Puro di cuore!

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, [2], 3
barnabino
00domenica 10 luglio 2005 18:40
Caro Polymetis,

Fermo restando che come ti ho detto anche i TdG credono che i puri di cuore con cui parlava Gesù vedranno letteralmente Dio in persona volevo solo farti notare che la tua esegesi tesa a negare che questa espressione può indicare anche il vedere la completa manifestazione di Dio o del suo proposito ("Colui che fa divenire")è piuttoto debole

Ha detto che chi vede lui vede il Padre in un’altra occasione


Come vedi anche qui "vedere il Padre" non vuol dire necessariamente vederlo in senso letterale, per esempio in questo caso i discepoli pur osservando letteralmente Cristo quale non stavano "vedendo" la persona del Padre (su questo credo che concordi anche tu) ma piuttosto la sua manifestazione perfetta: "Nessun uomo ha mai visto Dio; l’unigenito dio che è nel[la posizione del] seno presso il Padre è colui che l’ha spiegato" (Gv 1:1[SM=g27989]. Quindi anche il "vedere Dio" può intendersi semplicemente con il vedere letteralmente la manifestazione di Dio, per esempio il suo Regno, che era poi il fulcro della predicazione di Cristo.

sulle Bibbie serie ovviamente, e non su quelle che aggiungono gli “anche”.


A dire il vero io leggo "anche" su Bibbia che ritengo di tutto rispetto come la PIB, Martini e Ricciotti oltre che in versetti molto simili, come quelli di Giovanni 8:19 e 14:7.

Gesù parla di escatologia, non del presente. Descrivere cosa stava accadendo in quel momento non era rilevante, stava parlando del futuro


Può essere, ma sembra strano che proponga ai puri di cuore come una prospettiva futura qualcosa che avevano sotto gli occhi in quel momento. E se pure era un discorso escatologico stupisce il fatto che qui Cristo neghi decisamente di essere Dio.

D'altronde lo se stesso Cristo avrebbe visto Dio al suo cospetto come poteva essere Dio? In Ebrei 9:24 Paolo [SM=g27994]m6: scrive: "Poiché Cristo entrò non in un luogo santo fatto con mani, che è una copia della realtà, ma nel cielo stesso, per comparire ora dinanzi alla persona [prosopon] di Dio per noi".

Cristo era il Figlio di Dio…. restate nel vostro vetero-tesamentarismo se vi pare.


Era Figlio di Dio, non c'è dubbio, ma era anche un ebreo della discendenza di Davide e che nel sermone del monte parlava ad ebrei, non puoi prescindere la questo dato fondamentale se vuoi fare dell'esegesi seria. Per esempio la stessa espressione "Figlio di Dio" non è greca ma ebraica, in tale orizzonte culturale e semantico devi leggerla.

Hai davvero bisogno di leggerti qualche libro della cosiddetta “scuola di Gerusalemme”, Flusser ecc.

Posso dirti che non condivido le sue tesi come anche tutte le altre tesi che tentano di dare alla missione di Cristo una origine storica nelle idee del giudaismo, dei circoli essenici e così via. La missione di Cristo è soprannaturale.

Non ho tempo per discutere di queste fantasie inventate nel 1935.

Non si tratta di fantasie, si tratta dello spirito santo che ha illumna il popolo di Dio facendo divenire abbondante la conoscenza nel tempo della fine. Per questo sia Dio sempre lodato per i secoli dei secoli, amen!

Ciao fdetr

[Modificato da barnabino 10/07/2005 18.59]

Polymetis
00lunedì 11 luglio 2005 17:57
“Come vedi anche qui "vedere il Padre" non vuol dire necessariamente vederlo in senso letterale, per esempio in questo caso i discepoli pur osservando letteralmente Cristo quale non stavano "vedendo" la persona del Padre (su questo credo che concordi anche tu)”

Io sono di tutt’altra idea, senza per questo essere modalista. Giacché Cristo è l’impronta della sostanza del Padre (Eb 1,3), come dice lo pseudo-Paolo, il figlio e il Padre hanno un’unità sostanziale. Ecco perché sono distinti ma non divisi. E’ impossibile vedere Cristo senza vedere in lui la sostanza del Padre.

“ma piuttosto la sua manifestazione perfetta: "Nessun uomo ha mai visto Dio; l’unigenito dio che è nel[la posizione del] seno presso il Padre è colui che l’ha spiegato" (Gv 1:1[SM=g27989].”

Sono di tutt’altro avviso su questo passo, che gioca ovviamente su una coppia antitetica. Dio nessuno l’ha mai visto fino all’arrivo di Cristo che l’ha mostrato, infatti facendosi vedere ha fatto vedere Dio. E’ molto interessante l’etimologia exegheomai, che significa anche “spiegare” come traduce la TNM, ma letteralmente vuol dire “condurre fuori”. Si capisce così anche l’origine del significato “spiegare”, in quanto per spiegare una cosa la devi tirarla fuori e mostrarla. Ecco per l’ennesima volta la dimostrazione che per fare esegesi occorre leggere i testi originali, tradurre è tradire. “Dio nessuno l’ha visto mai. L’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.

“Quindi anche il "vedere Dio" può intendersi semplicemente con il vedere letteralmente la manifestazione di Dio”

Non vedo perché, è vero anche il senso letterale. Nessuno aveva mai visto Dio letteralmente.

“A dire il vero io leggo "anche" su Bibbia che ritengo di tutto rispetto come la PIB, Martini e Ricciotti”

Di Martini e Riccioti non ce ne facciamo nulla perché non sono tradotte dal greco, per questo riguarda la versione PIB del 1923 sarei curioso di vedere il testo, fermo restando che se cinquecento Bibbie traducono in un modo e solo una manciata in un altro, questo non fa diventare la traduzione alternativa automaticamente giusta… bisogna rifarsi al testo greco, e all’inesorabile assenza di un kaì.

“in versetti molto simili, come quelli di Giovanni 8:19 e 14:7.”

Infatti dove non c’è il kaì non si traduce l’inesistente, dove c’è invece si traduce. Vi manca la logica dell’et-et.

“Può essere, ma sembra strano che proponga ai puri di cuore come una prospettiva futura qualcosa che avevano sotto gli occhi in quel momento.”

Stava parlando solo del futuro, o, meglio, i redattori stavano dicendo ai loro lettori cosa sarebbe avvenuto nel futuro. Doveva mettersi a fare digressioni per il presente? Per non parlare del fatto che la Bibbia doveva essere letta anche dalle comunità che non avevano conosciuto Gesù, quindi era l’insegnamento escatologico quello che interessava all’agiografo.

