Per Spirito Libero

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Polymetis
00domenica 2 luglio 2006 21:55
“venendo alla tua accusa, cito i siti o libri solo quando faccio i copia e incolla di brani,”

E’ questo il caso. Avevi scritto(le citazioni da Lessino che hai virgolettato sono solo quelle in corsivo):

Per dare un’idea di cosa penso dell’evoluzione del concetto religioso, riprendo il pensiero di Epharaim Lessing che sosteneva che lo sviluppo del genere umano è avvenuto, fino ad ora, in tre età , che corrispondono a tre livelli di coscienza religiosa e morale . La prima età è quella del giudaismo, nella quale l' educazione morale degli uomini , che si trovano ancora nell' infanzia dell' umanità è imposta mediante premi e castighi immediati e sensibili . La seconda età coincide col cristianesimo, ci dice Lessing : “Doveva venire un pedagogo migliore , e strappar di mano al bambino il libro elementare ormai superato . E venne Cristo”
Il cristianesimo , ci ha dato diversi valori:
la purezza del cuore
la coscienza interiore
la superiorità dello spirito sull' esteriorità

Il grande cambiamento fu che, da quel momento in poi, il premio e la punizione non furono più materiali e percepibili in questa vita, bensì vennero differiti nella vita oltre la morte .



Le frasi di Lessing sono solo quelle tra virgolette. Ecco la citazione del sito che ho linkato e da cui hai copiato (le parti identiche al tuo post sono in grassetto):


“In questo quadro interpretativo Lessing , sulla scia di Giambattista Vico , articola lo sviluppo del genere umano in tre età , che corrispondono a tre livelli di coscienza religiosa e morale . La prima età è quella del giudaismo , nella quale l' educazione morale degli uomini , che si trovano ancora nell' infanzia dell' umanità , è imposta mediante premi e castighi immediati e sensibili . La seconda età coincide col cristianesimo : Doveva venire un pedagogo migliore , e strappar di mano al bambino il libro elementare ormai superato . E venne Cristo . Il cristianesimo , infatti insegno il valore della purezza del cuore , della coscienza interiore, la superiorità dello spirito sull' esteriorità : il premio e la punizione non sono più di ordine sensibile , ma vengono differiti nella vita oltre la morte .



Dunque non ti sei limitato a riportare citazioni da Lessing bensì la spiegazione che ne dà l’autore del sito. Come dicevo: non saranno tollerati altri sgarri.

“Per me una verità è tale quando diviene condivisibile. E’ vero che la terra è sempre stata sferica, ma ciò era irrilevante finché non si è osservato che era realmente così.”

Invece a me è l’unica cosa che interessa, e rendersi conto che la verità non dipende dalla sua dimostrabilità ha delle pesanti ricadute sul piano pratico, rende infatti possibile accettare per fede che esiste una rivelazione particolare, mentre se il tuo errato sillogismo fosse corretto si potrebbe accettare comunque per fede una rivelazione particolare solo per fede ma andando contro la logica, giacché dal tuo ragionamento si evinceva che essa come tutte le altre era per forza falsa, mentre, come dimostrano, si può evincere solo che è indimostrabile, né vera né falsa, al pari di tutte le altre cui si può scegliere di credere

“cco che puntuale appare come un fantasma l’amico Godel. I fraintendimenti della sua teoria sono all’ordine del giorno, soprattutto tra i filosofi. Difatti questi ultimi sono soliti applicare teorie scientifiche fuori dagli ambiti che competono loro (alle teorie). Il mal costume di importare impropriamente concetti delle scienze naturali in quelle umanistiche senza fornire una ben che minima giustificazione concettuale o empirica è fin troppo diffuso.”

E ti sembra che il teorema di Gödel sia un problema delle scienze naturali? Esso riguarda la logica matematica, materia sulla quale qualsiasi persona laureata in filosofia, io compreso, ha fatto minimo un esame (di solito due).

“Godel stesso non avrebbe mai nemmeno immaginato che le sue teorie fossero minimamente in grado di confutare l’esattezza della matematica e infatti non lo sono affatt”

Infatti non mi sono mai posto questo come obiettivo, ho solo mostrato che “vero” e “dimostrabile” non sono sinonimi, e questo era vero sia prima che dopo Godel, quindi il suo teorema è solo un supplemento.

“oltre il teorema precisamente afferma che qualsiasi sistema formale può generare proposizioni indecidibili, ovvero né veri ne falsi, cosa c’entrai il fatto che siano vere e indimostrabili non mi è dato da sapere”

No, si può generare una proposizione che noi sappiamo è vera ma non è dimostrabile che lo sia. (Una macchina di Turing non può determinare che è vera mentre noi sì). Metto brevemente in formule scusandomi per le semplificazioni ma questo forum non prende i caratteri che sarebbero necessari ad un logico. ‹--› è il bicondizionale, - sta per la negazione, ho usato “B” per indicare la formula al posto di una lettere greca come sarebbe convenzionale.
B ‹--› -Dim(“B”)
Il predicato è dimostrabilità e non verità. Si dice coerente un sistema formale S se per nessuna formula A del linguaggio formale su cui si basa si dà il caso che si possa dedurne A e-A, vale a dire che un sistema è coerente se non permette di dimostrare contemporaneamente sia una formula sia la sua negazione. L’enunciato da cui eravamo partiti è A ‹--› -Dim(“A”)
Sia dunque S un sistema formale, se S è coerente, allora non è dimostrabile B.
Se B infatti fosse dimostrabile , allora visto ciò che dice sarebbe falso, visto che dice di non essere dimostrabile.

“vviamente mi riferivo al “messaggio di fondo” che sta alla base del pensiero etico del singolo monoteismo”

E su che parametro l’hai scorto? Io invece stamattina mi sono svegliato con al rilevazione che la rivelazione centrale dei tre monoteismi e la violenza, ed ho una caterva di passi e di opere scientifiche pronte da usare pro domo mea.

“u non capisci che per me il clero è il “testimone” del messaggio cristiano cattolico. Quindi gli errori del clero sono gli errori del cattolicesimo.”

Curioso ragionamento ma grazie al cielo del tutto privo di senso. L’incapacità dei predicatori di adeguarsi alla dottrina che predicano non scalfisce la dottrina in sé, è solo un problema di chi non è alla sua altezza. Inoltre troppo comodo parlare quando non si deve rispondere di duemila anni di storia e dunque di miliardi di individui, specie perché non esiste nessuna bilancia che possa valutare quale sia stato l’attivo e quale sia stato il passivo del clero cristiano in questi duemila anni, se anche dunque questo criterio fosse sensato (e non lo è), non ci sarebbe modo di attuarlo.

“Per me le azioni contano mille volte più delle parole. Ma in ogni caso si stava parlando della libertà di critica all’interno del cristianesimo, quindi si parlava delle limitazioni che gli UOMINI applicano a questa libertà.”

Tu attribuivi la limitazione della libertà al cristianesimo in sé, non al suo clero, come se la religione in sé fosse intrinsecamente anti-liberale, teoria assai discutibile.

“Mi chiedo allora perché questa non è stata permessa per millenni, anzi mi chiedo perché la lettura stessa del vangelo non è stata permessa per millenni ai comuni “mortali”.”

Un’altra boiata targata Deschner e internet. L’unico libro serio in Italia sull’argomento è l’assai severo “La Bibbia al rogo” dell’Einaudi. Inoltre hai fatto una sparata fenomenale con quel “per millenni”, solitamente chi spara queste cose si limita a porre come tempo in cui fu attivo il divieto un arco temporale tra Lutero e l’ottocento. Il realtà il problema è ben altro. Dopo la Controriforma non c’è proibita la Bibbia bensì le traduzioni della Bibbia in volgare fatte dagli eretici, il che è ben diverso, Lutero infatti stava propagando la sua traduzione della Bibbia in tedesco che, oltre a parecchie traduzioni pro domo sua era, come tutti gli altri riformatori dopo di lui, intento a far leggere ai poveri contadini coi loro stessi occhi sulla sua traduzione che la cattiva Chiesa li ingannava su molte dottrine.


“Ovvero: sei pagato quindi dici quello che vogliamo noi ! Se costui dicesse: “la chiesa dice così, ma io credo diversamente” cosa accadrebbe ?”

Caso mai questa dicotomia si producesse, costui non starebbe più svolgendo il mandato per cui è stato assunto e dunque sarebbe lecito licenziarlo. In realtà il problema non si pone perché non esiste un “la Bibbia dice così”(non esiste un testo neutro che prescinda dal lettore), esistono solo le rispettive interpretazioni delle rispettive confessioni religiose, e dunque non si dà il caso che qualcuno rinunci all’interpretazione cattolica per abbracciare una mitica oggettività, si dà solo il caso che qualcuno abbandoni un’interpretazione per darsi ad un’altra.

“bensì che non è possibile divulgare le proprie idee in concorrenza con quelle del proprio “datore di lavoro”. Viva la libertà !”

Sì, viva la libertà. Le tue idee le divulghi in privato, non quando insegni per conto di qualcun altro.

“E se io dicessi, la CCR insegna che la trinità e vera, questo è il magistero ufficiale, però io personalmente non sono d’accordo, cosa accadrebbe ?”

Siamo in un caso identico a quello già esposto, non si può fare il predicatore cattolico se non sei più cattolico, dimettiti.

“nvece è proprio qui il punto. Sappiamo cosa comportava fino a qualche tempo fa la scomunica. Come si può sostenere che un uomo era libero di filosofare “contro” la Chiesa Cattolica ?”

Basta leggere la storia della filosofia medioevale. Ci state scomuniche e diatribe sui più disparati argomenti in ogni città universitaria o facoltà di teologia, persino il mio povero Abelardo fu scomunicato per gli intrighi di S. Bernardo. Qui non si tratta di qualche filosofo isolato, siamo a livelli di cinquanta scomuniche per sinodo, segno che il clima intellettuale zampillava. Di fatto qualunque articolo di fede cattolico è stato preso di mira e difeso, in nessun altra religione s’è avuto un simile vaglio critico della filosofia. Se poi tu hai un’idea tale dell’inquisizione e credi che scomunica portasse ad un rogo non so che farci, oggi che s’è completato lo spoglio dei processi inquisitoriali s’è visto che l’immagine da Hollywood secondo cui finivi sempre condannato in quanto ti torturavano finché non confessavi è completamente falsa, le percentuali di condanna a morte arrivavano a malapena al 2%

“La differenza è sostanziale. Poiché dovresti ammettere che Dio sia rilevabile strumentalmente prima o poi.”

Dipende. Con gli strumenti che abbiamo oggi no, perché sono materiali. Esattamente come un greco non avrebbe potuto dire di quali strumenti avremmo disposto nel 2006 così io non posso immaginare a quale comprensione dell’universo o dell’ordine cosmico arriveremo tra duemila anni.

“o credo che l’apparato trascendentale”

Trascendente, trascendentale vuol dire tutt’altro.

“esista unicamente per dare “forza” a queste leggi eriche che altrimenti non sarebbero stata rispettate.”

Il ragionamento si può ribaltare. Le leggi sono state messe sono l’egida di Dio per rafforzarle o le leggi sono forti perché sono sotto l’egida di Dio? Il primo atteggiamento cerca una causa psicologica ma non la dimostra, né può farlo.

“La salvezza del cristiano è soprattutto il comportamento che adotterà in terra. Il fatto che vi sia stato Cristo rappresenta solo la possibilità di salvarsi, non la causa del salvataggio che invece è da ricercarsi nel comportamento del fedele.”

No, la salvezza del cristiano è Cristo, il comportarsi bene in terra è solo una preparazione alla comunione con Cristo nell’altra vita. La causa del salvataggio per il cristiano non sta nelle azioni del fedele (giacché questo significherebbe affermare che ci si può salvare da soli, che si può essere così bravi da meritare e poter esigere Dio), la salvezza del cristiano sta invece nella fede in Cristo e avviene solo per la sua grazia. E la salvezza finale non consiste in qualche uscita dal ciclo delle rinascite ma nella communio con Cristo, che sarà tutto in tutti. Al cristiano delle singole opere in terra se non ci fosse Cristo non importerebbe nulla: “Se ho combattuto in Efeso con le fiere per motivi umani, che utile ne ho io? Se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perché domani morremo.” (1Cor 15,32) Qui il discorso non è: “ma perché mi comporto bene se non c’è la ricompensa ultraterrrena?” bensì “ma che senso hanno gli aggettivi giusto e sbagliato fuori da Dio”?
Tutte le azioni del cristiano sono in prospettiva cristocentrica, non esiste una vuota realizzazione individuale di sé nel cristianesimo che prescinda dal Gesù Cristo, mentre invece la realizzazione senza dèi è il cardine del buddismo.

“Perché i primi sono comuni nei messaggi dei grandi “saggi” del mondo. Questi ultimi hanno portato l’umanità a progredire, ovvero a cercare di diminuire la sofferenza, di dare equilibrio e felicità”

Questo non è un criterio utile. 1)Ti ho già detto che se vuoi vedere solo il minimo comune denominatore che ti interessa sono affari tuoi, giacché a)Non è un minimo comune denominatore, ci sono troppi “illuminati” che non consideri b)Se anche fosse un M.C.D. non sarebbe comunque l’unico. 2)Come già detto il consenso su qualcosa non è indice della sua verità, e nemmeno quanto sia tranquillizzante una tesi è sintomo della sua verità. Le verità sfornate dai regimi o dai “grande fratello” come quello delineato da Bradbury in Fahrenheit 451 avevano appunto la caratteristica di imbottire il popolo con la loro “verità uniformata” giacché le opinioni differenti creavano conflitto sociale. Dire che li scegli perché hanno fatto progredire l’umanità è ugualmente insensato, sopratutto perché la parola “progresso” è in sé problematica e occorrerebbe specificare sotto che punto di vista. Se la società in cui vivo sia più progredita a livello morale rispetto a 50 anni fa proprio lo ignoro, accanto a conquiste importanti vanno affermandosi pericolose derive. Dire che sceglie quelle verità perché diminuiscono al sofferenza e danno la felicità è ugualmente privo di senso, questo si può dire di qualunque verità oppiacea, non a caso si parla di “beata ignoranza”, perché spesso si credono enunciati falsi solo perché ci fanno felici o ci evitano di soffrire. Non è dunque un criterio di discernimento valido. Se poi per progresso si intende la pace sociale allora già i sofisti avevano confutato che questa fosse una definizione di bene. Dicevano al povero sciagurato: “ma perché è male uccidere?”, e lui rispondeva: “perché se tutti avessero il diritto di uccidere anch’io potrei essere ucciso?”, al che sofisti felici come una pasqua replicavano: “ma tu non mi hai detto perché non è giusto uccidere, mi hai detto perché non è utile la libertà di uccidere, e cioè per il fatto che se si può uccidere allora puoi finire ammazzato anche tu. Tu, amico, hai una morale utilitaristica basata non su ciò che è giusto o sbagliato in sé bensì in base alle conseguenze che ne derivano per te”. Kant infatti nel formulare l’imperativo categorico e il suo “dovere per il dovere” dovette rispondere a quest’obiezione sostenendo che la vera etica non tiene alcun conto delle conseguenze e dunque rigetta la prospettiva utilitaristica.

“Perché uccidere porta alla sofferenza, amare porta gioia.”

Di nuovo criteri “pro domo tua”, non mi hai detto perché è male uccidere ma perché non ti fa comodo che si uccida. Tra l’altro la domanda è solo posticipata. Dici che uccidere porta alla sofferenza: e allora? Perché mai se Dio non esiste la sofferenza altrui sarebbe male? Perché dovrebbe importarmi dell’altrui sofferenza visto che non è la mia? E se mi rispondi: “ma perché un giorno potrebbe essere la tua” sei ricaduto nella prospettiva utilitaristica e non mi avresti detto perché in sé uccidere è sbagliato, inoltre nulla vieterebbe all’utilitarista di dire: “mi importa solo della mia sofferenza, di quella altri non me ne cale”.

“Dipende cosa intendi per morale. Infatti la morale è relativa, mentre i concetti che ho sopra esposto sono insiti nel cuore dell’uomo che comprende intimamente cosa significhino.”

Trovami in epoca micenea la sacralità della vita e il “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Questa teoria del “concetti inscritti nel cuore dell’uomo” non vuol dire un emerito nulla ed è solo un cliché del romanticismo tedesco riportato in modo acritico senza darsi neppure la pena di fondarlo.

“Per lo stesso motivo per cui lo fanno i cattolici, perché se anche fosse concepibile un Dio ingiusto”

Ma i cattolici attribuiscono a Dio l’attributo giusto in base ad un metodo che tu hai negato dicendo che i sentimenti umani se attribuiti a Dio sono cadute nell’antropomorfismo. Perché dunque Dio è giusto? Bada che l’alternativa non è “se non è giusto allora è ingiusto”, si potrebbe dire “Dio è oltre la morale umana e soprattutto la tua morale”, vale a dire che a te sembra ingiusto, cosa sembri a lui dal suo punto di vista non si sa. (Anche perché il suo punto di vista, come dice Leibniz, è l’insieme di tutti i punti di vista e insieme il loro trascendimento, Dio monas monadum)

“Io non pretendo di dover capire tutto, pretendo di dover capire almeno quanto gli altri uomini, e siccome sto parlando con un uomo (almeno credo), di teorie di altri uomini, non vedo perché ad un certo punto ti devi trincerare dietro l’indagabilità di Dio.”

Infatti stai confrontandoti con la mia dottrina la quale dice una cosa ovvia, che Dio se è Dio non è indagabile. Come già detto se una dottrina fosse senza ombre e vedesse Dio con pura luce (ad esempio con la banalità esasperante in cui è tratteggiato presso i TdG), per me sarebbe solo la prova che si tratta di un Dio falso creato dall’uomo a sua misura. Tu dice che voi capire non quanto Dio ma quanto gli uomini, e infatti io non ti sto chiedendo di capire Dio bensì quello che capirebbe qualsiasi uomo di senno, io compreso, e cioè che se Dio esiste allora le sue vie non sono le nostre vie; per dirla con Pascal: “L’ultimo passo della ragione è riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la superano”

“atti fino a questo punto hai esposto teorie sulla rivelazione di i Dio, quando si trovano delle illogicità in tali teorie”

Io non credo d’essere caduto in alcuna contraddizione. Il cristianesimo è chiarissimo in questo: Dio non è irrazionale (cioè non va contro la logica), bensì meta-razionale (cioè oltre la ragione). Io non credo che tu mi abbia mostrato qualche contraddizione nel mio modo di vedere Dio, ti sei limitato ad attribuire a Dio il tuo concetto di giustizia e a pretendere che egli si regoli in tal modo per darti soddisfazione e prova della sua esistenza. Che Dio non sia affatto ingiusto l’ho già mostrato col mio discorso su ebrei e cinesi al quale vedo non hai neppure replicato.

“Chissà perché però, il Papa ad esempio, ha chiesto ragione del silenzio di Dio sui campi di sterminio. Questo non è altro che la prova della proiezione del senso di giustizia umano verso Dio.”

E invece di parlare dove aver ascoltato i Telegiornali forse sarebbe il caso di leggere i libri di Ratzinger sull’argomento teodicea. E’ ovvio che ci si domandi in base ai nostri parametri perché Dio ha agito così, ma il papa si ferma alla domanda conscio dei suoi limiti umani tu invece sei passato alla fase successiva, cioè oltre a domandare hai formato un giudizio, ti sei cioè erto a giuria per condannare o assolvere Dio in base ai tuoi parametri etici.
Tanto per inciso a Ratzinger (quando fa il teologo) non danno particolari problemi filosofici i morti del nazismo, infatti in quel caso la risposta è una da sempre: Dio lascia il libero arbitrio alle creature, cioè c’è libertà anche di scegliere il male. Quello che fa problema alla teodicea di Ratzinger non è il male che viene dagli uomini ma quello che viene dalla natura, e per questo aspetto e la sua elaborazione ti posso rimandare ad alcuni suoi scritti.

“Il nostro senso di giustizia, se ammettiamo di essere fatti ad immagine di Dio, non può che essere simile a quello di Dio stesso.”

Ma questo può essere il mio punto di vista, non il tuo. La tua frase può dirsela un cattolico leggendo Genesi. Inoltre il testo non dice “a nostra immagine fotocopia”, bensì “a nostra immagine e somiglianza”, il mio senso di giustizia non è quello di Dio ma solo un pallido riflesso.

“Altrimenti, una volta giudicati secondo un senso del giusto che non è nostro, ci sentiremmo necessariamente condannati ingiustamente ed ingannati.”

Ma nell’aldilà vedremo tutto perfettamente e con nuovi occhi, quest’obiezione non tocca un cattolico.

“In merito poi al discorso della rivelazione ad un singolo popolo, è fin troppo evidente la scelta di Dio di Israele. Per migliaia di anni, se il Dio di Israele è l’unico Dio, intere popolazioni del mondo sarebbero rimaste senza conoscere la volontà di Dio”

No, la Bibbia stessa dice che Mosè diede delle leggi “per tutti i popoli”, vale a dire che per la Bibbia in tutti i popoli ci sono quei minimi precetti che se seguiti possono configurarsi come condotta onesta. Inoltre non sono solo intere popolazioni ad essere ignare della volontà di Dio ma anche Israele stesso, per il cristiano c’è una rivelazione progressiva che si chiude solo con l’ultimo libro del NT. Dio non poteva assolutamente dare in blocca la sua piena rivelazione ad un popolo tribale, l’ha condotto a tappe come un pedagogo al fine di fargli raggiungere la maturazione sufficiente prima di ogni nuova rivelazione. Si dimentica poi che Dio non lo si conosce solo tramite la rivelazione diretta delle parole ispirate, e San Paolo parlando dei pagani lo spiega benissimo: “Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.” (Rm 1,20-21)
Una rivelazione parziale si ha dunque in qualunque uomo, in quanto homo religiosus che contempla il mondo.

“Se non regge ci inventiamo un dogma o un principio metafisico e la facciamo reggere.”

I principi metafisici non si inventano, sono basi autoevidenti del pensiero,altrimenti non sarebbero principi ma deduzioni. La tua terminologia neotomistica è alquanto confusa.

Quanto poi a quello che seguirà ho avuto la spiacevole impressione che tu abbia risposto al mio post senza prima averlo letto tutto, e cioè che leggevi tre righe e subito le incollavi per rispondere senza leggere quello che sta scritto dopo. Infatti sulla questione: “ma perché devo seguire una legge se non ho la garanzia che è giusta” mi hai infarcito di domande senza evidentemente sapere che c’era una risposta alle obiezioni sollevate a fondo pagine.

“e Dio ha dato una legge, va seguita al di là che si ritenga personalmente giusta o no, sbaglio ?”

Naturale, ma ci sono due aspetti:
1)Chi lo fa ipocritamente e solo per evitare eventuali pene
2)Chi abdica dalla ragione e fa qualcosa che non ritiene giusto per seguire quello che ritiene un ordine di Dio. Questo secondo atteggiamento dal punto di vista cattolico ha senso solo se preliminarmente si è arrivati a ritenere ragionevole che il messaggio di Dio che ci fa andare contro le nostre convinzione sia davvero di Dio, solo in questo caso infatti ha senso dire che mi attengo ai precetti di chi ne sa più di me.

“Se partissimo da questo concetto arriveremmo al solipsismo.”

Dire che ogni corpo sente in maniera diversa non conduce all’arbitrarismo più totale perché esistono percezioni sensoriali che sono comuni a tutto il genere umano, cioè quelle dei cinque sensi. Mentre il campo percettivo che tu stai tentando di delimitare è qualcosa che non ha il minimo parametro.

“La ragione è il mulo che ti porta davanti all’uscio di casa. Ma per entrare in casa devi scendere dal mulo.”

Nulla da dire.

“Allora ti faccio una domanda, secondo te è più importante l’agire o il credere ? “

Dire cosa è più importante di cosa implica un metro esterno di misura, né l’agire né il credere sono oggetti quindi io non ho la minima idea di come misurarli. La chiesa si limita a fare il suo solito et-et: “sia l’agire sia il credere”, come insegna la congiunzione della tesi paolina sulla giustificazione con quella di Giacomo con la fede senza le opere, se si abbandona uno dei due aspetti si cade nell’eresia.

“O meglio, se Dio ci dovesse giudicare, salverebbe un essere umano che non crede e agisce rettamente o uno che crede ma agisce disonestamente ?”

Mi stai chiedendo un giudizio semplicistico perché non si può descrivere l’intera vita di una persona e il suo mondo interno con la frase “crede ma è disonesto” o “è onesto ma non crede”, nessuno ha l’onesta o la disonestà allo stato puro nella sia vita. Diciamo solo che in linea di principio Dio non dovrebbe condannare nessuna delle due categorie, infatti l’inferno si ha solo per l’ostinata negazione di Dio e il chiamarsi fuori dalla salvezza. Vale a dire che non basta l’indifferenza verso Dio per la dannazione, bisogna proprio mettersi d’impegno per avere la condanna. Il card. von Balthasar aveva non a caso parlato di “inferno vuoto”, e sebbene questa teoria la ritengo personalmente sbagliata, è comunque indice di cosa occorra secondo il magistero cattolico per finire nella perdizione eterna. Se intervistassi un luterano ti direbbe che le opere per salvarsi non servono, da seguace del “sola fide” ti risponderebbe col motto luterano: “Pecca fortiter et crede fortius.” “Pecca forte, ma abbi una fede ancora più forte”. La Chiesa invece prede le distanze da queste distorsioni della dottrina paolina sulla giustificazione, rammentando comunque che chiunque invocherà pentito il nome del Signore sarà salvato.

“Sprovvisti ? Tu non sai quanti commettono degli omicidi e poi si consegnano spontaneamente.”

Ora capisco cosa intendevi, simili cose ce le regala Hollywood ogni giorno. Ma in questo le spiegazioni sono altre:
1)O ci si rende conto improvvisamente d’aver sbagliato e si vuole espiare
2)O si ritiene che la propria vita non ha più senso e dunque la si ritiene senza valore, andare in cella o essere in un hotel degli Emirati è uguale. In questo caso la certezza della pena è irrilevante perché la propria vita è diventata irrilevante.

“Ma che libertà di decisione ! La libertà si ha quando si hanno elementi certi per scegliere. Se la scelta è fatta arbitrariamente a “sensazione” che diavolo di scelta consapevole è ?”

E da quando la scelta è una vera scelta solo si hanno gli elementi certi per dirimere la questione? A me risulta l’esatto contrario, anzi, la tragedia greca è proprio questo, l’incarnazione dell’incapacità umana di scegliere in assenza di punti di riferimento, è l’eterno dilemma di Antigone quando deve scegliere tra lo zio Creonte e il fratello, coi rispettivi sistemi di valori che le due scelte simboleggiano. La scelta ovviamente non va fatta neppure a sensazione. L’abbiamo già detto e lo ripetiamo con Kant il quale scrisse un celebre libro intitolato “la religione nei limiti della semplice ragione”: la scelte su Dio non devono essere razionalità pura basata sulle prove (perché altrimenti non ci sarebbe libertà di credere o non credere), né devono essere il puro sentire arbitrario dei romantici, bensì devono essere ragionevoli. E’ questa la parola chiave dell’ultimo Kant, niente certezza razionale ma solo ragionevolezza della fede, niente “sola fide” e niente “sola ratio”, ma solo “fides et ratio”, già dicemmo con Pascal che c’è abbastanza luce e c’è abbastanza tenebra per fare la propria scelta. Questo necessario nascondimento di Dio nel rivelarsi è qualcosa che hanno teorizzato tutti i grandi del pensiero, compresi i miei elleni. Hölderlin in una magnifica lirica dice:
“Con mano parca un Dio
sapiente di misura per tutto il tempo
sfiora le case umane
solo un attimo, ed essi non lo sanno
ma vi pensano a lungo
e si chiedono chi fosse.”(Versöhnender, der du nimmergeglaubt…)

“NO NON PECCA ! No pecca perché NON sa che quelle regole sono quelle giuste !!!”

Le maiuscole e i punti esclamativi non sono di aiuto, strepitare obiezioni con cui l’apologetica cattolica ha a che fare da 250 anni come se fossero una qualche rivelazione bomba in grado di sconvolgere la coscienza di un filosofo cattolico non cambia la sostanza della loro infondatezza. Come già detto il problema sta unicamente nella sincerità del cuore e negli elementi a disposizione. E’ ovvio che Dio non condannerò qualcuno nato in Babilonia 4000 anni fa perché ha creduto all’astrologia, per la banale ragione che come dice Brelich: “Si possono credere (e si credono continuamente) innumerevoli cose, senza minimamente avvertire che si tratti solo di credenze, senza, cioè, neppure pensare all’alternativa di quanto crediamo. Diverso da questo credere spontaneo e senza alternativa, è il credere a scelta tra diverse possibilità” (Angelo Brelich, Introduzione alla storia delle religioni, Roma, 1966, Edizioni dell’Ateneo, pag. 7)
Dio nel suo giudizio è imperscrutabile, ma qualora volessi proiettare le mie esigenze di giustizia e il mio concetto di equità su di lui suppongo che potrei risponderti, grazie alle premesse fatte, che Dio giudicherà sicuramente le persone a seconda del loro contesto, e, nel caso sia quello contemporaneo, a seconda che gli sia stato presentato in modo credibile il Vangelo o meno. Questo ovviamente a livello di credenza nel Vangelo, quando invece passiamo a livello di quello che Dio s’aspetta a livello di convivenza civile sebbene laica le cose cambiano. Tu sostieni che un fautore del relativismo culturale non potrebbe in tutta coscienza accertare come vere le regole della società occidentale in cui vive, e dunque non saprebbe perché seguirle. Una risposta semplificata potrebbe essere che il cristianesimo segue la regola “reddite ergo quae sunt Caesaris Caesari”(Mc 12,17), ripreso da Paolo col suo celebre incipit del capitolo 13 della lettera ai Romani: “Omnis anima potestatibus sublimioribus subdita sit. Non est enim potestas nisi a Deo; quae autem sunt, a Deo ordinatae sunt.”, ovviamente con la limitazione “è meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”(At 4,19) qualora i due ordinamenti siano in contrasto. Vale a dire che per il cristianesimo chi non si sottomette alle leggi di Cesare viene comunque considerato peccatore. Vale a dire che non basta essere in disaccordo con una legge per non rispettarla, purché si sia in democrazia ovviamente. Ma c’è un caso delicato che fa saltare tutti questi schemi, ossia il caso in cui l’obiezione verso lo stato sia data da motivi religiosi, per cui qualcuno ad esempio non si sente in coscienza di prestare servizio militare qualora fosse obbligatorio. Anche qui entra in gioco il discorso della sincerità interiore, Dio condanna solo chi fa il male sapendo di commetterlo, non chi pur facendo il male ai Suoi occhi sbaglia per ignoranza della verità. La filosofia morale ha prodotto varie scuole di pensiero sulla possibilità che sia possibile conoscere razionalmente un minimum di azioni considerate razionalmente corrette, e che dunque sono vincolati in qualunque cultura si nasca (purché si sia avuto accesso ad esse). Questo argomento si basa sull’intelligibilità della legge morale incarnata nell’ordine cosmico, su questa esperienza che trova la sua radice nella comune ragione di cui sono provvisti tutti gli uomini (il to koinon), cioè a cui partecipano tutti gli uomini, si basa anche la riflessione eraclitea. Il sapiente di Efeso poteva iniziare le sue frasi dicendo: “Non ascoltando me, ma il lógos si può convenire che…,”(Dk 50) e poteva dire: “Esiste una sola sapienza: riconoscere l'intelligenza che governa tutte le cose attraverso tutte le cose.” (DK 41)
Questi ragionamenti contemplano una visione della ragione “forte”, come supremo strumento di investigazione del reale. Sfortunatamente la filosofia da due secoli a questa parte, cioè da dopo la sbornia cartesiana, ha ridimensionato notevolmente quello che era il mito illuministico della ragione quale metro universale. Avventurarsi per questo pendio richiederebbe che mi mettessi a fare lezioni di storia della filosofia morale ed indagassi la possibilità di infrangere la legge di Hume, ossia il divieto del passaggio della descrizione all’etica normativa. Non è lo scopo di questo post quindi transeat, qui ci limitiamo a dire che la ragione non è il metro di misura universale ma a mio avviso aiutare a far raggiungere anche al laico un minimo di etica normativa, o, per usare una distinzione ormai in voga nella filosofia contemporanea, può far sì che il laico del XXI secolo pur non riuscendo a fondare la sua morale riesca a giustificarla. Questa giustificazione non ha nulla a che fare col “sentire interiore”, con le “leggi scritti nel cuore” e con tutta la retorica del romanticismo che ci hai abilmente propinato. Ritorna dunque la domanda di partenza: come so qual è il bene? Abbiamo detto che Dio non dimostra nulla per lasciare la libertà, e questo l’avevano già capito i miei greci. In un folgorante frammento Eraclito dice:“Il signore, il cui oracolo è a Delfi, non dice né nasconde, ma fa cenni”. (DK 91) Dio si rivela nel chiaroscuro. Come diceva Tommaso sebbene la lex aeterna è conoscibile solo da Dio la legge naturale è intelligibile anche dall’uomo col lume della ragione. Scrive sempre l’Aquinate in una pagina magnifica: “Anch’essa (la creatura umana N.d.R.) è partecipe della ragione eterna, e da questa deriva la sua naturale inclinazione al fine e all’atto che le sono proprie. E’ questa partecipazione della creatura razionale alla legge eterna che viene chiamata la legge naturale. Perciò il Salmista, dopo aver detto (Sal 4,6) "sacrificate un sacrificio di giustizia", quasi per rispondere a coloro che chiedessero quali sono le opere di giustizia, soggiunge: "molti dicono, Chi ci mostrerà il bene?" e risponde a questa domanda dicendo: "La luce del tuo volto è impressa in noi, o Signore": come per indicare che la luce della ragion naturale che ci permette di distinguere il bene e il male – che è il compito della legge naturale – altro non è che la partecipazione della legge eterna nella creatura razionale.” (Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, Iª-IIae q. 91 a. 2 co.)
Come vedila Bibbia nel Salmo 4 si era posta la tua stessa domanda: “quis ostendit nobis bona?” (chi ci mostrerà il bene?). Ovviamente l’ipotetica obiezione “ma allora perché ci sono popoli che non hanno neppure questo minimum?” è infondata, perché non implica che questo minimum non sia intelligibile razionalmente ma solo che semplicemente nessuno ha ancora presentato loro questi concetti, i quali sarebbero accettati se conosciuti. Semplicemente essi non hanno ancora raggiunto il nostro grado di evoluzione (terribile parola non particolarmente politically correct), tutto quello che si può ricavare dal confronto con le popolazioni cosiddette primitive non è che siccome non hanno la nostra etica allora la nostra etica è falsa e non è universale, tutto quello che si può dedurre è invece che quei popoli non l’hanno ancora raggiunta. Una volta eravamo come loro o comunque molto simili, ma ci siamo evoluti grazie a delle conquiste sociali fondate su una sempre maggiore comprensione della natura dell’uomo, e non si vede perché dover riportare indietro le lancette della storia. Dire che filosofia europea sia nata in Grecia non vuol dire che valga solo in Grecia, è questo l’errore deduttivo del metodo genealogico nietzscheano. Si pretende cioè che individuata la genealogia di una credenza la si sia automaticamente smontata e dimostrata del tutto contingente. Ma le due cose non hanno alcun legame come abbiamo già visto, dire che una cosa è contingente perché creduta solo da 1/5 del pianeta non implica che sia falsa o che valga uguale a alle credenze negli altri 4/5 del pianeta. Non a caso l’occidente ha occidentalizzato il mondo e la scienza, l’unico paradigma che ha dimostrato di poter penetrare la realtà, segue le regole della nostra logica occidentale e non di qualche oscura filosofia taoista intenta a chiedersi: “Come ha potuto il Tao oscurarsi al punto che vi debba essere distinzione fra il vero e il falso? Come ha potuto la parola offuscarsi al punto che vi debba essere distinzione fra l’affermazione e la negazione”( Chuang Tzu “L’uguaglianza di tutte le cose”). Non è certo un modo di pensare che permetta l’evoluzione scientifica. Solo uno tra i mille casi dove la logica occidentale è l’unica sensate anche se ve ne sono altre, non a caso in Cina se devono risequenziare il DNA non si chiedono come sia possibile che esista la distinzione tra vero e falso ma sanno benissimo che è vero e basta che le basi azotate sono quattro mentre è falso e basta che sono sei.


