Per Spirito Libero

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presso
00mercoledì 21 giugno 2006 14:57

Riguardo al relativismo, purtroppo è lo spauracchio principale di Ratzinger & C. Essi devono mantenere la loro supremazia teologica in veste di unici detentori della verità assoluta e dell'unica strada verso la salvezza, quindi ogni altra verità è inferiore o falsa. Ergo, per costoro, il relativismo è il satanismo del nostro tempo.




Ciao Spirito , puoi argomentare questa tua affermazione , mi piacerebbe approfondire , l'ho presa dalla presentazione di Raffaello72
Grazie
presso
00mercoledì 21 giugno 2006 15:00
Re:

Written by: presso 21/06/2006 14.57

Riguardo al relativismo, purtroppo è lo spauracchio principale di Ratzinger & C. Essi devono mantenere la loro supremazia teologica in veste di unici detentori della verità assoluta e dell'unica strada verso la salvezza, quindi ogni altra verità è inferiore o falsa. Ergo, per costoro, il relativismo è il satanismo del nostro tempo.




Ciao Spirito , puoi argomentare questa tua affermazione , mi piacerebbe approfondire , l'ho presa dalla presentazione di Raffaello72
Discussione
Grazie

spirito!libero
00mercoledì 21 giugno 2006 16:37
Certamente,

il Papa condanna con fermezza il relativismo. In due parole, questa concezione filosofica e di pensiero, oggi per fortuna molto diffusa, sostiene la non esistenza di verità assolute, ma che ogni verità sia tale in realazione a qualcosa d'altro in rapporto con essa.

Questo il concetto generale, esistono tuttavia delle numerose forme di relativismo in base all'ambito della verità in esame: relativismo morale, relativismo cognitivo ecc...

Il Papa e la Chiesa, essendo enti che incarnano un messaggio di verità assoluta, non possono far altro che difendere il loro punto di vista, come del resto fanno tutti coloro che sostengono di possedere LA VERITA'. E' da precisare che l'opposto di relativismo è assolutismo.

Il relativismo è tuttavia pericoloso quando il suo concetto viene estremizzato, ma a quel punto non si parlerà più di relativismo ma di scetticismo radicale o ancor peggio solipsimo.

Per quanto riguarda la mia posizione personale, condanno in toto il relativismo cognitivo così come formulato da molti moderni epistemologi, mentre condivido in pieno il relativismo proprio, ad esempio, del pensiero del Prof. Giorello (docente di filosofia della scenza all'università di Milano).

Un relativista di questo tipo, sostiene semplicemente che in campo morale o religioso non esista affatto una verità assoluta. Personalmente ritengo che anche se esistesse un ente trascendente che incarni la verità ultima, le strade per giungere a questa siano molteplici e diverse e che ogni individuo sia incline per natura o per influenze culturali, a seguirne una piuttosto che un'altra. Le religioni, ad esempio, altro non sono che strade da percorrere per giungere inesorabilmente al medesimo punto conclusivo. Sorge a questo punto un'altra domanda, tale verità, ammesso che esista, è conoscibile quì e ora ?

Spero di essere stato sufficentemente chiaro, scusate ma non ho riletto.

ciao
Andrea


.gandhi.
00mercoledì 21 giugno 2006 19:48
Re:

Written by: spirito!libero 21/06/2006 16.37
Sorge a questo punto un'altra domanda, tale verità, ammesso che esista, è conoscibile quì e ora ?





SE si crede che è relativa, la verità assoluta non esiste, quindi non è possibile conoscerla.
Se si crede in una verità assoluta allora si sostiene che si può conoscere.

Secondo me il punto stà nel fatto che la risposta a questa domanda dipende dal preconcetto che abbiamo della verita, se siamo cioè relativisti o no.

Se io che sono alla ricerca della verità parto dal presupposto che una verità assoluta non esista, allora non la troverò nemmeno. Se invece credo che possa esistere una verità assoluta, può darsi che possa trovarla.
Alla fine però credo che si trova ciò che si "vuole" trovare! [SM=g27993]

ciao da gandhi

spirito!libero
00giovedì 22 giugno 2006 18:44
E se relative fossero le strade per giungere alla medesima verità ?
.gandhi.
00giovedì 22 giugno 2006 19:00
Re:

Written by: spirito!libero 22/06/2006 18.44
E se relative fossero le strade per giungere alla medesima verità ?


jyhu
Domanda molto interessante!!

Se fossero relative le strade per giungere alla verità, significa che esiste una verità assoluta, questo vuol dire che non si è relativisti.
La questione inizia a farsi seria... [SM=g27994]

gandhi
spirito!libero
00giovedì 22 giugno 2006 21:16
Come ho già detto più volte, il relativismo che io chiamo "moderato" e di cui mi sento portavoce, prevede infatti che anche se esistesse una verità assoluta metafisica, questa sia raggiungibile attraverso diverse strade e non, come sostengono le istituzioni reliogise di quasi tutte le fedi, attraverso un'unica via preferenziale.

ciao
Andrea
Polymetis
00venerdì 23 giugno 2006 14:37
"sostiene la non esistenza di verità assolute, ma che ogni verità sia tale in realazione a qualcosa d'altro in rapporto con essa."

Questa frase è un po' troppo vaga per attaccarla o difenderla.

"questa sia raggiungibile attraverso diverse strade e non, come sostengono le istituzioni reliogise di quasi tutte le fedi"

Il problema è che queste diverse strade spesso battono vie del tutto opposte. Il buddismo ad esempio è una "religione" senza dèi, mentre per il cristianesimo siamo salvati tramite Cristo. Se la verità esiste, ed è ad esempio qualcosa di molto simile a quella dei buddisti, allora il cristianesimo è falso, e, se è vero il cristianesimo, è falso il concetto di "liberazione" del buddismo.
A mio avviso Platone aveva già smontato il relativismo secoli fa. Protagora diceva appunto "l'uomo è misura di tutte le cose", e Platone nelle Leggi aveva replicato "non l'uomo ma Dio è misura di tutte le cose". Vale a dire che se Allah esiste Giorello può pensare quello che vuole della morale dell'islam e del velo, sta di fatto che ci sarebbe Allah in persona a decretare ciò che è giusto. Vale lo stesso per il cristianesimo e per qualunque altre religione che crede in un essere trascendente. Il relativismo secondo cui la morale è un prodotto della società e dunque dipende da determinati contesti funziona solo assumendo a priori l'idea che Dio non esista. Chiariamo dunque questo punto: vogliamo discutere di relativismo etsi deus non daretur o di relativismo ammettendo l'esistenza di Dio? Nel I caso do ragione a Giorello, se Dio non esiste la morale è infondabile, nel secondo caso do ragione a Platone, se Dio esiste è lui la misura di ciò che è giusto, e non l'antropologia culturale.
Se si ammette che la verità esiste allora ciascuno ha il diritto in teoria di pretendere che sia in suo possesso, basta saperlo dimostrare. Dire: "sì la verità esiste ma nessuna via è preferenziale" è implicitamente un modo di dire che nessuna religione attualmente esistente è vera. Ma in base a che cosa questo presupposto visto che non neghi che la verità possa esistere e dunque non puoi negare neppure a priori che essa sia stata rivelata a qualcuno in particolare?

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 23/06/2006 14.41]

spirito!libero
00venerdì 23 giugno 2006 16:49
“Il problema è che queste diverse strade spesso battono vie del tutto opposte. Il buddismo ad esempio è una "religione" senza dèi, mentre per il cristianesimo siamo salvati tramite Cristo.”

Il problema è infatti, trovare quali sono i punti comuni a tutti i messaggi “originali” lasciatici degli iniziatori delle varie religioni. Occorre tralasciare quei “particolarismi” formali e rituali che hanno unicamente un fondamento socio-culturale. Non è affatto vero che nei principi dell’amore, della fraternità ecc… le religioni divergano, tutt’altro. Se poi gli uomini, come ad esempio gli islamici integralisti oggi o i cattolici nel medioevo, distorcono il messaggio originale per fini utilitaristici è tutt’altro discorso.

Giusto per precisare il buddismo non è una religione senza dèi. Semplicemente i buddisti non si pongono affatto il problema, perché non è di loro competenza (Siddartha quando fu interrogato sull’esistenza di un dio o degli dèi, non rispose mai !). Tu puoi credere a qualsiasi divinità tu voglia ed essere anche buddista. L’importante è che, per la tua crescita personale, tu non agisca contro i principi basilari, che tra l’altro sono uguali nella sostanza a quelli cristiani.

“Se la verità esiste, ed è ad esempio qualcosa di molto simile a quella dei buddisti, allora il cristianesimo è falso, e, se è vero il cristianesimo, è falso il concetto di "liberazione" del buddismo. “

Tu poni quelle che io chiamo “peculiarità distintive” al di sopra dei principi base del comportamento del credente in terra.

“Vale a dire che se Allah esiste Giorello può pensare quello che vuole della morale dell'islam e del velo”

Il problema non è affatto se Allah esista o meno, visto che per l’uomo è impossibile saperlo (situazione ben nota ad un ipotetico Dio). Il problema è se quei precetti che gli si attribuiscono siano realmente rivelati da lui o meno. Poiché TUTTI coloro che professano una religione sono convinti di ciò ed hanno le medesime prove in merito, non vedo perché si debba credere agli uni e non agli altri. Puoi tu dimostrare che Maometto non spostò la montagna ? o che Siddartha Gautama non fosse un illuminato con annessi e connessi miracolosi ? o che i prodigi descritti nei Veda non siano reali ? ecc… Ergo. o ci convinciamo che una sola congregazione di uomini detiene la verità e tutti gli altri sono in errore (ciò significa che, ad essere ottimisti 1 abitante su 5 sulla terra ci ha azzeccato) oppure riconosciamo che non esiste una strada assolutamente giusta per giungere ad un ipotetico Dio, ne che essa possa essere relegata ad un popolo, ad una Chiesa o ad un unico contesto socio-culturare.

Se non sbaglio proprio i cattolici affermano che esiste un “po’” di verità anche nelle altre religioni. Quella che i cattolici chiamano, senza meglio specificare, un “po’ di verità” io ritengo siano i punti comuni e fondamentali, mentre il resto sono fronzoli umani inutili per crescita spirituale dell’individuo.

“Il relativismo secondo cui la morale è un prodotto della società e dunque dipende da determinati contesti funziona solo assumendo a priori l'idea che Dio non esista”

Niente affatto. Occorre vedere cosa si intende per Dio, se è inteso come “giudice” delle nostre esistenze o meno. Io ad esempio, credo che nessuno ci giudicherà dopo la morte, semplicemente la nostra anima seguirà il proprio destino costruito dalle azioni terrene.

“nel secondo caso do ragione a Platone, se Dio esiste è lui la misura di ciò che è giusto, e non l'antropologia culturale. “

Tu hai un’idea di Dio molto antropomorfa. Un Dio giudice che detta le regole e se non le rispetti avrai la dannazione eterna. Questo concetto è vecchio come il mondo. Io ho un’idea di un ente creatore molto diversa.

“Se si ammette che la verità esiste allora ciascuno ha il diritto in teoria di pretendere che sia in suo possesso, basta saperlo dimostrare”

Nessuno lo può dimostrare in nessun modo. La verità ultima, a mio avviso, non è conoscibile dall’intelletto ne da rivelazioni di sorta. La conoscenza di essa, se mai può avvenire, è la conseguenza di un processo evolutivo della coscienza individuale, dell’intuito, insomma di elementi non condivisibili. Come ho avuto modo di dire più volte, chi conosce la verità ultima, ammesso che qualcuno esista, non potrà “spiegartela” ma al massimo indicarti una delle strade per raggiungerla.

“che nessuna religione attualmente esistente è vera”

Dipende cosa intendi per vera. Io credo che in ogni religione vi siano uno o più spunti di verità e che l’uomo dovrebbe conoscere innanzi tutto se stesso e la sua divinità, “Chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce sé stesso è illuminato” scriveva Lao Tze.

“non puoi negare neppure a priori che essa sia stata rivelata a qualcuno in particolare?”

Proprio questo è il punto. Non credo affatto che un Dio possa rivelare ad un singolo popolo o individuo una verità valida per l’intera umanità, senza poi dare nessuna testimonianza incontrovertibile di questo lascito.

Saluti
Andrea

[Modificato da spirito!libero 23/06/2006 16.52]

[Modificato da spirito!libero 23/06/2006 16.53]

Polymetis
00venerdì 23 giugno 2006 19:53
“l problema è infatti, trovare quali sono i punti comuni a tutti i messaggi “originali” lasciatici degli iniziatori delle varie religioni”

Questa teoria del minimo comune denominatore è alquanto bizzarra, presuppone infatti: 1)Che tutte le religioni abbiano qualcosa di vero 2)Che ciò che hanno di vero sia ciò che hanno in comune con le altre. Il che è logicamente errato perché la verità se ne infischia del consenso. Si può credere tutti una cosa falsa esattamente come è possibile che l’unico ad essere nel vero sia uno su mille. Se la verità sta in sé e per sé se ne infischia di quello che possono pensare gli uomini di lei, potrebbe non essere conosciuta da nessuno, potrebbe essere conosciuta da tutti, potrebbe essere conosciuta solo da una parte. Questa terza condizione è quella che avviene nella maggior parte dei casi, e per tutte le discipline.

“Occorre tralasciare quei “particolarismi” formali e rituali che hanno unicamente un fondamento socio-culturale”

Se vuoi ridurre i capi delle varie religioni a dei filosofi esistenzialisti e un tuo problema, ma non stai proponendo di togliere della religioni dei fatti secondari bensì ciò che quelle religioni considerano come il loro fondamento più proprio. Dice San Paolo: “se Cristo non è risorto vana è la nostra fede”(1Cor 15,14) Il cristianesimo ridotto a dei vaghi precetti morali non è più il cristianesimo, e comunque non avrebbe nulla di originare sotto il profilo etico.

“Non è affatto vero che nei principi dell’amore, della fraternità ecc… le religioni divergano, tutt’altro”

Io ho semplicemente detto che le religioni vanno su vie diametralmente opposte per quanto riguarda la via di realizzazione della persona.

“Giusto per precisare il buddismo non è una religione senza dèi.”

Non correggo una parola di quello che ho detto. Il buddismo è fondamentalmente una filosofia atea in quanto gli dèi sono irrilevanti al fine della salvezza persona e della liberazione dal dolore. Credere agli dèi o meno è una possibilità che non fa parte della religione in sé ma di quello che il singolo vuole fare.

“Il problema non è affatto se Allah esista o meno, visto che per l’uomo è impossibile saperlo (situazione ben nota ad un ipotetico Dio). Il problema è se quei precetti che gli si attribuiscono siano realmente rivelati da lui o meno.”

In primis il problema è proprio se Allah esista o meno, come già spiegato la verità indipendente dal fatto che noi la conosciamo o meno. Il teorema di Pitagora era vero anche prima che lo scoprissero. Il problema è che tu senza argomentazioni filosofiche stai andando contro la possibilità di una rivelazione particolare. Il problema “non lo possono dimostrare” ha senso solo se volessero importi la loro religione senza darti prove, ma di per sé se uno vuole credere che Allah abbia dato una rivelazione particolare a Maometto non è nulla che gli impedisca di farlo, in quanto la verità può essere tale anche se non è dimostrata.

“Poiché TUTTI coloro che professano una religione sono convinti di ciò ed hanno le medesime prove in merito, non vedo perché si debba credere agli uni e non agli altri.”

Stai confondendo due piani. Io sto parlando della possibilità filosofica che ci sia una rivelazione particolare, se tu invece vuoi trattare di come si possa provare che x piuttosto che y abbia avuto proprio questa rivelazione è tutt’altro discorso. Sto solo dicendo che è legittimo per un cristiano o un musulmano credere che Dio si sia rivelato ad un popolo e in un determinato punto della storia, basta che non voglia imporre questa sua credenza bensì si limiti a proporla. Qualora volesse imporla con la forza allora sì dovremmo chiedere: ma tu che prove hai? Mentre di per sé dire “non lo posso provare” non è indice che quella dottrina sia falsa, ad esempio Copernico credeva alla sua dottrina eliocentrica senza poterla dimostrare e ci sono voluti parecchi decenni prima che qualcuno avesse gli strumenti per confermare le sue intuizioni.
Inoltre non so proprio cosa voglia dire “tutti hanno le medesime prove in merito”, giacché per fare una simile affermazione dovresti conoscere le prove che danno della loro fede tutte le religioni rivelate.

“Ergo. o ci convinciamo che una sola congregazione di uomini detiene la verità e tutti gli altri sono in errore (ciò significa che, ad essere ottimisti 1 abitante su 5 sulla terra ci ha azzeccato) oppure riconosciamo che non esiste una strada assolutamente giusta per giungere ad un ipotetico Dio”

E’ proprio questo salto logico che non ha senso. Il fatto che nessuna delle religioni possa dimostrare di essere corretta implica forse che nessuna è corretta? Io non credo. Dire: “nessuno può dimostrare” non equivale a dire “tutti sbagliano”, come già detto la verità è indipendente dalle nostre dimostrazioni. Inoltre non capisco proprio dove stia questo scandalo numerico, ossia che siccome solo una sezione del pianeta crede ad una cosa allora essa dev’essere falsa. E chi l’ha mai detto? Io sono convintissimo che c’è una precisa ragione per cui l’occidente controlla il mondo ed ha occidentalizzato il mondo: la nostra logica basata sulla filosofia greca è universale. Dire che una cosa è nata in Grecia non implica che funzioni solo in Grecia. Questo è il classico errore logico del metodo genealogico nietzscheano.

“Se non sbaglio proprio i cattolici affermano che esiste un “po’” di verità anche nelle altre religioni.”

Suppongo tu ti riferisca alla famosa frasi di Giustino Martire: “tutto ciò che di buono è stato espresso da chiunque appartiene a noi cristiani” (II Apologia, 13,4)

“mentre il resto sono fronzoli umani inutili per crescita spirituale dell’individuo.”

Ma anche questa è una pretesa di verità ben precisa, ossia tu avresti identificato nelle varie religioni ciò che in esse c’è di vero ed universale in modo da poter distinguere la verità dagli inutili fronzoli. Ma quelli che tu vuoi decurtare dall’albero cristiano per i cristiani non sono rami bensì il tronco stesso, perché Cristo salvatore è l’essenza ed cristianesimo.

“Niente affatto. Occorre vedere cosa si intende per Dio, se è inteso come “giudice” delle nostre esistenze o meno. Tu hai un’idea di Dio molto antropomorfa. Un Dio giudice che detta le regole e se non le rispetti avrai la dannazione eterna”

La mia argomentazione, che poi è quella di Platone, non c’entra nulla con l’idea di un Dio giudice. Platone si limita a dire che Dio stesso ha stabilito che così il bene e dunque lui sa, a prescindere da quello che ne pensino gli uomini, cosa è bene e che cos’è male. E’ irrilevante se punisca o no il male, basta che Lui sappia che cos’è il male.

“Nessuno lo può dimostrare in nessun modo. La verità ultima, a mio avviso, non è conoscibile dall’intelletto ne da rivelazioni di sorta.”

Come stavo appunto dicendo il problema della dimostrazione si ha solo quando oltre a prendere di essere nel vero (che è una questione di fede) lo si voglia anche imporre agli altri.

“on credo affatto che un Dio possa rivelare ad un singolo popolo o individuo una verità valida per l’intera umanità, senza poi dare nessuna testimonianza incontrovertibile di questo lascito.”

Pascal pensava l’esatto contrario. Diceva che Dio deve certo far conoscere la verità e dunque rilevarsi, ma che non la può imporre perché ha creato uomini liberi. Dare la prova matematica di una religione equivale a togliere la possibilità di credere o non credere, infatti nessuno “crede” che l’area del triangolo sia “base per altezza fratto due”, semplicemente lo sappiamo e constatiamo. Diceva Pascal che per salvaguardare la nostra libertà Dio ha fatto sì che ci fosse abbastanza luce affinché chi voglia credere creda, e abbastanza tenebra affinché chi non voglia credere non creda.

[Modificato da Polymetis 23/06/2006 19.55]

spirito!libero
00venerdì 23 giugno 2006 21:16
“1)Che tutte le religioni abbiano qualcosa di vero”

Esatto. Ovviamente mi riferisco alle maggiori religioni del pianeta e non a tutte le settucole esistenti sulla terra. La differenza sta nel fondatore e nel suo impatto sul pianeta.

“2)Che ciò che hanno di vero sia ciò che hanno in comune con le altre”

Quello che non riesci a distinguere è la differenza tra strada e verità. Ciò che hanno di vero non è la verità ultima di cui credi essere conoscitore attraverso quella che credi sia la rivelazione di Gesù. Nessuna religione, nel suo sistema dottrinale contiene LA VERITA’ perché ovviamente tutte le altre sarebbero in errore. Ciò che di vero hanno, sono le strade, ovvero alcuni di quei principi che possono far giungere l’uomo, nella sua coscienza interiore, ovvero il suo spirito, alla liberazione o salvezza che dir si voglia.

“Si può credere tutti una cosa falsa esattamente come è possibile che l’unico ad essere nel vero sia uno su mille”

Questo concetto, è altamente improbabile. Se ammettiamo che l’uomo sia una creatura con un anima immortale, che debba fare un percorso di liberazione o salvezza che io chiamo “crescita spirituale”, che è fatto ad immagine di Dio, che io credo non sia altro che quella “scintilla divina” che è in tutti noi, allora è IMPOSSIBILE che la verità appartenga ad un singolo o ad un piccolo gruppo di uomini. La verità è insita nella nostra anima, in una specie di sinderesi, per questo occorre conoscere la nostra intima natura, per toccare quella che tu chiami VERITA’.

“potrebbe non essere conosciuta da nessuno”

Se parliamo della VERITA’ ultima, razionalmente senza dubbio.

“potrebbe essere conosciuta da tutti”

Sempre se parliamo della VERITA’ ultima, è così. Oppure credi che vi siano individui che non possono raggiungerla mentre altri si ? Se è conoscibile, come ho detto, lo è solo attraverso la propria esperienza, il proprio percorso spirituale, fino ad arrivare personalmente al contatto con il divino.

“Questa terza condizione è quella che avviene nella maggior parte dei casi, e per tutte le discipline. “

Confondi le discipline scientifiche e umane con il trascendente.

”Se vuoi ridurre i capi delle varie religioni a dei filosofi esistenzialisti e un tuo problema,”

Semplici uomini che cercano. Se poi smettono di cercare credendo di essere giunti alla meta, il problema è loro non mio.

“ma non stai proponendo di togliere della religioni dei fatti secondari bensì ciò che quelle religioni considerano come il loro fondamento più proprio”

Sinceramente di quello che dice San Paolo proprio poco mi importa. Come sai ho spiegato più volte che il cristianesimo di San Paolo molto poco c’entra con quello storico. Tra l’altro attendi fiducioso, perché a tal proposito sto per pubblicare un post tratto da una dispensa del Prof Cacitti, docente di storia del cristianesimo antico all’università di Milano. Nella dispensa ho trovato queste esatte parole: “Se vi è un fondatore del cristianesimo, questi è Paolo, non Gesù.” ciarlatano anche lui ?

“Il cristianesimo ridotto a dei vaghi precetti morali non è più il cristianesimo, e comunque non avrebbe nulla di originare sotto il profilo etico.”

Non è un semplice precetto morale. Egli era un Maestro che indicava una via con l’esempio e con l’amore.

”Io ho semplicemente detto che le religioni vanno su vie diametralmente opposte per quanto riguarda la via di realizzazione della persona. “

Come ho detto le vie sono diverse, il punto di arrivo è comune.

”Non correggo una parola di quello che ho detto.”

La frase così come l’hai scritta, ovvero “senza dèi” potrebbe essere interpretata come se il buddismo NON ammettesse degli dèi. Invece, come ho detto, semplicemente non si pone il problema e lascia al discepolo libertà di fede in un’entità piuttosto che un’altra.

“Il buddismo è fondamentalmente una filosofia atea in quanto gli dèi sono irrilevanti”

Il fatto che siano irrilevanti per la “strada” non presuppone affatto che i buddisti siano atei, hai mai parlato con qualche monaco buddista o sei mai stato a conferenze del Dalai Lama o letto qualche suo testo ? io si.

“In primis il problema è proprio se Allah esista o meno, come già spiegato la verità indipendente dal fatto che noi la conosciamo o meno. Il teorema di Pitagora era vero anche prima che lo scoprissero. “

Non vedo cosa c’entri questa risposta con la mia argomentazione. Stai sviando il problema. Ho scritto che sono i precetti di un ipotetico Dio ad essere seguiti dalla religione. Quindi anche ammesso che esista un Dio, nessuno ci dice ne che si sia rivelato ne che abbiamo interpretato i suoi precetti correttamente. Ergo, Giorello potrebbe avere perfettamente ragione.

