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Tito2:13 Verso scritturale di Cristo Dio

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2008 15:11
04/01/2008 17:59
 
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Re: Re:
(Mario70), 04/01/2008 16.58:




Parlando di questo tema in un altro sito in antitesi rispetto ad apologia, ma comunque utile allo scopo, è stato citato Ireneo di Lione, riportando un passo che mi ero scordato che esistesse, evito di riportare il commento in quanto dovrei chiedere il permesso alla persona in questione (anche se non credo abbia nulla da ridire), ma riporto solo quanto scrisse Ireneo, nella sua opera "Contro le eresie" (I, 10, 1-3):

"La Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra, ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell'unico Dio, Padre Onnipotente, che fece il cielo e la terra e il mare e tutto ciò che in essi è contenuto (Atti 4,24). La Chiesa accolse la fede nell'unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino di salvezza: cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del Padre. Allora verrà per ricapitolare tutte le cose (Efesini 1,10) e risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù Cristo nostro Signore e Dio e Salvatore e Re (Tito 2,13), secondo il beneplacito del Padre invisibile "ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua lo proclami" (Filippesi 2,10) ed egli pronunci su tutti il suo giudizio insindacabile.

Avendo ricevuto, come dissi, tale messaggio e tale fede, la Chiesa li custodisce con estrema cura, tutta compatta come abitasse in un'unica casa, benché ovunque disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima e un solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all'unisono, come possedesse un'unica bocca.

Benché infatti nel mondo diverse siano le lingue, unica e identica è la forza della tradizione. Per cui le chiese fondate in Germania non credono o trasmettono una dottrina diversa da quelle che si trovano in Spagna o nelle terre dei Celti o in Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del mondo. Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l'universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità. E così tra coloro che presiedono le chiese nessuno annunzia una dottrina diversa da questa, perché nessuno è al di sopra del suo maestro.

Si tratti di un grande oratore o di un misero parlatore, tutti insegnano la medesima verità. Nessuno sminuisce il contenuto della tradizione. Unica e identica è la fede. Perciò né l'eloquente può arricchirla, né il balbuziente può impoverirla. "

Ireneo scrisse 160 anni prima di Nicea e quindi non era influenzato dalla scuola dei cappadoci, non aveva alcun pregiudizio teologico per interpretare la scrittura in questione in maniera alterata,il suo pensiero e le sue opere furono direttamente influenzate da Policarpo che fu a suo tempo discepolo diretto di Giovanni Evangelista. Esse sono una testimonianza della tradizione apostolica, eppure nella sua parafrasi la comprende come la maggioranza dei traduttori odierni, concordemente alla regola di Sharp.
Sicuramente Ireneo conosceva il greco neotestamentario meglio di Behduhn e di Stafford, quindi da sola questa testimonianza basterebbe secondo me a smontare ogni altra teoria riguardo questa scrittura specifica.
Saluti Mario

P.S. non sono ancora riuscito a trovare la versione greca, ma in questo sito:
http://www.ccel.org/ccel/schaff/anf01/Page_330.html
c'è quella inglese:

"in order that to Christ Jesus, our Lord, and God, and Saviour, and King, according to the will of the invisible Father, “every knee should bow, of things in heaven, and things in earth, and things under the earth, and that every tongue should confess”27882788 Phil. ii. 10, 11. to Him, and that He should execute just judgment towards all; that He may send “spiritual wickednesses"




Al di la' di ogni considerazione su Ireneo e sulla sua posizione teologica che e' tutta da considerare come tu ben sai, cosa ne pensi del resto?
Direi che c e' parecchia carne al fuoco, non trovi? Sicuramente hai letto i post precedenti.
Siccome ti ritengo una persona ragionevole e con cui si puo' dialogare serenamente spero che il tuo commento sia un pochino piu' articolato.
Restando a titolo di esempio all'ultimo mio post che hai quotato, i dati non ti dicono niente?
Li' non si tratta tanto di lingua ma di dati. Il fatto che il termine theos sia rivolto da Paolo piu' 600 volte al Padre e 0 a Gesu'( con quattro passi grammaticalmente ambigui( e cioe' traducibili in piu' modi tra cui Tito2:13) non suscita nessuna riflessione o pensiero in te?
La cosa mi stupirebbe assai.Non te la puoi cavare con una battuta su Stafford o su Bedhun. Queste battute lasciale agli empirei che cosi' si sentono rassicurati poverini.






[Modificato da descubridor 04/01/2008 18:25]
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