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Tito2:13 Verso scritturale di Cristo Dio

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2008 15:11
08/01/2008 12:40
 
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Re: Re: Re:
descubridor, 08/01/2008 10.17:



Per il semplice motivo che nessuno dopo 1700 anni dalla condanna di Ario sente alcuna necessità apologetica verso ciò che è stato considerato semper ubique et ab omnibus come la sola retta interpretazione. Sono solo i fondamentalisti americani a porsi simili problemi, dal mio modesto punto di osservazione.


Cioe' questi emeriti deficienti avrebbero tradotto in un certo modo ( non trinitario,anche se continuiamo a chiamarlo trinitario ma trinitario dove poi) sapendo che il passo e' trinitario.
Complimenti. E cosi' quelli che ho citato io nei post iniziali.
Una manica di minorati( praticamente tutti trinitari poi).
Ci voleva l'oracolo per dare implicitamente degli impediti a quelli che la pensano come lui.
E meno male che ci sono i grandi grecisti in giro che quando vengono messi alle strette tirano fuori la solita questione e sdegnosi si ritirano.
E' proprio vero,come hai dimostrato qui,che la laurea ( ammesso e non concesso che tu ce l'abbia e ti ripeto non me ne puo' fregar di meno)non sempre fa un professionista.
Ma d'altronde il nostro amico gia' aveva detto che ci faceva un piacere a stare qui. Bonta' sua. E che questo non e' un forum serio( parole sue, ma il moderatore non l'ha visto).
Buon viaggio oracolo.
P.S.: Peccato la domanda senza risposta sulla regola che avevo proposto.




Caro des vedo che hai frainteso le parole di Polidori ma forse non per colpa tua.
Egli non ha fatto altro che confermare quanto gia ti scrissi io, i teologi e filologi che si impegnano nella traduzione di determinati passi non hanno nulla da difendere, per loro la deità di Cristo è ovvia, come ti abbiamo scritto sono 1700 anni che la questione è chiusa, quindi traducendo determinati passi che per **te** sono di fondamentale importanza teologica in quanto se tradotti in un determinato modo identificano Cristo come Dio (non vedo comunque il problema visto che in altri passi lo interpretate in senso qualitativo come rappresentante ecc...)in maniera conforme alla tnm (questa si che è stata tradotta in base a dei preconcetti teologici e basta esaminarla per convincersene) per loro non cambia nulla circa l'identificazione divina del figlio.
Questo ti ha scritto Teo e in questo non ci vedo nulla di male.
Comunque ricapitolando a sostegno dell'applicazione del titolo "grande Dio" a Cristo esiste il contesto (epifaneia e il singolare che segue) i padri apostolici preniceni i quali compresero il passo in questo modo, la stragrande maggioranza delle traduzioni moderne ed infine la regola grammaticale di Sharp.
Le tesi di des sdono interessanti ma **per me** non sufficienti per accettarte la tesi che divide in questo passo le persone.
Saluti Mario

P.S. sarò per una settimana a barcellona... fate i bravi in mia assenza [SM=g27988]

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