“Il problema è che tu senza argomentazioni filosofiche stai andando contro la possibilità di una rivelazione particolare”

L’argomentazione è sotto gli occhi del mondo. Esistono miriadi di religioni e diverse religioni importanti. Tutte dicono di detenere la verità, nessuna lo può dimostrare incontrovertibilmente. Quindi l’una vale l’altra è solo una questione di fede, di cultura, di aspettative, di contesto sociale ecc… Che Dio sadico, quel Dio che rivela se stesso ma non in modo sufficiente da far capire al mondo intero almeno a chi si è rivelato.

“in quanto la verità può essere tale anche se non è dimostrata. “

Certo. Ma in questo modo l’unico discriminante è appunto la fede. Quindi domani potresti tranquillamente credere in Zoroastro, chi te lo impedisce ?

”Stai confondendo due piani. Io sto parlando della possibilità filosofica che ci sia una rivelazione particolare, se tu invece vuoi trattare di come si possa provare che x piuttosto che y abbia avuto proprio questa rivelazione è tutt’altro discorso.”

Invece il punto è proprio questo. Poiché nessun gruppo di persone ha una verità tale da essere convincente, allora occorre credere unicamente per fede. Perché dovrei quindi avere fede nell’una e non nell’altra ? E’ assurdo che il tutto si basi su un intimo convincimento personale razionale, se prove razionali non ve ne sono. Invece, se ammettiamo che la verità ultima risiede dentro di noi (magari posta li da Dio) e che esistono diverse strade per giungere ad essa, rientriamo in un ragionamento sensato e plausibile.

“Mentre di per sé dire “non lo posso provare” non è indice che quella dottrina sia falsa”

Certo, ma non è evidentemente intersoggettiva ne condivisibile razionalmente, ergo rientriamo nel discorso fede. Ti chiedo, perché l’una si e l’altra no ? Non puoi portarmi delle prove razionali, perché abbiamo detto che non esistono !

“ad esempio Copernico credeva alla sua dottrina eliocentrica senza poterla dimostrare e ci sono voluti parecchi decenni prima che qualcuno avesse gli strumenti per confermare le sue intuizioni. “

Continui a confondere il piano fisico con quello metafisico.

”Inoltre non so proprio cosa voglia dire “tutti hanno le medesime prove in merito”, giacché per fare una simile affermazione dovresti conoscere le prove che danno della loro fede tutte le religioni rivelate.”

Le prove sono la loro rivelazione. Oppure sostieni che è provata la resurrezione di Gesù più di altre resurrezioni o di altri miracoli in alte religioni ?

”E’ proprio questo salto logico che non ha senso”

La premessa è che esista la possibilità per tutti gli uomini di giungere prima o poi alla ipotetica VERITA’ assoluta. Rifiuto categoricamente che esistano esseri umani più “importanti” di altri gli occhi del creatore.

“ossia che siccome solo una sezione del pianeta crede ad una cosa allora essa dev’essere falsa”

Se tale credenza è la verità ultima universale allora credo di si. Parto dall’assunto che tutti gli uomini del pianeta hanno pari opportunità per giungere alla ipotetica VERITA’ ultima. Invece, se fosse come dici tu, una buona parte non avrebbe nemmeno mai sentito parlare nientemeno che del figlio di Dio, assurdo. Invece, se prendiamo in considerazione le strade, possiamo dire che ogni cultura ha la sua strada, ma che alla fine tutti giungeremo al medesimo punto di arrivo, che sia la decomposizione dei nostri cadaveri, la vita eterna o la metempsicosi.

“Io sono convintissimo che c’è una precisa ragione per cui l’occidente controlla il mondo ed ha occidentalizzato il mondo”

Certamente, la forza bruta.

”Suppongo tu ti riferisca alla famosa frasi di Giustino Martire: “tutto ciò che di buono è stato espresso da chiunque appartiene a noi cristiani” (II Apologia, 13,4) “

No, mi riferivo a qualche esternazione di Giovanni Paolo II in merito all’ecumenismo e la dialogo interreligioso, non ricordo però esattamente il passaggio.

”Ma anche questa è una pretesa di verità ben precisa, ossia tu avresti identificato nelle varie religioni ciò che in esse c’è di vero ed universale in modo da poter distinguere la verità dagli inutili fronzoli.”

Ma io non dico che essi non debbano seguirli. Dico unicamente che il loro errore formale è identificare la strada con la VERITA’. Insomma il classico errore di chi invece di vedere la luna, osserva il dito che la indica credendo che sia la luna.

“Cristo salvatore è l’essenza ed cristianesimo. “

Cristo è salvatore in quanto ha mostrato una via per la liberazione, in questo senso senz’altro.

“Diceva che Dio deve certo far conoscere la verità e dunque rilevarsi, ma che non la può imporre perché ha creato uomini liberi”

Ma guarda, sono quasi d’accordo. Il problema è che, secondo me, la verità non è rivelata, ma esperibile dal singolo, conosci te stesso, ricordi ?

“Diceva Pascal che per salvaguardare la nostra libertà Dio ha fatto sì che ci fosse abbastanza luce affinché chi voglia credere creda, e abbastanza tenebra affinché chi non voglia credere non creda.”

Classica argomentazione abusata per giustificare ogni fede rivelata. Quanto poco mi importa della libertà se potessi sapere con certezza qual è la VERITA’ ultima ! In partica Dio avrebbe dettato le leggi ma sottovoce, cosicché chi crede di aver sentito le ascolterà, gli altri, affari loro !!!

Saluti
Andrea
Polymetis
00sabato 24 giugno 2006 12:09
“Esatto. Ovviamente mi riferisco alle maggiori religioni del pianeta e non a tutte le settucole esistenti sulla terra. La differenza sta nel fondatore e nel suo impatto sul pianeta.”

Mi sembra un criterio assai poco oggettivo. In primo luogo decidi tu non si sa in base a quel criterio quali sono le settuncole, in secondo luogo se il tuo criterio è quello numerico rientriamo nella teoria che la verità è figlia del consenso. Io invece ritengo che una dottrina può essere vera e non essere creduta da nessuno.

”Quello che non riesci a distinguere è la differenza tra strada e verità. Ciò che hanno di vero non è la verità ultima di cui credi essere conoscitore attraverso quella che credi sia la rivelazione di Gesù. Nessuna religione, nel suo sistema dottrinale contiene LA VERITA’ perché ovviamente tutte le altre sarebbero in errore. Ciò che di vero hanno, sono le strade, ovvero alcuni di quei principi che possono far giungere l’uomo, nella sua coscienza interiore, ovvero il suo spirito, alla liberazione o salvezza che dir si voglia.”

Anche tu non ti rendi conto che quello che tu credi vero è un mero appiattimento new age. Il cristianesimo non è dei precetti d’amore, ma, come dice la parola stessa, è una persona. E non si basa su qualche precetto etico ma sul fatto che i suoi discepoli ritengono che Gesù sia il messia mandato da Dio per salvarli e che egli sia risorto. Questo è il kerygma che permea ogni singolo scritto che parli di Gesù, sia che sia cristiano sia che sia pagano tutti dicono che la fede dei cristiani è la resurrezione di un certo Gesù di Nazarth.Se tu vuoi farti la religione fai da te sei libero di farlo.

”Questo concetto, è altamente improbabile. Se ammettiamo che l’uomo sia una creatura con un anima immortale, che debba fare un percorso di liberazione o salvezza che io chiamo “crescita spirituale”, che è fatto ad immagine di Dio, che io credo non sia altro che quella “scintilla divina” che è in tutti noi, allora è IMPOSSIBILE che la verità appartenga ad un singolo o ad un piccolo gruppo di uomini.”

Un conto è dire che questa scintilla divina consista nella possibilità di trovare la verità, altro è dire che questa scintilla renda automaticamente padroni di qualche verità. Per quanto mi riguarda questa scintilla divina fa semplicemente capire ad ogni uomo che si trova solo dinnanzi all’alterità, lo rende cioè capace di sentite Dio.

“Confondi le discipline scientifiche e umane con il trascendente.”

Non vedo perché ci dovrebbe essere differenza tra le due credenze (quella scientifica e quella religiosa) prima della loro dimostrazione. Qualunque credenza scientifica particolarmente rivoluzionaria e che stava nella mentale di una persona su mille è stata considerata sciocca e magica prima di venire dimostrata. In generale il fatto che ci siano mille credenze diverse non dice nulla sulla verità di ciascuna delle singole credenze.

”Semplici uomini che cercano. Se poi smettono di cercare credendo di essere giunti alla meta, il problema è loro non mio”

Non si tratta di fermarsi, è che tu non puoi pretendere che qualunque religione sia ridotta ad un minimo comune denominatore che tra l’altro pretendi di conoscere tu, non sarebbero più quelle religioni bensì delle vaghe filosofie.

“!Sinceramente di quello che dice San Paolo proprio poco mi importa.”

Questo non è San Paolo, è il kerygma cristiano che si ritrova in qualunque testo che parli di Cristo, da Giuseppe Flavio e San Marco tutti concordano nel dire che la fede dei primi cristiani è la resurrezione del messia.

“Tra l’altro attendi fiducioso, perché a tal proposito sto per pubblicare un post tratto da una dispensa del Prof Cacitti, docente di storia del cristianesimo antico all’università di Milano. Nella dispensa ho trovato queste esatte parole: “Se vi è un fondatore del cristianesimo, questi è Paolo, non Gesù.” ciarlatano anche lui ?”

Dipende da cosa vuol dire questa frase, ce n’è una identica sulla mia Bibbia delle edizioni paoline. Se vuole semplicemente dire che se non fosse per San Paolo il cristiano sarebbe ancora in Palestina e che è stato lui a spanderlo fra i Gentili allora la frase è verissima, perché è sua la prima speculazione teologica sull’evento Cristo, se invece vuol dire che ha inventato qualcosa facendolo con l’intenzione dell’imbroglio allora non sono d’accordo.

”Non è un semplice precetto morale. Egli era un Maestro che indicava una via con l’esempio e con l’amore.”

Bene quale via? Per un cristiano Gesù dice “io sono la via, la verità e la vita”, giacché “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. “

”Come ho detto le vie sono diverse, il punto di arrivo è comune.”

Come può essere il punto d’arrivo comune se una ti dice che gli dèi sono irrilevanti e l’altra di dice che la realizzazione piena è che Cristo sia tutto in tutti?

”La frase così come l’hai scritta, ovvero “senza dèi” potrebbe essere interpretata come se il buddismo NON ammettesse degli dèi.”

Non ho detto che non ammette dèi bensì che quella religione è senza dèi, la religione, non la dottrina dei singoli.

Invece, come ho detto, semplicemente non si pone il problema e lascia al discepolo libertà di fede in un’entità piuttosto che un’altra.

”Non vedo cosa c’entri questa risposta con la mia argomentazione. Stai sviando il problema. Ho scritto che sono i precetti di un ipotetico Dio ad essere seguiti dalla religione. Quindi anche ammesso che esista un Dio, nessuno ci dice ne che si sia rivelato ne che abbiamo interpretato i suoi precetti correttamente. Ergo, Giorello potrebbe avere perfettamente ragione.”

Allora qui dobbiamo distinguere due problemi: 1)L’esistenza di Dio 2)La sua rivelazione
Quanto al punto uno Girello non ha comunque ragione, perché come già scritto indipendentemente dalle mille opinioni diverse che hanno le religioni su qualsiasi argomento se Dio stesso sa che cos’è il bene perché lui stesso l’ha stabilito allora tutte le religioni del pianeta potrebbero sbagliare contemporaneamente, potrebbero sbagliare la metà, o tutte meno una. Resta sempre il fatto che sebbene le credenze di una società derivano dalla sua storia culturale questo non ci dice nulla sulla loro verità o meno in quanto è Dio che trascende tutte le singole storie e che sa cosa è giusto e che cosa è errato.

”L’argomentazione è sotto gli occhi del mondo. Esistono miriadi di religioni e diverse religioni importanti. Tutte dicono di detenere la verità, nessuna lo può dimostrare incontrovertibilmente.”

Non vedo come questa sia la prova contro una rivelazione particolare. Perché se solo uno crede qualcosa e mille altri credono cose diverse ciò che crede quel singolo dovrebbe essere sbagliato? Non c’è alcuna connessione logica. Un conto è dire che nessuno si loro può dimostrare di essere nel vero, tutt’altro salto logico è dire che dunque tutti sono nel falso. Questo passaggio logico non esiste. Io non ho incominciato questa discussione per dimostrare la validità di una religione piuttosto che un’altra, l’ho incominciata per affermare che la molteplicità delle credenze non dice nulla sulla verità delle singole credenze, perché il mondo è pieno di dottrina credute da singoli e che poi sono state dimostrare.

“Certo. Ma in questo modo l’unico discriminante è appunto la fede. Quindi domani potresti tranquillamente credere in Zoroastro, chi te lo impedisce ?”

L’occidente non ama il “sola la fede”, noi fuggiamo da chi ci dice di credere a qualcosa unicamente perché lo dice lui. Il motto del cristianesimo è intellige ut credas.

”Invece il punto è proprio questo. Poiché nessun gruppo di persone ha una verità tale da essere convincente, allora occorre credere unicamente per fede. Perché dovrei quindi avere fede nell’una e non nell’altra ?”

Come già detto io non ti sto dicendo perché dovresti aver fede in una piuttosto che in un’altra, quello che a me importava mettere in luce è che non c’è nulla contro la pretesa delle singole religioni di essere nel vero qualora esse dicono che Dio ha dato loro una rivelazione privata. Se mi continui a ripetere che nessuna di loro lo può dimostrare non potrei che ripeterti che è vero, ma indimostrabile non coincide con falso. C’è certamente un atteggiamento da evitare, ed è quello del grande Cartesio il quale, quando veniva interrogato sul perché rimanesse cattolico, rispondeva: “sono nella religione del mio re”, e, quando gli dicevano che questa risposta non voleva dire assolutamente nulla, rispondeva nuovamente “sono nella religione della mia nutrice”.


“La premessa è che esista la possibilità per tutti gli uomini di giungere prima o poi alla ipotetica VERITA’ assoluta. Rifiuto categoricamente che esistano esseri umani più “importanti” di altri gli occhi del creatore.”

Infatti i cristiani credono che chi non è della loro fede si salverà comunque, i Padri della Chiesa a questo proposito parlavano di “animae naturaliter christianae”, cioè gente che per sua natura e per quello che crede è cristiana senza saperlo. Ergo tutti giungeranno alla verità ultima alla fine della vita, semplicemente c’è chi ha accolto questa rivelazione sin d’ora.

”No, mi riferivo a qualche esternazione di Giovanni Paolo II in merito all’ecumenismo e la dialogo interreligioso, non ricordo però esattamente il passaggio.”

Vediamo di trovarlo. L’articolo 170 del CCC dice: “La Chiesa cattolica riconosce che quanto di buono e di vero si trova nelle altre religioni viene da Dio, è raggio della sua verità, può preparare all'accoglienza del Vangelo e spingere verso l'unità dell'umanità nella Chiesa di Cristo.”

”Ma io non dico che essi non debbano seguirli. Dico unicamente che il loro errore formale è identificare la strada con la VERITA’.”

Errore formale in base a che cosa

“Cristo è salvatore in quanto ha mostrato una via per la liberazione, in questo senso senz’altro.”

Questo non è il cristianesimo.

”Classica argomentazione abusata per giustificare ogni fede rivelata.”

Classica? Quante altre religioni hanno un’elaborazione filosofica del genere?

“Quanto poco mi importa della libertà se potessi sapere con certezza qual è la VERITA’ ultima !”

Invece a me importa eccome quindi ringrazio Dio di essere, come dice Isaia, un Dio nascosto, un dio del chiaroscuro. Forse a te non importa ma ad altri, me compreso, sì. La certezza di una singole falserebbe l’incontro con Dio rendendolo inautentico, non sarebbe più il risultato di un percorso personale ma sarebbe una costrizione all’evidenza. A chi pretendeva che Dio si rivelasse Pascal metteva in scena il seguente divertente dialogo:

-Perché Dio non si mostra?
-Ne siete degno?
-Sì
-Siete molto presuntuoso, e perciò indegno.
-Allora no.
Ne siete dunque indegno.



A parte l’intenzione comica dell’autore c’è un fondo di verità, ossia la pretesa tutta occidentale ed umana all’autonomia e alla comprensione. Dio deve essere comprensibile, e se si rivela deve essere intelligibile in questa rivelazione. Mi chiedo se questo sia essere spirituali o se invece non sia altro che esigenzialismo, uno sbattere i piedi per terra come i bambini viziati. Ho diritto a capire. E dove sta scritto? “Se si vuol dire che l’uomo è troppo poco per meritare di comunicare con Dio, bisogna essere ben grande per giudicarne”, diceva sempre Pascal, e chiudo con un suo celebre pensiero che ribalta la tua accusa alla Chiesa:
“Se questa religione si vantasse di avere una visione chiara di Dio, e di possederla scopertamente e senza veli, combatterla significherebbe dire che non si vede niente al mondo che la riveli con tale evidenza. Ma poiché, al contrario, questa religione dice che gli uomini sono nelle tenebre e lontani da Dio, che si è nascosto alla loro conoscenza, al punto che il nome che egli si dà nelle Scritture è Deus absconditus(Is 45,15); e infine, se essa si impegna allo stesso modo per stabilire queste due cose: che Dio ha posto segni sensibili nella Chiesa per farsi riconoscere da quelli che lo cercano sinceramente; e che tuttavia li ha celati in modo tale che solo quelli che lo cercano con tutto il loro cuore lo scorgeranno, che vantaggio può venirne loro quando, nell'indifferenza confessata verso la ricerca della verità, gridano che niente la rivela loro, se l'oscurità dove si trovano e che essi rinfacciano alla Chiesa non fa che confermare una delle cose che essa sostiene senza toccare l'altra, e conferma la sua dottrina piuttosto che distruggerla?”(Pensieri 335)
Motivo per cui è perfettamenyte inutile rinfacciare alla Chiesa che non c'è un'evidenza razionale visibile a tutti del cristianesimo, giacché è proprio ciò che essa sostiene. La formula della Chiesa è intellige ut credas sed crede ut intellegas.

Ad maiora
spirito!libero
00sabato 24 giugno 2006 20:52
“Mi sembra un criterio assai poco oggettivo. In primo luogo decidi tu non si sa in base a quel criterio quali sono le settuncole, in secondo luogo se il tuo criterio è quello numerico rientriamo nella teoria che la verità è figlia del consenso. Io invece ritengo che una dottrina può essere vera e non essere creduta da nessuno. “

Il criterio è dell’impatto oggettivo che le grandi religioni hanno avuto sul pianeta , derivato dall’autorevolezza e trasversalità del messaggio del loro fondatore e dalla storicità millenaria. Per settucole intendo tutte quelle sette che nascono in seno alle grandi religioni a seguito del pensiero di un singolo.

“Anche tu non ti rendi conto che quello che tu credi vero è un mero appiattimento new age”

La new age non c’antra proprio nulla, poiché non mi interessa nulla ne dell’era acquariana ne di altre amenità professate dai cultori di questo movimento. E’ vero che vi sono delle idee che condivido, ma tali principi non sono nati in seno ai movimenti new age, bensì nacquero qualche migliaio di anni fa in oriente. I movimenti new age li adottano traendone conseguenze che non mi trovano per nulla concorde. E’ di moda oggi equiparare impropriamente i cultori delle filsosofie o religioni orientali con i movimenti new age, senza nemmeno entrare nel merito delle immani differenze di credenze.

“i suoi discepoli ritengono che Gesù sia il messia mandato da Dio per salvarli e che egli sia risorto. Questo è il kerygma che permea ogni singolo scritto che parli di Gesù”

Come ben sai, sostengo che il messaggio di Gesù fu traviato storicamente proprio nei decenni successivi alla sua morte. Gesù è mandato da Dio in quanto uomo arrivato al punto ultimo del cammino. Egli, dalla sua posizione, ci ha fornito una strada per arrivare li dove era giunto lui stesso. Al contrario dei filosofi, lui lo dimostrò in tutta la sua vita fino alla sua morte. Egli incarnava e percorreva la strada che indicava. In questi termini egli era figlio di Dio e messia che dona la strada per la salvezza. I suoi discepoli, successivamente, in un naturale processo di esaltazione della figura del proprio maestro, lo paragonarono ad un Dio vero e proprio.

“Se tu vuoi farti la religione fai da te sei libero di farlo. “

La mia e non solo mia ovviamente, è una visione ampia e non settaria di Gesù e dei grandi Maestri della storia dell’umanità. Non voglio fondare alcuna religione, io sono un libero pensatore ed un libero ricercatore della via spirituale. Le religioni istituzionalizzate semplicemente non dovrebbero esistere, soprattutto quelle istituzionalizzate.

Per dirla con le parole di Einstein in merito alla libertà spirituale: “E tuttavia solo l'individuo libero può meditare e conseguentemente creare nuovi valori sociali e stabilire nuovi valori etici attraverso i quali la società si perfeziona. Senza personalità creatrici capaci di pensare e giudicare liberamente, lo sviluppo della società in senso progressivo è altrettanto poco immaginabile quanto lo sviluppo della personalità individuale senza l'ausilio vivificatore della società.
Una comunità sana è perciò legata tanto alla libertà degli individui quanto alla loro unione sociale. È stato detto con molta ragione che la civiltà greco-europeo-americana, e in particolare il rifiorire della cultura del Rinascimento italiano subentrato alla stasi del Medio Evo in Europa, trovò soprattutto il suo fondamento nella libertà e nell'isolamento relativo dell'individuo.”

ed ancora Einstein in merito al tipo di religiosità che personalmente seguo e contro quelle religiosità istituzionalizzate dice: “La più bella sensazione è il lato misterioso della vita. E il sentimento profondo che si trova sempre nella culla dell'arte e della scienza pura. Chi non è più in grado di provare ne stupore ne sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti. L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la religione. Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, conoscere le manifestazioni dell'intelletto più profondo e della bellezza più luminosa, che sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, ecco la vera devozione: in questo senso, e soltanto in questo senso, io sono fra gli uomini più profondamente religiosi. Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l'oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo con cui l'esercitiamo su noi stessi. Non voglio e non possono figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee! Mi basta sentire il mistero dell'eternità della vita, avere la coscienza e l'intuizione di ciò che è, lottare attivamente per afferrare una particella, anche piccolissima, dell'intelligenza che si manifesta nella natura.
Difficilmente troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza una sua caratteristica religiosità. Ma questa religiosità si distingue da quella dell'uomo semplice: per quest'ultimo Dio è un essere da cui spera protezione e di cui teme il castigo, un essere col quale corrono, in una certa misura, relazioni personali per quanto rispettose esse siano: è un sentimento elevato della stessa natura dei rapporti fra figlio e padre.
Tutte queste religioni hanno comunque un punto comune, ed è il carattere antropomorfo dell'idea di Dio: oltre questo livello non si trovano che individualità particolarmente nobili. Ma in ogni caso vi è ancora un terzo grado della vita religiosa. sebbene assai raro nella sua espressione pura ed è quello della religiosità cosmica. Essa non può essere pienamente compresa da chi non la sente poiché non vi corrisponde nessuna idea di un Dio antropomorfo.
L'individuo è cosciente della vanità delle aspirazioni e degli obiettivi umani e, per contro, riconosce l'impronta sublime e l'ordine ammirabile che si manifestano tanto nella natura quanto nel mondo del pensiero. L 'esistenza individuale gli dà l'impressione di una prigione e vuoI vivere nella piena conoscenza di tutto ciò che è, nella sua unità universale e nel suo senso profondo. Già nei primi gradi dell'evoluzione della religione (per esempio in parecchi salmi di David e in qualche Profeta), si trovano i primi indizi della religione cosmica; ma gli elementi di questa religione sono più forti nel buddismo, come abbiamo imparato in particolare dagli scritti ammirabili di Schopenhauer. I geni religiosi di tutti i tempi risentono di questa religiosità cosmica che non conosce né dogmi né Dei concepiti secondo l'immagine dell'uomo. Non vi è perciò alcuna Chiesa che basi il suo insegnamento fondamentale sulla religione cosmica. Accade di conseguenza che è precisamente fra gli eretici di tutti i tempi che troviamo uomini penetrati di questa religiosità superiore e che furono considerati dai loro contemporanei più spesso come atei, ma sovente anche come santi.”


”Un conto è dire che questa scintilla divina consista nella possibilità di trovare la verità, altro è dire che questa scintilla renda automaticamente padroni di qualche verità. Per quanto mi riguarda questa scintilla divina fa semplicemente capire ad ogni uomo che si trova solo dinnanzi all’alterità, lo rende cioè capace di sentite Dio. “

Ma io condivido questo pensiero. Il sentire Dio, per me non è altro che la Verità, perché nel compenetrare l’essenza divina, si comprende l’essenza del tutto. Attraverso la ricerca di questa scintilla si può giungere alla Verità, ma ciò non vuol dire che una volta raggiunta questa sia descrivibile agli altri uomini, anzi, l’esatto opposto. Fintanto che un individuo non esperisce la Verità, nessuno potrà insegnargliela ne descrivergliela, si potrà unicamente limitare ad indicare una strada piuttosto che un’altra; una volta scelta va percorsa necessariamente da ognuno di noi.

”Non vedo perché ci dovrebbe essere differenza tra le due credenze (quella scientifica e quella religiosa) prima della loro dimostrazione.”