“Però se mi soffermo razionalmente capisco che certi precetti sono assurdi, ma nonostante ciò, il condizionamento è forte e un po’ in colpa mi sento. Questi sono i danni che provocano le leggi imposte dagli uomini che parlano in nome di Dio.”

Non ho capito cosa c’entri questa precisazione col mio brano che hai quotato. Il condizionamento, l’imprinting di nascita, esiste, ma non è vincolante. Questo è uno dei maggiori argomenti contro il cosiddetto cliché “sei cattolico solo perché sei nato in Italia, se fossi nato in Arabia saresti arabo”. Per confutare queste semplificazioni basta evidenziare come né la religione di nascita né il posto in cui si vive impediscono conversioni anche clamorose. Basti pensare al rabbino capo di Roma (quindi qualcuno assai convinto della sua fede) che divenne cattolico o all’inglese Newman che da anglicano divenne cardinale cattolico. Ovviamente questo discorso ha senso solo se esiste l’informazione. Se nascessi in una società chiusa che non fa filtrare alcuna informazione dal mondo esterno allora sì qualora io nasca musulmano sarei sempre musulmano, ma semplicemente perché la mia razionalità non ha opzioni tra cui scegliere, se invece nasco in una società che mette davanti più possibilità è provato dalle conversioni di tutti i tempi che l’imprinting religioso che si ha alla nascita non impedisce di fare una valutazione razionale degli aspetti contradditori della propria religione e dunque di deciderne di staccarsene.

“Come se fosse facile saperlo. Vedi il discorso sul condizionamento.”

Il problema anche qui è il punto di vista di Dio, se tu non ti rendi conto di una cosa in vista di un ipotetico condizionamento è evidente che Dio sa anche di quest’aspetto e ne tiene conto. Questa mia ultima espressione è particolarmente ridicola perché Dio non è un notaio in cielo con una bilancia a due piatti dove può pesare le prove a favore e quelle contro l’imputato, per poi sgravare un po’ il piatto delle prove a carico in base alle attenuanti… questo è un tribunale umano e non divino, inutile chiedersi come sarà il giudizio o il suo ipotetico parametro perché semplicemente non lo sappiamo. Come insegna il Sommo Dante, Bonconte da Moltefeltro dopo una vita di crimini si salvò dall’inferno per il semplice fatto che prima morire in battaglia invocò pentito Maria:
“Quivi perdei la vista e la parola;
nel nome di Maria fini', e quivi
caddi, e rimase la mia carne sola.” (Purgatorio, V, 100-102)
E a nulla valgono le proteste del diavolo che dice sdegnato all’angelo venuto a prendere Montefeltro: ma come, per una lacrimuccia alla fine della vita mi primi della sua anima? “Tu te ne porti di costui l'etterno per una lagrimetta che 'l mi toglie..”
C’è poi tutta una linea teologica che risolve il problema del giudizio di Dio dicendo che egli non manda all’inferno nessuno bensì è l’uomo che da solo sia auto-esclude dal paradiso. Questo richiede una spiegazione preliminare. Per l’escatologia cattolica il paradiso non è stare tra le nuvole e l’inferno non è stare tra le fiamme(queste sono metafore bibliche), bensì il paradiso è l’eterna e piena comunione con Dio mentre l’inferno è l’eterna privazione da Dio, l’essere lontani da lui. Se qualcuno ha deciso di vivere senza Dio in vita allora sarebbe una violenza alla sua scelta che sia in comunione con Dio dopo la morte, vale a dire che Dio non fa altro che ratificare la scelta che la persona aveva già fatto per se stessa in vita. Dopo la morte l’anima si trova davanti alla perfezione del suo creatore, vede finalmente faccia a faccia ed ha un metro per misurare la sua vita. A questo punto è l’anima stessa che guardandosi indietro sa se è “degna” dell’eterna comunione con Dio o se non ne è degna, vale a dire che per l’anima dannata la luce di Dio può diventare addirittura insopportabile perché non fa che ricordare quale sia stata la nostra miseria esistenziale nei confronti della perfezione del creatore e del suo amore. Ovviamente ciascuno conosce la sua storia e le sue cosiddette attenuanti, ciascuno dunque saprà ben capire insieme a Dio se la sua vita l’ha reso pronto a questa comunione beatifica o al contrario la sua vita l’ha fatto auto-escludere dalla salvezza. In questo modo si elimina l’obiezione del Dio giudice che spara sentenze senza aver dato prova ai suoi fedeli di quale fosse la vera legge, sarà infatti ciascuno, dinnanzi alla luce della grazia divina, a sapere da sé stesso se davvero non aveva visto alcuna luce oppure se i suoi occhi erano semplicemente coperti dal proprio orgoglio.

”Mi sembra un tantino presuntuoso.”

E’ solo statistica.

“In ogni modo, dico da sempre che il messaggio d’amore di Cristo è fondamentale. Il fatto che nacque in rifiuto del sistema di cose dell’epoca, fu dovuto principalmente alla presa di coscienza della diversità dei fatti sociali, rispetto a ciò che veniva teoricamente insegnato come giusto. Ovvero si resero conto che le parole di uguaglianza di Gesù erano state completamente stravolte”

Ma per rendersi conto di una incoerenza tra le parole di Gesù e la realtà bisogna preliminarmente conoscere le parole di Gesù. Ritorna sempre lo stesso discorso: le idee dell’illuminismo sull’uguaglianza sono semplicemente quelle che hanno inconsciamente preso dal cristianesimo liberandole di ogni connotazione trascendentale e fondando l’uguaglianza di tutti gli uomini sulla cosiddetta “natura umana comune”, termine che secondo al filosofia del 900’ non vuol dire assolutamente nulla. Il decostruzionismo razionalista ha distrutto le stesse basi da cui era partito, mostrando che evidentemente l’etica laica non ha appigli solidi su cui appoggiarsi.

”Io invece concordo con Giorello nel ritenere molto più articolato il nostro passato culturale.”

E’ questione di proporzioni, grazie tante che abbiamo derivato qualcosa anche dall’invasione dei Goti, è la proporzione il punto, specie perché gli altri influssi culturali sono stati comunque mediati dal cristianesimo o dal mondo greco romano. Giorello ad esempio dice che la Grecia a sua volta è influenzata dal Vicino Oriente antico, ergo anche noi lo siamo. A parte il fatto che non specifica in cosa consiste questo influsso e che temo stia riprendendo in modo acritico le idee della scuola di Burkert, resta il fatto che questo Vicino Oriente ci ha comunque influenzato solo tramite la rielaborazione che i greci hanno fatto di quei concetti.

“Il problema era se la citazione fosse stata una sorta di investitura ufficiale del cristianesimo come religione di stato europea."

Non lo era.

”Le regole, se ci sono delle regole uguali per tutti, sono nate naturalmente senza la volontà precisa di nessuno. Assunto questo come presupposto, può esistere un Dio che non è affatto il metro di giudizio dell’agire umano.”

La tua credenza sta al limite tra il deismo e quello che in storia delle religioni si chiama “Creatore ozioso”, ossia qualcuno che dopo la creazione s’è limitato ad incrociare le braccia e non interviene più. Curioso sostenere che Dio dalla sua altezza non abbia proprio un parere su ciò che accade. Che le regole siano nate senza la volontà precisa di nessuno è una cosa ovvia non un punto di contrasto, semplicemente prima erano implicite e date per scontate nella vita sociale primitiva fino a quando un bel giorno nel Vicino Oriente furono codificate e messe per iscritto la prima volta. Non è mai esistita una società senza regole che un giorno si sia svegliata ed abbia detto: bene facciamo delle regole, idee base del tipo: non uccidere quel tale, non rubare la sua mucca,ecc. sono date per implicite in tutti i popoli, il problema è che la ragione di questo fatto è unicamente utilitaristica. In nessuna cultura primitiva è tollerato il furto per la semplice ragione che anche il più troglodita degli uomini si rende conto che se lui non rispetta le regole neppure gli altri sono obbligati a rispettarle nei suoi confronti, cioè che se lui ruba gli animali del vicino anche gli altri si sentono liberi di fare lo stesso a lui. La base dell’etica e la sua nascita non hanno nulla a che fare con una qualche stucchevole intuizione del cuore bensì sono puramente prospettive pratico-utilitaristiche inconsce e sedimentate nella società. Il problema dei fondamenti dell’etica si manifesta solo in una civiltà superiore che s’è resa conto del meccanismo inconscio utilitaristico sottostante all’etica, e che dunque vede franare le basi della sua morale. A questo punto diviene ingiustificabile comandi come “non rubare” fuori da una prospettiva utilitaristica, infatti tale prospettiva dice solo perché non è conveniente uccidere e non perché sia sbagliato in sé uccidere. E anche ragionando in prospettiva utilitaristica riecheggia il ragionamento di Nietzsche: perché mai dovresti astenermi dal fare il male se sono il più forte e dunque non temo di patire l’offesa a mia volta? Nietzsche sosteneva che la morale altro non è che una creazione degli schiavi imposta ai padroni per tutelarsi dall’arbitrio del più forte, e che dunque la retorica della difesa del debole altro non sia che un meccanismo inconscio che dice: “se un giorno anch’io fossi debole vorrei essere protetto”, e siamo di nuovo nella prospettiva utilitaristica. Ecco dunque che nelle civiltà superiori dire che le regole sono nate da sole senza l’idea precisa di qualcuno non basta comunque a fondare la loro esigenza, o a dire perché sia sbagliato fare questo o quell’altro. Perché mai non dovrei fare il male? Cosa mi importa della sofferenza altrui se non è la mia e soprattutto perché dovrebbe importarmene? E se di risponde con un “perché un giorno potresti essere nella condizione di chi subisce” non si è ancora risposto alla domanda perché una cosa sia sbagliata in sé ma si è ricaduti nella prospettiva utilitaristica che fa sempre re-indirizzare i ragionamenti in una prospettiva ego-centrata:, ossia meglio non permettere il male libero perché sebbene oggi che sono il più forte mi sarebbe conveniente nulla impedisce alla sorte di ridurmi domani in miseria e dunque di divenire oggetto di offesa, ergo meglio tutelarsi preventivamente.

”Anche molti cristiani lo dicono di Gesù. Ma io mi riferisco ovviamente ad argomentazioni logiche.”

Un cristiano te lo può dire in poesia, un musulmano crede davvero che Allah sia evidente come il sole, e non chiedere a me che argomentazioni abbiano di questo fatto perché dare ragione di ciò che diciamo è un problema di noi occidentali, si può essere sicuri che qualcosa sia certo e al contempo non essere in grado di spiegarlo razionalmente a chi ce ne domandi conto, si chiama irrazionalismo, ed è tipico dei fondamentalismi.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 02/07/2006 21.56]

spirito!libero
00martedì 4 luglio 2006 16:26
“Dunque non ti sei limitato a riportare citazioni da Lessing bensì la spiegazione che ne dà l’autore del sito”

La prossima volta citerò anche la fonte dei concetti. Per chiarire io ho delle cartelle suddivise per argomento nelle quali ci sono dei file di word. Da uno di questi ho preso l’argomentazione relativa a Lessing. Poiché questi documenti li ho scritti diverso tempo addietro non ricordo da dove presi tutte le varie argomentazioni (siti, libri, mail di amici docenti ecc…) In questi documenti non sono presenti interi brani di siti o libri ma concetti e a volte, per brevità, delle frasi. Quindi se a suo tempo presi il concetto dal sito da te linkato sinceramente non lo ricordo. Come vedi non ho citato l’intero brano, se lo avessi fatto avrei citato la fonte. E’ ovvio che questo non posso provarlo deve bastare la mia parola. Se non basta no so cosa farci. In ogni caso cercherò di essere più rigoroso.

“giacché dal tuo ragionamento si evinceva che essa come tutte le altre era per forza falsa, mentre, come dimostrano, si può evincere solo che è indimostrabile, né vera né falsa, al pari di tutte le altre cui si può scegliere di credere “

No, dal mio ragionamento si evinceva che non era possibile capire se era falsa o vera il che la rende irrilevante e che è improbabile che un Dio universale si rivelasse selettivamente ad un singolo popolo o addirittura ad un singolo uomo. Io non ho mai detto che ciò che non è dimostrabile è falso, ho detto che non è vero, il che non equivale a falso, come ho già spiegato. Quindi ciò che è indimostrabile non è ne vero ne falso.

“No, si può generare una proposizione che noi sappiamo è vera ma non è dimostrabile che lo sia. (Una macchina di Turing non può determinare che è vera mentre noi sì)”

Ma in questo caso si parla di linguaggio formale, non di verità in senso generale. Lo so qual è il tuo fine, cioè quello di dire: “visto che esistono verità indimostrabili, allora anche la rivelazione è tra esse”. Ma c’è un problema: mentre negli esempi che si fanno relativi a proposizioni indecidibili l’eventuale verità in esse contenuta è facilmente accertabile dal nostro intelletto (o intuito come sostengono alcuni), negli altri casi, ovvero dove tali verità non siano evidenti, una dimostrazione o prova della veridicità è necessaria. Inoltre il fatto che non possa essere “formalmente” dimostrata è irrilevante. A me non interessa che venga “formalmente” dimostrata bensì che sia una verità condivisa, ovvero che il genere umano intero la consideri in un certo senso verità.

“E su che parametro l’hai scorto?”

Avrò usato lo stesso parametro di Lessing ?

“Io invece stamattina mi sono svegliato con al rilevazione che la rivelazione centrale dei tre monoteismi e la violenza, ed ho una caterva di passi e di opere scientifiche pronte da usare pro domo mea. “

Il messaggio d’amore è facilmente riscontrabile nei vangeli e non credo debba essere io ad evidenziartelo. Mentre i pochi passaggi che potrebbero essere interpretati come incitazione alla violenza, sono numericamente irrisori e comunque di dubbia interpretazione. Tu stesso hai citato Paolo che ha scritto un inno all’amore, ergo è lapalissiano che l’amore era il fulcro della predicazione di Cristo.

“L’incapacità dei predicatori di adeguarsi alla dottrina che predicano non scalfisce la dottrina in sé, è solo un problema di chi non è alla sua altezza”

E ritorniamo al vecchio discorso del predicare bene e razzolare male. Ho già affermato e dimostrato come il predicatore debba essere all’altezza del messaggio che insegna, soprattutto se questo messaggio è interpretabile in diversi modi. Ovviamente per messaggero intendo il vertice che definisce cosa è ortodosso e cosa no, non il singolo preticello di periferia.

“Inoltre troppo comodo parlare quando non si deve rispondere di duemila anni di storia”

A chi ti riferisci a me o al buddismo ?

“specie perché non esiste nessuna bilancia che possa valutare quale sia stato l’attivo e quale sia stato il passivo del clero cristiano in questi duemila anni, se anche dunque questo criterio fosse sensato (e non lo è), non ci sarebbe modo di attuarlo“

Bene allora cerchiamo di attualizzare la questione ricordando la storia recente, magari parlando di IOR, delle collusioni vaticane con il fascismo, ecc…
Questo, unito ad episodi noti della storia meno recente, è ciò che mi fa ritenere semplicemente impossibile che questo sia il canale di Dio in terra. L’attivo di cui parli, sta nelle opere dei singoli uomini, ribaltando quello che è il tuo concetto di responsabilità: le azioni negative spesso sono partite dal vertice, mentre le azioni degne di merito sono partite SEMPRE dalla base.

“Tu attribuivi la limitazione della libertà al cristianesimo in sé, non al suo clero, come se la religione in sé fosse intrinsecamente anti-liberale, teoria assai discutibile. “

Non al cristianesimo, bensì al cattolicesimo, ovvero ai dogmi contro i quali non esiste alcuna possibilità, non solo di smentita, ma nemmeno di indagine.

“Inoltre hai fatto una sparata fenomenale con quel “per millenni””

Era un’iperbole ovviamente.

“Dopo la Controriforma non c’è proibita la Bibbia bensì le traduzioni della Bibbia in volgare fatte dagli eretici”

Tu conosci qualche traduzione della Bibbia fatta in volgare dalla CCR ? E’ ovvio che non volesse una traduzione in una lingua compresa dal popolo, come mai ? avrebbe dovuto spiegare troppe cose, difatti quando le traduzioni si sono diffuse è nato il dissenso vero. A tal proposito dal sito www.animelibere.net/modules.php?name=Forums&file=viewto... cito un passaggio di Sergio Frau:

“Una relazione di prelati inviata al Papa nel 1533 avverte: «Debbono farsi tutti gli sforzi acciocché si permetta il meno possibile la lettura del Vangelo... Basti quel pochissimo che suol leggersi nella messa, né più di quello sia permesso leggere a chicchesia. Finché gli uomini si contentarono di quel poco, gli interessi della Santità Vostra prosperarono. Ma quando si volle leggere di più, cominciarono a decadere. Quel libro, insomma (Il Vangelo, cioè. ndr), è quello che più di ogni altro ha suscitato contro di noi i turbini e quelle tempeste per le quali è mancato poco che noi fossimo interamente perduti. Ed invero, se qualcuno lo esamina interamente e diligentemente, e poi confronta le istruzioni della Bibbia con quel che si fa nelle nostre chiese, si avvedrà subito che la nostra dottrina è molte volte diversa e, più spesso ancora, ad essa contraria...».”

“intento a far leggere ai poveri contadini coi loro stessi occhi sulla sua traduzione che la cattiva Chiesa li ingannava su molte dottrine. “

Intento nobilissimo.

“Caso mai questa dicotomia si producesse, costui non starebbe più svolgendo il mandato per cui è stato assunto e dunque sarebbe lecito licenziarlo”

Ma davvero ? Ecco che riaffiora l’assolutismo. Il suo compito è insegnare quale sia il magistero ufficiale, non essere d’accordo con esso. Ergo se insegnasse correttamente la dottrina, ma dicesse altresì che non è d’accordo, si limiterebbe ad esternare un parere personale. Ti rammento a tal proposito che i reati di opinione negli stati civili sono stati aboliti da qualche decennio.

“In realtà il problema non si pone perché non esiste un “la Bibbia dice così””

Dove avrei parlato di bibbia ? Io ho detto “la Chiesa dice così, ma io la penso cosà” e tu mi hai risposto che colui che osasse dire una cosa del genere verrebbe licenziato, non si capisce perché visto che assolverebbe comunque il compito assegnatogli.

“Sì, viva la libertà. Le tue idee le divulghi in privato, non quando insegni per conto di qualcun altro. “

Ma davvero ? E da quando è proibito ad un cattedratico esprimere la propria opinione ? Certo nei regimi fascisti o comunisti non era consentito dissentire ed esprimere la propria opinione. Devo quindi dedurne che anche all’interno dell’apparato cattolico vige il medesimo sistema ? complimenti.
Non ci vedo proprio nulla di male nell’insegnare che la Chiesa sostiene ad esempio che Gesù non avesse fratelli ed affermare, in concomitanza, che la propria opinione personale è opposta.

“Qui non si tratta di qualche filosofo isolato, siamo a livelli di cinquanta scomuniche per sinodo, segno che il clima intellettuale zampillava”

Io direi sintomo dell’insostenibilità della dottrina ufficiale.

“le percentuali di condanna a morte arrivavano a malapena al 2% “

Hai la fonte di questo dato ?

“Dipende. Con gli strumenti che abbiamo oggi no, perché sono materiali. Esattamente come un greco non avrebbe potuto dire di quali strumenti avremmo disposto nel 2006 così io non posso immaginare a quale comprensione dell’universo o dell’ordine cosmico arriveremo tra duemila anni. “

No, ti contraddici. Prima sostieni che l’uomo non potrà mai ne indagare Dio ne avere la prova della sua esistenza, ora credi alla possibilità che un giorno l’uomo sarà in grado di creare uno strumento che rilevi Dio.

“Trascendente, trascendentale vuol dire tutt’altro. “

Ci eravamo detti di non essere puntigliosi perché non rileggiamo i post kilometrici, ovviamente mi sono confuso nello scrivere il termine.

“Il ragionamento si può ribaltare. Le leggi sono state messe sono l’egida di Dio per rafforzarle o le leggi sono forti perché sono sotto l’egida di Dio? Il primo atteggiamento cerca una causa psicologica ma non la dimostra, né può farlo”

Non dimostra cosa ? Se mi dici che non può essere dimostrato con certezza il discorso psicologico, ti smentisco perché tutti gli psicologi lo possono confermare e tu stesso mi hai detto che una cosa è la legge degli uomini e un’altra è pensare che la legge venga da Dio, sottintendndo l'aspetto psicologico della questione, se invece intendi che è indimostrabile il fatto che siano state messe sotto l’egida di Dio questo è vero. Ritorniamo tuttavia punto e a capo, ovvero essendo Dio un ente indimostrato sorge spontanea la domanda: è più probabile che sia apparso su di un monte qualsiasi e abbia dato ad un singolo uomo delle leggi o che invece costui o chi ha reso per primo l’episodio abbia raccontato questa storia per dar forza alle proprie leggi ? Se queste novelle ci venissero lette senza commenti, le prenderemmo tutti per semplici favole per bambini.

“No, la salvezza del cristiano è Cristo, il comportarsi bene in terra è solo una preparazione alla comunione con Cristo nell’altra vita”

Bene allora da domani cederò alla fede in Gesù e poi farò quel che mi pare. Insomma come i mafiosi per intenderci. Bernanrdo Provenzano, il boss dei boss spietato assassino pluriomicida, ha una fortissima fede, è stato trovato con diverse Bibbie che leggeva tutti i giorni, pregava e adorava Gesù. Nei pizzini salutava sempre con “Dio ti benedica” e faceva continui riferimenti a Gesù al quale raccomandava la salute della propria famiglia. Insomma un uomo religiosissimo, a quanto mi dici costui sarà salvato.

“La causa del salvataggio per il cristiano non sta nelle azioni del fedele (giacché questo significherebbe affermare che ci si può salvare da soli, che si può essere così bravi da meritare e poter esigere Dio), la salvezza del cristiano sta invece nella fede in Cristo e avviene solo per la sua grazia”

Mi confermi dunque che Bernardo Provenzano verrà salvato.

“la communio con Cristo, che sarà tutto in tutti”

Per alcune scuole di buddismo anche l’uomo una volta svincolato dalla condanna delle rinascite sarà tutt’uno con il tutto.

“Tutte le azioni del cristiano sono in prospettiva cristocentrica, non esiste una vuota realizzazione individuale di sé nel cristianesimo che prescinda dal Gesù Cristo, mentre invece la realizzazione senza dèi è il cardine del buddismo. “

In realtà ciò che dici è una realizzazione del se ! Solo che invece di avere la giustificazione in noi stessi, la si trova esternamente, solo questa è la differenza.

“Questo non è un criterio utile”

Secondo me la civilizzazione dell’umanità intera, l’aver creato documenti come la carta dei diritti umani (che il vaticano non ha ratificato), sono invece proprio i criteri migliori per giudicare dove portano le strade.

“ci sono troppi “illuminati” che non consideri”

Se mi parli di illuminati alla Russel è lapalissiano perché non li considero.

“Come già detto il consenso su qualcosa non è indice della sua verità, e nemmeno quanto sia tranquillizzante una tesi è sintomo della sua verità”

Ma io ho parlato anche dei risultati concreti che una strada ha portato in terra.

“Dire che li scegli perché hanno fatto progredire l’umanità è ugualmente insensato, sopratutto perché la parola “progresso” è in sé problematica e occorrerebbe specificare sotto che punto di vista”

Il punto di vista è molto semplice: arrivare ad obbiettivi comunemente accettati come fondamentali: la pace, la fratellanza, l’altruismo ecc…

“Se la società in cui vivo sia più progredita a livello morale rispetto a 50 anni fa proprio lo ignoro, accanto a conquiste importanti vanno affermandosi pericolose derive”

Sai bene che le derive, di qualsiasi “cosa” umana, sono incancellabili.

“Dire che sceglie quelle verità perché diminuiscono al sofferenza e danno la felicità è ugualmente privo di senso, questo si può dire di qualunque verità oppiacea, non a caso si parla di “beata ignoranza”, perché spesso si credono enunciati falsi solo perché ci fanno felici o ci evitano di soffrire. Non è dunque un criterio di discernimento valido”

Non si sta parlando di “palliativi”, bensì di strade concrete. Il progresso dell’umanità non può avvenire per “ignoranza” poiché l’uomo è in continua ricerca del vero. Una volta scoperta una falsità il genere umano è naturalmente portato ad abbandonarla, quindi il tuo discorso non sta in piedi. Se domani si provasse che il cristianesimo è un falso, la maggioranza delle persone lo abbandonerebbe, anche se un’esigua minoranza continuerebbe a crederci. Di questi, una buona parte perché lo continuerebbe a ritenere autentico, mentre solo un’esigua minoranza si tapperebbe occhi e orecchi per poter credere all’illusione.

“Se poi per progresso si intende la pace sociale allora già i sofisti ………Di nuovo criteri “pro domo tua”, non mi hai detto perché è male uccidere ma perché non ti fa comodo che si uccida”

Per rispondere a tutta la tua obbiezione mi rifarò al pensiero del Professor Luigi Lombardi Vallauri, ordinario di Filosofia del Diritto all'Università di Firenze (Dal 1976 al 1997 ha avuto la cattedra anche all'Università Cattolica di Milano), con il quale mi trovo in completo accordo, citando alcuni brani ricavati dal suo articolo intitolato “Serve, Dio, in etica?”

Ritornando al nostro dibattito, partiamo da questo concetto:
“Accettare un’autorità in base a buoni argomenti personalmente controllati è atto dell’uomo; accettare un’autorità
perché essa si proclama tale è atto del fanatico”.

Da ciò deriva anche la parafrasi della famosa frase di Aristotele :” «amicus Petrus, magis amica veritas», [ovvero] Pietro è utile in proporzione a quanto è vero, veritiero.”

Per Pietro si intende il papato ed il suo magistero.

“e non può concepire se stesso se non come una tra le istanze che concorrono a scoprire l’etica umana universale, etica che assolutamente non ha già in tasca e che impara continuamente (non sempre sollecitamente e brillantemente) anche dagli altri. I laici con i loro argomenti escluso quello di autorità, i cattolici con i loro argomenti incluso quello (revisionato) di autorità, sono gli uni e gli altri alla ricerca, progressiva, mai conclusa, di un’etica universale all’altezza dei tempi: dei problemi, e anche delle intuizioni etiche, propri di ciascun tempo."

Vallauri sostiene che l’unico giudice in etica e in assiologia è: “l’esperienza qualificata”. Il punto di arrivo che deve derivare dal dibattito di tutte le parti, laici e religiosi è l’etica laica universale.

Per quanto concerne la tua domanda sui fondamenti del bene e del male tra gli uomini:

“per quanto concerne i rapporti degli uomini tra loro e con gli altri esseri accessibili nell’esperienza, la ragione può desumere etica dall’ontologia di questi stessi esseri, dai loro bisogni costitutivi, dalla natura delle cose, dalla logica strutturale delle situazioni, nella luce che viene dall’intuizione commossa e discussione critica dei valori; non da Dio. Il Dio (aporetico, «koanico»!) della metafisica, qualora riconosciuto dotato di senso ed esistenza, può utilizzarsi in etica come origine e fondamento oppure come garante e sanzionatore escatologico; non come fornitore di contenuti normativi. L’esistenza di un Dio legislatore e remuneratore può servire a dare alle norme etiche serietà divina. Ma il loro contenuto (che verrà poi investito, nell’ipotesi teista, di questa serietà) si desume aliunde. Io non conosco filosofi moralisti che abbiano letto nell’essenza o nella volontà del Dio della teologia naturale specifici comandamenti. Dio è troppo imperscrutabile perché gli si possa leggere dentro. Si può leggere nell’ontologia delle cose e attribuire a Dio il risultato della lettura. Quindi a parte la questione della forza o della serietà, Dio (per quanto concerne i rapporti degli enti creati tra loro) è eticamente irrilevante. Arriverei a dire che è irrilevante anche come origine/fondamento, ossia come autore, legislatore, etico: perché o comanda l’etica vera, quella che la ragione conosce e riconosce per virtù propria, e allora merita obbedienza; oppure comanda un’etica contraria all’etica vera, e allora è un tiranno etico, cui si dovrebbe disobbedire e si obbedisce, se mai, non-eticamente, per paura. Anche Dio, se esiste, è misurato dal logos, dalla legge eterna (ontologica, logica, etica) valida in sé e non perché lo dice qualcuno. Nell’ambito dell’etica laica-universale non c’è spazio per un positivismo etico, neppure divino. A Dio può restare (non è cosa da poco) la funzione di giudice e remuneratore escatologico, pura «bocca » (e «braccio») della legge; sempre che la legge non comprenda in sé (come la legge (karmica) anche la procedura, impersonale, di remunerazione. Sgombrato il campo anche da questo secondo equivoco (essere diversa l’etica con Dio da quella senza Dio), possiamo tornare all’affermazione già fatta, che in etica si può guardare alle sole tesi e ai soli argomenti, da qualunque parte essi provengano. Si svuota così la
diatriba etica laica-etica religiosa. L’etica che interessa tutti, laici e religiosi, è l’etica laica-universale; per riconoscerla, per costruirla, non sono particolarmente rilevanti né il papa né Dio. Si osserverà: tutte le religioni teiste, e segnatamente il cattolicesimo, si proclamano, però, «rivelate» – tramite profeti – da Dio stesso, quindi detentrici di un’etica valida autoritativamente, al di là degli argomenti di ragione reperibili a favore delle sue norme. Ma: a) occorrono argomenti di ragione a favore dell’origine divina di questa o quella asserita rivelazione, e tra gli argomenti non può certo mancare il valore universale della sua etica; b) tutte le religioni teiste (e segnatamente il cattolicesimo) asseriscono inoltre che il loro Dio è quello eticamente perfetto, che proprio la loro etica rivelata è l’etica laica-universale, quella che manifesta veritieramente l’uomo all’uomo. Per questi due essenziali motivi si devono comunque, prima o poi, poter trovare argomenti di ragione a favore di un’etica che si asserisce rivelata, pena i già deprecati fanatismo e positivismo. Il filosofo morale, credente e non credente, farà bene a tenere in attenta considerazione le etiche «rivelate»; ma come miniere di suggerimenti; neppure il credente può accettarle solo in virtù del principio di autorità. La fede, se deve rimanere atto umano, è sempre sub iudice, e giudice ultimo è necessariamente l’umano. Dio stesso non può, creando l’uomo, avere stabilito economia diversa da questa. [..] Il logos, inteso come l’insieme delle necessità intelligibili, diciamo pure come l’insieme delle verità eterne, è sottratto a Dio e a ogni altra entità normativa, [..]Il logos, se esiste, esiste per necessità intrinseca, non perché lo pensa o lo crea qualcuno. L’esempio migliore è la matematica, che è la parte più ricca, più nota, più smagliante del logos protologico; [..]Se l’etica è logos come lo è la matematica, Se l’etica è logos, anch’essa è sottratta a Dio. Dobbiamo vedere l’etica come un prodotto, come un’opera, nel senso in cui La divina commedia è un’opera di Dante, che non sarebbe esistita se Dante non la scriveva?
Se l’etica è logos come lo è la matematica, chiaramente no. La matematica sarebbe quella che è sia se Dio non esistesse, sia se Dio esistesse; in questo secondo caso sarebbe quella che è, per così dire, «in faccia a Dio», e malgrado ogni sua eventuale preferenza per una matematica diversa. Dio, e ogni altra pensabile entità normativa, è cosa con la quale e senza la quale la matematica resta tale e quale. Lo stesso dovrebbe valere per l’etica. Nella coscienza comune invece le due discipline (o le due aree di verità/logos) vengono separate.
Nemmeno i fondamentalisti religiosi, credo, asserirebbero che Dio è il Creatore libero e il Signore onnipotente della matematica. Dio, come il Re di Il piccolo principe di Saint-Exupéry, può solo, nella sua saggezza, ordinare alla matematica di essere quella che è, quella che – per necessità intrinseca – comunque è. Le Scritture sono irrilevanti in matematica. Il logos protologico è God-free e Bible-free. Su questo c’è accordo generale. se esiste una verità etica universale, questa verità non può essere il prodotto di un soggetto, sia esso unico o plurale, divino o creaturale, umano-trascendentale, umano-cerebrale o umano-culturale. Una verità etica universale può solo essere una necessità intrinseca, sottratta a ogni volontà o preferenza. Nessuna autorità, né in cielo né in terra,
può liberamente statuirla; un soggetto può solo scoprirla o – se onnisciente – saperla da sempre e sottoscriverla. In breve: o non esiste una verità etica universale, e allora la verità etica «di Dio» è solo una verità etica tra molte; o esiste una verità etica universale, e allora Dio, come tutti, può solo riconoscere quella stessa verità, senza nulla aggiungere o sottrarre. Una verità non è una persona e non dipende dall’opinione di una persona. Anche in etica, se l’etica è logos, Dio è vincolato dal logos. Anche l’etica, se vera, è God-free e Bible-free”. [..]ogni Dio a noi noto tramite rivelazione ha fatto cose, sostenuto opinioni, irrogato sanzioni, che contraddicono violentemente alcuni dei nostri più solidamente fondati valori e principi etici. Certo, si deve ammettere che ognuno dei Dio rivelazionali ha fatto o detto anche cose eticamente egregie, ha nutrito di suggerimenti preziosi il progresso storico mai concluso dell’etica. Ma ciò non toglie il punto decisivo: se siamo in grado di distinguere, in questa o quella «parola di Dio», l’accettabile e l’inaccettabile, il superato come frutto di mentalità barbara e primitiva e il sempre valido e attuale, allora il criterio non è più la «parola di Dio», il criterio sono i (nostri) buoni argomenti.”


Con queste chiare, precise e inoppugnabili argomentazioni ho risposto al problema che hai posto.

Per chi fosse interessato segnalo questo link: www.swif.uniba.it/lei/rassegna//011228i.htm in cui troverete una bella intervista al professore da cui traggo questo passaggio finale:

"Da tanti anni lei pratica tecniche di meditazione. Non sarà diventato buddhista?

«Di tutte le religioni che lottano in Italia per il mercato delle anime, la più strana è il cattolicesimo. Se venisse un nuovo movimento che sostiene di avere un capo infallibile e un fondatore di cui viene mangiato il corpo in modo reale e non simbolico, diremmo che è la più stravagante di tutte le sette. Ma io non sono buddhista o new age. Credo che l'Occidente abbia bisogno di meditazione in questo deserto postcristiano, e che la mistica sia necessaria come il pane»."

Non risponderò a molte obiezioni seguenti (in merito ad etica e Dio) perché già nel trattato riportato trovano esauriente risposta. Inoltre con quanto esposto rispondo alla parte seguente del tuo post in cui parli della filosofia morale e del Logos come metro universale.

“Infatti stai confrontandoti con la mia dottrina la quale dice una cosa ovvia, che Dio se è Dio non è indagabile.”