“D'altronde lo se stesso Cristo avrebbe visto Dio al suo cospetto come poteva essere Dio”

Ancora questi giochetti? Non capirete mai la differenza tra Trinità e modalismo. Quando capirete che Gesù e il Padre per noi non sono la stessa persona avrete fatto dei progressi. Il Figlio sta al cospetto di Dio, il Padre sta al cospetto di Dio, ecc.

“Era Figlio di Dio, non c'è dubbio, ma era anche un ebreo della discendenza di Davide e che nel sermone del monte parlava ad ebrei, non puoi prescindere la questo dato fondamentale se vuoi fare dell'esegesi seria.”

Io non dimentico l’ebraismo, ma so anche che Cristo ne ha preso le distanze.

“Posso dirti che non condivido le sue tesi come anche tutte le altre tesi che tentano di dare alla missione di Cristo una origine storica nelle idee del giudaismo, dei circoli essenici e così via. La missione di Cristo è soprannaturale.”

Considerato che Flusser crede alla resurrezione di Cristo pur essendo ebreo le sue teorie non dovrebbero scioccarti più di tanto. Mette solo in luce le incredibili affinità col movimento farisaico. Gesù non era un fariseo, ma prende posizione all’interno delle loro dispute.

ad maiora
barnabino
00martedì 12 luglio 2005 00:23
Caro Polymetis,


Giacché Cristo è l’impronta della sostanza del Padre (Eb 1,3), come dice lo pseudo-Paolo, il figlio e il Padre hanno un’unità sostanziale. Ecco perché sono distinti ma non divisi


Questo non toglie che i discepoli in quel momento non videro letteralemente il Padre in persona davanti a loro ma il "riflesso della sua gloria" o l'impronta del suo essere che era il Cristo. Come vedi qui "vedere" non indica necessaiamente vedere la persona del Padre ma la sua manifestazione.

Giovanni 1:18 non dice che con Cristo gli uomini hanno letteralmente visto Dio, tanto è vero che Giovanni parla al perfetto, e comunque Giovanni spiega che hanno solo visto la sua "spiegazione" che poi è il senso più ovvio del verbo exegheomai, il Bauer lo definisce con "mostrare in gran dettaglio, esporre" usato spesso in riferimento ai sacerdoti che impartivano informazioni circa i segreti divini. Se dunque indica rivelazione la indica nel senso che Cristo ci "ha detto (o mostrato) ogni cosa di lui" (Nida).

Nella LXX esegheomai traduce l'ebraico safar che ha il sesno certo di "narrare, raccontare", in Luca nei suoi cinque impieghi non conosce altra accezione e non si capisce perchè si debba tradurre con "rivelazione" in Giovanni, tanto più che se qui Giovanni faceva riferimento, come credono molti tuoi amici esegeti cattolici, a Siracide egli poteva avere in mente il versetto 43:31 dove è evdebnte il senso di "raccontare".

Secondo Ceslas Spicq LTNT p.533 (edizione francese) dice che "da nessuna parte exegeisthai significa "dare una rivelazione" ma piuttosto narrare, esporre, descrivere".

Anche in questo caso come vedi il senso di "vedere" o "non vedere" (mettila come vuoi) ho theos (che nel contesto del prologo è il Padre) non vuol dire vedere che letteralmente la persona del Padre fu visibile ma piuttosto che vedendo la persona del Cristo ed il suo insegnamento Cristo i discepoli (anche quelli vissuti dopo la morte di Cristo e che quindi non l'hanno visto letteralmente) possono vedere con chiarezza il mistero divino.


questo non fa diventare la traduzione alternativa automaticamente giusta… bisogna rifarsi al testo greco, e all’inesorabile assenza di un kaì.


Vuoi dire che fino a poco tempo fa la chiesa cattolica spacciava Bibbie "non serie" e "sbagliate"? [SM=g27994]m6: Nel testo greco "anche" c'è in alcuni manoscritti, per esempio nel P75, e comunque la TNM lo mette tra parentesi quadra, ovvero come una aggiunta esplcativa al testo.

Infatti dove non c’è il kaì non si traduce l’inesistente, dove c’è invece si traduce. Vi manca la logica dell’et-et.


Ma dai, che anche la CEI in tantissimi verseti aggiunge particelle esplicative, alla luce dei due versetti il senso è ovvio e il significato non cambia: chi ha visto me ha visto anche il Padre non è diverso da chi ha visto me ha visto il Padre, se ammettiamo che Padre e Figlio sono due persone diverse.

Doveva mettersi a fare digressioni per il presente? Per non parlare del fatto che la Bibbia doveva essere letta anche dalle comunità che non avevano conosciuto Gesù, quindi era l’insegnamento escatologico quello che interessava all’agiografo


Fatto sta che in quel momento Cristo nega decisamente di essere Dio, e lo stesso Matteo, che è l'unico a riportare questa frase ebreo, forse in polemica con gli ebrei, nega che in Gesù si fosse visto o riconosciuto Dio sulla terra. E questo, secondo i critici, negli anni 80-90. A me pare illuminante.

Quando capirete che Gesù e il Padre per noi non sono la stessa persona avrete fatto dei progressi. Il Figlio sta al cospetto di Dio, il Padre sta al cospetto di Dio, ecc.


Qui Paolo dice che si è presentato (non dice che stava) davanti alla persona (faccia, presenza) di Dio, se Gesù è Dio come ha fatto a presentarsi davanti a se stesso con il valore del suo sacrificio? Il senso della scrittura è ovvio per un ebreo: il Figlio si è presentato davanti alla persona di ho theos (il Padre e non una trinità) proprio come il sommo sacerdote portava alla simbolica presenza di Geova il sangue del sacrificio nel giorno di espiazione. Il sommo sacerdote non era la stessa pesona di Dio, non è vero? Non c'era bisogno di Agostino per capire una cosa tanto semplice.

Io non dimentico l’ebraismo, ma so anche che Cristo ne ha preso le distanze.


Quando, di grazia? Gesù rimase ebreo fino alla morte, egli prese le distanze dal giudaismo e non dall'ebraismo. Ma qui come al solito tiri fuori discussioni che sono OFF TOPIC, questo argomento postalo nella sezione ebraica.

Considerato che Flusser crede alla resurrezione di Cristo pur essendo ebreo le sue teorie non dovrebbero scioccarti più di tanto


Non mi scioccano affatto, ho detto che non le condivido.