Semplicemente perché la credenza religiosa non è dimostrabile.

“Non si tratta di fermarsi, è che tu non puoi pretendere che qualunque religione sia ridotta ad un minimo comune denominatore che tra l’altro pretendi di conoscere tu, non sarebbero più quelle religioni bensì delle vaghe filosofie. “

Le religioni TUTTE a mio modo di vedere, non contengono nel loro apparato dottrinale la Verità, bensì delle strade, diverse, per giungere ad essa.


”Questo non è San Paolo, è il kerygma cristiano che si ritrova in qualunque testo che parli di Cristo, da Giuseppe Flavio e San Marco tutti concordano nel dire che la fede dei primi cristiani è la resurrezione del messia. “

La resurrezione o presunta tale, non è altro che lo stimolo per i seguaci a seguire il messaggio d’amore di Gesù. La morale cattolica, tuttavia, non è la morale cristiana.

”Bene quale via? Per un cristiano Gesù dice “io sono la via, la verità e la vita”, giacché “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. “

La via è quella delle sue parole più dirompenti, uniche nel suo genere “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” e “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” A mio avviso il Gesù che è delineato nel Vangelo di Tommaso, che tra l’altro molti ritengono il più antico dei Vangeli molto simile alla famosa fonte Q, in quanto redatto in logie, è il più simile a quello storico.

”Come può essere il punto d’arrivo comune se una ti dice che gli dèi sono irrilevanti e l’altra di dice che la realizzazione piena è che Cristo sia tutto in tutti? “

Perché non è questo il punto comune ! Bensì lo è il fatto che sia i buddisti che i cristiani dicano di amare il prossimo, di non uccidere, di percorrere un cammino spirituale ecc…

”se Dio stesso sa che cos’è il bene perché lui stesso l’ha stabilito”

Continui ad identificare Dio in maniera troppo antropomorfa. Se immaginiamo invece un Dio che non è giudice del bene e del male, ma che semplicemente ha dato origine all’esistenza della vita, capiamo che lo stesso concetto di bene e male è tutto umano. Tutte le religioni condividono dei principi basilari che sono innati nei nostri cuori, ad esempio la sacralità della vita. Tuttavia le interpretazioni delle singole religioni scaturiscono in comportamenti a volte contrastanti con il principio stesso, che rimane tuttavia immutato.

“potrebbero sbagliare contemporaneamente, potrebbero sbagliare la metà, o tutte meno una”

Tutte sbagliano in qualcosa perché non sono perfette, tutte hanno delle strade per giungere alla meta.

”Non vedo come questa sia la prova contro una rivelazione particolare. Perché se solo uno crede qualcosa e mille altri credono cose diverse ciò che crede quel singolo dovrebbe essere sbagliato? Non c’è alcuna connessione logica. Un conto è dire che nessuno si loro può dimostrare di essere nel vero, tutt’altro salto logico è dire che dunque tutti sono nel falso”

Ti spiego subito la logica che sta dietro la mia argomentazione. La rivelazione “privata” prevede una scelta da parte di Dio di un singolo contesto culturale per rivelarsi, ovvero la scelta di un popolo come ad esempio quello ebraico. Ciò è assurdo se pensiamo che Dio dovrebbe essere il padre di tutto il vivente e di tutta l’umanità. Dio dovrebbe poi pretendere che il resto dell’umanità creda alla sua rivelazione donata ad un piccolo gruppo di uomini e senza nemmeno fornire delle prove certei, che assurda pretesa ! Come può un Dio universale rivelarsi ad un piccolo gruppo di uomini e a quale dei tanti poi ? come facciamo a saperlo ? Ecco l’assurdità di sostenere che solo alcuni uomini organizzati in una religione detengano la VERITA’.

”L’occidente non ama il “sola la fede”, noi fuggiamo da chi ci dice di credere a qualcosa unicamente perché lo dice lui. Il motto del cristianesimo è intellige ut credas. “

Molte altre religioni, buddismo ebraismo ecc…, pongono delle premesse altrettanto logiche e ragionevoli.

”Come già detto io non ti sto dicendo perché dovresti aver fede in una piuttosto che in un’altra”

Ma questo è un punto fondamentale ! Se accettiamo che una sola detenga le Verità, tutto il nostro sforzo deve essere mirato a capire quale delle tante la detiene. La cosa è di per se assurda, perché non abbiamo elementi discriminanti sufficienti per farcelo capire, quindi dovremmo unicamente seguire una fede. Mentre se ammettiamo che tutte sono delle strade, occorrerebbe capire quali sono i punti comuni e partire da essi (e ce ne sono parecchi).

“Infatti i cristiani credono che chi non è della loro fede si salverà comunque, i Padri della Chiesa a questo proposito parlavano di “animae naturaliter christianae”, cioè gente che per sua natura e per quello che crede è cristiana senza saperlo. Ergo tutti giungeranno alla verità ultima alla fine della vita, semplicemente c’è chi ha accolto questa rivelazione sin d’ora. “

Su questo concordo. Ovviamente io cambierei la frase “per sua natura quello che crede è cristiano senza saperlo” in “per sua natura l’uomo è figlio di Dio senza saperlo”. Anche i buddisti sostengono che non occorre etichettarsi “buddisti” per giungere all’illuminazione.

”Vediamo di trovarlo. L’articolo 170 del CCC dice: “La Chiesa cattolica riconosce che quanto di buono e di vero si trova nelle altre religioni viene da Dio, è raggio della sua verità, può preparare all'accoglienza del Vangelo e spingere verso l'unità dell'umanità nella Chiesa di Cristo.”

Si mi riferivo a questo. Nella prima parte concordo. Si evince da questa frase ciò che dico da sempre, ovvero che esiste del buono nella altre religioni. Ovviamente i cattolici credono che l’apice della perfezione stia nel cristianesimo.

“Errore formale in base a che cosa “

In base al fatto che i particolarismi sono numerosissimi e diversissimi da una religione all’altra. Ci si sofferma su di essi, che dividono, piuttosto che sui punti fondamentali uguali per tutti, che uniscono.

”Questo non è il cristianesimo. “

Faresti bene a dire questo non è il cattolicesimo.

”La certezza di una singole falserebbe l’incontro con Dio rendendolo in autentico”

Niente affatto. Se Dio guarda nei cuori, capirà fin dove l’uomo ha seguito la legge per convenienza o per convinzione. In ogni caso, è possibile tranquillamente avere una legge certa e decidere consapevolmente di trasgredirla. Il fatto che Dio si riveli pienamente e senza alcun dubbio, non limiterebbe affatto la scelta del male da parte dell’uomo. L’uomo che vorrà fare del male continuerà senz’altro a farlo, mentre quelli che non sanno e che vorrebbero sapere qual è la strada da seguire, avrebbero delle certezze e non cadrebbero in errore. La cronaca è piena di criminali che uccidono nonostante la consapevolezza che ciò li porterà alla morte. Difatti è ormai accertato che la pena di morte non è affatto un deterrente.

“Dio deve essere comprensibile, e se si rivela deve essere intelligibile in questa rivelazione. Mi chiedo se questo sia essere spirituali o se invece non sia altro che esigenzialismo, uno sbattere i piedi per terra come i bambini viziati. Ho diritto a capire. E dove sta scritto?”

Dove sta scritto ? ovunque. Poiché se devo essere giudicato, vorrei capire bene le regole del gioco. Una volta capite posso accettarle o rifiutarle, allora sarò davvero responsabile delle mie azioni e non potrò addurre scuse del tipo: io non conoscevo le regole, quindi come potevo seguirle ? E’ come se il tribunale ti condannasse per aver infranto una legge che tu non potevi in nessun modo conoscere con certezza. Se Allah mi dovesse chiedere: perché non hai seguito la mia religione ? io gli risponderei: come potevo sapere che tra tutte l’Islam fosse quella giusta ?

“Se questa religione si vantasse di avere una visione chiara di Dio, e di possederla scopertamente e senza veli, combatterla significherebbe dire che non si vede niente al mondo che la riveli con tale evidenza. Ma poiché, al contrario, questa religione dice che gli uomini sono nelle tenebre e lontani da Dio, che si è nascosto alla loro conoscenza, al punto che il nome che egli si dà nelle Scritture è Deus absconditus(Is 45,15); e infine, se essa si impegna allo stesso modo per stabilire queste due cose: che Dio ha posto segni sensibili nella Chiesa per farsi riconoscere da quelli che lo cercano sinceramente; e che tuttavia li ha celati in modo tale che solo quelli che lo cercano con tutto il loro cuore lo scorgeranno, che vantaggio può venirne loro quando, nell'indifferenza confessata verso la ricerca della verità, gridano che niente la rivela loro, se l'oscurità dove si trovano e che essi rinfacciano alla Chiesa non fa che confermare una delle cose che essa sostiene senza toccare l'altra, e conferma la sua dottrina piuttosto che distruggerla?”(Pensieri 335)
Motivo per cui è perfettamenyte inutile rinfacciare alla Chiesa che non c'è un'evidenza razionale visibile a tutti del cristianesimo, giacché è proprio ciò che essa sostiene. La formula della Chiesa è intellige ut credas sed crede ut intellegas.


Scusa a me risulta che il passaggio che hai citato sia il pensiero 398 nella serie III, sbaglio ?

Il pessimismo esistenzialista di Pascal, derivato dalla sua vita tormentata, è noto. Pensa che pascal riprende uno degli assunti cardini del buddismo, dice infatti :” quando uno desidera qualcosa e non può averlo , ecco che soffre”. Comunque, ritornando al punto, io non lo rinfaccio unicamente alla Chiesa ma a tutte le confessioni religiose del globo. L’argomentazione di Pascal è davvero inutile perché può essere adottata e di fatto lo è, da tutte le religioni. Queste ultime infatti, tutte nessuna esclusa, avvertono l’uomo che unicamente attraverso la ricerca “sincera” della verità possono capire che la singola religione in questione è quella giusta. Questa argomentazione non dice nulla su quale sia realmente la detentrice della verità. I segni di cui parla sono riscontrabili in tutte le confessioni religiose. Ergo non essendocene una “privilegiata” nulla fa presumere che una sola detenga le verità. Se nessuna detiene la verità ultima, o sono tutte una farse, oppure ognuna detiene qualcosa, che se non può essere la verità ultima, può essere una strada per giungervi. Avrei poi diverse obbiezioni alla scommessa di Pascal, ma andrei OT.

Saluti
Andrea


ClintEastwood82
00domenica 25 giugno 2006 23:29

Puoi tu dimostrare che Maometto non spostò la montagna ? o che Siddartha Gautama non fosse un illuminato con annessi e connessi miracolosi ? o che i prodigi descritti nei Veda non siano reali ?


Bisogna anche fare categorie e distinguere ciò che viene dal basso con ciò che viene dall'alto; tu non credendo all'esistenza del diavolo non puoi ovviamente fare questa selezione, e anche se credessi in D_o, tutti questi miracoli vengono da D_o, mentre invece non tutti i miracoli vengono da D_o.



Se non sbaglio proprio i cattolici affermano che esiste un “po’” di verità anche nelle altre religioni.


Un orologio rotto dice 2 verità al giorno, eppure è rotto, quindi non si tratta di pochi elementi, che magari combaciano, ma di tutta la dottrina nell'insieme.



Tu hai un’idea di Dio molto antropomorfa. Un Dio giudice che detta le regole e se non le rispetti avrai la dannazione eterna. Questo concetto è vecchio come il mondo. Io ho un’idea di un ente creatore molto diversa.


Approfondendo le Scritture e i Santi, non è così che dice il cattolicesimo, ma anzi si fa sempre appello alla misericordia di D_o, e non si tratta di un D_o che se non fai così ti condanna, non è un rapporto padrone-schiavo ma semmai padre-figlio.



Come ho avuto modo di dire più volte, chi conosce la verità ultima, ammesso che qualcuno esista, non potrà “spiegartela” ma al massimo indicarti una delle strade per raggiungerla.


La Verità ultima e Cristo e la salvezza, e non qualcuno ma tanti lo hanno sempre gridato, anche dando la vita.



Non credo affatto che un Dio possa rivelare ad un singolo popolo o individuo una verità valida per l’intera umanità, senza poi dare nessuna testimonianza incontrovertibile di questo lascito.


Eppure così è stato, profeti, santi e martiri.



La verità è insita nella nostra anima, in una specie di sinderesi, per questo occorre conoscere la nostra intima natura, per toccare quella che tu chiami VERITA’.


Conoscimento di sè, per ravvedersi, per conoscere i propri difetti, questo sta anche nel Dialogo dell Divina Provvidenza, ma non per cercare la verità, quella ci è stata data da D_o con Cristo, non dobbiamo cercare verità dentro noi stessi, o dottrina dentro noi stessi.



Sinceramente di quello che dice San Paolo proprio poco mi importa. Come sai ho spiegato più volte che il cristianesimo di San Paolo molto poco c’entra con quello storico.


Questo per chi non lo sa comprendere, come anche ammonisce S.Pietro, ma in realtà ciò che S.Paolo dice non contrasta in alcun modo con il cristianesimo, lui che è stato uno dei maggiori annunciatori del Vangelo.



Tra l’altro attendi fiducioso, perché a tal proposito sto per pubblicare un post tratto da una dispensa del Prof Cacitti, docente di storia del cristianesimo antico all’università di Milano. Nella dispensa ho trovato queste esatte parole: “Se vi è un fondatore del cristianesimo, questi è Paolo, non Gesù.” ciarlatano anche lui ?


Si vede come consideri di poca importanza santi uomini come Paolo, e poi dai maggiore attendibilità a questi professori universitari, che di miracoli non ne fanno, e pretendono di smontare il cristianesimo; insomma la Parola di D_o la metti in secondo piano, la parola di uomini in primo, molto bello questo.



La via è quella delle sue parole più dirompenti, uniche nel suo genere “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” e “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”


Ovviamente, si prende quà e là dai Vangeli, se fa comodo, se no si scarta.



spirito!libero
00lunedì 26 giugno 2006 00:22
Scusami Clint,

ma si stava facendo un dibattito attraverso il ragionamento logico, gli Ipse dixit non servono a nulla se si vuole discutere razionalmente. Se vuoi partecipare al dibattito sei pregato di accompagnare le tue opinioni con argomentazioni a sostegno, altrimenti il livello della discussione sprofonda nel mero confronto di opinioni che non giova a nessuno.

saluti
Andrea
ClintEastwood82
00lunedì 26 giugno 2006 16:08
Non so quali siano le argomentazioni che vuoi tu; se vuoi scritti di illustri professori universitari allora non ci siamo, se vuoi argomentazioni bibliche o di Santi sarò lieto di metterne;

Basta solo un verso biblico a smontare il sincretismo e il caos delle tue convinzioni:

"Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio." 2Gv 1:9
spirito!libero
00lunedì 26 giugno 2006 22:33
"Non so quali siano le argomentazioni che vuoi tu"

Sai cos'è la logica ? Conosci il principio di non contraddizione ? sai cosa sono le premesse e la deduzione ?

Ecco, se tu applicassi queste semplici regole del normale dibattare invece di limitarti a dire "è così perchè lo dico io o lo dice la Bibbia", sarei felicissimo !!

Gli ipse dixit nei dibattiti non servono a te, non servono a me e nemmeno a chi ci legge. Diventa sterile esposizione delle proprie credenze. Tu credi "A" io credo "B", bene e allora ?

Se si discute nei forum, occorre "argomentare" le proprie convinzioni seguendo le leggi della logica per capire chi non si contraddice.

"se vuoi argomentazioni bibliche o di Santi sarò lieto di metterne"

Prima di portarmi argomentazioni bibbliche mi dovresti spiegare PERCHE' dovrei accettare ciò che c'è scritto nella Bibbia. Ovviamente non basta dire "è la parola di Dio", mi devi spiegare PERCHE' è la parola di Dio, non basta dirmi che lo dice la stessa Bibbia perchè un libro che dice di se stesso di essere la parola di Dio non è un'argomentazione logica, poichè ti risponderei che Dio sono io.

Sono stato chiaro ?


saluti
Andrea
spirito!libero
00martedì 27 giugno 2006 00:26
Siccome oggi sono in buona e non ho sonno, faccio l’ultimo tentativo per farti capire cosa si intende per dibattito fondato sulla logica prendendo spunto dalle tue obiezioni.

“Bisogna anche fare categorie e distinguere ciò che viene dal basso con ciò che viene dall'alto”

Quali sarebbero gli elementi discriminanti ? Tu risponderai il NT o la Bibbia. Bene per l’Islam è il Corano il discriminante. Dimostrami che il Corano ha torto e la Bibbia ragione. (ovviamente è un esempio al posto del Corano potrei citarti i Veda e altri libri sacri)

“anche se credessi in D_o”

Io credo ad un ente creatore, molto diverso da quello antropomorfo che immagini tu.

“mentre invece non tutti i miracoli vengono da D_o. “

Vedi sopra, quale regola è discriminante per capire quali vengono da Dio e quali no ?

”tutta la dottrina nell'insieme. “

Nessuna dottrina al mondo è dimostrabile come vera con certeza a discapito delle altre. Tutte o quasi, hanno le carte per affermare di essere vere, come le distingui se non per fede ?

“Approfondendo le Scritture e i Santi”

Ancora mi devi dire perché dovrei credere alla Bibbia e non ai Veda. Anzi, visto che non riesci ad afferrare il senso del mio discorso, facciamo un gioco, ipotizziamo proprio che io segua ad esempio il taoismo e creda che l’unico libro ispirato sia il Tao Te Ching di Lao tse. Quello che dice la bibbia dunque per me è acqua fresca, non credo infatti che sia ispirata da Dio poiché solo il Tao Te Ching contiene la Verità ultima, come la mettiamo ?

“La Verità ultima e Cristo e la salvezza, e non qualcuno ma tanti lo hanno sempre gridato, anche dando la vita. “

La Verità ultima è il TAO, di cui ci parla mirabilmente il più grande di tutti i tempi Lao Tse ! Egli dice che solo chi segue la via del Tao arriverà alla Verità ultima, segue Gesù per caso la via del Tao ? No ! allora non può essere nel giusto. Anzi, secondo il Tao ciò che allontana dal Tao è il male, quindi Gesù è il male che porta alla falsità. (per chi non lo capisse tutta la mia discussione è un’iperbole)

“Eppure così è stato, profeti, santi e martiri. “

Eppure è stato così solo per i seguaci del Taoismo, Lao Tse ha parlato chiaro ! Quindi gli altri sono senz’altro degli impostori.

“ma non per cercare la verità, quella ci è stata data da D_o con Cristo, non dobbiamo cercare verità dentro noi stessi, o dottrina dentro noi stessi. “

Questo è sbagliato ! Perché Lao Tse dice: chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce se stesso è illuminato ! Quindi la tua dottrina e i tuoi profeti e santi sbagliano alla grande ! La verità ci è stata donata da Lao Tse.

“Questo per chi non lo sa comprendere, come anche ammonisce S.Pietro, ma in realtà ciò che S.Paolo dice non contrasta in alcun modo con il cristianesimo, lui che è stato uno dei maggiori annunciatori del Vangelo. “

Certo, ma il problema è che tu non comprendi il VERO messaggio del TAO ! Perché è nel taoismo la verità suprema ed ultima. Quando lo comprenderai ne riparleremo.

“Si vede come consideri di poca importanza santi uomini come Paolo”

Si vede come consideri di nessuna importanza uomini santi come Lao Tse e gli 8 immortali taoisti !! Essi detengono la verità e l’hanno dimostrato trascendendo la vita terrena !

“che di miracoli non ne fanno”

Gli otto immortali taoisti hanno fatto mirabilie per tutti i monti del Wu Tang !! Per caso i tuoi santi hanno fatto miracoli così grandi ? Sono di certo più grandi quelli degli 8 immortali taoisti.

“insomma la Parola di D_o la metti in secondo piano, la parola di uomini in primo, molto bello questo”

La Bibbia non è la parola di Dio, è un libro normale, per me il libro ispirato è quello scritto da Lao Tse ! Questo è l’unico vero libro che detiene la verità. Tutte le altre fedi portano al male e tu lo sai !!!

Fine della commedia.

Spero di averti fatto finalmente capire il tenore delle tue affermazioni, rispondendoti con il medesimo metodo. Come ho già detto, così facendo non si giunge a nulla, perché diventa uno scontro tra “ipse dixit” che non giova proprio a nessuno. Il terreno del confronto deve essere quello della logica, degli argomenti e delle prove, altrimenti evita di rispondermi. Chiunque leggendo questo post penserà “e tieniti il tuo Tao”. E’ normale, è la classica reazione di chi incontra un “muro di gomma” fatto di “sola fede”, ovvero chi non ragiona con il cervello ma si rinchiude nelle proprie convinzioni senza esercitare alcun senso critico, a che pro dibattere dunque ?

Saluti
Andrea

ClintEastwood82
00martedì 27 giugno 2006 19:41

Sai cos'è la logica ? Conosci il principio di non contraddizione ? sai cosa sono le premesse e la deduzione ?


MMhh e tu sai cos'è la fede? Conosci il messaggio dei Santi? i rigiri i discorsi con i perchè e percome, vuoi una riprova su tutto, dimmi te se c'è qualcosa che ti faccia breccia...




Gli ipse dixit nei dibattiti non servono a te, non servono a me e nemmeno a chi ci legge.


Alt, non servono a te..d'accordissimo, ma nemmeno ci spero che servano a te ostinato come sei. Non servono a chi legge... qui non ci metterei la mano sul fuoco e come solito tuo, pretendi che gli altri siano tutti come te a fare mille ragionamenti, ma ringraziando D_o molta gente vive la fede con sincerità senza alzarzi con orgoglio con una moltitudine di domande.
Le domande nella fede vengono semrpe poste, ci sono sempre, e questo è lecito, quello che tu fai invece è arrogarti sopra la fede cercando di smontarla, le cose che non fanno comodo si trova sempre una scusa per toglierle di mezzo.




Prima di portarmi argomentazioni bibbliche mi dovresti spiegare PERCHE' dovrei accettare ciò che c'è scritto nella Bibbia.


E perchè io dovrei accettare i tuoi ragionamenti o quelli di illustri professori?




Quali sarebbero gli elementi discriminanti ? Tu risponderai il NT o la Bibbia. Bene per l’Islam è il Corano il discriminante. Dimostrami che il Corano ha torto e la Bibbia ragione. (ovviamente è un esempio al posto del Corano potrei citarti i Veda e altri libri sacri)


Il riportare alla Vecchia Legge quando Paolo e la dottrina cristiana dicono chiaramente che le osservanze della vecchia Legge sono state completate, non abolita ovviamente, ma se si legge il Corano si nota che protende agli usi della vecchia Legge.

Nel Corano Maometto nega la divinità di Cristo, e lo relega a semplice profeta.

Io non l'ho letto tutto il Corano solo a tratti, se dovessi leggerlo riga per riga verrebbero fuori molte contraddizioni con quando scritto, non dico nel Vecchio ma nel Nuovo Testamento.
Da un punto di vista non spirituale, ma solamente storico o letterario, è impossibile rispondere alla tua domanda, perchè è proprio grazie al lato spirituale dei Testi che possono emergere queste cose.



Io credo ad un ente creatore, molto diverso da quello antropomorfo che immagini tu.


Cosa intendi per antropomorfo in questo caso?




Nessuna dottrina al mondo è dimostrabile come vera con certeza a discapito delle altre. Tutte o quasi, hanno le carte per affermare di essere vere, come le distingui se non per fede ?


Ricordi il discorso sui demoni? Infatti avevo detto che se non si cerde ai demoni, non si crede all'occultismo etc, mancano le categorie per poter discernere una dottrina dall'altra.
Esempio: Sai Baba.
Molta gente che è entrata in contatto con lui, in seguito a dovuto rivolgersi ad esorcisti, quali anche Amorth, e grazie ai quali è stata guarita. C'è chi afferma che dopo aver mangiato le polverine di Sai Baba, è stata molto male a livello mentalee spirituale, e solo grazie a diversi esorcismi è stata meglio.
Non si crede ai demoni e alla stregoneria? Allora è impossibile discernere, non credi che il nemico esista.




Ancora mi devi dire perché dovrei credere alla Bibbia e non ai Veda. Anzi, visto che non riesci ad afferrare il senso del mio discorso, facciamo un gioco, ipotizziamo proprio che io segua ad esempio il taoismo e creda che l’unico libro ispirato sia il Tao Te Ching di Lao tse. Quello che dice la bibbia dunque per me è acqua fresca, non credo infatti che sia ispirata da Dio poiché solo il Tao Te Ching contiene la Verità ultima, come la mettiamo ?


Bisogna analizzare la dottrina, approfondire, sentire testimonianze e tutto il resto, e poi fare i conti, non è una cosa così semplice.



La Verità ultima è il TAO, di cui ci parla mirabilmente il più grande di tutti i tempi Lao Tse ! Egli dice che solo chi segue la via del Tao arriverà alla Verità ultima, segue Gesù per caso la via del Tao ? No ! allora non può essere nel giusto. Anzi, secondo il Tao ciò che allontana dal Tao è il male, quindi Gesù è il male che porta alla falsità.


