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Predicare - Approfondimento

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2007 21:56
12/12/2005 23:48
 
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Re:

i discepoli nello spostarsi tra una città e l'altra predicavano nelle case che incontravano. Quella era predicazione di "porta in porta" che ti piaccia o no.



Quello che sappiamo è che negli spostamenti si fermavano per un breve periodo in una casa, e qui sicuramente predicavano. Ciò non significa minimamente che passassero letteralmente da una porta all'altra, questo lo vuoi affermare tu, ma non c'è scritto da nessuna parte. Il voler identificare le due cose (ospitalità e sistematica predicazione porta a porta) è una voluta mistificazione della realtà, una menzogna ad uso e consumo di un preciso interesse.


Inoltre se in una città vi erano centinaia di discepoli è assurdo immaginare gruppi di centinaia di cristiani tutti ad urlare in giro per le strade e nei mercati, la storia non ci narra una predicazione disordinata questo tipo.



Ecco barnabino che usa tutti gli espedienti retorici che conosce, e che ormai conosciamo anche noi. Dopo aver tentato un'equazione impossibile, ecco che attribuisce al suo interlocutore pensieri mai espressi, onde poterli confutare. Neanche ci faccio più caso.
Io non ho mai detto nulla del genere, ma semplicemente che è del tutto ovvio che la predicazione apostolica continuasse sulla scia di quella che vediamo descritta nel NT, e cioè nei luoghi pubblici. Per i giudei questi erano in primis le sinagoghe, per i pagani è ovvio che si trattasse di fori e basiliche. In mancanza di attestazioni diverse, non ci è lecito immaginare che ci fossero combiamenti.


E' possibile che i primi missionari parlassero prevalentemente pubblicamente ma una volta che era stata stabilita una chiesa è evidente che la predicazione doveva essere compiuta in modo diverso, più organizzato.



Probabilmente barnabino concluderà che Pietro e Paolo compilavano un foglietto da mandare ogni mese a Gerusalemme, con le ore di predicazione e le pubblicazioni distribuite. Ah quanta fantasia che ha questo ragazzo!


a fronte ad almeno tre asserzioni che lasciano chiaramente intendere il contrario.



E quali sarebbero le "tre asserzioni" che "lasciano chiaramente intendere" che la predicazione apostolica non avvenisse in luoghi pubblici, come si era sempre fatto, ma passando sistematicamente "di casa in casa?"


non si vede perchè i discepoli non avrebbere dovuto visitare le persone anche nelle loro case.



Ma che gli apostoli, nelle soste necessarie agli spostamenti, predicassero anche nella casa che li ospitava, lo sappiamo. Nulla però ci autorizza a dire che bussassero a tutte le porte che incontravano. Siamo sempre lì, tu hai un desiderio legittimo, peccato che non sia suffragato che dalle tue buone intenzioni.



Paolo dice di aver insegnato "pubblicamente e di casa in casa" a giudei e greci intorno al pentimento, indicando che non si trattene certo di praticare la sua attività missionaria anche in privato oltre che pubblicamente



Dicesi espediente retorico, un rafforzativo, grosso modo equivalente alle nostre espressioni "di lungo in largo" oppure " a destra e a manca". Nulla ci autorizza a far dire al brano quello che gli vuoi per forza far dire tu, cioè che Paolo abbia passato tutti suoi itinerari passando da una porta all'altra. Non gli sarebbero bastate sei vite per arrivare a Roma!

Barnabino, ascolta, io ammiro realmente la tua devozione ed il sincero desiderio di sentir dire dal testo quello che più si adatta al tuo modo di vita. Tuttavia, ogni studioso che si rispetti non può che andare cauto. Voler per forza estrarre dal testo ciò che più ci piace è un gioco pericoloso.
13/12/2005 00:58
 
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Caro Teodoro,


Ciò non significa minimamente che passassero letteralmente da una porta all'altra, questo lo vuoi affermare tu, ma non c'è scritto da nessuna parte



Non è scritto neppure che andavano in bagno... è ovvio che se il compito dei missionari era predicare non avevano certo fretta di arrivare da una città all'altra. Essi predicavano sistematicamente a tutte le case che incontravano nella strada, che senso avrebbe avuto passare avanti se il loro desiderio era evangelizzare?

I discepoli non erano politici in un giro di comizi elettorali, erano pastori di anime, per loro ogni singola vita era importante!


In mancanza di attestazioni diverse, non ci è lecito immaginare che ci fossero combiamenti.



Ma le attestazioni ci sono, almeno tre, sei tu che le neghi in base al pregiudizio incomprensibile che essi non predicassero anche privatamente.

Sicuramente nei periodi di persecuzione o turbe i cristiani non predicavano nelle sinagoghe o nei mercati, ma privatamente ed in modo discreto, per esempio passando nelle case dei loro vicini di cui potevano fidarsi!


