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E se Gesù non fosse mai esistito....?

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2012 10:47
30/04/2005 10:51
 
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Oramai anche un lettore distratto di questo forum avrà compreso che sono un laico dalla testa ai piedi e leggendo il tipolo del topic dirà: eccolo qui a negare la storicità della figura di Gesù Cristo.

In effetti se dovessimo esaminare i documenti che ci sono pervenuti al di fuori del cristianesimo stesso potremmo anche arrivare alle conclusioni di Voltaire e degli illuministi e di tanti storici odierni che hanno dei dubbi notevoli sulla effettiva comparsa sulla faccia di questa terra di un uomo chiamato Gesù di Nazareth.

E credo che non serva molto rifersi alle testimonianze di Plinio, Tacito e Svetonio o a quelle Giuseppe Flavio, di cui le adulterazioni dei testi sono evidenti.

Le copie degli annali sono realmente identiche a quelle scritte in origine? I riferimenti a gesù potrebbero essere postumi?
Al contrario, non potrebbe esserci stata un ben più abbondante storiografia sul personaggio Gesù che il potere anticristiano dei primi due secoli avrebbe potuto aver soppresso.

Perciò arrivo alla conclusione che voler dimostrare la storicità di Gesù sulla base dei codici, dei papiri e delle pergamene non è una strada facilmente percorribile.

Ma ( udite,udite! ) a mio parere ci sono prove ben più concrete della storicità di Gesù Cristo che vanno bel al di là delle labili testimonianze storiche.

Negli ultimi mesi ho riletto attentamente i vangeli ( non che sappia citare capitoli e versetti come fà mia moglie TdG) e la prova più tangibile della reale esistenza dell'uomo Gesù sono i vangeli stessi.

Non credo proprio che la mente di un semplice uomo, con tutte le sue storture, avrebbe potuto partorire un insegnamento di levatura così superiore.

Ho letto qualcosa di Siddharta, di Maometto e di altri filosofi, ma il pensiero e le azioni di Gesù appartengono ad un'altra dimensione.

Specialmente in un contesto giudaico in cui lo straniero gentile era visto come il demonio lui avvicina centurioni romani, guarisce una donna fenicia, guarisce una donna impura per i mestrui, guarisce in giorno di sabato.

In un contesto in cui la donna era vista come un essere inferiore non esita a conversare con una donna straniera appartenente al ceppo samaritano avverso ai giudei.

Gesù non ha i pregiudizi e le tare comuni agli esseri umani,
precorre di qualche millennio i pensieri antirazzisti, antinazionalisti, pone la parità dei sessi e a me questo sembra qualcosa non tanto straordinario quanto unico.

La sua non violenza, la sua tolleranza, la sua visione dei rapporti umani basati sull'amore e sul perdono. La sua condanna estremamente coraggiosa dell'ipocrisia dei religiosi del tempo
ne fanno un uomo che è difficile costruire a tavolino.

"Beati i miti perchè erediteranno la terra"," amate i vostri nemici", non giudicate se non volete essere giudicati". Quale
illuminato filosofo è arrivato a tanto? E quale essere umano è mai riuscito a tanto?

Anche se stento a credere che Gesù era Dio stesso sceso in terra perchè penso che nessuna scatola cranica ( neppure quella di Gesù) possa contenere l'infinità di Dio, sicuramente Gesù era direttamente illuminato da quel Dio che tutti ricerchiamo ansiosamente.

E nessun essere umano comune, nè alcun gruppo umano " normale" poteva elaborare un uomo e partorire un insegnamento di sovrumana perfezione.

Ecco perchè, aldilà dei documenti storici, integri o contraffati che ci siano pervenuti, credo nella realtà dell'esistenza storica di Gesù Cristo.

Che poi le religioni, con in testa quella cattolica, abbiano stravolto nei fatti questa perfezione e tutt'altro discorso che il tutto fà ricadere nuovamente nelle umane miserie dell'uomo comune.


Saluti.
30/04/2005 21:44
 
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Re:

Scritto da: husband70 30/04/2005 10.51

.....E nessun essere umano comune, nè alcun gruppo umano " normale" poteva elaborare un uomo e partorire un insegnamento di sovrumana perfezione.......


Saluti.



Bene, chiarito questo, chi era gesù?

Meditando
01/05/2005 18:13
 
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io sono d'accordo con quello che dice husband che gli insegnamenti di Gesù, specialmente quando ha fatto il sermone sulla montagna sono cose superiori all'uomo.

Però io ci ho l'impressione che gli insegnamenti di Gesù sono così alti che l'uomo non ci arriva a metterli in pratica.

Anzi, vedendo come hanno reagito i cristiani io penso che sono stati talmente scioccati che hanno finito per fare tutto il contrario di quello che ha insegnato.

Alle volte, come si dice, troppa luce acceca.