Come detto sopra, a un credente basterebbero le due righe "seguire la via del Tao" per capire che è una dottrina errata, mentre a un non credente o una eprsona che vuole spiegazioni, bisogna portare testimonianze, fatti che avvengono in tali ambienti, miracolistica, etc.



Eppure è stato così solo per i seguaci del Taoismo, Lao Tse ha parlato chiaro ! Quindi gli altri sono senz’altro degli impostori.


Bisogna vedere quanti e quali miracoli abbiano fatto questi seguaci.



Gli otto immortali taoisti hanno fatto mirabilie per tutti i monti del Wu Tang !! Per caso i tuoi santi hanno fatto miracoli così grandi ? Sono di certo più grandi quelli degli 8 immortali taoisti.


MMhh, vorrei proprio paragonarli a un Santo cattolico come S.Francesco,e vedere l'umiltà e la carità (ovviamente seguita dai miracoli) dove protende.





spirito!libero
00martedì 27 giugno 2006 19:54
Come immaginavo non hai capito UNA riga di ciò che ho scritto.

Ti mancano le basi o fai finta di non averle per discutere, non ho tempo da perdere.

saluti
Andrea

ClintEastwood82
00martedì 27 giugno 2006 22:05

Ti mancano le basi o fai finta di non averle per discutere, non ho tempo da perdere.



A me sinceramente, con questo tuo, "ti mancano le basi" mi hai rotto le scatole; comunque pensala come vuoi, tanto intervengo sempre a ribattere alle tue affermazioni, poi ignorami, fai come ti pare, l'importante è per chi legge.
Polymetis
00martedì 27 giugno 2006 23:30
Cerchiamo di tirare le file e di non andare fuori tema. Questa discussione è sul relativismo culturale e dunque sulla possibilità di una rivelazione privata che permetta di dire “la verità sta solo da una parte”. Questa pretesa viene negata con l’inesistente sillogismo che se esistono tanti pareri allora nessuno di essi può essere vero, come se la molteplicità delle opinioni le rendesse per forza false tutte. Questo passaggio non sta in piedi come abbiamo visto. Certificato dunque che non c’è alcuna obiezione logica alla possibilità che abbia ragione solo uno su mille, si pone il problema del certificare perché sia proprio quell’uno ad aver ragione. Questo però non è il tema della discussione, qui si parla di relativismo e della possibilità che qualcuno sia in possesso della verità rivelata, se tu vuoi parlare di chi sia questo qualcuno apri un post a parte perché non tollero il disordine degli argomenti in un solo post.

“Il criterio è dell’impatto oggettivo che le grandi religioni hanno avuto sul pianeta , derivato dall’autorevolezza e trasversalità del messaggio del loro fondatore e dalla storicità millenaria.”

Ma davvero? Io invece ho sempre sostenuto che il successo di una religione sia direttamente proporzionale non alla veridicità dei suoi insegnamenti o al fatto che gli uomini li percepiscano come veri bensì alle promesse di queste religione e al grado di tranquillità che riesce a dare, la pax deorum dei romani tanto per capirci. Dire che una religione ha successo sfortunatamente ci dice poso sulla sua “verità”, la quale può essere certo una concausa del successo ma non certo la causa principale su cui indagare,.

“settucole intendo tutte quelle sette che nascono in seno alle grandi religioni a seguito del pensiero di un singolo.”

Ma questa è la definizione di molte religioni. Il cristianesimo per la scuola di Gerusalemme è un setta ebraica che ha avuto successo, il buddismo per gli indù è un’eresia nata in seno alla loro religione e che merita solo la damnatio memoriae.


”La new age non c’antra proprio nulla, poiché non mi interessa nulla ne dell’era acquariana ne di altre amenità professate dai cultori di questo movimento. E’ vero che vi sono delle idee che condivido, ma tali principi non sono nati in seno ai movimenti new age, bensì nacquero qualche migliaio di anni fa in oriente. I movimenti new age li adottano traendone conseguenze che non mi trovano per nulla concorde. E’ di moda oggi equiparare impropriamente i cultori delle filsosofie o religioni orientali con i movimenti new age, senza nemmeno entrare nel merito delle immani differenze di credenze.”

Con appiattimento new age intendo dire che il tuo criterio per distinguere quello da tenere da quello da scartare sia un vago umanesimo sessantottino da figlio dei fiori intento a ripetere “Peace and Love”! Vuoi cioè depauperare tutti i maestri delle rivelazione positiva che sono venuti a portare e appiattirli a guru indiani intenti a predicare la fratellanza universale e l’amore.

”Come ben sai, sostengo che il messaggio di Gesù fu traviato storicamente proprio nei decenni successivi alla sua morte.”

Quello che ti ho scritto, ossia che i suoi discepoli non lo ritenevano un vago predicatore bensì il messia mandato dall’unico Dio appare in qualunque testi che parli di Gesù, dai più antichi ai più tardi, sia cristiani che pagani. Tuoi puoi sognare tutti i Gesù non attestati che vuoi, infatti quod gratis adfirmatur, gratis negatur. Gesà non era un figlio dei fiori ma un rigido monoteista.

“Egli, dalla sua posizione, ci ha fornito una strada per arrivare li dove era giunto lui stesso. Al contrario dei filosofi, lui lo dimostrò in tutta la sua vita fino alla sua morte. Egli incarnava e percorreva la strada che indicava. In questi termini egli era figlio di Dio e messia che dona la strada per la salvezza.”

La perfettatta incarnazione del profeta new age che non ha nulla a che fare con Cristo, né tanto meno col concetto di Messia ebraico.

“Le religioni istituzionalizzate semplicemente non dovrebbero esistere, soprattutto quelle istituzionalizzate.”

Il 68 parla...

”Per dirla con le parole di Einstein in merito alla libertà spirituale: “E tuttavia solo l'individuo libero può meditare e conseguentemente creare nuovi valori sociali e stabilire nuovi valori etici attraverso i quali la società si perfeziona. Senza personalità creatrici capaci di pensare e giudicare liberamente, lo sviluppo della società in senso progressivo è altrettanto poco immaginabile quanto lo sviluppo della personalità individuale senza l'ausilio vivificatore della società.
Una comunità sana è perciò legata tanto alla libertà degli individui quanto alla loro unione sociale. È stato detto con molta ragione che la civiltà greco-europeo-americana, e in particolare il rifiorire della cultura del Rinascimento italiano subentrato alla stasi del Medio Evo in Europa, trovò soprattutto il suo fondamento nella libertà e nell'isolamento relativo dell'individuo.”

Osservazioni giuste quanto irrilevanti. Bisogna vedere cosa intendiamo per libertà, perché non credo proprio che manchi ai credenti cattolici, che anzi hanno una lunga tradizione di interrogazione filosofica. Basta leggere Tommaso per sapere che la filosofia cristiana non dà nulla per scontato e segue il motto: “Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3,15

”ed ancora Einstein”

Non di particolarmente nuovo per un filosofo, sono temi che si ritrovano da secoli nella riflessione filosofica occidentale. Si tratta della teoria secondo cui la religione nasce dalla meraviglia verso il mistero del cosmo, e che dunque la vera religione si riduce alla devozione verso questo mistero dell’alterità. Tuttavia questa posizione filosofica parte dal presupposto non dimostrato che per qualche oscuro motivo l’idea di un Dio trascendente sia intrinsecamente sbagliata, in questa prospettiva diventa sì ovvio che l’unica religione è il panteismo. Se invece esiste un Dio trascendente c’è la possibilità della rivelazione.
Quanto al problema dell’antropomorfismo divino è una faccenda che condivido, la filosofia fa appunto questo: toglie l’antropomorfismo di cui sono intrise le rivelazioni narrate alla maniera umana e le porta all’essenziale, a quello che volevano esprimere. Ma anche qui non c’è nulla di sconvolgente, la filosofia occidentale ha messo al bando l’antropomorfismo divino dal tempo di Senofane di Colofone e di Evemero.


”Fintanto che un individuo non esperisce la Verità, nessuno potrà insegnargliela ne descrivergliela, si potrà unicamente limitare ad indicare una strada piuttosto che un’altra; una volta scelta va percorsa necessariamente da ognuno di noi.”

Qui ci sono due presupposti filosofici. 1)Che la verità di Dio non sia altro che questa religione cosmica, cioè il sentimento religioso verso il mistero del mondo. 2)C’è un pregiudizio anti-intelletualistico che è tipico degli ultimi due secoli di filosofia il quale consiste nella concezione della verità come esperienza di Dio, non come espressione razionale del suo essere. Su questo punto si può dire che il cristianesimo non rifiuta affatto la mistiche e le esperienze dirette di contatto col divino, e anzi, il cristiano stesso è chiamato a fare esperienza di Dio nella vita quotidiana, ma, grazie al cielo, il cristianesimo non si riduce solo a questo. Noi crediamo che Dio ci abbia dato un messaggio e che esso evidentemente non è raggiungibile col nostro singolo e personale sentire, diverso per ciascuno.

”Semplicemente perché la credenza religiosa non è dimostrabile.”

In primis si aprirebbe il capitolo su che cosa voglia dire dimostrazione e se sia possibile la dimostrazione. In secundis questo è irrilevante ai fini dei discorso. Noi infatti stavamo parlando della differenza di statuto tra la credenza religiosa e scientifica prima della loro dimostrazione, ricordavo cioè che non è vero che se sci sono mille credenze allora solo tutte false. Ciò che credeva Copernico era vero e ciò che credevano gli aristotelici (la maggioranza) era falso, e questo secoli prima che l’eliocentrismo fosse dimostrato. Lo stesso vale per la religione, il fatto che una cosa non sia (o non è ancora) dimostrabile non implica in alcun modo la sua falsità, questa infatti sarebbe deducibile solo dalle prove contro la tesi indimostrabile. Ad esempio il Codice da Vinci non solo non può dimostrare quello che dice ma anzi il partito contrario può dimostrare la sua falsità. In caso contrario la molteplicità di credenze non dimostrate non permette in alcun modo di fare un salto logico e di dire: allora valgono tutte uguali, sono tutte fasulle.


”La resurrezione o presunta tale, non è altro che lo stimolo per i seguaci a seguire il messaggio d’amore di Gesù.”

La resurrezione per i cristiani di qualunque denominazione non ha nulla a che fare con l’etica bensì è un evento escatologico, la salvezza dell’umanità e la sconfitta della morte. Puoi non crederci ed è irrilevante, quello che conta è che il cristianesimo non è, e non è mai stato, un’insieme di precetti morali o di amore bensì l’evento di una persona, Gesù, quale messia atteso per il riscatto dell’umanità. Se c’è una cosa che la Traditiongeschichte ha messo in luce isolando i brani liturgici paleocristiani nei Vangeli e in Paolo è che Gesù non era una specie di rabbì esistenzialista con corone di fiori in testa.

“La via è quella delle sue parole più dirompenti, uniche nel suo genere “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” e “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” A mio avviso il Gesù che è delineato nel Vangelo di Tommaso, che tra l’altro molti ritengono il più antico dei Vangeli molto simile alla famosa fonte Q, in quanto redatto in logie, è il più simile a quello storico.”


Qui ci sono vari problemi. In primis perché mai dovrebbe essere giusto amare i propri nemici, tu certo puoi sentirti affascinato da queste parole, ma in assenza di un riferimento trascendente perde senso dire che un precetto è giusto o sbagliato. In secondo luogo il Vangelo di Tommaso è considerato del II secolo per via dei logia gnostici presenti, impossibili in bocca ad un ebreo, e soprattutto per il genere letterario esosterico-iniziatico tipico della gnosi, la religione dei primi della classe. Sulla scia del film “Stigmate” i NG di internet sono stati a dir poco invasi da gente convinto che questo Vangelo sia davvero più antico di quelli canonici, quanto gli accademici neotestamentaristi che sostengono questa teoria sono esattamente 6, e se qualcuno ne conosce di più vorrei che mi illuminasse. Gli altri che propagano queste idee sono solo degli epigoni, giornalisti, politici, opinionisti, ecc.

”Perché non è questo il punto comune ! Bensì lo è il fatto che sia i buddisti che i cristiani dicano di amare il prossimo, di non uccidere, di percorrere un cammino spirituale ecc…”

Ma io non ti ho chiesto qual è il punto in comune, stavo confutando la tua teoria secondo cui il punto di arrivo comune. Per i cristiani come già detto il punto di arrivo è la resurrezione, ove Cristo sarà tutto in tutti. A quello che vuoi tu non si arriva tramite il cristianesimo bensì lasciando il cristianesimo e tenendo solo quello che ci sta simpatico tra le sue dottrine, volevo che fosse ben chiara la differenza. Non c’è alcuna possibilità che un cristiano resti cristiano e nella sua vita giunga allo stesso telos di un buddista, non cercano la stessa cosa.

”Continui ad identificare Dio in maniera troppo antropomorfa. Se immaginiamo invece un Dio che non è giudice del bene e del male, ma che semplicemente ha dato origine all’esistenza della vita, capiamo che lo stesso concetto di bene e male è tutto umano. Tutte le religioni condividono dei principi basilari che sono innati nei nostri cuori, ad esempio la sacralità della vita. Tuttavia le interpretazioni delle singole religioni scaturiscono in comportamenti a volte contrastanti con il principio stesso, che rimane tuttavia immutato.”


Questa frase è un cumulo di contraddizioni. Primi mi dici che il bene e il male sono faccende esclusivamente umane, poi invece affermi che ci sono principi inscritti nel nostro cuore. Or dunque, esistono dei principi etici universali o no? Senza Dio io non credo proprio, non credere che i principi che tu adesso sbandieri come universali, ad esempio la sacralità della vita, avessero qualche senso ad esempio in età micenea. Ho già detto che parlare di un Dio giudice è un passo successivo che non serve alla mia tesi, mi baste che Dio stabilisca che cosa è bene e che cosa è male per sapere che questi sono assoluti e non dipendono dalla conoscenza che ne ha l’uomo. Inoltre l’obiezione che Nietzsche fa al Dio cristiano “umano, troppo umano”, che poi è la linea di Feuerbach (la teologia è antropologia), trova nel cristianesimo un interlocutore che ha dall’inizio ribaltato l’obiezione. Non è che noi proiettiamo su Dio umanizzandolo principi come bene e male, semplicemente noi abbiamo questi principi perché siamo stati creati ad immagine di Dio.

”Ti spiego subito la logica che sta dietro la mia argomentazione. La rivelazione “privata” prevede una scelta da parte di Dio di un singolo contesto culturale per rivelarsi, ovvero la scelta di un popolo come ad esempio quello ebraico. Ciò è assurdo se pensiamo che Dio dovrebbe essere il padre di tutto il vivente e di tutta l’umanità.”

Mi compiaccio vivamente perché questa è l’unica argomentazione del tuo post che c’entri con quello di cui stiamo discutendo: la possibilità o l’impossibilità dell’esistenza di Dio. Questa tua obiezione però contraddice quello che hai affermato sopra, cioè che bene e male sarebbero solo questioni umane, infatti per dire che Dio non potrebbe rivelarsi a uno sì e a mille no hai proiettato sul creatore un concetto umano: la giustizia. Dio non può che essere giusto e dunque non fa preferenze. Si può rispondere a quest’obiezione in molti modi:
1)Che ti sei confutato da solo perché dici che è sbagliato attribuire a Dio faccende come il bene e il male ma poi gli hai proiettato addosso il più tipico dei concetti umani che deriva dal suo vivere in società: la giustizia come senso di ciò che spetta a ciascuno
2)Si può obiettare dicendo che Dio agisce in modo imperscrutabile, “i miei sentieri non sono i vostri sentieri”. Dice Isaia: “Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.” (Is 55,8-9) Vale a dire che tu hai proiettato su Dio quelle che sono le tue esigenze di giustizia, quando nulla sai di cosa il creatore dell’universo abbia in progetto
3)La tua obiezione non scalfisce minimamente il cristianesimo proprio perché la salvezza in questa religione non è un’insieme di precetti ma una persona: Cristo. La salvezza è Gesù che è morto per noi. Ma siccome Dio ha un solo Figlio è ovvio che l’incarnazione doveva per forza avvenire in qualche punto della terra e non in altri. Non si tratta cioè di voler escludere qualcuno ma del banale fatto che se si fosse incarnato in Cina a quest’ora sarebbe un ebreo a brontolare: “ma perché non a noi?”. Voglio cioè dire che l’evento redentore della risurrezione è uno nella storia. Se il cristianesimo fosse un insieme di precetti etici la tua obiezione avrebbe senso, si potrebbe cioè dire: ma perché non li ha dettati ad ogni angolo del globo? Ma il cristianesimo non basa la sua religione o la sua unicità sulla verità dei precetti morali bensì sull’incarnazione di Cristo e la sua morte redentrice, atto di portata cosmica che ovviamente poteva avvenire solo una volta nella storia, e il fatto che sia avvenuto in un luogo esclude automaticamente tutti gli altri. Ma questo non significa avere un privilegio o che Dio sia ingiusto, infatti, se l’incarnazione non poteva essere che una, Dio non ha certo detto di tenerla segreta, anzi, è compito della Chiesa affidatogli da Cristo di predicare in ogni angolo del globo questa buona novella, cioè Vangelo. “Andate a fate discepole tutte le genti” (Mt 28,19)

“Dio dovrebbe poi pretendere che il resto dell’umanità creda alla sua rivelazione donata ad un piccolo gruppo di uomini e senza nemmeno fornire delle prove certei, che assurda pretesa !”

Come già detto Dio non dà prove, nel senso di aprire il cielo e sbucare tra le nuvole puntando il dito su Roma, bensì lascia il libero arbitrio e dei segni.


”Molte altre religioni, buddismo ebraismo ecc…, pongono delle premesse altrettanto logiche e ragionevoli.”

Non sono affatto convinto che altre religioni abbiano dietro di sé una tradizione filosofica e di indagine scettica quanto il cristianesimo, e per una semplice ragione, il cristianesimo si è espanso in concomitanza con la tradizione filosofica greca che non lasciava nulla senza interrogazione. Infatti l’ateismo è un fenomeno che nasce in sede al cristianesimo, proprio perché la filosofia europea dava gli strumenti per criticare la religione e gli stessi teologi medioevale per dimostrare l’esistenza di Dio partivano con la premessa: “partiamo dal presupposto che Dio non esiste e vediamo se le conseguenze reggono…”. La filosofia cristiana è l’unica a ragionare etsi deus non daretur, l’unica che problematizza perché è sempre stata a confronto coi negatori. Nel mondo islamico invece, tanto per fare un esempio, negare l’esistenza di Allah è come negare l’esistenza del sole, non si può far latro che credere perché tutti ci credono e la religione permea ogni momento della vita sociale, nonché la società stessa. Questa discussione come già detto esamina la possibilità che esista una rivelazione particolare, se vuoi passare al discorso: “ma allora perché il cristianesimo piuttosto che il buddismo o l’islam” apri un’ altra discussione.

”Ma questo è un punto fondamentale ! Se accettiamo che una sola detenga le Verità, tutto il nostro sforzo deve essere mirato a capire quale delle tante la detiene.”

In primis non ti ho chiesto di accettare che solo una religione detenga la verità bensì di accettare che sarebbe possibile che ciò avvenga. Stabilire che c’è la possibilità di una rivelazione è un passo precedente allo stabilire quale sia. Hai ragione a dire che questo secondo passaggio è indispensabile, ma non è lo scopo di questo post.

“Mentre se ammettiamo che tutte sono delle strade, occorrerebbe capire quali sono i punti comuni e partire da essi (e ce ne sono parecchi).”

Neanche tu provi questa posizione. Affermi che sono tutte false per il semplice fatto che sono molte e ognuna dice cose diverse, ma, come già detto, questo passaggio logico è scorretto. Il tuo secondo passaggio logico scorretto è che se sono tutte false quanto al loro nocciolo ontologico tuttavia ognuna abbia dei precetti etici validi (anche questo presupposto non dimostrato). Il terzo salto logico è dire ciò che di vero dobbiamo ricercare in tutte le religioni siano proprio i precetti morali. E da ultimo il paralogismo più grande è che la verità stia nel minimo comune denominatore, come se non si potesse sbagliare tutti su qualcosa.


“In base al fatto che i particolarismi sono numerosissimi e diversissimi da una religione all’altra.”

Ma perché questo sarebbe indice della loro falsità? Dove sta scritto che la verità di qualcosa sta nella sua diffusione e nel suo consenso e che il fatto che qualcuno affermi qualcosa di particolare e di diverso da quello che pensano i più ciò renda la sua opinione falsa?

Ci si sofferma su di essi, che dividono, piuttosto che sui punti fondamentali uguali per tutti, che uniscono.

”Niente affatto. Se Dio guarda nei cuori, capirà fin dove l’uomo ha seguito la legge per convenienza o per convinzione.”

Un conto è dire: io so che quella legge è giusta perché ci sono arrivato con la riflessione e con l’esperienza, tutt’altro è dire: io so che quella legge è giusta perché Dio ha squarciato il cielo, mi ha parlato, e mi ha detto “quella è la verità”. E’ un incontro falsato proprio perché la certezza ancor prima che dalla personale convinzione arriverebbe da un supporto trascendente.

“In ogni caso, è possibile tranquillamente avere una legge certa e decidere consapevolmente di trasgredirla. Il fatto che Dio si riveli pienamente e senza alcun dubbio, non limiterebbe affatto la scelta del male da parte dell’uomo.”

Ma qui non si tratta solo della libertà di agire bensì anche di quella di credere o non credere.

“L’uomo che vorrà fare del male continuerà senz’altro a farlo, mentre quelli che non sanno e che vorrebbero sapere qual è la strada da seguire, avrebbero delle certezze e non cadrebbero in errore. La cronaca è piena di criminali che uccidono nonostante la consapevolezza che ciò li porterà alla morte. Difatti è ormai accertato che la pena di morte non è affatto un deterrente.”

Quest’argomentazione non vuol dire niente. Già Beccarla diceva che la pena di morte non funziona per la semplice ragione che non è certa. Non è la crudeltà della pena ad essere un deterrente ma la sua certezza, che sia l’ergastolo o la ghigliottina. Il criminale che uccide spera inconsciamente che lo stato non lo becchi, mentre avere un Dio rivelato che fa il poliziotto in stile “grande fratello” è qualcosa di un tantino diverso.

”Dove sta scritto ? ovunque.”

Ma davvero? Dire ovunque implica che basta un solo riferimento contrario per smentirti: “Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? Puoi tu penetrare la perfezione dell'Onnipotente? Sono piú alte del cielo: che cosa puoi fare? Sono piú profonde dello Sceol: che cosa puoi sapere? La loro misura è piú lunga della terra e piú larga del mare.” (Giobbe 11,7-[SM=g27989]

Io invece ho un parere esattamente contrario al tuo, penso cioè che Dio, il creatore dell’universo, non sia racchiudibile nella nostra mente, e che se dunque una religione pretende di darti la comprensione di Dio è falsa. Un Dio simile, banalizzato come quello dei TdG, è l’incarnazione di quello che diceva Brelich quando asseriva che gli uomini si creano un Dio personale e comprensibile unicamente perché vogliono qualcuno con cui comunicare, e dunque lo vogliono alla loro portata. Tanto per inciso questo è uno dei pochi concetti filosofici che Brelich inserisce nella sua “Introduzione alla storia delle religioni” che trova la mia condivisione


“Poiché se devo essere giudicato, vorrei capire bene le regole del gioco. Una volta capite posso accettarle o rifiutarle, allora sarò davvero responsabile delle mie azioni e non potrò addurre scuse del tipo: io non conoscevo le regole, quindi come potevo seguirle ?”

Non confondiamo i piani. Un conto sono le regole morali, che infatti vengono date, tutt’altro paio di maniche è dire che sia comprensibile la natura di Dio, il suo operare nel mondo, ecc. Non puoi dire “non conoscevo le regole, quindi come posso seguirle” per la banale ragione che la Bibbia è piena di regole. La tua obiezione per essere sensata deve andare su un altro livello, e chiedere: “sì, le conosco, ma perché proprio quelle regole e non quelle dell’islam?”. La risposta è che se sei nato in Europa e nel XXI secolo quelle regole cristiane non sono semplicemente “cristiane” bensì sono diventate parte del patrimonio anche laico della legislazione occidentale, e dunque non seguirle è un comportamento colpevole in quanto non è questione di essere cristiano o no. Quanto a coloro che nascono in altri contesti socio-economici non ancora raggiunti dalla civilizzazione cristiano-occidentale è ovvio che Dio non li condannerà per questo, i cristiani infatti dicono “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno, vale a dire che perché davanti agli occhi di Dio ci sia peccato occorre la consapevolezza che si sta trasgredendo. La differenza tra il cristiano ed il fautore del relativismo culturale è che il cristiano dice: “sì, Dio non li condannerà, ma sempre di errori si tratta, perché il metro di misura è ciò che ha stabilito Dio”, mentre il relativista dice “sono errori non in sé ma solo per il parametro occidentale”. Vorrei chiarire cosa intendevo quando ho usato l’espressione “non ancora raggiunti dalla civilizzazione cristiano-occidentale”, vale a dire che tale mia frase va intesa in senso letterale. Non è più politically correct grazie al relativismo culturale parlare di “civiltà moralmente superiori” ed “inferiori”, di “barbari” e “civiltà”, ecc. Io invece, giacché mi trovo in una prospettiva evolutiva e vedo in quei popoli primitivi il nostro passato, sostengo tutta la liceità del termine “civilizzazione”.


