicazione di una qualsiasi "informazione
falsa" che si oppone "all'obiettivo della rivoluzione" è punibile con
sentenze di lunga prigionia.Tutte le società di stampa sono possedute
e manovrate dal governo.
Nel 2001, 10 attivisti pro-democratici furono arrestati e accusati di
incitamento alla ribellione, propagazione di bugie e tentativo di
cambiare forzatamente la costituzione. [9]
La libertà di associazione è severamente ristretta dal governo e la
libertà di assemblea non esiste.

Trattamento delle Donne:

La violenza domestica è presente in Siria, nonostante sia poco
conosciuta la sua presenza. Non è illegale lo stupro coniugale e si
verificano crimini d'onore. Legalmente molte leggi finanziarie, come
l'eredità e la sicurezza sociale, discriminano le donne e la
punizione per adulterio per le donne è doppia rispetto all'uomo. Le
donne non possono viaggiare fuori dal paese senza il permesso del
marito. Sono impiegate in tutte le aree ma poco rappresentate nella
maggior parte dei campi.

Diritti dei Lavoratori:

Il lavoro minorile è comune nonostante la contrarietà delle leggi.
Inoltre, i diritti a formare unioni e contratti collettivi sono
ristretti.

Trattamento delle Minoranze:

La libertà religiosa è generalmente rispettata, con due eccezioni:
gli Ebrei sono sistematicamente esclusi dalle cariche governative, e
mancano loro molti diritti di base; e i gruppi estermisti islamici
sono frequentemente bersaglio di discriminazioni e attacchi, dovuti
ai nuomerosi gruppi terroristici islamici che si oppongono al governo.
I curdi sono oppressi sistematicamente in Siria: non possono
diventare cittadini, hanno pochi diritti e l'insegnamento della loro
lingua e della loro cultura è fuori legge.

IRAQ

La costituzione irachena garantisce il potere al partito socialista
arabo ba'ath, dominato da Saddam Hussein e dai suoi parenti.
Hussein tenta di legittimare il suo potere riferendosi a
un "referendum" dell'Ottobre 1995 in cui ricevette il 99.9% dei voti.
Questa elezione, comunque, non ha avuto né voto segreto né altri
candidati all'opposizione, e i cittadini iracheni hanno riportato di
temere le rappresaglie
se avessero espresso un voto dissidente. Il record dell'Iraq sulla
violazione dei diritti umani, indica che questa paure era garantita -
il governo iracheno commette serie violazioni di diritti umani -
principalmente attraverso l'uso di svariate milizie che operano nello
stato.
Tali milizie sono lo strumento per il mantenimento di un'atmosfera di
paura e repressione.

Diritti Legali:

Le tattiche politiche del governo sono tra le più brutali al mondo. I
cittadini sono periodicamente arrestati e giustiziati per crimini
come la diserzione, la critica al governo e la prostituzione.
Inoltre, i criminali accusati di crimini minori sono periodicamente
uccisi in massa come parte di un sistema di "pulizia delle prigioni"
disegnato per ridurre la popolazione carceraria.
Figure politiche o religiose considerate comeuna minaccia verso
Saddam o altri esponenti sono uccisi senza esitazione, e senza accusa
di un crimine specifico.
Coloro che sono accusati di un determinato crimine ricevono di rado
dei processi corretti, poiché la decisione di una qualunque delle
corti può essere calpestata dal Presidente. A volte i processi non
sono tenuti per niente. La tortura viene usata sistematicamente nelle
prigioni irachene.
Mentre il governo rispetta ufficialmente i diritti di parola, stampa,
riunione e associazione, tutti questi diritti sono ristretti in
pratica. Il governo possiede tutti i giornali del paese e li manipola
come strumento di propaganda. Qualunque frase critica nei confronti
del governo viene punita duramente e cittadini che si riuniscono
pacificamente vengono repressi, e avolte attaccati dalle milizie
governative.
Testimonianze di pesanti crimini di guerra sono state spesso dirette
verso l'Iraq. Le atrocità commesse durante la guerra tra Iran e Iraq
dal 1980 al 1988, e durante la guerra del Golfo nel '91, si
rispecchiano oggi che, mentre le forze irachene combattono contro
l'esercito curdo il quale controlla il nord dell'Iraq, vengono
colpiti civili, e si piantano mine in aree civili.
Gli ispettori ONU che monitoravano gli impianti di armi chimiche e
militari dell'Iraq sono stati definitivamente esplusi nel '97.