Ah, volevo dire un'altra cosa, che se qualcuno che medita continua a meditare invece di parlare ci fa più bella figura. [SM=g27994]m6:

02/05/2005 01:34
 
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Re:

Scritto da: husband70 30/04/2005 10.51
Oramai anche un lettore distratto di questo forum avrà compreso che sono un laico dalla testa ai piedi e leggendo il tipolo del topic dirà: eccolo qui a negare la storicità della figura di Gesù Cristo.


Negare o affermare non è cosa così semplice. Non può esserci nel contempo una negazione ed una affermazione: o una o l'altra, ma non entrambe. In assenza dell'una e dell'altra esiste solo il dubbio, l'incertezza, l'ignorare.


In effetti se dovessimo esaminare i documenti che ci sono pervenuti al di fuori del cristianesimo stesso potremmo anche arrivare alle conclusioni di Voltaire e degli illuministi e di tanti storici odierni che hanno dei dubbi notevoli sulla effettiva comparsa sulla faccia di questa terra di un uomo chiamato Gesù di Nazareth.

Intanto nessun documento dell'epoca, nemmeno cristiano, ci parla di "Gesù di Nazareth". Non ce ne parlano Filone Alessandrino e Giuseppe Flavio, che erano suoi paesani e contemporanei.

E credo che non serva molto rifersi alle testimonianze di Plinio, Tacito e Svetonio o a quelle Giuseppe Flavio, di cui le adulterazioni dei testi sono evidenti.

Concordo!

Le copie degli annali sono realmente identiche a quelle scritte in origine? I riferimenti a gesù potrebbero essere postumi?

Domande legittime! Sono molte le preoccupazioni degli studiosi.

Negli ultimi mesi ho riletto attentamente i vangeli ( non che sappia citare capitoli e versetti come fà mia moglie TdG) e la prova più tangibile della reale esistenza dell'uomo Gesù sono i vangeli stessi.


Nessuno, a tutt'oggi, ha ancora dimostrato che la redazione dei vangeli risalga a prima del 140/(160 d.c.


Non credo proprio che la mente di un semplice uomo, con tutte le sue storture, avrebbe potuto partorire un insegnamento di levatura così superiore.

Ho letto qualcosa di Siddharta, di Maometto e di altri filosofi, ma il pensiero e le azioni di Gesù appartengono ad un'altra dimensione.

Specialmente in un contesto giudaico in cui lo straniero gentile era visto come il demonio lui avvicina centurioni romani, guarisce una donna fenicia, guarisce una donna impura per i mestrui, guarisce in giorno di sabato.

In un contesto in cui la donna era vista come un essere inferiore non esita a conversare con una donna straniera appartenente al ceppo samaritano avverso ai giudei.

Gesù non ha i pregiudizi e le tare comuni agli esseri umani,
precorre di qualche millennio i pensieri antirazzisti, antinazionalisti, pone la parità dei sessi e a me questo sembra qualcosa non tanto straordinario quanto unico.

La sua non violenza, la sua tolleranza, la sua visione dei rapporti umani basati sull'amore e sul perdono. La sua condanna estremamente coraggiosa dell'ipocrisia dei religiosi del tempo
ne fanno un uomo che è difficile costruire a tavolino.

"Beati i miti perchè erediteranno la terra"," amate i vostri nemici", non giudicate se non volete essere giudicati". Quale
illuminato filosofo è arrivato a tanto? E quale essere umano è mai riuscito a tanto?

Anche se stento a credere che Gesù era Dio stesso sceso in terra perchè penso che nessuna scatola cranica ( neppure quella di Gesù) possa contenere l'infinità di Dio, sicuramente Gesù era direttamente illuminato da quel Dio che tutti ricerchiamo ansiosamente.

E nessun essere umano comune, nè alcun gruppo umano " normale" poteva elaborare un uomo e partorire un insegnamento di sovrumana perfezione.


La cara forista Topsy ha riportato più volte notizie che potrebbero rispondere ai tuoi interrogativi. Se legge la pregherei di citarne alcune.

Ecco perchè, aldilà dei documenti storici, integri o contraffati che ci siano pervenuti, credo nella realtà dell'esistenza storica di Gesù Cristo.

Non faccio commenti. Non sarò certamente io a determinarne l'esistenza storica o a negarla. E', d'altro canto, un argomento altamente scottante e tabù da affrontare. Personalmente ho una certa opinione, ma, appunto, è una ...certa opinione..., certezze non ne ho.

Che poi le religioni, con in testa quella cattolica, abbiano stravolto nei fatti questa perfezione e tutt'altro discorso che il tutto fà ricadere nuovamente nelle umane miserie dell'uomo comune.

In realtà ci sarebbe molto altro da dire.


Saluti.