”Scusa a me risulta che il passaggio che hai citato sia il pensiero 398 nella serie III, sbaglio ?”

Tutto dipende dall’edizione critica di riferimento perché non sempre di usa la stessa numerazione. Io ho usato quella tipica negli studi pascaliani: Pascal, Oeuvres complètes, a cura J. Chevalier, Gallimard, Parigi, 1954

”Il pessimismo esistenzialista di Pascal”

Attento ai termini. Esistenzialismo rimanda ad una corrente filosofica ben precisa, Pascal è esistenzialista solo in un senso figurato e retroattivo.

“L’argomentazione di Pascal è davvero inutile perché può essere adottata e di fatto lo è, da tutte le religioni.”

Non proprio tutte, solo quelle che ammettono che il loro Dio non è evidente ma nascosto. Comunque il discorso non cambia proprio perché quel pensiero di Pascal non aveva nessuna intenzione di provare la validità della Chiesa cattolica, stava solo rispondendo a chi pretende di attaccarla dicendo “non vediamo la chiarezza”, e risponde dicendo: “nessuno ve l’ha mai promessa, anzi il testo sacro della mia religione promette il contrario”. Ergo non ha detto i motivi per cui il cristianesimo è vero, ha detto i motivi per cui l’obiezione non vale nulla. Tra il provare la propria posizione e il confutare l’obiezione c’è una notevole differenza, quanto al primo proposito non era ciò cui puntava il pensiero di Pascal che ho indirizzato né è quello a cui punta la mia presenza in questa discussione. Non voglio cioè (almeno qui) dimostrare che ho la verità, tutto quello che voglio dimostrare è che non è vero che la verità non esiste e non è vero che è impossibile che sia posseduta da qualcuno.

“Queste ultime infatti, tutte nessuna esclusa, avvertono l’uomo che unicamente attraverso la ricerca “sincera” della verità possono capire che la singola religione in questione è quella giusta. Questa argomentazione non dice nulla su quale sia realmente la detentrice della verità. I segni di cui parla sono riscontrabili in tutte le confessioni religiose.”

Scusa ma che pensiero di Pascal hai letto? Leggi forse una lista di segni pro-Chiesa cattolica? Pascal sostiene appunto che né la teologia razionale né la natura possono dimostrare che Dio esiste. Scrive altrove:

“Ci sono due maniere di persuadere delle Verità della nostra religione: l'una, con la forza della ragione; l'altra, per mezzo dell'autorità di chi insegna.
Ci si serve non di quest'ultima, bensì della prima. Non si dice: “Bisogna credere questo, perché la Scrittura, che lo afferma, è divina”, ma che bisogna crederlo per la tale o tal altra ragione: tutti argomenti assai deboli, perché la ragione si lascia piegare per ogni verso.

Considero con stupore con quale ardire costoro si accingono a parlare di Dio. Rivolgendosi con i loro discorsi agli increduli, cominciano con il provare la divinità per mezzo delle opere della natura. Non stupirei del loro modo di procedere se rivolgessero i loro discorsi ai credenti, perché è certo [che coloro] che hanno viva la fede nel cuore vedono subito che tutto quanto esiste è opera del Dio che adorano. Ma per coloro in cui quella luce è spenta, e si mira a farla rivivere, per quelle persone prive di fede e di grazia, che, pur impiegando tutta la loro intelligenza a cercare tutto quanto nella natura può condurli a tale conoscenza, ci trovano soltanto oscurità e tenebre; dir loro che basta guardarsi intorno per scorgere chiaramente in ogni minima cosa Dio, e addurre, per tutta prova di così grande e importante argomento, il corso della Luna e dei pianeti, e pretendere di aver con questo discorso assolto il proprio assunto, questo è dar loro motivo di credere che le prove della nostra religione siano molto deboli. E, infatti, ragionamento ed esperienza m'insegnano che nulla è più atto a fargliela prendere in dispregio.Non così parla delle cose di Dio la Sacra Scrittura, che pur le conosce molto meglio. Essa dice, anzi, che Dio è un Dio nascosto; e che, dopo la corruzione della natura, ha lasciato gli uomini in un accecamento da cui possono uscire solo per opera di Gesú Cristo: fuori del quale è impossibile ogni comunicazione con Dio: “Nemo novit Patrem, nisi Filius, et cui voluerit Filius rivelare” [“Nessuno ha conosciuto il Padre se non il Figlio e colui a cui il Figlio ha voluto rivelarlo”] (Mt., XI, 27). È quel che c'insegna la Scrittura, quando dice, in tanti luoghi, che coloro i quali cercano Dio lo trovano. Non si parla di una luce che sia come quella meridiana. Non si dice che coloro che cercano la luce in pieno meriggio o l'acqua nel mare la troveranno. Bisogna, dunque, che l'evidenza di Dio nella natura non sia di tal sorta. Così, la Scrittura dice altrove: “Vere tu es Deus absconditus” [“In vero tu sei un Dio nascosto”].” (Pensieri, 106-107)

Ad maiora
spirito!libero
00giovedì 29 giugno 2006 00:28
Mi scuso per non aver riletto, siate clementi.

“Questa pretesa viene negata con l’inesistente sillogismo che se esistono tanti pareri allora nessuno di essi può essere vero”

Come sempre dimentichi un fondamentale lemma nella tua proposizione: indimostrati. Quindi riformulandola avremo: “sillogismo che se esistono tanti pareri indimostrati allora nessuno di essi può essere vero.
Ecco che il sillogismo diventa vero.

“come se la molteplicità delle opinioni le rendesse per forza false tutte”

Se nessuna ha delle evidenze per essere considerata più vera delle altre l’unica conclusione necessaria è che nessun parere può prevalere se non per motivi fideistici, il che non dice nulla però sulla loro falsità totale o parziale.

“Questo passaggio non sta in piedi come abbiamo visto”

Ti ho dimostrato l’esatto contrario.

“Certificato dunque che non c’è alcuna obiezione logica alla possibilità che abbia ragione solo uno su mille”

No, le circonlocuzioni non ti servono. Ho già dimostrato che fin tanto che una teoria non sia stata dimostrata (o corroborata che dir si voglia) deve essere ritenuta attendibile o meno al pari di tutte le altre che rimangono nelle medesime condizioni.

“Questo però non è il tema della discussione”

Esatto.

“perché non tollero il disordine degli argomenti in un solo post”

Nonostante condivida il fatto che occorre rimanere in tema, non capisco perché usi toni del genere. Non fai altro che indisporre l’interlocutore, che forse sia un effetto voluto ? In ogni caso, cosa tu tolleri o non tolleri sai quanto me ne cale ?

“Io invece ho sempre sostenuto che il successo di una religione sia direttamente proporzionale non alla veridicità dei suoi insegnamenti o al fatto che gli uomini li percepiscano come veri bensì alle promesse di queste religione e al grado di tranquillità che riesce a dare, la pax deorum dei romani tanto per capirci.”

Sono modi di intendere le cause del successo. Anche in questo caso sono opinioni relative, ovvero valide in relazione a diversi fattori e non in senso assoluto.

“Dire che una religione ha successo sfortunatamente ci dice poso sulla sua “verità”, la quale può essere certo una concausa del successo ma non certo la causa principale su cui indagare,. “

Su questo concordo.

“Ma questa è la definizione di molte religioni. Il cristianesimo per la scuola di Gerusalemme è un setta ebraica che ha avuto successo, il buddismo per gli indù è un’eresia nata in seno alla loro religione e che merita solo la damnatio memoriae. “

La definizione che ho utilizzato non è da scindere alla premessa dalla quale è scaturita. Difatti gli esempi che hai fatto, sono perfettamente coerenti con la teoria da me esposta. Sono difatti si “eresie” nate in seno ad altre religioni, tuttavia l’impatto del messaggio è di livello globale. Sono i due aspetti insieme che determinano la differenza tra una settucola ed una religione mondiale.

“Con appiattimento new age intendo dire che il tuo criterio per distinguere quello da tenere da quello da scartare sia un vago umanesimo sessantottino da figlio dei fiori intento a ripetere “Peace and Love”! Vuoi cioè depauperare tutti i maestri delle rivelazione positiva che sono venuti a portare e appiattirli a guru indiani intenti a predicare la fratellanza universale e l’amore.”

Innanzitutto, lo stratagemma di equiparare le idee dell’interlocutore con quelle di schemi di pensiero superati o ritenuti dai più ridicoli è del tutto fuori luogo. Secondo, la fratellanza universale e l’amore, sono tra quei principi che si riscontrano in tutte le religioni più importanti. Oppure c’è qualcuna di esse che a livello dottrinale predica l’odio e la divisione ? Attenzione, ho sottolineato a livello dottrinale per distinguere la “teoria” dalla “pratica”. Quest’ultima, intesa come gli effetti reali che la religione ha portato nella società, purtroppo si è spesso dimostrata molto distante dal messaggio primario.

“Tuoi puoi sognare tutti i Gesù non attestati che vuoi, infatti quod gratis adfirmatur, gratis negatur. Gesà non era un figlio dei fiori ma un rigido monoteista. “

Le mie affermazioni non sono affatto gratuite. Quello che sostengo di Gesù è, a mio avviso, ben riscontrabile nei testi cristiani e non. In ogni modo non dobbiamo andare OT, quindi mi fermo.

“La perfettatta incarnazione del profeta new age che non ha nulla a che fare con Cristo, né tanto meno col concetto di Messia ebraico.”

Ancora ? Gesù era oltre. Un saggio rivoluzionario è tale proprio perché mette in discussione i pilastri della società in cui vive, il messaggio di Gesù era sconvolgente per i coevi del suo stesso contesto sociale , puoi negarlo ?

“Il 68 parla... “

No, parla il punto di arrivo di millenni di civilizzazione. Le religioni istituzionalizzate sono un retaggio che ci portiamo dietro come un fardello che frena la nostra evoluzione. Quando lo abbandoneremo, a parte dover trovare lavoro per qualche milione di persone, riusciremo ad essere finalmente liberi dai dogmi.

“Bisogna vedere cosa intendiamo per libertà, perché non credo proprio che manchi ai credenti cattolici”

Io mi chiedo come si possa affermare una cosa del genere. E' contraria alla storia, al buon senso, all'esperienza di cronaca quotidiana !
I cattolici hanno uno SCHEMA dottrinale dogmatico da seguire dal quale non possono uscire per nessun motivo, mi chiedo come diavolo si possa sostenere che si è liberi. Se si intende liberi all’interno di queste “gabbie” allora certamente, ma è una ben misera libertà. Vedansi tutti gli eretici bruciati vivi, si ricordi inoltre Giordano Bruno, Galileo Galilei, Jan Hus ecc… erano forse liberi costoro di criticare la Chiesa cattolica e le sue dottrine ? NO ! Spinoza quando Carlo Ludovico cercò di portarlo a Heidelberg, garantendogli la più grande libertà di filosofare declinò l’invito poiché ignorava “entro quali limiti la libertà di filosofare debba essere contenuta” per non “turbare la religione ufficialmente stabilita” !!

“che anzi hanno una lunga tradizione di interrogazione filosofica”

A si ? entro le regole della dottrina, altrimenti si veniva scomunicati (se andava bene !)

“Se invece esiste un Dio trascendente c’è la possibilità della rivelazione. “

Certo, quello che ho sostenuto sopra è l’illogicità di una rivelazione ad un singolo, perché contrastante con l’idea, molto cattolica peraltro, di un Dio imparziale e Padre di tutta l’umanità.

“le rivelazioni narrate alla maniera umana”

Non solo le rivelazioni sono “narrate” alla maniera umana, sono esse stesse troppo “umane” e poco divine.

“la filosofia occidentale ha messo al bando l’antropomorfismo divino dal tempo di Senofane di Colofone e di Evemero. “

La filosofia può essere, il cristianesimo di fatto ci ha messo un po’ di più non credi ?

“2)C’è un pregiudizio anti-intelletualistico che è tipico degli ultimi due secoli di filosofia il quale consiste nella concezione della verità come esperienza di Dio, non come espressione razionale del suo essere”

Quello che tu chiami pregiudizio è in realtà una constatazione ed una conclusione razionale dell’indagine millenaria su Dio. Si è ormai constatato che attraverso l’uso della ragione è impossibile arrivare a comprendere Dio, da tutti i punti di vista. Lo stesso Pascal che tu stesso citi lo sostiene. Tutti si sono cimentanti nei millenni a cercare di dimostrare l’esistenza o la non esistenza di un essere trascendente, ma nessuno ha dimostrato definitivamente alcunché. E’ molto probabile quindi, che mai si arriverà ad alcuna verità, in questo ambito, attraverso la il ragionamento filosofico. Ne consegue che, ammesso si possa giungere alla concezione di Dio, ciò sarà possibile solo con una esperienza NON razionale. Personalmente credo che l’anima, l’intuito profondo dello spirito, siano gli unici mezzi per arrivare vicini a ciò di cui si sta parlando.

“Noi crediamo che Dio ci abbia dato un messaggio e che esso evidentemente non è raggiungibile col nostro singolo e personale sentire, diverso per ciascuno. “

La differenza è razionale, ma se si può raggiunge la Verità, essa, in quanto tale, è comune a tutti.

”Semplicemente perché la credenza religiosa non è dimostrabile.”
“In secundis questo è irrilevante ai fini dei discorso”

E’ qui che ti sbagli. Quando espongo questa argomentazione, non voglio cambiare discorso chiedendoti qualche dimostrazione. Semplicemente mi serve come premessa al concetto che non esiste una verità religiosa che possa considerarsi superiore alle altre. Tale premessa è necessaria per far comprendere che il relativismo è un fatto oggettivo e constatabile. Se non vi sono verità religiose assolute dimostrabili, allora sono necessariamente relative, ovvero sono ritenute vere in relazione ad un elemento esterno ad esse che tuttavia non è un parametro intersoggettivo, ovvero condivisibile dai più.

“Ciò che credeva Copernico era vero”

Questo lo sai tu oggi ! Anche le teorie atomistiche in contrapposizione al monismo ontologico eleatico contenevano aspetti che oggi noi possiamo considerare veri. Ma era assolutamente irrilevante all’epoca perché non erano dimostrabili, insomma, ci hanno azzeccato tutto qui ! Difatti il peso di quella teoria era il medesimo di altre, pertanto solo nel momento in cui una teoria è dimostrata diventa vera, il prima è irrilevante.

“dimostrabile non implica in alcun modo la sua falsità”

Certo che no, ma ne implica la sua veridicità. Se non è dimostrabile ne come vera ne come falsa, semplicemente è INUTILE dal punto di vista razionale.

“il cristianesimo non è, e non è mai stato, un’insieme di precetti morali o di amore bensì l’evento di una persona, Gesù, quale messia atteso per il riscatto dell’umanità.”

Credo che il cristianesimo, nei fatti, contenga entrambi gli elementi. Difatti la salvezza e la predicazione di Gesù mirano sia a far credere in lui, in quanto figlio di Dio, sia, proprio per il fatto che si crede, a comportarsi secondo i precetti della legge che il salvatore è venuto ad insegnare. Il cristianesimo è pieno di precetti morali ed etici, lo constatiamo tutti i giorni dalle esternazioni del Papa. In questo ambito, si sta discutendo della verità di determinati precetti che implicano conseguenti comportamenti precisi. Ricordiamoci che il cristianesimo è derivato dal giudaismo che è considerata la religione della “legge”.

“in assenza di un riferimento trascendente perde senso dire che un precetto è giusto o sbagliato”

Quì si incappa nell’annosa questione dell’etica laica. Io ritengo che il senso di giusto e sbagliato, in alcuni concetti primari, sia riscontrabile anche senza nessuna entità trascendente di riferimento. Mi fermo perché anche questo richiederebbe una trattazione che risulterebbe OT in questo contesto.

“In secondo luogo il Vangelo di Tommaso è considerato del II secolo per via dei logia gnostici presenti, impossibili in bocca ad un ebreo”

Gesù non era un semplice ebreo, era un rivoluzionario nel suo contesto sociale. Non vedo perchè non lo poteva essere anche pronunciando le frasi contenute in Tommaso.

“quanto gli accademici neotestamentaristi che sostengono questa teoria sono esattamente 6, e se qualcuno ne conosce di più vorrei che mi illuminasse.”

Dipende da quali conosci tu.

“Gli altri che propagano queste idee sono solo degli epigoni, giornalisti, politici, opinionisti, ecc. “

Che gentaglia nevvero ?

“ A quello che vuoi tu non si arriva tramite il cristianesimo bensì lasciando il cristianesimo e tenendo solo quello che ci sta simpatico tra le sue dottrine”

Non quello che ci sta simpatico, bensì ciò che è comune alle maggiori confessioni religiose mondiali. Ovviamente mi riferisco ai precetti morali e non alla dottrina dogmatica. Se devo seguire una “legge” di comportamento o un cammino spirituale, dovrò conoscere quali sono i principi etici della disciplina che voglio abbracciare.

“Non c’è alcuna possibilità che un cristiano resti cristiano e nella sua vita giunga allo stesso telos di un buddista, non cercano la stessa cosa. “

Ma davvero ? dipende da cosa intendi per cristiano e ritorniamo al relativismo. Pensa che esistono persone come A. de Mello che si è sempre ritenuto cristiano, anche perché era un gesuita, ma che al contempo hanno raggiunto una visione mistica che racchiude molti elementi del buddismo.

“Questa frase è un cumulo di contraddizioni. Primi mi dici che il bene e il male sono faccende esclusivamente umane, poi invece affermi che ci sono principi inscritti nel nostro cuore. Or dunque, esistono dei principi etici universali o no?”

Ho inteso affermare che non esiste il concetto di bene contrapposto a male, bensì esistono dei principi basilari che non sono ne bene ne male, esistono e basta. Se poi vogliamo identificare tali principi come “bene” allora d’accordo. Quando ho detto non esiste il bene e il male intendevo che non esiste l’azione umana che è “peccato” e quella che non lo è.

“avessero qualche senso ad esempio in età micenea”

A parte che le sfaccettature del concetto di sacralità della vita sono innumerevoli. Comunque il fatto che non si fosse arrivati a comprenderli non significa che non erano insiti nei loro cuori. E’ possibile che non li avessero ancora “elaborati”, tutto qui. Ma poi la storia ci insegna che la morale è in continua evoluzione, anche quella cattolica. Pertanto anche ciò che tu consideri oggi un “principio ultimo”, domani potrà facilmente mutare.

“Non è che noi proiettiamo su Dio umanizzandolo principi come bene e male, semplicemente noi abbiamo questi principi perché siamo stati creati ad immagine di Dio. “

Questo è un assunto indimostrabile, mentre il mio no. Fra Dio è l’uomo l’unico ente certo è quest’ultimo, è quindi normale ritenere plausibile un transfert che si direzioni da ciò che è certo a ciò che è incerto piuttosto che il contrario.

“Mi compiaccio vivamente perché questa è l’unica argomentazione del tuo post che c’entri con quello di cui stiamo discutendo: la possibilità o l’impossibilità dell’esistenza di Dio”

Come ti ho già spiegato, se poni delle obiezioni, io devo, se posso, contro argomentare e se per farlo mi occorre entrare in ambiti non prettamente pertinenti al discorso non è colpa mia. In secondo luogo di certo questa tua argomentazione non è differente dalla mia in quanto ad attinenza, semplicemente è quella a cui la tua logica argomentativa vuole giungere. Tu crei un percorso ad “imbuto” rifiutando ogni “uscita” da questo tunnel che deve portare necessariamente alla tua conclusione. Quando ti si fanno delle obbiezioni che confutano le tue argomentazioni, ti ripari dietro alla frase “siamo OT!”.

“dire che Dio non potrebbe rivelarsi a uno sì e a mille no hai proiettato sul creatore un concetto umano: la giustizia. Dio non può che essere giusto e dunque non fa preferenze.”

Niente affatto ! Mi sono limitato ad utilizzare l’idea di Dio propria dei cattolici !! Quindi non sono io che proietto nulla, ma semmai i cattolici che pretendono che Dio sia giusto secondo i loro parametri. Anzi così facendo ho dimostrato ancora una volta una contraddizione tra il Dio giusto proclamato ed il fatto che abbia rivelato ad un singolo popolo la VERITA’ e non a tutto il genere umano nella sua interezza (cannibali compresi).


“Si può rispondere a quest’obiezione in molti modi:
1)Che ti sei confutato da solo perché dici che è sbagliato attribuire a Dio faccende come il bene e il male ma poi gli hai proiettato addosso il più tipico dei concetti umani che deriva dal suo vivere in società: la giustizia come senso di ciò che spetta a ciascuno “

Questa l’ho già confutata sopra.

“2)Si può obiettare dicendo che Dio agisce in modo imperscrutabile, Vale a dire che tu hai proiettato su Dio quelle che sono le tue esigenze di giustizia, quando nulla sai di cosa il creatore dell’universo abbia in progetto “

Ecco che quando non esistono risposte logiche arriva la classica argomentazione: se non lo capiamo è perché le vie del Signore sono infinite !! Tali argomentazioni vanno bene per i bambini delle elementari o per gli “abboccaloni”. Ribadisco inoltre che non sono “mie” esigenze di giustizia, bensì la proiezione che lo stesso Papa fa dicendo: Deus caritas est, quindi un Dio buono, giusto, amorevole e imparziale. (che per altro condivido, ma non nell’impostazione antropomorfa cattolica)

“3)La tua obiezione non scalfisce minimamente il cristianesimo proprio perché la salvezza in questa religione non è un’insieme di precetti ma una persona: Cristo.”

No, entrambi. Chi crede in Gesù ma poi si comporta contravvenendo ai più importanti precetti da lui esposti o ribaditi, se non si pente, non si salverà affatto.

“La salvezza è Gesù che è morto per noi. Ma siccome Dio ha un solo Figlio è ovvio che l’incarnazione doveva per forza avvenire in qualche punto della terra e non in altri. Non si tratta cioè di voler escludere qualcuno ma del banale fatto che se si fosse incarnato in Cina a quest’ora sarebbe un ebreo a brontolare: “ma perché non a noi?”.”

Ma cosa stai dicendo ? Dimentichi un pezzettino di Bibbia, ovvero TUTTO il VT ! In esso, dal quale deriva il cristianesimo, si dice esplicitamente che l’annuncio è fatto al popolo prediletto da Dio: Israele ! Proprio per questo motivo il messia è ebreo. L’obiezione quindi: “perché loro ?” è più che legittima visto che si tratta di fatto del Dio di Israele e non del Dio dell’umanità.

“Se il cristianesimo fosse un insieme di precetti etici la tua obiezione avrebbe senso, si potrebbe cioè dire: ma perché non li ha dettati ad ogni angolo del globo? “

Grazie mi hai dato ragione. Siccome il cristianesimo è ANCHE un insieme di precetti e sfido chiunque a dire il contrario (il che significherebbe che posso fare quel che mi pare e verrò cmq salvato), si può tranquillamente chiedere a Dio perché non li abbia incisi su ogni montagna di ogni paese della terra.

“Come già detto Dio non dà prove, nel senso di aprire il cielo e sbucare tra le nuvole puntando il dito su Roma, bensì lascia il libero arbitrio e dei segni.”

Come è banale questa affermazione, i segni io li posso vedere tranquillamente in Sai Baba !!! E’ più che logico che dovesse dare, non dei segni inconfutabili della sua esistenza, bensì degli elementi certi che dessero un credito nettamente maggiore alla sua parola.

“il cristianesimo si è espanso in concomitanza con la tradizione filosofica greca che non lasciava nulla senza interrogazione”

Non ho parole, qui si travisa totalmente la storia. Il cristianesimo è stato imposto politicamente dal momento che è divenuta religione di stato !! Poteva forse un qualsiasi cittadino affermare che il cristianesimo era fondato su basi illogiche o false ? No ! perché sarebbe stato ucciso come eretico o apostata.

“Infatti l’ateismo è un fenomeno che nasce in sede al cristianesimo, proprio perché la filosofia europea dava gli strumenti per criticare la religione”

L’illuminismo non è figlio del cristianesimo è nato per sconfiggere l’oscurantismo del potere religioso imperante.

“La filosofia cristiana è l’unica a ragionare etsi deus non daretur, l’unica che problematizza perché è sempre stata a confronto coi negatori.”