Trattamento delle Donne:

Si verifica la violenza domestica in Iraq ma non sono presenti
statistiche relative alla loro frequenza. I cirmini d'onore sono
legittimi secondo la legge irachena, e i crimini come la
prostituzione sono spesso puniti con la decapitazione. Numerose sono
le leggi presenti per la garanzia dei diritti delle donne sul posto
di lavoro, ma è difficile determinare quanto successo abbiano
prodotto in termini di uguaglianza.

Diritti dei Lavoratori:

I lavoratori non hanno potenzialmente diritti in Iraq. Le unioni sono
illegali, e nonostante il lavoro forzato sia tecnicamente illegale,
rinunciare a un lavoro può portare al carcere. Il lavoro minorile è
comune, nonostante il governo legiferi contro di esso.

Trattamento delle Minoranze:

Libertà religiose sono tecnicamente concesse, ma non rispettate dal
governo. Mentre la maggior parte della popolazione consiste di
sciiti, la minoranza sunnita controlla il partito Ba'ath. Infatti, i
leader religiosi sciiti sono spesso assassinati o repressi. La
piccola comunbità cristiana è stata soggetta anch'essa ad abusi.
I curdi che controllano la parte settentrionale dell'Iraq sono stati
duramente oppressi. Ai curdi è proibito vivere in Iraq propriamente,
e quelli presenti nel nord sono stati soggetti ad atrocità da parte
dell'esercito iracheno, incluse torture, esecuzioni sommarie e
attacchi sui centri civili utilizzando armi chimiche.

EGITTO

Secondo la sua costituzione, l'Egitto è una democrazia sociale in cui
l'Islam è la religione di stato. Il Presidente e il suo Partito
Nazionale Democratico, comunque, controllano la scena politica con
un'estensione tale che i cittadini non hanno una possibilità
significativa di cambiare il loro governo.
C'è stata una legge di emergenza in vigore dal 1981, che consentiva
al governo di trattenere in carcere delle persone senza accusa, e di
negare regolarmente i diritti legali ai cittadini egiziani.

Diritti Legali:

La libertà di stampa e di parola sono garantite dalla costituzione,
ma spesso sono negati in pratica. Il governo possiede e controlla le
tre maggiori testate giornalistiche e detiene il monopolio di stampa
e distribuzione. Così, i giornali criticano di rado il governo, e la
posizione dei partiti all'opposizione è spesso limitata sui giornali.
Gli studenti e gli ufficiali che criticano il governo sono spesso
incriminati con accuse di diffamazione, calunnia o di "diffusione di
informazioni false sull'Egitto", e vengono imprigionati. Le libertà
di associazione e riunione sono severamente ristrette.
Le torture fisiche e psicologicaùhe, nonostante siano ufficialmente
fuori legge, sono comunque comuni, ed è documentato che almento otto
prigionieri sono stato torturati a morte nel 2000. Le prigioni sono
in condizioni squallide. La polizia egiziana arresta arbitrariamente
e periodicamete dei prigionieri, spesso trattenendoli per lunghi
periodi senza accusa, processi o contatto con gli avvocati.

LA FRASE CELEBRE

"[L'Egitto] è un regime autocratico, stabilito mezzo secolo fa sotto
il segno del nazionalismo e del socialismo arabo, è politicamente
esausto ed è moralmente fallito. Mubarak, che ha frenato gli
estremisti islamici in Egitto solo attraverso la tortura e i
massacri, non ha un programma politico moderno né tantomeno una
visione progressista da offrire al suo popolo come alternativa al
vittimismo islamico di Osama bin Laden. Gli egiziani che hanno
tentato di promuovere un simile programma... sono ingiustamente
imprigionati. Invece, Mubarak si sostiene con i due miliardi di
dollari americani di aiuti, mentre consente ed incoraggia i media e i
clericali controllati dallo stato a promuovere una propaganda degli
estremisti islamici, anti-occidentale, anti-ebraica e anti-moderna.
La politica serve al suo proposito deviando la frustrazione popolare
con la mancanza di libertà politica o di sviluppo economico in
Egitto. Spiega inoltre perché così tanti arruolati di Osama bin Laden
sono egiziani."

Editoriale Washington Post,
11 Ottobre 2001

Trattamento delle Donne:

La violenza domestica è un serio problema sociale in Egitto; un
rapporto concluse che una donna sposata su tre è stata picchiata dal
marito. Inoltre lo stupro coniugale è legale. La mutilazione genitale
femminile viene ancora praticata, ma ci sono forti pressioni sociali
contro le donne impiegate. Legalmente, molte leggi, in particolare
sull'eredità, favoriscono gli umini, e un uomo che uccide una donna
in omicidi d'onore riceve una sentenza molto più leggera rispetto a
una donna che uccide un uomo in circostanze simili.