Ciao [SM=x511460]


Polymetis
00martedì 12 luglio 2005 01:19
“Questo non toglie che i discepoli in quel momento non videro letteralemente il Padre in persona davanti a loro ma il "riflesso della sua gloria" o l'impronta del suo essere che era il Cristo.”

Secondo me invece vedere il Figlio è come vedere il Padre in quanto sono la stessa sostanza, questione di esegesi di Eb 1,3.

“visto la sua "spiegazione" che poi è il senso più ovvio del verbo exegheomai”

I tuoi copia e incolla non mi interessano, mai negato che exegeomai voglia dire spiegare, ho solo fatto un’analisi etimologica. Quel verbo indica lo spiegare in quanto si mostra qualcosa portandolo fuori. EX-egehomai, non occorre un genio per vedere la derivazione. Ecco la differenza tra chi è dizionario dipendente e chi usa l’orecchio.

“Vuoi dire che fino a poco tempo fa la chiesa cattolica spacciava Bibbie "non serie" e "sbagliate"?”

Per i tempi andavano bene, semplicemente citarmi la Bibbia di Ricciotti è inutile per un discorso sul testo greco.

“Nel testo greco "anche" c'è in alcuni manoscritti”

E allora? Qualche edizione critica la forse messo nel testo principale?

“comunque la TNM lo mette tra parentesi quadra, ovvero come una aggiunta esplcativa al testo.”

Due cose della WTS che non ho mai capito. 1)Le parentesi quadre per le parole aggiunte: un’usanza demodé che va bene solo per chi crede alle traduzioni letterali.
2) Il fare “aggiunte esplicative” dove il testo è chiarissimo.

“Ma dai, che anche la CEI in tantissimi verseti aggiunge particelle esplicative”

Solo dove non cambia il senso. Inoltre non è, e non vuole essere, una traduzione letterale, quindi deve badare ad essere scorrevole.

“chi ha visto me ha visto anche il Padre non è diverso da chi ha visto me ha visto il Padre, se ammettiamo che Padre e Figlio sono due persone diverse.”

Come già detto l’anche può starci o non starci, semplicemente quando c’è Dio vuol sottolineare una cosa, mentre nei passi paralleli dove non c’è Dio vuole indicarci qualcos’altro. In questo passo l’agiografo vuole sottolineare che le persone della Trinità sono una nell’altra. Distinte ma non separate.

“Fatto sta che in quel momento Cristo nega decisamente di essere Dio”ù

Dove prego? Io leggo: beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Il che è vero. Alla fine del mondo i puri di cuore vedranno Dio, ciò implica qualcosa circa quel che accade nel presente? No, visto che Matteo non stava parlando del presente e che il discorso della montagna non è mai avvenuto quindi Gesù non aveva davanti proprio nessuno in quel momento. Consulta un paio di commentarti biblici, troverai che il discorso della montagna è la fusione di vari loghia di Cristo, il che è provato dalle differenti redazioni che danno Luca e Matteo.

“Qui Paolo dice che si è presentato (non dice che stava) davanti alla persona (faccia, presenza) di Dio, se Gesù è Dio come ha fatto a presentarsi davanti a se stesso con il valore del suo sacrificio?”

Fai ancora il modalista. L’autore della lettera agli ebrei non dice che Gesù si è presentato davanti a se stesso ma che si è presentato davanti a Dio, e ovviamente parlava del Padre. “Dio” è da noi riferito al solo Padre, al solo Figlio, al solo Spirito, o alla Trinità tutta. Nulla di anti-trinitario in questo, giacché come insegna il CCC “il padre è tutto Dio” “il Figlio è tutto Dio”, “lo Spirito è tutto Dio”. Perché dunque dovrei scandalizzarmi se Paolo chiama Dio il Padre?

“si è presentato (non dice che stava) davanti alla persona”

O numi, cosa mi tocca sentire. Innanzitutto il passo dice che ci troviamo “nel cielo stesso”, ergo in una dimensione metatemporale. Così come Dio non si trova veramente in cielo, giacché i cieli dei cieli non possono contenerlo, così il tempo non scorre per Dio che avendo creato il continuum-spazio tempo è fuori di esso. Sostenere che in senso letterale qualcuno si presenta davanti a Lui, come se prima non ci fosse stato, è un’assurdità, perché non esiste alcun “prima”. Paolo parla di Gesù che “si presenta” perché, come giustamente noti, in quel passo incarna il sommo sacerdote. Simboli su simboli, e lo sappiamo sin dall’inizio del versetto dove ci viene detto che assistiamo ad una scena “in cielo”, ma, giacché sappiamo che lì non scorre il tempo, voler estrapolare una sequenza cronologica è assurdo. Come insegna la Chiesa tutta, Gesù ha realizzato l’incarnazione senza lasciare il seno del Padre. Sulla terra il tempo scorreva e Cristo poteva dire di non trattenerlo perché non era ancora salito al Padre, mentre oltre il tempo e lo spazio lui non l’aveva mai lasciato. Sono piani diversi.

“Quando, di grazia? Gesù rimase ebreo fino alla morte, egli prese le distanze dal giudaismo e non dall'ebraismo”

Semplicemente lui non era il messia che si aspettavano ed ebbe tutt’altro ruolo rispetto a certe profezie guerrafondaie vetero-testamentarie.

Ad maiora
barnabino
00martedì 12 luglio 2005 13:56
Ciao Polymetis,


Secondo me invece vedere il Figlio è come vedere il Padre in quanto sono la stessa sostanza, questione di esegesi di Eb 1,3.


Qui non dice affatto che Il Padre ed il Figlio sono della stessa sostanza, questa è una eresia cattolica del IV secolo.

Qui Paolo sta solo descrivendo con formule molto vigorose la relazione tra il Figlio e suo Padre. Gesù per Paolo è semplicemente l'impronta di Dio, o anche come scrive in Colosssi 1:15 è "l’immagine [eikon] dell’invisibile Iddio". Charakter non indica nll'altro che un marchio impresso, una riproduzione, rappresentazione, l'effige, anche l'aspetto esteriore (Bauer). Per i Padri della Chiesa e per Filone questo termine indicava l'uomo fatto a "impronta" Dio.

Se mi permetti dunque il charakter, l'impronta (o calco) o l'immagine pur essendo una esatta rappresentazioni di un essere non sono la stessa cosa, cosa preferisci, una donna nuda o la sua immagine o impronta formato gigante sul muro di casa? [SM=g27994]m6:

Tutte queste immagini usate a Paolo (irradiazione, riflesso, immagine, impronta) non fanno pensare a nessun tipo di consustanzialità in senso trinitrio e l'uso che fa Paolo di hypostasis non è certo quello di Nicea. Qui egli lo usa nel senso più ampio di realtà o essere: Cristo è la perfetta rappresentazione dell'essere o realtà [di Dio], come rende il Bauer.

