Re:
A parte che in molti passi traducono con "theos" senza problemi perfino nella versione di Aquila del II secolo, comunque gli ebrei leggevano in ebraico ed in ebraico c'era scritto 'elohim. Il problema, allora, è come si interpretava nel I secolo theos/'elohim dove non era indirizzato a Geova: in senso monolatrico oppure, comunque, in senso strettamente monoteistico? Evidentemente la secoda poiche a 'elohim non sidava il valore di "dio" in senso trascendente ma nel senso di rappresentante divino. Come leggeva un 'el un ebreo del I secolo in Isaia 9,6 riferito al messia? Bene, noi è a quell'interpretazione che facciamo riferimento ed è a quella stessa che inevitabilmente faceva riferimento Giovanni.
Come gia scritto gli ebrei di lingua greca (monoteisti) lo hanno semplicemente tolto di mezzo per non incorrere in questi problemi, il testo ebraico ovviamente contiene elohim in quei passi, perchè come asseriscono tutti gli studiosi, essi erano monolatri (almeno nella loro primitiva teologia), quando secoli dopo gli ebrei di lingua greca si trovarono a dover tradurre quei passi o li interpretarono o li tolsero di mezzo salvo rarissimi casi, ma vedo che questo non ti entra nella zucca ti rifai ad Aquila... mah contento te.
Si, le ho comprese ma non regge
1. Perchè in ebraico non vi era variazione nel testo e sarebbe da capire che valore era dato a 'elohim. A noi interessa l'interpretazione di 'elohim dove non era riferito nè a Dio nè a uomini, tale interpretazione, è evidente dai targum e dalle verisioni antiche, era chiaramente rivolta a identificarli con messaggeri o rappresentanti divini
Per la loro infantile teologia, gli angeli erano veramente della stessa sostanza di Yahweh, per loro non era un problema chiamarli "i figli di Dio", erano appunto monolatri... Yahweh era "il Dio degli dèi", sei tu che interpreti quella primitiva teologia asserendo che per loro "Dio" riferito agli angeli, indicava esserne semplicemente rappresentanti, ma io non lo leggo, queste sono le
tue parole.
2. Perchè, comunque, in greco in molti passi è mantenuto theos (senza articolo!) dove è riferito a esseri umani. Se fosse vera la tua tesi di una "eliminazione" dovrebbe essere totale, anche dove è riferita a falsi dei che semberebbero "vivi" e non solo dove è riferita ad essri umani o celesti.
Se quell'unico salmo non fosse stato lasciato intatto, si sarebbe persa la metafora e l'ironia insita nel testo, ne abbiamo gia parlato, possibile che tu non ti faccia domande sul perchè solo quel salmo non è stato interpretato?
Vediamolo insieme:
salm 82:1-8
" Salmo. Di Asaf. Dio si erge nell' assemblea divina, in mezzo agli dèi emana la sua sentenza: 2 «
Fino a quando emanerete sentenze inique, e prenderete le parti degli empi? 3 Difendete piuttosto il debole e l' orfano, rendete giustizia al misero e al povero. 4 Liberate il debole e l' indigente, strappatelo alla stretta dell' empio». 5 Essi non capiscono, non possono intendere; il loro cammino sta nelle tenebre, possano pur vacillare tutte le fondamenta della terra. 6 Io riflettei: «Siete dèi, tutti figli dell' Altissimo!
7 Eppure morrete come ogni uomo, come ognuno dei potenti cadrete!». 8 Sorgi, o Dio, giudica la terra. Sì, l' eredità tu avrai di tutte le genti. "
Ho evidenziato tutto il resto del salmo, se non vedi l'ironia, sei veramente cieco...
3. Perchè persino Aquila traduce volutamente Salmo 45 con il vocativo "thee" mostrando che nel II secolo non aveva problemi ad utilzzarlo per definire il re, quando avrebbe potuto benissimo, come fa altrove evitarlo usando il nominativo.
E basta co sto Aquila, egli segui un altro metodo di traduzione:
"Aquila tradusse il Vecchio Testamento in greco e contrappose alla libertà ed alla creatività della Versione dei Settanta
una fedeltà assoluta e talora un po' pedante al testo originale. La traduzione di Aquila, basata sul canone giudaico di Iamnia (90 dopo Cristo), fu comunque accolta positivamente dagli ambienti ebraici e venne spesso menzionata nel Talmud ."
http://digilander.libero.it/domingo7/TETRAGRAMMA%20E%20CRISTIANI.htm#_ftn4
In un altro sito(http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=article&sid=284) è scritto a proposito di Aquila:
"Aquila, greco del Ponto, convertitosi al Giudaismo, eseguì da solo un lavoro simile, traducendo la bibbia ebraica parola per parola, incurante della sintassi greca."
ancora: (http://www.adventist.org.mt/BibleWorld/AT_III_Testo.htm)
"Versione di Aquila. Realizzata verso il 130.
Era una traduzione eccessivamente letteralistica realizzata per contrastare l'influenza della LXX e l'importanza che questa aveva assunto nella predicazione cristiana."
Insomma è ovvio che Aquila traducesse "elohim" con "theos" semplicemente perchè segui una traduzione letterale anche a discapito della sintassi greca.
Dunque la domanda è: quando Giovanni scrive "theos" riferita ad un essere diverso da "ho theos", la distinzione è chiara in Giovanni 1,1 un lettore avezzo al paradigma biblico theos/'elohim = rappresentanti divini come poteva interpretare quel passo? Cosa leggeva dove 'elohim era usato per indicare un essere diverso da "ho theos"? A quale passi biblici messianici immediatamente andava la sua mente? In che senso per un ebreo del I secolo Isaia definisce il Messia "Dio potente"? Non certo all'enoteismo preesilico, ma al monoteismo postesilico: il logos non è un "dio" accanto a "ho theos" ma solo un angelo, un rappresentante divino, il messia promesso in Isaia.
Si certo, mettiamo i tuoi pensieri in testa a Giovanni, ma ti rendi conto di cosa scrivi?
Come vedi la tua tesi di "evoluzione teologica" dimostra in maniera ancora più forte la concezione biblica di theos (senza articolo) indicanti non degli dei ma semplici creature che in quanto rappresentanti di Dio possono portare perfino il suo nome.
Shalom
Sei tu che non vuoi accettare l'evoluzione teologica che vi è stata tra gli ebrei (riconosciuta e scritta dappertutto addirittura in wikipedia...) preferendo credere a cio che tu ritieni vero.
Ciao