Vediamo di risponderti con Giorello:
“Può reggere una società aperta e libera etsi Deus non daretur ? C’è un non di troppo. La vera questione è se si possa dare una società aperta e libera etsi Desu daretur. E’ il progetto che gli altri hanno su di noi di salvezza eterna a costituire il problema. Qualcuno, prendendo spunto da una battuta di Voltaire o di Russell, potrebbe essere tentato di concludere di fronte a tanta salvifica arroganza: Ecrasez l’infame ! Penso, invece, che si debba avere nei confronti del fanatico lo stesso atteggiamento che dovremmo avere nei riguardi del razzista, con buona pace di Ben Jelloun. Strutture protettive contro i crimini, ma nessuna pretesa di “cura” o di “normalizzazione” (G. Giorello Di nessuna chiesa)


“In primis non ti ho chiesto di accettare che solo una religione detenga la verità bensì di accettare che sarebbe possibile che ciò avvenga”

Ma io accetterò che ciò è avvenuto solo nel momento in cui quella religione mi dimostrerà chiaramente che ha una verità che paragonata a quella degli altri è schiacciante.

“Stabilire che c’è la possibilità di una rivelazione è un passo precedente allo stabilire quale sia”

Non esattamente. Per me le due cose sono dimostrabili l’un l’altra. Ovvero nel momento che una verità emerge chiaramente sulle altre, si dimostra che un singolo gruppo sociale detiene una verità maggiore di quella degli altri. In merito alla possibilità di una rivelazione ad un singolo gruppo di persone, è facile constatare che ciò non sia avvenuto. Per ammettere in linea del tutto teorica che sia possibile, dobbiamo dimenticare l’idea di un Dio che ama tutta l’umanità allo stesso modo, che non discrimina ecc… insomma tocca abbandonare proprio l’idea di Dio che questa rivelazione dovrebbe mostrarci.

“Mentre se ammettiamo che tutte sono delle strade, occorrerebbe capire quali sono i punti comuni e partire da essi (e ce ne sono parecchi).”
“Neanche tu provi questa posizione”

Ti do ragione, non è certamente provata. Tuttavia, a me personalmente, sembra la teoria più sensata alla luce delle mille verità relative e la strada che porta ad una reale fratellanza tra tutti gli uomini, può questo non essere gradito al Dio cristiano ?

“Affermi che sono tutte false”

No, mai detto questo. Affermo che non ce n’è nessuna completamente vera, bensì in ognuna c’è della verità.

“Il terzo salto logico è dire ciò che di vero dobbiamo ricercare in tutte le religioni siano proprio i precetti morali”

Non solo, anche certi riti come le forme di preghiera e di meditazione.

“E da ultimo il paralogismo più grande è che la verità stia nel minimo comune denominatore, come se non si potesse sbagliare tutti su qualcosa”

Certo che si può sbagliare tutti, ma se così fosse sarebbe inutile tutta questa discussione. Ergo nessun paralogismo, solamente una premessa per far star in piedi sia la mia sia la tua logica: un po’ di verità da qualche parte deve esistere.

“In base al fatto che i particolarismi sono numerosissimi e diversissimi da una religione all’altra.”
“Ma perché questo sarebbe indice della loro falsità? Dove sta scritto che la verità di qualcosa sta nella sua diffusione e nel suo consenso e che il fatto che qualcuno affermi qualcosa di particolare e di diverso da quello che pensano i più ciò renda la sua opinione falsa? “

Il problema è sempre il medesimo, ossia che non può una verità universale ed assoluta per tutto il genere umano essere contenuta in particolarismi nati in seno a circoscritti ambiti culturali.


Per dare un’idea di cosa penso dell’evoluzione del concetto religioso, riprendo il pensiero di Epharaim Lessing che sosteneva che lo sviluppo del genere umano è avvenuto, fino ad ora, in tre età , che corrispondono a tre livelli di coscienza religiosa e morale . La prima età è quella del giudaismo, nella quale l' educazione morale degli uomini , che si trovano ancora nell' infanzia dell' umanità è imposta mediante premi e castighi immediati e sensibili . La seconda età coincide col cristianesimo, ci dice Lessing :” Doveva venire un pedagogo migliore , e strappar di mano al bambino il libro elementare ormai superato . E venne Cristo”
Il cristianesimo , ci ha dato diversi valori:
la purezza del cuore
la coscienza interiore
la superiorità dello spirito sull' esteriorità

Il grande cambiamento fu che, da quel momento in poi, il premio e la punizione non furono più materiali e percepibili in questa vita, bensì vennero differiti nella vita oltre la morte . Secondo Lessing siamo ormai giunti, dopo queste due epoche, ad una terza età: “l’età del nuovo Vangelo eterno”. In quest’ultima era permeata dalla purezza dello spirito la verità non ha più bisogno di rivelazione ma viene conosciuta direttamente. Non hanno quindi più senso premi e castighi ne contingenti ne futuri (da qui la mia precedente affermazione sulla non esistenza del bene e del male). In questa età “l' uomo farà il bene per il bene e non perchè premiato da arbitrarie ricompense.”

Contro l’assolutismo della detenzione della Verità Lessing:

“l' illusione del possesso rende pigri e presuntuosi ; solo la ricerca tiene desti ed insonni . Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sua sinistra il solo eterno impulso verso la verità con la condizione di dover andare errando per tutta l' eternità e mi dicesse : " scegli ! " , io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra dicendo : " Padre , ho scelto ! La verità pura non è che per te solo !
Magnifico direi.


“Un conto è dire: io so che quella legge è giusta perché ci sono arrivato con la riflessione e con l’esperienza”

Ma questa non è una legge rivelata. Dicendo questo non confermi altro che la mia tesi, ovvero che per l’uomo è possibile giungere personalmente alla verità ultima. Il mezzo poi è opinabile, io non credo possa essere la ragione, bensì quello che chiamo intuito spirituale, consapevolezza della propria natura.

“Ma qui non si tratta solo della libertà di agire bensì anche di quella di credere o non credere“

Credo che stiamo discutendo su livelli differenti. Io mi riferisco all’agire come elemento più importante del credere.

“Quest’argomentazione non vuol dire niente. Già Beccarla diceva che la pena di morte non funziona per la semplice ragione che non è certa. Non è la crudeltà della pena ad essere un deterrente ma la sua certezza, che sia l’ergastolo o la ghigliottina.”

La certezza non è un deterrente tanto quanto la crudeltà. Gli impulsi che spingono l’uomo al male sono tanto potenti da far commettere qualsiasi azione anche nel momento in cui si è ragionevolmente certi di subirne le conseguenze. Questo accade perché in quei momenti la ragione non è affatto la voce primaria che suona nel cervello del criminale.

“Il criminale che uccide spera inconsciamente che lo stato non lo becchi, mentre avere un Dio rivelato che fa il poliziotto in stile “grande fratello” è qualcosa di un tantino diverso”

Dipende. Il criminale che uccide se ha un impulso all’omicidio se ne infischia di qualsiasi certezza di pena. Lo dimostrano coloro che uccidono in pubblico davanti a tutti e a viso scoperto.


“Ma davvero? Dire ovunque implica che basta un solo riferimento contrario per smentirti”

Il mio ovunque era riferito alla mera osservazione della realtà che ci circonda e del senso che abbiamo oggi di giustizia quando siamo giudicati. Se devo essere giudicato, riterrò assolutamente ingiusto essere condannato per la violazione di leggi che non potevo conoscere. Non potevo conoscerle per il semplice fatto che le norme giuridiche del paese in cui vivo sono molteplici e contrastanti tra loro ed io non avevo alcun elemento che mi permettesse di capire con certezza quali dovevo seguire.

“Io invece ho un parere esattamente contrario al tuo, penso cioè che Dio, il creatore dell’universo, non sia racchiudibile nella nostra mente, e che se dunque una religione pretende di darti la comprensione di Dio è falsa.”

Se mi parli di comprensione razionale di do ragione. Se mi parli di consapevolezza a livello di intuito, di spirito, non sono d’accordo.

“Non confondiamo i piani. Un conto sono le regole morali, che infatti vengono date”

Vengono date ? Ma scherzi ? Di certo vengono esposte dalle diverse fedi, ma poiché nessuna mi fornisce un elemento certo per capire quali siano quelle da seguire è come se non ne avessi nemmeno una !

“Non puoi dire “non conoscevo le regole, quindi come posso seguirle” per la banale ragione che la Bibbia è piena di regole”

Ma stai scherzando ? Io non sto dicendo che non ci sono regole in generale, dico che non ci sono regole CERTE ! Ovvero nessuna legge morale di nessuna religione è attestata con certezza come la legge di Dio, ergo non so quale devo seguire, ciò equivale a non avere una regola certa. Come posso essere giudicato se non so nemmeno quale regola delle tante devo seguire ?

“La risposta è che se sei nato in Europa e nel XXI secolo quelle regole cristiane non sono semplicemente “cristiane” bensì sono diventate parte del patrimonio anche laico della legislazione occidentale, e dunque non seguirle è un comportamento colpevole in quanto non è questione di essere cristiano o no”

Questa è un’assurdità. Mi stai dicendo che devo seguire quelle regole perché il contesto sociale in cui sono nato ha quelle regole !! E chi lo dice ? Questo può valere per la giustizia degli uomini, non per quella di un Dio che se ne infischia del contesto sociale, le sue leggi dovrebbero essere eterne. Invece io studio, mi informo e comprendo che esistono tante regole e precetti morali diversi. Inoltre mi rendo conto che tutti sono sensati e a questo punto non so quali diavolo di regole seguire, poiché tutte mi dicono che provengono da Dio in persona ed io non ho elementi per capire quali mentano. Se in tutta onestà intellettuale io mi trovassi in questa situazione, come potrebbe Dio condannarmi per aver seguito quello che “a pelle” ovvero per fede mi sembravano quelle corrette ? Quindi come potrebbe Dio non salvarmi se seguo ad esempio il buddismo ?

“Quanto a coloro che nascono in altri contesti socio-economici non ancora raggiunti dalla civilizzazione cristiano-occidentale è ovvio che Dio non li condannerà per questo”

Ma cosa stai dicendo ? Invece se fossero raggiunti da quella che tu chiami civiltà cristiano-occidentale e la rifiutassero perché la ritengono infondata sarebbero condannabili ? E’ assurdo ciò che stai affermando, non ha basi logiche di nessun tipo. Poi vorrei farti notare che cristiano ed europeo NON SONO AFFATTO SINONIMI ! Sono stra-felice che nella costituzione LAICA dell’Europa non compaia alcun accenno a nessuna religione. Un breve accenno di Giorello sulle cosiddette radici cristiane d’Europa:

“Chi sceglie per un “noi” esclusivo presuppone, più o meno tacitamente, il primato non solo dei propri valori, ma anche dell’identità in quanto tale. Ma non appena cerca di dimostrarla, magari invocando questa o quella “radice culturale”, questa o quell’ “origine”, i suoi sforzi sembrano aver successo solo al prezzo di profonde semplificazione, se non addirittura di vere e proprie mistificazioni – giacché la radice non è mai una, e l’origine è sempre particolare e contingente. Per circoscrivere “noi” ed escludere “loro” si ricorre così al comodo stratagemma di retrodatare la separazione a quell’origine da cui si sarebbe dipanata la nostra storia – come se la storia fosse retta da un qualche più o meno prevedibile “disegno”. Ma quali poi sarebbero le radici dell’Europa, o magari dell’intero Occidente ? C’è chi propone la radice cristiana, aggiungendo talora che si tratta di una radice giudaico-cristiana (e quanta leggerezza, se non ipocrisia, in quel trattino). Altri la vogliono greca (come se i Greci nulla dovessero alle civiltà del vicino oriente). E i mille popoli “barbari”, già esclusi da Greci e Romani ? Per non dire dell’apporto arabo e islamico, che a lungo ha rappresentato il nostro Occidente. L’elenco potrebbe continuare ad libitum, includendo persino una radice illuministica. Otterremo ancora delle semplificazioni o un agglomerato di semplificazioni – basate tutte sull’equivoco per cui le culture sarebbero simili a forme immutabili nel Cielo delle Idee, mentre su questa terra le culture evolvono, contaminandosi reciprocamente, senza che si possa indicare una qualche direzione del cambiamento e senza che si possa rintracciare qualcosa di simile a un confine. Né l’appello ai valori può essere di qui di aiuto. [..] Chiunque abbia una qualche conoscenza della “fisiologa” umana e una consapevolezza pragmatica della storia, si rende conto che i cosiddetti valori supremi che l’Europa avrebbe perseguito nella sua avventura sono stati spesso in conflitto tra loro – quando erano incarnati non solo in culture differenti, ma anche in gruppi che si dichiaravano appartenenti alla medesima cultura, o in individui di uno stesso gruppo, se non addirittura entro un singolo individuo.”
(G. Giorello – Di nessuna chiesa)

“i cristiani infatti dicono “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno, vale a dire che perché davanti agli occhi di Dio ci sia peccato occorre la consapevolezza che si sta trasgredendo”

La consapevolezza è data dalla certezza. Se io dubito sinceramente che la tua legge sia quella corretta, non sto commettendo alcunché trasgredendola.

“mentre il relativista dice “sono errori non in sé ma solo per il parametro occidentale”

Esattamente.

“Non è più politically correct grazie al relativismo culturale parlare di “civiltà moralmente superiori” ed “inferiori”, di “barbari” e “civiltà”, ecc. Io invece, giacché mi trovo in una prospettiva evolutiva e vedo in quei popoli primitivi il nostro passato, sostengo tutta la liceità del termine “civilizzazione”. “

L’esatto mio contrario e ad esempio del citato Giorello. Io invece sostengo che l’evoluzione spirituale può prendere diverse strade. Quindi non è affatto detto che la “strada” intrapresa dall’occidente sia “moralmente superiore” rispetto a quella che potrebbe seguire un’altra zona del mondo. Ritengo, ad esempio, che i precetti morali del buddismo siano ANNI LUCE avanti rispetto a quelli cattolici.

“Non proprio tutte, solo quelle che ammettono che il loro Dio non è evidente ma nascosto”

E quale religione può affermare con ragione che il proprio Dio è evidente ? Se lo affermano sono semplicemente dei pazzi, perchè la mattina quando mi sveglio in cielo vedo solo qualche nuvola e nessun Dio che mi saluta.

“pretende di attaccarla dicendo “non vediamo la chiarezza”, e risponde dicendo”

Ma infatti io non attacco la Chiesa e difendo qualche altra religione, io sostengo che sono tutte sullo stesso piano, ovvero quello della fede. Quindi dal punto di vista del giudizio divino post-mortem, una vale l’altra per i motivi legati alla consapevolezza delle regole che ho sopra esposto.

L’idea cristiana che la fede nasce per grazia si contraddice da se. Perché come può nascere una fede senza conoscere nemmeno chi è Gesù ? La fede nasce da un intimo convincimento che a sua volta ha la sua causa in motivi sociali, psicologici, culturali ecc…


Saluti
Andrea
ClintEastwood82
00giovedì 29 giugno 2006 09:52

“perché non tollero il disordine degli argomenti in un solo post”

Nonostante condivida il fatto che occorre rimanere in tema, non capisco perché usi toni del genere. Non fai altro che indisporre l’interlocutore, che forse sia un effetto voluto ? In ogni caso, cosa tu tolleri o non tolleri sai quanto me ne cale ?



Ce l'aveva con me, non ti agitare, sono io il confusionario no? [SM=g27988]
spirito!libero
00giovedì 29 giugno 2006 10:47
Ah ! non avevo capito, pardon.
Polymetis
00venerdì 30 giugno 2006 00:31
“Mi scuso per non aver riletto, siate clementi.”

Neanche io ho riletto, e sono stanco di ripeterlo all’inizio di ogni post. Diamo dunque per scontato d’ora in poi che in presenza di post lunghi non abbiamo riletto.

“sillogismo che se esistono tanti pareri indimostrati allora nessuno di essi può essere vero.
Ecco che il sillogismo diventa vero.”

Perché? Come già detto tra di mobilità e verità non c’è corrispondenza biunivoca. CI possono essere cento pareri non dimostrati ma questo non implica che siano tutti falsi. Come già ricordato ad esempio i modelli del sistema solare erano molti e prima di venire dimostrato due secoli dopo quello di Copernico era alla pari degli altri. Anzi, il teorema di Gödel insegna che c’è una proposizione vera e non dimostrabile.

“Se nessuna ha delle evidenze per essere considerata più vera delle altre l’unica conclusione necessaria è che nessun parere può prevalere se non per motivi fideistici, il che non dice nulla però sulla loro falsità totale o parziale.”

Stai confondendo aspetti diversi. Io non ho preteso che una debba prevalere sulle altre, o che esistano i criteri per scegliere quale è vero, ho solo affermato che dalla molteplicità delle opinioni non si può dedurre che siano tutte false. Come già detto la possibilità che esista una verità e la sua individuazione sono momenti diversi, e io non ho trattato di quest’ultimo.

“n ogni caso, cosa tu tolleri o non tolleri sai quanto me ne cale ?”

Essendo io il moderatore della sezione è mio compito delineare cosa è in-topic e cosa è off-topic.

“nnanzitutto, lo stratagemma di equiparare le idee dell’interlocutore con quelle di schemi di pensiero superati o ritenuti dai più ridicoli è del tutto fuori luogo.”

Eppure il parallelo sussiste. E’ il tipico atteggiamento new age ragionare dicendo: ci sono tanti grandi maestri che hanno insegnato l’amore, e dunque ciascuno di essi diventa uno dei tanti, completamente spogliato della sua rivelazione positivo-trascendente e ridotto ad un maestro di etica.

“Secondo, la fratellanza universale e l’amore, sono tra quei principi che si riscontrano in tutte le religioni più importanti.”

Criterio indefinibile. Di nuovo non mi dici un criterio per scegliere le religioni più importanti, o, per meglio dire, quando mi additi il criterio numerico mi basterebbe replicarti che la quantità del consenso non dice nulla sulla verità di un enunciato bensì dice qualcosa su quanto sia promettente.

“Oppure c’è qualcuna di esse che a livello dottrinale predica l’odio e la divisione ?”

Dipende da cosa intendi. Il cristianesimo insegna che per la coerenza alla propria dottrina alcuni uomini possono entrare in contrasto con altri uomini: "Pensate che io sia venuto a portare pace nel mondo? No, ve lo assicuro, non la pace ma la divisione.” (Lc 12,51) Questo perché il cristianesimo non è sono la religione dei baci e del buonismo ma anche la religione dell’esigenza morale.. Quanto poi ai tre monoteismi è inutile che mi dici di citarti passi di violenza perché credo tu sappia come Bibbia e Corano ne sono pieni, ed anche questo è, guarda un po’, un punto in comune.

“Quando lo abbandoneremo, a parte dover trovare lavoro per qualche milione di persone, riusciremo ad essere finalmente liberi dai dogmi.”

Questo ragionamento ha senso solo perché neghi che esista una rivelazione, ma, in caso contrario, speco capirai che accettare un dogma non è supina accettazione bensì essersi resi conto che per noi quella è la verità.

“I cattolici hanno uno SCHEMA dottrinale dogmatico da seguire dal quale non possono uscire per nessun motivo, mi chiedo come diavolo si possa sostenere che si è liberi. Se si intende liberi all’interno di queste “gabbie” allora certamente, ma è una ben misera libertà. Vedansi tutti gli eretici bruciati vivi, si ricordi inoltre Giordano Bruno, Galileo Galilei, Jan Hus ecc… erano forse liberi costoro di criticare la Chiesa cattolica e le sue dottrine ?”

Anche qui si confonde il cristianesimo col clero. Il Vangelo insegna la libertà d’indagine, e, se vi è un’adesione al dogma, questa d’essere maturata non come supina accettazione ma perché dopo una nostra investigazione siamo giunti alla conclusione che è vero: “Accertatevi di ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1 Ts 5,51)
Inoltre conto i tuoi ragionamenti libertari è sufficiente aver letto il celebre testo di Kant “Was ist aufklärung?”, per sapere quale sia la vera libertà. Il filosofo distingue tra due usi della ragione e dice giustamente che se parlo per me stesso devo essere libero di dire quello che voglio, mentre se parlo come rappresentate di qualcun altro allora sono tenuto a dire quello che sono pagato per dire. Vale a dire che se sono un prete non posso predicare dal pulpito che la trinità è fasulla, perché in quel momento non parlo per me ma come rappresentate della Chiesa che mi ha mandato a fare ministero pastorale, se invece scrivo un libro da privato dove sostengono questa cosa allora devo essere lasciato libero di esprimermi.
Denunciare gli errori del passato non può che fare un servizio a chi indaghi la storia del clero, ma al cristiano a cui importi cosa insegna il cristianesimo sfortunatamente non importa nulla. Attualmente c’è la piena libertà di pensiero, e se non si è d’accordo coi dogmi della Chiesa basta uscirne. O forse anche tu come Gabbiano sostieni la ridicola idea che ci si debba poter definire cattolici anche se non si condivide alcuna dottrina cattolica? Io l’aveva chiamata la libertà dei triangoli di potersi definire quadrati…

“NO ! Spinoza quando Carlo Ludovico cercò di portarlo a Heidelberg, garantendogli la più grande libertà di filosofare declinò l’invito poiché ignorava “entro quali limiti la libertà di filosofare debba essere contenuta” per non “turbare la religione ufficialmente stabilita” !!”

Questo esempio c’entra ancor meno dei precedenti visto che Spinoza era ebreo.

“A si ? entro le regole della dottrina, altrimenti si veniva scomunicati (se andava bene !)”

Come già spiegato la scomunica è una pratica sacrosanta. Un conto è dire che si deve essere liberi di fare qualunque ragionamento, tutt’altro paio di maniche è sostenere che si deve essere liberi di fare qualunque ragionamento e al contempo di definirsi cattolici. La scomunica indica solo quali sono le posizioni definibili cattoliche e quali no, ma questo nulla scalfisce del mio ragionamento, dove stavo appunto dicendo che nessuno come l’occidente ha avuto una storia di interrogazione filosofica della religione, con scomuniche annesse ovviamente.

“Quello che tu chiami pregiudizio è in realtà una constatazione ed una conclusione razionale dell’indagine millenaria su Dio. Si è ormai constatato che attraverso l’uso della ragione è impossibile arrivare a comprendere Dio, da tutti i punti di vista.”

Questo è un ragionamento induttivo e per nulla efficace. Se anche ez ipothesi io ammettessi il fatto che in duemila anni tutti abbiano fallito a parlare razionalmente di Dio questo non ci dice nulla sul fatto che sia possibile o meno, esattamente come il fatto che per millenni si sia cercato invano di capire di cosa fosse fatta la materia non ha implicato che non ci siamo mai riusciti, ed infatti è arrivata la teoria atomica. Quello che noi facciamo con gli acceleratori di particelle sarebbe risultato ad un greco tanto magico e sovrannaturale quanto a te oggi sembrano i tentativi della teologia razionale. E’ questo il problema dell’induttivismo empirista, come ha fatto rilevare il paradosso del tacchino induttivista di Popper e Russel dall’esperienza pura non si ricava alcuna legge. Inoltre dovresti fare dei debiti distinguo, io o la teologia razionale non pretendiamo che con la filosofia si possa indagare l’essenza di Dio bensì la sua esistenza, sono due cose ben distinte. Se noti le prove dell’esistenza di Dio, anche come sono state riformulate dal neotomismo per aggirare le obiezioni kantiane, non indicano mai com’è Dio ma se c’è o non c’è.
C’è poi una terza via, io non ho affetto escluso la percezione di Dio come sentire esperienziale, ho semplicemente detto che il cristianesimo contempla anche queste esperienze ma non si riduce ad esse.

“Semplicemente mi serve come premessa al concetto che non esiste una verità religiosa che possa considerarsi superiore alle altre. Tale premessa è necessaria per far comprendere che il relativismo è un fatto oggettivo e constatabile. Se non vi sono verità religiose assolute dimostrabili, allora sono necessariamente relative,”

Questo salto logico non sta in piedi. Non ho affermato in questa discussione né il cristianesimo possa dimostrare di essere vero. Tuttavia, come già detto, il fatto che non si possa scegliere tra una posizione e l’altra non implica che siano tutte false, al massimo può implicare che non ci siano gli strumenti per discerne quale di esse sia vera.

“Questo lo sai tu oggi ! Anche le teorie atomistiche in contrapposizione al monismo ontologico eleatico contenevano aspetti che oggi noi possiamo considerare veri. Ma era assolutamente irrilevante all’epoca perché non erano dimostrabili, insomma, ci hanno azzeccato tutto qui ! Difatti il peso di quella teoria era il medesimo di altre, pertanto solo nel momento in cui una teoria è dimostrata diventa vera, il prima è irrilevante.”

Il tuo metro di ragionamento è altamente illogico. Grazie tante che solo oggi so che la teoria Copernicana è vera, ma ciò non cambia il fatto che fosse vera anche al tempo di Copernico, sebbene non fosse dimostrabile. La terra girava intorno al sole anche allora, non c’è che ciò sia divenuto realtà quando venne dimostrato. La dimostrazione scopre solo ciò che c’era già indipendentemente da noi, l’essere, ossia come le cose stanno, coincide col vero, e le cose stanno come stanno indipendentemente dal fatto che gli uomini lo sappiano o non lo sappiano. La verità di un enunciato è indipendente dal fatto che si sappia che sia vero, il teorema di Pitagora era vero anche prima che venisse scoperto, ecc. Dire che una cosa diventa vera solo quanto viene dimostrata è un’assurdità, tu confondi la verità di un enunciato con la sua dimostrazione.

