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"La Trinità Verità o Falsità?" Di Felice Buon Spirito

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2014 09:11
26/02/2008 19:04
 
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Re:
-Gaetano-, 25/02/2008 22.54:

Per Francesco. Quindi a tuo avviso il nuovo testamento non direbbe esplicitamente che lo Spirito è una persona, giusto? Beh non credo che le tue conclusioni siano corrette. Leggi amico mio. Per quanto riguarda il fatto che tu non ti ritenga un eletto, beh io spero tanto che ti sbagli. CIao [SM=g27988]

LO SPIRITO NEL NUOVO TESTAMENTO

Un altro consolatore

Esaminando le scritture cristiane notiamo che vi è decisamente una maggiore illuminazione e conoscenza a riguardo lo Spirito di Dio. Questo è ovviamente naturale e logico visto e costatando quello che lo scrittore dell'epistola agli ebrei afferma nella sua epistola:

"Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l'universo". (Ebrei 1,1-2).

Secondo quanto è scritto, mentre nei tempi antichi Iddio ha parlato per mezzo dei profeti, negl'ultimi giorni ha comunicato col genere umano per mezzo di suo Figlio dando di conseguenza una rivelazione più accurata e precisa di se stesso. La stessa cosa è successa anche per quanto riguarda lo Spirito santo. Nel quarto vangelo, e specialmente dal capitolo quattordicesimo in poi, l'apostolo Giovanni riportando gl'insegnamenti del Cristo, parla abbastanza approfonditamente dello Spirito. Partendo per esempio proprio dal capitolo quattordici, leggiamo:

"e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi". (Giovanni 14,16-17).

Come si può notare, Gesù definisce il "Soffio" di Yahvé "un altro consolatore", (greco: parakletos) termine greco di genere maschile e personale. Nell'affermazione messa fra virgolette, la cosa che risalta maggiormente al fine di dimostrare la personalità dello Spirito, non è tanto il termine "consolatore", ma la parola che precede "parakletos", ossia: "altro".

Perché tale affermazione? Semplice. Lo Spirito santo non è il solo "assistente", bensì c'è ne un altro. Questi è per l'appunto il Signore Gesù. Infatti l'apostolo "amato da Gesù", nella sua prima lettera, scrive:

"Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto". (1Giovanni 2,1).

Il punto focale della questione in sostanza è questo. Lo scrittore del quarto vangelo mette sullo stesso piano, facendo quasi un parallelismo, il Figlio di Dio e lo Spirito santo. Per lui sono indubbiamente entrambi "consolatori", "assistenti" i quali guidano e confortano la chiesa, il popolo del Signore. Tutto ciò mette in risalto e fa chiaramente comprendere come per l'evangelista, la terza persona della trinità è a tutti gli effetti un individuo, un essere vivente e non semplicemente un'influenza impersonale.

ULTERIORI PROVE DELLA PERSONALITA' DELLO SPIRITO

Nel capitolo quindici degl'atti degli apostoli e precisamente nei versi ventotto e ventinove, leggiamo:

"Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi. State sani»". (Atti 15,28-29).

Questo brano biblico riporta le conclusioni raggiunte durante il concilio di Gerusalemme. In esse viene chiaramente detto come lo Spirito santo ha deciso insieme agl'apostoli e in piena comunione con loro, cosa è giusto e sbagliato e in sostanza la via che la Chiesa deve seguire per il suo benessere eterno. Praticamente lo Spirito di Dio secondo il verso ventotto e quello successivo, ha ragionato, discusso con i discepoli di Signore al fine di risolvere i problemi che si erano creati a causa dei convertiti provenienti dal giudaismo fino ad arrivare ad indire un vero e proprio concilio pur di arrivare ad una migliore conclusione per tutto il popolo cristiano.