Ma noi non stiamo parlando dell’indagabilità ontologica di Dio, bensì dell’indagabilità della sua rivelazione e della logica che sta dietro alle sue leggi. Queste devono essere indagabili proprio per permettere all’uomo di decidere da che parte stare. Quindi il trincerarsi dietro l’indagabilità della logica e dell’etica è sinonimo di contraddizione. Riporto un divertente ma significativo brano che può dar l’idea di cosa implichi un Dio irrilevabile:

Da: Il mondo infestato dai demoni. La scienza e il nuovo oscurantismo. Baldini & Castoldi
Un drago nel mio garage - Carl Sagan

«Nel mio garage c’è un drago che sputa fuoco». Supponiamo (sto seguendo un approccio di terapia di gruppo praticato dallo psicologo Richard Franklin) che io vi dica seriamente una cosa del genere. Senza dubbio voi vorreste verificarla, vedere il drago con i vostri occhi. Nel corso dei secoli ci sono state innumerevoli storie di draghi, ma nessuna vera prova. Che opportunità fantastica!

«Ce lo mostri», mi dite. Vi conduco nel mio garage. Voi guardate e vedete una scala, dei barattoli vuoti, un vecchio triciclo, ma nessun drago. «Dov’è il drago?» chiedete. «Ah, è proprio qui», vi rispondo, facendo dei cenni vaghi. «Dimenticavo di dirvi che è un drago invisibile». Voi proponete di spargere della farina sul pavimento del garage per renderne visibili le orme. «Buona idea», dico io, «ma questo è un drago che si libra in aria». Allora proponete di usare dei sensori infrarossi per scoprire il suo fuoco invisibile. «Idea eccellente, se non fosse che il fuoco invisibile è anche privo di calore». Voi proponete allora di dipingere il drago con della vernice spray per renderlo visibile.

«Purtroppo, però, è un drago incorporeo e la vernice non fa presa su di lui». E così via. A ogni prova fisica che voi proponete, io ribatto adducendo una speciale spiegazione del perché essa non funzionerà.

Ora, qual è la differenza fra un drago volante invisibile, incorporeo, che sputa un fuoco privo di calore e un drago inesistente? Che senso ha la mia asserzione dell’esistenza del drago se non esiste alcun modo per invalidarla, alcun esperimento concepibile per confutarla? Il fatto che non si possa dimostrare che la mia ipotesi è falsa non equivale certo a dimostrare che è vera. Le affermazioni che non possono essere sottoposte al test dell’esperienza, le asserzioni non «falsificabili», non hanno alcun valore di verità, per quanto possano ispirarci o stimolare il nostro senso del meraviglioso. Quello che io vi chiedo, dicendovi che nel mio garage c’è un drago, è in pratica di credermi sulla parola, in assenza di alcuna prova.

L’unica cosa che voi avete realmente appreso dalla mia affermazione che nel mio garage c’è un drago è che c’è qualcosa di strano nella mia testa. In assenza di alcuna prova fisica, voi vi chiederete che cosa mi abbia convinto. Penserete certamente alla possibilità che io abbia fatto un sogno o abbia avuto un’allucinazione. Ma allora, perché sto prendendo tanto sul serio la mia idea? Forse ho bisogno di aiuto. Come minimo, può darsi che io abbia gravemente sottovalutato la fallibilità umana.

Immaginiamo che, benché nessuno dei test dia esito positivo, voi vogliate rimanere scrupolosamente aperti a qualsiasi possibilità. Perciò non rifiutate decisamente la nozione che nel mio garage ci sia un drago che sputa fiamme, ma adottate semplicemente una posizione di attesa sospendendo il giudizio. Le prove esistenti sono fortemente contrarie all’ipotesi del drago, ma se ne emergeranno altre voi siete pronti a esaminarle e a vedere se vi convincono. Senza dubbio non sarebbe bello se io mi offendessi perché non mi credete; o se vi criticassi accusandovi di essere noiosi e privi di immaginazione, semplicemente per avere espresso il giudizio di «non dimostrato».

Immaginiamo che il responso dell’esperienza fosse stato diverso. Il drago è invisibile, va bene, ma lascia delle impronte sulla farina. Il rivelatore nell’infrarosso segnala che esso emana calore. La vernice spray permette di vedere una cresta dentellata che danza in aria. Per quanto scettici possiate essere stati in precedenza sull’esistenza dei draghi - per non parlare dei draghi invisibili - ora dovete riconoscere che qui c’è qualcosa e che ciò che si osserva sembra conciliarsi con un drago invisibile che sputa fuoco.

Consideriamo ora un altro scenario. Supponiamo che a sostenere la strana idea dell’esistenza dei draghi non ci sia solo io. Supponiamo che anche vari altri vostri conoscenti - tra cui persone che non si conoscono certamente fra loro - vi dicano di avere dei draghi nei loro garage, ma che in ogni caso le prove siano terribilmente elusive. Tutti noi ammettiamo che ci dà fastidio dover credere a una convinzione tanto strana e così mal sostenuta da prove fisiche. Nessuno di noi è pazzo. Noi ci chiediamo che senso avrebbe se in tutto il mondo dei draghi invisibili fossero effettivamente nascosti nei nostri garage, con tutti noi a crederci. Io penso che non sia così. Ma se tutti quei miti antichi dell’Europa e della Cina, dopo tutto, non fossero solo dei miti…

Meno male che adesso c’è chi dice di aver visto delle impronte nella farina. Quelle impronte, però, non si producono mai alla presenza di persone scettiche. Si presenta allora una spiegazione alternativa: a un attento esame appare chiaro che le orme potrebbero essere una contraffazione. Un altro entusiasta dei draghi si presenta con un dito bruciato e lo attribuisce a una rara manifestazione fisica del respiro infuocato del drago. Anche questa volta, però, ci sono altre possibilità. È chiaro che per scottarsi le dita non occorre esporle all’alito infuocato di un drago invisibile. Tali «prove» - per quanto importanti possano considerarle i fautori dei draghi - non sono affatto conclusive. Ancora una volta, l’unico approccio ragionevole consiste nel rifiutare provvisoriamente l’ipotesi dei draghi, nell’essere disponibili a valutare futuri dati fisici che dovessero presentarsi, e nel chiedersi per quale motivo un così gran numero di persone sobrie e sane di mente condividano la stessa strana illusione.”



“E invece di parlare dove aver ascoltato i Telegiornali forse sarebbe il caso di leggere i libri di Ratzinger sull’argomento teodicea”

Io non ho solo ascoltato i telegiornali, bensì ho letto il discorso di Ratzinger, tutto intero, ne riporto un estratto:

“In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio - un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? "

Credo che anche un bambino capirebbe il sentimento che sta dietro queste parole e la deduzione che ne ho tratto è altrettanto logica.

“No, la Bibbia stessa dice che Mosè diede delle leggi “per tutti i popoli”, vale a dire che per la Bibbia in tutti i popoli ci sono quei minimi precetti che se seguiti possono configurarsi come condotta onesta”

In tutti i popoli “ci sono” ? Questa frase non vuol dire un emerito nulla. Dio ha di fatto dato ad un unico uomo sulla terra la sua legge, è ovvio che tale legge valesse per tutti, ma il fatto eclatante è che ha scelto un uomo su tutti al quale rivelarla.

“Inoltre non sono solo intere popolazioni ad essere ignare della volontà di Dio ma anche Israele stesso”

Questo non fa che peggiorare la situazione !

“per il cristiano c’è una rivelazione progressiva che si chiude solo con l’ultimo libro del NT”

Anche questo non è che ti aiuti molto.

“Dio non poteva assolutamente dare in blocca la sua piena rivelazione ad un popolo tribale, l’ha condotto a tappe come un pedagogo al fine di fargli raggiungere la maturazione sufficiente prima di ogni nuova rivelazione”

Stai sviando il discorso, non si sta parlando di rivelazione tutta intera, ma di rivelazione, anche se parziale nella sostanza, a tutta l’umanità piuttosto che ad un uomo solo o a un popolo solo.

“Una rivelazione parziale si ha dunque in qualunque uomo, in quanto homo religiosus che contempla il mondo. “

Quanto vuote e arcaiche sono queste parole. In ogni modo tenti di confondere ancora il discorso. Non si sta parlando della rivelazione di Dio in quanto persona, ma della sua legge.

“Quanto poi a quello che seguirà ho avuto la spiacevole impressione che tu abbia risposto al mio post senza prima averlo letto tutto”

L’ho letto tutto, ma evidentemente, data la lunghezza e le diverse argomentazioni, sommate alla mia stanchezza stagionale, mi hanno portato a ciò che dici.

“Infatti sulla questione: “ma perché devo seguire una legge se non ho la garanzia che è giusta” mi hai infarcito di domande senza evidentemente sapere che c’era una risposta alle obiezioni sollevate a fondo pagine. “

Comunque ho notato questa cosa anche in alcune tue domande/risposte. Del resto essendo post lunghi, uno li legge prima tutti e poi prende punto per punto e risponde. Nel rispondere può essere che sfugga qualcosa.

“e Dio ha dato una legge, va seguita al di là che si ritenga personalmente giusta o no, sbaglio ?”
“Naturale”

Non è naturale affatto invece !

“1)Chi lo fa ipocritamente e solo per evitare eventuali pene”

E allora ? Secondo la tua logica sarebbe comunque salvato.

“2)Chi abdica dalla ragione e fa qualcosa che non ritiene giusto per seguire quello che ritiene un ordine di Dio. Questo secondo atteggiamento dal punto di vista cattolico ha senso solo se preliminarmente si è arrivati a ritenere ragionevole che il messaggio di Dio che ci fa andare contro le nostre convinzione sia davvero di Dio, solo in questo caso infatti ha senso dire che mi attengo ai precetti di chi ne sa più di me”

Ovvero ecco perché gli Islamici si fanno saltare in aria. Questo, caro Polymetis, è proprio quello che fa delle religioni delle sette fanatiche. Io sostengo invece che una legge va seguita unicamente perché considerata eticamente giusta, proprio in virtù del fatto che l’etica deve essere universale. Se anche Dio stesso mi ordinerebbe di uccidere mio figlio, io probabilmente non lo farei.

“Dire che ogni corpo sente in maniera diversa non conduce all’arbitrarismo più totale perché esistono percezioni sensoriali che sono comuni a tutto il genere umano, cioè quelle dei cinque sensi”

I sensi sono comuni, non le percezioni. Tu come fai a saperlo ? Se puoi saperlo, allora puoi utilizzare lo stesso parametro per le altre percezioni.

“Dire cosa è più importante di cosa implica un metro esterno di misura”

Appunto, l’etica universale.

" La chiesa si limita a fare il suo solito et-et: “sia l’agire sia il credere”

Veramente a me sembra che la CCR insegni tutt’altra cosa, vediamo di prendere i documenti (prendo spunto sempre dall’articolo di Vallauri):

“«La Sacrosanta Chiesa Romana fermamente crede, professa e predica che nessuno di coloro i quali si trovano fuori della Chiesa cattolica, non solo i pagani, ma nemmeno gli ebrei o gli eretici o gli scismatici, possono aver parte alla vita eterna; ma andranno nel fuoco eterno se non si riuniranno ad essa prima della fine della vita;
e che il valore dell’unità del corpo ecclesiastico è tale, che solo per i suoi fedeli i sacramenti ecclesiastici giovano alla salvezza, solo per i suoi fedeli i digiuni, le opere di misericordia e gli altri doveri religiosi e gli esercizi della milizia cristiana ottengono i premi eterni. E che nessuno, per quante opere di misericordia compia, anche se sparge il suo sangue per il nome di Cristo, può salvarsi, se non rimane nel grembo e nell’unità della Chiesa cattolica»
(Concilio di Firenze, ecumenico XVII, approvato
da Eugenio IV, anno 1442).

e se i concili sono infallibili………

“Mi stai chiedendo un giudizio semplicistico perché non si può descrivere l’intera vita di una persona e il suo mondo interno con la frase “crede ma è disonesto””

No ? certo che si, vedi Bernardo provenzano, la sua fede è indiscussa, come la sua condotta su questa terra.

“in linea di principio Dio non dovrebbe condannare nessuna delle due categorie”

Non mi sembra che sia quello che insegna la CCR, a meno che non si sia contraddetta.

“O si ritiene che la propria vita non ha più senso e dunque la si ritiene senza valore, andare in cella o essere in un hotel degli Emirati è uguale. In questo caso la certezza della pena è irrilevante perché la propria vita è diventata irrilevante”

Se anche fosse come dici, varrebbe la medesima cosa per chi infrangesse una legge divina rivelata chiaramente.

“E da quando la scelta è una vera scelta solo si hanno gli elementi certi per dirimere la questione?”

Non ho parlato di verità, ma di responsabilità personale di chi sceglie, non confondere le parole. Ho detto che è pienamente responsabile colui che è a conoscenza delle leggi o che ha tutti i mezzi per informarsi su di esse. La legge non ammette ignoranza perché da a tutti la possibilità di informarsi. Ma se una legge non è stata divulgata, anche se approvata, non viene ritenuta infranta nel momento in cui il cittadino non poteva esserne a conoscenza. Questo principio è universalmente riconosciuto dagli stati civili.

“bensì devono essere ragionevoli”

Quel “ragionevoli” è tanto opinabile quanto l’esistenza stessa di Dio.

“c’è abbastanza luce e c’è abbastanza tenebra per fare la propria scelta”

Questo non è fondato su alcun elemento logico e oggettivo. E’ un’opinione personale e in quanto tale conta meno di zero. Difatti vi sono persone che sono convinte che sia stata dimostrata inconfutabilmente l’esistenza di Dio e altri che sostengono l’esatto contrario. Attenzione costoro non pensano che vi siano elementi per credere o per non credere, sono convinti che la loro teoria sia incontrovertibile.

“Come già detto il problema sta unicamente nella sincerità del cuore e negli elementi a disposizione”

Concordo.

“E’ ovvio che Dio non condannerò qualcuno nato in Babilonia 4000 anni fa perché ha creduto all’astrologia”

Ovvio perché ? Tante altre cose “ovvie” sono invece ritenute dai cattolici errate.

“Vale a dire che per il cristianesimo chi non si sottomette alle leggi di Cesare viene comunque considerato peccatore”

Anche chi non si sottomise alle leggi raziali del fascismo ?

“Vale a dire che non basta essere in disaccordo con una legge per non rispettarla, purché si sia in democrazia ovviamente”

Come stona quel “purché”. Definire dove vi sia democrazia è tanto difficile quanto dimostrare Dio. Negli USA c’è democrazia ? Tutti direbbero di si, bene allora coloro che a Guantanamo sono imprigionati, dovrebbero assoggettarsi a quelle inumane leggi detentive ?

“Dio condanna solo chi fa il male sapendo di commetterlo”

Benché io non condivida il concetto cattolico di condanna ne di giudice, concordo che qualora esista un giudizio divino, non può che consistere in ciò che hai affermato.

“Questo argomento si basa sull’intelligibilità della legge morale incarnata nell’ordine cosmico, su questa esperienza che trova la sua radice nella comune ragione di cui sono provvisti tutti gli uomini (il to koinon), cioè a cui partecipano tutti gli uomini, si basa anche la riflessione eraclitea. Il sapiente di Efeso poteva iniziare le sue frasi dicendo: “Non ascoltando me, ma il lógos si può convenire che…,”(Dk 50) e poteva dire: “Esiste una sola sapienza: riconoscere l'intelligenza che governa tutte le cose attraverso tutte le cose.” (DK 41) “

Con queste parole, come ho già detto, non fai che confermare quanto riportato del discorso di Valluari.

“dire che una cosa è contingente perché creduta solo da 1/5 del pianeta non implica che sia falsa o che valga uguale a alle credenze negli altri 4/5 del pianeta”

No. Benché tu abbia posto delle premesse condivisibili, ne hai derivato una deduzione che condivisibile non è affatto. Confondi l’etica derivata dalla ratio con la rivelazione. Il resto del pianeta, come tu stesso ammetti, accetterebbe quei principi etici se li riconoscesse come razionalmente fondati. Mentre noi in questa discussione, stiamo parlando di leggi fondate sulla rivelazione. Se in esse ve ne sono di condivisibili in quanto fondate da argomenti diversi dalla dettatura divina, saranno accettate dai più, mentre saranno rifiutate, come in realtà lo sono, quelle realative alla rivelazione e che non trovano riscontro alcuno nell’etica condivisa.

“Non a caso l’occidente ha occidentalizzato il mondo e la scienza”

Si, difatti lo stesso occidente ha prodotto l’illuminismo e il metodo scientifico. Ma qui per occidente si intende tutto ciò che non è oscurantismo.

“l’unico paradigma che ha dimostrato di poter penetrare la realtà, segue le regole della nostra logica occidentale e non di qualche oscura filosofia taoista intenta a chiedersi: “Come ha potuto il Tao oscurarsi al punto che vi debba essere distinzione fra il vero e il falso? Come ha potuto la parola offuscarsi al punto che vi debba essere distinzione fra l’affermazione e la negazione”( Chuang Tzu “L’uguaglianza di tutte le cose”).”

Per il semplice motivo che queste parole non vogliono parlare alla mente, ma allo spirito ! Ricordi l’esempio del mulo ? Ecco, una volta davanti alla porta dell’uscio e scesi dal mulo, servono parole come queste per capire come aprire la porta.

“Non è certo un modo di pensare che permetta l’evoluzione scientifica”

Difatti non vuole parlare ne in maniera scientifica ne per le problematiche civili.

“Il condizionamento, l’imprinting di nascita, esiste, ma non è vincolante. Questo è uno dei maggiori argomenti contro il cosiddetto cliché “sei cattolico solo perché sei nato in Italia, se fossi nato in Arabia saresti arabo”.

Grazie tante, che ovvietà, ma anche qui è una questione di misura. Quanti Italiani sono diventati Islamici e quanti arabi sono diventati cristiani ? E’ ovvio che l’imprinting sociale è duro a superarsi e solo pochi e ben motivati riescono a farlo.

“è provato dalle conversioni di tutti i tempi che l’imprinting religioso che si ha alla nascita non impedisce di fare una valutazione razionale degli aspetti contradditori della propria religione e dunque di deciderne di staccarsene. “

Certo, io ne sono un esempio. Ma, come ho detto, i “mostri” del passato a volte ritornano.

“inutile chiedersi come sarà il giudizio o il suo ipotetico parametro perché semplicemente non lo sappiamo”

Davvero ? Allora mi chiedo come tu possa seguire delle leggi se non sai nemmeno quali siano i parametri di giudizio.

“è l’uomo che da solo sia auto-esclude dal paradiso”

La teologia è una pseudo-scienza davvero molto bizzarra, riesce a scovare dal cappello ogni sorta di coniglio che gli sia d’aiuto.
Mi hai stimolato e quindi citerò l’incubo del teologo di Russel:
"L'incubo del teologo" di Bertrand Russel

L'eminente teologo dr. Taddeus sognò di morire e andare in paradiso. I suoi studi lo avevano preparato, e non ebbe alcuna difficoltà a trovare la strada. Bussò alla porta del paradiso e s'imbatté in uno scrutinio più attento di quanto si fosse aspettato. "Chiedo il permesso di entrare," disse, "perché sono stato un uomo giusto e ho dedicato la mia vita alla gloria di Dio." "Un uomo?" rispose il custode, "che cos'è? E come potrebbe una creatura buffa come te promuovere la gloria di Dio?" Il dr. Taddeus rimase sbalordito. "Non è possibile che non conosciate l'uomo. Dovete per forza sapere che l'uomo è l'opera più sublime del Creatore." "Quanto a ciò," disse il custode, "mi spiace ferire i vostri sentimenti, ma quello che voi dite mi giunge del tutto nuovo. Dubito che chiunque quassù abbia mai sentito parlare di questa cosa che voi chiamate 'uomo'. Comunque, dato che mi sembrate tanto sbalordito, vi concedo la possibilità di consultare il nostro bibliotecario."
Il bibliotecario, un essere globulare con mille occhi e una bocca, rivolse alcuni dei suoi sguardi verso il dr. Taddeus. "Che cos'è questo?" chiese al custode. "Questo," rispose il custode, "dice di essere un membro di una specie chiamata "uomo", che vive in un posto chiamato 'Terra". Ha questa strana teoria secondo la quale il Creatore nutre un particolare interesse per questo posto e per questa specie. Ho pensato che forse ci avresti potuto aiutare a chiarire la faccenda." "Dunque," disse gentilmente il bibliotecario al teologo, "forse mi potrete dire dove si trova questo posto che chiamate Terra." "Oh sì," disse il teologo, "fa parte del Sistema Solare." "E che cos'è il Sistema solare?" chiese il bibliotecario. "Oh," disse il teologo piuttosto sconcertato, "io mi occupavo del Sapere Sacro, e la domanda che mi avete fatto appartiene al sapere profano. Comunque, ne ho imparato abbastanza dai miei amici astronomi per sapere che il Sistema Solare fa parte della Via Lattea." "E che cos'è la Via Lattea?" chiese il bibliotecario. "Oh, la Via Lattea è una delle Galassie, le quali, mi hanno detto, sono qualche centinaia di milioni." "Appunto, appunto," disse il bibliotecario, "non potete certo aspettarvi che me ne ricordi una fra tante. Ma mi ricordo di aver udito la parola 'galassia' prima. Infatti, penso che ci sia uno dei nostri sotto-bibliotecari che sia specializzato in galassie. Andiamo a cercarlo per vedere se ci può aiutare."
Dopo non molto tempo, il sotto-bibliotecario galattico fece la sua comparsa. Aveva la forma di dodecaedro. Era evidente che la sua superficie un tempo era stata luminosa, ma la polvere degli scaffali l'aveva resa fine e opaca. Il bibliotecario gli spiegò che il dr. Taddeus, nel tentativo di illustrare le sue origini, aveva menzionato le galassie, e si sperava che si potesse ricavare qualche informazione dalla sua specifica sezione della biblioteca.
"Bene," disse il sotto-bibliotecario, "suppongo che avendo del tempo sarebbe possibile avere qualche informazione, ma dato che ci sono cento milioni di galassie, e ognuna di esse ha un suo volume, ce ne vuole parecchio per trovarne una precisa. Qual è quella che questa strana molecola desidera che io trovi?" "E' quella della galassia denominata 'Via Lattea'," rispose esitante il dr. Taddeus. "Va bene," disse il sotto-bibliotecario, "se posso la troverò."
Dopo circa tre settimane tornò, spiegando che la straordinaria efficienza dell'archivio della sezione galattica della biblioteca gli aveva permesso di trovare la galassia sotto la collocazione numero QX 321.762. "Ci sono voluti tutti i nostri cinquemila impiegati della sezione galattica per trovarlo. Forse volete parlare con l'impiegato che si occupa specificamente della galassia in questione?" Mandò a cercare l'impiegato, che si presentò sotto forma di ottaedro, con un occhio in ogni faccia, e una bocca soltanto in una di esse.
Era stupito e stranito nel trovarsi in un luogo tanto luminoso, lontano dall'oscuro limbo dei suoi scaffali. Dopo essersi ricomposto, chiese, assai timidamente: "Cosa desiderate sapere sulla mia galassia?" Il dr. Taddeus disse: "Ciò che voglio è sapere qualcosa a proposito del Sistema Solare, un insieme di corpi celesti, che ruotano attorno a una stella chiamata 'Sole'." "Uhm," disse il bibliotecario della Via Lattea, è stato già abbastanza difficile trovare la galassia giusta, ma scovare proprio la stella giusta nella galassia è ancor più difficile. So che ci sono circa trecento miliardi di stelle nella galassia, ma neppure io sono a conoscenza di quello che potrebbe diversificare le une dalle altre. Credo, comunque, che una volta l'Amministrazione abbia ordinato di compilare una lista di tutti i trecento miliardi di stelle, e che deve essere ancora conservata nel sotterraneo. Se pensate che ne valga la pena, potrei incaricare del personale speciale dell'Altro Posto per cercare questa stella particolare."
Si convenne che, dato che la questione era stata sollevata, e che era evidente che la cosa facesse soffrire il dr. Taddeus, quella sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Diversi anni dopo, un tetraedro molto stanco e provato si presentò al sotto-bibliotecario galattico. "Finalmente," disse, "ho trovato quella stella per la quale era stata fatta richiesta, ma non riesco proprio a immaginare perché abbia suscitato tanto interesse. E' molto simile a moltissime altre stelle di quella galassia. Possiede temperatura e dimensioni normali, ed è circondata da altri corpi celesti più piccoli chiamati pianeti. Dopo un'accurata indagine, ho scoperto soltanto che alcuni di questi pianeti hanno dei parassiti, e credo che quella cosa che ci ha fatto la richiesta sia uno di loro."
A questo punto il dr. Taddeus scoppiò in un disperato e appassionato lamento: "Perché, oh perché il Creatore ha nascosto a noi abitanti della Terra che non eravamo noi quelli che lo avevano spinto a creare i Cieli? Per tutta la vita mi sono messo al suo servizio, diligentemente, credendo che lui avrebbe notato i miei servigi, e mi avrebbe ricompensato con la Beatitudine Eterna. E ora, pare che Egli non sappia nemmeno che io sono esistito. Mi dite che sono un minuscolo microbo di un piccolissimo corpo celeste che ruota attorno a un membro insignificante di un insieme di trecento miliardi di stelle, e che quella stella non è che una dei milioni che compongono tale insieme. Non posso sopportarlo, e non posso più adorare il mio creatore." "Molto bene," disse il custode, "allora potete andare nell'Altro Posto."
A questo punto il teologo si svegliò ed esclamò: "Il potere che Satana ha sui nostri sogni è tremendo."

MAGNIFICO !

“Se qualcuno ha deciso di vivere senza Dio in vita allora sarebbe una violenza alla sua scelta che sia in comunione con Dio dopo la morte”

Se Dio mi si mostrasse e fosse pieno di quell’amore di cui parli, mi butterei tra le sue braccia e credo, nel mio piccolissimo, di farlo per il Dio che credo possa esistere.

“A questo punto è l’anima stessa che guardandosi indietro sa se è “degna” dell’eterna comunione con Dio o se non ne è degna”

Questo, lasciando da parte Dio, è la legge Karmika buddista, ovvero è l’anima che sa perfettamente cosa deve fare per arrivare alla perfezione (che tu chiami unione con Dio e mi potrebbe star bene), se è giunta ad un livello spirituale tala da poter rimanere in comunione con il tutto, rimarrà, altrimenti dovrà ancora migliorarsi.


“In questo modo si elimina l’obiezione del Dio giudice che spara sentenze senza aver dato prova ai suoi fedeli di quale fosse la vera legge, sarà infatti ciascuno, dinnanzi alla luce della grazia divina, a sapere da sé stesso se davvero non aveva visto alcuna luce oppure se i suoi occhi erano semplicemente coperti dal proprio orgoglio. “

Ma io su questo ci metto la firma !! Peccato che è totalmente diverso da quello che insegnano i tuoi amati teologi medioevali !

“Curioso sostenere che Dio dalla sua altezza non abbia proprio un parere su ciò che accade”

Ma scusa, lo hai detto tu prima che è l’anima che sa cosa fare mentre Dio osserva.

“un musulmano crede davvero che Allah sia evidente come il sole, e non chiedere a me che argomentazioni abbiano di questo fatto perché dare ragione di ciò che diciamo è un problema di noi occidentali, si può essere sicuri che qualcosa sia certo e al contempo non essere in grado di spiegarlo razionalmente a chi ce ne domandi conto, si chiama irrazionalismo, ed è tipico dei fondamentalismi. “

Concordo.

In conclusione all'obiezione "utilitaristica", anche la salvezza risponde alla medesima esigenza utilitaristica ! Ovvero coloro che agiscono seguendo la legge di Dio lo fanno perchè sanno che in questo modo si salveranno, quindi per fini utilitaristici.

Saluti
Andrea

Polymetis
00mercoledì 12 luglio 2006 14:52
“La prossima volta citerò anche la fonte dei concetti. (…) Come vedi non ho citato l’intero brano, se lo avessi fatto avrei citato la fonte.”

A me non interessa che tu abbia espresso dei concetti ma che tu l’abbia fatto tramite parole altrui, ne ho mai sentititi che occorresse citare la fonte solo nel caso che venisse riportato un intero brano. Queste due scuse non vogliono dire nulla, l’unica argomentazione sensata è che tu avresti preso queste informazioni da internet tempo fa (già qui la tragedia di chi si documenta in rete!), poi le avresti rielaborate di tuo pugno in un testo word, da cui poi avresti preso. Per quanto il rasoio di Ockham inviti allo scetticismo non vedo perché dubitare di quello che dici, quindi come si dice in gergo: per questa volta passi, ma bada che errare humanum est, perseverare diabolicum.

“No, dal mio ragionamento si evinceva che non era possibile capire se era falsa o vera il che la rende irrilevante e che è improbabile che un Dio universale si rivelasse selettivamente ad un singolo popolo o addirittura ad un singolo uomo. Io non ho mai detto che ciò che non è dimostrabile è falso, ho detto che non è vero, il che non equivale a falso, come ho già spiegato”

Ci sono due errori in queste righe, che sono il fulcro di tutto quello che mi sta a cuore in questo post.
1)Hai detto che se è indimostrabile è vero che non è falso però non è neppure vero. E invece no, non si può sapere se è vero o falso, tutto qui, ma può essere tranquillamente vero, sebbene non si sappia. Copernico diceva il vero anche prima della dimostrazione secoli dopo della sua teoria, e non è che siccome non era dimostrata allora le sue affermazioni non erano vere, semplicemente non poteva dimostrarle. La verità secondo la più classica delle definizioni si ha quando il pensiero coincide con l’essere, ossia con come le cose stanno effettivamente. Il fatto che io non possa dimostrare che quello che dico è vero non toglie il fatto che potrebbe essere vero, perché la verità è in sé e per sé, indipendentemente dal fatto che noi possiamo dimostrarla, giacché le cose stesse stanno in sé e per se. La verità coincide con l’essere, e Aristotele diceva giustamente che “ogni cosa possiede tanto di verità quanto possiede di essere” (Metafisica, II, 993, 31)
2)Quanto dici che è irrilevante il “vero ma non dimostrabile” stai dicendo che è irrilevante nella scelta tra una fede e l’altra, però non è irrilevante in questa discussione, dove stavo appunto dimostrando la possibilità teorica per una qualsiasi religione o persone di essere nel vero ma non poterlo dimostrare. Tutto il resto della discussione è solo un’appendice.

“Quindi ciò che è indimostrabile non è ne vero ne falso.”

Sbagliato, la verità o la falsità di un’affermazione non dipende dal fatto che tu ne conosca la verità o la falsità. Se dico “Cristo è risorto”, non è possibile che la mia affermazione sia né vera né falsa, infatti o il fatto è successo (e allora è vera), o non è successo (e allora è falsa), indipendentemente dal fatto che io sia in grado di dimostrare la validità dell’affermazione o della negazione. Dire “né vero né falso” quando si deve sondare la corrispondenza tra pensiero e come le cose stanno è violare il terzo escluso, è più corretto dire: “non so se è vero o falso, ma è uno dei due”.
Del resto tu stesso sui diritti umani mi hai citato un filosofo del diritto che è più platonico del sottoscritto, ma ci arriveremo dopo.

“Ma in questo caso si parla di linguaggio formale, non di verità in senso generale.”

Che differenza c’è tra la verità di un sistema formale e quella che tu chiami verità in senso generale(formulazione quanto mai nebulosa)? Quello che tu chiami “sistema formale”, la logica, è la struttura del reale.

“Lo so qual è il tuo fine, cioè quello di dire: “visto che esistono verità indimostrabili, allora anche la rivelazione è tra esse”.”

No, la mia frase è: “visto che esistono verità indimostrabili allora è possibile in linea teorica che anche la rivelazione sia una di queste”. Come già detto in questa discussione non sto tentando di dimostrare una rivelazione bensì di dimostrare che una rivelazione indimostrabile e particolare è in linea teorica possibile, chiedersi poi se le varie rivelazioni che ci si presentano siano vere o false è un passo successivo.

“Ma c’è un problema: mentre negli esempi che si fanno relativi a proposizioni indecidibili l’eventuale verità in esse contenuta è facilmente accertabile dal nostro intelletto (o intuito come sostengono alcuni), negli altri casi, ovvero dove tali verità non siano evidenti, una dimostrazione o prova della veridicità è necessaria.”

Come già detto non sto tentando di dimostrare la verità di alcun enunciato particolare, bensì sto dimostrando che esistono enunciati veri e indimostrabili.

“Inoltre il fatto che non possa essere “formalmente” dimostrata è irrilevante. A me non interessa che venga “formalmente” dimostrata bensì che sia una verità condivisa, ovvero che il genere umano intero la consideri in un certo senso verità.”

Questo non ha nessun senso. Si può credere tutti una cosa scorretta, mentre una dimostrazione formale non guarda in faccia al consenso popolare. La simpatia che suscita una dottrina o il riscontro sentimentale che incontra non sono indici di verità.

“Avrò usato lo stesso parametro di Lessing ?”

Il cuore, il sentimento, paccottiglia del romanticismo tedesco fatto di passeggiate sotto la luna e fiori che sbocciano. Per descrivere un simile sentimento religioso il logico Hegel diceva “un vago brusio di campane o una calda nebulosità, un pensare musicale che non arriva al concetto”
Il sentimento e il coinvolgimento interiore possono essere addotti da qualsiasi religione come prova del loro particolare Dio, c’è chi sente la voce di Cristo nel suo cuore e chi quella di Allah.

“Il messaggio d’amore è facilmente riscontrabile nei vangeli e non credo debba essere io ad evidenziartelo”

Sì ma parlavamo dei punti comuni alle varie religioni, e la religione cristiana contiene anche libri come quelli dell’Antico Testamento o l’Apocalisse. Quanto ai passaggi di Cristo essi certo non incitano alla guerra ma marcano molto bene il fatto che per difendere la verità e l’unicità della propria fede si dev’essere pronti alla discordia, come lui stesso fece con i farisei: “Non pensate che io sia venuto a portare pace nel mondo: io son venuto a portare non la pace, ma una spada. Infatti sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera. E ognuno avrà nemici anche nella propria famiglia. Perché, chi ama suo padre o sua madre più di quanto ama me, non è degno di me; chi ama suo figlio o sua figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi cerca di conservare la sua vita la perderà; chi è pronto a sacrificare la propria vita per me, la ritroverà. (Matteo 10, 34-39)
Spada qui ovviamente sta per “divisione”, giacché seguire la dottrina di Cristo in modo integrale significa farsi propugnatori della sua verità. Quindi non c’è niente del Gesù tollerante figlio dei fiori, il maestro per il suo discepolato esigeva coerenza e senso di missione.

“E ritorniamo al vecchio discorso del predicare bene e razzolare male. Ho già affermato e dimostrato come il predicatore debba essere all’altezza del messaggio che insegna,”

La dimostrazione devo essermela persa, giacché come già detto il fatto che una cosa sia vera o falsa non dipende da noi ma da come stanno le cose. Un prete mafioso può salire sul pulpito e dire gli stessi concetti di amore che esprimerebbe Francesco, e quei concetti sono veri in entrambi i casi, indipendentemente da chi li dica.

“Ovviamente per messaggero intendo il vertice che definisce cosa è ortodosso e cosa no, non il singolo preticello di periferia.”

Vale come sopra, quell’ipotetico papa non sta dicendo cose sue quindi, non essendo quello che dice una sua creazione, non è lui il metro per valutare la veridicità delle informazioni o la loro significatività per la vita di qualcuno.

“A chi ti riferisci a me o al buddismo ?”

A chiunque si definisca “di nessuna Chiesa”.