Diritti dei Lavoratori:

Le leggi sul lavoro in Egitto non sono adeguate per i membri delle
unioni; gli scioperi sono illegali e punibili con il carcere. Molte
leggi del governo sul lavoro non sono rafforzate, così come il minimo
salario e il massimo numero di ore. Mentre il lavoro minorile è stato
un problema in Egitto in passato, c'è stato un netto miglioramento
ultimamente.

Trattamento delle Minoranze:

L'Egitto garantisce la libertà di religione, e gli Ebrei e le
comunità cristiane sono in generale trattate bene. Nonostante ciò la
minoranza cristana ha riportato di essere stata discriminata, e ci
sono rapporti di conversioni forzate all'Islam. Ai membri di fede
Baha'i è categoricamente proibito di vivere o praticare la loro
religione in Egitto.

AUTORITA' PALESTINESE
Il record già scarso di diritti umani dell'ANP è peggiorato
dall'Intifada di al-Aqsa. Nel Settembre 2000 i membri dei servizi di
sicurezza palestinesi e i tanzim di fatah partecipavano ad attacchi
contro i civili e soldati israeliani. Poiché i palestinesi armati
hanno spesso lanciato i loro attacchi vicino alle case dei civili
palestinesi, i residenti di tali case si sono spesso trovati sulla
linea del fuoco quando Israele ha intrapreso le rappresaglie. Le
forze di sicurezza palestinesi non sono riuscite ad impedire ai
Palestinesi armati di fare fuoco sugli Israeliani in luoghi dove si
trovavano degli estranei.

Diritti Legali:

Nel dicembre 2001, il presidente dell'ANP Yasser Arafta ha dichiarato
lo stato d'emergenza e si è garantito ampi poteri legali.
Le forze di sicurezza palestinesi arrestano arbitrariamente e
detengono le persone, prolungano la detenzione e la mancanza di un
processo sono elementi frequenti.
Le corti non assicurano processi corretti e veloci. Le forze di
sicurezza ed esecutive dell'ANP spesso ignorano o non riescono a far
rispettare le decisioni delle corti.
L'ANP non proibisce per legge l'utilizzo di tortura o di forza contro
i detenuti, e le forze di sicurezza spesso sono state responsabili di
torture e di abuso esteso dei detenuti palestinesi.
I gruppi di monitoraggio dei diritti umani internazionali hanno
documentato una diffusa condotta arbitraria ed abusiva da parte
dell'ANP. Queste organizzazioni affermano che c'è un uso di tortura
diffuso e non ristretto a quelle persone detenute con accuse di
sicurezza. Almeno cinque palestinesi sono morti nel 2001 durante la
prigionia sotto l'ANP. Le forze di sicurezza palestinesi infrangono i
diritti dei cittadini alla privacy ed è stata imposta una ristretta
libertà di stampa e di parola, chiudendo i punti vendita dei media,
bandendo le pubblicazioni o la radiodiffusione, e imprigionando o
perseguitando periodicamente i membri dei media.
Ad esempio, dopo il brutale assassinio dei due soldati riservisti
dell'IDF alla stazione di polizia a Ramallah, il 12 ottobre 2000 la
polizia palestinese ha confiscato i filmati a molti giornalisti che
erano presenti sulla scena. Il 4 ottobre, un giornalista straniero
filmò tre membri delle forze di sicurezza palestinese distribuire
Molotov a diversi bambini.
Le forze di sicurezza hanno trattenuto il giornalista e la sua troupe
per diverse ore, e hanno poi distrutto il filmato. Le molestie
dell'ANP hanno contribuito alla pratica di auto-censura da parte di
diversi commentatori, reporter e critici palestinesi.

Violenza contro gli Israeliani:
La violenza palestinese durante l'"intifada di al-Aqsa" ha incluso
violente dimostrazioni, sparatorie e incidenti in cui i palestinesi
spesso tiravano pietre e molotov ai checkpoint dell'esercito
israeliano.
I civili israeliani ed ebrei nei territori sono diventati spesso
bersaglio di sparatorie e agguati, suicidi e altre esplosioni,
attacchi di mortaio, attacchi armati negli insediamenti e nelle basi
militari. I palestinesi agendo individualmente o in piccoli gruppi
non organizzati, inclusi alcuni membri dei servizi di sicurezza
palestinese, hanno ucciso 87 israeliani nei territori nel 2001. I
membri fuori dovere delle forze di sicurezza dell'ANP e i membri
della fazione Fatah di Arafat hanno partecipato in alcuni di questi
attacchi.

