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WT

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2010 19:16
28/02/2010 18:10
 
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strana affermazione



Qualcuno può spiegarmi il significato che "geova e Cristo Gesu sono uno" alla riga 26 / 27
Grazie
NO PERDITEMPO

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



01/03/2010 08:44
 
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L'utente barnabino afferma
Questo indicherebbe che Gesù non è Geova, ma non è questo il problema della definizione di "cristiano". Essere cristiano significa essere seguaci di Cristo, [G]"non ritenere che Gesù è Geova stesso". E comunque i TdG ritengono Geova Dio. Da nessuna parte si dice che per diventare Cristiani si doveva accettare che Geova era Gesù.

Shalom
[Modificato da barnabino 28/02/2010 23.38]

Ma pensa !!!!

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...




«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



05/03/2010 22:12
 
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Re: L'utente barnabino afferma
Justee, 01/03/2010 8.44:

Questo indicherebbe che Gesù non è Geova, ma non è questo il problema della definizione di "cristiano". Essere cristiano significa essere seguaci di Cristo, [G]"non ritenere che Gesù è Geova stesso". E comunque i TdG ritengono Geova Dio. Da nessuna parte si dice che per diventare Cristiani si doveva accettare che Geova era Gesù.

Shalom
[Modificato da barnabino 28/02/2010 23.38]

Ma pensa !!!!

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...





Purtroppo Rutherford intendeva unità di intenti, null'altro che questo.
Barnabino gioca con i termini... A lui da fastidio che la trinità intera possa avere il "non nome" di "Geova" e invita gli sprovveduti alla confusione.
Comunque concordo che il vero cristiano è colui che segue le orme di Cristo, per nostro Signore è stata sempre più importante la pratica che la teoria.
ciao bello


[Modificato da (Mario70) 05/03/2010 22:13]
17/03/2010 17:36
 
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Purtroppo Rutherford intendeva unità di intenti, null'altro che questo.
Barnabino gioca con i termini... A lui da fastidio che la trinità intera possa avere il "non nome" di "Geova" e invita gli sprovveduti alla confusione.




Ehmm..io sono uno sprovveduto che vuole essere illuminato sul pensiero dalla trinità che si chiama Geova,vorrei sapere come essere illuminato..grazie!
24/03/2010 08:52
 
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Re:
dispensa., 3/17/2010 5:36 PM:


Purtroppo Rutherford intendeva unità di intenti, null'altro che questo.
Barnabino gioca con i termini... A lui da fastidio che la trinità intera possa avere il "non nome" di "Geova" e invita gli sprovveduti alla confusione.




Ehmm..io sono uno sprovveduto che vuole essere illuminato sul pensiero dalla trinità che si chiama Geova,vorrei sapere come essere illuminato..grazie!



Premetto che rispondo solo perchè è un argomento che mi appassiona, non ho intenzione di dibattere con te, perchè gia so che non riescirei a seguirti, è più facile per me leggere e capire un manuale di dogmatica che non le tue elucubrazioni mentali.
Detto questo prendendo per buono che Geova equivalga a YHWH (l'unica cosa certa è che non lo sia, ma lasciamo perdere, farò finta di niente) si possono considerare le seguenti possibilità:

1)Geova indicava per gli ebrei l'unico Dio

2)Al tempo di Cristo non si usava più per chiamare Dio ma si pronunciava solo una volta all'anno nel tempio ed era il sommo sacerdote a farlo e solo lui.

3) Gesù ci ha insegnato a chiamarlo "padre" e si distingueva da lui chiamandosi figlio.

4) concentrandoci sul significato del nome di Geova, gia gli ebrei capirono che tale nome indicava l'eternità di Dio e la sua immutabilità, "Egli è" indica appunto il suo eterno presente, da questo punto di vista la trinità nel suo insieme ha questa prerogativa, essendo indistintamente tutte e tre le persone divine "Dio eterno".

In finale se usassimo Geova come nome, allora potremmo usarlo per il solo padre, se lo usassimo nel suo significato, allora tutta la trinità è Geova.
Potrei dilungarmi sulla teoria del "non nome" ma lasciamo perdere...