“Bene allora cerchiamo di attualizzare la questione ricordando la storia recente, magari parlando di IOR, delle collusioni vaticane con il fascismo, ecc…”

Questi concetti li ripeto per l’ennesima volta. La Chiesa non dice di se stessa che i membri della sua gerarchia siano infallibili, il cosiddetto canale di Dio sta nel magistero dei vescovi in comunione col papa e coi fratelli episkopoi ortodossi, non sta né in Vaticano né nel cardinal Sodano o in chicchessia. Non è parlando di IOR che si mette in crisi la Chiesa la quale a quasi un miliardo di fedeli, né le sue gerarchie, che contano migliaia di esponenti e centinaia solo in Vaticano. Anche qui è troppo facile attaccare quando dalla propria parte non si deve rispondere simultaneamente di migliaia di prelati di alto livello, e proprio perché questi sono i numeri e la perfezione non esiste sentir sempre riportate le solite tre cose fa venire solo il nervoso, perché in questi casi, e in particolare nel XX secolo, l’azione della gerarchia pro-pace e diritti umani ha fatto sì che nella Chiesa cattolica la luce fosse il decuplo delle tenebre. Facile parlare di un evento scandaloso ogni vent’anni quando non si sa dell’immensa opera umanitaria che la Chiesa svolge in lungo e in largo per il pianeta, la verità è che le notizie di bontà non fanno audience e quindi non finiscono suoi giornali.

“Non al cristianesimo, bensì al cattolicesimo, ovvero ai dogmi contro i quali non esiste alcuna possibilità, non solo di smentita, ma nemmeno di indagine.”

Queste boiate fanno solo capire che non sai di cosa parli, perché chiunque sa che le nostre biblioteche sono piene di volumi scritti da cattolici con indagini sulla genesi di qualunque cosa, dai saggi di storia del dogma a quelli di storia della liturgia. Se poi tu trovi inconcepibile che una persona istruita possa arrivare alle stesse conclusioni della Chiesa alla fine della sua indagine forse il problema è tuo e delle tue carenze in storia e letteratura antica, e non di chi fa indagine su queste cose giorno e notte. Quanto alla possibilità di smentita è ovvio che non esiste, così non esiste la possibilità di dichiarasi musulmani e contemporaneamente di affermare che Maometto era un ciarlatano. Un cattolico che sostenga che i dogmi cattolici sono fasulli si esclude automaticamente dal novero dei cattolici; gli si può dare tutta la libertà di espressione che vuole, alla Chiesa basta che quel tale non pretenda contemporaneamente di definirsi cattolico perché non lo è.

“Tu conosci qualche traduzione della Bibbia fatta in volgare dalla CCR ?”

La questione è assai semplice. La riforma consigliava la lettura diretta della Bibbia a scapito della Traditio a gente che non aveva la minima preparazione, la Chiesa c’è opposta a questo travisamento creato dalle traduzioni in volgare dei protestanti, per altro piene di errori. Hanno fatto benissimo, anche perché con l’analfabetismo dilagante il problema non era cosa leggeva una persona ma cosa il protestante diceva d’aver letto al contadinotto cattolico, chi sapeva leggere in quel periodo lo sapeva fare in latino, e dunque poteva aprirsi la vulgata. Quanto alle traduzioni cattoliche la tua domanda non ha senso perché la Chiesa non fa traduzioni né le farà mai, se però vuoi sapere di traduzioni fatte da cattolici ce ne sono, ad esempio quella settecentesca del Martini, più varie traduzioni parziali disseminate ovunque.

“cito un passaggio di Sergio Frau:
“Una relazione di prelati inviata al Papa nel 1533 avverte: «Debbono farsi tutti gli sforzi acciocché si permetta il meno possibile la lettura del Vangelo... Basti quel pochissimo che suol leggersi nella messa, né più di quello sia permesso leggere a chicchesia. Finché gli uomini si contentarono di quel poco, gli interessi della Santità Vostra prosperarono. Ma quando si volle leggere di più, cominciarono a decadere. Quel libro, insomma (Il Vangelo, cioè. ndr), è quello che più di ogni altro ha suscitato contro di noi i turbini e quelle tempeste per le quali è mancato poco che noi fossimo interamente perduti. Ed invero, se qualcuno lo esamina interamente e diligentemente, e poi confronta le istruzioni della Bibbia con quel che si fa nelle nostre chiese, si avvedrà subito che la nostra dottrina è molte volte diversa e, più spesso ancora, ad essa contraria...».”

Siamo al dilettantismo più totale e al riciclaggio di temi anticattolici buoni per un pamphlet illuminista o per una loggia massonica ottocentesca, e continui a mostrarlo. Qualunque storico sensato davanti ad uno scritto che presenta cardinali cattolici in modo così grottesco avrebbe subito capito che solo uno dei mille falsi partoriti dai protestanti al tempo della Riforma. Questo poi è un falso particolarmente famoso, il suo autore è Pier Paolo Vergerio, vescovo cattolico passato dalla parte dei riformati, se non erro il testo si trova ancora alla Biblioteca Nazionale di Parigi, tra le opere del Vergerio ovviamente.

“Ma davvero ? Ecco che riaffiora l’assolutismo. Il suo compito è insegnare quale sia il magistero ufficiale, non essere d’accordo con esso. Ergo se insegnasse correttamente la dottrina, ma dicesse altresì che non è d’accordo, si limiterebbe ad esternare un parere personale.”

Sarebbe come se qualcuno assunto per farti pubblicità scrivesse un cartellone pubblicitario ma sotto scrivesse “per me è una frottola”. Il docente di una facoltà di teologia cattolica non è assunto per rappresentare se stesso ma il parere della Chiesa; spiegare qualcosa ma dire che non si è d’accordo con quello che si sta esponendo, e magari persino argomentare il proprio disaccordo, farebbe sì che costui non insegnasse più la teologia cattolica ma il suo parere eretico.

“rammento a tal proposito che i reati di opinione negli stati civili sono stati aboliti da qualche decennio.”

Questo licenziamento non cadrebbe nella casistica dei reati d’opinione ma in quello dell’inadempienza contrattuale, se sei pagato per fare qualcosa non puoi fare altro.

“Ma davvero ? E da quando è proibito ad un cattedratico esprimere la propria opinione ?”

Da quando il tuo datore di lavoro ti ha assunto per fare altro. Non stai lavorando per lo Stato ma per un privato.

“Devo quindi dedurne che anche all’interno dell’apparato cattolico vige il medesimo sistema ? complimenti.”

Nel fascismo non era previsto neppure il dissenso in privato, la Chiesa si limita a dire che non si può insegnare cose contro la Chiesa quando si rappresenta la Chiesa, ed è Kant stesso ad ammetterlo, dicendo che il dissenso dev’essere portato non in aula ma in un ambito privato: libri, articoli, ecc.

“Non ci vedo proprio nulla di male nell’insegnare che la Chiesa sostiene ad esempio che Gesù non avesse fratelli ed affermare, in concomitanza, che la propria opinione personale è opposta.”

Questo non è un dogma, si può fare.

A questo proposto ho già spiegato come un grande maestro dell’illuminismo, Kant, sia un mio sostenitore. Cito un ampio stralcio dal suo manifesto per la libertà “Was ist aufklärung?”.


L' illuminismo é l' uscita dell' uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità é l' incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude ! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza ! - é dunque il motto dell' illuminismo. La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanta parte degli uomini, dopo che la natura li ha da lungo tempo affrancati dall' eterodistinzione (naturaliter maiorennes ), tuttavia rimangono volentieri minorenni per l' intera vita; e per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. E' tanto comodo essere minorenni ! Se ho un libro che pensa per me,un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che decide per me sulla dieta che mi conviene, ecc., io non ho più bisogno di darmi pensiero da me. Purché io sia in grado di pagare, non ho bisogno di pensare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione. A far sì che la stragrande maggioranza degli uomini ( e con essi tutto il bel sesso ) ritenga il passaggio allo stato di maggiorità, oltre che difficile, anche molto pericoloso, provvedono già quei tutori che si sono assunti con tanta benevolenza l' alta sorveglianza sopra costoro. Dopo averli in un primo tempo istupiditi come fossero animali domestici e aver accuratamente impedito che queste pacifiche creature osassero muovere un passo fuori dal girello da bambini in cui le hanno imprigionate, in un secondo tempo mostrano ad esse il pericolo che le minaccia qualora tentassero di camminare da sole. Ora questo pericolo non é poi così grande come loro si fa credere , poiché a prezzo di qualche caduta essi alla fine imparerebbero a camminare: ma un esempio di questo genere rende comunque paurosi e di solito distoglie la gente da ogni ulteriore tentativo. E' dunque difficile per ogni singolo uomo districarsi dalla minorità che per lui é diventata pressoché una seconda natura. E' giunto perfino ad amarla, e attualmente é davvero incapace di servirsi del suo proprio intelletto, non essendogli mai stato consentito di metterlo alla prova. (…) Ma da tutte le parti odo gridare : ma non ragionate ! L' ufficiale dice : non ragionate , ma fate esercitazioni militari ! L' intendente di finanza : non ragionate , ma pagate ! L' ecclesiastico : non ragionate , ma credete ! (C' è solo un unico signore al mondo che dice : ragionate quanto volete e su tutto ciò che volete , ma obbedite !) [L’imperatore Federico II di Prussia N.d.R.] Qui v' è , dovunque , limitazione della libertà ! Ma quale limitazione è d' ostacolo all' illuminismo , e quale non lo è , anzi lo favorisce ? Io rispondo : il pubblico uso della propria ragione deve essere libero in ogni tempo , ed esso solo può attuare il rischiaramento tra gli uomini ; invece l' uso privato della ragione può assai di frequente subire strette limitazioni senza che il progresso del rischiaramento ne venga particolarmente ostacolato . Intendo per uso pubblico della propria ragione l' uso che uno ne fa, come studioso , davanti all' intero pubblico dei lettori . Chiamo invece uso privato della ragione quello che ad un uomo è lecito farne in un certo ufficio o funzione civile di cui egli è investito . Ora per molte operazioni che attengono all' interesse della comunità è necessario un certo meccanismo , per cui alcuni membri di essa devono comportarsi in modo puramente passivo onde mediante un' armonia artificiale il governo induca costoro a concorrere ai fini comuni o almeno a non contrastarli . Qui ovviamente non è consentito ragionare , ma si deve obbedire . Ma in quanto nello stesso tempo questi membri della macchina governativa considerano se stessi come membri di tutta la comunità e anzi della società cosmopolitica , e si trovano quindi nella qualità di studiosi che con gli scritti si rivolgono a un pubblico nel senso proprio della parola , essi possono certamente ragionare senza ledere con ciò l'attività cui sono adibiti come membri parzialmente passivi . Così sarebbe assai pernicioso che un ufficiale , cui fu dato un ordine dal suo superiore , volesse in servizio pubblicamente ragionare sull' opportunità e utilità di questo ordine : egli deve obbedire . Ma è iniquo impedirgli in qualità di studioso di fare le sue osservazioni sugli errori commessi nelle operazioni di guerra e di sottoporle al giudizio del suo pubblico. Il cittadino non può rifiutarsi di pagare i tributi che gli sono imposti ; e un biasimo inopportuno di tali imposizioni , quando devono essere da lui eseguite , può anzi venir punito come uno scandalo (poiché potrebbe indurre a disubbidienze generali) . Tuttavia costui non agisce contro il dovere del cittadino se , come studioso manifesta apertamente il suo pensiero sulla sconvenienza o anche sull' ingiustizia di queste imposizioni . Così un ecclesiastico é tenuto a insegnare il catechismo agli allievi e alla sua comunità religiosa secondo il credo della Chiesa da cui dipende , perché a questa condizione egli é stato assunto : ma come studioso egli ha piena libertà e anzi il compito di comunicare al pubblico tutti i pensieri che un esame severo e benintenzionato gli ha suggerito circa i difetti di quel credo , nonché le sue proposte di riforma della religione e della Chiesa . In ciò non v' é nulla di cui la coscienza possa venir incolpata . Ciò che egli insegna in conseguenza del suo ufficio , come funzionario della Chiesa , egli infatti lo espone come qualcosa intorno a cui non ha libertà di insegnare secondo le sue proprie idee , ma che ha il compito di insegnare secondo le istruzioni e nel nome di un altro . Egli dirà : la nostra Chiesa insegna questo e quello , e queste sono le prove di cui essa si vale . Tutta l' utilità pratica che alla sua comunità religiosa può derivare , egli dunque la ricaverà da principi che egli stesso non sottoscriverebbe con piena convinzione , ma al cui insegnamento può comunque impegnarsi perché non é affatto impossibile che in essi non si celi qualche velata verità , e in ogni caso , almeno , non si riscontra in essi nulla che contraddica alla religione interiore . Se invece credesse di trovarvi qualcosa che vi contraddica , egli non potrebbe esercitare la sua funzione con coscienza ; dovrebbe dimettersi . L' uso che un insegnante ufficiale fa della propria ragione davanti alla sua comunità religiosa é dunque solo un uso privato ; e ciò perché quella comunità , per quanto grande sia , é sempre soltanto una riunione domestica ; e sotto questo rapporto egli , come prete , non é libero e non può neppure esserlo , poiché esegue un incarico che gli viene da altri . Invece come studioso che parla con gli scritti al pubblico propriamente detto , cioè al mondo , dunque come ecclesiastico nell' uso pubblico della propria ragione , egli gode di una libertà illimitata di valersi della propria ragione e di parlare in persona propria .



“Hai la fonte di questo dato ?”

Qualunque manuale di storia medioevale scritto negli ultimi 20 anni. Il solo fatto che mi si chieda la fonte di una cosa risaputa implica che non conosci la bibliografia aggiornata sulla materia. Non c’è stato ancora uno spoglio completo dei processi, che è ancora in corso, ma per la legge dei grandi numeri essendo alta la percentuale già “scrutinata” non ci si attendono variazioni. Tanto per fare un esempio l’inquisitore che si vede ne “Il nome della rosa”, cioè Bernardo Gui, è esistito davvero, e dei suoi 943 processi solo 43 finirono con condanne a morte. Basta leggere qualcuno dei saggi di Henningsen, Tedeschi Monter, Kamen ,Prosperi, Benassar, Cardini, Dedieu-,

“No, ti contraddici. Prima sostieni che l’uomo non potrà mai ne indagare Dio ne avere la prova della sua esistenza, ora credi alla possibilità che un giorno l’uomo sarà in grado di creare uno strumento che rilevi Dio.”

No, è la tua preparazione filosofica che ti fa difetto. Non ho parlato di alcuno strumento per rilevare Dio ma di una comprensione dell’universo maggiore da cui si possa ricavare l’esistenza di Dio, questo tipo di argomentazioni sono dette “prove a posteriori dell’esistenza di Dio”, e, per dirla con Voltaire, consistono nel fatto che se c’è un orologio con tutti i suoi ingranaggi che funzionano all’unisono allora dev’esserci un orologiaio. Badate che non ho alcuna intenzione di mettermi a discutere sulle obiezioni kantiane a questo tipo di argomentazioni e le risposte del neotomismo, volevo solo precisare che non ho parlato di alcuno strumento per una rivelazione diretta del creatore bensì di una dimostrazione “ab effectibus”

“Ci eravamo detti di non essere puntigliosi perché non rileggiamo i post kilometrici, ovviamente mi sono confuso nello scrivere il termine.”

Sai la differenza tra trascendente e trascendentale? Se vai a cercare su un dizionario di filosofia per rispondermi mi avrai certo scritto due righe ma saprai da te stesso che menti, e questo a me basta.

“Non dimostra cosa ? Se mi dici che non può essere dimostrato con certezza il discorso psicologico, ti smentisco perché tutti gli psicologi lo possono confermare”

Questa non è una dimostrazione, sia perché dubito fortemente che tu sappia cosa sia il parere di tutti gli psicologi (o persino che tu abbia mai dato un esame di psicologia), sia perché se anche tutti gli psicologi del pianeta pensassero qualcosa questo non sarebbe ancora garanzia di verità. Come dicevo non si esclude che le leggi vengano messe sotto l’egida di Dio per farle rispettare, ma ciò non esclude neppure l’aspetto contrario, ossia che siano da rispettare e che sono universali perché davvero Dio le ha date.

“Ritorniamo tuttavia punto e a capo, ovvero essendo Dio un ente indimostrato sorge spontanea la domanda: è più probabile che sia apparso su di un monte qualsiasi e abbia dato ad un singolo uomo delle leggi o che invece costui o chi ha reso per primo l’episodio abbia raccontato questa storia per dar forza alle proprie leggi ?”

LA cosa più probabile è un’altra, che Mosè non sia sceso da alcuna montagna e non abbia finto d’aver ricevuto alcuna legge in quanto tutto l’episodio del Sinai è inventato. Mi hai chiesto un parere basato sui fatti che ci sono qualora dovessi giudicare con uno sguardo imparziale. A differenza del NT i fatti descritti nel Pentateuco distano secoli dal testo che le racconta, quindi non c’è garanzia di nulla. Che poi ovviamente io creda al nucleo di storicità dell’episodio è ovvio, e continuerò a credervi sino a prova contraria, ma questa è la mia fede è non uno sguardo imparziale. Come già detto io qui non sto tentando di dimostrare che la rivelazione privata è quella ebraica, sto tentando di dimostrare che nulla si oppone ex ipotesi al fatto che esista una rivelazione vera e al contempo indimostrabile, quale sia è un altro paio di maniche.

“Bene allora da domani cederò alla fede in Gesù e poi farò quel che mi pare. Insomma come i mafiosi per intenderci. Bernanrdo Provenzano, il boss dei boss spietato assassino pluriomicida, ha una fortissima fede, è stato trovato con diverse Bibbie che leggeva tutti i giorni, pregava e adorava Gesù. Nei pizzini salutava sempre con “Dio ti benedica” e faceva continui riferimenti a Gesù al quale raccomandava la salute della propria famiglia. Insomma un uomo religiosissimo, a quanto mi dici costui sarà salvato.”

Il discorso di Paolo e Lutero è assai diverso e mi dispiace che tu lo possa equivocare così. Essi sostengono che l’uomo è intrinsecamente corrotto dal peccato originale e dunque non può che sbagliare continuamente, se Dio ci valutasse sulle nostre azioni saremmo tutti perduti, ecco perché entra in gioco la giustificazione paolina secondo cui si è salvati per “sola fide”. Come dice il Salmo: “Se consideri le colpe, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono.”(Sal 129,3-4)
Sebbene secondo Lutero non si possa che peccare, la salvezza per sola fede richiede la consapevolezza che si sta peccando. Vale a dire: “Signore, so che sbaglio ma la mia natura umana è troppo debole e sento di non poter resistere alla mia natura, aiutami a cambiare”. Tale discorso sorse a Lutero riflettendo sul fatto che Dio non può condannarci sulla base delle opere in quando non è in nostro potere non peccare, salvavano dunque la fede e il pentimento. Al contrario un boss mafioso che crede in Dio e manda benedizioni non è contrito per quello che fa, anzi gli sembra del tutto normale uccidere, la dimensione della fede non si affianca cioè a quella del senso di colpa e del pentimento.Tra parentesi, la concezione luterana che ho appena espresso non è esattamente quella cattolica, tuttavia esiste un accordo ecumenico coi protestanti sulla dottrina della giustificazione che è stato firmato da poco tempo e lì rimando chi volesse approfondire. www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-declaration...

“Per alcune scuole di buddismo anche l’uomo una volta svincolato dalla condanna delle rinascite sarà tutt’uno con il tutto.”

Ma qui si manca del personalismo che invece è essenziale nel cattolicesimo. E’ Cristo che sarà tutto in tutti, e ciascuno sarà immerso in Dio pur mantenendo la propria individualità.

“In realtà ciò che dici è una realizzazione del se ! Solo che invece di avere la giustificazione in noi stessi, la si trova esternamente, solo questa è la differenza.”

MA è la differenza fondamentale, il cristianesimo come dice la parola stessa è cristocentrico e geocentrico. Non nobis domime, non nobis, sed nomini tuo da gloriam. Ecco perché le vie del cristianesimo e del buddismo che tu supponi convergenti alla fine verso un unico punto omega in realtà sono strade diverse ed inconciliabili.

“Secondo me la civilizzazione dell’umanità intera, l’aver creato documenti come la carta dei diritti umani (che il vaticano non ha ratificato), sono invece proprio i criteri migliori per giudicare dove portano le strade.”

Come già detto non è dimostrato dal tuo discorso che una cosa che faccia star meglio l’umanità sia vera, al massimo che sia utile.

“Non si sta parlando di “palliativi”, bensì di strade concrete. Il progresso dell’umanità non può avvenire per “ignoranza” poiché l’uomo è in continua ricerca del vero. Una volta scoperta una falsità il genere umano è naturalmente portato ad abbandonarla, quindi il tuo discorso non sta in piedi.”

Ma prima deve scoprire la falsità dell’enunciato medesimo. La filosofia s’è accorta di quanto fossero infondabili i diritti umani già nell’ottocento, ed è subentrato il nichilismo con Nietzsche e la sua transvalutazione dei valori. Si è giunti così al baratro del nazismo e il mondo ha riaffermato i diritti umani a Norimberga sulla scia emotiva dell’orrore dei campi di concentramento e non perché si fosse trovata una giustificazione razionali di tali valori. Sebbene la filosofia pensi d’aver da tempo dimostrato che i diritti umani non stanno in piedi, la società non ha alcuna intenzione di abbandonarli perché altrimenti precipiterebbe nell’anarchia e nel caos.

“Ritornando al nostro dibattito, partiamo da questo concetto:
“Accettare un’autorità in base a buoni argomenti personalmente controllati è atto dell’uomo; accettare un’autorità
perché essa si proclama tale è atto del fanatico”.”

Sottoscrivibile, infatti prima di accettare il magistero di chiunque si controllano le sue credenziali.

Veniamo al testo di Valluri, che può far impressione solo su chi trova le cose innovative unicamente perché mai dato un esame di filosofia morale e dunque non sa che esiste una confutazione di tutto, persino della possibilità stessa che esistano i sillogismi e del “cogito ergo sum “di Cartesio. Il brano non è particolarmente rivelatore, e si base su una discreta quantità di assunti indimostrati.

“per quanto concerne i rapporti degli uomini tra loro e con gli altri esseri accessibili nell’esperienza, la ragione può desumere etica dall’ontologia di questi stessi esseri, dai loro bisogni costitutivi, dalla natura delle cose, dalla logica strutturale delle situazioni, nella luce che viene dall’intuizione commossa e discussione critica dei valori; non da Dio”

Qui c’è il primo problema che posto così non ha più senso dal tempo di Hume. Il cosiddetto “valore ontologico della persona”, ossia la teoria secondo cui all’uomo in quanto uomo, in virtù del suo essere, spettino dei diritti. La filosofia ha messo in crisi questa retorica basata sull’idea di una comune natura umana ormai da secoli, e dunque prima di parlare di una comune natura umana o di valore ontologico intrinseco di una persona ci si aspetterebbe una giustificazione delle proprie affermazioni, giacché la maggior parte delle correnti filosofiche negano quest’assunto, ad esempio la corrente detta funzionalista. In particolare entra in gioco la cosiddetta ghigliottina di Hume che non permette di passare dal piano descrittivo (cioè dalla ipotetica constatazione della natura umana comune), al piano normativo. Questi sono impedimenti che un qualunque studente di filosofia morale conosce, eppure qui vengono sparati assunti a caso.

“Arriverei a dire che è irrilevante anche come origine/fondamento, ossia come autore, legislatore, etico: perché o comanda l’etica vera, quella che la ragione conosce e riconosce per virtù propria, e allora merita obbedienza; oppure comanda un’etica contraria all’etica vera, e allora è un tiranno etico, cui si dovrebbe disobbedire e si obbedisce, se mai, non-eticamente, per paura.”

Altro problema. Qui si sta ponendo senza giustificazione la premessa che l’etica sia logica pura e dunque che esista in sé e per sé, e per di più che sia intelligibile con la ragione. I problemi sono vari. Ci sono molte branche della filosofia come lo psicologismo le quali sostengono che noi crediamo qualcosa solo in virtù della nostra costituzione propria e non perché essa sia tale in sé e per sé, o l’intuizionismo in logica matematica il quale sostiene che le leggi matematiche e logiche non esistano da sole. Il tuo professore, come me del resto, è un platonista, ma non si degna di giustificare la sua prospettiva. Altro presupposto retorico ed ingiustificato è che l’etica sia intelligibile con la ragione, sia perché non ha ancora dimostrato che l’etica esista in sé sia perché non ha dimostrato che la ragione e non ad esempio il sentimento o una mistura dei due sia il metro di giudizio valido, e da ultimo quale ragione? Io sostengo che la ragione è una e universale partendo da ben precisi assunti metafisici, ma il tuo professore ancora una volta non ci dice quali siano i suoi.
Il professore evidentemente non si rende conto che gli stoici e gli epicurei erano logici quanto lui ma non avevano raggiunto le sue stesse conclusioni, pur appellandosi anche loro al Logos universale, evidentemente perché non si rende conto che la sua coscienza morale è stata forgiata dal cristianesimo nel corso dei secoli.

“ogos, se esiste, esiste per necessità intrinseca, non perché lo pensa o lo crea qualcuno. L’esempio migliore è la matematica, che è la parte più ricca, più nota, più smagliante del logos protologico; [..]Se l’etica è logos come lo è la matematica, Se l’etica è logos, anch’essa è sottratta a Dio.”

Qui si riassume tutto quello che ho già detto. 1)Anch’io penso che la logica e la matematica esistano in sé e per sé, si chiama platonismo, ma come già detto costui non si degna di dimostralo. C’è da dire poi che quanta tua citazione è in contrasto con tutto quello che sostieni sulla verità, infatti essa appartiene a quella corrente secondo cui la verità esiste in sé e per sé e dunque a noi basta solo scoprirla, è quello che dicevo all’inizio affermando che il sola già al tempo di Copernico stava al centro del sistema solare e dunque lui diceva la verità indipendentemente dal fatto che potesse dimostralo o meno. Il problema è che qui non si ha il classico caso della verità come adeguazione del pensiero alle cose in sé, perché è proprio il fatto che esistano cose in sé, o nel nostro caso entità logiche in sé, ad essere messo in discussione da certa filosofia. Ci sono logiche ad esempio come quelle paraconsistenti che rifiutano il principio di non-contraddizione, o logiche dette intuizionistiche che negano il terzo escluso. Ma fin qui sono d’accorso col professore, sebbene lui non si degni di argomentale, è il punto dopo ad essere dolente, ossia la credenza che l’etica sia della stessa natura della logica, cioè che oltre ad essere in sé e per sé sia strutturata in base alle leggi logiche. Viene da chiedersi chi abbia mai pensato di affrontare il tema della sacralità della vita o della natura umana comune in termini di principio di identità e di non contraddizione…

“Il logos protologico è God-free e Bible-free. Su questo c’è accordo generale.”

Accordo generale? S’è perso metà della logica matematica del novecento.

“Con queste chiare, precise e inoppugnabili argomentazioni ho risposto al problema che hai posto.”

Come sempre le cose appaiono tanto più inoppugnabili quanto maggiore è l’ignoranza sull’argomento specifico di chi le tratta senza conoscerle.

“Ma noi non stiamo parlando dell’indagabilità ontologica di Dio, bensì dell’indagabilità della sua rivelazione e della logica che sta dietro alle sue leggi”

Ma poiché queste leggi, la sua rivelazione, sono volontà di Dio e corrispondono al suo disegno mentale e al suo piano per dispiegarsi nel mondo, allora perché siano alla portata del tuo intelletto dovrebbe essere alla tua portata la mente di Dio.

“Queste devono essere indagabili proprio per permettere all’uomo di decidere da che parte stare”

Come già detto Dio dà la dimostrazione razionale di dove stia la “vera religio”, perché non si crede al teorema di Pitagora ma lo si accetta, mentre il cristianesimo è per la libertà di credere o non credere.

“Riporto un divertente ma significativo brano che può dar l’idea di cosa implichi un Dio irrilevabile”

Lo conosco bene questo brano, come qualunque cosa tu citi pensando di rivelarmi qualcosa del resto. Non ha alcun parallelo con la struttura della rivelazione cristiana, infatti a differenza di questo proprietario del garage che dice “è proprio qui”, la Bibbia dice del suo Dio che è absconditus. Come già diceva Pascal non si può imputare alla Chiesa di non aver mantenuto ciò che non ha mai promesso. Inoltre questo drago invisibile non lascia effetti dietro di sé, la teologia razionale al contrario sostiene con la Bibbia che nella creazione si scorgano le impronte di Dio, la che dunque il mio problema diventa verificare se queste impronte ci sono davvero e non sono come il proprietario del garage che non dà indizi per risalire al suo drago. C’è poi la dimensione indebita dell’esperimento mentale che permette di mettere sullo stesso piano due cose che non lo sono, cioè l’ipotetica idea che tutti dicano di avere in garage un drago e il fatto che tutti dicano di credere in Dio. Questo drago invisibile non fa nulla, mentre i credenti credono che Dio agisca nella loro vita, anzi dicono di sentirlo. Queste non sono prove di alcunché, si vuole solo denunciare come questi parallelismi manifestamente assurdi servano solo a fare dello scetticismo di bassa lega.

“Io non ho solo ascoltato i telegiornali, bensì ho letto il discorso di Ratzinger, tutto intero, ne riporto un estratto”

E se invece di limitarsi ai discorsi si aprissero i saggi si scoprirebbe cosa sostiene la teodicea cattolica, e quella di Ratzinger in primis, sul male che viene dall’uomo.

“In tutti i popoli “ci sono” ? Questa frase non vuol dire un emerito nulla. Dio ha di fatto dato ad un unico uomo sulla terra la sua legge, è ovvio che tale legge valesse per tutti, ma il fatto eclatante è che ha scelto un uomo su tutti al quale rivelarla”

Devo notare che ho fatto un errore distrazione, ma non te ne sei accorto. Ho scritto che Mosè ha dato una legge per tutti, il che è falso perché la legge mosaica(i 613 comandamenti) vale solo per i circoncisi, mentre noi cristiani siamo liberi dalla legge, è il noto tema paolino. Dovevo scrivere che Noè a dato una legge per tutti, la famosa legge noachide. Ecco i sette precetti come di solito sono elencati dagli ebrei:

-1) Waizav: Divieto di culto estraneo a quello dell'Unico Dio.
-2)****: Non bestemmiare il nome di D-o.
-3)Elohim: Costituzione e rispetto dei giudici, delle autorità, delle istituzioni governative.
-4)Al haAdam: Divieto di versare il sangue umano, non uccidere, non ferire.
-5)Leemor: Divieto di rapporti sessuali illeciti, con la donna altrui,etc.
-6)Michol: Non rubare, non appropiarsi dei valori altrui.
-7)Divieto di mangiare il sangue e organi di animali ancora vivi.

A livello mitologico questi precetti non sono stati data da Mosè ma da Noè, da cui discendono tutti gli uomini, dunque Dio avrebbe dato queste leggi basilari su tutta la terra, quanto a quella di Mosè essa è destinata al popolo ebraico. Specificatamente ai dieci comandamenti ci si aspetta che siano riconosciuti razionalmente da tutto il mondo non perché detti da qualche Dio ma in virtù di quel lume naturale comune a tutti gli uomini di cui ho parlato citando Tommaso, tale razionalità, come oggi si dice in filosofia morale, non riesce a fondare i precetti ma solo a giustificarli, magari in prospettiva utilitaristica.

“Quanto vuote e arcaiche sono queste parole. In ogni modo tenti di confondere ancora il discorso. Non si sta parlando della rivelazione di Dio in quanto persona, ma della sua legge.”

Le due cose vanno di pari passo. Nella misura in cui l’uomo coglie Dio nella creazione ed impara a conoscerlo contemporaneamente scorge sempre di più che cos’è il bene, perché Dio e il bene sono la stessa cosa.

“Ovvero ecco perché gli Islamici si fanno saltare in aria.”

Io vorrei proprio sapere dietro a quale islamico che si fa saltare in aria c’è l’indagine razionale sulla natura di Dio e l’analisi storica sulla veridicità della sua fede. Sul Corano nessuno si pone i problemi che i biblisti cristiani si pongono circa la composizione del loro libri sacro.

“e. Io sostengo invece che una legge va seguita unicamente perché considerata eticamente giusta, proprio in virtù del fatto che l’etica deve essere universale. Se anche Dio stesso mi ordinerebbe di uccidere mio figlio, io probabilmente non lo farei.”

Che tu non abbia le idee chiare e che vai a seconda di dove porta il vento s’era capito. Prima mi dici che il bene e il male sono fatti esclusivamente umani, e quindi mi dai una prospettiva che in filosofia è detta contrattualismo, poi mi dici che sono universali, non motivando adeguatamente questa scelta che, credimi, risolverebbe un ben po’ di guai a coloro che vogliono sostenere la possibilità di un etica laica. La storia insegna che ogni era ha la sua propria etica, ed ogni contesto socio-culturale le sue usanze. Come diceva Pascal: “Nulla si vede di giusto o di ingiusto che non muti col mutare di clima. Tre gradi di latitudine sovvertono tutta la giurisprudenza; un meridiano decide della verità; nel giro di pochi anni le leggi fondamentali cambiano; il diritto ha le sue epoche; l'entrata di Saturno nel Leone segna l'origine di questo o quel crimine. Singolare giustizia che ha come confine un fiume! Verità di qua dei Pirenei, errore di là. Essi [i dogmatici, gli Stoici e i seguaci del "giusnaturalismo"] affermano che la giustizia non consiste in queste costumanze, bensì in leggi naturali, riconosciute in ogni paese. E, certo, lo sosterrebbero ostinatamente, se, tra le leggi umane che la temerarietà del caso ha disseminato, ce ne fosse almeno una di universale; ma il buffo è che il capriccio degli uomini si è così ben diversificato che non ce n'è nessuna. Il furto, l'incesto, l'uccisione dei figli o dei padri, tutto ha trovato posto tra le azioni virtuose. Si può dar cosa più spassevole di questa: che un uomo abbia il diritto di ammazzarmi solo perché abita sull'altra riva del fiume e il suo sovrano è in lite con il mio, sebbene io non lo sia con lui?”

Al teista queste cose non fanno problemi, perché Dio è garante di cosa sia giusto e di cosa sia ingiusto, anzi, in una certa prospettiva lui ha creato tutto e dunque la definizione di che cosa sia il bene spetta a lui, al contrario il prospettiva ateistica non c’è modo di frenare il relativismo culturale in nome di un etica universale. Anche volendo ammettere che la ragione sia universale, cosa del quale sono fermamente convinto, il problema è mostrare che l’etica sia fondabile su questa ragione(senza ricorrere alle prospettive utilitaristiche e contrattualistiche).

“I sensi sono comuni, non le percezioni. Tu come fai a saperlo ?”

Perché gli organi sono formati in modo identico e il sistema che li riceve anche. Nessuna percezione è esattamente uguale alle altre perché ciascuno di noi sente con un corpo diverso, il problema sono appunto i margini di oscillazione che non permettono né il determinismo né l’arbitrarismo.