23/05/2005 23:56
 
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Nessuno che abbia un minimo di cognizione di causa mette più in discussione l'esistenza storica di Gesù.
E' singolare pensare del resto che un miliardi di persone in questi anni abbiano creduto in una colossale farsa, certo tutto è possibile, ma permettetemi che è del tutto improbabile.
Altra cosa è dire che Gesù fosse il Figlio di dio, o una Persona della Trinità, su quello possiamo discutere quanto volete, ma mettere in dubbio l'esistenza di un Gesù di Nazareth fa sorridere.
Un saluto,

PS. Se proprio è necessario qualche forista volenteroso potrà postare alcune centinaia di riferimenti sulla storicità di Gesù, ma per quello che mi riguarda (e riguarda pressoché tutta la comunità scientifica) è un fatto del tutto assodato.
24/05/2005 12:16
 
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Benvenuto
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A proposito del; Gesù personaggio storico: Vi riporto un prezioso documento al tal proposito che posseggo da numerosi anni, fa parte di un libretto altrettanto prezioso in formato word, regalatomi da uno studente, spero possa esservi utile a dipanare la questione come lo è stato per me a suo tempo,magari approfondiremo partendo da queste basilari informazioni riguardanti il Gesù storico tema IT del tread,Le note per qualsiasi ulteriore ricerca sono numerate nelle citazioni ed elencate in fondo.
''Mettere in dubbio l'esistenza storica di Gesù non è seriamente possibile.
Oltre ai numerosi scritti cristiani tra i quali eccellono i vangeli, esistono anche se in minor numero documenti non cristiani, ossia pagani e giudaici. Sebbene questi risultino scarsi di notizie e siano stati scritti da autori indifferenti o addirittura ostili a Gesù, sono tuttavia importanti perché ci informano sul modo in cui i contemporanei avevano reagito di fronte al fenomeno del cristianesimo e su ciò che essi sapevano del suo fondatore, un certo Gesù di Nazaret soprannominato il Cristo.'' I DOCUMENTI SU GESÙFonti paganeFonti giudaiche
Fonti cristiane
Vangeli apocrifi
 I DOCUMENTI SU GESÙFontipagane(1)Possediamo notizie su Gesù nelle opere di alcuni scrittori latini. Oltre a particolari propri, tutti ci attestano che egli è veramente esistito. PLINIO IL GIOVANE (62-114 d.C.). Quando era governatore della Bitinia, in una lettera inviata all'imperatore
Traianonel 112, domanda come debba comportarsi nei confronti dei cristiani. Brevemente riferisce che alcune persone,una volta cristiane, ma poi allontanatesi dalla Chiesa perché l'imperatore aveva proibito le associazioni segrete,avevano fatto delle rivelazioni sui loro servizi religiosi. Al riguardo riferisce: Adfirmabantautem hanc fuisse summam vel culpae suae vel erroris, quod essent soliti statodie ante lucem convenirecarmenque Christo quasi deo dicere... (Ep. X, 96)
«Affermavano inoltre che tutto il loro crimine o errore sarebbe consistito nel fatto che solevano riunirsi in un giorno determinato della settimana, prima del sorgere del sole, e cantare un inno a Cristo come a un Dio...».Traiano risponde in modo tollerante: non ricercare i cristiani, ma se denunciati non con lettera anonima, bisogna punirli se non accettano di sacrificare agli dei (Ep. X, 97).
Un secolo più tardi Tertulliano rimprovererà all'imperatore la illogicità di questa strana sentenza affermando: se ritieni colpevoli i cristiani, perché non vai anche a cercarli? Se non li ritieni colpevoli perché condanni quelli che vengono denunciati? PUBLIO CORNELIO TACITO (55-120 d.C.). Verso il 116 Tacito, grande storico romano,scrive la storia dell'impero tra gli anni 14 e 68 d.C. servendosi anche delle Storie di Plinio il Vecchio,testimone della caduta di Gerusalemme. Nei suoi Annali descrive tra l'altro l'incendio di Roma verificatosi nell'anno 64. Incendio che il popolo attribuì a Nerone il quale, per scagionarsi non trovò di meglio che accusare i cristiani. Sed non opehumana, non largitionibus principis aut deum placamentis decedebat infamia, quiniussum incendium crederetur ergo abolendo rumori Nero subdidit reos etquaesitissimis poenis adfecit, quos per flagitia invisos vulgus chrestianosappellabat austor nominis eius Christus, Tiberio imperitante, per procuratoremPontium Pilatum supplicio adfestus erat (Annales, Xv, 44).
«Ma l'oltraggiosa convinzione che l'incendio fosse stato ordinato non cessava né con mezzi umani, né con le elargizioni sovrane, né con i sacrifici espiatori,per cui Nerone, volendo mettere a tacere questa diceria, diede la colpa ad altri e punì con raffinati supplizi coloro che la gente chiamava "crestiani"e che, a causa delle loro scelleratezze, erano odiati da tutti. Questo nome ha avuto origine da Cristo, che fu condannato a morte sotto il regno di Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato».CAIO SVETONIO TRANQUILLO (75-150 d.C.). In qualità di segretario privato sotto l'imperatore Traiano e Adriano, aveva libero accesso agli archivi imperiali.Scrisse verso il 120 la Vita dei dodici Cesari nella quale a proposito di Claudio (41-54 d.C.) riferisce: Judaeos,impulsore Chresto, adsidue tumultuantes Roma expulit (vita Claudii, 25).