Ciao




[Modificato da (Mario70) 24/03/2010 08:54]
24/03/2010 10:21
 
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Premetto che rispondo solo perchè è un argomento che mi appassiona, non ho intenzione di dibattere con te, perchè gia so che non riescirei a seguirti, è più facile per me leggere e capire un manuale di dogmatica che non le tue elucubrazioni mentali.

[SM=g27987]

Carina questa..Come se non sarei in grado di spiegarmi.
Io posso fare una elucubrazioni su qualcosa di non elaborabile logicamente, quindi la tua conclusione è quella stessa che faresti se ti porresti gli stessi interrogativi.

Ma ovviamente non te li poni, e nel caso non lo afferri non chiedi una plausibile logica, se logica vi è, visto che il punto da me rigirato tende a dimostrare proprio questo: cioè assenza di coerenza.


In finale se usassimo Geova come nome, allora potremmo usarlo per il solo padre, se lo usassimo nel suo significato, allora tutta la trinità è Geova.
Potrei dilungarmi sulla teoria del "non nome" ma lasciamo perdere...



Questo ammesso e concesso che la teoria della trinità fosse dimostrabile , quindi da non catalogare come dogma.
E lasciando da parte la scusante che da un punto di vista scientifico non possiamo studiare l'essenza corporale o immateriale del creatore, Poichè non stiamo certo a discutere su questo aspetto,

Poi sai quanto gliene poteva importare al Cristo di mettersi a discutere con i farisei per dimostrare della sua divinità; extracorporea trina o una; in intermini immateriali come essere onnipotente/i; visto che non poteva di certo usare o rappresentare l'aspetto soprannaturale di un creatore all'interno della sua creazione..
( cosa inverosimile dato che i cieli dei cieli non lo possono nemmeno contenere.
Del resto per logica non poteva essere che così)

Di certo non poteva dimostrarlo con il suo corpo umano ai farisei con cui dibatteva dichiarandosi come persona, Figlio di Dio; come dire figlio di un re, avendone la stessa importanza ai loro occhi, cosa che poi il Cristo in risposta gli smentisce con tante innumerevoli parole,sostenendo dell'importanza del Padre superiore alla sua; dato che era quello il solo senso che potevano intendere e pertanto accusargli avendogli dichiarato di essere il Figlio.

In ogni caso la testimonianza dell'aspetto immateriale in senso uno o trino, non gli sarebbe servita a nulla ai fini di provare che egli era figlio di Dio, che rappresentava il Padre.

Tanto più che gli ebrei, nemici (o amici come discepoli), non avevano nemmeno un concetto di trinità; cosa valida fino ad oggi.

Pertanto questa discussione è priva di senso dal mio punto di vista.

Quindi ritornando al nome, il significato impersonale che vi vedi tu, innanzitutto sarebbe da dimostrare che vale per tutti e tre.

Io invece vi vedo un significato personale, quindi non lo si può confondere con quello di Gesù o della sua persona.

Che poi Dio scelga un nome ( da non confondere con i suoi attributi) come identificazione oggettiva o impersonale, non gli farebbe di certo onore, poichè un tal nome sarebbe simile alla nomenclatura che si da a degli oggetti inanimati per identificarne le proprietà.

Per me e per le scritture la gloria di Dio non sta nell'essere eterno, ma nell'essere ciò che si mostra di essere come persona, e non come forza impersonale.

Non sono un suo adoratore in chiave oggettiva, per questo non mi inchino di fronte a un idolo pensando che rappresenti il creatore, anche se questo idolo emanasse luce celestiale e contorno vario.