“Veramente a me sembra che la CCR insegni tutt’altra cosa, vediamo di prendere i documenti”

Prima di parlare della teologia cattolica occorrerebbe conoscerla, né so cosa c’entri il documento che citi, infatti quando dico “sia l’agire che il credere” quel “sia il credere” implica ovviamente che sto parlando di cristiani, a cui Paolo si rivolge nella sia lettera. Mentre per i luterani le opere non servono per salvarsi, per i cattolici invece le opere perfezionano la fede. Cosa c’entri l’ipotetica salvezza di chi appartiene ad altre fedi proprio lo ignoro. I Concili sono infallibili ovviamente, e tu per l’ennesima volta li fraintendi perché non conosci il lessico teologico in cui sono scritti. Il problema del documento è il celebre “extra ecclesiam nulla salus”, fuori dalla Chiesa non c’è salvezza, che è verissimo. Il problema è che si può far parte della Chiesa cattolica sapendolo o meno, infatti in teologia si parla di vie extra-sacramentali della salvezza che uniscono al corpo di Cristo, si vedano espressioni e temi come il battesimo di sangue o il battesimo di desiderio. “Chi ha i miei comandamenti e li osserva: ecco chi mi ama; e colui che mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui. …Se uno mi ama osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e verremo presso di lui e dimoreremo presso di lui;…” (Gv 14,21-23)
Cito dal CCC: “« Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale ».(59) Ogni uomo che, pur ignorando il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, cerca la verità e compie la volontà di Dio come la conosce, può essere salvato. È lecito supporre che tali persone avrebbero desiderato esplicitamente il Battesimo, se ne avessero conosciuta la necessità.”

(59) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 22: AAS 58 (1966) 1043; cf Id., Cost. dogm. Lumen gentium, 16: AAS 57 (1965) 20; Id., Decr. Ad gentes, 7: AAS 58 (1966) 955.

La questione dunque è la via per cui si far parte della Chiesa, sacramentale o extra-sacramentale.

“No ? certo che si, vedi Bernardo provenzano, la sua fede è indiscussa, come la sua condotta su questa terra.”

Vedi io di quell’uomo so solo quello che mi dicono i Tg, non conosco nulla né della sua storia interiore né di quel che pensa.

“Se anche fosse come dici, varrebbe la medesima cosa per chi infrangesse una legge divina rivelata chiaramente”

Spero che tu ricordi di che cosa stavamo parlando, ossia del fatto che Dio non fa apparire in cielo la scritta “uccidere è sbagliato perché lo dico Io il Signore” giacché vuole lasciare a ciascuno la possibilità di decidere autonomamente che cosa è bene e che cosa è male. Al che tu mi hai replicato che sapere che una cosa è sbagliata non significa evitare di farla. Io mi sono limitato a dire che i criminali che agiscono pur conoscendo la legge: o ritengono errata la legge e se ne fregano sperando di non essere beccati, o comunque il sentimento ha la meglio sulla ragione. A questo punto tu hai detto che ci sono alcuni che si fanno prendere apposta. Io mi sono limitato a rispondere che è perché o dopo il gesto si sono accorti d’aver sbagliato e vogliono espiare o perché si considera senza valore la propria vita e dunque anche l’ipotetica certezza della pena non spaventa. Non so dunque cosa voglia dire che questo varrebbe anche per chi infrangesse la legge divina rivelata in modo chiaro e distinto, perché su 6 miliardi di persone io non so quanti infrangerebbero la legge pur sapendo che è certa la sua correttezza e anche che è certa la pena con la giustificazione che la loro vita non vale nulla, se anche questi depressi irrimediabili fossero l’1% del pianeta resterebbe il restante 99% che non rientra in questa casistica e di cui Dio deve tutelare la libertà. Inoltre considerare la propria vita senza più valore davanti al giudizio degli uomini è un conto, se si possa considerarla tale sapendo con certezza che Dio esiste temo sia una variabile incalcolabile.

“Non ho parlato di verità, ma di responsabilità personale di chi sceglie, non confondere le parole.”

Neanche io ho parlato di verità, ma di “vera scelta”, il che sta per ”scelta autentica”.

“Ho detto che è pienamente responsabile colui che è a conoscenza delle leggi o che ha tutti i mezzi per informarsi su di esse. La legge non ammette ignoranza perché da a tutti la possibilità di informarsi.”

Qui stiamo confondendo due piani diversi. Le leggi le conoscono tutti, qui stavamo parlando della dimostrazione della loro fondatezza. Come già detto le più grandi scelte sono proprio quelle in cui manca un metodo razionale per dirimere la questione, è il dilemma di Antigone che non sa se obbedire a quelle che lei chiama le leggi non scritte e dunque seppellire il fratello oppure lasciarlo insepolto affinché i cani lo divorano come ha ordinato la legge di Tebe, giacché suo fratello s’è scagliato contro la sua città natale e dunque non merita sepoltura. La tua banalità concettuale secondo cui si deve obbedire solo a leggi la cui dimostrazione sia evidente dissolverebbe i dilemmi tragici di tutto il teatro greco, inoltre ti contraddici dicendo che la legge non ammette ignoranza e dà la possibilità a tutti di informasi, eppure pochi post fa mi chiedevi perché mai avresti dovuto obbedire alle leggi dello stato in cui nasci se non t’è chiara la loro fondatezza. Come già detto il giudizio di Dio sta a livello di sincerità del cuore, se qualcuno ha fatto qualcosa che Lui ritiene sbagliato a causa della miniale combinazione tra la cultura in cui e nato e le leggi dello Stato di cui era suddito, e se tali azioni non contrastano quel minimum di lume naturale, dubito fermamente che avremo una condanna. Come già detto questo discorso non ha senso, perché sto producendo un elenco di casi in cui Dio condanna e non condanna, un elenco di aggravanti ed attenuanti, trasformando Dio in un legalista fariseo. La storia personale di ciascuno è infinitamente diversa da quella di ciascun altro, e sarà Dio vedendo la sincerità d’animo di ciascuno a regolarsi. I nostri parametri umani, così casuisti, non vanno da nessuna parte.

“Questo non è fondato su alcun elemento logico e oggettivo. E’ un’opinione personale e in quanto tale conta meno di zero. Difatti vi sono persone che sono convinte che sia stata dimostrata inconfutabilmente l’esistenza di Dio e altri che sostengono l’esatto contrario. Attenzione costoro non pensano che vi siano elementi per credere o per non credere, sono convinti che la loro teoria sia incontrovertibile.”

Il fatto che ci siano alcuni che credono e alcuno che non credono è la migliore conferma della mia teoria, se esistessero prove schiaccianti come lo sono quelle della geometria tutti dovrebbero credere o non credere. Un noto ateo italiano scriveva pochi anni fa: “se infatti il rigore logico riuscisse a dimostrare che Dio non esiste, non dovrebbe più credere nessuno; così come se il rigore logico riuscisse a dimostrare che Dio esiste, dovrebbero invece credere tutti. E' proprio perché secoli di indagini teologiche non hanno prodotto convincenti prove né a favore né contro, che il "rigore logico'' permette sia credere che di non credere!” (Piergiorgio Odifreddi)

“Anche chi non si sottomise alle leggi raziali del fascismo ?”

Avevo scritto: “ovviamente con la limitazione “è meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”(At 4,19) qualora i due ordinamenti siano in contrasto.”

“Come stona quel “purché”. Definire dove vi sia democrazia è tanto difficile quanto dimostrare Dio. Negli USA c’è democrazia ?”

Ho trovato questa frase una delle poche argomentazioni sensate del tuo post. In effetti in filosofia si discute da millenni su che cosa sia la democrazia, quali sono i suoi limiti, se sia la forma di governo migliore, e, qualora non fosse la migliore, se ce ne siano di alternative. Che la democrazia non funzioni i filosofi ( e persino i matematici) l’hanno capito da cent’anni a questa parte, il problema è che non ci sono alternative e che tutte le altre forme di governo finora ipotizzate sono ancora peggio, stiamo cioè navigando su quello che per ora è il male minore. Per tornare al nostro discorso in prospettiva escatologica la mia affermazione va riformulata, ci si aspetta cioè che la democrazia dovendo tutelare gli interessi di tutti proponga direttive razionali e dunque, essendo la ragione di Dio la stessa che governa il cosmo, giuste ai suoi occhi. Ma il cattolicesimo riconoscere quella che viene definita obiezione di coscienza, basti pensare a testi come “Obbedire non è più una virtù” di Don Dilani, anche qui dunque il discorso si sposta su quello che è il convincimento interiore di cosa è giusto e cosa è sbagliato, come insegnano le parole di Cristo sulla croce non basta sbagliare per essere colpevoli ma occorre sapere che si sta sbagliando, e visto che in America ha vinto Bush di gente ottenebrata ce n’è parecchia.

“Mentre noi in questa discussione, stiamo parlando di leggi fondate sulla rivelazione. Se in esse ve ne sono di condivisibili in quanto fondate da argomenti diversi dalla dettatura divina, saranno accettate dai più, mentre saranno rifiutate, come in realtà lo sono, quelle realative alla rivelazione e che non trovano riscontro alcuno nell’etica condivisa.”

Ma non è nulla di quello che avevo scritto, non ho detto che se c’è 1/5 del pianeta che crede qualcosa allora gli altri 4/5 devono credere alla medesima cosa, avevo scritto che il fatto che una cosa sia creduta solo da 1/5 e che sia indimostrabile non la rende automaticamente falsa.

“Si, difatti lo stesso occidente ha prodotto l’illuminismo e il metodo scientifico. Ma qui per occidente si intende tutto ciò che non è oscurantismo.”

Che le basi del metodo scientifico e dell’illuminismo stesso, sia a livello di logica sia a livello di etica, abbiano le proprie radici rispettivamente nelle scoperte logiche della scolastica medioevale e nell’etica cristiana che ha civilizzato l’Europa, è un fatto risaputo dai più. E bada che sto parlando dell’etica cristiana che ha fatto evolvere la concezione famigliare e lo status di diritto dei singoli rispetto all’epoca romana, non sto parlando delle azioni di qualche singolo cristiano ma dell’azione evangelizzatrice coi principi che propaga.

“Davvero ? Allora mi chiedo come tu possa seguire delle leggi se non sai nemmeno quali siano i parametri di giudizio.”

Proprio perché la giustezza di una regola è indipendente dall’eventuale premio o condanna. C’è tutta la Critica della Ragion Pratica con la sua teorizzazione del “dovere per il dovere” ad insegnarcelo.

“La teologia è una pseudo-scienza davvero molto bizzarra, riesce a scovare dal cappello ogni sorta di coniglio che gli sia d’aiuto.
Mi hai stimolato e quindi citerò l’incubo del teologo di Russel:”

Altro brano arcinoto, che non c’entra un emerito nulla coi destini escatologici dell’anima ma che evidentemente vuoi citare convinto di rivelarci qualcosa. Non che sia in tema ma già che ci sono facciamo qualche rilievo:
a)Si basa sulla classica idea che l’uomo ha perduto il suo piedistallo nel cosmo. Per usare un’espressione ormai diventata classica: Copernico ha tolto l’uomo dal centro dell’universo, Darwin l’ha tolto dal centro del suo pianeta, e Freud dal centro di se stesso, l’uomo ha scoperto di non essere padrone neppure in casa propria; è la cosiddetta corrente di critica all’antropocentrismo, che non è mai stata seriamente confutata ma almeno non si fa più sentire con qualche saggio bomba da una ventina d’anni. L’articolo di Russel si basa appunto su questa idea: la Terra non è che un puntolino nell’universo, e a sua volta noi siamo solo un puntolino sulla sua superficie, se dunque Dio esiste perché dovrebbe occuparsi di noi? Peccato che il buon Russel ignorasse di come la Bibbia si fosse posta le sue stesse domande qualche millennio prima, che non aveva dunque scoperto l’acqua calda, e che il testo sacro stesso fornisce la risposta.

“Se guardo il cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato.” (Sal 8, 4-6)

Perché dunque Dio si ricorda dell’uomo, perché l’ha fatto poco meno degli angeli, come ci dice anche Genesi: “a immagine di Dio li creò, ma “Dio creò l’uomo a sua immagine;a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gn 1,27)
E’ per questo valore ontologico intrinseco, proveniente dal fatto di essere a immagine di Dio, che l’uomo è una realtà trascendentale. Il testo di Russel poi banalizza enormemente il problema Dio perché parte etsi deus daretur ma poi gli nega l’attributo dell’onniscienza e dell’onnipresenza, come se fosse possibile immaginare un creatore che non sia onnisciente (e badate che non ho negato che qualcuno l’abbia fatto, ma solo che la cosa sia possibile, cioè filosoficamente sostenibile). Russel avrebbe dovuto evitare giochetti e dire chiaramente che gli dà fastidio che l’uomo si ritenga così importante, senza mettere in scena un Dio non onnisciente a cui per altro non credeva.

“Questo, lasciando da parte Dio, è la legge Karmika buddista, ovvero è l’anima che sa perfettamente cosa deve fare per arrivare alla perfezione”

La cosa è un tantino diversa, l’anima capisce se merita o no la comunione con Dio, eventualmente auto-escludendosi, solo perché ha un metro di misura su cui misurare l’esistenza passata che si è lasciata indietro, e questo metro di misura universale è la visione di Dio.

“Peccato che è totalmente diverso da quello che insegnano i tuoi amati teologi medioevali !”

Dipende da chi stiamo parlando, non ho intenzione di mettermi a discutere di teologia medioevale con chi non ne ha le basi, anche qui si tratta di mere con stazioni. L’ultimo manuale di filosofia medioevale che ho avuto in mano era di 1300 pagine, ed era un sunto, la materia è complessa e richiede una conoscenza sia della teologia cristiana, sia della filosofia platonica e aristotelica cui i teologi attingevano i loro temi, sia ovviamente una conoscenza del latino per evitare quegli scempi chiamati traduzioni e per poter consultare gli strumenti di lavoro. In questo caso il nucleo di quello che ho detto, più o meno sviluppato, è presente dalla patristica al medioevo, persino sulla bocca di alcune anime dell’inferno dantesco.

Ad maiora

ClintEastwood82
00giovedì 13 luglio 2006 23:23
Note di Clint [SM=g28004] ( scrivo note, così fungo solo da segnalibro senno mi si accusa di non essere coerente con il topic e di non avere le categorie per discutere, negli interventi su questo topic sarò solo un piccolo segnalibro a piè di pagina [SM=g27988] )



Per l’escatologia cattolica il paradiso non è stare tra le nuvole e l’inferno non è stare tra le fiamme(queste sono metafore bibliche),


Varie rivelazioni ai Santi fanno molto bene capire che sì, la lontananza da D_o è la pena più terribile, ma non la sola, accompagnata da fuoco e da vero dolore per l'anima, e si parla anche di demoni che infliggono torture alle anime dannate.



Facile parlare di un evento scandaloso ogni vent’anni quando non si sa dell’immensa opera umanitaria che la Chiesa svolge in lungo e in largo per il pianeta, la verità è che le notizie di bontà non fanno audience e quindi non finiscono suoi giornali.


Giusto, si riportano sempre le solite cose, i buoni frutti che sono molti di più stranamente non si vedono mai.




Nota per Polymetis


L' illuminismo é l' uscita dell' uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare..........


Praticamente avresti fatto dire a Kant quello che già avevi affermato, ossia che un ministro della Chiesa deve insegnare ciò che dice la chiesa, e fin qui ok, ma poi per Kant sembra sia lecito e legittimo che come studioso per il pubblico, possa dire quello che vuole, va bene, ma nella realtà se questo succedesse, per esempio un prete confessa ma poi sulle riviste pubblica articoli contro la confessione, ci sono buone probabilità che verrebbe espulso dalla Chiesa...



LA cosa più probabile è un’altra, che Mosè non sia sceso da alcuna montagna e non abbia finto d’aver ricevuto alcuna legge in quanto tutto l’episodio del Sinai è inventato.


Più probabile ma non è detto che sia giusta.



Polymetis
00venerdì 14 luglio 2006 15:57
"ccompagnata da fuoco e da vero dolore per l'anima"

Deve bruciare molto ossigeno...
A parte gli scherzi, forse dovresti provare a immaginare che Dio parla ai santi con simboli comprensibili al loro tempo, le immagini che essi vedono non corrispondono a luoghi, perché l'inferno non è un luogo.

"ma poi per Kant sembra sia lecito e legittimo che come studioso per il pubblico, possa dire quello che vuole, va bene, ma nella realtà se questo succedesse, per esempio un prete confessa ma poi sulle riviste pubblica articoli contro la confessione, ci sono buone probabilità che verrebbe espulso dalla Chiesa..."

Kant non era contro la possibilità della scomunica. Egli dice che uno studioso che scriva un libro deve poter dire quello che vuole, ed è verissimo, ma è altrettanto vero che sebbene lui sia libero di fare ciò che vuole perché in qual momento non rappresenta la Chiesa, la Chiesa cattolica è altrettanto libera non di impedire il suo pensiero ma di definire se è cattolico o no. Come già spiegai non si può ad esempio pretendere di negare la trinità e contemporaneamente definirsi cattolici, perché non siamo noi i padroni di questo termine che sul vocabolario ha un ben preciso significato. Una persona è libera di credere quello che vuole, ma non di credere quello che vuole e contemporaneamente identificarsi con chi crede il contrario, e non glielo vieta una legge ma la logica. Chi sostenesse il diritto per un cattolico di credere ad esempio che Cristo non sia risorto starebbe sostenendo il diritto per un quadrato di definirsi un cerchio. La Chiesa non può né impedire né limitare la libertà d’espressione di costui, deve limitarsi a dire se sia cattolico o meno, com’è suo diritto. In questo a mio avviso consiste una scomunica.

Ad maiora
ClintEastwood82
00domenica 16 luglio 2006 13:30

Deve bruciare molto ossigeno...
A parte gli scherzi, forse dovresti provare a immaginare che Dio parla ai santi con simboli comprensibili al loro tempo, le immagini che essi vedono non corrispondono a luoghi, perché l'inferno non è un luogo.


Può anche essere come dici però i luoghi li hanno visti.




ma è altrettanto vero che sebbene lui sia libero di fare ciò che vuole perché in qual momento non rappresenta la Chiesa, la Chiesa cattolica è altrettanto libera non di impedire il suo pensiero ma di definire se è cattolico o no.


Esatto.
spirito!libero
00martedì 25 luglio 2006 10:14
“già qui la tragedia di chi si documenta in rete”

Continui a riportare questa frase. Quando capirai che esistono persone che leggono ciò che c’è scritto in rete utilizzando un preciso senso critico per discernere le boiate dalle cose serie ? Devi sapere che per me internet è un luogo ove si possono trovare anche autentiche “illuminazioni” magari scritte da chi non ha titoli altisonanti ma possiede comunque un profondo intuito e questo vale anche e soprattutto per i pensieri filosofici. Quindi se credi di buttare discredito sottolineando la fonte internettiana di determinate conoscenze ti sbagli di grosso e non solo, ti contraddici visto che spessissimo tu stesso scrivi link per sostenere le tue tesi, oppure solo i tuoi link sono degni di essere menzionati ?

“1)Hai detto che se è indimostrabile è vero che non è falso però non è neppure vero. E invece no, non si può sapere se è vero o falso, tutto qui, ma può essere tranquillamente vero, sebbene non si sappia.”

Occorre chiarirci su alcuni concetti altrimenti ritorniamo sempre allo stesso punto. L’indimostrabilità non implica che una teoria sia falsa ma nemmeno che sia vera. Quando sarà dimostrata allora potrà essere considerata vera. Siccome non possiamo sapere se la rivelazione data ad Israele è davvero proveniente dall’unico Dio universale esistente, dobbiamo affidarci ad altri fattori per capire se è verosimile una situazione così paradossale. Oggi, il pensiero umano ha raggiunto un evoluzione tale da comprendere come sia illogico e arcaico pensare ad una rivelazione come quella descritta dai profeti biblici. Una rivelazione ad un piccolo popolo, anzi ad un singolo uomo, Abramo. Si parla addirittura, infatti, del “Dio di Abramo”. E’ ovvio che in linea del tutto teorica questo può essere possibile, tutto è possibile, ma da qui a ritenere una tale rivelazione degna di credito è tutt’altro discorso. Quindi, sia l’idea universale che oggi si ha di Dio, sia il normale buon senso moderno, ci fa ritenere altamente improbabile che le cose siano andate come sostieni.

“La verità secondo la più classica delle definizioni si ha quando il pensiero coincide con l’essere, “

Ti posso confutare questa affermazione in un instante citandoti le basi della meccanica quantistica. Le particelle subatomiche, hanno delle caratteristiche che contrastano con la logica classica. Esse possono esistere e contemporaneamente non-esistere, oppure essere contemporaneamente due entità completamente differenti e contrastanti: onda e particella. Ho scritto questo, per evidenziare come oggi il concetto di essere e di verità sia quanto mai inafferrabile razionalmente se ci spingiamo nella profondità e nel cuore della natura stessa.

“ stavo appunto dimostrando la possibilità teorica per una qualsiasi religione o persone di essere nel vero ma non poterlo dimostrare. Tutto il resto della discussione è solo un’appendice. “

Ma se è solo questo il tuo intento possiamo chiudere la discussione. Difatti in linea teorica è anche possibile andare indietro nel tempo, dato che lo sviluppo dei modelli matematici relativistici consentono, in linea teorica, tale possibilità ! Un conto è dire che è teoricamente possibile che un singolo uomo nato 3000 anni fa in Alaska, abbia avuto la rivelazione divina e magari l’abbia diffusa a chi gli pare, un altro è sostenere che ciò sia plausibile. Inoltre tale concezione contrasta logicamente con l’immagine di un Dio universale e padre di tutti gli uomini. Come può un Dio del genere “scegliere” un popolo “eletto” ? E’ come se un padre amasse un figlio più degli altri. Questo sentimento era accettato nel passato dove il “primogenito” era considerato diversamente dagli altri figli, oggi abbiamo compreso come tali differenze siano deprecabili.

“Quindi ciò che è indimostrabile non è ne vero ne falso.”
“Sbagliato, la verità o la falsità di un’affermazione non dipende dal fatto che tu ne conosca la verità o la falsità.”

No, giusto invece. Perché il fatto che io conosca la verità o la falsità, presuppone che io possa, in qualche modo, verificare o falsificare l’affermazione.

“Se dico “Cristo è risorto”, non è possibile che la mia affermazione sia né vera né falsa, infatti o il fatto è successo (e allora è vera), o non è successo (e allora è falsa), indipendentemente dal fatto che io sia in grado di dimostrare la validità dell’affermazione o della negazione”

Ti ho già risposto con due argomentazioni. Una è relativa al fatto che le contraddizioni esistono in natura (meccanica quantistica), la seconda sostiene che non avendo elementi per discernere la verità dalla falsità di una affermazione, quest’ultima diventa irrilevante, o meglio è rilevante solo per la fede e non per la ragione.

“è più corretto dire: “non so se è vero o falso, ma è uno dei due”

Dipende a cosa ci si riferisce. Se ti riferisci ad un evento, come la resurrezione, può essere in parte vero e in parte falso ! Continui a ragionare per estremi, ma le sfaccettature sono molteplici. Se poi ti riferisci in generale al vero e al falso, leggiti un testo divulgativo di quantistica (a meno che tu non conosca la matematica al punto di poter leggere direttamente un manuale universitario) e così potrai rivedere tutti i tuoi assunti sul principio di non-contraddizione che tanto ami.

“Quello che tu chiami “sistema formale”, la logica, è la struttura del reale. “

Non sempre.

“visto che esistono verità indimostrabili allora è possibile in linea teorica che anche la rivelazione sia una di queste”

Già detto, in linea teorica possono esistere UFO, fantasmi, miracoli, ecc… In linea teorica quasi tutto è possibile.

“Spada qui ovviamente sta per “divisione”, giacché seguire la dottrina di Cristo in modo integrale significa farsi propugnatori della sua verità. Quindi non c’è niente del Gesù tollerante figlio dei fiori, il maestro per il suo discepolato esigeva coerenza e senso di missione. “

Abbiamo discusso mille volte sull’interpretazione dei vangeli e di come si contraddicano. L’interpretazione che ne da la CCR è un’interpretazione tra le tante.

“La dimostrazione devo essermela persa, giacché come già detto il fatto che una cosa sia vera o falsa non dipende da noi ma da come stanno le cose. Un prete mafioso può salire sul pulpito e dire gli stessi concetti di amore che esprimerebbe Francesco, e quei concetti sono veri in entrambi i casi, indipendentemente da chi li dica.”

Se ti sei perso la dimostrazione te la ripropongo. Allora, prendiamo il comandamento “non uccidere”. Esso da solo, come ben sai, vuol dire tutto e niente. Quindi va necessariamente interpretato. Cosa si intende per “non uccidere” ? Ovvero cosa non deve essere ucciso ? tutte le forme di vita ? solo quelle animali ? solo quella umana ? Ed ecco che il “messaggero” diviene l’interprete del messaggio, ovvero colui che mi spiegherà cosa significa “non uccidere” e in che ambiti io lo debba applicare. Tu credi che io mi faccia insegnare cosa significa “non uccidere” da un mafioso ?

“Vale come sopra, quell’ipotetico papa non sta dicendo cose sue”

FALSO. Le dice eccome ! Le encicliche sono interpretazioni, messaggi sulla morale ecc… insomma insegnamenti che tendono a indirizzare i comportamenti individuali nella vita quotidiana. Un papa può ritenere che non uccidere si possa riferire solamente ai non peccatori mentre sia lecito uccidere gli indemoniati (come di fatto è successo in passato). Ecco evidenziato come il messaggero sia di fondamentale importanza nel momento in cui il messaggio deve essere necessariamente interpretato.

“Questi concetti li ripeto per l’ennesima volta. La Chiesa non dice di se stessa che i membri della sua gerarchia siano infallibili, il cosiddetto canale di Dio sta nel magistero dei vescovi in comunione col papa e coi fratelli episkopoi ortodossi, non sta né in Vaticano né nel cardinal Sodano o in chicchessia.”

Questa tua contro argomentazione non c’entra proprio nulla con ciò che si stava dicendo. A volte mi sembra che scrivi automaticamente le contro argomentazioni predefinite senza seguire il senso del discorso. Io stavo rispondendo alla tua affermazione che l’attivo supera il passivo. Quindi per risponderti ti ho portato degli esempi, (molto pesanti), di passivo recentissimo, visto che tu dicevi che il passivo era al limite riferito a tempi ormai lontani.

“Facile parlare di un evento scandaloso ogni vent’anni quando non si sa dell’immensa opera umanitaria che la Chiesa svolge in lungo e in largo per il pianeta, la verità è che le notizie di bontà non fanno audience e quindi non finiscono suoi giornali. “

Complimenti per la retorica utilizzata in questo esposto. La retorica non ti aiuterà, a mio avviso il passivo nella storia della CCR supera di gran lunga l’attivo. Quest’ultimo, tra l’altro, non è quasi mai arrivato dai “vertici” ma bensì dalla “base”, ovvero da singoli uomini virtuosi e di infinità bontà che hanno fatto del bene all’umanità. Ma costoro si sarebbero certamente comportati nella medesima maniera anche se fossero stati buddisti. Difatti il mio motto da sempre è: “non le religioni fanno gli uomini, ma gli uomini le religioni”.

“chiunque sa che le nostre biblioteche sono piene di volumi scritti da cattolici con indagini sulla genesi di qualunque cosa, dai saggi di storia del dogma a quelli di storia della liturgia”

Oibò ! e dove in questi saggi un cattolico affermerebbe che un dogma cattolico è errato ? Oppure nessun cattolico, guarda caso, ha mai trovato alcun errore teologico ?

“Se poi tu trovi inconcepibile che una persona istruita possa arrivare alle stesse conclusioni della Chiesa alla fine della sua indagine forse il problema è tuo e delle tue carenze in storia e letteratura antica”

No caro. Semplicemente coloro che sono arrivati a conclusioni diverse non possono essere più ritenuti cattolici, come tu stesso hai ammesso. Ergo non ci potrà mai essere un teologo che si può dire”cattolico” che scriva, ad esempio, una confutazione del dogma mariano. Perché se lo scrivesse, istantaneamente non sarebbe più cattolico. La mia affermazione era: “un cattolico non potrà mai andare contro i propri dogmi” alla luce di quanto esposto questa affermazione è completamente vera !

“la Chiesa c’è opposta a questo travisamento creato dalle traduzioni in volgare dei protestanti, per altro piene di errori. Hanno fatto benissimo, anche perché con l’analfabetismo dilagante il problema non era cosa leggeva una persona ma cosa il protestante diceva d’aver letto al contadinotto cattolico”

Mantenere il “popolo” nell’ignoranza è una delle principali strategie delle dittature per mantenere il proprio potere.

“Qualunque storico sensato davanti ad uno scritto che presenta cardinali cattolici in modo così grottesco avrebbe subito capito che solo uno dei mille falsi partoriti dai protestanti al tempo della Riforma. Questo poi è un falso particolarmente famoso, il suo autore è Pier Paolo Vergerio, vescovo cattolico passato dalla parte dei riformati, se non erro il testo si trova ancora alla Biblioteca Nazionale di Parigi, tra le opere del Vergerio ovviamente. “

Un falso ? Può essere, del resto chi non ne ha prodotti ? Ti ricorda qualcosa l’editto di Costantino ? Il falso storico più clamoroso di tutti i tempi, chissà chi lo ha architettato….

“spiegare qualcosa ma dire che non si è d’accordo con quello che si sta esponendo, e magari persino argomentare il proprio disaccordo, farebbe sì che costui non insegnasse più la teologia cattolica ma il suo parere eretico”

Niente affatto. Sarebbe dare agli studenti la possibilità di avere una visione ampia del problema, ponendo loro entrambe le teorie. Il professore sarebbe condannabile se ponesse enfasi alla sua teoria o se la spaccerebbe per giusta in contrapposizione a quella errata della CCR. Se invece si limitasse a esporle entrambe obbiettivamente, la cosa sarebbe non solo lecita, ma auspicabile. Invece, per mantenere la propria autorevolezza, la CCR si guarda bene dal far divulgare argomentazioni “scomode”. Il tuo esempio con la pubblicità è altamente calzante ! Mi sa che ti sei tirato la zappa sui piedi, la pubblicità tende a spingere un prodotto per venderlo fregandosene ampiamente della bontà e qualità dello stesso ! La CCR nelle università si comporta effettivamente nella stessa identica maniera.

“Questo licenziamento non cadrebbe nella casistica dei reati d’opinione ma in quello dell’inadempienza contrattuale, se sei pagato per fare qualcosa non puoi fare altro. “

Sbagli. L’opinione personale deve poter essere liberamente espressa in qualunque ambito. Non esiste un lavoro costituzionalmente accettabile, ove si limiti “a pagamento” l’opinione personale del lavoratore. Colui che venisse licenziato dal posto di lavoro perché, interrogato sulla bontà del proprio prodotto, dichiarasse che a lui il prodotto non piace, sarebbe stato licenziato ingiustamente e sarebbe reintegrato da qualsiasi giudice del lavoro. Tuttavia, ahimè, i concordati che avete firmato con i fascisti impediscono queste azioni di reintegro da parte della giustizia ordinaria italiana nelle università cattoliche.

“A questo proposto ho già spiegato come un grande maestro dell’illuminismo, Kant, sia un mio sostenitore”

Credi che io non conosca il pensiero di Kant ? E’ davvero curioso come utilizzi argomentazioni che in passato hai cercato di confutatare a sostegno delle tue attuali teorie. Molte argomentazioni possono essere precisamente rivolte proprio contro la CCR (ad es: L' ecclesiastico : non ragionate , ma credete !) Hai sempre detto peste e corna dell’illuminismo e adesso citi Kant ?
Il brano citato può essere un argomento a mio favore non di certo a tuo ! Dimentichi, inoltre, che è passato qualche secolo dalla morte di Kant e la coscienza umana si è evoluta, Kant, tra gli altri, ha dato il “la” allo sviluppo del pensiero moderno, pare che tu sia rimasto a quel periodo, la qual cosa, rispetto al medioevo, sarebbe già un gran passo avanti. In ogni modo venendo alla frase di Kant che tanto ti sta a cuore: “invece l' uso privato della ragione può assai di frequente subire strette limitazioni senza che il progresso del rischiaramento ne venga particolarmente ostacolato”, è molto semplice capire che all’epoca in cui scriveva Kant era anacronistico pensare ad un uso in privato della ragione intesa come proprie opinioni personali. La coscienza della libertà personale delle proprie opinioni da poter esprimere sempre e dovunque non era ancora entrata a far parte delle coscienze intellettuali dell’epoca. Oggi nessuno si sognerebbe di dire che in privato, ovvero nell’ambito lavorativo, un uomo non possa esprimere le proprie opinioni personali anche se in contrasto con quelle del datore di lavoro. Il compito assegnato ad un lavoratore non può mai essere quello di tacere la propria opinione personale in qualunque ambito. Se tale richiesta viene effettuata dal datore di lavoro è semplicemente incostituzionale. Credo tu debba aggiornarti caro amico, ti riporto l’articolo 18 della “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” (che il vaticano non ha ratificato):
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.” Fonte: www.amnesty.it

Nel brano riportato Kant ha scritto esattamente quello che ho scritto io nei post precedenti:” Egli dirà : la nostra Chiesa insegna questo e quello , e queste sono le prove di cui essa si vale” difatti costui potrà poi tranquillamente affermare “io non sono d’accordo”. Che poi lo faccia nella stessa aula o fuori in strada cambia ben poco. In ogni caso sai bene che la CCR ha estromesso dall’insegnamento anche coloro che hanno insegnato correttamente la teologia cattolica in università, ma si sono permessi di scrivere libri nei quali criticavano diversi aspetti della stessa teologia, come la mettiamo ?

“Se invece credesse di trovarvi qualcosa che vi contraddica , egli non potrebbe esercitare la sua funzione con coscienza ; dovrebbe dimettersi “

Questo diviene un problema di coscienza personale. Il datore di lavoro non può licenziarlo in ogni caso. E’ difatti il lavoratore che, nella sua coscienza, sa che non può andare avanti ad insegnare cose in cui non crede affatto e quindi se ritiene si dimetterà.

“Qualunque manuale di storia medioevale scritto negli ultimi 20 anni. Il solo fatto che mi si chieda la fonte di una cosa risaputa implica che non conosci la bibliografia aggiornata sulla materia. Non c’è stato ancora uno spoglio completo dei processi, che è ancora in corso, ma per la legge dei grandi numeri “

Ma davvero ? Lo spoglio a cui ti riferisci e l’interpretazione di quei processi è un'altra parte del revisionismo storico in atto e anzi peggio, sta diventando un vero e proprio falso storico ! Non mi pronuncerò oltre perché sono fortemente innervosito. Cito per chi volesse approfondire la verità su questo scempio un articolo apparso sul manifesto nel 2004: www.fisicamente.net/index-1186.htm dove si chiarisce l’azione mistificatrice dello spoglio a cui si riferisce Polymetis e di come si stiano divulgando tante falsità al fine di “alleggerire” la posizione della CCR sull’Inquisizione. Traggo dall’articolo solo queste frasi:

” Il prof. Agostino Borromeo - a nome della Santa Sede - sta cercando di convincere il mondo che i morti bruciati vivi per mano della Santa Inquisizione in 600 (seicento) anni non sono stati 9 milioni… bensì meno di cento unità, ovvero 99!
L'Inquisizione è stata uno strumento dottrinale-legislativo - creato, affinato ed imposto dai papi - che ha introdotto nella mente dell'uomo il metodo della delazione, della tortura, del terrore. È stato lo strumento principe dello stato della Chiesa cattolica che nella sua storia non ha mai conosciuto la democrazia… e forse è proprio per questo che ha sempre appoggiato politicamente le dittature (di destra). Gli orrori espressi dagli stati moderni (Gulag, Auschwitz, Abu Graib, Guantanamo etc.) affondano le radici nella Santa Inquisizione.

Giovedì 17, in Campo de' Fiori, come ogni anno una piccola folla ha ricordato il 405° anniversario del rogo di Giordano Bruno. Invece di chiedere perdono per gli "eccessi" della Santa Inquisizione, la Santa Sede dovrebbe infine trovare il coraggio d'inviare un suo rappresentante di fronte alla statua dove il rogo arse… smettendola con questi vani tentativi di revisionismo.”