«espulse da Roma i Giudei i quali, istigati da un certo Crestos, provocavano spesso tumulti».E' molto probabile che con l'espressione «impulsore Chresto » ci si riferisca a Cristo; ciò risulta dal fatto che era usuale accanto a «Christus» anche la scrittura «Chrestos». Anche Tacito parla di «Chrestiani» e dal contesto risulta evidente che si riferisce ai seguaci di Cristo. MARABAR SERAPION. Un manoscritto siriaco del VII secolo contiene il testo di una lettera del siriano Mara Bar Serapion a suo fratello Serapione. La lettera è certamente successiva al 73 d.C.: «Che vantaggio trassero gli ateniesi dal condannare a morte Socrate?... gli uomini di Samo dal bruciare Pitagora?... i giudei dal giustiziare il loro sapiente Re? Fu proprio dopo tale [delitto] che il loro regno fu distrutto [evidentemente la distruzione di Gerusalemme]. Dio giustamente vendicò questi tre uomini saggi:gli ateniesi morirono di fame; gli uomini di Samo furono sopraffatti dal mare; i giudei, rovinati e cacciati dalla loro terra, vivono in completa diaspora. Ma Socrate non morì per i buoni; continuò a vivere nell'insegnamento di Platone.Pitagora non morì per i buoni; continuò a vivere nella statua di Hera. Né morì per i buoni il Re sapiente; continuò a vivere nell'insegnamento che aveva impartito» (Manoscritti siriaci del British Museum: Supplemento 14, 65[SM=g27989].A differenza dei precedenti documenti, qui il riferimento a Gesù è indiretto,tuttavia il testo che presenta Socrate e Pitagora quali personaggi storici, pone accanto a loro come figura storica anche il «saggio Re»dei Giudei. Questi non può essere che Gesù di Nazaret, il quale fu giustiziato(crocifisso) e con il suo messaggio dette «nuove leggi» all'umanità.Fonti giudaiche
Le fonti giudaiche non riportano molte notizie su Gesù e in genere dimostrano un atteggiamento ostile. TALMUD BABILONESE. È una raccolta di riflessioni e di tradizioni ebraiche.«Viene tramandato: Alla vigilia (del sabbat e) della pasqua si appese Jesu (il nazareno). Un banditore per quaranta giorni andò gridando nei suoi confronti: "Egli (Jesu il nazareno) esce per essere lapidato, perchè ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele.Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, venga e l'arrechi per lui". Manon trovarono per lui alcuna discolpa, e lo appesero alla vigilia (del sabbat e)della pasqua» (2) (Sanhedrin 43a).il Talmud riporta notizie su Gesù non conformi a verità, però è importante perché indica come data della morte di Cristo il 14 di Nisan, la stessa segnalata nel vangelo di Giovanni. GIUSEPPE FLAVIO. Storico di rilievo della nazione giudaica. Nato a Gerusalemme nel 37 da famiglia di stirpe sacerdotale, abitò a lungo in questa città. Conobbe la prima comunità cristiana di cui si interessò con atteggiamento critico.Passato al servizio della dinastia dei Flavi, partecipò con i romani alla distruzione di Gerusalemme nell'anno 70. Nella sua opera Antichità giudaiche, pubblicata a Roma intorno al 93, si trovano due passi importanti. 1.testo: «A quell'epoca visse Gesù, un uomo sapiente (se uomo lo si può chiamare). Egli operò cose mirabili (ed era maestro di quegli uomini che accolgono con gioia la verità). Molti Giudei e pagani egli attrasse a sé. (Egli era il Messia). E quando su accusa dei nostri uomini più autorevoli Pilato lo ebbe condannato alla morte di croce, coloro che lo avevano amato, non desistettero. (Egli infatti apparve loro vivente il terzo giorno, come avevano annunziato di lui, fra mille altre cose mirabili, i Profeti inviati da Dio). E fino ad oggi non è più venuta a cessare la comunità dico loro che da lui traggono il nome di Cristiani» (XVIII 3,3).Questo testo, riportato in tutti i codici antichi, è importante per attestare la storicità di Gesù, ma contiene alcune espressioni che con molta probabilità furono interpolate da mano cristiana e sono quelle incluse tra parentesi.Sorprende infatti una testimonianza a favore della messianità di Gesù da parte di un giudeo ostile alla nuova religione. A conferma del tenore originale del testo esiste una versione araba (pubblicata nel 1971). Essa è particolarmente degna di fede, in quanto è stata riportata da un ambiente cristiano che non aveva certo interesse a ridurre la figura di Gesù.«In questo tempo ci fu un uomo saggio che era chiamato Gesù. La sua condotta era buona edera noto per essere virtuoso. E molti fra i giudei e fra le altre nazioni divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire.Ma quelli che erano diventati suoi discepoli non abbandonarono il suo discepolato. Essi raccontarono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo; forse, perciò, era il Messia, del quale i profeti hanno raccontato meraviglie» (3).2.testo:
«Il Sommo Sacerdote Anna riuni il Sinedrio a giudizio e fece comparire davanti ad esso Giacomo, fratello di Gesù detto il Cristo, e con lui alcuni altri, e li condannarono a morte mediante lapidazione» (XX 9,1).