“Gesù non era un semplice ebreo, era un rivoluzionario nel suo contesto sociale. Non vedo perchè non lo poteva essere anche pronunciando le frasi contenute in Tommaso.”

Quando dico che ci sono influssi gnostici intendo precise dottrine dello gnosticismo egizio. Prendiamo ad esempio questa perla che rifletta la dottrina gnostica sull’annullamento della polarità maschile-femminile: “Simone Pietro disse loro: - Maria si allontani di mezzo a noi, perché le donne non sono degne della Vita! - Gesù disse: - Ecco, io la trarrò a me in modo da fare anche di lei un maschio, affinché anch'essa possa diventare uno spirito vivo simile a voi maschi. Perché ogni donna che diventerà maschio entrerà nel Regno dei Cieli” (114)
Simile sciocchezze sono teologia gnostica allo stato puro.

“Non quello che ci sta simpatico, bensì ciò che è comune alle maggiori confessioni religiose mondiali. Ovviamente mi riferisco ai precetti morali e non alla dottrina dogmatica. Se devo seguire una “legge” di comportamento o un cammino spirituale, dovrò conoscere quali sono i principi etici della disciplina che voglio abbracciare”

Come già detto questo tuo criterio è quanto mai vago, perché infatti non dovrei prendere altri aspetti comuni? Inoltre non sembri renderti conto che spesso le dottrine etiche di una religione sono tali perché hanno un preciso apparato trascendente che le regge, ed i due aspetti sono inscindibili.

“dipende da cosa intendi per cristiano e ritorniamo al relativismo. Pensa che esistono persone come A. de Mello che si è sempre ritenuto cristiano, anche perché era un gesuita, ma che al contempo hanno raggiunto una visione mistica che racchiude molti elementi del buddismo.”

Ma la sua salvezza rimaneva l’incontro con Cristo, non certo l’impermanenza dell’io o l’uscire dal ciclo delle rinascite per evitare altro dolore, perché questo è lo scopo di un buddista.

“Ho inteso affermare che non esiste il concetto di bene contrapposto a male, bensì esistono dei principi basilari che non sono ne bene ne male, esistono e basta. Se poi vogliamo identificare tali principi come “bene” allora d’accordo. Quando ho detto non esiste il bene e il male intendevo che non esiste l’azione umana che è “peccato” e quella che non lo è.”

Mi dici che questi precetti esistono e basta, ma se non gli dai una connotazione positiva in contrapposizione ad altri con una valenza negativi mi dici perché dovremmo preferire i primi ai secondi? Se non esiste il bene e il male perché un precetto di uccidere è diverso da uno di amare? Perché tu preferisci uno? Ebbene io preferisco l’altro perché sono un seguace degli ideali aristocratici omerici. E chi può smentire il mio culto del più forte? Se bene e male non hanno ancoraggi trascendenti la morale diventa un prodotto del suo tempo, ne un precetto vale più di un altro.


“A parte che le sfaccettature del concetto di sacralità della vita sono innumerevoli. Comunque il fatto che non si fosse arrivati a comprenderli non significa che non erano insiti nei loro cuori.”

Lo trovi forse in qualche testo letterario dell’epoca? In caso contrario io non discuto sul nulla, se vuoi per universale un principio vorrei saperne le motivazioni.

“Questo è un assunto indimostrabile, mentre il mio no. Fra Dio è l’uomo l’unico ente certo è quest’ultimo, è quindi normale ritenere plausibile un transfert che si direzioni da ciò che è certo a ciò che è incerto piuttosto che il contrario.”

Sono entrambi indimostrati. Che l’essere umano sia certo mi pare indubbio (o meglio quasi indubbio*), mentre il tuo ultimo passaggio non è ricavabile dalle premesse che poni.

“Niente affatto ! Mi sono limitato ad utilizzare l’idea di Dio propria dei cattolici !! Quindi non sono io che proietto nulla, ma semmai i cattolici che pretendono che Dio sia giusto secondo i loro parametri.”

Ma stai usando dei parametri cattolici o anche tuoi? Se sono anche tuoi la mia obiezione resta, perché cioè attribuisci a Dio una concetto che trova la sua genealogia squisitamente umana nella genesi della vita in società?

“Ecco che quando non esistono risposte logiche arriva la classica argomentazione: se non lo capiamo è perché le vie del Signore sono infinite !!”

No, anzi, è una risposta di un’ovvietà sconcertante. La tua è la classica reazione dell’epoca post-moderna ego-centrata, che non tollera di non capire e vuole che tutto rientri nei suoi schemi. Staimo parlando di Dio, dell’assolutamente Altro, e dunque il fatto che noi non capiamo il suo disegno non solo è normale ma è necessario. Anzi, molti filosofi sono giunti alla conclusione paradossale che se Dio fosse comprensibile sarebbe una prova che è falso, un Dio creato dall’uomo a portata della dua capacità intellettuale.

“Ribadisco inoltre che non sono “mie” esigenze di giustizia, bensì la proiezione che lo stesso Papa fa dicendo: Deus caritas est, quindi un Dio buono, giusto, amorevole e imparziale. (che per altro condivido, ma non nell’impostazione antropomorfa cattolica)”

Certo, un cattolico non nega che Dio sia giusto, amorevole, ecc. ma il problema è che nulla di queste parole ha a che fare con l’amore e la giustizia umani, sono di tutt’altro piano.

“Ma cosa stai dicendo ? Dimentichi un pezzettino di Bibbia, ovvero TUTTO il VT ! In esso, dal quale deriva il cristianesimo, si dice esplicitamente che l’annuncio è fatto al popolo prediletto da Dio: Israele ! Proprio per questo motivo il messia è ebreo. L’obiezione quindi: “perché loro ?” è più che legittima visto che si tratta di fatto del Dio di Israele e non del Dio dell’umanità.”

Come già detto questo non scalfisce nulla della mia argomentazione. Che Gesù fosse stato predetto agli ebrei è una cosa ovvia per il cristiano, ma non toglie di nuovo il fatto che siccome di incarnazione salvifica ne è possibile soltanto una qualunque popolo Dio avesse scelto avresti avuto modo di ridire. Do poteva scegliere i cinesi come popolo prediletto e far nascere in loro il messia, e a questo punto tu staresti a chiedermi, ma perché non i latino o gli ebrei? Il mio ragionamento vuol semplicemente sottolineare che in qualunque luogo fosse nato il Figlio di Dio, per il semplice fatto che è nato in un luogo, questo esclude tutti gli altri luoghi. Non esiste cioè una maniera per accontentarti. Inoltre occorre vedere cosa vuol dire “popolo prediletto”, già l’Antico Testamento dice che Dio ama in ugual misura tutti i popoli, la predestinazione di Israele è dunque funzionale al solo fatto che da esso nascerà il messia, e qui ritorna il mio discorso di prima: se avesse scelto un qualsiasi altro popolo per farlo erede di questo privilegio che è insieme un fardello tu a quest’ora staresti a questionare sul perché non qualcun altro come gli ebrei. Dio dice ad Israele “Ma io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra”(Is 49,6) Privilegio vuol dire responsabilità di predicare. La Bibbia stessa predica che Israele presto non avrà più il compito di pascere le nazioni perché subentrerà una nuova alleanza (Ezechiele 34): “Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele, predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? (…) Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione.(…) Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata”

Qui si annunciano due cose importanti. Che il gregge di Dio non comprende solo Israele e che i giudei saranno spodestati dal loro compito di pascere le nazioni in quanto Dio stesso si farà pastore. Qui ovviamente secondo i cristiani è annunciato Gesù quale “buon pastore”, ma non è questo il punto, volevo solo delineare quella che profeticamente è la chiamata universalistica di YHWH già nell’Antico Testamento. Come appena detto da qualche parte questo figlio doveva pur farlo incarnare.

“razie mi hai dato ragione. Siccome il cristianesimo è ANCHE un insieme di precetti e sfido chiunque a dire il contrario (il che significherebbe che posso fare quel che mi pare e verrò cmq salvato), si può tranquillamente chiedere a Dio perché non li abbia incisi su ogni montagna di ogni paese della terra.”

Questa risposta pretende di indagare i disegni di Dio e dunque si possono dare solo risposte approssimative. In primis perché io non credo ai precetti etici sganciati dalla loro appiglio trascendente, vale a dire che non ha senso imporre una determinata moralità se non c’è un’evoluzione religiosa (o per meglio dire delle acquisizioni religiose) che la accompagnano. E’ stato giustamente detto che per capire i codici etici della Grecia arcaica occorre studiare la sua mitologia, giacché il politeismo e le relazioni fra gli dèi sono lo specchio delle relazioni fra i membri della società umana. Non ha cioè senso rivelare umana morale se non si è pronti, se non ci sono i presupposti per capirla ed elaborarla.

“Come è banale questa affermazione, i segni io li posso vedere tranquillamente in Sai Baba !!! E’ più che logico che dovesse dare, non dei segni inconfutabili della sua esistenza, bensì degli elementi certi che dessero un credito nettamente maggiore alla sua parola.”

Continuo a chiederti perché. Premesso che secondo me i segni maggiori ci sono, ma sempre di segni si tratta.

“Il cristianesimo è stato imposto politicamente dal momento che è divenuta religione di stato!”

No, è divenuto religione di stato nel 380 con l’editto di Teodosio, e a quel tempo era già dilagato, era la religione di maggioranza da un secolo.

“Poteva forse un qualsiasi cittadino affermare che il cristianesimo era fondato su basi illogiche o false ? No ! perché sarebbe stato ucciso come eretico o apostata.”

Queste sono semplificazioni di una banalità sconcertante. Io ho solo detto che il cristianesimo si è sviluppato in concomitanza con la riflessione filosofica greca la quale non lasciava nulla senza interrogazione, infatti molta della patristica dei primi IV secolo è un tentativo di confrontarsi con le obiezioni filosofiche dei pagani: Celso, Luciano, Cecilio, Plotino.

“’illuminismo non è figlio del cristianesimo è nato per sconfiggere l’oscurantismo del potere religioso imperante.”

Evidentemente non leggi. Non ho detto che l’illuminismo è figlio del cristianesimo ma che lo è l’ateismo. Se poi l’illuminismo sia figlio del cristianesimo non ne ho idea, ci sono diverse teorie in storia della filosofia sulla genesi ideologica dell’illuminismo. Ma una cosa è certa: è stata la filosofia medioevale a dare all’epoca moderna prima e all’epoca illuminista poi gli strumenti per criticarla.

“Vediamo di risponderti con Giorello:
“Può reggere una società aperta e libera etsi Deus non daretur ? C’è un non di troppo. La vera questione è se si possa dare una società aperta e libera etsi Desu daretur. E’ il progetto che gli altri hanno su di noi di salvezza eterna a costituire il problema. Qualcuno, prendendo spunto da una battuta di Voltaire o di Russell, potrebbe essere tentato di concludere di fronte a tanta salvifica arroganza: Ecrasez l’infame ! Penso, invece, che si debba avere nei confronti del fanatico lo stesso atteggiamento che dovremmo avere nei riguardi del razzista, con buona pace di Ben Jelloun. Strutture protettive contro i crimini, ma nessuna pretesa di “cura” o di “normalizzazione” (G. Giorello Di nessuna chiesa)”

Anche qui viene da chiedersi cosa c’entri, stai riportando pezzi a caso attingendo alle tue scostanti conoscenze filosofiche. Ho semplicemente affermato che la religione cristiana è l’unica che prova a mettere in dubbio le sue credenze all’interno dei ragionamenti filosofici partendo con un “etsi Deus non daretur”, per poi vedere se la posizione regge. Vale a dire che siamo l’unica religione ad avere acquisito filosoficamente la dialettica zenoniana. Vale a dire assumere le posizioni dell’avversario come vere ex ipothesi e vedere che conseguenze ne derivano, dal fatto poi che le conseguenze risultato contraddittorie la posizione di partenza da cui derivano risulta confutata. Tutto questo discorso è solo per ricordare che il cristianesimo è l’unico a porsi simili problemi, per la semplice ragione che gli apostoli stessi dicono “siate sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15) Il brano di Girello non dice nulla di rilevante e si inscrive in quella che io chiamo l’intolleranza del relativismo, ossia l’essere scocciati dinnanzi a qualunque pretesa di verità giacché l’unica verità è la loro, cioè quella dell’insistenza della verità (come se l’élenchos aristotelico su di lui non funzionasse). Dice che bisogna avere nei confronti del fanatico lo stesso atteggiamento che abbiamo nei confronti del razzista, e bisogna vedere di che cosa parla. Se vuol dire che non si tollera chi costringe alla conversione ha perfettamente ragione, se invece non tollera neppure chi si limita a proporre la conversione allora è diventato lui l’intollerante intento a sottrarsi dal discorso.

“Ma io accetterò che ciò è avvenuto solo nel momento in cui quella religione mi dimostrerà chiaramente che ha una verità che paragonata a quella degli altri è schiacciante”

Proprio non capisci, io sto argomentando su nessuna religione. E’ inutile che mi rispondi dicendo “sono nel momento in qui quella religione”, perché io non sto parlando di nessuno in particolare. Sto parlando della possibilità che esista la verità in mezzo a mille pareri contrarti, non che quello o quell’altro siano nella verità. Non è obiettivo di questa mia disquisizione affermare che quest’uno sia distinguibile, per questo occorre iniziare tutt’altra serie di ragionamenti, in questa sede mi interessa solo mettere in luce che l’argomentazione secondo cui non esiste nessuna verità siccome ci sono mille pareri diversi non vuol dire assolutamente nulla.

“Non solo, anche certi riti come le forme di preghiera e di meditazione.”

Neppure questo provi, ossia che la verità di una religione oltre che nell’etica sia da cercare nella preghiera e nella meditazione, come se poi la preghiera cristiana di matrice cristocentrica fosse paragonabile ad altri tipi di preghiera.

“Certo che si può sbagliare tutti, ma se così fosse sarebbe inutile tutta questa discussione”

Perché? Non ho detto che tutti sbagliano su tutti, ho detto che non è vero che se una cosa è creduta da tutti allora è vera, perché si può sbagliare tutti insieme su qualcosa, ad esempio tutti credevano che la terra fosse piatta. Ma questo non implica dire che tutto quello che tutti credono sia falso, questo si che renderebbe inutile ogni discorso.

“Ergo nessun paralogismo, solamente una premessa per far star in piedi sia la mia sia la tua logica: un po’ di verità da qualche parte deve esistere.”

Ma non è quello che io ho contestato. Non ho contestato che esista un po’ di verità, altrimenti nessuna affermazione avrebbe senso, ho semplicemente detto che ci si può trovare tutti d’accorso su un particolare enunciato per poi scoprire che era falso.

“Per dare un’idea di cosa penso dell’evoluzione del concetto religioso, riprendo il pensiero di Epharaim Lessing che sosteneva che lo sviluppo del genere umano è avvenuto”

Tutto quello che hai scritto è copiato senza citare la fonte da www.filosofico.net/lessing.htm
Immorale oltre che illegale. Dovrei censurarti solo per questo, non saranno tollerate altre trasgressioni. PS: Sono stato allievo di D. Goldoni, la filosofia romantica e pre-romanica tedesca, Hölderlin in particolare, è uno dei miei periodi preferiti.

“In quest’ultima era permeata dalla purezza dello spirito la verità non ha più bisogno di rivelazione ma viene conosciuta direttamente. Non hanno quindi più senso premi e castighi ne contingenti ne futuri (da qui la mia precedente affermazione sulla non esistenza del bene e del male). In questa età “l' uomo farà il bene per il bene e non perchè premiato da arbitrarie ricompense.”

Qui bisogna distinguere due piani. Uno giustissimo, ovvero che non bisogna fare il bene solo per paura dei castighi, e uno sbagliatissimo(che infatti hai aggiunto tu e non c’entra col pensiero di Lessino), ovvero il fatto che non esistano premi e castighi non implica che non esistano il bene e il male, implica solo che la scelta di uno dei due non deve essere condizionata dalle conseguenze. Qui Lessing sta prendendo a piene mani dalla riflessione kantiana sull’imperativo categorico.

““l' illusione del possesso rende pigri e presuntuosi ; solo la ricerca tiene desti ed insonni . Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sua sinistra il solo eterno impulso verso la verità con la condizione di dover andare errando per tutta l' eternità e mi dicesse : " scegli ! " , io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra dicendo : " Padre , ho scelto ! La verità pura non è che per te solo ! “
Magnifico direi.”

Non ho nulla contro questa frase, perché non è contro l’esistenza della verità bensì proclama solo la sua irraggiungibilità. Il cristianesimo stesso dice che non vede che imperfettamente quale sia la verità, e che quel poco che sappiamo grazie alla rivelazione di Dio non è che un frammento di ciò che è Dio. Non ti piace San Paolo, ma spero ti porti fare cambiare idea almeno in parte facendoti leggere l’inno all’Agape dell’Apostolo, di rilevante per il nostro discorso c’è solo una delle ultime frasi (che evidenzierò), ma è troppo bello per tagliarlo:

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l’amore, niente mi giova. L’amore è paziente, è benigno l’amore; non è invidioso l’amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto perdona, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio di metallo, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l’amore; ma di tutte più grande è l’amore!”(1 Cor 13)

Questo brano dice chiaramente che i cristiani non pretendono di conoscere la verità di Dio interamente, anzi, non vediamo che ombre sulla parete di una caverna, perché il sole acceca, e non potrebbe che essere diversamente. Platone stesso diceva che il sole non si può guardare direttamente, per non accecarsi conviene rimirarlo riflesso in uno specchio d’acqua.


Già Platone diceva che il corpo non può dare alcuna conoscenza certa perché ognuno sente in modo diverso, un eroe omerico ad esempio può fare intima esperienza di quanto sia bello essere un virile signore della guerra che si distingue sul campo di battaglia. Dire che le percezioni singole siano indice di verità è già una pretesa, dire che poi tutti abbiano le stesse che hai tu e che dunque sentendo col cuore non si può che giungere a quello che tu consideri il punto omega è davvero una presunzione ingiustificata. La Chiesa infatti dice et-et. CI vuole sia il sentimento(l’esperienza vissuta), sia il filtro della ragione.

“Credo che stiamo discutendo su livelli differenti. Io mi riferisco all’agire come elemento più importante del credere”

Ma questo c’entra ben poco col discorso. Che tu consideri più importante l’agire del credere è irrilevante e posso anche ammetterlo ex ipothesi perché non cambia nulla. Resta il fatto che non c’è solo l’agire ma anche il credere. Se dunque Dio si rivelasse pienamente è vero che ci potrebbe essere ancora qualche pazzo che sceglie di agire contro la sua volontà, ma diventerebbe impossibile non credere.

“La certezza non è un deterrente tanto quanto la crudeltà.”

Trecento anni di filosofia e psicologia dicono l’esatto contrario. Comunque questa era la tesi di Beccaria contro la pena di morte, e da allora tutti gli abolizionisti sono stati d’accordo con lui.

“Dipende. Il criminale che uccide se ha un impulso all’omicidio se ne infischia di qualsiasi certezza di pena. Lo dimostrano coloro che uccidono in pubblico davanti a tutti e a viso scoperto.”

Ma questo dà garanzia di essere identificati non garanzia di essere presi. Di gente che spara in strada ne siamo piani, di gente che non scappa quanto arriva la polizia siamo sprovvisti. Inoltre è di tutt’altro genere sapere che si avrà il giudizio degli uomini e sapere che si avrà il giudizio di Dio.

“Se devo essere giudicato, riterrò assolutamente ingiusto essere condannato per la violazione di leggi che non potevo conoscere.”

Infatti il cristianesimo non insegna che si viene condannati per leggi che non conosci.

“Se mi parli di comprensione razionale di do ragione. Se mi parli di consapevolezza a livello di intuito, di spirito, non sono d’accordo”

Ma di che cosa stavamo parlando? Volevi tu un’argomentazione logica sulla presunta giustizia di Dio nelle rivelazioni particolari.

“Questa è un’assurdità. Mi stai dicendo che devo seguire quelle regole perché il contesto sociale in cui sono nato ha quelle regole !! E chi lo dice ?”

Nessuno, ma a Dio per essersi comportato correttamente basta non condannarti senza averti fatto conoscere le regole, se poi tu vuoi scegliere di non seguirle è affar tuo. Le regole dell’Italia non sono più le regole cristiane bensì quelle della società. Tu mi chiedi: ma perché dovrei seguire le regole della società? E la risposta è: non c’è nessun “tu devi”, siamo al discorso di prima. Dio non darà mai la prova trascendente che una regola giusta perché toglierebbe la libertà di decisione autonoma e di ricerca personale, sei tu a dover stabilire se le regole che ti presenta la società sono giuste o sbagliate. Il cristianesimo dice appunto questo: c’è chi le segue e chi non le segue (e pecca). Sta qui il fulcro dell’essenza umana, poter decidere autonomamente tra ciò che ti viene presentato come il giusto e ciò che ti viene presentato come l’ingiusto. Sei libero di scegliere il male. Ma tu a questo punto potresti chiedere: “sì, ma essendo una persona informata e dunque conscia delle differenze etiche fra culture, come posso sapere quali leggi devo seguire? Dio mi punirà se sbaglio a scegliere fra le tante?”
La questione qui è puramente a livello di sincerità interiore, sincerità che Dio conosce. Come già nel cristianesimo la condanna è per coloro che sbagliano ma sanno che stanno sbagliando, ergo Dio che vede nel tuo cuore sa distinguere se hai sbagliato proprio perché non sapevi scegliere un etica o se hai sbagliato perché, pur sentendo che un’etica era giusta hai deciso di infischiartene. Che tu lo voglia o no tuttavia tu conosci la moralità europea, quello che tutti i paesi cosiddetti civili hanno in comune, e si suppone che questo sia penetrato nel tuo spirito. Cartesio tra le regole della morale provvisoria (ossia la morale a cui attenersi finché non ne avesse costruita una fondata sulla pura logica), metta anche questo precetto: “Obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese, serbando fede alla religione nella quale Dio mi ha fatto la grazia di essere educato sin dall'infanzia”.
Ciò vuol dire che Dio per Cartesio se sei nato musulmano non ti condannerà solo perché segui la religione dello stato in cui sei nato.

“Ma cosa stai dicendo ? Invece se fossero raggiunti da quella che tu chiami civiltà cristiano-occidentale e la rifiutassero perché la ritengono infondata sarebbero condannabili ?”

Tutto dipende dalla sincerità del loro cuore. La dottrina cattolica dice che non si ha colpa se si rifiuta il cristianesimo perché o non lo si conosce o non è stato presentato in modo credibile. E’ questa seconda opzione che risponde alla tua domanda, tutto dipende dalla bravura del predicatore.

“E’ assurdo ciò che stai affermando, non ha basi logiche di nessun tipo. Poi vorrei farti notare che cristiano ed europeo NON SONO AFFATTO SINONIMI !”

Che cristiano ed europeo non siano sinonimi è ovvio, che l’Europa non abbia radici cristiane è falso.

“Sono stra-felice che nella costituzione LAICA dell’Europa non compaia alcun accenno a nessuna religione.”

Peccato, evidentemente costoro non hanno capito che i cari “liberté, égalité et fraternité” della rivoluzione francese derivano solo dal cristianesimo che aveva educato tutti i philosophes, sia direttamente a livello scolastico sia indirettamente per l’aria che respiravano, l’ambiente in cui vivevano. Voltaire tanto per fare un esempio era andato a scuola dai gesuiti, e più in generale gli ultimi 1700 anni dell’Europa erano stati sonno l’egida della cristianità.


“Chi sceglie per un “noi” esclusivo presuppone, più o meno tacitamente, il primato non solo dei propri valori, ma anche dell’identità in quanto tale. Ma non appena cerca di dimostrarla, magari invocando questa o quella “radice culturale”, questa o quell’ “origine”, i suoi sforzi sembrano aver successo solo al prezzo di profonde semplificazione, se non addirittura di vere e proprie mistificazioni – giacché la radice non è mai una, e l’origine è sempre particolare e contingente.”

L’argomentazione è piuttosto vecchia, e si attribuisce agli interlocutori un pensiero che non hanno. Nessuno ha mai affermato che l’Europa abbia solo radici cristiane, io da grecista vedo che tutto quello che pensiamo viene da due grandi fiumi, il mondo greco-romano e quello cristiano-giudaico. La costituzione europea nel preambolo cita Tucidide, e ha fatto bene, ma perché i greci sì e il cristianesimo no sebbene l’impatto della Bibbia sull’Occidente sia stato esponenzialmente superiore a Tucidide? Un mio professore ateo, Mario Ruggenini, pur essendo attualmente contro l’inserimento delle radici cristiane nella costituzione per motivi di opportunità, diceva giustamente che è la Bibbia il testo di riferimento dell’Occidente, tanto per l’arte quanto per la letteratura. E io potrei essere d’accordo con lui, un conto è discutere sull’opportunità di inserire una menzione simile in vista di un prossimo ingresso della Turchia, tutt’altro paio di maniche è passare dalle scienze diplomatiche alla storia del pensiero. Stava solo riprendendo Auerbach, il più grande filologo tedesco mai esistito, il quale sosteneva che la Bibbia e l’Odissea sono i due grandi codici dell’Occidente. E come dargli torto?