“Sai la differenza tra trascendente e trascendentale? Se vai a cercare su un dizionario di filosofia per rispondermi mi avrai certo scritto due righe ma saprai da te stesso che menti, e questo a me basta. “

Io credo di saperlo poiché conosco Kant come ti ho già detto. Hai comunque ragione conoscerlo o non conoscerlo è un mio problema. Probabilmente hai una conoscenza più approfondita sulla terminologia, se vorrai potrai approfondire le definizioni citandomene altre diverse o a complemento di quelle kantiane.

“Come dicevo non si esclude che le leggi vengano messe sotto l’egida di Dio per farle rispettare, ma ciò non esclude neppure l’aspetto contrario, ossia che siano da rispettare e che sono universali perché davvero Dio le ha date. “

E ritorniamo punto e a capo. E’ una questione di probabilità, di plausibilità ecc… non tutte le possibilità hanno lo stesso peso. Tra due possibili soluzioni ad un problema, in mancanza di certezza, una delle due ha spesso più “probabilità” di essere vera, ritorniamo al famoso rasoio dello stracitato Occam.

“La cosa più probabile è un’altra, che Mosè non sia sceso da alcuna montagna e non abbia finto d’aver ricevuto alcuna legge in quanto tutto l’episodio del Sinai è inventato”

Concordo.

“ma questa è la mia fede è non uno sguardo imparziale”

Su di essa nulla da dire.

“esista una rivelazione vera e al contempo indimostrabile, quale sia è un altro paio di maniche”

Ho già risposto che, al contrario di quello che affermi tu mettendo in ballo libero arbitrio e quant’altro, a me pare illogico rivelarsi ma non dare alcuna prova di se.

“Ma qui si manca del personalismo che invece è essenziale nel cattolicesimo. E’ Cristo che sarà tutto in tutti, e ciascuno sarà immerso in Dio pur mantenendo la propria individualità. “

E’ essenziale nel cattolicesimo perché si è voluta divinizzare la figura di Cristo perdendo il senso universale e impersonale del suo messaggio.

“MA è la differenza fondamentale, il cristianesimo come dice la parola stessa è cristocentrico e geocentrico. Non nobis domime, non nobis, sed nomini tuo da gloriam. Ecco perché le vie del cristianesimo e del buddismo che tu supponi convergenti alla fine verso un unico punto omega in realtà sono strade diverse ed inconciliabili. “

Come sopra, la differenza è divenuta fondamentale, ma a mio avviso, e non solo mio, il messaggio originale di Gesù ne era privo.

“Come già detto non è dimostrato dal tuo discorso che una cosa che faccia star meglio l’umanità sia vera, al massimo che sia utile. “

Se l’umanità progredisce dal punto di vista spirituale e materiale (da intendersi nei bisogni primari di libertà, pace, giustizia, uguaglianza ecc…), poco mi importa di cosa sia vero perché in ogni caso non è dato saperlo.

“La filosofia s’è accorta di quanto fossero infondabili i diritti umani già nell’ottocento”

Parli della “filosofia” come se tutti i filosofi fossero d’accordo con le posizioni che esponi, sai benissimo che non è precisamente così. Vi sono posizioni divergenti a tal proposito. Il nazismo, come ho già spiegato altrove, fonda le sue basi in ben altri contesti, ma non ho intenzione di discutere di ciò qui.

“Sottoscrivibile, infatti prima di accettare il magistero di chiunque si controllano le sue credenziali. “

Appunto. Le credenziali della CCR sono pessime.

“non sa che esiste una confutazione di tutto, persino della possibilità stessa che esistano i sillogismi e del “cogito ergo sum “di Cartesio”

Lo so benissimo che esistono confutazioni di tutto, è il gioco che fai tu rifacendoti alle modalità dei sofisti. Ma il fatto che qualcuno abbia provato a confutare un’argomentazione non significa che vi sia riuscito pienamente o che in quella confutazione risieda la verità. I sofisti se ne infischiavano della verità, il loro intento era vincere il dibattito anche a costo di sacrificare la verità. Quando riporto un brano, come ho già avuto modo di dire, non lo faccio perché ritengo che sia l’ultima innovazione mai discussa prima, bensì perché credo che vi siano valide argomentazioni a sostegno delle mie tesi.

“La filosofia ha messo in crisi questa retorica basata sull’idea di una comune natura umana ormai da secoli, e dunque prima di parlare di una comune natura umana o di valore ontologico intrinseco di una persona ci si aspetterebbe una giustificazione delle proprie affermazioni”

La filosofia a cui ti riferisci non ha messo in crisi proprio un emerito nulla e se ci ha provato è andata contro la scienza. Il valore di uguaglianza e di una comune natura umana è ontologico, ovvero esiste perché così sono gli uomini, ossia uguali. Qualunque genetista potrebbe confermarti questo.

“Ci sono molte branche della filosofia come lo psicologismo le quali sostengono che noi crediamo qualcosa solo in virtù della nostra costituzione propria e non perché essa sia tale in sé e per sé, o l’intuizionismo in logica matematica il quale sostiene che le leggi matematiche e logiche non esistano da sole”

In filosofia si è detto tutto e il contrario di tutto. Non serve a nulla citare correnti di pensiero contrarie perché è ovvio che ne esisteranno sempre. Tanti sono i problemi che in filosofia non sono stati risolti, semplicemente perché sono irrisolvibili attraverso il ragionamento logico e quindi tramite il principio di non-contraddizione. Tale principio, tra l’altro, è messo seriamente in crisi dalle evidenze empiriche della quantistica. Il mondo, caro Polymetis, non è sempre retto dalla logica sequenziale razionale umana. In filosofia ad esempio nessuno è riuscito a confutare il “solipsismo”, a tale stregua, tutto ciò di cui stiamo discutendo sarebbe assolutamente inutile.


“Il professore evidentemente non si rende conto che gli stoici e gli epicurei erano logici quanto lui ma non avevano raggiunto le sue stesse conclusioni, pur appellandosi anche loro al Logos universale, evidentemente perché non si rende conto che la sua coscienza morale è stata forgiata dal cristianesimo nel corso dei secoli. “

Ma davvero ? e tu credi che un Professore di filosofia del diritto di fama internazionale come Vallauri non conosca le basi della sua materia ? ma andiamo. Forse non hai letto con attenzione questo articolo. In ogni caso ti consiglio la lettura dei libri di Vallauri che fugheranno ogni tuo dubbio.

“Accordo generale? S’è perso metà della logica matematica del novecento. “

Chissà perché do più credito a lui, ne avrà i titoli secondo te ?

“Ma poiché queste leggi, la sua rivelazione, sono volontà di Dio e corrispondono al suo disegno mentale e al suo piano per dispiegarsi nel mondo, allora perché siano alla portata del tuo intelletto dovrebbe essere alla tua portata la mente di Dio. “

No, questa equivalenza è arbitraria. Indagare le leggi di Dio non significa affatto indagarne la mente, poiché le leggi sono fatte per gli uomini, quindi devono poter essere indagabili dagli stessi, a meno che tu non ipotizzi una sorte di popolo “bue”.

“Lo conosco bene questo brano, come qualunque cosa tu citi pensando di rivelarmi qualcosa del resto”

Qualunque cosa io citi ? Interessante questa tua affermazione, sei un veggente ? La prossima volta scriverò qualche integrale, chissà che tu non conosca e riesca e leggere anche quello. In ogni caso, io non riporto brani nella speranza che tu li conosca o meno, li cito per argomentare le mie tesi, tutto qui. Ne voglio rivelarti alcunché, ma solo discutere, dimentichi inoltre che non tutte le persone che hanno la pazienza di leggerci hanno determinate conoscenze, di conseguenza cito quei brani anche per loro.

“a differenza di questo proprietario del garage che dice “è proprio qui”, la Bibbia dice del suo Dio che è absconditus”

Invece è perfettamente identico. Perché la bibbia identifica un Dio dicendo che è l’unico Dio, che poi non lo possa descrivere è un altro discorso.

“la teologia razionale al contrario sostiene con la Bibbia che nella creazione si scorgano le impronte di Dio”

Ipotesi completamente campata per aria. Nessuno ha mai spiegato in che termini ne ha mai dimostrato in alcun modo questo assunto o sei per caso anche tu un fervente fautore del “disegno intelligente” che deriva dalla teoria che hai esposto ?

“verificare se queste impronte ci sono davvero e non sono come il proprietario del garage che non dà indizi per risalire al suo drago”

Mi piacerebbe tanto sapere come puoi capire dove sono e quali sono queste impronte, visto che nessuno ci è mai riuscito.

“Questo drago invisibile non fa nulla, mentre i credenti credono che Dio agisca nella loro vita, anzi dicono di sentirlo”

Perché Dio fa qualcosa di concretamente verificabile ?

“si vuole solo denunciare come questi parallelismi manifestamente assurdi servano solo a fare dello scetticismo di bassa lega”

A mio avviso il parallelismo è azzeccatissimo.

“da Noè, da cui discendono tutti gli uomini”

Questa è meravigliosa. Adesso scopriamo che siamo tutti realmente discendenti da Noè, un semplice studente di prima liceo scientifico potrebbe dimostrarti il contrario. Dio ha dato le sue leggi ad un singolo uomo (che mai e poi mai può essere il capostipite di tutta la razza umana) e questo è assurdo.

“perché Dio e il bene sono la stessa cosa”

Se Dio comprende tutto è anche il male.

“Che tu non abbia le idee chiare e che vai a seconda di dove porta il vento s’era capito”

E pesare che a me sembra il tuo modo di fare. Perché citi a seconda di come ti conviene filosofie opposte.

“ Prima mi dici che il bene e il male sono fatti esclusivamente umani, e quindi mi dai una prospettiva che in filosofia è detta contrattualismo, poi mi dici che sono universali, non motivando adeguatamente questa scelta che, credimi, risolverebbe un ben po’ di guai a coloro che vogliono sostenere la possibilità di un etica laica”

Allora visto che fai confusione vediamo di chiarire. Io ho detto che in ultima analisi il bene e il male a livello metafisico secondo il concetto che ne abbiamo noi razionalmente non esistono. I principi etici universali sono altra cosa, distinta dal “principio” di bene e male. Il giusto è tale perché perseguendolo lo spirito dell’uomo continua il suo percorso verso un punto di arrivo che gli è proprio. Questo punto non è “il bene” è un punto ineluttabile di arrivo per chi persegue quella strada. Chi non persegue tale strada farà fatica e ci metterà molto più tempo a giungere alla meta, ammesso che ci arrivi.

“Perché gli organi sono formati in modo identico e il sistema che li riceve anche”

Veramente il sistema che li riceve e li interpreta, ovvero il cervello, è praticamente sconosciuto ancora oggi, come tu faccia a dire che è identico e che interpreta le cose nel medesimo modo lo ignoro.


“Cito dal CCC: “« Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale ».(59) Ogni uomo che, pur ignorando il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, cerca la verità e compie la volontà di Dio come la conosce, può essere salvato. È lecito supporre che tali persone avrebbero desiderato esplicitamente il Battesimo, se ne avessero conosciuta la necessità.” “

Questo è il tentativo di generalizzare ciò che è invece particolare. I teologi dovevano giustificare e conciliare l’universalità del Dio di tutti gli uomini con la rivelazione privata ad un singolo uomo e/o popolo, non avevano altra scelta che sostenere ciò che hai riportato.

“Qui stiamo confondendo due piani diversi. Le leggi le conoscono tutti, qui stavamo parlando della dimostrazione della loro fondatezza”

No. Qui sta il punto. La prima fondatezza sta nell’ente che emette la legge. Se io non so con chiarezza e certezza chi ha emesso la legge, non posso nemmeno capirne la fondatezza. Posso anche ritenerla eticamente giusta, ma nulla più, mentre sarebbe tragico se la ritenessi ingiusta. Siccome non so se l’ha davvero dettata Dio, come posso seguirla se la ritengo ingiusta ? E poi ancora, quante leggi dettate da Dio nelle diverse religioni sono in contrasto tra esse ? come posso discernere quale seguire se nessuna può dimostrarsi realmente derivata da Dio ? Come vedi, alla fine, il metro di giudizio è strettamente personale.

“inoltre ti contraddici dicendo che la legge non ammette ignoranza e dà la possibilità a tutti di informasi, eppure pochi post fa mi chiedevi perché mai avresti dovuto obbedire alle leggi dello stato in cui nasci se non t’è chiara la loro fondatezza”

Te lo chiesi per l’argomentazione di cui stavamo parlando, era una provocazione ovviamente.

“è meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”(At 4,19) qualora i due ordinamenti siano in contrasto.”

Se Dio si degnasse di darci le leggi può darsi, ma visto che quelle che abbiamo sono di altri uomini, non vedo come possiamo obbedirgli. Non mi si risponda che le leggi che abbiamo provengono da Dio perché chiederei di farmi capire come discernere quelle contrastanti derivate dalle diverse rivelazioni esistenti e soprattutto come posso sapere che tali leggi vengano effettivamente da Dio.

“occorre sapere che si sta sbagliando”

Come ho già detto il punto cruciale sta proprio qui. Poiché non è affatto semplice capire dove sta il giusto è altrettanto complesso capire quando si sta sbagliando. I condizionamenti sociali e religiosi spesso fanno nascere sensi di colpa senza senso (vedi morale sessuale).

“e visto che in America ha vinto Bush di gente ottenebrata ce n’è parecchia”

Sono completamente d’accordo con questa tua frase. Dal mio punto di vista l’Europa occidentale è di gran lunga maggiormente democratica degli USA.

“Che le basi del metodo scientifico e dell’illuminismo stesso, sia a livello di logica sia a livello di etica, abbiano le proprie radici rispettivamente nelle scoperte logiche della scolastica medioevale e nell’etica cristiana che ha civilizzato l’Europa, è un fatto risaputo dai più”

Non esattamente. Dimentichi volutamente ciò che avevo già scritto in precedenza. Le radici sono da ricercarsi principalmente nel pensiero dei filosofi greci e dall’evoluzione di esso.

“Proprio perché la giustezza di una regola è indipendente dall’eventuale premio o condanna”

L’ordinamento giuridico italiano prevede che chi commette reato sia consapevole delle conseguenze a cui va in contro (eventuale condanna o sanzione). Questa regola è alla base degli ordinamenti giuridici moderni.

“evidentemente vuoi citare convinto di rivelarci qualcosa”

Semplicemente voglio far notare come ciò che i teologi sostengono non siano altro che mere elucubrazioni che hanno molto poco a che fare con la realtà dell’universo.

“a)Si basa sulla classica idea che l’uomo ha perduto il suo piedistallo nel cosmo”

Idea pienamente condivisibile e sostenuta da tutte le evidenze.

“che non è mai stata seriamente confutata”

Perché è inconfutabile.

“ma almeno non si fa più sentire con qualche saggio bomba da una ventina d’anni”

Semplicemente perché è ormai accettata dai più.

“la Terra non è che un puntolino nell’universo, e a sua volta noi siamo solo un puntolino sulla sua superficie”

Non è così ?

“E’ per questo valore ontologico intrinseco”

Ma davvero ? E chi lo avrebbe mai dimostrato questo valore ontologico, la Bibbia ? Ma certo, un libro scritto da uomini che pone gli stessi autori ad immagine del supremo, che argomento schiacciante.

“gli nega l’attributo dell’onniscienza e dell’onnipresenza”

Dove di grazia ? Il teologo non parla con Dio, ma con suoi “collaboratori”.

“Russel avrebbe dovuto evitare giochetti e dire chiaramente che gli dà fastidio che l’uomo si ritenga così importante, senza mettere in scena un Dio non onnisciente a cui per altro non credeva. “

Russel ha scritto un passaggio magistrale. Nel quale si evidenzia l’insensatezza della pretesa umana di essere al centro della creazione quando tutta la scienza moderna dimostra che non siamo altro che animali razionalmente evoluti. La terra è un atomo nell’universo, in esobiologia si ipotizzano miliardi di pianeti abitati da forme di vita nel cosmo, come si faccia a pretendere ancora oggi di essere la “razza” prediletta non si capisce.

“solo perché ha un metro di misura su cui misurare l’esistenza passata che si è lasciata indietro, e questo metro di misura universale è la visione di Dio. “

La differenza semmai sta proprio nel metro di misura, che secondo i buddisti è presente già nell’anima in quanto tale, mentre per i cristiani è Dio. A me non sembra rilevante come differenza, poiché Dio potrebbe anche aver inserito già tale metro proprio nelle anime create.

Saluti
Andrea

ClintEastwood82
00giovedì 27 luglio 2006 22:47
Note:


il passivo nella storia della CCR supera di gran lunga l’attivo. Quest’ultimo, tra l’altro, non è quasi mai arrivato dai “vertici” ma bensì dalla “base”, ovvero da singoli uomini virtuosi e di infinità bontà che hanno fatto del bene all’umanità.


Falso, le opere umanitarie della Chiesa cattolica sono molte, suore che rischiano la vita in Africa per aiutare la gente, orfanotrofi, missioni, etc; basta approfondire e ne spuntano fuori più di quanto si crede.




Cito per chi volesse approfondire la verità su questo scempio un articolo apparso sul manifesto nel 2004: www.fisicamente.net/index-1186.htm dove si chiarisce l’azione mistificatrice dello spoglio a cui si riferisce Polymetis e di come si stiano divulgando tante falsità al fine di “alleggerire” la posizione della CCR sull’Inquisizione.


E chi dice che quel documento sia attendibile e tanti altri no? Questo documento ad una prima lettura potrebbe apparire come quelli dei tanti partoriti dagli anticlericali, e ci vanno a nozze i protestanti, al fine di buttare fango sulla Chiesa Cattolica.
Non si nega che ultimamente stiano uscendo alcuni articoli che alleggeriscono troppo l'inquisizione, ma di certo ce ne sono tanti che l'allargano.
Basta leggere sui siti anticlericali per vedere le stupidaggini che scrivono.




E’ essenziale nel cattolicesimo perché si è voluta divinizzare la figura di Cristo perdendo il senso universale e impersonale del suo messaggio.


Cristo è presente e vicino ad ogni cristiano. Il fatto poi che molti non lo conoscano e tentano di togliergli i Suoi attributi divini, è
un'altro discorso, ma non potranno mai capire la vicinanza di Cristo ai Suoi fedeli. D_o si manifesta a chi lo ama, non a chi lo studia.



Dove di grazia ? Il teologo non parla con Dio, ma con suoi “collaboratori”.


Se in questa discussione si azzarderebbe a dire, D_o parla ai Santi, come effettivamente è stato, si viene replicati: stiamo parlando da adulti?



Nel quale si evidenzia l’insensatezza della pretesa umana di essere al centro della creazione quando tutta la scienza moderna dimostra che non siamo altro che animali razionalmente evoluti.


Questo è una delle tante belle idee partorite dalla favola dell'evoluzionsimo, l'uomo è semplicemente un animale.
A volte si sfiora anche il razzismo, stando a leggere cosa scriveva Darwin, dal sito del caro Harun Yahya:

In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, è quasi certo che le razze umane incivilite stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge. Nello stesso tempo le scimmie antropomorfe... saranno senza dubbio sterminate. Allora la lacuna sarà ancora più larga, perché starà fra l'uomo in uno stato ancor più civile, speriamo, che non il caucasico, e qualche scimmia inferiore, come il babbuino, invece di quella che esiste ora fra un nero ed un australiano ed il gorilla. 2

2 Charles Darwin, L'origine dell'uomo, trad it. del prof. Michele Lessona, Torino 1872, p. 147



La terra è un atomo nell’universo, in esobiologia si ipotizzano miliardi di pianeti abitati da forme di vita nel cosmo


Ma gli extraterrestri non erano favole?


spirito!libero
00venerdì 28 luglio 2006 10:51
Risposta alle note:

Note:

“Falso, le opere umanitarie della Chiesa cattolica sono molte, suore che rischiano la vita in Africa per aiutare la gente, orfanotrofi, missioni, etc; basta approfondire e ne spuntano fuori più di quanto si crede. “

Non avendo a disposizione una bilancia universale del bene e del male, le nostre rimangono opinioni personali, tu tieniti la tua che io mi tengo la mia.

“E chi dice che quel documento sia attendibile e tanti altri no? “

Il contenuto. Non ne sei convinto ? pace.


“Se in questa discussione si azzarderebbe a dire, D_o parla ai Santi, come effettivamente è stato, si viene replicati: stiamo parlando da adulti? “

Capisco che i post sono lunghi e complessi, ma leggi con attenzione, io e Poly ci riferivamo al brano “l’incubo del teologo” dove il teologo parlava con i bibliotecari e non con Dio.

“Ma gli extraterrestri non erano favole?”

Sai cos’è l’esobiologia ? evidentemente no visto la frase che hai scritto. Gli extraterrestri che vengono sulla terra con l’astronavina, ci fanno ciao ciao e poi se ne tornano a cosuccia loro sono favole, non la ricerca di microrganismi o dei mattoni della vita al di fuori del nostro pianeta.

Saluti
Andrea
Polymetis
00sabato 29 luglio 2006 02:04
Cari amici, come promesso sono tornato dopo due settimane, e intendo ufficializzare il mio ritorno con una capatina in questa discussione. Purtroppo, come ho già annunciato nel forum di Achille e anche in questo, mi avete solo per stasera in quanto domani parto per le vacanze, e non intendo vacanze dal forum ma da tutto visto che parto per il mare. A risentirci amici!

Per Spirito

“Continui a riportare questa frase. Quando capirai che esistono persone che leggono ciò che c’è scritto in rete utilizzando un preciso senso critico per discernere le boiate dalle cose serie ?”

Il senso critico lo possiede chi conosce gli argomenti che legge. La probabilità che tu abbia dato un esame di storia medioevale è x che tende a zero.

“Devi sapere che per me internet è un luogo ove si possono trovare anche autentiche “illuminazioni” magari scritte da chi non ha titoli altisonanti ma possiede comunque un profondo intuito e questo vale anche e soprattutto per i pensieri filosofici”

In internet si trovano anche cose serie, per la banale ragione che c’è gente competente disposta a scrivervi. Sfortunatamente nella maggior parte nei casi non è così, e chi legge non ha gli strumenti per capire quel che legge. Grazie alla riforma Gentile che aveva un pensiero hegeliano della scuola in Italia abbiamo una situazione particolare: il docente di filosofia è lo stesso di storia, questo perché secondo l’idealismo tedesco che ispirò Gentile le due cose sono inscindibili. Questo mette noi filosofi italiani in una posizione sgradevole rispetto ai nostri colleghi europei perché dobbiamo avere una formazione sia storia sia filosofica che permetta l’insegnamento, e si sa che quando c’è troppo fa fare non c’è tempo per approfondire. E’ questo il motivo per cui anche nella scuola secondaria superiore i veri storici sono pochi e continuano a girare i luoghi comuni sul medioevo.

“Quindi se credi di buttare discredito sottolineando la fonte internettiana di determinate conoscenze ti sbagli di grosso e non solo, ti contraddici visto che spessissimo tu stesso scrivi link per sostenere le tue tesi, oppure solo i tuoi link sono degni di essere menzionati ?”

Io non mi occupo dei link ma dei loro autori.

“L’indimostrabilità non implica che una teoria sia falsa ma nemmeno che sia vera. Quando sarà dimostrata allora potrà essere considerata vera”

Questo l’ho già confutato. Il teorema di Pitagora era vero anche prima che fosse dimostrato, l’eliocrentrismo era vero anche quando Copernico non potava provarlo, questo perché la verità coincide con l’essere e l’essere se ne infischia di noi, egli è in sé a prescindere che noi lo conosciamo o meno. Ho già spiegato che dimostrabilità e verità non sono predicati scambiabili.

“Siccome non possiamo sapere se la rivelazione data ad Israele è davvero proveniente dall’unico Dio universale esistente, dobbiamo affidarci ad altri fattori per capire se è verosimile una situazione così paradossale.”

Come già detto non ho alcuna intenzione di trattare in questa discussione il perché a mio avviso la rivelazione cristiana è vera, se vuoi che parliamo di questo apri un’altra discussione, quello che a me qui premeva dimostrare è l’erroneità di chi dice che siccome ci sono mille rivelazioni indimostrabili allora sono tutte false.

“Oggi, il pensiero umano ha raggiunto un evoluzione tale da comprendere come sia illogico e arcaico pensare ad una rivelazione come quella descritta dai profeti biblici”

La teologia evolve, come dice la Bibbia stessa Dio è il pedagogo che guida per passi graduali.

“E’ ovvio che in linea del tutto teorica questo può essere possibile”

E’ l’unica cosa che mi interessa affermare.

“posso confutare questa affermazione in un instante citandoti le basi della meccanica quantistica.”

Anche qui viene da chiedersi quale sconcertante rivelazione pensi di fare. Le critiche alla teoria adeguativi delle verità che vengono sia dalla meccanica quantistica sia dall’ermeneutica filosofica stanno in qualsiasi programma universitario di epistemologia. Mettiti in testa che se ho un parere diverso dal tuo non è perché tu hai accesso a qualche informazione favolosa che m’è sfuggita, semplicemente conosco i luoghi comuni che propini e li ho superati da un pezzo.

“particelle subatomiche, hanno delle caratteristiche che contrastano con la logica classica.”

Non è esatto, la meccanica quantistica non è a-logica (altrimenti non sarebbe interpretabile) bensì controintuitiva, vale a dire che il comportamento a livello microscopico non è lo stesso che a livello macroscopico, ma questo non significa che non si siano regole, bensì che queste hanno una logica ancora più nascosta. Ma a parte questo non stiamo parlando di quanti ma di Dio; se parliamo dell’eventualità che si sia rivelato a Mosè su un monte in un roveto ardente allora o gli è apparso o non gli è apparso, tertium non datur. La logica non ammette strappi qui, la veridicità o la falsità della rivelazione mosaica sono indipendenti dal fatto che sia indimostrabile.

“Esse possono esistere e contemporaneamente non-esistere, oppure essere contemporaneamente due entità completamente differenti e contrastanti: onda e particella.”

Che possano essere contemporaneamente onda e corpuscolo è cosa nota da decenni, che possano esistere e non esistere contemporaneamente invece è una sciocchezza. C’è tutto un grosso equivoco alla base delle divulgazioni sulla fisica quantistica. Prendiamo il principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale ci costringe ad ammettere di non poter mai sapere dove stia un elettrone perché nel momento in cui cerchiamo di vederlo lo dobbiamo colpire con un fotone ma facendo ciò gli forniamo energia e dunque egli schizza via. Si è dunque giusti all’amara conclusione che non si può determinare la posizione di un elettrone ma solo stabilire con una probabilità dove esso sia. Ma questo è un problema nostro o dell’elettrone? E’ un problema nostro che non possiamo sapere dov’è senza deviarne la traiettoria, e non dell’elettrone in sé che invece a prescindere dal fatto che noi ne sappiamo qualcosa sta in un punto. E’ la stessa follia che s’è avuta col cosiddetto gatto di Schrödinger, cioè quella serie di fisici che pensando più alla filosofia orientale hanno asserito che la realtà è creata dalla nostre mente, vale a dire come in fisica quantistica c’è una sovrapposizione di stati quantici in tutta la realtà finché non interviene la coscienza a provocare un “collasso della funzione d’onda”, cioè la realtà. S’è arrivati cioè a dire che il famoso gatto finché non si guardava nella scatola non era ne vivo ne morto bensì in una sovrapposizione di stati. E’ di questa pessima divulgazione scientifica che sconfina nel paranormale e di cui noi del CICAP ci occupiamo da anni che tu sei vittima, in Italia di volumi con queste fantasie fortunatamente ne hanno pubblicati ancora pochi, dai deliri di Odifreddi ne “Il Vangelo secondo la scienza” all’ancora più folle “Tao della fisica” di F. Capra, ormai un classico di coloro intenti a credere che il grado di realtà della coscienza sia maggiore di quello del mondo. Ad ogni modo tutto questo discorso è irrilevante, sia nelle sue ricadute epistemologiche sia in quelle scientifiche, perché stiamo lavorando a livello macroscopico.

“Difatti in linea teorica è anche possibile andare indietro nel tempo, dato che lo sviluppo dei modelli matematici relativistici consentono, in linea teorica, tale possibilità !”

Sì, io ci credo infatti.

“Un conto è dire che è teoricamente possibile che un singolo uomo nato 3000 anni fa in Alaska, abbia avuto la rivelazione divina e magari l’abbia diffusa a chi gli pare, un altro è sostenere che ciò sia plausibile.”

Sì sono due cose diverse, infatti se vuoi passare al secondo problema ti invito ad aprire una discussione quando tra tre settimane sarà tornato dalle vacanze, o aprila prima, ma non avrai il piacere della mia compagnia.

“noltre tale concezione contrasta logicamente con l’immagine di un Dio universale e padre di tutti gli uomini. Come può un Dio del genere “scegliere” un popolo “eletto” ?”

Infatti il cristianesimo supera la visione particolaristica: "Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Gal 3,2[SM=g27989]. Israele è il popolo eletto non perché abbia dei privilegi ma perché ha delle responsabilità in più, la responsabilità di essere il popolo in cui sarebbe nato il messia.

“Perché il fatto che io conosca la verità o la falsità, presuppone che io possa, in qualche modo, verificare o falsificare l’affermazione.”

Ma hai letto quello che ho scritto? Non ho detto che tu ne conosci la falsità o la verità, ho detto l’esatto contrario, ripeto: “la verità o la falsità di un’affermazione non dipende dal fatto che tu ne conosca la verità o la falsità” Vale a dire che al momento può essere vero che c’è vita nella Galassia di Andromeda o può essere falso, e una di queste due affermazioni è vera, indipendentemente dal fatto che io possa dimostrare o non dimostrare l’una o altra. L’essere è indipendente da noi.

“na è relativa al fatto che le contraddizioni esistono in natura (meccanica quantistica)”

Ho già parlato della fisica quantistica, né capisco a che cosa ti serva visto che la resurrezione è un fatto a livello macroscopico: sei disposto a sostenere che siccome (secondo te) esistono delle contraddizioni in fisica quantistica allora si può sostenere che Cristo è risorto e non è risorto contemporaneamente? Cesare è stato pugnalato e non pugnalato? Ti rendi conto dell’assurdità?

“la seconda sostiene che non avendo elementi per discernere la verità dalla falsità di una affermazione, quest’ultima diventa irrilevante”

Diventa irrilevante solo se si parte dal presupposto che io ritengo così bravo da accettare come vere solo le cose che riesco a dimostrare. Questo è il tema del salto della fede su cui la filosofia ha discusso per secoli, ossia che l’ultimo passo della ragione è riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la sorpassano. Chi mai sarebbe tanto presuntuoso da sostenere che la verità di un qualunque fenomeno dell’universo coincide con la mia capacità di comprenderlo? Ci riteniamo davvero così importanti? Il libro di Giobbe aveva già riposto a questa domanda millenni fa: “Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? Puoi tu penetrare la perfezione dell'Onnipotente? Sono piú alte del cielo: che cosa puoi fare? Sono piú profonde dello Sceol: che cosa puoi sapere? La loro misura è piú lunga della terra e piú larga del mare. “(Gb 11,7)
La filosofia è arrivata a conclusioni spesso opposte a quelle che tu diffondi: un vero filosofo sostiene che se Dio fosse alla portata della mia mente allora sarebbe la prova che non è altro che una creazione del nostro intelletto, a nostro uso e consumo. “Se lo comprendi non è Dio” diceva Agostino. Qui però si pone un altro problema: se Dio può essere solo in quanto incomprensibile, come scegliere tra i mille dèi incomprensibili sul mercato? La chiave sta nello spostarsi dal criterio della dimostrazione a quello della ragionevolezza, cercando quale sia la religione più ragionevole, ben consapevoli che paradossalmente se si arriva alla comprensione piena allora si è sbagliato strada.

“Dipende a cosa ci si riferisce. Se ti riferisci ad un evento, come la resurrezione, può essere in parte vero e in parte falso !”

E come di grazia? S’è svegliato assonnato?

“meno che tu non conosca la matematica al punto di poter leggere direttamente un manuale universitario”

Il mio curriculum di studi matematico arriva fino ad Analisi I, e questo grazie al taglio interdisciplinare che la filosofia da trent’anni richiede. Ogni laureando in filosofia fa esami di psicologia, antropologia, matematica, fisica, intelligenza artificiale, ecc. Come si può del resto essere filosofi oggi senza conoscere la fisica, le sfide delle cibernetica, la filosofia della mente, la sociobiologia, ecc. Noi filosofi rispondiamo alle sfide della scienza oggi giorno, e questo perché dobbiamo sempre rispondere allo scienziato di turno che ogni tanto nega il libero arbitrio dicendo d’aver trovato il gene del tradimento, o dobbiamo discutere dell’immortalità dell’anima tenendo conto della neurologia. Questo ha fatto sì che negli ultimi decenni il curriculum filosofico comprenda molti esami scientifici.

“Abbiamo discusso mille volte sull’interpretazione dei vangeli e di come si contraddicano”

Questa non è l’interpretazione della CC ma di qualunque commentario scritto dagli ebraisti delle più disparate scuole di pensiero. Se a te non piace l’interpretazione che ho dato di questo versetto non devi che fornirmene un’altra. C’è una pars destruens seria solo se è seguita da una pars construens.

“Esso da solo, come ben sai, vuol dire tutto e niente. Quindi va necessariamente interpretato. Cosa si intende per “non uccidere” ? Ovvero cosa non deve essere ucciso ? tutte le forme di vita ? solo quelle animali ? solo quella umana ? Ed ecco che il “messaggero” diviene l’interprete del messaggio, ovvero colui che mi spiegherà cosa significa “non uccidere” e in che ambiti io lo debba applicare. Tu credi che io mi faccia insegnare cosa significa “non uccidere” da un mafioso ?”

Se sul pulpito non dà la sua interpretazione ma quella della Chiesa è ovvio che sì, perché non è opera sua quello che dice. Come già specificato il Nuovo Testamento stesso dice che nessuna scrittura va soggetta a priva interpretazione (2Pt. 1,20-21), e questo proprio per evitare il pericolo che tu additi. In materia di fede e di morale la Chiesa esercita il suo magistero, che può arrivare sino all’infallibilità.

“ALSO. Le dice eccome ! Le encicliche sono interpretazioni, messaggi sulla morale ecc… insomma insegnamenti che tendono a indirizzare i comportamenti individuali nella vita quotidiana. Un papa può ritenere che non uccidere si possa riferire solamente ai non peccatori mentre sia lecito uccidere gli indemoniati (come di fatto è successo in passato). Ecco evidenziato come il messaggero sia di fondamentale importanza nel momento in cui il messaggio deve essere necessariamente interpretato.”

Vediamo di fare dei debiti distinguo. Io sto parlando di un qualcuno che dà la dottrina della Chiesa, e ho detto che se anche lui non la segue non per questo ciò che riferisce ne viene inficiato, proprio perché quello che dice non è opera sua. La bontà di un messaggio non dipende da chi lo pronuncia. Tu invece mi proponi l’esempio di qualcuno che non solo è peccatore ma riporta anche un messaggio sbagliato. Ma la domanda a questo punto è: il messaggio che riporta è suo o è il magistero della Chiesa? Se quello che dice è suo allora è un problema del singolo e la Chiesa non c’entra, semplicemente Dio ci ha dato il libero arbitrio e dunque c’è chi predica male e razzola male, noi invece stavamo parlando di chi predica bene e razzola male. Se invece il messaggio malvagio non è suo ma della Chiesa allora la malvagità di chi lo pronuncia è irrilevante perché è il messaggio in sé ad essere sbagliato. Ma qui si pone il problema se la situazione da te prospettata esista, cioè se vi sia qualcuno che predica male e razzola male e per di più tale malvagia predicazione è in accordo col magistero della Chiesa. Per dimostrarmi che tale situazione possa esistere non devi dunque dimostrarmi che esista un predicatore malvagio ma anche che la dottrina che predicava era malvagia e che tale dottrina sia quella della Chiesa. Che casi vuoi portarmi? Per fare un lavoro simile dovresti conoscere come funziona il magistero, saper distinguere tra i pronunciamenti del magistero ordinario e quelli del magistero straordinario che sono infallibili, ecc. La dottrina di un papa non è necessariamente la dottrina della Chiesa, come già ricordato ci sono papi come Onorio che sono stati dichiarati eretici.