Si tratta di Giacomo, capo della comunità di Gerusalemme, lapidato nella Pasqua del 62 e denominato anche da S. Paolo « fratello del Signore » (in aramaico sono chiamati fratelli anche i parenti prossimi) (4). Ci si può domandare perché le fonti non cristiane siano così esigue a proposito di Gesù. Benché le testimonianze che possediamo siano sufficienti a renderci certi della sua esistenza, possiamo rispondere a questo interrogativo con quanto scrive V. Messori: «Nessuno di quegli scrittori avrebbe potuto occuparsi di lui [Gesù] se non per inciso. Essi parlano di coloro che furono "re" nell'ordine della forza e della sapienza. Le tracce che Gesù ha lasciato non sono quelle su cui si basa la storia ufficiale: palazzi reali, templi, monete con il suo nome e il suo profilo, segni di guerre e di conquiste. Egli ha lasciato solo un elemento impalpabile, in apparenza insignificante: la sua parola, affidata a un gruppo dirozzi provinciali. Non è un caso, infatti, che le testimonianze antiche più che di lui parlino degli effetti "politici" della sua esistenza. Gli storici, cioè, non hanno colto il Cristo, confuso com'era nel torrente delle vicende orientali. Hanno notato invece il cristianesimo, che andava organizzandosi come vivace e inquietante "gruppuscolo" che era impossibile disperdere» (5).Fonti cristiane
Sei documenti giudaici e pagani attestano l'esistenza storica di Gesù, è a quelli cristiani che dobbiamo rivolgerci per conoscere chi è veramente Gesù,la sua vita, il suo messaggio.
Le fonti cristiane, ossia i 27 libri del Nuovo Testamento, costituiscono la documentazione più antica ed autorevole. I VANGELI. In quattro redazioni diverse ci mettono in contatto con la figura storica di Gesù e con il suo insegnamento, ossia con quello che Gesù ha detto e fatto nella sua vita pubblica, fino alla sua morte e risurrezione. Scritti in greco nella seconda metà del I secolo, vennero attribuiti dalla antica tradizione a quattro autori diversi. Due apostoli: Matteo e Giovanni; due discepoli di apostoli: Marco e Luca (6).«Matteo e Luca iniziano dalla nascita di Gesù,Marco dalla predicazione del Battista, Giovanni dalla preesistenza di Gesù come Verbo presso Dio» (7). La più antica testimonianza è quella di Papia, vescovo di Gerapoli. Nella sua opera scritta verso il 120 (ampiamente citata da Eusebio) riferisce esplicitamente che Matteo, Marco e Giovanni scrissero un vangelo. L'importanza storica di tale attestazione è dovuta al fatto che Papia stesso dichiara di aver attinto le sue informazioni direttamente dai discepoli degli apostoli. Ireneo, nato a Smirne verso il 130, fu discepolo del vescovo Policarpo (a sua volta discepolo diretto dell'apostolo Giovanni).Trasferitosi con la comunità cristiana a Lione, ne divenne vescovo. Fu dunque un testimone qualificato sia della Chiesa orientale che di quella occidentale.Scrive verso il 180:«Matteo, che stava tra gli Ebrei, pubblicò il vangelo in ebraico mentre Pietro e Paolo evangelizzavano Roma, e vi fondarono la Chiesa. Dopo la partenza di questi, anche Marco, il discepolo e l'interprete di Pietro, trascrisse ciò che Pietro aveva insegnato, e Luca,compagno di Paolo, redasse il vangelo annunziato da quello. Di poi Giovanni,discepolo del Signore che riposò sul suo petto, pubblicò il suo vangelo dimorando a Efeso nell'Asia» (Adv. Haer., III, 1,1).Sempre nel secolo II merita attenzione la testimonianza di Giustino, martire a Roma nel165. Nella prima Apologia e nel Dialogo con Trifone parla delle «memorie degli apostoli» e precisa che si chiamano vangeli.
Il Canone Muratoriano, elenco dei libri sacri risalenti al II secolo (ritrovato la L. Muratori e attualmente alla Biblioteca Ambrosiana di Milano), mutilo nella parte riguardante Matteo e Marco, menziona espressamente Luca e Giovanni. Altr'iscritti anche più antichi dei precedenti, come la Didaché, una specie di catechismo databile verso la fine del primo secolo,e la lettera di Clemente Romano, citano già i quattro vangeli come libri sacri,anche se non hanno occasione di parlare dei loro autori ([SM=g27989]. Inoltre il nome degli evangelisti risulta dalle opere di Clemente Alessandrino,Tertulliano, Origene, composte verso il 200.
Da ciò che si è detto qui in breve si rileva che a metà del II secolo la comunità cristiana primitiva conosceva i quattro vangeli e dava loro importanza storica come a libri provenienti dal tempo degli apostoli e come documenti che procedevano dalla trasmissione orale di essi (9). ATTI DEGLI APOSTOLI. Con il terzo vangelo in principio costituirono una sola opera che noi oggi intitoleremmo«Storia delle origini cristiane». Negli Atti infatti, viene presentato lo sviluppo della Chiesa fondata da Gesù, nei suoi momenti essenziali sotto l'azione dello Spirito Santo.
L'arco di tempo considerato va dall'anno 30 al 63.È riportato il primo annuncio su Gesù fatto da Pietro ai suoi contemporanei,quando ancora questo poteva essere controllato dai testimoni oculari dei fatti.La separazione dal testo del vangelo avvenne quando i cristiani desiderarono possedere i quattro vangeli in un solo codice. Ciò dovette avvenire molto presto, prima del 150. L'autore degli Atti è identificato concordemente dalla tradizione della Chiesa con Luca. Lo dimostra la testimonianza del Canone Muratoriano, del Prologo anti marcionita, di Ireneo, degli scrittori alessandrini e di Tertulliano (10). LETTERE DI S. PAOLO. L'apostolo delle genti ci è noto, più di qualsiasi altra personalità del N.T., dalle sue Lettere e dagli Atti degli Apostoli, due fonti indipendenti che si confermano e si completano vicendevolmente.Da accanito persecutore della giovane Chiesa cristiana, fu improvvisamente convertito sulla via di Damasco dall'apparizione di Gesù risorto che,manifestandogli la verità della fede cristiana, gli annunciò la sua speciale missione di apostolo dei pagani. Le sue lettere (redatte tra il 50 e il 67circa) contengono tutte una stessa dottrina fondamentale incentrata intorno al Cristo morto e risorto, dottrina che si adatta, si sviluppa e si arricchisce secondo particolari esigenze pastorali. Lo stesso Paolo dichiara di aver confrontato la sua fede e averne ricevuta l'approvazione da Pietro e dagli altri Apostoli (11). Fanno parte del N.T. anche le Lettere cattoliche e l'Apocalisse. Non ci informano direttamente sulla vita di Gesù, ma si interessano dei problemi riguardanti le prime comunità cristiane. Ne suppongono tuttavia l'esistenza come una realtà da tutti ammessa e conosciuta. Vangeli apocrifi.