Anche in questo caso per Paolo non si tratta di vedere la "persona di Dio" o la sua "sostanza" ma piuttosto di vedere la "rappresentazione del suo essere". Attraverso di lui possiamo vedere la reatà divina. Non vedo difficoltà esegetiche in questo versetto o affermazioni trinitarie. Io davvero non capisco dove leggi in Ebrei che Il Padre e il Figlio sono della stessa sostanza e che vedendo l'uno si poteva letteralemente vedere la persona dell'altro!

Le parentesi quadre per le parole aggiunte: un’usanza demodé che va bene solo per chi crede alle traduzioni letterali.


Un tuo parere personale

Solo dove non cambia il senso. Inoltre non è, e non vuole essere, una traduzione letterale, quindi deve badare ad essere scorrevole.


Appunto, qui "ancora" non cambia il senso al versetto, visto che Padre e Figlio sono due persone distinte la traduzione sottolinea solo questo fatto.

Inoltre, per farla finita con questa tua noiosa solfa sul fatto che la TNM è letterale mentre la CEI non lo sarebbe voglio ricordarti che dire "traduzione letterale" non indica nessun termine tecnico ed è usato solo per dare un'idea del tipo di logica seguita dai traduttori al lettore comune. Tecnicamente la TNM, come del resto la CEI, seguono la logica dell'equivalenza formale e dunque sono sovrapponibili, la TNM ha occasionali sconfinamenti nell'equivalenza dinamica quando il testo è sentito come oscuro, mentre la CEI è più legata al testo della Vulgata e della LXX e spesso si discosta sia dal TM che da NA (cosa che la TNM fa molto raramente). La CEI è preoccupata della resa stilistica in lingua italiana e conserva alcuni obsoleti termini liturgici della tradizione a discapito della fedeltà al testo ebraica e greco, mentre la TNM traduce in modo più moderno me spesso con termini desueti per la tradizione e con meno preoccupazioni stilistiche. A differenza della CEI i traduttori della TNM sono anonimi come per la NASB e la NKJB. Questa è una prassi che gli italiani, popolo di professorini e commendatori, non potranno mai capire.

In questo passo l’agiografo vuole sottolineare che le persone della Trinità sono una nell’altra


Esegesi fantasiosa pensa che neppure Atanasio in un passo commentando il versetto dice semplicemente che "contemplando la Sapienza che è artefice della creazione si contemplerà in essa anche colui che è Padre" (come vedi anche Atanasio usa "anche"). Vedi Polymetis, non puoi leggere un versetto alla luce di una dottrina eretica sviluppata oltre tre secoli dopo! L'esegesi del versetto la trovi nel contesto immediato: "Se aveste conosciuto me, avreste conosciuto anche il Padre mio. Da questo momento in poi lo conoscete e lo avete visto”. Dove è evidente che Cristo non parla di due persone una dentro l'altra.
E ancora Giovanni 8:19: “Dov’è il Padre tuo?” Gesù rispose: “Voi non conoscete né me né il Padre mio. Se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio”.
Gesù non dice se conoscete me avete conosciuto il Padre perchè siamo uno dentro l'altro. Il concetto è più raffinato, Gesù ha fatto conoscere il Padre spiegandocelo in maniera parfetta: "Ogni cosa mi è stata consegnata dal Padre mio, e nessuno conosce pienamente il Figlio eccetto il Padre, né alcuno conosce pienamente il Padre eccetto il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare" (Matteo 11,27).
Il tuo concetto di vedere Dio solo in senso letterale spiegato con una "ammucchiata" di persone è un concetto rozzo, pagano ed umiliante per la veritas ebraica e per chi ha un pò di cervello. Te lo detto, tu fai esegesi con concetti che si svilupparono centinaia di anni dopo che fu scritto il vangelo di Giovanni e che Cristo pronncò le sue parole. Rimani alla cultura di Giovanni e di Cristo se vuoi capire quello che dicono e scrivono!

beati i puri di cuore, perché vedranno Dio


Infatti! I puri di cuore non stanno ancora vedendo Dio in Gesù, lo avrebbero visto solo in futuro. Quindi al presente essi non avevano ancora visto Dio!

Matteo non stava parlando del presente e che il discorso della montagna non è mai avvenuto quindi Gesù non aveva davanti proprio nessuno in quel momento.


Bene, tra poco scopriamo che Gesù è morto di freddo! Se Cristo non ha mai pronciato quelle parole è una ragione in più per vedere in esse una chiara negazione che Cristo era considerato Dio negli anni 80-90. Matteo secondo la tua critica di polli scrisse il vangelo in polemica con gli ebrei, e a quanto pare invece di chiarire che Gesù era Dio qui gli fa negare di esserlo, in quando pone l'incontro e la visione di Dio non nel passato ma nel futuro! Direi che è illuminante: negli anni 80-90 era chiaro che Gesù non era Dio, o non si proclamò mai tale, anzi, pone l'incontro con Dio in un futuro escatolocico.
Quale futuro poi? Io, leggendo qualche versetto dopo direi: sia in cielo che in terra.

L’autore della lettera agli ebrei non dice che Gesù si è presentato davanti a se stesso ma che si è presentato davanti a Dio, e ovviamente parlava del Padre.


E no.... non fare il furbo, non dice che si è presentato davanti al Padre (questo lo dico io in base al fatto che ho theos indica sempre e solo il Padre) ma davanti a Dio. Se per te "Dio è il Figlio" e dunque Gesù è comparso davanti a se stesso per presentare il valore del suo sacrificio a se stesso. Invece se leggi Ebrei Paolo parla del Figlio come del Sommo Sacerdote (che non è Dio!) che compare davanti a Geova Dio (il Padre) per presentare il valore del sangue del suo sacrificio.
Come vedi questa spiegazione è compensibile e perfettamente inserita nel contesto e alle persone a cui parla Paolo, il tuo un pastrocchio incomprensibile!

Semplicemente lui non era il messia che si aspettavano ed ebbe tutt’altro ruolo rispetto a certe profezie guerrafondaie vetero-testamentarie

Non ti ho chiesto le aspettative fraintese di alcuni gruppi giudaici ma ti ho chiesto quando Gesù prese mai le distanze dall'ebraismo. Semmai mostrò la corretta interpretazione delle profezie messianiche.

