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La conquista massonica del Sud Italia

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2010 17:36
09/09/2010 11:14
 
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Praticamente esiste un'unica grande guerra:

Lo gnosticismo, trasmutato in Ordine dei Cavalieri Templari e in massoneria, poi, contro la Chiesa Cattolica!

Unità d'Italia, Massoneria e Fascismo - di Luigi Marino Inviato da : ufficiostampa | Giovedì, 08 Maggio 2008 - 10:58

Unità d'Italia, Massoneria e Fascismo

di Luigi Marino

da La Rinascita della Sinistra dell'8 maggio 2008

L’Unità d’Italia la si deve in gran parte alla Massoneria. Come è innegabile il sostegno dato dalla Massoneria anche al primo movimento sindacale ed alle stesse società di mutuo soccorso. Massoni del resto furono Andrea Costa, Antonio Labriola, Leonida Bissolati, Arturo Labriola, tanto per citare qualche nome. E fu sempre la Massoneria a spingere per l’entrata in guerra dell’Italia e a portare il paese alla vittoria. A scavare sui vari tentativi della Massoneria di “ammansire” il fascismo e sull’atteggiamento di Mussolini alla vigilia della marcia su Roma volto a non avere la Massoneria contro, è il recente saggio apparso su “Il Ponte” di Gerardo Padulo, studioso attento e scrupoloso, già consulente della Commissione stragi e poi della Mitrokhin, che verte sulla nascita della prima casa editrice del PNF.,”Imperia”, e sul supporto offerto da settori della Massoneria ed in particolare di Palazzo Giustiniani alla “gestazione e costituzione legale ”di quella operazione culturale. In sostanza Padulo contesta il carattere democratico ed antifascista che la Massoneria avrebbe avuto sin dal sorgere dei fasci di combattimento: del resto nessuna voce massonica ufficiale si ebbe di condanna delle violenze sanguinose e sistematiche compiute dai fascisti in quegli anni. Diverse logge sin dall’inizio non negarono il loro appoggio al movimento fascista sia per il timore dell’affermazione del bolscevismo in Italia, sia con l’obiettivo di ripristinare l’ordine nel paese, fortemente lacerato e sconvolto socialmente nel dopoguerra. D’altra parte da Farinacci a Marinelli,dallo stesso Italo Balbo a Michele Bianchi, cui fu affidata la segreteria del PNF al momento della sua fondazione, ed altri ancora erano tutti massoni. I quattro quinti del Gran Consiglio, che successivamente dichiarò fuori legge la Massoneria, erano formati da massoni. E’ nota tuttavia l’avversione dello stesso Mussolini per la Massoneria, manifestatasi chiaramente dopo la presa del potere. E ciò per ovvie ragioni, non potendo un regime dittatoriale condividere o anche convivere con un potere occulto così pervasivo. Ma nonostante la condanna e l’incompatibilità tra fascismo e massoneria dichiarata già nel 1923, restarono dodici massoni nel Gran Consiglio. Oltre ai “fratelli” già ricordati, anche De Bono e De Vecchi. E massoni, rivela Padulo, sono anche membri del CdA e del Collegio dei sindaci nonché sottoscrittori della Soc.Imperia, che non è azzardato definire massonica. Questa iniziativa editoriale non deve solo propagandare le idee del fascismo, pubblicare libri ed opuscoli del pensiero fascista, formare i giovani, curare un collegamento spirituale e materiale con tutte le colonie di italiani sparsi nel mondo (“il vero impero italiano”!), ma soprattutto “preparare la nuova classe dirigente” che ricostruisca il paese uscito dalla guerra in condizioni disastrose, sia pure vittorioso. Sia i cattolici, nemici storici di Palazzo Giustiniani, sia i socialisti vedono ingigantirsi le proprie forze nel dopoguerra .Entrambi “premevano alle porte dello Stato”, ma soprattutto questi ultimi diventavano padroni della piazza, ”diffamando la vittoria ottenuta”. Di qui il fascismo come antidoto contro i pericoli insiti nel movimento socialista, sovversivo dell’ordine esistente, e contro la stessa avanzata dei cattolici. Merito di G.Padulo è avere riscoperto non solo l’iniziativa editoriale di “Imperia”, di cui molto poco si è scritto, bensì di avere ancor meglio puntualizzato come settori della Massoneria agissero per orientare sempre più il fascismo in senso antisocialista ed anticattolico in funzione di una “ricostruzione nazionale”,sotto il controllo della stessa Massoneria dopo il primo conflitto mondiale. Sta di fatto che molti massoni di Palazzo Giustiniani partecipano o in vario modo aderiscono alla adunata dei sansepolcristi milanesi nel 1919,che segnò la data di nascita del fascismo, come ricorda Padulo nel suo precedente saggio contenuto nella Storia d’Italia Einaudi, Annali 21, ”La Massoneria”. Un volume, curato da Gianmario Cazzaniga, che ripercorre le diverse fasi storiche ed esperienze delle associazioni massoniche dall’illuminismo riformatore al Risorgimento, all’irredentismo sino alla “presenza muratoria nelle colonie e nelle comunità italiane extraeuropee”. Insomma logge e settori della Massoneria simpatizzano.sostengono ed in qualche caso tengono a battesimo-e non potevano farlo senza l’autorizzazione dall’alto o senza il beneplacito dei vertici, le prime aggregazioni del futuro PNF:dopo la dichiarazione di incompatibilità tra massoneria e fascismo nel 1923, esponenti della stessa Massoneria non esiteranno ad accusare il movimento fascista di “ingratitudine” . L’ingratitudine,annota giustamente Padulo nel suo saggio è reale perché ”documenti incontrovertibili provano che la nascita e la fortuna dei fasci nel 1929 furono l’esito profano di uno scisma massonico” e “senza la Massoneria non si spiegano né la nascita del fascismo e il suo avvento al potere, né molte altre questioni della storia dell’Italia unita”


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