Sono scritti posteriori ai vangeli. Benché redatti ad imitazione di essi, ne risultano profondamente diversi. Infatti molto spesso oltre ad inesattezze storiche, cedono con eccessiva frequenza al bisogno del fantastico e del miracolistico e alla necessità di dare un fondamento a talune eresie.
Scritti da autori ignoti, per dar loro maggior credito sono stati a volte falsamente attribuiti a qualche apostolo(es. Proto evangelo di Giacomo, Vangelo di Pietro, di Tommaso, ecc.). Se da una parte manifestano il loro aperto carattere leggendario, dall'altra confermano l'esistenza storica di Gesù e l'interesse notevole suscitato dalla sua persona.
Non si può tuttavia escludere che contengano qualche ricordo autentico su Gesù.
La Chiesa non li ha mai accettati perché privi di autorità storica. Questo rifiuto rivela la preoccupazione di conservare e trasmettere inalterati i testi autentici dei quattro vangeli,dichiarati canonici, ossia normativi per la fede cristiana di tutti i tempi. LA CRONOLOGIA DELLA VITA DI GESÙDai documenti citati risulta certa l'esistenza storica di Gesù. Anzi, basandoci sui vangeli è possibile fissare con approssimativa sicurezza alcune date riguardanti la sua vita.
Al riguardo occorre premettere, come vedremo meglio in seguito, che gli evangelisti non si sono preoccupati di redigere una biografia accurata e ricca di dati cronologici, ma hanno voluto presentare «l'evento» Gesù e il suo messaggio. Quindi lo schema cronologico da essi usato è fondato nella storia anche se risulta molto semplificato perché adattato allo scopo catechetico che si erano prefissi. Nascita
Gesù nacque prima della morte di Erode il grande. «Gesù nacque a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode» (Mt 2,1). «Secondo i computi del dotto monaco Dionigi il Piccolo (morto a Roma intorno al 550), che i Papi medievali fecero propri,Cristo sarebbe nato nell'anno 754 dopo la fondazione di Roma; egli designò pertanto quest'anno come l'anno I della nuova numerazione, rimasta in uso fino ad oggi: ma si è scoperto che il suo computo era sbagliato: Erode il Grande, che era ancora sul trono al tempo della nascita di Gesù, è morto nell'anno 750 della fondazione di Roma» (12). Gesù nacque pertanto qualche anno prima, cioè circa il 6 a.C. (13). IL CENSIMENTO. «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio» (Lc 2,1-2). Il censimento indetto dall'imperatore Ottaviano Augusto è un altro riferimento perstabilire la data della nascita di Gesù.«Secondo Luca questo censimento a scopo tributario ebbe luogo sotto l'imperatore Augusto (30 a.C.-14 d.C.) e il governatore Quirinio; questi ha amministrato la Siria due volte» (14). Ci si può domandare se non avesse già iniziato il censimento alla fine del primo periodo di governo, ossia verso il 7 a.C. Perché si è datata la nascita di Gesù il 25dicembre? I vangeli non dicono nulla circa il mese e il giorno della nascita di Gesù.La scelta del 25 dicembre risale alla fine del regno di Costantino (morto nel337) in sostituzione della festa pagana dedicata al «natale del Sole invitto».La Chiesa trasformò così la solennità pagana del dio Sole nella festa dell'apparizione del vero « sole di giustizia» Cristo che «illumina ogni uomo».Nell'antico «cronografo» del 354 al 25 dicembre si legge questa nota: «Ottavo giorno delle Calende di gennaio: Cristo nasce a Betlemme di Giudea» (13). NOTE
(1) Cfr. A. Lapple, La Bibbia oggi,Roma, Ed. Paoline, 1976, pp. 174-177. Per una documentazione più approfondita sulle fonti non cristiane v. R. Penna, L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane, 2. ed.,Bologna, Ed. Dehoniane, 1986.(2) R. Penna, op. cit., Le parole tra parentesi tonde sono contenute solo in alcuni manoscritti.
(3) R. Penna, op. cit., p. 258.
(4) Cfr. A. Lapple, op. cit., p. 174.(5) V. Messori, Ipotesi su Gesù,Torino, Ed. SEI, 1983, pp. 239-240.(6) Sul ruolo degli evangelisti quali autori personali dei vangeli, cfr. R.Latourelle, A Gesù attraverso i Vangeli,Assisi,Ed. Cittadella, 1979, pp. 155 ss.
(7) G. Segalla, I libri del Nuovo Testamento, in «La storia di Gesù», Milano, ed. Gruppo Rizzoli-Corrieredella Sera,1983, n. 1, p. 14.
([SM=g27989] Cfr. L. Bono, La parola di Dio salvezza del credente, Fossano, Ed. Esperienze, 1972, vol. II, pp. 47-48.(9)Cfr. S. Zedda, I Vangeli e la critica oggi, Treviso, Ed. Trevigiana, 1969,vol. I, p. 117.
(10) Cfr. La Bibbia di Gerusalemme,EDB, 1977, p. 2317.
(11) Cfr. Ibid., p. 2397.
(12) A. Lapple, op. cit., p.170.
(13) Cfr. G. Ravasi, Se i calcoli sono giusti, siamo già negli anni '90, in «Jesus», n. 12, dicembre 1984, p. 8.
(14) A. Lapple, op. cit., p.186.
(15) L. Bono, op. cit., pp. 104-105.
(16) L. Bono, op. cit., p.105.
--



