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I Comitati giudiziari

Ultimo Aggiornamento: 11/07/2014 21:00
03/10/2006 13:44
 
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Dell'argomento si è già parlato in questi termini:



Scritto da: il.gabbiano 19/08/2006 14.48

TdGonline, pochi giorni or sono, da come si può evincere dal post introduttivo, si esprimeva in questo modo:

"Anche nel caso non venga fatto alcun annuncio e il dimesso, incontrando i singoli tdG, manifesta il suo pensiero contro le loro dottrine, pratiche e procedure organizzative crede che non applicheranno le Scritture di 1 Corinti 5:11-13 e 2 Giovanni 9-11? Annuncio o non annuncio dovrà evitare il più possibile l'incontro con i testimoni di Geova."

A seguito di questo commento avevo azzardato questo commento:

"IN CIO', A PARER MIO, INTRAVVEDO UN GRANDE CAMBIAMENTO.

Che non si stiano avvicinando al senso della scomunica così come è annunciata nelle lettere apostoliche?
Sarebbe un gran passo in avanti."

Contrariamente a queste speranze sembra che alcuni annunci di disassociazione siano stati fatti con le parole magiche "X non è più un TdG".

Sul commento di TdGonline riportato in grassetto non è stato fatto sinora alcun commento.
Avevo scritto di intravvedere un grande cambiamento, ma ho come la sensazione che ci si dovrà ricredere, esattamente come ci si deve costantemente ricredere sull'interpretazione dello statuto.

Nel commento di TdGonline vengono citate due scritture.
Che cosa dicono queste due scritture?
Cominciamo con quella di 1 Cor.5:11-13.
Nella sua lettera alla comunità di Corinto Paolo menziona d'aver avuto sentore di un caso di incesto.

"Si ode addirittura affermare che v'è tra voi fornicazione; e tale fornicazione, che non si trova neppure fra i Gentili; al punto che uno di voi si tiene la moglie di suo padre."

A chi scrive Paolo le suddette parole? Ebbene, leggiamo:

"Paolo, ... e il fratello Sostene,
alla chiesa di Dio che è in Corinto,"


Come è evidente Paolo indirizza la sua lettera all'INTERA COMUNITA' cristiana di Corinto.
Non è una lettera indirizzata ad un eventuale corpo giudicante della comunità di Corinto. Egli si rivolge a tutti i cristiani di Corinto: "Si ode addirittura affermare che v'è tra voi... uno di voi..."

Ed aggiunge rivolto alla comunità:
"E siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi!"

L'appello che Paolo fa perchè si provveda a togliere "di mezzo a voi!" continua ad essere un appello che rintrona nelle orecchhie di tutti i presenti di quella comunità.
Paolo si aspetta che ciascuno membro di quella comunità sappia come regolarsi con il trasgressore.

Non avviene che una lettera segreta venga fatta recapitare ai presbiteri di quella comunità, intimando loro di provvedere alla formazione di un "comitato giudiziario" che indaghi ed emetta un giudizio di scomunica. Non viene detto che tale "comitato giudiziario" provveda ad avvertire il trasgressore della possibilità di appello e quindi ad inviare al "corpo degli anziani di Gerusalemme" la proposta di scomunica. Non si fa menzione di nessuna riunione dell'assemblea degli anziani di Gerusalemme che deliberi sulla proposta del "comitato giudiziario" e provveda ad inviare copia della decisione presa al "comitato giudiziario" di Corinto, dopodichè l'intera comunità, avvisata attraverso un annuncio, decida di prendere le distanze dal trasgressore.
NIENTE, NIENTE, NIENTE DI TUTTO QUESTO.

Viene invece riferito che "Paolo si aspetta che ciascuno membro di quella comunità sappia come regolarsi con il trasgressore."
E se non sapessero bene come regolarsi allora in primis dà l'esempio e dice:
"Quanto a me, assente di persona ma presente in ispirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha perpetrato un tale atto."

Lui anche se assente non ha dubbi: si unisce al resto della comunità nel giudizio di condanna dell'azione riprovevole del trasgressore.
Qualcuno vorrebbe far passare l'azione intrapresa da Paolo come un'azione dall'alto della gerarchia. Così non è. Egli si ritiene semplicemente uno dei tanti fra loro che deve esprimere un giudizio. Tant'è che più avanti dice:

"Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor nostro Gesù, ho deciso che..." (il grassetto è mio)

Con quella lettera, Paolo, assente nel corpo, ma presente nello spirito, unitamente all'intera comunità, decide, per quel che lo compete (non prende decisioni per altri ma per sé), decide di "togliere di mezzo" alla comunità, scomunicare, quel trasgressore (con ciò dando l'esempio).
Tutto ciò avviene mentre la lettera di Paolo è letta. Ognuno mentre ascolta la lettura di quella lettera decide. Non aspettano che si riunisca qualche comitato giudiziario o che venga fatto un qualche annuncio. Al termine di quella riunione ognuno, come Paolo, avendo giudicato, decideva di aderire alle misure proposte.
Il giudizio collettivo era la sommatoria di molti giudizi singoli, e non al contrario.
Era responsabilità di ogni singolo giudicare, decidere e prendere provvedimenti.
Se qualcuno non era in grado di giudicare è ovvio che non potesse decidere, ma non per questo è scritto che venissero intraprese azioni disciplinari per obbligare alla condivisione del verdetto. Nel caso di quel trasgressore sembra che la decisione fosse unanime, ma non sta scritto da nessun posto che dovessere essere sempre unanime.
Per ribadire questo concetto dei giudizi individuali Paolo conclude:


" Non giudicate voi quelli di dentro?
Que di fuori li giudica Iddio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi."

(il grassetto è mio)

Vi pare che Paolo stia in riunione con qualche particolare "corpo di anziani"? A me non pare, ma non è strano ora sentire opinioni che invece abilitino tali "comitati giudiziari". Non sarebbe strano, visto l'uso che si fa dello statuto.
Eppure è chiaro che Paolo faccia riferimento alla responsabilità, al gudizio ed alla decisione di ogni singolo credente.

Lo stesso ragionamento è da applicare anche a 2Giovanni. Non cambia nulla...la prassi è sempre quella. E' quella del rispetto delle decisioni personali e non dell'imposizione di decisioni prese e rese obbligatorie per tutti.

Per questo mi ero aperto alla speranza leggendo il commento di TdGonline allorchè dice:

"Anche nel caso non venga fatto alcun annuncio (che sarebbe la cosa corretta da fare) e il dimesso, incontrando i singoli tdG (applicazione corretta), manifesta (se il dimesso dovesse recare con se un insegnamento diverso) il suo pensiero contro le loro dottrine, pratiche e procedure organizzative crede che non applicheranno le Scritture di 1 Corinti 5:11-13 e 2 Giovanni 9-11?
Annuncio o non annuncio dovrà evitare il più possibile l'incontro con i testimoni di Geova."
(il contenuto fra parentesi e grassetto sono miei)

Queste parole calcano abbastanza bene quelle di Paolo e Giovanni, per questo avevo parlato di novità. Ma pare che gli annunci siano stati fatti e che la procedura non si scosta da quella di sempre, contrariamente a quanto sopra suggerito e fatto sperare da TdGonline.


Vedere anche questo thread:

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=43257&idd=2659

Se inoltre si dà uno sguardo nella prima pagina di questo forum troverete diversi altri threads a parlare dello stesso argomento.

Tanti saluti

Il Gabbiano



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