Ciao [SM=x511460]

[Modificato da barnabino 12/07/2005 15.05]

Polymetis
00mercoledì 13 luglio 2005 16:01
“Qui non dice affatto che Il Padre ed il Figlio sono della stessa sostanza, questa è una eresia cattolica del IV secolo.”

Sentiamo gli esegeti dell’Ecole Biblique: “irradiazione… impronta della sostanza: queste due metafore desunte dalla teologia alessandrina della sapienza e del Logos (Sap 7, 25-26) esprimono l’identità di natura tra il Padre e il Figlio e nello stesso tempo la distinzione delle persone. Il Figlio è l’“irradiazione” o il riflesso della gloria luminosa (cf. Es 26,14+) del Padre: Lumen de lumine. Ed è l’“impronta” (cf Col 1,15+) della sua sostanza, come l’impronta esatta lasciata da un sigillo (Cf. Gv 14,9)”
Poiché il Figlio è l’impronta esatta della sostanza del Padre può affermare “chi vede me vede il Padre”, perché la sua sostanza è l’esatta impronta di quella del Padre, cioè la riproduzione perfetta.
E scusami ma la tua esegesi di charakter è molti riduttiva, in quanto non indica mai l’immagine in senso lato, come ad esempio quella di un affresco, ma l’impronta esatta lasciata da qualcosa. Si usa infatti per descrivere le effigi sulle monete, in quanto viene da charasso, un verbo che significa “incidere, imprimere”. Indica dunque la riproduzione esatta, e la teologia cattolica dice appunto questo, che Cristo è la riproduzione esatta della sostanza del Padre in quanto identica ad essa. L’immagine di Cristo come “irradiazione del Padre” è poi particolarmente cara ai padri, che proprio da questo passo la presero. Infatti il sole non è il raggio ( e dunque c’è distinzione delle persone), ma è altresì vero che il raggio è inseparabile dal sole. Charakter non è nel senso di “aspetto esteriore”, a meno che non sia nell’accezione di “segno distintivo”, è infatti un termine usato nelle zecche ellenistiche. L’esegesi dei TdG non è qualcosa di serio, consiste nello scartabellare ogni singolo libro o dizionario che trovano nella biblioteca della Bethel finché non scovano qualche appiglio alle loro dottrine, non importa se è la quarantesima accezione di un lemma o la fonte è obsoleta, basta fare dei bei collages ignorando completamente il pensiero degli autori e fare i finti eruditi. Queste cose le sappiamo grazie ad un signore chiamato R. Franz il quale ci ha spiegato, tra le altre cose, chi redige gli articoli della WTS e come vengono svolte le ricerche. Biblisti improvvisati senza aver mai fatto studi universitari in materia. Questo è un chiaro esempio di quanto siano scientifici gli articoli che vengono propinati ai TdG sulla Torre di Guardia. E’ l’erudizione dei collages, non delle università.

“eresia cattolica del IV secolo”

Ridere o piangere? I concili si fanno quando l’ortodossia viene minacciata. E non creano nuove dottrine, bensì dogmatizzano le dottrine precedenti al fine di difendere dall’incipiente eresia. Il Concilio di Nicea non fu convocato per inventare la consustanzialità tra Cristo e il Padre, ma per ribadirla dinnanzi all’eresia ariana che prendeva piede.

“hypostasis non è certo quello di Nicea.”

A me non interessa alcun senso niceno ma il semplice significato da sempre attestato di hypostasis come “ciò che sta sotto” la forma, cioè la vera essenza. Questa è l’etimologia nonché la perfetta trasposizione etimologica di sostana. Non ho tempo da perdere discutendo di semantica greca coi dizionario dipendenti che si rifiutano di dirmi in cosa sono laureati.

“Cristo è la perfetta rappresentazione dell'essere o realtà [di Dio],”

Cosa voglia significare questo giro di parole ovviamente lo sai solo tu, perché non si vede come un angelo possa essere la copia, o “rappresentazione” perfetta dell'essere o realtà di Dio. Espressione che, sulla bocca di un trinitario come Bauer, non ha alcun senso riduzionistico. Lo intervisterei volentieri, ma essendo nato anch’egli nell’ottocento ha raggiunto il suo Dio da tempo.

“Appunto, qui "ancora" non cambia il senso al versetto, visto che Padre e Figlio sono due persone distinte la traduzione sottolinea solo questo fatto.”

Sono distinte ma anche inseparabili. A mio parere il versetto sottolineava questo.

“traduzione letterale" non indica nessun termine tecnico ed è usato solo per dare un'idea del tipo di logica seguita dai traduttori al lettore comune.”

Vuoi spiegare a me, che il greco lo traduco, cos’è una traduzione letterale o come si fa? Fare una traduzione letterale implica lasciare invariato il costrutto a meno che esso non sia incomprensibile nella lingua d’arrivo. Si dà il caso che i TdG lasciano costrutti ebraici anche quando in italiano la traduzione diviene ben più che incomprensibile, mentre qui, dove tutto filava liscio, hanno messo le loro mani.

“TNM ha occasionali sconfinamenti nell'equivalenza dinamica quando il testo è sentito come oscuro”

E qui lo era?

“mentre la CEI è più legata al testo della Vulgata e della LXX e spesso si discosta sia dal TM che da NA (cosa che la TNM fa molto”

Se si discosta dal testo masoretico lo fa per ottime ragioni, giacché a volte il testo dei LXX è assai più antico di quello tramandato dai masoreti, e Qumran l’ha dimostrato. Non esiste un solo testo biblico, ma una pluralità di tradizioni. Per questo l’Ecole Biblique ha in cantiere un ambizioso progetto intitolato “La bible en ses traditions”, che probabilmente i TdG scambieranno per un’eresia. ebaf.op.org/nouveau/fr/bt.htm
Prima di vedere una cosa simile uscire dalla Betel verrà Armagheddon.

“La CEI è preoccupata della resa stilistica in lingua italiana e conserva alcuni obsoleti termini liturgici della tradizione a discapito della fedeltà al testo ebraica e greco”

Obsoleti termini liturgici? Conosci così bene la tradizione liturgica cattolica da poter fare paragoni? La CEI si avvale di una mastodontica commissione con infinite branche specializzate. Se si traducono i salmi ad esempio il compito viene affidato ad una commissione che studia la musicologia antica e magari li si fa revisionare da gente che è insieme musicista ed ebraista. Non è un mistero che per rendere le parti in poesia si sono messi dei poeti tra i traduttori, come Mario Luzzi. Ad esempio la versione inglese della Bibbia di Gerusalemme ha tra i suoi traduttori Tolkien, che oltre ad essere l’autore del Signore degli anelli era un raffinato conoscitore delle lingue antiche, tanto che insegnava ad Oxford. Quindi vedi bene l’abisso di erudizione tra le traduzioni cattoliche e le vostre.