E quali sarebbero le "tre asserzioni" che "lasciano chiaramente intendere" che la predicazione apostolica non avvenisse in luoghi pubblici



Quelle che tu sostieni si applichino solo alla catechesi o alla ricerca dell'ospitalità.

In realtà se il testo non è chiaro devi tenere aperte le due ipotesi e non chiudere quella che meno ti piace! E perchè poi non ti piace? Non lo abbiamo ancora capito... non è che ci sono di mezzo certi tuoi poco velati pregiudizi contro una certa religione?


predicassero anche nella casa che li ospitava, lo sappiamo.



Mi pare un pò pochino, e poi mica tutti viaggiavano, a Corinto vi erano centinuaia di Cristiani, altri erano fissi... questi a chi predicavano? A se stessi? E' ovvio che parolavano ai loro vicini!


Dicesi espediente retorico, un rafforzativo, grosso modo equivalente alle nostre espressioni "di lungo in largo"



Non direi che il distributivo possa essere usato per un'epressione retorica di questo tipo (fammi vedere dove ha questo significato) mentre Luca è assai preciso a registrare questa espressione che indica l'interesse personale che Paolo ebbe nella predicazione a giudei ed ebrei, non solopubblicamente ma anche in privato. D'altronde Paolo stette, per esempio, a Corinto 18 mesi. E' evidente che non li passò tutti nei luoghi pubblici ma anche li spese per fare discepoli insegnando in maniera privata e personale nelle loro case. Nei mercati poteva attirare l'attenzione ma poi l'insegnamento doveva continuare individualmente!

Ciao [SM=g27998]



13/12/2005 01:33
 
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Re:



è ovvio che se il compito dei missionari era predicare non avevano certo fretta di arrivare da una città all'altra. Essi predicavano sistematicamente a tutte le case che incontravano nella strada, che senso avrebbe avuto passare avanti se il loro desiderio era evangelizzare?



Queste sono tutte tue asserzioni. Secondo me era molto più importante andare nelle grandi città e farsi sentire da tanta gente piuttosto che perdere tempo a bussare al proverbiale "fattore di Potenza", questo almeno per la prima generazione di evangelizzatori, dove "pochi erano gli operai, molta la messe". Sarebbe stato un inutile spreco delle poche forze che si avevano.



Ma le attestazioni ci sono, almeno tre, sei tu che le neghi in base al pregiudizio incomprensibile che essi non predicassero anche privatamente.



Io sono possibilista, mentre tu sei dogmatico. In base a poche parole variamente interpretabili, hai postulato che gli apostoli bussassero ad ogni porta, cosa che esiste attestata solo nella tua fantasia.


Sicuramente nei periodi di persecuzione o turbe i cristiani non predicavano nelle sinagoghe o nei mercati, ma privatamente ed in modo discreto, per esempio passando nelle case dei loro vicini di cui potevano fidarsi!



Certo, è possibile. Ma intanto stiamo parlando della prima generazione di evangelizzatori, che non sempre ebbero a che fare con persecuzioni. Inoltre una cosa è dire che lo facessero occasionalmente durante le persecuzioni, un'altra è affermare che lo facessero sempre, da subito, e con sistematicità, cosa del tutto improbabile.



In realtà se il testo non è chiaro devi tenere aperte le due ipotesi e non chiudere quella che meno ti piace!



Veramente quello che fa asserzioni qui non sono io. Io ho solo notato che nel NT la predicazione di Gesù e dei suoi avviene sempre in luoghi pubblici. La logica vuole che, fino a prova contraria, le cose continuassero così anche dopo la morte di Gesù. Sei tu che affermi, in base a tue interpretazioni, che di punto in bianco gli apostoli cominciassero a bussare a tutte le porte. Negare una cosa che non è affermata da nessuna parte non mi pare un atteggiamento censurabile.


Non direi che il distributivo possa essere usato per un'epressione retorica di questo tipo (fammi vedere dove ha questo significato)



Io ho solo detto che quella locuzione è rafforzativa, non che tutti i kata che si incontrano sono locuzioni rafforzative, questo sei tu che me lo vuoi far dire, come di consueto del resto [SM=g27985]


D'altronde Paolo stette, per esempio, a Corinto 18 mesi. E' evidente che non li passò tutti nei luoghi pubblici ma anche li spese per fare discepoli insegnando in maniera privata e personale nelle loro case. Nei mercati poteva attirare l'attenzione ma poi l'insegnamento doveva continuare individualmente!



E pensa che Gesù è rimasto negli stessi posti per due anni e mezzo, eppure non è mai andato a bussare porta per porta. Ciò che dunque tu definisci "evidente", potrebbe non esserlo affatto.