In ogni caso ti ricordo che Secondo Esodo 23:13, il rifiuto di pronunciare il nome di un dio è un rifiuto di adorare il dio in questione, in modo da rifiutare di pronunciare il nome del vero Dio, il rifiuto per adorarlo (Giosuè 23:7, il rifiuto di pronunciare il nome degli altri dei è equivalente a rifiutarsi di adorarli).


saluti



25/03/2010 11:48
 
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Re:




Poi sai quanto gliene poteva importare al Cristo di mettersi a discutere con i farisei per dimostrare della sua divinità; extracorporea trina o una; in intermini immateriali come essere onnipotente/i; visto che non poteva di certo usare o rappresentare l'aspetto soprannaturale di un creatore all'interno della sua creazione..
( cosa inverosimile dato che i cieli dei cieli non lo possono nemmeno contenere.
Del resto per logica non poteva essere che così)



Come immaginavo non ti ho capito, evita l'ironia perchè è gia difficile interpretarti normalmente, abbi pazienza.



Di certo non poteva dimostrarlo con il suo corpo umano ai farisei con cui dibatteva dichiarandosi come persona, Figlio di Dio; come dire figlio di un re, avendone la stessa importanza ai loro occhi, cosa che poi il Cristo in risposta gli smentisce con tante innumerevoli parole,sostenendo dell'importanza del Padre superiore alla sua; dato che era quello il solo senso che potevano intendere e pertanto accusargli avendogli dichiarato di essere il Figlio.



Furono i farisei a dichiarare che il suo farsi "figlio di Dio" equivaleva a farsi Dio, lo hanno capito tutti meno che voi...



In ogni caso la testimonianza dell'aspetto immateriale in senso uno o trino, non gli sarebbe servita a nulla ai fini di provare che egli era figlio di Dio, che rappresentava il Padre.



??



Tanto più che gli ebrei, nemici (o amici come discepoli), non avevano nemmeno un concetto di trinità; cosa valida fino ad oggi.



Nessuno lo mette in dubbio questo...



Pertanto questa discussione è priva di senso dal mio punto di vista.



contento tu...


Quindi ritornando al nome, il significato impersonale che vi vedi tu, innanzitutto sarebbe da dimostrare che vale per tutti e tre.



E' un discorso logico fondato sulla natura, "se" la natura di Dio padre è eterna, lo deve essere anche quella del figlio e del Santo spirito.


Io invece vi vedo un significato personale, quindi non lo si può confondere con quello di Gesù o della sua persona.



ovvio dal tuo punto di vista...


Che poi Dio scelga un nome ( da non confondere con i suoi attributi) come identificazione oggettiva o impersonale, non gli farebbe di certo onore, poichè un tal nome sarebbe simile alla nomenclatura che si da a degli oggetti inanimati per identificarne le proprietà.



Sbaglio o hai confermato quanto credo io?
Ti senti bene?



Per me e per le scritture la gloria di Dio non sta nell'essere eterno, ma nell'essere ciò che si mostra di essere come persona, e non come forza impersonale.



La gloria di Dio si vede da molte cose, ma la sua natura è il fulcro di tutto, la gloria di Dio si evince dalla sua eternità, potenza, sapienza onnipresenza ecc... tutte cose che derivano dalla sua natura eterna appunto.



Non sono un suo adoratore in chiave oggettiva, per questo non mi inchino di fronte a un idolo pensando che rappresenti il creatore, anche se questo idolo emanasse luce celestiale e contorno vario.



neanche io...


In ogni caso ti ricordo che Secondo Esodo 23:13, il rifiuto di pronunciare il nome di un dio è un rifiuto di adorare il dio in questione, in modo da rifiutare di pronunciare il nome del vero Dio, il rifiuto per adorarlo (Giosuè 23:7, il rifiuto di pronunciare il nome degli altri dei è equivalente a rifiutarsi di adorarli).



Non devi spiegarlo a me, ma agli ebrei, a me non interessano i motivi per i quali essi hanno deciso di non pronunciarlo (o almeno mi limito a prenderne atto) essendo Cristo un ebreo seguì indubbiamente questa usanza, immagino che se non lo avesse fatto, sarebbe stato messo a morte per bestemmia, solo il sacerdote lo poteva pronunziare ricordatelo bene, il resto sono solo ipotesi assurde atte a giustificare la vostra mania di pronunciarlo in contuinuazione per volervi distinguere dagli altri (e da Cristo stesso dal momento che tutte le prove indicano che si limitasse a chiamarlo "padre").

saluti






25/03/2010 21:24
 
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Furono i farisei a dichiarare che il suo farsi "figlio di Dio" equivaleva a farsi Dio, lo hanno capito tutti meno che voi...