“mentre la TNM traduce in modo più moderno”

???

“A differenza della CEI i traduttori della TNM sono anonimi come per la NASB e la NKJB.”

Perché traduttori queste due Bibbie non ne hanno, sono solo rifacimenti di Bibbie precedenti. Io li definirei un lavoro di cosmesi su delle vecchie signore diventare un po’ rugose per il tempo. Sappiamo bene quanto il mondo anglosassone sia fanatico per la Bibbia di re Giacomo. Ti racconto un episodio in grado di far capire la questione… stavo guardando uno di quei film americani alla Perry Mason, probabilmente era “Codice d’Onore”, il Film con Tom Cruise dove lui fa l’avvocato. Fatto sta che in aula facevano giurare i testimoni sulla Bibbia, prassi che oggi è scomparsa quasi ovunque, anche in America. Avevo il DVD e dunque stavo vedendo il film in inglese. Con mia grande sorpresa non dissero “giuri sulle Bibbia” ma “Giuri sulla Bibbia di re Giacomo”. Al che rimasi alquanto perplesso. Evidentemente inglesi ed americani considerano la KJV come la Bibbia per eccellenza, allo stesso modo in cui i protestanti italiani adorano la Diodati del 600’, tanto che ancora oggi continuano a ristamparla modernizzando la lingua: così nacque la Nuova Diodati.

“popolo di professorini”

?? Fatti un giro tra l’elenco dei docenti del Biblico di Roma e poi ne riparliamo.

“Il tuo concetto di vedere Dio solo in senso letterale spiegato con una "ammucchiata" di persone è un concetto rozzo, pagano ed umiliante per la veritas ebraica e per chi ha un pò di cervello.”

Ammucchiata? Io ho parlato solo dell’identità di sostanza tra le persone divine. Ho detto che il Padre è nel Figlio, e ci vedo nulla di rozzo o pagano, bensì di giovanneo: “io sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 14,11)

“Bene, tra poco scopriamo che Gesù è morto di freddo! Se Cristo non ha mai pronciato quelle parole è una ragione in più per”

E perché mai? Innanzitutto non ho mai detto che Gesù non ha mai pronunciato quelle parole ma che il discorso della montagna è una collezione di loghia, Inoltre non vedo donde evinci la negazione della divinità di Cristo. In quel discorso Gesù non dice nulla sul presente, perché non è lo scopo dell’evangelista, il quale sta descrivendo le ricompense per i martiri cristiani dopo la morte. Cosa cavolo c’entrava una digressione sul fatto che anche i discepoli vedevano Dio nel presente quando sta scrivendo a gente che Cristo non l’ha mai visto e vogliono solo sapere cosa li attende nella Nuova Gerusalemme? La Bibbia ha altre occasioni per enunciare la divinità di Cristo. E’ assurdo fare discorsi sulle “cosa che si sarebbero potute dire se”, in quanto il discorso della montagna è incentrato sull’escatologia. Che in Cristo abita la pienezza della deità lo leggiamo altrove.

“in quando pone l'incontro e la visione di Dio non nel passato ma nel futuro!”

Perché non sta parlando del presente.

“E no.... non fare il furbo, non dice che si è presentato davanti al Padre (questo lo dico io in base al fatto che ho theos indica sempre e solo il Padre) ma davanti a Dio. Se per te "Dio è il Figlio" e dunque Gesù è comparso davanti a se stesso per presentare il valore del suo sacrificio a se stesso”

Sei tu che non hai capito nulla della teologia cattolica. Dio può indicare o la Trinità tutta, o IL SOLO PADRE, o IL SOLO FIGLIO, o il SOLO SPIRITO. Quindi se leggo: “Cristo si presenta davanti a Dio” non sono obbligato a leggere “Cristo si presentò davanti alla Trinità”, in quanto il Padre in sé “è tutto Dio”. L’articolo 253 del Catechismo recita giustamente “Le Persone divine non si dividono l'unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero”. Ergo sei tu a fare giochetti e a metterci in bocca dottrine non nostre. Se io vedo scritto “Dio” nella Bibbia sono liberissimo di riferirlo al Padre, al Figlio, allo Spirito, o a tutta la Trinità, basta guardare il contesto.

“Non ti ho chiesto le aspettative fraintese di alcuni gruppi giudaici”

Alcuni gruppi giudaici o interi libri dell’AT descrivono il messia come colui che libererà Israele dai suoi oppressori politici?

“ma ti ho chiesto quando Gesù prese mai le distanze dall'ebraismo”

Ovunque, violando il sabato perché sapeva che era signore del sabato, e affermando che lui e il Padre sono “una cosa sola” (Gv 10,30). Di questa unità metafisica tra Cristo e il Padre possiamo essere partecipi anche noi, sprofondandoci nella loto unità: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi IN NOI una cosa sola” (Gv 17,21) Bada a quel “in noi” e non “in te”, davvero presuntuoso sulla bocca di un angelo! C’è dunque la superiore unità di Cristo e del padre, alla quale anche noi possiamo partecipare divenendo una sola cosa con Cristo, in questo modo siamo collegati con chiunque abbia fatto la nostra stessa scelta. I credenti possono essere una cosa sola in quanto Gesù li unisce, secondo il celebre tema paolino “Cristo è tutto in tutti”. (Col 3,11)

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 25/07/2005 19.34]

damaride
00mercoledì 13 luglio 2005 18:44
Re:

Scritto da: Polymetis 13/07/2005 16.01

“eresia cattolica del IV secolo”

Ridere o piangere? I concili si fanno quando l’ortodossia viene minacciata. E non creano nuove dottrine, bensì dogmatizzano le dottrine precedenti al fine di difendere dall’incipiente eresia. Il Concilio di Nicea non fu convocato per inventare la consustanzialità tra Cristo e il Padre, ma per ribadirla dinnanzi all’eresia ariana che prendeva piede.

In quanto il discorso della montagna è incentrato sull’escatologia.




A me sembra che tu debba documentarti un pò sul concilio di Nicea, sul perchè della sua convocazione, da chi fù convocato
perchè mi sembra che le cose stiano molto diversamente da quanto sostieni.