*°*°* Se il Sole oggi non si decide a sorgere
accenderò una lampada abbronzante *°*°*

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24/05/2005 13:28
 
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Re:
Scritto da: animhatua 24/05/2005 12.16
Fonti giudaiche
Le fonti giudaiche non riportano molte notizie su Gesù e in
genere dimostrano un atteggiamento ostile...il Talmud riporta notizie su Gesù non conformi a verità...




Direi piuttosto notizie "difformi" da quelle evangeliche sempre se il soggetto sia lo stesso Gesù.

Se i Vangeli ci descrivono un processo frettoloso e privo di
testimoni,il testo talmudico si premura nell'informare che il
processo non fu eseguito in maniera precipitosa,ma che trascorsero ben 40 giorni dall'esecuzione.

"Viene tramandato:alla sera della Parasceve si appese Jesu. Un
araldo per quaranta giorni uscì davanti a lui: «Egli [Jesu
ha-noseri] esce per essere lapidato, perché ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, venga e l’arrechi per lui». Ma non trovarono per lui alcuna discolpa, e lo appesero alla sera della Parasceve".
(Sanhedrin B, 43b)

Il testo ci informa di un Gesù giustiziato per la Pasqua dopo un regolare processo ebraico e accusato di stregoneria,fu condotto davanti al popolo per la lapidazione(esecuzione ebraica)ma fu poi appeso al palo.
Si ritiene cioè che fu lapidato e poi il suo corpo fu esposto,ovvero appeso al palo.