Ciao ciao [SM=g27985]
13/12/2005 15:16
 
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Caro Teodoro,

Mi pare che questa discussione non approdi a nulla, se non possiamo provare, a tua detta, che la predicazione non evvenisse di casa in casa non ci sono neppure motivi per escluderla.


Sei tu che affermi, in base a tue interpretazioni, che di punto in bianco gli apostoli cominciassero a bussare a tutte le porte. Negare una cosa che non è affermata da nessuna parte non mi pare un atteggiamento censurabile



Io leggo almeno tre asserzioni in cui si parla di predicazione di casa in casa, a me bastano per ritenere che questo fosse uno dei metodi usati dai discepoli, specialente nelle campagne e nei periodo di persecuzione.

Non mi pare poi mai di aver detto che gli apostoli "bussassero a tutte le porte", ho solo detto che i discepoli (e non gli "apostoli") via via usavano il metodo che era ritenuto più propizio per il tempo, il luogo e le persone incontrate.

Ciao [SM=x511460]


13/12/2005 16:23
 
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Re:


Io leggo almeno tre asserzioni in cui si parla di predicazione di casa in casa



Bene, allora a beneficio dei foristi, perché non le riporti nuovamente qui, nel testo traslitterato, o meglio ancora un jpg dell'originale.

Così vediamo bene quante sono e di cosa veramente parlano.
Perché dal mio punto di vista non parlano affatto di questo, dunque è opportuno approfondire, non credi?
_____________________

EDITO x Sea:

Leggi il regolamento. Portare passi da una traduzione che non è accettata da tutti non è consentito dal regolamento. Se ritieni che quei brani possano avere una qualche rilevanza posta una traduzione "neutra" o meglio il testo traslitterato. Questa rigidità è indispensabile quando ci sono di mezzo brani contesi e variamente interpretati.

[Modificato da Teodoro Studita 13/12/2005 18.10]

13/12/2005 17:17
 
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13/12/2005 18:56
 
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Caro Teodoro,


Perché dal mio punto di vista non parlano affatto di questo, dunque è opportuno approfondire, non credi?



Non direi che è il caso, il testo ovviamente non può essere definitivo, se per te evangelizzare kat'oikon [secondo la casa] vuol dire "a casa" piuttosto che "di casa in casa" non vedo come si possa convicerti ulteriormente. Ho provato a spiegarti che i versetti fanno riferiemento all'evangelizzare e dunque alla "predicazione" e non all'insegnamento o catechesi che dir si voglia. E' evidente che a questo punto entra in gioco l'ideologia, se tu, per motivi che non conosco, sostieni che sia "impossibile" che i discepoli predicassero anche "di casa in casa" o "per le case" non vedo come la discussione possa andare avanti. Si tratta di motivi ideologici e non liguistici o storici.

Ti ho mostrato la testimonianze di Plinio (degli anni 70) e di Celso (II secolo) che mostrano come il cristianesimo era diffuso anche nelle campagne (dove era necessario predicare "di casa in casa") e le contesti sostenendo che i discepoli non avrebbero assolutaente predicato nelle campagne se non sporadicamente. Ti ho mostrato come gli storici attestano che durante le persecuzioni la predicazione avveniva in modo discreto e lo contesti dicendo che i cristiani erano tutti dediti al martirio.

Non voglio dire che la tua sia una posizione irragionevole ma mi pare esagerato escludere la predicazione di casa in casa in base a queste considerazioni. Semplicenente i discepoli a seconda delle circosatanze seguivano il metodo che ritenevano più efficace, non ci vedo nulla di tanto drammatico da richiedere una tua assurda presa di posizione. Io, se non ci sono altre considerazioni storiche e testuali, concluderei qui questa discussione.

Ciao

13/12/2005 19:01
 
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Caro Teodoro


Portare passi da una traduzione che non è accettata da tutti non è consentito dal regolamento



Ovvero non si potrebbe citare la TNM? Si possono citare solo versioni con l'imprimatur?

Scusate ma questo è un caso di aperta discriminazione e di stupidità macroscopica! Vorresti dire che se io e sea non accettiamo la CEI tu non dovresti più citarla?

[SM=g27993]

14/12/2005 10:29
 
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Re:

Scritto da: barnabino 13/12/2005 19.01
C Vorresti dire che se io e sea non accettiamo la CEI tu non dovresti più citarla?



Esatto.

finché si parla di brani che traducono tutti allo stesso modo, puoi produrre la citazioen che vuoi, ma se vuoi sostenere un argomento in forza di una citazione biblica tradotta "diversamente" dale traduzioni più accreditate, allora devi produrre il testo originale.

Non mi sembra nè stupido, né discriminante. Viceversa sarebbe del tutto inutile ragionare su un testo tradotto tralasciando l'originale.
14/12/2005 11:40
 
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