Caro Teodoro,
Sarò lieto di prendere in esame la posizione di ogni studioso quando ci fornirai le coordinate bibliografiche
Le posizioni di Conzelmann, Jeremias e Kelly su questo passo sono ben note e sono anche riportate da R.E.Brown, Introduzione alla cristologia del Nuovo Testamento nell'appendice che si rifà al precedente articolo "Does the New Testament call Jesus God?", Theological Studies 1,26 (1965) pp. 545-73
Ciò comunque non cambia di una virgola il fatto che se i Padri hanno semper et ubique letto Tito 2,13 attribuendo theos al Figlio la discussione è chiusa
Non vedo come l'interpretazione patristica di Gregorio di Nissa possa "chiudere la discussione", quella era una posizione esegetica trinitaria che non esclude in nessun modo l'ambiguità del testo o letture differenti in altri ambiti.
mostrami dove nel NT la regola di Sharp non funzionerebbe
Perchè?
Si tratta di una regola che funziona solo nel NT? Si parlava una lingua con regole "speciali" valide solo in quei testi? Lo trovo un principio filologico piuttosto discutibile!
Ti ripeto, fammi vedere qualche grammatica che include questa fantomatica regola inesistente nel greco antico...
si presuppone che i padri capissero il greco meglio dei brooklyniani, fino a prova contraria
Nessuno ha detto che quel passo non possa
essere anche letto in quella maniera, lo vuoi capire? Si dice solo che il passo è ambiguo, ambivalente, si può leggere tanto in una maniera quanto nell'altra. E' ovvio che un trinitario lo leggesse in base alla propria teologia, ma questo non vedo come possa escludere l'altra lettura, che è assolutamente non teologica, poiche che Gesù e Dio siano distinti è il contesto linguistico più ovvio.
Copiare l'elenco dei passi dove theos è applicato al Padre cosa dimostrerebbe?
Nulla, ma certamente se Paolo avesse voluto comunicarci con chiarezza che Gesù era theos non avrebbe usato una costruzione ambigua, proprio tenenendo conto di un contesto in cui, nel dubbio, ho theos veniva senza dubbio applicato al Padre e non ad altri.
Di fatto
è molto più teologica la tua lettura (che presuppone già uno sviluppo trinitario ben successivo) della nostra, che è spiegabilissima entro il contesto linguistico e religioso del cristianesimo primitivo.
Spero che ti sia chiara la nostra posizione al riguardo.
Shalom