Tuttavia le parole "Jesu ha-noseri" (Gesù il nazareno) sono contenute solo in "alcuni" manoscritti,l'identificazione con il Gesù dei Vangeli non facilmente determinabile.Occorre infatti premettere che per il giudaismo, Gesù e il cristianesimo in realtà,fu in un primo tempo un fenomeno marginale.

Esistono passi nei quali tradizionalmente molti commentatori
scorgono "espliciti o impliciti" riferimenti a Gesù sia nel
Talmud che nella Mishna, il problema sta nello stabilire il momento in cui tali passi furono introdotti nel testo, o furono modificati in senso anticristiano.

Spesso tali passi riposano su interpolazioni e rielaborazioni
posteriori, del primo medioevo,un momento storico tardo rispetto ai fatti in essi descritti, e per lo più come reazione polemica ai numerosi attacchi provenienti da parte cristiana.

Un caro saluto,
Topsy

24/05/2005 15:55
 
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Re: Re:

Scritto da: Topsy 24/05/2005 13.28
Scritto da: animhatua 24/05/2005 12.16
Fonti giudaiche
Le fonti giudaiche non riportano molte notizie su Gesù e in
genere dimostrano un atteggiamento ostile...il Talmud riporta notizie su Gesù non conformi a verità...




Direi piuttosto notizie "difformi" da quelle evangeliche sempre se il soggetto sia lo stesso Gesù.

Se i Vangeli ci descrivono un processo frettoloso e privo di
testimoni,il testo talmudico si premura nell'informare che il
processo non fu eseguito in maniera precipitosa,ma che trascorsero ben 40 giorni dall'esecuzione.

"Viene tramandato:alla sera della Parasceve si appese Jesu. Un
araldo per quaranta giorni uscì davanti a lui: «Egli [Jesu
ha-noseri] esce per essere lapidato, perché ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, venga e l’arrechi per lui». Ma non trovarono per lui alcuna discolpa, e lo appesero alla sera della Parasceve".
(Sanhedrin B, 43b)

Il testo ci informa di un Gesù giustiziato per la Pasqua dopo un regolare processo ebraico e accusato di stregoneria,fu condotto davanti al popolo per la lapidazione(esecuzione ebraica)ma fu poi appeso al palo.
Si ritiene cioè che fu lapidato e poi il suo corpo fu esposto,ovvero appeso al palo.

Tuttavia le parole "Jesu ha-noseri" (Gesù il nazareno) sono contenute solo in "alcuni" manoscritti,l'identificazione con il Gesù dei Vangeli non facilmente determinabile.Occorre infatti premettere che per il giudaismo, Gesù e il cristianesimo in realtà,fu in un primo tempo un fenomeno marginale.

Esistono passi nei quali tradizionalmente molti commentatori
scorgono "espliciti o impliciti" riferimenti a Gesù sia nel
Talmud che nella Mishna, il problema sta nello stabilire il momento in cui tali passi furono introdotti nel testo, o furono modificati in senso anticristiano.

Spesso tali passi riposano su interpolazioni e rielaborazioni
posteriori, del primo medioevo,un momento storico tardo rispetto ai fatti in essi descritti, e per lo più come reazione polemica ai numerosi attacchi provenienti da parte cristiana.

Un caro saluto,
Topsy



Grazie Topsy per queste interessanti note, mi associo alla domanda di Sea.
Buona giornata a te[SM=g27985]
lucy
--



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24/05/2005 16:01
 
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Nessuno dei due. Se si tratta dello stesso Gesù, morì per la lapidazione, poiché la prassi giudaica non consentiva l'esposizione del condannato ancora in vita, ma solo del corpo morto.
In quel caso sono attestati alberi, pali o croci.
In ogni caso il dato sarebbe discordante con quello di tutta la tradizione cristiana, pertanto dubito che possa avere una qualche rilevanza in ordine al metodo di esecuzione.
Un saluto,

24/05/2005 19:05
 
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Scritto da: Seabiscuit 24/05/2005 15.02


carissima Topsy ciao

secondo il testo che hai citato fu appeso ad un palo o fu crocifisso?


Seabiscuit





Il testo riporta "appendere",le interpretazioni a riguardo sono discordi,poichè il verbo "appendere" al posto di "crocifiggere" è riscontrabile anche nel Nuovo Testamento e in Giuseppe Flavio,se non vado errando.Altri invece, propendono per la "lapidazione" come forma di esecuzione del condannato,e la successiva "esposizione" del cadavere "appeso" al palo,come prescritto in Deuteronomio 21:22:
"Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l'avrai messo a morte e appeso a un albero il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull'albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno...ect"
Diciamo che il passo è interessante,dato la sua origine antica, ma il suo valore storico di testimonianza è messo in dubbio,non tutti concordano nell'identificarlo con precisione con il Gesù dei Vangeli.
Un caro saluto a tutti!
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