Si perchè saremmo solo noi, già la dice lunga una simile affermazione.

Comunque se non riesci a capire una cosa così banale figuriamoci il resto..,perciò mi limito solo a questo.

Cristo di fronte ai farisei chiamava Dio suo Padre, Giovanni 5:18. Pertanto a motivo di questa sua affermazione questi ritenevano che con ciò egli si stava facendo uguale a Dio.
Ma farsi uguale a Dio non significa farsi Dio il Padre.
Poichè il concetto di uguaglianza posto da essi, per logica lo si può fare solo tra due soggetti distinti.

Quindi escludi a priori che i farisei pensavano che Cristo stesse dicendo di essere Dio il Padre, poichè in questo caso non possiamo più discutere di concetto di uguaglianza se ci riesci a seguirmi.

Non solo, ma nella frase in questione come figlio che chiama Dio suo Padre è chiaro che vi è una netta distinzione di personalità.

Pertanto non potevano lontanamente accusarlo di qualcosa estranea a questa distinzione basata sull'importanza della personalità.

Cioè quello di farsi consustanziale; cosa per altro da essi sconosciuta come tema filosofico, almeno in questo dato storico dei vangeli.

Lo stavano semplicemente accusando che come personalità si stava facendo uguale a Dio. Stop


Infatti la risposta data di seguito da Gesù lo conferma.
" Perciò rispondendo Gesù proseguì dicendo che il Figlio non può fare nessuna cosa di propria iniziativa...( Dio)Gli ha dato l'autorità di giudicare..( prima non ce l'aveva)perchè quello che lui fa e giudica e quello stesso che vede fare al Padre e quindi il Figlio fa simile".

Ora è chiaro che quel farsi Figlio chiamando Dio suo Padre per i farisei equivaleva a farsi uguale a Dio in quanto ad autorità e importanza.
Cosa ben compresa da Gesù, che ne dà una risposta specifica a sua difesa.

Quindi che cosa centrerebbe mai la discussione che Gesù come Figlio si fa Dio in senso immateriale??



Se fosse stato questo l'aspetto, la risposta di Cristo non poteva vertere sull'aspetto delle qualità personali, quali la volontà l'iniziativa, l'esempio della condotta,ecc..dimostrando in ciò la sua subordinazione alla personalità del Padre, con ciò testimoniando e giustificando che sebbene si facesse Figlio, non si stava facendo di certo uguale al Padre o a "Dio il suo capo".

In sintesi questi sono tutti aspetti che non trattano in nessun modo una discussione sul tema dell'immaterialità, ma sul tema dell'essere come persona uguale o no a quella del Padre.


Quindi quando il fariseo accusa Gesù di farsi uguale a Dio, non lo sta facendo nel senso che lo accusava di farsi immaterialmente Dio, poichè di certo per l'ebreo Dio non è un essere di carne e sangue.

Ma in realtà lo accusava di farsi Dio come autorità , loro pensando che i figli dei re abbiano sul popolo la stessa autorità del loro padre.

A riconferma di questo in un successivo scontro sullo stessa accusa, di chiamare Dio suo Padre, lo volevano lapidare perchè faceva di se stesso (Dio...o un Dio).

Stai certo che per il fariseo un figlio non è suo padre.

Infatti che il senso era quello di farsi un Dio,lo conferma la medesima risposta di Cristo.

Giovanni 10:32-37

" Di che vi meravigliate, non è scritto nella stessa vostra legge che quelli contro i quali venne la parola di Dio ( come trasgressori)
vennero chiamati " dei" singolarmente un Dio??.

Forse che questo dimostrava che tali "dei" figli dell'altissimo" erano Dio?
Agli occhi di Cristo non li faceva nemmeno uguale a Dio, e su questo paragone ha dimostrato che era pure così nel suo caso, e come aveva già insegnato..in Giovanni 5:18-20.