 TEMPIO DI DIO

L'apostolo Paolo scrivendo ai cristiani di Corinto sottolinea l'importanza di santificarsi e di rimanere puri davanti davanti a Dio compiendo opere sante e incorrotte, azioni che abbiano come fondamento Cristo, solo lui e nessun altro. Saulo di Tarso insiste ad evidenziare e nel contempo spronare i suoi conservi a rimanere netti da ogni iniquità per una ragione molto importante. Essi erano tempio di Dio. Il loro corpo era tempio dell'Onnipotente, (1Corinzi 3,16).

Yahvé, prima della venuta di Cristo abitava in templi fatti da mano d'uomo e precisamente prima in quello costruito da Salomone e poi nel successivo fabbricato dopo l'esilio babilonese. Quando poi il Figlio di Dio morì sulla croce, il tempio di Gerusalemme si spaccò in due, segno che Dio aveva scelto un nuovo luogo dove abitare, la Chiesa.

Questa è davvero stata un'ennesima dimostrazione dell'amore infinito del Creatore nei nostri confronti. Dopo aver mandato suo Figlio a sacrificarsi per la salvezza del suo popolo, adesso sempre per sua libera scelta decide addirittura di dimorare in esso. Certo, arrivati a questo punto qualcuno potrebbe dire: "Cosa centra ciò con il tentativo di provare la personalità dello Spirito?"

Ebbene, ora arriviamo subito al punto. E' oltremodo chiaro che solo Dio può abitare nell'uomo come in un tempio, nessun altro è in possesso di tale privilegio ed è in grado di farlo, si, dimorare nella creatura umana rigenerata in piena libertà e con il gioioso consenso di entrambi. Tenendo conto di tali fatti, ascoltiamo cosa ha da dirci sempre Paolo, questa volta nel capitolo sesto sempre della stessa epistola ai cristiani di Corinto, traendo poi le ovvie conclusioni.

"Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi". (1Corinzi 6,19).

Difficile non vedere le conseguenze dell'affermazione dell'apostolo dei gentili, soprattutto se la si confronta con i commenti precedenti fatti sempre sullo stesso argomento, "tempio di Dio".

L'uomo è tempio dello Spirito santo. Lo Spirito di Dio è pienamente presente e dimora totalmente in ogni uomo redento dal sangue di Cristo. E' ovvio che la divinità dello Spirito è annunciata qui chiaramente e con essa la conseguente sua personalità. Il fatto che il "Soffio" di Dio abbia l'uomo come suo tempio, dimostra infatti che lui è Dio, e quindi ovviamente una persona vera e propria e non semplicemente un influenza impersonale.

BESTEMMIARE LO SPIRITO

Uno dei principali compiti del ministero terreno di Gesù Cristo era quello di liberare gl'indemoniati. Molte persone ai tempi del Salvatore erano purtroppo possedute da spiriti immondi ed era oltremodo urgente che il Figlio di Dio accorresse in loro aiuto scacciando quei demoni da quegl'infelici, avendone il potere, in modo da dare ad essi libertà, salvezza e pace. Degli scribi però nella loro malizia accusavano Gesù Cristo di aver ricevuto da Satana tale capacità, riportiamo tale avvenimento.

"Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Egli ha Belzebù, e scaccia i demòni con l'aiuto del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili a sé, diceva loro in parabole: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in parti contrarie, quel regno non può durare. Se una casa è divisa in parti contrarie, quella casa non potrà reggere. Se dunque Satana insorge contro sé stesso ed è diviso, non può reggere, ma deve finire. D'altronde nessuno può entrare nella casa dell'uomo forte e rubargli le sue masserizie, se prima non avrà legato l'uomo forte; soltanto allora gli saccheggerà la casa. In verità vi dico: ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno»". (Marco 3,22-29).