E anche sulla tua effermazione che il discorso della montagna sia incentrato sull'escatologia....ma lo ho letto bene? Hai fatto il conto di quante volte Gesù usa il tempo presente in relazione a principi di immediata applicazione?

MARIA
Polymetis
00mercoledì 13 luglio 2005 20:35
“A me sembra che tu debba documentarti un pò sul concilio di Nicea, sul perchè della sua convocazione, da chi fù convocato
perchè mi sembra che le cose stiano molto diversamente da quanto sostieni. “

E dove? Sulle pubblicazioni dei Tdg? Ma per carità… Se acquisto testi storici leggo solo libri scritti da gente con una cattedra in qualche università o almeno laureati nella materia di cui discutono, non certo materiale settario scritto da anonimi che consiste solo nel copia&incolla delle fonti più disparate.

“E anche sulla tua effermazione che il discorso della montagna sia incentrato sull'escatologia....ma lo ho letto bene?”

Certo, è una serie ininterrotta di ricompense future.

“Hai fatto il conto di quante volte Gesù usa il tempo presente in relazione a principi di immediata applicazione?”

Ma che c’entra? Il discorso è costruito con versetti divisi in due parti. La prima parte dice come occorre comportarsi, la seconda parte quale sarà la ricompensa futura. Il “perché vedranno Dio” è appunto nella seconda parte del versetto. Nessuno nega che le norme esposte siano valide in tutte le epoche, sono le ricompense ad essere in sede escatologica.

[Modificato da Polymetis 13/07/2005 20.37]

fr44
00giovedì 14 luglio 2005 19:56
Mi sembra che proprio nel mondo della cosidetta cultura è spesso quello in cui avvengono le più smaccate manipolazioni del sapere.

Perchè tanta animosità verso i Testimoni di Geova, perchè si ritiene di usare termini così dispregiativi verso il nostro onesto lavoro di ricerca?

Per quanto riguarda il discorso della montagna in effetti è un discorso basato sull'enunciazione di principi, è chiaro che l'osservanza di tali principi conduce all'approvazione di Dio e a benefici futuri ed eterni.


Francesco.
Polymetis
00sabato 23 luglio 2005 18:22
“Mi sembra che proprio nel mondo della cosidetta cultura è spesso quello in cui avvengono le più smaccate manipolazioni del sapere.”

Hai forse mai frequentato qualche ambiente accademico così da avere cognizione di causa quando fai simili affermazioni?

“Perchè tanta animosità verso i Testimoni di Geova, perchè si ritiene di usare termini così dispregiativi verso il nostro onesto lavoro di ricerca?”

Forse perché non è ricerca ma collage di citazioni.

“Per quanto riguarda il discorso della montagna in effetti è un discorso basato sull'enunciazione di principi, è chiaro che l'osservanza di tali principi conduce all'approvazione di Dio e a benefici futuri ed eterni.”

Perfettamente d’accordo.

Ciao
husband70
00sabato 23 luglio 2005 20:25
Certi posts sono talmente traboccanti di arroganza e presunzione che in effetti mi fanno venire la nausea.

Quanto è vero che tante persone cosidette istruite si dimostrano in effetti dei rozzi ignoranti!

fr44
00sabato 23 luglio 2005 21:48
Tranquillo amico Husband, perchè rispondi al mio posto?

Anche se, in effetti, non ho nulla da replicare.

Non devo certo dar conto degli ambienti accademici da me frequentati, nè
ritengo opportuno rispondere ad alcun'altra provocazione.

Posso anche capire i tuoi motivi, ma sappi che ignorare le provocazioni fa parte della mia etica e del mio stile.


Francesco.
Polymetis
00sabato 23 luglio 2005 22:20
“Certi posts sono talmente traboccanti di arroganza e presunzione che in effetti mi fanno venire la nausea.”

Contro di me hai solo aggettivi o anche qualche argomentazione?

“Quanto è vero che tante persone cosidette istruite si dimostrano in effetti dei rozzi ignoranti!”

Io ignoro infinite cose, infatti tento di parlare di ciò che mi compete. Al contrario alla WTS fanno scrivere articoli a della gente non laureata nelle materie che sta trattando, queste cose ce le ha fatte conoscere R. Franz, membro del CD per anni e nipote del presidente della WTS. Ci racconta ad esempio di come sia stato affidato a lui, che non aveva alcuna competenza in merito, di stendere gli articoli per difendere la tesi secondo cui Gerusalemme cadde nel 607 a.C. anziché nel 587 a.C.
Finito il lavoro, che poi vi è stato propinato, ha confessato a noi lettori che neppure lui credeva a quanto aveva scritto. Alla WTS c’è una fornita biblioteca, il lavoro dei redattori degli articoli consiste nel consultare quanti più dizionari e opere esegetiche possibili al fine di fare un centone di citazioni tra le più disparate. Non importa se cento filologi sono contro una teoria, l’importante è sbattere negli articoli gli unici cinque che danno ragione alla WTS e spacciarli per luminari.

Per fr44

“Non devo certo dar conto degli ambienti accademici da me frequentati”

Se esprimi un giudizio così forte sulle nostre università presumo che tu ci sia stato.

[Modificato da Polymetis 25/07/2005 19.32]

husband70
00sabato 23 luglio 2005 22:37
Amico Francesco, francamente a voi TdG a volte non vi capisco. D'accordo che il Maestro invita a porgere l'altra guancia, ma voi rischiate di non avere più abbastanda guance da porgere.

Una forista o presunta tale vi prende apertamente per i fondelli e voi mostrate una comprensione e compassione che sinceramente trovo concesse a sproposito.

Qualcun altro vi tratta in modo stupidamente altezzoso e rispondete con eccessivo fair play.

Ma non avete capito che è quello che vogliono gli esponenti di queste frange dell'integralismo cattolico? Vogliono che le minoranze religiose subiscano senza replicare, perchè le vogliono umiliare, ghettizzare, calpestare. Vogliono coprirle di disprezzo alimentando il pregiudizio e l'emarginazione. E nello stesso tempo continuare a far ingrassare i loro porporati padroni.

Questi esponenti sono degni eredi della più deteriore cultura cattolica madre della sopraffazione e della Inquisizione e che ha tentato, nel corso di tutta la sua storia, di sopprimere qualsiasi forma di cultura le si ponesse in dissenso. Hai mai sentito parlare di un certo Giordano Bruno?