E anche qui, in Giovanni 10:32.. in realtà si discuteva o si riferiva di giudici umani parziali, che non rendevano giustizia al misero ne all'orfano, chiamati "dei" figli dell'altissimo" ribelli quanto i demoni che antepongono la loro giustizia a quella di Dio.

E Mica questo rendeva quegli uomini dei veri angeli da un punto di vista immateriale.
Mica si stava a discutere dell'immaterialità di sostanza di quegli uomini di carne e sangue. Dove ce lo vedi???

Inoltre Gesù in questa risposta, completa la sua difesa fatta nella prima accusa testimoniata al capitolo 5:18, sostenendo che se non si crede alle sue parole, si creda almeno alle opere del Padre suo, che lui compiva in nome di questa unità come di un Figlio con suo Padre.

Le sue opere dovevano dimostrare che cosa, la trinità, o che quello che lui diceva e insegnava proveniva dal Padre??

La risposta è ovvia, scontata.

E per provenire dal Padre non era di certo necessaria nessuna consustanzialità immateriale di natura.

Le opere non erano finalizzate a dimostrare questo, ma che la parola di Gesù era veramente quella che gli era stata insegnata dal Padre, proveniente dalla sua volontà o esempio.

Quindi di quale concetto di consustanzialità si ciancia???



E se poi consideri pure che il Cristo stava già a faticare per dimostrare che le sue parole erano veramente quelle dettategli dal Padre , almeno nella sostanza morale; e che era l'aspetto veramente importante; secondo te stava poi a discutere di immaterialità consustanziale..che è arabo, dogma di incomprensibilità logica?

Ma per cortesia, che è una barzelletta?


Comunque a te piace giocare a comodo, infatti ti scrivevo che nel concetto di Dio non puoi mai pensare a una sola persona, ma sempre a tre, quindi quando dici Figlio di Dio dici figlio della trinità ..

Questo basato proprio sul concetto di inseparabilità , che invece tu fai diventare separabile a comodo, come del resto si fa con lo stesso criterio quando nelle parole di Cristo una volta si fa parlare un Cristo uomo inferiore, una altra volta un Cristo Dio, e che così sarebbero perfino quattro persone..

E con ciò te saluto


Ciao bello.







26/03/2010 14:26
 
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Re:
dispensa., 3/25/2010 9:24 PM:


Furono i farisei a dichiarare che il suo farsi "figlio di Dio" equivaleva a farsi Dio, lo hanno capito tutti meno che voi...




Si perchè saremmo solo noi, già la dice lunga una simile affermazione.

Comunque se non riesci a capire una cosa così banale figuriamoci il resto..,perciò mi limito solo a questo.

Cristo di fronte ai farisei chiamava Dio suo Padre, Giovanni 5:18. Pertanto a motivo di questa sua affermazione questi ritenevano che con ciò egli si stava facendo uguale a Dio.
Ma farsi uguale a Dio non significa farsi Dio il Padre.
Poichè il concetto di uguaglianza posto da essi, per logica lo si può fare solo tra due soggetti distinti.

Quindi escludi a priori che i farisei pensavano che Cristo stesse dicendo di essere Dio il Padre, poichè in questo caso non possiamo più discutere di concetto di uguaglianza se ci riesci a seguirmi.

Non solo, ma nella frase in questione come figlio che chiama Dio suo Padre è chiaro che vi è una netta distinzione di personalità.

Pertanto non potevano lontanamente accusarlo di qualcosa estranea a questa distinzione basata sull'importanza della personalità.

Cioè quello di farsi consustanziale; cosa per altro da essi sconosciuta come tema filosofico, almeno in questo dato storico dei vangeli.

Lo stavano semplicemente accusando che come personalità si stava facendo uguale a Dio. Stop


Infatti la risposta data di seguito da Gesù lo conferma.
" Perciò rispondendo Gesù proseguì dicendo che il Figlio non può fare nessuna cosa di propria iniziativa...( Dio)Gli ha dato l'autorità di giudicare..( prima non ce l'aveva)perchè quello che lui fa e giudica e quello stesso che vede fare al Padre e quindi il Figlio fa simile".