”Quindi non è affatto detto che la “strada” intrapresa dall’occidente sia “moralmente superiore” rispetto a quella che potrebbe seguire un’altra zona del mondo. Ritengo, ad esempio, che i precetti morali del buddismo siano ANNI LUCE avanti rispetto a quelli cattolici.”

Proprio per questo ci viene in aiuto Platone, il quale dice giustamente ai relativisti che avrebbero ragione se il metro di misura fosse l’uomo e quello che l’uomo ritiene nelle singole contingenze, ma, grazie al cielo, è Dio e non l’uomo il metro di misura universale, il problema è quale Dio. Per questo rinnovo la domanda: ragioniamo etsi deus non daretur o “si deus daretur”? Perché il tipo di argomentazione da svolgere cambia completamente.

”E quale religione può affermare con ragione che il proprio Dio è evidente ?”

L’islam, la loro metafora più usata è che chi nega Allah nega l’evidenza del sole.

Se lo affermano sono semplicemente dei pazzi, perchè la mattina quando mi sveglio in cielo vedo solo qualche nuvola e nessun Dio che mi saluta.

”L’idea cristiana che la fede nasce per grazia si contraddice da se. Perché come può nascere una fede senza conoscere nemmeno chi è Gesù ? La fede nasce da un intimo convincimento che a sua volta ha la sua causa in motivi sociali, psicologici, culturali ecc…”

La dottrina cristiana sulla grazie è che Dio non forza mai la mano, vale a dire che Dio mette il 99% dello sforzo per venirti incontro(la grazia) ma l’1% lo devi fare tu. Se Dio non ci aiutasse non gli potremmo mai andargli incontro.


Ad maiora

*Da quanto è stato confutato il cogito ergo sum di Cartesio noi filosofi non siamo neppure più certi di esistere. O forse il vero scandalo non è dover dimostrare che esistiamo ma che una tale dimostrazione sia ancora attesa?
spirito!libero
00venerdì 30 giugno 2006 10:18
Giusto per precisare.

“Tutto quello che hai scritto è copiato senza citare la fonte"


Allora, caro investigatore da 4 soldi. Prima cosa sono stufo del tuo atteggiamento da censore, il lupo perde il pelo ma non il vizio e sono stufo del fatto che continui a sbattere in faccia la tua posizione di “autorità” con i tuoi “non tollero” “non saranno tollerate” ecc... Difatti non hai il coraggio di confrontarti dove tale autorità non ricopri.

Venendo alla tua accusa, cito i siti o libri solo quando faccio i copia e incolla di brani, In questo caso non è così ho scritto di mio pungo. Quindi stai molto attento ad accusare di comportamenti illegali, potrei a mia volta querelarti per diffamazione. Le informazioni sono farina del mio sacco acquistite su libri, siti (tra cui quello e altri), oppure tu non studi su libri e siti ? Come fanno tutti non potendo ricordare a memoria una citazione, la ricerco per citarla correttamente. Quella che mi accusi di aver copiato dal quel sito, l’ho invece trovata in verità in quest’altro: www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/lessing.htm. Ma non ho citato una parte del sito bensì un pensiero di Lessing, quindi è lui che devo citare, non il sito che lo ha copiato a sua volta dagli scritti del filosofo. Quindi, in conclusione, conoscendo il pensiero di Lessing, mi sono limitato a trovare il passaggio che mi interessava citare, fine del discorso.

[Modificato da spirito!libero 30/06/2006 10.19]

mioooo
00venerdì 30 giugno 2006 11:03
Mod
Allora mi intrometto , per ribadire alcune cose che servono a noi Tutti
Il sito menzionato non funziona , perchè in realtà e questo
www.linguaggioglobale.com/filosofia/

Ognuno nel forum ha le sue competenze , e vedasi il regolamento dove è citato bene la questione delle fonti , ora se alcune o molte volte si sorvola è perchè magari la discussione non è specialistica , ma nel momento che diventa come dire... approfondita è MOLTO importante citare le fonti

Non per ultimo non credo che il moderatore di questa sezione abbia urtato la tua sensibilità ha solo chiesto il rispetto delle regole e l'attuazione di restare in topic sul 3d

spirito!libero
00venerdì 30 giugno 2006 11:37
Concordo sulle fonti. Sono amministratore di un forum e so bene quali sono le regole. Ma io NON HO COPIATO DA ALCUN SITO !!!!! Quello che ho riportato è scritto da un filosofo ed è lui l'autore che va citato, come ho fatto, non il sito che lo riporta visto che ce ne sono decine. Per il resto della trattazione se avessi copiato e incollato qualche pezzo di pagina web sarei d'accordo, ma poichè ho scritto di mio pugno non dovevo citare alcuna fonte.

Spero di aver chiarito
Andrea
spirito!libero
00venerdì 30 giugno 2006 23:29
Onde evitare di scrivere post illeggibili non risponderò a tutto il post punto per punto.


Mi si chiede perché se esistono tanti pareri contrari indimostrati nessuno può essere vero. Occorre intenderci sul concetto di vero. Per me una verità è tale quando diviene condivisibile. E’ vero che la terra è sempre stata sferica, ma ciò era irrilevante finchè non si è osservato che era realmente così. Ora se anche una tra le 1000 credenze fosse vera, ciò potrebbe essere dovuto semplicemente al caso. Ovvero essendo la mente umana capace di “creare” fantasie di ogni tipo, è possibile che tra tutte queste, ve ne sia qualcuna che casualmente abbia descritto una verità metafisica. La domanda è: e allora ? Per la vita dell’uomo, finché una teoria non è condivisibile perché corroborata da prove sufficienti, è del tutto irrilevante che vi siano milioni di teorie e che in esse vi sia qualche atomo di verità.

Ecco che puntuale appare come un fantasma l’amico Godel. I fraintendimenti della sua teoria sono all’ordine del giorno, soprattutto tra i filosofi. Difatti questi ultimi sono soliti applicare teorie scientifiche fuori dagli ambiti che competono loro (alle teorie). Il mal costume di importare impropriamente concetti delle scienze naturali in quelle umanistiche senza fornire una ben che minima giustificazione concettuale o empirica è fin troppo diffuso.
Il teorema di incompletezza a cui fa riferimento Polymetis si applica SOLO in un determinato ambito, ossia ad un sistema nel quale sia possibile definire i numeri naturali come un insieme. Godel stesso non avrebbe mai nemmeno immaginato che le sue teorie fossero minimamente in grado di confutare l’esattezza della matematica e infatti non lo sono affatto. Spesso chi si riempie la bocca con i teoremi di Godel non sa che è possibile dimostrare una proposizione utilizzando degli assiomi esterni al sistema. Inoltre il teorema precisamente afferma che qualsiasi sistema formale può generare proposizioni indecidibili, ovvero né veri ne falsi, cosa c’entrai il fatto che siano vere e indimostrabili non mi è dato da sapere. Indecidibile significa che non si può decidere se è vero o se è falso, punto. Mi fermo perché andrei OT e questo non è “tollerato” !

“Il cristianesimo insegna che per la coerenza alla propria dottrina alcuni uomini possono entrare in contrasto con altri uomini: "Pensate che io sia venuto a portare pace nel mondo? No, ve lo assicuro, non la pace ma la divisione.” (Lc 12,51) Questo perché il cristianesimo non è sono la religione dei baci e del buonismo ma anche la religione dell’esigenza morale.. Quanto poi ai tre monoteismi è inutile che mi dici di citarti passi di violenza perché credo tu sappia come Bibbia e Corano ne sono pieni, ed anche questo è, guarda un po’, un punto in comune. “

Ovviamente mi riferivo al “messaggio di fondo” che sta alla base del pensiero etico del singolo monoteismo. Nell’Islam, nell’ebraismo e nel cristianesimo, si insegna la sacralità della vita. Che poi questo principio venga ammorbidito da motivazioni contingenti o interpretazioni è tutto un altro discorso.

“Anche qui si confonde il cristianesimo col clero”

Ecco che ritorna il gioco dello spostare la responsabilità di qua e di la a seconda della convenienza. Tu non capisci che per me il clero è il “testimone” del messaggio cristiano cattolico. Quindi gli errori del clero sono gli errori del cattolicesimo. Per me le azioni contano mille volte più delle parole. Ma in ogni caso si stava parlando della libertà di critica all’interno del cristianesimo, quindi si parlava delle limitazioni che gli UOMINI applicano a questa libertà.

“Il Vangelo insegna la libertà d’indagine”

Mi chiedo allora perché questa non è stata permessa per millenni, anzi mi chiedo perché la lettura stessa del vangelo non è stata permessa per millenni ai comuni “mortali”.

“mentre se parlo come rappresentate di qualcun altro allora sono tenuto a dire quello che sono pagato per dire”

Ovvero: sei pagato quindi dici quello che vogliamo noi ! Se costui dicesse: “la chiesa dice così, ma io credo diversamente” cosa accadrebbe ? Accadrebbe che verrebbe rimosso dall’incarico così come è già avvenuto. Quindi il problema non è affermare falsamente che le proprie idee siano quelle del clero, bensì che non è possibile divulgare le proprie idee in concorrenza con quelle del proprio “datore di lavoro”. Viva la libertà !

“Vale a dire che se sono un prete non posso predicare dal pulpito che la trinità è fasulla”

E se io dicessi, la CCR insegna che la trinità e vera, questo è il magistero ufficiale, però io personalmente non sono d’accordo, cosa accadrebbe ?
“Attualmente c’è la piena libertà di pensiero, e se non si è d’accordo coi dogmi della Chiesa basta uscirne”

Solo perché, fortunatamente , si è imposto il pensiero illuminista che ha relegato il clero a occuparsi delle cose dello spirito (anche se non del tutto purtroppo) e non di altro, altrimenti oggi uscire dalla Chiesa equivarrebbe ancora, come nel medioevo, ad una condanna insopportabile. Non è la CCR che si è evoluta per sua volontà, ma si è dovuta adattare al cambiamento e alla ribellione delle persone. Se oggi fosse lasciato al Vaticano la libertà di decidere senza problemi, in un istante ripiomberemmo in una teocrazia medioevale.

“Questo esempio c’entra ancor meno dei precedenti visto che Spinoza era ebreo”

Ma io non sto parlando solo di cristianesimo, si sta parlando delle maggiori religioni. Non ricordo comunque se l’episodio era riferito all’ebraismo o al cristianesimo.

“Come già spiegato la scomunica è una pratica sacrosanta”

Oggi forse, in passato ho qualche dubbio. Non tanto nella pratica in se, bensì nell’ambito delle conseguenze ben note a cui il credente andava in contro nel passato.

“tutt’altro paio di maniche è sostenere che si deve essere liberi di fare qualunque ragionamento e al contempo di definirsi cattolici”

Concordo.

“La scomunica indica solo quali sono le posizioni definibili cattoliche e quali no”

Oggi, non in passato e non per merito dei vertici della CCR.


“dove stavo appunto dicendo che nessuno come l’occidente ha avuto una storia di interrogazione filosofica della religione, con scomuniche annesse ovviamente”

Invece è proprio qui il punto. Sappiamo cosa comportava fino a qualche tempo fa la scomunica. Come si può sostenere che un uomo era libero di filosofare “contro” la Chiesa Cattolica ? Ci voleva un eroe alla pari di Hus per farlo e di eroi la storia ce ne ha regalati troppo pochi.

“Questo è un ragionamento induttivo e per nulla efficace”

L’induzione non da certezze ovviamente, ma cosa le da ? L’induzione da almeno una probabilità che un evento si verifichi. Ora poiché di certezze assolute non ve ne sono, non vedo perché debba essere scartato completamente il principio induttivo, che in taluni casi, può darci una visione pragmatica del problema. Tanto per capirci, da circa 5 miliardi di anni ogni mattina in un dato punto della terra sorge il sole. E’ vero che non vi è certezza che domani sorga ancora, ma chi, sano di mente, si sognerebbe oggi di comportarsi come se domani non sorgerà ?

“Quello che noi facciamo con gli acceleratori di particelle sarebbe risultato ad un greco tanto magico e sovrannaturale quanto a te oggi sembrano i tentativi della teologia razionale”

La differenza è sostanziale. Poiché dovresti ammettere che Dio sia rilevabile strumentalmente prima o poi. Difatti noi siamo giunti agli acceleratori attraverso degli strumenti fisici non solo attraverso ragionamenti astratti. La teologia razionale si impone invece di trovare Dio unicamente attraverso la logica razionale astratta e non attraverso l’eventuale prossima invenzione di uno strumento fisico.

“Tuttavia, come già detto, il fatto che non si possa scegliere tra una posizione e l’altra non implica che siano tutte false, al massimo può implicare che non ci siano gli strumenti per discerne quale di esse sia vera. “

Ne consegue che è del tutto inutile anche solo chiedersi se tra esse ve ne sia una che contenga la verità, perché se anche la contenesse, potrebbe essere dovuto al semplice caso.

“perché infatti non dovrei prendere altri aspetti comuni? “

Difatti li puoi prendere, quali intendi esattamente ? Dalle mie analisi, gli unici aspetti comuni sono quei principi di cui ti ho già parlato, l’amore in primis.

“Inoltre non sembri renderti conto che spesso le dottrine etiche di una religione sono tali perché hanno un preciso apparato trascendente che le regge, ed i due aspetti sono inscindibili. “

Io credo che l’apparato trascendentale esista unicamente per dare “forza” a queste leggi eriche che altrimenti non sarebbero stata rispettate. Mentre mettere il tutto sotto l’egida di Dio, rappresentava una più probabile accettazione della legge stessa.

“Ma la sua salvezza rimaneva l’incontro con Cristo, non certo l’impermanenza dell’io o l’uscire dal ciclo delle rinascite per evitare altro dolore, perché questo è lo scopo di un buddista. “

La salvezza del cristiano è soprattutto il comportamento che adotterà in terra. Il fatto che vi sia stato Cristo rappresenta solo la possibilità di salvarsi, non la causa del salvataggio che invece è da ricercarsi nel comportamento del fedele.

“ma se non gli dai una connotazione positiva in contrapposizione ad altri con una valenza negativi mi dici perché dovremmo preferire i primi ai secondi”

Perché i primi sono comuni nei messaggi dei grandi “saggi” del mondo. Questi ultimi hanno portato l’umanità a progredire, ovvero a cercare di diminuire la sofferenza, di dare equilibrio e felicità ecc…

“Se non esiste il bene e il male perché un precetto di uccidere è diverso da uno di amare”

Perché uccidere porta alla sofferenza, amare porta gioia.

“chi può smentire il mio culto del più forte”

La storia, antica e moderna. Il culto del più forte porta necessariamente a contrasti che a loro volta portano guerra e sofferenza di tutti gli individui. L’more la fratellanza la tolleranza, portano invece pace e serenità. Basterebbero queste ragioni per scegliere.

“Se bene e male non hanno ancoraggi trascendenti la morale diventa un prodotto del suo tempo, ne un precetto vale più di un altro”

Dipende cosa intendi per morale. Infatti la morale è relativa, mentre i concetti che ho sopra esposto sono insiti nel cuore dell’uomo che comprende intimamente cosa significhino.

“se vuoi per universale un principio vorrei saperne le motivazioni“

Il sentimento di amore è universale. Così come quello dell’odio. La differenza tra i due è nota a tutti e in tutti i tempi. Questo ovviamente non vuol dire che non si scelga l’odio, purtroppo.

“Se sono anche tuoi la mia obiezione resta, perché cioè attribuisci a Dio una concetto che trova la sua genealogia squisitamente umana nella genesi della vita in società?”

Per lo stesso motivo per cui lo fanno i cattolici, perché se anche fosse concepibile un Dio ingiusto, non mi interesserebbe indagarlo.

“La tua è la classica reazione dell’epoca post-moderna ego-centrata, che non tollera di non capire e vuole che tutto rientri nei suoi schemi”

Niente affatto. Io non pretendo di dover capire tutto, pretendo di dover capire almeno quanto gli altri uomini, e siccome sto parlando con un uomo (almeno credo), di teorie di altri uomini, non vedo perché ad un certo punto ti devi trincerare dietro l’indagabilità di Dio. Difatti fino a questo punto hai esposto teorie sulla rivelazione di i Dio, quando si trovano delle illogicità in tali teorie, invece di ritenere le tue argomentazioni fin ora esposte fallaci, per mantenerle in piedi, ti difendi dicendo: “se non si comprende è perché siamo limitati”. Troppo facile, così si può dire tutto e il contrario di tutto.

“Certo, un cattolico non nega che Dio sia giusto, amorevole, ecc. ma il problema è che nulla di queste parole ha a che fare con l’amore e la giustizia umani, sono di tutt’altro piano”

Chissà perché però, il Papa ad esempio, ha chiesto ragione del silenzio di Dio sui campi di sterminio. Questo non è altro che la prova della proiezione del senso di giustizia umano verso Dio. Il nostro senso di giustizia, se ammettiamo di essere fatti ad immagine di Dio, non può che essere simile a quello di Dio stesso. Altrimenti, una volta giudicati secondo un senso del giusto che non è nostro, ci sentiremmo necessariamente condannati ingiustamente ed ingannati. Inoltre, come potremmo scegliere il giusto e l’ingiusto su questa terra e seguire contemporaneamente la legge di Dio, se non avessimo lo stesso metro di giustizia del divino ?


In merito poi al discorso della rivelazione ad un singolo popolo, è fin troppo evidente la scelta di Dio di Israele. Per migliaia di anni, se il Dio di Israele è l’unico Dio, intere popolazioni del mondo sarebbero rimaste senza conoscere la volontà di Dio, mentre questa sarebbe rimasta in mano a qualche centinaio di migliaia di persone. La cosa è assurda ! Come può un padre amorevole rivelarsi ad un solo figlio e nascondersi per centinaia di secoli a tutti gli altri ? 2.000 anni nella storia del mondo sono un’inezia.

“per poi vedere se la posizione regge”

Se non regge ci inventiamo un dogma o un principio metafisico e la facciamo reggere.

“non bisogna fare il bene solo per paura dei castighi”

Allora perché bisogna farlo ? Se Dio ha dato una legge, va seguita al di là che si ritenga personalmente giusta o no, sbaglio ?


“Già Platone diceva che il corpo non può dare alcuna conoscenza certa perché ognuno sente in modo diverso”

Se partissimo da questo concetto arriveremmo al solipsismo.

“La Chiesa infatti dice et-et. CI vuole sia il sentimento(l’esperienza vissuta), sia il filtro della ragione”

La ragione è il mulo che ti porta davanti all’uscio di casa. Ma per entrare in casa devi scendere dal mulo.

“Se dunque Dio si rivelasse pienamente è vero che ci potrebbe essere ancora qualche pazzo che sceglie di agire contro la sua volontà, ma diventerebbe impossibile non credere. “

Allora ti faccio una domanda, secondo te è più importante l’agire o il credere ? O meglio, se Dio ci dovesse giudicare, salverebbe un essere umano che non crede e agisce rettamente o uno che crede ma agisce disonestamente ? io mi sto riferendo alle azioni, il credere è indimostrabile e insondabile nonché molto variabile nel corso dell’esistenza.

“di gente che non scappa quanto arriva la polizia siamo sprovvisti”

Sprovvisti ? Tu non sai quanti commettono degli omicidi e poi si consegnano spontaneamente. Mio padre me ne ha raccontate a flottate di questi episodi.

“Infatti il cristianesimo non insegna che si viene condannati per leggi che non conosci “

Io non ho parlato di non conoscenza, ma di non “identificazione” di una legge certa.

“a Dio per essersi comportato correttamente basta non condannarti senza averti fatto conoscere le regole, se poi tu vuoi scegliere di non seguirle è affar tuo”

Ancora ? Ti ho già spiegato che non basta buttare un volantino con scritte delle regole. Occorre che il destinatario abbia la certezza dell’autore di quelle regole. Se per me la Bibbia è un’invenzione umana, mi dici come posso accettarle come regole divine ?

“Dio non darà mai la prova trascendente che una regola giusta perché toglierebbe la libertà di decisione “

Ma che libertà di decisione ! La libertà si ha quando si hanno elementi certi per scegliere. Se la scelta è fatta arbitrariamente a “sensazione” che diavolo di scelta consapevole è ?

“Il cristianesimo dice appunto questo: c’è chi le segue e chi non le segue (e pecca)”

NO NON PECCA ! No pecca perché NON sa che quelle regole sono quelle giuste !!! Per lui le une valgono le altre e allora si limita a cercare di “sentire” quelle che sono giuste. Ma potrebbe sbagliarsi e non avrebbe colpa perché non aveva elementi certi per scegliere.


“Sei libero di scegliere il male”

Se sapessi qual è il male con certezza certo. MA SICCOME NON LO SO, COME POSSO ESSERE CODNANNATO ?

“sì, ma essendo una persona informata e dunque conscia delle differenze etiche fra culture, come posso sapere quali leggi devo seguire? Dio mi punirà se sbaglio a scegliere fra le tante?”
La questione qui è puramente a livello di sincerità interiore, sincerità che Dio conosce. “

Oh, adesso si ragiona. CONCORDO ! C’è solo un piccolo problema. Ovvero il senso di colpa può essere indotto anche in maniera errata, ovvero per leggi false, come avviene nelle sette. L’adepto, condizionato dalle regole della setta, da una parte sente di scegliere il male (andare contro i precetti) dall’altra però sente che invece quelle leggi sono errate, ma non sa decidere con tranquillità. Capita anche a me questo, perché sono condizionato dall’educazione cattolica ricevuta, come tutti del resto. Però se mi soffermo razionalmente capisco che certi precetti sono assurdi, ma nonostante ciò, il condizionamento è forte e un po’ in colpa mi sento. Questi sono i danni che provocano le leggi imposte dagli uomini che parlano in nome di Dio.

“Come già nel cristianesimo la condanna è per coloro che sbagliano ma sanno che stanno sbagliando”

Come se fosse facile saperlo. Vedi il discorso sul condizionamento.

“La dottrina cattolica dice che non si ha colpa se si rifiuta il cristianesimo perché o non lo si conosce o non è stato presentato in modo credibile.”

Questa mi mancava. Ignoravo completamente questa cosa, mi fido. Poiché mi contraddistingue l’onestà intellettuale, devo ammettere che ritengo importante questa visione, dovrebbe essere più pubblicizzata.

“aveva educato tutti i philosophes, sia direttamente a livello scolastico sia indirettamente per l’aria che respiravano”

Mi sembra un tantino presuntuoso. In ogni modo, dico da sempre che il messaggio d’amore di Cristo è fondamentale. Il fatto che nacque in rifiuto del sistema di cose dell’epoca, fu dovuto principalmente alla presa di coscienza della diversità dei fatti sociali, rispetto a ciò che veniva teoricamente insegnato come giusto. Ovvero si resero conto che le parole di uguaglianza di Gesù erano state completamente stravolte.

“Nessuno ha mai affermato che l’Europa abbia solo radici cristiane, io da grecista vedo che tutto quello che pensiamo viene da due grandi fiumi, il mondo greco-romano e quello cristiano-giudaico”

Io invece concordo con Giorello nel ritenere molto più articolato il nostro passato culturale. Noi siamo in realtà il derivato di una mescolanza di culture davvero eterogenea. E’ vero però gli influssi greco-romani prima e giudeo-cristiani poi siano i più decifrabili.

“mio professore ateo, Mario Ruggenini, pur essendo attualmente contro l’inserimento delle radici cristiane nella costituzione per motivi di opportunità, diceva giustamente che è la Bibbia il testo di riferimento dell’Occidente tanto per l’arte quanto per la letteratura”

Se il riferimento al cristianesimo era unicamente di natura culturale, non avrei avuto obiezioni. Il problema era se la citazione fosse stata una sorta di investitura ufficiale del cristianesimo come religione di stato europea.

“Proprio per questo ci viene in aiuto Platone, il quale dice giustamente ai relativisti che avrebbero ragione se il metro di misura fosse l’uomo e quello che l’uomo ritiene nelle singole contingenze, ma, grazie al cielo, è Dio e non l’uomo il metro di misura universale, il problema è quale Dio. Per questo rinnovo la domanda: ragioniamo etsi deus non daretur o “si deus daretur”? Perché il tipo di argomentazione da svolgere cambia completamente”

Questo è un punto fondamentale. Vediamo di chiarirci. A mio avviso un ente creatore non è una persona che una mattina si sveglia e crea l’universo e non è metro di alcun giudizio. Il Dio a cui mi riferisco non ha creato delle regole, ma si è limitato a dare “l’impulso” alla creazione. Le regole, se ci sono delle regole uguali per tutti, sono nate naturalmente senza la volontà precisa di nessuno. Assunto questo come presupposto, può esistere un Dio che non è affatto il metro di giudizio dell’agire umano.

“L’islam, la loro metafora più usata è che chi nega Allah nega l’evidenza del sole. “

Anche molti cristiani lo dicono di Gesù. Ma io mi riferisco ovviamente ad argomentazioni logiche.


ciao
Andrea

[Modificato da spirito!libero 30/06/2006 23.37]

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