“visto che tu dicevi che il passivo era al limite riferito a tempi ormai lontani.”

Non ho mai detto che il passivo è limitato ai tempi lontani, ho detto che tutti citano sempre le solite cose passate, senza negare che ne esistano di recenti. Tu me ne hai portate, ma nel tempo presente può il cardinal XXX o altre cose che ti vengono in mente costituire un passivo che supera l’attivo. Sono così tante e così numerose le associazioni umanitarie e di carità cattoliche che è inutile ricordarle, io stesso ho uno zio missionario in India nelle zone colpite dallo Tsunami. Vogliamo parlare di crack bancari o vogliamo confrontarli con le migliaia di ebrei salvati da Pio XII durante il nazismo (altra povera vittima di una falsa leggenda nera)?

“La retorica non ti aiuterà, a mio avviso il passivo nella storia della CCR supera di gran lunga l’attivo.”

Questo giudizio è impossibile anche per uno storico, infatti la Chiesa conta miliardi di aderenti nel corso dei secoli e l’idea che tu possa computarli su una bilancia è da ridere. Per ogni papa simoniaco che ti viene in mente ci sono migliaia di missionario francescani o di monaci benedettini che aiutavano la gente e costruivano l’Europa, rendendoci possibile tra l’altro legger le opere dell’antichità classica, finanziando l’arte, creando le università e gli ospedali. Nomi di intere catene di ospedali come i “Fatebenefratelli” creati da S. Giovanni di Dio dicono nulla? E’ solo uno tra i mille nomi che possono venire alla mente.

“Quest’ultimo, tra l’altro, non è quasi mai arrivato dai “vertici” ma bensì dalla “base”, ovvero da singoli uomini virtuosi e di infinità bontà che hanno fatto del bene all’umanità”

Per dire una cosa simile dovresti conoscere la storia della gerarchia cattolica nel corso di duemila anni, per me non sai neppure il nome di dieci papi.

“Ma costoro si sarebbero certamente comportati nella medesima maniera anche se fossero stati buddisti. Difatti il mio motto da sempre è: “non le religioni fanno gli uomini, ma gli uomini le religioni”.”

Non è dimostrabile, infatti l’educazione morale che dà una religione non corrisponde all’educazione che si riceve in un’altra.

“Oibò ! e dove in questi saggi un cattolico affermerebbe che un dogma cattolico è errato ? Oppure nessun cattolico, guarda caso, ha mai trovato alcun errore teologico ?”

Stai chiedendo una cosa insensata (e tu stesso lo dici sotto). Se un cattolico dice che un dogma è errato ovviamente non è più cattolico. Posso farti molti nomi di studiosi che erano cattolici ma poi sono giunti a conclusioni diverse, questa sì che ha senso come domanda, in caso contrario mi chiederesti di mostrarti una cosa che non può esistere perché è una contraddizione in termini. Il tuo argomento mi ricorda un celebre paralogismo di Popper secondo cui la ricerca cattolica non è vera ricerca perché alla fine giunge sempre a confermare gli assunti di partenza. Una sciocchezza ovviamente. Infatti non è colpa della Chiesa se gran parte dei suoi studiosi proprio perché hanno studiato continuano ad essere cattolici, questo dipende dal fatto che se il cristianesimo è vero allora indagando correttamente non si può che trovare come le ragioni a suo discredito siano false o parziali. L’argomentazione di Popper partiva dal presupposto che il cristianesimo fosse per forza falso e dunque se gli eruditi cattolici non se ne rendevano conto doveva per forza essere colpa della disonestà intellettuale. Costui negava cioè a priori la possibilità che la teologia cattolica arrivasse a confermarsi per la banale ragione che la verità non si può confutare.

“Ergo non ci potrà mai essere un teologo che si può dire”cattolico” che scriva, ad esempio, una confutazione del dogma mariano”

Non ci sono teologi cattolici che siano contro dogmi mariani, e questa non è una limitazione del libero pensiero ma un ovvietà logica. Tra coloro che credono alle verità irrinunciabili ve ne sono alcuni che discutono quelle affermate dal magistero ordinario e che non sono infallibili, ad esempio Meier con la perpetua verginità di Maria “post partum” o K. Rahner con quella “in partum”

“Perché se lo scrivesse, istantaneamente non sarebbe più cattolico. La mia affermazione era: “un cattolico non potrà mai andare contro i propri dogmi””

Alla luce di quanto abbiamo detto sopra questi rilievi non hanno senso. Inoltre non è esatto dire che un cattolico non possa andare contro un dogma, perché mentre gli va contro può essere ancora cattolico, è dopo che gli è andato contro che non lo è, ma questa è una mera constatazione logica, esattamente come dire che chi non crede a Maometto non è musulmano. Inoltre non avevi formulato la tua affermazione nei termini che hai sopraesposto, bensì avevi detto: “ovvero ai dogmi contro i quali non esiste alcuna possibilità, non solo di smentita, ma nemmeno di indagine”. Il fatto che non esista libertà d’indagine come abbiamo visto è una sciocchezza, esiste tale libertà ed esiste la del tutto logica conseguenza che dopo questa libera indagine si sappia se siamo ancora cattolici o meno, come in qualunque altro campo di inchiesta si decide se riconfermare le proprie condizioni di partenza o meno. Inoltre per chi resa l’indagine sui dogmi e tutto fuorché fama, si sfornano centinaia di trattati ogni hanno per fare un esempio su come interpretare filosoficamente e storicamente il dogma di Calcedonia secondo cui Cristo è vero Dio e vero uomo. Ogni antica parola viene continuamente re-interrogata.
La tua affermazione secondo cui i cattolici non possono andare contro i loro dogmi aveva il secondo fine di affermare che esisterebbe una sudditanza intellettuale e assenza di libertà di ricerca e pensiero, quasi che venisse formata una mentalità da setta.

“antenere il “popolo” nell’ignoranza è una delle principali strategie delle dittature per mantenere il proprio potere.”

Non ho detto che volevano mantenere il popolo nell’ignoranza bensì che siccome il popolo era ignorante hanno preso dei provvedimenti cautelativi contro le traduzioni di volgare fatte dai protestanti.

“Un falso ? Può essere, del resto chi non ne ha prodotti ?”

Non “può essere”, così è. Con quello straccetto circolano anche i TdG per abbindolare gli allocchi, sul sito di Achille c’è una pagine che si occupa della questione da molto tempo: www.infotdgeova.it/roma.htm

“Ti ricorda qualcosa l’editto di Costantino ? Il falso storico più clamoroso di tutti i tempi, chissà chi lo ha architettato….”

Quest’argomentazione non vale un emerito nulla. Si basa cioè sull’idea che se io faccio un errore posso salvarmi ricordando che anche l’altro ne ha fatto uno, vale a dire l’argomento del “mal comune mezzo gaudio”. La situazione tra l’altro non è neppure simmetrica, perché io non ho sostenuto l’autenticità di un noto falso (la donazione di Costatino), mentre tu sì (un celebre falso della riforma che qualsiasi analisi di critica interna avrebbe subito evidenziato). Quanto alla tua domanda su chi sia il suo autore e su come sia venuta in mano alla Chiesa non ci sono dati sufficienti per saperlo.

“Sarebbe dare agli studenti la possibilità di avere una visione ampia del problema, ponendo loro entrambe le teorie. Il professore sarebbe condannabile se ponesse enfasi alla sua teoria o se la spaccerebbe per giusta in contrapposizione a quella errata della CCR. Se invece si limitasse a esporle entrambe obbiettivamente, la cosa sarebbe non solo lecita, ma auspicabile.”

Ma infatti un professore espone entrambe le teorie, ci sono corsi di dogmatica protestante. Il problema è che non deve dire che concorda con la dottrina non cattolica. Questa tua idea di una Chiesa intenta a nascondere e dei poveri studiosi cattolici che restano tali solo perché, poverini, non sanno, è qualcosa di assolutamente ridicolo. Nelle università cattoliche si studia tutta la storia del pensiero, sia filosofico sia teologico. Siamo arrivati al punto che le edizioni Paoline adesso pubblicano le opere di Lutero, quindi per favore smettila di parlare di una realtà che non conosci minimamente.

“la pubblicità tende a spingere un prodotto per venderlo fregandosene ampiamente della bontà e qualità dello stesso !”

Il mio esempio serviva a dire che il pubblicista non può mettere una nota a piè pagina dicendo che non è d’accordo con quanto dice, la Chiesa ritiene di qualità il suo prodotto e spera che così la pensi anche chi lo divulga, se non è così costui abbia la coerenza di dimettersi.

“Sbagli. L’opinione personale deve poter essere liberamente espressa in qualunque ambito. Non esiste un lavoro costituzionalmente accettabile, ove si limiti “a pagamento” l’opinione personale del lavoratore. Colui che venisse licenziato dal posto di lavoro perché, interrogato sulla bontà del proprio prodotto, dichiarasse che a lui il prodotto non piace, sarebbe stato licenziato ingiustamente e sarebbe reintegrato da qualsiasi giudice del lavoro.”

Il parallelo è senza senso. Non si sta parlando di un operaio che lavora alle macchine che prudono la pasta nelle industrie Barilla e che, interrogato, dice che personalmente la pasta che produce non gli piace, parliamo di qualcuno pagano per fare buona pubblicità alla Barilla e che scrivesse una pubblicità in cui dice che fa schifo. Nel caso di un operai produttore il suo contratto di lavoro non cosiste nell’elogiare la pasta Barilla ma ne produrla, nel caso del pubblicista consiste nell’elogiarla. E’ di contratto che in un’università cattolica si insegnino cose cattoliche, in caso contrario costui non fa più quello che è stato assunto.

“Credi che io non conosca il pensiero di Kant ?”

Ovvio? Sai il tedesco? Hai mai letto la Critica della Ragion Pura, la Critica della Ragion Pratica o la Critica del Giudizio? Non farmi perdere tempo, se tu abbia letto le tue dieci paginette in internet o su un manuale divulgativo non mi riguarda, io parlo di cose serie, io sono stato allievo di gente che la Critica della Ragion pura l’ha tradotta affinché quei beoti di italiani potessero comprarla e poi lasciarla sullo scaffale a impolverarsi senza mai aprirla.

“Molte argomentazioni possono essere precisamente rivolte proprio contro la CCR (ad es: L' ecclesiastico : non ragionate , ma credete !)”

Se l’ecclesiatico dicesse davvero così allora certo, sarei il primo ad usare quest’argomentazione.

“ai sempre detto peste e corna dell’illuminismo e adesso citi Kant ?”

Il fatto che io critichi alcuni falsi concetti messi in circolo dall’illuminismo come il relativismo culturale (si vedano le “Lettere Persiane” di Montesquieu), non implica che io disapprovi tutto il movimento e tutte le sue idee. Le generalizzazioni le lascio ai sempliciotti.

“a coscienza della libertà personale delle proprie opinioni da poter esprimere sempre e dovunque non era ancora entrata a far parte delle coscienze intellettuali dell’epoca”

Parli come se fossi uno storico del pensiero illuminista, ma evidentemente non hai capito nulla di quanto ha scritto. Infatti che le proprie opinioni possano essere espresse sempre è dovunque non è un’acquisizione della nostra coscienza collettiva nel XX secolo ma una sciocchezza da anarchia, ancora oggi qualunque magistrato direbbe che uno non può farsi assumere dalla diocesi come insegnante di religione cattolica e poi fare il contrario di quello per cui è pagato. Il fatto che ognuno possa fare quello che vuole è un’assurdità che dimentica la dimensione dei doversi a vantaggio della sola dimensione dei diritti, in particolare i doveri che uno s’è assunto quando ha accettato di lavorare per qualcuno.

“Oggi nessuno si sognerebbe di dire che in privato, ovvero nell’ambito lavorativo, un uomo non possa esprimere le proprie opinioni personali anche se in contrasto con quelle del datore di lavoro.”

Come già detto dipende da che tipo di lavoro, se il tuo lavoro consiste nell’insegnare e sei pagato per insegnare una determinata cosa sarebbe inadempienza contrattuale insegnare altro, se invece sei pagato per fare i bulloni e mentre lo fai vuoi bestemmiare contro Agnelli allora sì la situazione cambia.

“e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.”

Anche qui bisogna vedere cosa intende. Manifestare le proprie opinioni ha dei precisi limiti anche nell’insegnamento pubblico, dove non si può fare politica in classe, idem per il privato, dove si viene assunti a determinate condizioni.

“Che poi lo faccia nella stessa aula o fuori in strada cambia ben poco. In ogni caso sai bene che la CCR ha estromesso dall’insegnamento anche coloro che hanno insegnato correttamente la teologia cattolica in università, ma si sono permessi di scrivere libri nei quali criticavano diversi aspetti della stessa teologia, come la mettiamo ?”

Fammi degli esempi. E poi estromesso da che cosa? Dalla Chiesa? Ma questo non è un sopruso, questa è logica, non si po’ pretendere di essere cattolici se non lo si è. O anche tu come Gabbiano ti metterai a sostenere il diritto per i rettangoli di definirsi cerchi?

“Lo spoglio a cui ti riferisci e l’interpretazione di quei processi è un'altra parte del revisionismo storico in atto e anzi peggio, sta diventando un vero e proprio falso storico ! Non mi pronuncerò oltre perché sono fortemente innervosito.”

Tu non hai idea di che cosa stai dicendo. Io non mi sto riferendo ad uno spoglio ma ad una serie di spogli che sono stati fatti dai ricercatori delle più varie università (in Italia soprattutto da quelli dell’università di Firenze e Roma) e che hanno prodotto le percentuali sopradescritte. Questa storia delle 99 vittime è una boiata e non ne ho mai trovato traccia, le stime della storiografia accademica oggi oscillano tra le 35.000 vittime come indice minimo e le 70.000 come indice massimo. Inoltre l’articolo che citi dimostra poche conoscenze di statistica. Per la legge dei grandi numeri quando trattiamo con numeri così elevati che vada perso un terzo degli archivi o anche più è del tutto irrilevante, perché sono così numerosi i resoconti processuali che troveremmo la stessa percentuale anche negli archivi mancanti (che comunque sono contemplati nel computo sopramenzionato).
Tu non sai di che parli, e quando non capisci quello che ti scrive la gente invece di andare in biblioteca ti butti su un motore di ricerca cercando qualche appiglio, facendo poi la quello indignato quando credi d’aver capito qualcosa.

“E’ essenziale nel cattolicesimo perché si è voluta divinizzare la figura di Cristo perdendo il senso universale e impersonale del suo messaggio.”

Come già detto se tu vuoi inventarti un Cristo non attestato sei libero di farlo, si fa da secoli, ognuno ha il suo, dai seguaci della new age alle femministe ognuno lo tira dalla propria parte. Cristo in quanto Ebreo non ha alcun messaggio “impersonale”, si rivolge ad ogni singolo tu per redimerlo. Questo ci dice ogni singola fonte, Cristo predicava suo Padre. Dio o non Dio il pensiero di quel predicatore ebreo non aveva nulla a che fare con le filosofie orientali ma anzi era saldamente ancorato a scuole di pensiero ebraiche come il fariseismo moderato di Hillel.

“Parli della “filosofia” come se tutti i filosofi fossero d’accordo con le posizioni che esponi”

Io parlo della tendenza generale. Le dichiarazioni dei diritti umani affioravano già dal settecento e l’illuminismo (nonché la filosofia inglese del seicento prima) ne erano stati i preamboli. Dai trattati sulla tolleranza di Locke al dizionario filosofico di Voltaire.

“La filosofia a cui ti riferisci non ha messo in crisi proprio un emerito nulla e se ci ha provato è andata contro la scienza. Il valore di uguaglianza e di una comune natura umana è ontologico, ovvero esiste perché così sono gli uomini, ossia uguali. Qualunque genetista potrebbe confermarti questo.”

Non hai capito nulla di quello che ho scritto, è evidente che non hai mai dato un esame di filosofia morale e dunque non capisci i problemi che ti sto ponendo, né hai idea della prospettiva in cui vadano affrontati. Siccome non ho tempo da perdere in inutili spiegazioni faccio fare una sintesi di quello che si ritiene oggi circa la natura umana da Fabrizio Turoldo, professore di bioetica all’università di Venezia, cito da un suo recente libro: “Le obiezioni opposte dalla cultura ottocentesca e del primo Novecento ai diritto umani sono importanti e non vanno trascurate. L’impressione infatti è che nella seconda metà del Novecento la cultura dei diritti sia riemersa dietro la spinta delle grandi emozioni provocate dagli orrori della seconda guerra mondiale, senza che venissero tolte le obiezioni teoriche contro i diritti umani. Il rischio, allora, è che, una volta superata l’onda emotiva, quelle obiezioni tornito a riproporsi, portando ad una nuova eccessi dei diritti. Le dichiarazioni dei diritti del Settecento si basavano sull’idea che esistesse una natura umana comune, conoscibile in modo chiaro e distinto e che, in virtù di questa identica natura, tutti gli uomini godessero dei medesimi diritti. L’esistenza di questa natura è stata contestata nell’Ottocento in nome della temporalità e della storia e, nel Novecento, in nome delle scienze umane e dell’antropologia. La cultura storicista dell’Ottocento sottolineava infatti il continuo variare dell’uomo nel tempo, mentre la cultura antropologista novecentesca metteva in luce la multiforme variabilità dell’uomo all’interno dei diversi gruppi sociali. Il sostrato filosofico su cui si fondavano le dichiarazioni settecentesche è il giusnaturalismo.” (F. Turoldo, Bioetica e Reciprocità, Roma, 2003, Città Nuova, pag. 86) Ci sono vari stadi della contestazione:
1)Il passaggio dal piano descrittivo a quello normativo. La ghigliottina di Hume. Ossia: se anche c’è una natura umana comune, perché da questa natura derivano diritti? E quali?
2)Esiste una natura umana comune? Avere lo stesso DNA implica avere la stessa natura? Ma allora che cos’è la natura? Se è avere lo stesso DNA allora noi condividiamo il 99% con quello dello scimpanzé, non si capisce perché questo particolare animale che è l’uomo abbia diritti particolari e non debba valere la legge della forza. Il più grande bioetico oggi vivente (nonché il più folle di tutti), P. Singer, arriva a dire: I razzisti violano il principio di eguaglianza, attribuiscono maggior peso agli interessi dei membri della propria razza, ove si venga a creare un conflitto tra glin interessi di questi ultimi e quelli dei membri di un’altra razza. I razzisti bianchi non riconoscono cge un dolore sia altrettanto cattivo quando viene provato dai neri. Analogamente quelli che chiamerò “spedisti” attribuiscono maggior peso agli interessi dei membri della loro stessa specie. Gli spedisti umani non accettano che il dolore sia altrettanto cattivo quando viene provato da animali o topo di quando sia provato da umani.”(P. Singer, Etica pratica, Napoli, 1996, pag. 86) Già Bentham aveva scritto: “Che altro dovrebbe tracciare un limite invalicabile? La facoltà di ragionare o forse del linguaggio? Ma un cavallo o un cane adulto sono, oltre ogni paragone, più razionali e più capaci di comunicare di un bambinoni un giorno, di una settimana, o persino di un mese. “J. Bentham, Introduction to the Principles of Morals and Legislation, Londra, 1970, cap. XVIII, zsez.1, nota
Dopo Darwin sembra non avere più senso parlare della natura umana come qualcosa di ontologico in quanto questa è qualcosa che muta col tempo, anzi, possono coesistere sulla terra due rami ominidi evoluti dallo stesso antenato, è accaduto con l’uomo di Neanderthal che non è un nostro diretto antenato ma ha vissuto sulla terra insieme ad essi. Inoltre come già detto se anche esistesse la natura umana non si vede perché da questa derivino dei diritti, in filosofia morale c’è tutta la corrente utilitarista e funzionalista che lo contesta e che non riconosce a persone come gli handicappati gravi dei diritti pari alle persone sane

“on serve a nulla citare correnti di pensiero contrarie perché è ovvio che ne esisteranno sempre.”

Io non cito solo per citare, ma solo perché costoro hanno posto obiezioni serie e dunque se qualcuno oggi vuole essere credibile deve riformulare le sue posizioni tenendo contro delle difficoltà che essi hanno sollevato, mentre nel testo che tu citavi Valluri parlava con categorie da antropologo vittoriano.

“Tanti sono i problemi che in filosofia non sono stati risolti, semplicemente perché sono irrisolvibili attraverso il ragionamento logico e quindi tramite il principio di non-contraddizione ale principio, tra l’altro, è messo seriamente in crisi dalle evidenze empiriche della quantistica”

Non puoi continuare a discutere negando il principio di non contraddizione. Perché a questo punto potrei dirti che se dunque dici che la natura umana esiste, giacché il principio di non contraddizione è invalido, allora è anche vero che non esiste. Tu stai tenendo i piedi in due staffe e cadi sotto l’accetta dell’elenchos aristotelico. L’elenchos funziona contro in relativisti, non contro chi sostiene che la verità esista. Serve solo a mostrare come senza il principio di identità e di non-contraddizione non abbia senso alcuna discussione. Il motivo è molto semplice e lo faccio spiegare dal prof. Reale: “In quanto principio primo e supremo , quello di non contraddizione non può essere dimostrato, perché, per poter essere dimostrato, dovrebbe venir dedotto da ulteriori principi, che non possono esserci. Ecco può tuttavia essere difeso mediante l’elenchos, ossia mediante la confutazione di chi lo nega, e, dunque, la sua validità può venir asserita esibendo la contraddizione in cui cade chi lo vuole confutare. Basta che uno parli e pretenda che ciò che dice abbia un senso, per dover ammettere il principio di non-contraddizione: infatti, le stesse parole che deve in ogni caso usare colui che vuole negare il principio di non contraddizione, perché possano avere un senso sia per chi le dice sia per chi le ascolta, devono presupporre come valido proprio il principio che dovrebbero confutare. Anzi, qualsiasi discorso può aver senso solo se si ammette che le parole che si pronunciano significhino una determinata cosa e non, nello stesso tempo e nella stessa ottica, anche il suo contrario. […] Dunque, colui che vuole confutare la verità viene confutato da essa nel momento in cui cerca di confutarla. Come appunto diceva Platone, la verità non si confuta mai.” (Reale Giovanni, Saggezza Antica, Milano, 1995, Raffaello Cortina Editore, pag. 69)

Questo è il motivo per cui in logica classica non si abbandona il principio di non-contraddizione, ovviamente i logici paraconsistenti che lo negano hanno le loro argomentazioni contro l’argomento sopraesposto, ma è altrettanto ovvio che io non ho alcuna intenzione di dirtele perché voglio lasciarti nel tuo brodo e nella contraddizione in cui sei caduto, infatti la posizione di Valluri per funzionare esige proprio l’assolutezza della logica e della matematica, cioè l’assolutezza in sé delle Idee, a prescindere da quel che ne pensi l’uomo. E’ platonismo etico, e tu lo sostieni scrivendo di pari passo che il principio di non contraddizione non è universale e che la verità di un’affermazione consiste nella sua verifica, cioè tutto il contrario dei presupposti platonici che muovono il ragionamento etico che ora citi.

“mondo, caro Polymetis, non è sempre retto dalla logica sequenziale razionale umana.”

Non confondiamo due cose, che il mondo non sia retto dalla logica umana è ovvio, per la semplice ragione che noi non arriviamo a tutto e che il nostro ragionamento è limitato e difettoso.Ma anche qui il problema è nostro, non della logica.

“Ma davvero ? e tu credi che un Professore di filosofia del diritto di fama internazionale come Vallauri non conosca le basi della sua materia ? ma andiamo”

Questa non è una risposta ma un argumentum ex auctoritate. Non confondiamo i problemi, se vogliamo andare avanti a suo di principi di autorità posso citare Galimberti, professore qui a Venezia col decuplo della fama di Valluri, il quale inizia normalmente i suoi corsi di filosofia morale (negli anni in cui li tiene) spiegando il perché (ipsissima verba) “la morale è una boiata”. Da parte di Valluri non si tratta di conoscere o meno le cose, sono abituato a sentire professori universitari di filosofia che sono perfettamente a conosca delle obiezioni alle loro teorie ma argomentano e vanno avanti come se non ci fossero, evidentemente perché sono intimamente convinti dell’erroneità delle obiezioni, bontà loro se decidessero di farci partecipi delle loro riflessioni.

“Chissà perché do più credito a lui, ne avrà i titoli secondo te ?”

Qui non si tratta di dare credito a qualcuno ma di aprire un manuale di logica, materia in cui non so minimamente se Valluri sia versato. Visto che a quanto pare è l’unica cosa che ti riesci prova ad inserire in Google le parole “logica paraconsistente”, c’è la possibilità che incappi nel sito di qualche università che ti spieghi il problema.

“Indagare le leggi di Dio non significa affatto indagarne la mente, poiché le leggi sono fatte per gli uomini, quindi devono poter essere indagabili dagli stessi, a meno che tu non ipotizzi una sorte di popolo “bue””

Se la legge stabilisce cosa è il bene allora è ovvio che stabilire cosa sia il bene, o addirittura il bene supremo, implica conoscere la logica di Dio. Come già detto non esiste una dimostrazione logica di alcuna legge, né deve esserci, perché come già affermato l’unico modo per fondare la morale dopo i fallimenti del giusnaturalismo sono nella divinità. Fondare la morale significa dover dimostrare l’esistenza di Dio, ecco perché oggi in etica non si parla più di fondare ma di giustificare.

“nvece è perfettamente identico. Perché la bibbia identifica un Dio dicendo che è l’unico Dio”

Sì, dice che è l’unico, ma a differenza del proprietario del garage non pretende di poterlo esibire.

“potesi completamente campata per aria. Nessuno ha mai spiegato in che termini ne ha mai dimostrato in alcun modo questo assunto o sei per caso anche tu un fervente fautore del “disegno intelligente” che deriva dalla teoria che hai esposto ?”

La teologia razionale ragiona dicendo che se c’è un ordine c’è un’intelligenza ordinatrice, se c’è un orologio c’è un orologiaio. Si nega cioè il fattore “caso”.

“Perché Dio fa qualcosa di concretamente verificabile ?”

Dio fa tutto, ma agisce per cause seconde. Come già detto non si dà una dimostrazione perché verrebbe a mancare la libertà di non credere.

“Questa è meravigliosa. Adesso scopriamo che siamo tutti realmente discendenti da Noè”

Non l’ho detto. Ho scritto: “A livello mitologico questi precetti non sono stati data da Mosè ma da Noè, da cui discendono tutti gli uomini”
Volevo cioè dire che con questo mito la Bibbia ci comunica come Dio abbia rivelato dei precetti minimi che tutte le culture condividono.

“Se Dio comprende tutto è anche il male.”

Per la teologia ebraica sì, per la teologia cristiana no, in quanto il male non è un ente, non è qualcosa, è solo assenza di bene. Male è negazione di Dio.

“Io ho detto che in ultima analisi il bene e il male a livello metafisico secondo il concetto che ne abbiamo noi razionalmente non esistono.”

L’esatto contrario di quanto sostiene il brano di Valluri.

“Il giusto è tale perché perseguendolo lo spirito dell’uomo continua il suo percorso verso un punto di arrivo che gli è proprio.”

Due cose non dimostrate. In primis postuli metafisicamente che esista un punto omega d’arrivo, e che cioè l’evoluzione umana sia teleologicamente orientata verso il bene, che omega coincida col bene. Ma questo implica che esiste un bene indipendente dalle singole costruzioni umane momentanee e che esista già un punto d’arrivo cui si ci avvicina. Questo è quello che sostiene anche la teleologia tomistico-aristotelica, ma può farlo solo perché quello telos finale è dato come esistente ed è il bene, al contrario non vedo come tu possa sostenere una cosa simile. Perché mai una delle mille evoluzioni possibili dovrebbe essere migliore delle altre? Inoltre continui a identificare il benessere sociale col bene.

“Veramente il sistema che li riceve e li interpreta, ovvero il cervello, è praticamente sconosciuto ancora oggi,”

Altra boiata, mai dato un esame di psicologia generale vero? Il funzionamento percettivo del cervello è già da tempo delineato, sono altre le zone d’ombra, al CICAP ne sappiamo qualcosa. A questo proposito vorrei citare un’intervista che fece Piero Angela al professor Antonio Borsellino, direttore dell’istituto di Biofisica e Cibernetica del CNR a Camogli, e badate che erano già molti anni fa. Alla domanda se il cervello rivelasse ancora chissà quale sorpresa (e tra queste possiamo includere anche l’ipotesi di percezioni completamente diverse dalle nostre), il prof. Borsellino risposte a Piero Angela: “Naturalmente ci sono ancora molte cose da studiare, come in tutti i campi della scienza, ma non direi che il cervello sia tutt’ora un mistero. I principi di base sono stati chiariti e abbiamo elementi sufficienti per inquadrare l’attività cerebrale nei suoi aspetti più importanti come la percezione, il comportamento,le emozioni, l’attività mentale in generale. La metodologia è ben chiarita e sta avendo continui successi. Andare fuori da questa strada maestra, che è quella che ha permesso di scoprire tutto quello che conosciamo, e supporre che esistano stranezze incontrollabili, al di fuori e in contrasto con le nostre conoscenze attuali e con i principi scientifici ormai stabiliti, può essere un piacevole gioco di fantasia, che però non va oltre un divertissement per passare mezz’ora al caffè…” (Piero Angela, Viaggio nel mondo del paranormale, Milano, 2000, Oscar Mondatori, pag. 16)

“Questo è il tentativo di generalizzare ciò che è invece particolare. I teologi dovevano giustificare e conciliare l’universalità del Dio di tutti gli uomini con la rivelazione privata ad un singolo uomo e/o popolo”

Il problema non è che cosa dovevano fare ma se ci siano riusciti, tu mi hai fatto un’obiezione sul Concilio di Trento sostenendo che la Chiesa si contraddiceva ed invece è falso.

“No. Qui sta il punto. La prima fondatezza sta nell’ente che emette la legge. Se io non so con chiarezza e certezza chi ha emesso la legge, non posso nemmeno capirne la fondatezza. Posso anche ritenerla eticamente giusta, ma nulla più, mentre sarebbe tragico se la ritenessi ingiusta.”

Qui stanno due cose che ho già detto:
1)Il lume naturale che garantisce la giustificabilità dei principi etici minimi che infatti sono tali in tutte le culture, come il divieto di uccidere
2)Per le altre leggi ho già detto che il problema sta nella sincerità del singolo. Gesù dice: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”, per la dottrina cattolica non è condannabile chi sbaglia non sapendo di sbagliare.

“Se Dio si degnasse di darci le leggi può darsi, ma visto che quelle che abbiamo sono di altri uomini, non vedo come possiamo obbedirgli.”

Hai perso il filo della discussione. Avevo detto che il cristianesimo dice di obbedire a Cesare. Tu mi hai replicato che Cesare può ordinare le leggi razziali come in fascismo, io allora ti ho detto che per il cristianesimo si deve obbedire a Dio piuttosto che agli uomini qualora i due ordinamenti siano in contrasto. Di chi stavamo parlando dunque? Dei cristiani e della loro scelta tra Dio e Cesare, cioè di chi accetta la Bibbia come rivelazione. La tua obiezione non c’entra nulla con questo filo della discussione e vi ho già risposto sopra.

“I condizionamenti sociali e religiosi spesso fanno nascere sensi di colpa senza senso (vedi morale sessuale).”

Sei rimasto alle critiche della morale dei maestri del sospetto, un cliché di concetti freudiani e nietzscheani. Io invece sono un assertore della necessità dei sensi di colpa, e della loro fondatezza che oltre a sociale è al contempo metafisica.

“Le radici sono da ricercarsi principalmente nel pensiero dei filosofi greci e dall’evoluzione di esso.”

I greci avevano la morale dell’eroismo guerriero e del kalos kai agathos, non troverai mai presso i greci il comando di amare i deboli ed i nemici. L’etica occidentale è modellata su quanto di meglio offriva il cristianesimo, e quando alla logica è vero che essa deriva da quella greca, ma essa c’è giunta solo grazie alla scolastica medioevale che ha studiato Aristotele e ha fatto dei passi da gigante rispetto a lui.

“L’ordinamento giuridico italiano prevede che chi commette reato sia consapevole delle conseguenze a cui va in contro (eventuale condanna o sanzione).”

Non ho detto che chi fa il male non debba incorrere in una condanna, ho detto che non si deve evitare di fare il male solo per paura della condanna bensì perché si è intrinsecamente convinti dell’immortalità dell’azione, altrimenti non domina la legge della coscienza ma quella della paura della punizione.

“E chi lo avrebbe mai dimostrato questo valore ontologico, la Bibbia ?”

Che tipo di dimostrazione vorresti? Non c’è un metro di misura per quanto sia grande l’uomo, rispetto a cosa poi? Al resto della polvere interplanetaria che ci circonda? Ogni uomo è un infinito, non c’è paragone sinora nell’universo tra la sua dignità trascendentale e quella delle altre creature. L’uomo ha un salto qualitativo rispetto a tutte le altre specie, definito tradizionalmente “persona est naturae rationalis individua substantia”(Boezio), viene cioè sottolineata la trascendenza dell’orizzonte del pensare (naturae rationalis) e la singolarità dell’esistenza individuale. Lo stesso disse Eraclito affermando che “i confini dell’anima non li potrai mai trovare, per quanto tu percorra le sue vie, tanto profondo è il suo logos”. Si badi: una sostanza che è razionale, non un sostanza che ha la ragione, non è cioè un animale a cui si aggiunge la ragione come qualcosa di ulteriore e di estrinseco bensì la ragione è la conditio sine qua non dell’intero essere dell’uomo. Non si deve cioè pensare che nell’evoluzione animale ci siano stratificazioni di cui la ragione sarebbe solo l’ultima tappa aggiunta su un sostrato comune, come insegna Heidegger ogni passo avanti è una trasformazione profonda di tutta la struttura unitaria delle capacità. Per questo l’animale sente mentre l’uomo ascolta, l’animale tocca mentre l’uomo tasta, l’animale si ciba mentre l’uomo pranza, l’animale si accoppia mentre l’uomo fa l’amore. E’ la dimensione trascendentale dell’uomo.

“Dove di grazia ? Il teologo non parla con Dio, ma con suoi “collaboratori”.”

E’ implicito in tutto il racconto. Ma anche sulla bocca dei custodi: “Dubito che chiunque quassù abbia mai sentito parlare di questa cosa che voi chiamate 'uomo'.”

“A me non sembra rilevante come differenza, poiché Dio potrebbe anche aver inserito già tale metro proprio nelle anime create.”

Non è una cosa, se c’è un metro nelle anime è Dio stesso, infatti come insegna Agostino Egli può essere cercato nell’infinito della nostra anima.

Ad maiora
ClintEastwood82
00domenica 30 luglio 2006 00:10

Sai cos’è l’esobiologia ? evidentemente no visto la frase che hai scritto. Gli extraterrestri che vengono sulla terra con l’astronavina, ci fanno ciao ciao e poi se ne tornano a cosuccia loro sono favole, non la ricerca di microrganismi o dei mattoni della vita al di fuori del nostro pianeta.