Ora è chiaro che quel farsi Figlio chiamando Dio suo Padre per i farisei equivaleva a farsi uguale a Dio in quanto ad autorità e importanza.
Cosa ben compresa da Gesù, che ne dà una risposta specifica a sua difesa.

Quindi che cosa centrerebbe mai la discussione che Gesù come Figlio si fa Dio in senso immateriale??



Se fosse stato questo l'aspetto, la risposta di Cristo non poteva vertere sull'aspetto delle qualità personali, quali la volontà l'iniziativa, l'esempio della condotta,ecc..dimostrando in ciò la sua subordinazione alla personalità del Padre, con ciò testimoniando e giustificando che sebbene si facesse Figlio, non si stava facendo di certo uguale al Padre o a "Dio il suo capo".

In sintesi questi sono tutti aspetti che non trattano in nessun modo una discussione sul tema dell'immaterialità, ma sul tema dell'essere come persona uguale o no a quella del Padre.


Quindi quando il fariseo accusa Gesù di farsi uguale a Dio, non lo sta facendo nel senso che lo accusava di farsi immaterialmente Dio, poichè di certo per l'ebreo Dio non è un essere di carne e sangue.

Ma in realtà lo accusava di farsi Dio come autorità , loro pensando che i figli dei re abbiano sul popolo la stessa autorità del loro padre.

A riconferma di questo in un successivo scontro sullo stessa accusa, di chiamare Dio suo Padre, lo volevano lapidare perchè faceva di se stesso (Dio...o un Dio).

Stai certo che per il fariseo un figlio non è suo padre.

Infatti che il senso era quello di farsi un Dio,lo conferma la medesima risposta di Cristo.

Giovanni 10:32-37

" Di che vi meravigliate, non è scritto nella stessa vostra legge che quelli contro i quali venne la parola di Dio ( come trasgressori)
vennero chiamati " dei" singolarmente un Dio??.

Forse che questo dimostrava che tali "dei" figli dell'altissimo" erano Dio?
Agli occhi di Cristo non li faceva nemmeno uguale a Dio, e su questo paragone ha dimostrato che era pure così nel suo caso, e come aveva già insegnato..in Giovanni 5:18-20.

E anche qui, in Giovanni 10:32.. in realtà si discuteva o si riferiva di giudici umani parziali, che non rendevano giustizia al misero ne all'orfano, chiamati "dei" figli dell'altissimo" ribelli quanto i demoni che antepongono la loro giustizia a quella di Dio.

E Mica questo rendeva quegli uomini dei veri angeli da un punto di vista immateriale.
Mica si stava a discutere dell'immaterialità di sostanza di quegli uomini di carne e sangue. Dove ce lo vedi???

Inoltre Gesù in questa risposta, completa la sua difesa fatta nella prima accusa testimoniata al capitolo 5:18, sostenendo che se non si crede alle sue parole, si creda almeno alle opere del Padre suo, che lui compiva in nome di questa unità come di un Figlio con suo Padre.

Le sue opere dovevano dimostrare che cosa, la trinità, o che quello che lui diceva e insegnava proveniva dal Padre??

La risposta è ovvia, scontata.

E per provenire dal Padre non era di certo necessaria nessuna consustanzialità immateriale di natura.

Le opere non erano finalizzate a dimostrare questo, ma che la parola di Gesù era veramente quella che gli era stata insegnata dal Padre, proveniente dalla sua volontà o esempio.

Quindi di quale concetto di consustanzialità si ciancia???



E se poi consideri pure che il Cristo stava già a faticare per dimostrare che le sue parole erano veramente quelle dettategli dal Padre , almeno nella sostanza morale; e che era l'aspetto veramente importante; secondo te stava poi a discutere di immaterialità consustanziale..che è arabo, dogma di incomprensibilità logica?

Ma per cortesia, che è una barzelletta?


Comunque a te piace giocare a comodo, infatti ti scrivevo che nel concetto di Dio non puoi mai pensare a una sola persona, ma sempre a tre, quindi quando dici Figlio di Dio dici figlio della trinità ..