Diversi gruppi terroristici palestinesi, inclusi Hamas, Jihad
islamica, il fronte popolare per la liberazione della palestina, il
fronte democratico per la liberazione della palestina e i gruppi
affiliati di Fatah, come le brigate di al-Aqsa, hanno anche
rivendicato le responasibilità di attacchi contro civili Israeliani.
L'ANP ha fatto alcuni arresti relativi a tali assassini alla fine
dell'anno.
Circa 340 sospetti collaborazionisti e da 180 a 200 prigionieri
politici sono stati messi nelle carceri palestinesi dalla fine del
2001. Un certo numero di palestinesi sospetto di collaborazionismo
con Israele è stato arrestato, processato e giustiziato.
Dozzine di loro sono state semplicemente assassinate. [10]

Trattamento delle Donne:

L'abuso coniugale, l'abuso sessuale, uccisioni d'onore sono presenti,
ma la pressione sociale fa sì che molti incidenti non vengano
riportati e nella maggioranza dei casi viene trattata dai familiari
coinvolti, tipicamente i maschi dei membri della famiglia.
Le donne palestinesi sopportano varie forme di pregiudizi sociali e
di repressioni all'interno della loro società. Poiché il matrimonio
avviene in giovane età, le donne spesso non finiscono la scuola
obbligatoria.
Le restrizioni culturali a volte prevengono le donne dal frequentare
college o università.
Mentre è presente un movimento attivista di donne in Cisgiordania,
l'attenzione si è spostata solo di recente da aspirazioni
nazionaliste a questioni che affliggono enormemente le donne, come la
violenza domestica, l'accesso paritario all'educazione e all'impiego,
e le leggi concernenti l'eredità e il matrimonio. Le donne che si
sposano con un non correligionario, in particolare una donna cristana
che sposa un uomo musulmano, sono spesso disconosciuti dalle loro
famiglie e a volte perseguitati e minacciati di morte.
Un numero crescente di donne palestinesi lavorano fuori casa, dove
tendono ad incontrare una certa discriminazione. Non ci sono leggi
speciali che forniscono i diritti delle donne nel posto di lavoro. Le
donne non sono rappresentate nella maggior parte degli aspetti della
vita professionale.

Diritti dei Lavoratori:

Non c'è un salario minimo in Cisgiordania o nella striscia di Gaza e
non ci sono leggi che proteggono il diritto di sciopero dei
lavoratori.In pratica questi lavoratori hanno pochissima o alcuna
protezione dalla retribuzione del datore di lavoro.
All'inizio del 2000, gli insegnanti della Cisgiordania hanno fatto
uno sciopero. Il 5 maggio 2000 gli ufficiali dell'ANP hanno arrestato
uno dei leader dello sciopero per aver criticato in un'intervista
alla radio l'ANP. Anche la stazione radio è stata chiusa. Gli
insegnanti hanno sospeso lo sciopero il 17 maggio, nonostante il
fatto che nessuna delle loro richieste fosse stata considerata.
Anche il lavoro minorile è un problema.

Trattamento delle Minoranze:

Non c'è una legge che assicura una libertà religiosa; comunque l'ANP
rispetta in generale la libertà religiosa. Negli scorsi anni, ci sono
state testimonianze che diversi convertiti dall'Islam al
Cristianesimo subiscono a momenti delle discriminazioni sociali e
persecusioni da parte degli ufficiali palestinesi. Comunque non c'è
un esempio di discriminazione da parte dell'ANP nei confronti dei
cristiani.




Note:
1. Arab Human Development Report 2002, NY: UN, 2002.
2. Daniel Pipes, In the Path of God: Islam and Political Power, (NY:
Basic Books, 1983), p. 177.
2a, Arab Human Development Report 2002, NY: UN, 2002.
3. U.S. State Department, Reports on Human Rights Practices for 1999.
3a. Martin Peretz, "Remembering Saudi Arabia," The New Republic,
(January 28, 2002).
3b. USA Today, (April 29, 2002).
4. Al-Quds Al-Arabi (London), (December 4, 1999).
4a. Jerusalem Post, ,(August 19, 2002).
5. State Department. Human Rights Report for the Occupied
Territories, 1997, 1998.
5a. Newsweek, (March 10, 2003).
6. Washington Post, (December 4, 2001).
6a. Jewish Telegraphic Agency, (August 9, 2002).
7. Jerusalem Report, (March 25, 2002).
8. CNN, (August 16, 2001).
9. Jerusalem Post, (July 1, 2002); BBC News, (August 11, 2002).
10. Isabel Kershner, "Below the Law," Jerusalem Report, (April 22,
2002), pp. 32-33.
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