Il parere della Chiesa nella Costituzione Dogmatica Dei Verbum:
Ispirazione e verità della Scrittura
11. Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità , affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte.
Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona».
Come deve essere interpretata la sacra Scrittura
12. Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana, l'interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.
Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. È necessario adunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso, intendeva esprimere ed ha di fatto espresso. Per comprendere infatti in maniera esatta ciò che l'autore sacro volle asserire nello scrivere, si deve far debita attenzione sia agli abituali e originali modi di sentire, di esprimersi e di raccontare vigenti ai tempi dell'agiografo, sia a quelli che nei vari luoghi erano allora in uso nei rapporti umani.
Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta, per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede. È compito degli esegeti contribuire, seguendo queste norme, alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della sacra Scrittura, affinché mediante i loro studi, in qualche modo preparatori, maturi il giudizio della Chiesa.
Topsy ha scritto:
“La scienza della critica biblica ha costretto la teologia ebraica-cristiana a prendere coscienza dell'imperfezione del testo biblico ma, su quali basi?”
Questo a mio avviso è un punto fondamentale. Non esiste un unico testo biblico bensì diverse tradizioni. L’École Biblique sta portando avanti un progetto d’alto spessore scientifico proprio su questo punto. Si tratta di una nuova Bibbia, ma non una semplice traduzione annotata come nel caso della “Bibbia di Gerusalemme”, bensì di un testo che riporti tutte le tradizioni testuali a noi pervenute. Come si commenta giustamente sul sito dell’Ecole Biblique: “Il n'y a pas un seul texte, rarement un seul sens possible!”
Quanto alle contraddizioni bibliche sono davvero presenti: ciò è dovuto al fatto che il NT non è stato dettato da Dio come un capoufficio detta alla segretaria ma è il frutto della trascrizione, a distanza di anni, della primitiva catechesi post-pasquale della Chiesa. Questo ovviamente distrugge il dogma protestante del “sola scriptura”, perché fa della Bibbia una creazione della Chiesa.
Nella sez. ebraico avevo già posato un elenco di contraddizioni, le ricopio qui per comodità:
“Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno.” (At 9,7)
“Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava.” (At 22,9)
Da una parte dice “sentendo la voce”, dall’altra “non udirono”. Non parla di capire o no, ma di sentire o no. Il greco usa per entrambi i versetti un medesimo verbo, ossia akouo (sentire). I TdG sfidano a trovare anche una sola vera contraddizione (Ragioniamo, pag. 60), vorremmo dunque accontentarli:
1)(Tra parentesi i nomi di Dio in ebraico) Es 6,3: “Sono apparso ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come Dio Onnipotente (El Shaddai), ma con il mio nome di Signore (YHWH) non mi sono manifestato a loro”. Secondo questo versetto il nome di Dio era sconosciuto ai patriarchi in quanto rivelato per primo a Mosè; eppure, molti secoli prima, leggiamo: Gen 15 15,7: [Dio disse ad Abramo] Io sono il Signore (YHWH) che ti ho fatto uscire da Ur dei caldei…”
2) 2 Cr 17,6 dice che Giosefat eliminò ogni forma di idolatria: “il suo cuore divenne forte nel seguire il Signore; eliminò anche le alture e i pali sacri da Giuda.”
Ma 1Re 22,43-44, parlando dello stesso Giosafat afferma: “Imitò in tutto la condotta di Asa suo padre, senza deviazioni, facendo ciò che è giusto agli occhi del Signore. Ma non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incenso sulle alture.”
3)Mt 23,35 parla dell’uccisione, nel recinto del tempio, di Zaccaria figlio di Barachia. In realtà 2 Cr 24, 21-22 parla dell’assassinio di Zaccaria nel recinto del tempio, ma lo dice figlio di Ioiada.
4)In Mc 2,26 Gesù parla dell’episodio di Davide quando entrò nel tempio a prendere i pani dell’offerta “sotto il sommo sacerdote Abiatar”. L’episodio a cui si riferisce è certamente quello descritto in 1sam 21, 2-7, dove però si dice che il sommo sacerdote era Achimelech
5)Mc 15,25: “Erano le nove del mattino quando lo crocifissero”. Ma leggiamo Gv 19,14. “Era la preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai giudei: «Ecco il vostro re!»” Marco dice dunque che Gesù fu crocifisso alle ore nove, mentre Giovanni dice che a mezzogiorno era ancora in tribunale, e non era stata ancora emessa la condanna
6)Il miracolo di Gerico è narrato da tre evangelisti Mt 20, 29-34; Mc 10, 46-52; Lc 18, 35-43, in maniere notevolmente diverse: secondo Matteo i ciechi guariti furono due, mentre gli altri evangelisti parlano di uno solo. Inoltre, Matteo e Marco dicono che il miracolo avvenne all’uscita di Gerico, invece, secondo Luca, quando si avvicinava a Gerico. (Gli esempi sono tratti dal libro “Testimone di Geova mio fratello” di Battista Cadei, EDB, pagg. 46-48 )
Barnaba le ha definite "contraddizioni apparenti". Mi chiedo come…
[Modificato da Polymetis 30/08/2005 23.20]