Questo basato proprio sul concetto di inseparabilità , che invece tu fai diventare separabile a comodo, come del resto si fa con lo stesso criterio quando nelle parole di Cristo una volta si fa parlare un Cristo uomo inferiore, una altra volta un Cristo Dio, e che così sarebbero perfino quattro persone..

E con ciò te saluto


Ciao bello.










Dispensa caro, con le ultime parole mi hai fatto sorridere e le braccia che mi erano cadute le ho rimesse al loro posto.
Intanto ti chiedo se mi puoi dare un nome proprio, perchè sto nick non mi piace proprio, mi sembra o un nome femminile o una marca di detersivo per i panni.
Detto questo io speravo che avendo tu letto qualcosa di quello che ho scritto affannosamente e continuamente su questo tema nei forum, avessi almeno chiaro in testa cosa è la trinità per noi, che poi è l'unica che professiamo, che è quella derivante dai primi 7 concili ecumenici chiamata appunto trinità ortodossa.
E' una vita che cerco di spiegarti che il figlio non è il padre, ma come cavolo te lo devo scrivere?
IL FIGLIO NON E' IL PADRE, E' UNA PERSONA DISTINTA DA LUI, DA LUI GENERATA, L'UNICA COSA CHE LI ACCOMUNA è LA NATURA: E' CIOE' DIO ESATTAMENTE COME SUO PADRE.

Anche se ho scritto che a volte non ti capisco, ti reputo una persona intelligente, al di sopra della media dei tuoi fratelli (senza offesa per loro) quindi ti prego è questo che al limite devi confutare e non il modalismo (padre = figlio).
Ora che sai cosa confutare sono tutto orecchie anzi occhi.
ciao bello

[Modificato da (Mario70) 26/03/2010 14:28]
01/04/2010 23:31
 
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E come discutere tra ubriachi.

Non cè comunicazione a 360 gradi, si vede che dovrò riandare a scuola per insegnarmi l'italiano, perchè evidentemente parlo una altra lingua.

" Sono stato tanto tempo con voi e non mi avete ancora riconosciuto?"

Cosa dovevano riconoscere gli apostoli, un Padre che avevano già conosciuto nel passato nella natura carnale?? [SM=g27994]

O piuttosto la personalità del Padre che il Cristo stava rappresentando avendo unità con il Padre per mezzo della parola come lo era con gli apostoli unito per mezzo della stessa fede in quella parola.

In questo senso chi ha visto il figlio è come se avesse visto il Padre, nel senso che lo rappresentava, nella parola, nella volontà , non certo nel senso di essere la stessa persona.

E che cosa centra tutto questo con la natura, se il contesto è chiaramente riferibile unicamente alla loro personalità?

Se non si voleva credere che Cristo stava rappresentando il Padre, lo si credeva almeno mediante le straordinarie opere, quali miracoli, e opere di amore e giustizia.

Se non credete alla mia parola che io sono figlio di Dio, credete alle opere che il Padre fa per mezzo di me, questo dimostrandovi di come il Padre è con me, e unito a me, nel senso che mi sostiene anche mediante i miracoli ,come nel caso della risurrezione di Lazzaro, il Padre mi ha ascoltato, anche se so che mi ascolta sempre, ma ho pregato di fronte a voi per farvi comprendere di come il Padre è con me e mi sostiene, e io vengo da lui.

Opere che avrebbero fatto più in grande gli stessi apostoli perchè lui se ne stava andando dal Padre in cielo." farete opere più grandi di queste, erchè vado al Padre"

Satana si faceva e si è fatto uguale a Dio,e mica questo farsi uguale come importanza lo rendeva come fosse Dio?

Semmai un Dio in qualche possibile aspetto legislativo, giudiziario o morale, ma come natura onniscente onnipotente infinita, ecc..eterna.
Eterno nel senso che non ha ricevuto niente di eterno, tipo la vita eterna che ti rende eterno, questo valido per ogni creatura meritevole. Se lo afferri il concetto. Ho i miei dubbi.