Sapevo cosa intendevi, ho fatto umorismo. Il fatto poi che un extraterrestre disponga di una tecnologia capace di compiere viaggi di enormi distanze, bè è un pò fantascentifico ma non di certo una favola, e non di certo così poco scientifico, e questo lo dicono molti scienziati.
La fantascienza di oggi è la scienza di domani.
spirito!libero
00domenica 30 luglio 2006 01:40
Vedrò di far finta di non cogliere alcuni velati attacchi ad personam. Credo tu debba molto imparare cosa significa confrontarsi con idee opposte. Ma del resto il tuo è il tipico atteggiamento di chi è convinto di avere la verità in tasca. Il giorno che capirai che il tuo è un atteggiamento da assolutista, forse riuscirai a confrontarti con garbo.

“Il senso critico lo possiede chi conosce gli argomenti che legge. La probabilità che tu abbia dato un esame di storia medioevale è x che tende a zero. “

Da aver dato un esame universitario a conoscere gli elementi base per discernere le boiate dalle cose serie ce ne passa. Inoltre nel caso non si abbiano tutte le conoscenze del caso, altri elementi (autore, sito, biografia, ecc…) possono essere indice di autorevolezza o meno del contenuto. Quando, infine, le idee esposte in un sito trovano riscontro in libri autorevoli, il gioco è fatto.

“In internet si trovano anche cose serie, per la banale ragione che c’è gente competente disposta a scrivervi. Sfortunatamente nella maggior parte nei casi non è così, e chi legge non ha gli strumenti per capire quel che legge.”

Io credo di possederli e tu ? Dal tuo modo di argomentare mi sono ormai convinto che il tuo unico metro di giudizio sia quello di considerare seri i siti che confermano le tue tesi e boiate tutti gli altri. Io mi chiedo come tu possa fare il ricercatore obiettivo.

“E’ questo il motivo per cui anche nella scuola secondaria superiore i veri storici sono pochi e continuano a girare i luoghi comuni sul medioevo. “

No. Che ti piaccia o meno, in tutte le scuole d’Italia la storia si insegna in quel modo perché è così che andarono gli avvenimenti. Tu sei vittima del revisionismo storico in atto. Il medioevo, rassegnati, grazie alla teocrazia cattolica, è il periodo più buio degli ultimi 2000 anni. I romani, al contrario dei cattolici, erano abbastanza tolleranti verso i culti locali, si può dire lo stesso dei cattolici nel medioevo ?

“Questo l’ho già confutato”

No, hai solo fatto della retorica. Gli alieni possono anche esistere, ma fino a quando non si mostreranno al genere umano, che esistano o meno, a noi non cambia una cicca ! Quindi è irrilevante che essi in realtà esistano o meno, insomma, come il drago nel garage.

“l’erroneità di chi dice che siccome ci sono mille rivelazioni indimostrabili allora sono tutte false. “

Ma io non dico questo. Io dico che siccome ci sono mille rivelazioni e nessuna di esse prevale sulle altre dal punto di vista logico-probatorio, in primis è impossibile scegliere razionalmente l’una o l’altra, in secundis tutte hanno la stessa probabilità di essere vere e chiunque faccia una scelta la fa arbitrariamente per fede. In ultimo, chiunque, all’interno di queste religioni, sostiene di detenere la verità assoluta, lo fa per fede e non può pretendere che gli altri seguano questo assunto che non può essere intersoggettivo. Rassegnatevi, voi cattolici siete UNA religione in mezzo a tante altre e non detenete alcuna verità assoluta, ma solo la vostra verità che vale quanto le altre.

“La teologia evolve, come dice la Bibbia stessa Dio è il pedagogo che guida per passi graduali. “

Risparmiami le scappatoie teologiche che partono dall’assunto, indimostrato, che la Bibbia non può sbagliare. Quando mi si dimostrerà tale assunto allora il castello di carte costruito intorno ad esso potrà assumere una consistenza ragionevole.

“E’ ovvio che in linea del tutto teorica questo può essere possibile”
"E’ l’unica cosa che mi interessa affermare"

Ma allora abbiamo buttato via tempo. Perché, come dico da sempre, dal punto di vista teorico quasi tutto è possibile, ma questo non da alcun elemento per capire “quanto” può essere possibile un evento. Per ritornare alla quantistica, la probabilità che una particella subatomica, all’interno di un pacchetto d’onda, si trovi dove vi sia un’ampiezza d’onda piccola è notevolmente minore rispetto alla probabilità che la particella si trovi dove vi sia un’ampiezza d’onda maggiore.

“stanno in qualsiasi programma universitario di epistemologia”

E tu sei anche un epistemologo ?

“Mettiti in testa che se ho un parere diverso dal tuo non è perché tu hai accesso a qualche informazione favolosa che m’è sfuggita, semplicemente conosco i luoghi comuni che propini e li ho superati da un pezzo”

Vale anche l’esatto opposto. Mettiti in testa che le tue posizioni mi sono note da tempo e le argomentazioni a sostegno anche. Le tue sono posizioni difendibili solo da coloro che hanno un approccio aprioristico e che non seguono affatto il motto: amicus plato sed magis amica veritas benché tu cerchi di far credere il contrario. Per costoro Platone, ovvero le loro teorie, è ben più importante della verità Le evidenze sono talmente schiaccianti che solo coloro che devono difendere a tutti i costi l’indifendibile possono non cambiare idea.

“particelle subatomiche, hanno delle caratteristiche che contrastano con la logica classica.”
“Non è esatto, la meccanica quantistica non è a-logica (altrimenti non sarebbe interpretabile) bensì controintuitiva, vale a dire che il comportamento a livello microscopico non è lo stesso che a livello macroscopico, ma questo non significa che non si siano regole, bensì che queste hanno una logica ancora più nascosta.”


Le ipotesi sono tre: 1 non leggi con attenzione, 2 fai fraudolentemente finta di non capire, 3 non conosci la definizione di logica classica. In quest’ultimo caso ti consiglierei di ripassare i tuoi manuali. Io non ho detto che nell’infinitamente piccolo non ci sia logica o che non si siano regole, ho detto che l’essenza dei quanti e il loro comportamento contrastano con la logica classica. Mi riferisco al problema della natura di particella e onda. Queste due nature sono in netto contrasto tra loro, quindi non possono essere comprese attraverso il principio di non contraddizione, perché si contraddicono proprio nella loro natura. A livello prettamente razionale, una particella non può essere un’onda e un’onda non può essere una particella, ma tale assunto, che razionalmente sembra ineccepibile, è distrutto dalle osservazioni della quantistica. Idem per il discorso osservato-osservatore. Si è scoperto addirittura che i fenomeni osservati dipendono dall’osservatore.

“che possano esistere e non esistere contemporaneamente invece è una sciocchezza”

Una sciocchezza è che io parli di questo con un filosofo.

“C’è tutto un grosso equivoco alla base delle divulgazioni sulla fisica quantistica”

Io leggo nella lingua della fisica: la matematica, non nelle boiate divulgative buone per filosofi e epistemologi.

“Prendiamo il principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale ci costringe ad ammettere di non poter mai sapere dove stia un elettrone perché nel momento in cui cerchiamo di vederlo”

Come volevasi dimostrare, chi legge i testi divulgativi incappa in questi errori. Noi non possiamo sapere dove si trova una particella se contemporaneamente vogliamo conoscerne la quantità di moto (in fisica si parla principalmente di quantità di moto e non di velocità). Se invece rinunciassimo ad una delle due misurazioni, l’altra si renderebbe nota con una certa precisione.

“Ma questo è un problema nostro o dell’elettrone?” E’ un problema nostro che non possiamo sapere dov’è “

Altra boiata. No, è una caratteristica intrinseca delle particelle e non una nostra mancanza tecnologica o ontologica. Tu ragioni trasponendo schemi del tuo quotidiano nella fisica quantistica e ciò non è possibile. Immagini la particella come un puntino che schizza via. Sai perché accade questo equivoco ? Perché il linguaggio quotidiano non è adatto a descrivere questi fenomeni. L’unico linguaggio possibile è la matematica. Devi leggere i modelli matematici e non i testi divulgativi per comprendere. Chi non la conosce incappa nei tuoi errori e approssimazioni. Quello che si è scoperto in quantistica riguarda la natura delle particelle/onda e non è descrivibile con esempi presi dal quotidiano. In merito al discorso che la realtà è creata dalla nostra mente, è una estremizzazione del concetto della relatività del fenomeno in base alle caratteristiche dell’osservatore. Come ho già detto, si è notato che il fenomeno osservato dipende in alcuni casi dall’osservatore. Si è messo seriamente in dubbio il concetto di osservazione passiva e oggettiva dei fenomeni. Se cambiano le caratteristiche dell’osservatore, cambia il fenomeno osservato.

Il Tao della Fisica è un testo molto bello, significativo e a suo tempo molto originale. Capra, infatti, per primo ha evidenziato un incredibile parallelismo fra i concetti della moderna ricerca scientifica e le antichissime intuizioni dei mistici di tutto il mondo, principalmente orientali. Dovresti leggerlo, ti farebbe un gran bene. Se lo hai letto, dovresti rileggerlo senza pregiudizi. Per cortesia non iniziare a citarmi le critiche al libro perché le conosco a memoria (concordismo, mancanza di rigore, approssimazione nell’esposizione delle teorie scientifiche ecc…). Questo testo fu uno di quelli che a suo tempo mi fece iniziare gli studi di fisica. Inoltre essendo un profondo conoscitore del taoismo e del buddismo, posso personalmente confermare che la visione di Capra è, nei principi basilari, corretta. La visione olistica dell’universo che presenta il testo è la mia stessa visione.

“Infatti il cristianesimo supera la visione particolaristica: "Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Gal 3,2 . Israele è il popolo eletto non perché abbia dei privilegi ma perché ha delle responsabilità in più, la responsabilità di essere il popolo in cui sarebbe nato il messia. “

No. Quello di Israele è stato il popolo eletto sin da Abramo. Un popolo più importante di altri popoli, il popolo prediletto da Dio. Ciò è ridicolo. Che poi per superare questa evidente cavolata si sia universalizzato il messaggio è tutt’altra storia.

“L’essere è indipendente da noi. “

Non sempre, vedi sopra il discorso dell’osservatore.

“Diventa irrilevante solo se si parte dal presupposto che io ritengo così bravo da accettare come vere solo le cose che riesco a dimostrare”

Perché tu accetti per vere anche cose indimostrate ? Bene, liberissimo, ma ciò si chiama FEDE e a me parlare di fede non interessa, perché ognuno è libero di credere in qualsiasi cosa non dimostrata. Io sostengo che, poiché si crede per fede, non si può avere un sufficiente grado di certezza per ritenere incontrovertibilmente di possedere la verità assoluta. Quindi l’atteggiamento deprecabile di chi, in queste condizioni, si pone come detentore dell’unica verità e classificabile come fanatismo.

“ossia che l’ultimo passo della ragione è riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la sorpassano”

Concordo, ma la tua conseguenza non è logica. Ovvero tu sostieni che siccome vi sono verità indimostrabili allora la tua tesi è LA verità. Siccome ci sono verità indimostrabili la tua può essere una di queste verità, ma fintanto che non sarà dimostrata essa avrà il medesimo peso di tutte le altre tesi indimostrate.

“Chi mai sarebbe tanto presuntuoso da sostenere che la verità di un qualunque fenomeno dell’universo coincide con la mia capacità di comprenderlo?”

Io non lo sono, anzi sono ben consapevole che a livello razionale molte cose sono incomprensibili, tuttavia sostengo che a livello “intuitivo” molte più cose possono essere comprese.

“La filosofia è arrivata a conclusioni spesso opposte a quelle che tu diffondi: un vero filosofo sostiene che se Dio fosse alla portata della mia mente allora sarebbe la prova che non è altro che una creazione del nostro intelletto, a nostro uso e consumo. “

Mi continui a mettere in bocca cose che non dico. Io non sostengo che io debba comprendere Dio. Io sostengo che lui avrebbe potuto darci facilmente una prova concreta ed intersoggettiva della sua rivelazione, tutto qui.

“cercando quale sia la religione più ragionevole, ben consapevoli che paradossalmente se si arriva alla comprensione piena allora si è sbagliato strada”

Ma io su questo concordo pienamente. E’ da mesi che dico che è irragionevole una rivelazione e soprattutto una rivelazione “privata” ad un singolo uomo o a ad un piccolo gruppo di uomini. Sei tu che sostieni che se in linea teorica una cosa è possibile allora ci posso credere. Io ti ho risposto che occorre capire se è plausibile ovvero se è ragionevole. Ritengo la rivelazione ad Israele del tutto irragionevole e quindi non plausibile.

“E come di grazia? S’è svegliato assonnato? “

Ovviamente mi riferisco all’evento che viene tramandato. Può essere che gli apostoli credevano davvero alla resurrezione, ma che in realtà accadde tutt’altro (ad es. cadavere trafugato).

“Ogni laureando in filosofia fa esami di psicologia, antropologia, matematica, fisica, intelligenza artificiale, ecc. Come si può del resto essere filosofi oggi senza conoscere la fisica, le sfide delle cibernetica, la filosofia della mente, la sociobiologia, ecc.”

No caro Polymetis, facendo un esame di Fisica non conosci la fisica. Al massimo ne conosci determinati concetti ma da qui a dire che i filosofi conoscono la fisica ce ne passa. Per conoscere la fisica, specialmente quella moderna, occorre avere innanzi tutto conoscenze matematiche ben precise e approfondite, per non parlare di altro.

“Noi filosofi rispondiamo alle sfide della scienza oggi giorno, e questo perché dobbiamo sempre rispondere allo scienziato di turno che ogni tanto nega il libero arbitrio dicendo d’aver trovato il gene del tradimento, o dobbiamo discutere dell’immortalità dell’anima tenendo conto della neurologia. Questo ha fatto sì che negli ultimi decenni il curriculum filosofico comprenda molti esami scientifici. “

Il fatto che voi rispondiate agli scienziati non vuol certo dire che le vostre argomentazioni siano corrette, anzi. Siete dei tuttologi ? In realtà voi sapete poco di tutto e questo si chiama superficialità, come tu stesso hai ammesso in merito alla storia. Se uno scienziato scopre realmente un gene che è preposto ad un determinato comportamento e mutando quel gene il comportamento cambia, tu gli puoi fornire tutta la tua retorica, ma il fatto rimane inalterato. Voi filosofi vivete sulle spalle degli scienziati. Senza le loro scoperte staremmo ancora a chiederci se la terra è piatta o rotonda. Attenzione non sto dicendo che le implicazioni filosofiche non siano importanti, tutt’altro, sto solo dicendo che non tollero ingerenze filosofiche nell’ambito della pura ricerca scientifica. Ad esempio non è un filosofo ne un epistemologo non scienziato che deve stabilire cosa sia scientifico e cosa no.

“perché non è opera sua quello che dice”

E di chi è opera ? Di chiunque sia opera occorre stabilire che l'autore sia moralmente coerente con ciò che insegna, altrimenti, come ho dimostrato, la sua interpretazione è da rifiutare in toto.

“In materia di fede e di morale la Chiesa esercita il suo magistero, che può arrivare sino all’infallibilità. “

In materia di morale la CCR si è contraddetta diverse volte. La morale cattolica è in evoluzione tanto quanto quella non cattolica, con la sola differenza che è quella cattolica ad adattarsi progressivamente, per non soccombere, a quella non cattolica che invece si adatta ai tempi e al mutare del pensiero umano. La spinta al cambiamento avviene sempre dai liberi pensatori, dalla società civile, viene poi fatta propria dalla popolazione. Solo quando non ne può fare più a meno, pena la sua emarginazione, la CCR si adegua con lentezza e cercando di salvare capra e cavoli. Oppure mi vuoi dire che la morale cattolica è immutata da 2000 anni a questa parte ? (si veda ultimamente l’apertura di autorevoli cardinali all’uso del preservativo). Se è mutata, vuol dire che quella precedente non era di certo la morale assoluta o verità assoluta, ma valeva per il contesto storico esistente. Se non lo era in passato, perché lo dovrebbe essere adesso ? Difatti la morale cattolica non è altro che una delle morali oggi esistenti, ma le sue caratteristiche di socialità, storicità e mutevolezza sono identiche a tutte le altre. Dovrebbe imparare, la CCR, a precorrere i tempi visto che ha un aiuto che viene dall’alto ! Invece si adegua a ciò che l’umanità conquista. Se fosse stato per la CCR i diritti umani, come li conosciamo oggi, non sarebbero ancora stati sanciti visto che il vaticano non ha ancora ratificato il trattato internazionale al pari della Cina.

“Tu invece mi proponi l’esempio di qualcuno che non solo è peccatore ma riporta anche un messaggio sbagliato”

Si, perché i vertici corrotti della CCR nel passato hanno indirizzato la vita dei propri fedeli in maniera errata interpretando la morale del messaggio evangelico a loro modo. L’uccisione degli eretici ne è un esempio calzante. In questo scempio, TUTTA la CCR ha interpretato il “non uccidere” dei 10 comandamenti in maniera errata. Oggi i vertici della medesima istituzione interpretano “non uccidere” in maniera completamente diversa e non si sognerebbero mai di uccidere un eretico (almeno spero). Ne consegue che non esiste un messaggio morale immutato da 2000 anni a questa parte, ma esistono le varie interpretazioni che ne da chi man mano si trova a guidare la Chiesa. Poiché oggi anche cardinali e alti prelati si macchiano di crimini orrendi come la pedofilia, di certo non mi faccio interpretare il comandamento “non commettere atti impuri” da loro.

“Sono così tante e così numerose le associazioni umanitarie e di carità cattoliche che è inutile ricordarle,”

Nessuno le nega, ma di certo non sono merito dei burocrati (Papi e cardinali compresi) che stanno in vaticano.

“Questo giudizio è impossibile anche per uno storico, infatti la Chiesa conta miliardi di aderenti”

Continui a fare il giocoliere. Mi riferisco sempre ai vertici, ovvero a quelli che comandano. Il Papa, i cardinali che presiedono funzioni di responsabilità e guida per tutta la Chiesa. I singoli prelati per me possono essere dei santi, ma ciò non cambia nulla nella corruzione e nei crimini perpetrati dal clero che sta ai vertici. Ti ripeto per l’ennesima volta che io condanno i vertici non la base.

“Per dire una cosa simile dovresti conoscere la storia della gerarchia cattolica nel corso di duemila anni, per me non sai neppure il nome di dieci papi. “

Conosco abbastanza per poter esprimere questo giudizio. Veramente conosco la cronologia papale dei primi 10 papi a memoria e idem per gli ultimi 5. Non mi conosci e quindi non puoi sapere. I tuoi pregiudizi nei miei confronti non fanno che confermare come tratti coloro che non condividono le tue idee. Ribadisco, non so come tu possa essere un serio ricercatore.


“Posso farti molti nomi di studiosi che erano cattolici ma poi sono giunti a conclusioni diverse, questa sì che ha senso come domanda”

Ovviamente è questo che intendevo, difatti sotto l’ho detto. Ciò che mi preme sottolineare è che un ricercatore cattolico non è “psicologicamente” e “moralmente” libero di cercare confutazioni ai dogmi. Difatti chi vorrebbe perdere il proprio posto di lavoro per nulla ? Di eroi, caro Polymetis, ce ne sono pochi. I vari Kung, Vallauri ecc… sono delle rare eccezioni.


“L’argomentazione di Popper partiva dal presupposto che il cristianesimo fosse per forza falso e dunque se gli eruditi cattolici non se ne rendevano conto doveva per forza essere colpa della disonestà intellettuale. Costui negava cioè a priori la possibilità che la teologia cattolica arrivasse a confermarsi per la banale ragione che la verità non si può confutare.”

Quando ti parlai io dei limiti di Popper, tutto indignato mi dicesti che era il più grande epistemologo del secolo, adesso lo stai facendo risultare un emerito idiota che spara giudizi così dilettantistici. Altro che relativismo, mi sembri una banderuola che svolazza a seconda di dove soffia il vento.

“bensì avevi detto: “ovvero ai dogmi contro i quali non esiste alcuna possibilità, non solo di smentita, ma nemmeno di indagine”.

Non all’interno delle università cattoliche. Lo conferma pienamente il fatto che invece le indagini al di fuori del cattolicesimo di falle ne hanno trovate numerosissime e in diversi ambiti. Per le leggi della probabilità almeno una di queste indagini contiene verità, ci si chiede allora perché nessuno studio cattolico ha mai concluso che qualche dogma andasse rivisto. Sarà perché altrimenti tutto l’impianto dottrinale cattolico crollerebbe ? Ma analizziamo la logica di questo modus operandi. Se un teologo cattolico arrivasse alla conclusione che il dogma mariano è errato, a quel punto quello studioso non sarebbe più cattolico ! Ci si chiede, quindi, in che modo possa la CCR ammettere che un dogma è errato se chi riesce a metterlo in discussione non viene più considerato cattolico ! Questo significa che il dogma non verrà mai messo in discussione da nessuno perché l’assunto indimostrato è che il dogma è perfetto così com’è. In questo aveva ragione Popper. L’unica soluzione sarebbe che TUTTI i teologi cattolici all’unanimità dichiarassero errato un dogma. A quel punto le cose sarebbero due, o verrebbero esclusi dal cattolicesimo tutti i teologi o l’impianto dottrinale cattolico crollerebbe. Ovviamente queste ipotersi sono irrealizzabili, dunque la CCR è in una botte di ferro, comunque, ai posteri l’ardua sentenza.

“Quanto alla tua domanda su chi sia il suo autore e su come sia venuta in mano alla Chiesa non ci sono dati sufficienti per saperlo. “

Ovviamente. Io non so come tu possa difendere sempre a spada tratta l’indifendibile. Chi può aver architettato un tale documento se non chi ne avrebbe tratto vantaggio ?

“poveri studiosi cattolici che restano tali solo perché, poverini, non sanno”

Non perché non sanno, ma perché perderebbero il posto.

"Nel caso di un operai produttore il suo contratto di lavoro non cosiste nell’elogiare la pasta Barilla ma ne produrla, nel caso del pubblicista consiste nell’elogiarla. E’ di contratto che in un’università cattolica si insegnino cose cattoliche, in caso contrario costui non fa più quello che è stato assunto. "

Il tuo parallelo è senza senso. Gli insegnanti NON sono dei pubblicitari. Ma sono assunti per insegnare cosa dice la CCR. Se poi loro non sono d’accordo, sono affari che non devono riguardare il datore di lavoro.

“Ovvio? Sai il tedesco? Hai mai letto la Critica della Ragion Pura, la Critica della Ragion Pratica o la Critica del Giudizio?”

Non conosco il tedesco e ho letto Kant in italiano. Tu conosci anche il tedesco ? Quanta arroganza nel tuo modo di esprimerti, dieci paginette le avrai lette tu. Ricapitolando quindi tu sei un filosofo che conosce fisica, matematica, tedesco, inglese, greco, latino, sei un epistemologo, uno storico medioevale, un esegeta neotestamentario, un antichista, cosa mi dimentico ? Insomma un tuttologo. Facile vero scrivere avendo a disposizione una intera biblioteca e lavorando in ambito universitario dove puoi chiedere a chiunque ?

“Le generalizzazioni le lascio ai sempliciotti. “

Ti sei dato del sempliciotto, perché tu spesso con me usi generalizzare.

“Infatti che le proprie opinioni possano essere espresse sempre è dovunque non è un’acquisizione della nostra coscienza collettiva nel XX secolo ma una sciocchezza da anarchia, ancora oggi qualunque magistrato direbbe che uno non può farsi assumere dalla diocesi come insegnante di religione cattolica e poi fare il contrario di quello per cui è pagato”

Ma tu conosci l’italiano ? Insegnare non è uguale a pensare. Io posso insegnare teologia cattolica ed essere buddista e se vengo interrogato sulla mia religione devo poter dire liberamente che sono buddista. Se l’insegnante NON insegna o insegna scorrettamente la dottrina cattolica il magistrato approverà il licenziamento, se invece l'insegnante assolve il suo compito ma si dichiara buddista, il magistrato lo farà riassumere (concordato permettendo).

“Il fatto che ognuno possa fare quello che vuole è un’assurdità che dimentica la dimensione dei doversi a vantaggio della sola dimensione dei diritti”

Mi dici dove diavolo ho scritto che ognuno può “fare” quello che vuole ? Io ho scritto che può “pensare” quello che gli pare ed è libero di dirlo quando gli pare, è chiaro ?

“se il tuo lavoro consiste nell’insegnare e sei pagato per insegnare una determinata cosa sarebbe inadempienza contrattuale insegnare altro”

Corretto, peccato che non c’entri nulla con quanto ho detto. Ho parlato di esprimere la propria opinione personale che può non essere concorde con quella del mio datore di lavoro.

“Anche qui bisogna vedere cosa intende. Manifestare le proprie opinioni ha dei precisi limiti anche nell’insegnamento pubblico, dove non si può fare politica in classe”

Certo che l’insegnante non si può mettere a fare un comizio politico. Ma se un allievo chiede all’insegnate il suo orientamento politico e questi gli risponde non vi è alcuna inadempienza.

“Fammi degli esempi”

Estromesso dall’insegnamento. Guarda, un esempio è proprio Vallauri. Egli è stato estromesso dopo venti anni perché in qualità di filosofo del diritto non ha potuto non dire che il peccato originale è contrario al principio della responsabilità personale che è un principio cardine del diritto. Inoltre gli fu contestato che in una lezione ricordò che Leone X nel 1500 condannò solennemente la posizione di Lutero che riteneva contro la volontà dello Spirito Santo bruciare gli eretici. Poiché non risulta che la CCR abbia mai corretto questa posizione dottrinale, ne consegue che lo Spirito Santo, secondo la CCR, approva in determinate condizioni l’abbrustolimento degli eretici. I miei più vivi complimenti ai moderni inquisitori. Ecco cosa intendo per libertà negata all'interno delle università cattoliche.


“oscillano tra le 35.000 vittime come indice minimo e le 70.000 come indice massimo”

Ammesso e non concesso che le cifre siano queste, occorrono ulteriori commenti ?

“butti su un motore di ricerca cercando qualche appiglio”

Te l’ho già detto, cambia la sfera di cristallo. L’articolo mi era noto da tempo visto che è pubblicato in un sito che ho già stracitato essendo gestito da una persona che conosco.

“1)Il passaggio dal piano descrittivo a quello normativo. La ghigliottina di Hume. Ossia: se anche c’è una natura umana comune, perché da questa natura derivano diritti? E quali? “

Se la natura umana è comune e scientificamente lo si è visto essendo della stessa specie, ne consegue che abbiamo gli stessi diritti e doveri. Se poi non si hanno per nulla allora non si hanno per nessuno.

“Dopo Darwin sembra non avere più senso parlare della natura umana come qualcosa di ontologico in quanto questa è qualcosa che muta col tempo”

Certo, ma muta nel medesimo modo per tutti.

“possono coesistere sulla terra due rami ominidi evoluti dallo stesso antenato, è accaduto con l’uomo di Neanderthal che non è un nostro diretto antenato ma ha vissuto sulla terra insieme ad essi”

Oggi deriviamo tutti dai medesimi antenati, quindi non vedo perché porsi problemi che non esistono.

“in filosofia morale c’è tutta la corrente utilitarista e funzionalista che lo contesta e che non riconosce a persone come gli handicappati gravi dei diritti pari alle persone sane”

Esistono dei sentimenti come la compassione che sono il motore interiore che fa trasalire al solo leggere queste argomentazioni. Fortunatamente l’evoluzione morale dell’uomo lo sta portando ad essere sensibile a determinati problemi e quindi a far nascere negli individui questi sentimenti superiori. Davanti a ciò le argomentazioni logiche devono necessariamente fermarsi. Se anche mi si dimostrasse logicamente che è infondato aiutare un handicappato, i miei sentimenti personali non muterebbero affatto.

“In quanto principio primo e supremo “

Ma io non ho detto che non accetto in toto il principio di non-contraddizione. Ho detto che vi sono ambiti nei quali non è possibile utilizzarlo, tutto qui.

“La posizione di Valluri per funzionare esige proprio l’assolutezza della logica e della matematica”

Ma io ho esposto quell’argomentazione per confutare la tua inerente la tesi che l’unica possibilità di fondare un’etica è di farlo etsi deus daretur.

“evidentemente perché sono intimamente convinti dell’erroneità delle obiezioni, bontà loro se decidessero di farci partecipi delle loro riflessioni”

Tocca leggerti i libri di Vallauri per scoprirlo. Come dici tu, per ora ti lascio nel tuo brodo.

“Visto che a quanto pare è l’unica cosa che ti riesci prova ad inserire in Google le parole “logica paraconsistente”, c’è la possibilità che incappi nel sito di qualche università che ti spieghi il problema”

La tua ironia è fuori luogo, non solo non sei divertente, ma sei indisponente. Ma come, ti ho appena parlato di quantistica e mi dici che non conosco la logica paraconsistente ? Devo dedurne che non conosci le implicazioni della logica quantistica paraconsistente (non si possono conoscere i modelli matematici derivati dalla quantistica se non si conosce la logica paraconsistente). Avendo quindi studiato fisica teorica e quantistica conosco bene cosa sia la logica paraconsistente. Invece tu che dici di essere un tuttologo e, se tanto mi da tanto, quello che scrivi probabilmente lo acchiappi di qua e di la nell’università in cui lavori, perché non cerchi di essere meno arrogante ? Comunque non so se lo sai, ma esistono diversi tipi di calcolo logico oltre a quello classico e paraconsistente, forse dovresti rivederteli, ammesso che tu li abbia studiati.

“Se la legge stabilisce cosa è il bene allora è ovvio che stabilire cosa sia il bene, o addirittura il bene supremo, implica conoscere la logica di Dio”

Ma la logica non era universale ? Oppure adesso scopriamo che la logica di Dio è diversa da quella degli uomini. Ma non dicevi che anche Dio era soggetto alle nostre stesse leggi della logica ? (come se noi avessimo delle leggi specifiche o come se il principio di non-contraddizione fosse universale)

“Sì, dice che è l’unico, ma a differenza del proprietario del garage non pretende di poterlo esibire”

A no ? Qualcuno a suo tempo disse di averne dimostrato l’esistenza.

“La teologia razionale ragiona dicendo che se c’è un ordine c’è un’intelligenza ordinatrice, se c’è un orologio c’è un orologiaio. Si nega cioè il fattore “caso”. “

Si nega in modo arbitrario visto che la stra-citata quantistica dimostra invece che il caso esiste benissimo.

“Volevo cioè dire che con questo mito la Bibbia ci comunica come Dio abbia rivelato dei precetti minimi che tutte le culture condividono. “

Ma quando mai !

“Per la teologia ebraica sì, per la teologia cristiana no, in quanto il male non è un ente, non è qualcosa, è solo assenza di bene. Male è negazione di Dio. “

A si ? Sono curioso di conoscere, dato questo assunto, come si possa giustificare il male dovuto ad eventi naturali. Che sia una sorta di punizione ? (per chi non lo capisse è una domanda ironica)

“Perché mai una delle mille evoluzioni possibili dovrebbe essere migliore delle altre?”

Perché ti avvicina a quel punto, se esiste ovviamente.

“Altra boiata, mai dato un esame di psicologia generale vero?”

Vero, ecco cosa avevo dimenticato nell’elenco delle tue conoscenze, lo psicologo ! Ma non ho voglia di parlare anche di cervello e di psicologia, anche perché non ne conosco a sufficienza per parlarne. (hai mai scritto nella tua vita una frase del genere tu ?) Poi dici “noi del CICAP”, perché tu operi attivamente nell’organizzazione ? o dici noi solo perché sei abbonato alle riviste ?

“1)Il lume naturale che garantisce la giustificabilità dei principi etici minimi che infatti sono tali in tutte le culture, come il divieto di uccidere “

Come, prima dici che non esiste una fondatezza naturale dell’etica e quindi nessun lume naturale e adesso ti contraddici ? Deciditi.

“Sei rimasto alle critiche della morale dei maestri del sospetto, un cliché di concetti freudiani e nietzscheani. Io invece sono un assertore della necessità dei sensi di colpa, e della loro fondatezza che oltre a sociale è al contempo metafisica.”

Ma quando ti metterai in testa che non sono rimasto da nessuna parte ma che conosco le contro argomentazioni moderne ma che non ritenendole valide me ne infischio ? I sensi di colpa possono essere utili se sono fondati su reali colpe. Ad esempio i sensi di colpa che nascono in coloro che, educati da una morale cattolica bigotta, fanno l’amore prima del matrimonio, sono inutili e nocivi. A mio avviso chi li insegna andrebbe denunciato.


“Che tipo di dimostrazione vorresti?”

Se tu fai un’affermazione indimostrata, mi aspetto che la dimostri, non agisci così anche tu ?

“Ogni uomo è un infinito”

Altra cosa indimostrata, semplice retorica.

“non c’è paragone sinora nell’universo tra la sua dignità trascendentale e quella delle altre creature”

Sei stato per caso sull’Enterprise ?

“L’uomo ha un salto qualitativo rispetto a tutte le altre specie, definito tradizionalmente “persona est naturae rationalis individua substantia”(Boezio)”

Ma come, prima mi dici che non vi sono fondamenti razionali per fondare il fatto che l’uomo debba avere dei diritti diversi da quelli degli scimpanzé e adesso mi propini la retorica della razionalità ?


“Lo stesso disse Eraclito affermando che “i confini dell’anima non li potrai mai trovare, per quanto tu percorra le sue vie, tanto profondo è il suo logos””

Quale anima ? Prima mi devi dimostrarne l’esistenza.

“Non si deve cioè pensare che nell’evoluzione animale ci siano stratificazioni di cui la ragione sarebbe solo l’ultima tappa aggiunta su un sostrato comune”

Finito con la retorica ? Invece è proprio quello che l’evoluzione ha dimostrato. Tu puoi filosofeggiare fino a quando vuoi, ma la scienza dice tutt’altro. Noi deriviamo dagli animali punto e basta.

“E’ implicito in tutto il racconto. Ma anche sulla bocca dei custodi: “Dubito che chiunque quassù abbia mai sentito parlare di questa cosa che voi chiamate 'uomo'.”

Io non lo vedo affatto implicito e quella frase si riferiva ai collaboratori e non certo a Dio giacchè Egli non è annoverabile tra i “chiunque”.


Buone vacanze
Andrea
spirito!libero
00domenica 30 luglio 2006 01:42
Re:

Scritto da: ClintEastwood82 30/07/2006 0.10
Sapevo cosa intendevi, ho fatto umorismo. Il fatto poi che un extraterrestre disponga di una tecnologia capace di compiere viaggi di enormi distanze, bè è un pò fantascentifico ma non di certo una favola, e non di certo così poco scientifico, e questo lo dicono molti scienziati.
La fantascienza di oggi è la scienza di domani.



Interessante questo argomento, perché non apri un 3d e ne parliamo ?


saluti
Andrea
ClintEastwood82
00domenica 30 luglio 2006 15:40
Su cosa sugli Ufo? A me l'argomento non è che mi interessi principalmente, e comunque sia anche se ti portassi prove ed argomenti, se vuoi aver ragione tu la hai, come del resto in tutti gli altri post, citando cose di parte, pretendendo di aver ragione anche se hai torto.
spirito!libero
00domenica 30 luglio 2006 16:43
Clint,

non è così. Se mi si dimostra che ho torto lo ammetto. Difatti se leggi bene i post con Polymetis, in alcuni punti ho concordato con le sue tesi e viceversa. In ogni caso non mi riferivo agli UFO besì alle teorie in merito agli spostamenti a grandi distanze.

saluti
Andrea
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