Gli scribi affermavano con una spudoratezza senza precedenti che il Figlio di Dio liberava i posseduti con l'aiuto di Satana. Il Signore Gesù però cerca di far capire loro come ciò non poteva essere possibile. Infatti il compito dell'avversario è quello d'impossessarsi di più anime possibile e la possessione diabolica era, fra le varie armi che possedeva, forse quella più efficace. Quindi per lui sarebbe stato controproducente obbligare i suoi "sottoposti" ad andare via dagli uomini posseduti da essi. L'autorità del Cristo non poteva derivare da Satana, bensì come disse lo stesso redentore, dallo Spirito di Dio, Matteo 12,28. Oltretutto, non bisogna dimenticare che l'accusa fatta dagli scribi al Salvatore era veramente grave e il motivo è stato esposto dal Signore stesso:

"In verità vi dico: ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno".

Ora arriviamo al nocciolo della questione. Il brano insegna o non la personalità dello Spirito? Prima di tutto bisogna dire che attribuire al diavolo la cacciata degli spiriti immondi che Gesù invece compiva con l'aiuto "dell'Alito divino", voleva dire "bestemmiare lo Spirito di Dio".

Incominciamo col dire che il sostantivo greco "blasfemia" significa parola empiamente offensiva rivolta nei riguardi di Dio e delle creature, mentre l'italiano "bestemmia", il quale può avere anche delle corrispondenze con il termine ellenico, indica il proferire parole o frasi offensive rivolte unicamente a Dio e a tutto ciò che lo riguarda. Chiarito ciò notiamo quanto segue:

1) Bestemmiare lo Spirito santo vuol dire offenderlo.

2) Il fatto che il "Soffio" di Dio possa offendersi mette in risalto la sua personalità.

3) Infine è interessante notare come l'offesa è intesa come bestemmia solo quando è rivolta nei confronti di Dio, del Creatore. Chi ha orecchie per intendere, intenda.

 LA CONOSCENZA DELLO SPIRITO

Un'altra prova biblica dimostrante la reale personalità dello Spirito santo la troviamo sempre nella lettera ai corinzi. Vediamo il perché.

"A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio". (1 Corinzi 2,10-11).

Il passo in questione attribuisce allo Spirito santo una qualità o caratteristica che solo una persona può avere, la conoscenza. Non solo, ma l'apostolo lascia chiaramente intendere come essa sia in pratica senza limiti, infatti viene detto che "l'Alito" di Dio investiga e scruta Dio, essere infinito, in profondità. Ciò implica di conseguenza una sua conoscenza piena e illimitata.

 LA SIGNORIA DELLO SPIRITO

Lo Spirito di Dio come Signore dei cristiani, questo è quello che afferma Paolo nella seconda epistola ai cristiani di Corinto: "Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lì c'è libertà". (2Corinzi 3,17).

Esaminando tale affermazione è veramente difficile non vedere in questo caso una chiara prova della Signoria dello Spirito santo e con essa pure la sua conseguente personalità. Egli è appunto il Signore degli ebrei convertiti e dei cristiani. Sicuramente non si potrebbe avere un Signore migliore per la nostra vita, giusto? Come non vedere in questo passo la prova della personalità dello Spirito di Yahvé? Oltretutto bisogna considerare che esaminando il contesto in cui si trova il passo in questione, si nota come tale Signore non è altri che YHVH ai quali gli ebrei devono convertirsi per la loro salvezza. Quindi in tal caso è dimostrabile anche la divinità dello "Soffio" di Dio.

MEDIATORE

"Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio". (Romani 8,26-27).

Lo Spirito santo intercede presso Dio a favore dei santi con sospiri ineffabili. Sembra difficile in questo caso vedere una sua personificazione piuttosto che la prova di una sua personalità, dato che in tutta la Santa parola non vi sono esempi di cose impersonali, personificate per mezzo di un'azione tipo la "mediazione". Si, egli persona divina intercede per volere di Dio per il bene dei credenti.




***Come si può notare, Gesù definisce il "Soffio" di Yahvé "un altro consolatore", (greco: parakletos) termine greco di genere maschile e personale.

Ciao Gaetano. Volevo chiederti se questa dichiarazione e' tua o se l'hai riportata da qualche altra opera . In altre parole tu ritieni che la personalita' dello Spirito si deduca dal genere del termine parakletos che e' maschile?



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