Infatti te lo ripeto per l'ultima volta.
Che era questo il senso dell'accusa dei farisei, lo si comprende dalla stessa risposta di Cristo: In sintesi,gli rispose: "io non mi sto facendo uguale al Padre, perchè lo chiamo Padre e non come abraamo; Amico.
Poichè sono subordinato alla volontà del Padre, tutto quello che faccio lo faccio perchè ubbidisco alla sua volontà, non mi faccio uguale come importanza anche se lo chiamo Padre facendomi figlio, il figlio non può fare nulla di sua iniziativa, ecc..".

E Proprio come gli stessi apostoli si facevano figli di Dio." siamo figli di Dio"

" NOn pensate perchè siamo sua progenie ( figli come carne) che l'essere divino sia qualcosa che si può scolpire secondo l'arte degli uomini"

Questo poteva essere valido per il pagano,perchè pensavano che i loro dei demonici fossero di carne e ossa e quindi riproducibili secondo l'ingegno umano; ma per gli ebrei è da escluderlo perchè la loro
stessa legge gli vietava di credere che Dio avesse sembianze di qualcosa che era nei cieli o sulla terra in modo letterale, tale da giustificarne l'adorazione o venerazione.


In conclusione, tutti quei passi che adoperate o adoperi per discutere di unità di natura consustanziale, sono campati in aria, perchè in tali discorsi tutto si tratta, fuorchè di fantascientifica consustanzialità unità di natura;

Piuttosto in verità si tratta di consustanzialità di qualità morali divine, di scopi, di sentimenti, e condivisibile con tutti i cristiani.

Difatti quando si discute di impronta del Padre; che è più di una immagine; è sempre secondo i valori della personalità,

Tanto che di questa pienezza della qualità divina perfino gli apostoli ne erano ripieni
Cioè della pienezza del Padre mediante Lui.

Non della pienezza qualitativa di Cristo, sempre secondo le caratteristiche della personalità; ma di quella della personalità del Padre mediata da Cristo.
Questa è la qualità divina della sua personalità, non della sua natura..mediata dalla parola di Cristo, che è la parola del Padre come istruitagli.
(
( Diversamente e solo un pensiero terra terra materialistico fisiologico chimico fisico quantistico, e inutile ai fini della salvezza. La carne fosse pure la natura divina, non giova a nulla, Giovanni 6:63)

Solo per le filosofie presunte spirituali.
Colossesi 2:9

Se gli apostoli si facevano figli di Dio Che fa erano diventati come natura Dio anche loro??



Voi avete solamente prese delle analogie formali del paganesimo e gli avete significati cristiani, proprio come quando avete preso l'immagine di Zeus o di Ermes, , e lo avete significato Cristo, quando questo dio pagano per i cristiani di allora equivaleva ad essere dei demoni, e non solo per loro ma nell'occulto antico questo stesso era un essere demonico,
E non solo, ma pure ispiratore di omossessualità e altro di equivoco e lo avete significato Cristo disonorandolo,
Lo steso avete fatto delle scritture riguardo l'unità del Padre con i suoi figli,

Da questa analogia come unità di intenti e di scopi, ne avete fatto una inutile questione di natura, perchè serviva rendere il concetto trinitario presente nel paganesimo, nello stesso concetto cristiano.
Perchè sertviva avere un Dio a capo, e quindi passabile di diviità anche coloro che lo rappresentano sulla terra, nopn acaso si diceva nella chiese di molto tempo fa, che se Gesù è Dio, lo è pure il papa che lo rappresenta Dio sulla terra.

Per altro il paganesimo di allora, vissuto come crepuscolo degli dei, ha trovato nel cristianesimo un credibilità di bontà, per rifarsi la facciata..

Addio bello [SM=x511473]


ah dimenticavo di dirti sulle tue inutili questioni femminili, che il concetto trinitario in psicologia è un simbolo di possesso e pure contro natura..più per un trans che per un uomo naturale.
ma se non afferri quelle cose elementari qui trattate figuriamoci questo, più che arabo sarebbe extraterrestre.









[Modificato da dispensa. 01/04/2010 23:31]
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