Per tua informazione ti posto uno dei tanti link molto indicativi sulla cultura dei "dottori" addestrati nelle "accademie" del cattolicesimo:

www.capurromrc.it/papato/papato13.html

Queste sono le radici sulle quali si innesta la cultura di certi "accademici" dell'integralismo cattolico, degni eredi dello stesso spirito d'intolleranza, e di anticristiana arroganza.


Saluti.

Polymetis
00sabato 23 luglio 2005 23:00
“Hai mai sentito parlare di un certo Giordano Bruno?”

Sì, un filosofo pieno fino al collo di magia nera che sbatté il suo accusatore principale giù da un ponte e che denunciava al governo inglese i cattolici di corte.

“Per tua informazione ti posto uno dei tanti link molto indicativi sulla cultura dei "dottori" addestrati nelle "accademie" del cattolicesimo:
www.capurromrc.it/papato/papato13.html”

E io ti do un consiglio, se vuoi un libro di storia compra il volume di qualcuno laureato in materie attinenti a quello che espone, il 90% di quanto si trova in internet è spazzatura, facile capirlo: quell’articolo non ha le referenze bibliografiche e non cita le coordinate dei documenti, è pieno di falsi storici. Vuoi vedere come è fattp un sito scientifico? Prova questo sito sul cristianesimo primitivo fatto dal dott. Nicolotti dell’Università di Torino: www.christianismus.it


Ad maiora

[Modificato da Polymetis 23/07/2005 23.19]

husband70
00sabato 23 luglio 2005 23:44
Dei tuoi siti apologetici del cattolicicesimo alla Kattoliko.it o alla bigotto.it non so proprio cosa farmene, e non so cosa farmene dei tuoi consigli.

Dimostri la più crassa ignoranza sulla immensa figura di Giordano Bruno, gettando fango su un grande martire e da novello Bellarmino tenti maldestramente di giustificarne l'omicidio.

Ti dimostri perciò, con le tue stesse parole, degno erede della cultura forcaiola e rogaiola
degli assassini santificati dai tuoi tricoronati padroni.

Che santi rimangono malgrado le lacunose scuse papali.


Saluti.
Polymetis
00domenica 24 luglio 2005 09:06
“Dei tuoi siti apologetici del cattolicicesimo alla Kattoliko.it o alla bigotto.it non so proprio cosa farmene”

Ti ho mai consigliato siti apologetici? L’unico sito che ti ho consigliato è fatto da docenti dell’università di Torino, ed è un sito scientifico. Ti copio la lista degli autori da una pagina del sito:

Andrea Nicolotti
Laureato in Lettere Classiche, nella disciplina Letteratura Cristiana Antica. Dottore di ricerca in "Istituzioni, società, religioni dal tardoantico alla fine del medioevo" - Università degli Studi di Torino. Già borsista di ricerca presso la Fondazione Michele Pellegrino - Centro di studi di storia e letteratura religiosa – Torino

Ezio Gallicet.
Docente (f.r.) di Letteratura cristiana antica all'Università degli Studi di Torino.

Clementina Mazzucco.
Docente di Filologia ed esegesi neotestamentaria all’Università degli Studi di Torino.

Mario Maritano.
Docente alla facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana di Roma

Paolo Sacchi.
Docente (f.r.) di ebraico e aramaico all'Università degli Studi di Torino

Enrico Norelli
Professore di Letteratura cristiana apocrifa all’Università di Ginevra

Riccardo Di Segni
Rabbino capo di Roma e direttore del Collegio Rabbinico Italiano

Filippo Belli.

Licenziato in Scienze Bibliche e dottorando presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma; docente di Greco Biblico alla Facoltà Teologica dell'Italia Centrale di Firenze.

“Dimostri la più crassa ignoranza sulla immensa figura di Giordano Bruno”

Io sono un filosofo

“gettando fango su un grande martire”

Cosa ho detto di non vero?

“tenti maldestramente di giustificarne l'omicidio.”

Io non giustifico niente perché sono contro la pena capitale, sto solo facendo notare che, giacché Bruno aveva tra le sue varie imputazioni l’omicidio, sarebbe condannato ancora oggi a morte in metà del pianeta. Poiché l’esecuzione di Bruno avvenne nel 1600, quando nessuno su questo pianeta era contro la pena di morte, non mi sembra un caso eclatante o un abominio giuridico, vista l’epoca.

Ad maiora
husband70
00domenica 24 luglio 2005 19:50
Che lista di nomi eccellenti! Tutti al di sopra delle parti [SM=g27987]

Per carità, c'è anche il Rav. Riccardo di Segni, chissà quali sono i suoi rapporti col
vaticano!!!![SM=g27992]

Stammi bene "filosofo" [SM=g27987]

Ma ricordati di pulirti la bocca prima di parlare di un vero grande filosofo come Giordano Bruno [SM=g27990]

Saluti.

[Modificato da husband70 24/07/2005 19.53]

Polymetis
00domenica 24 luglio 2005 21:19
“Che lista di nomi eccellenti! Tutti al di sopra delle parti”

E cosa vorrebbe dire “al di sopra delle parti”? Vuoi un sito sul cristianesimo antico scritto da atei? I cattolici e gli ebrei non possono essere imparziali quando producono lavori scientifici?

“Per carità, c'è anche il Rav. Riccardo di Segni, chissà quali sono i suoi rapporti col
vaticano”

??

“Ma ricordati di pulirti la bocca prima di parlare di un vero grande filosofo come Giordano Bruno”

Ho forse detto qualcosa di falso su di lui?

Ad maiora
husband70
00lunedì 25 luglio 2005 13:23
Rav Di Segni e Vaticano: rapporti a dir poco idilliaci!![SM=g27987]

Continui a gettare ombre e fango su Giordano Bruno appellandoti solo a fatti che non
scalfiscono la grande figura dell'uomo e del filosofo.

Dovresti imparare che un uomo va giudicato dall'insieme della sua opera e dall'intero complesso del suo essere, non attaccandosi al chiodo o al neo. Quello che fai tu è tipico degli inquisitori caro il mio novello Bellarmino.

Saluti.
barnabino
00lunedì 25 luglio 2005 16:18
Caro Polymetis,

Mi pare perfettamente inutile continuare a discutere con chi anche di fronte all'evidenza nega i fatti, non sei stato in grado di portare alcun argomento valido per dimostare che il termine charakter possa indicare una identità di natura. Da nessna parte l'impronta del sigillo può essere considerato della stessa natura del sigillo, al massimo della stessa forma, appunto Crito è eikon di Dio, la sua immagine, rappresentazione perfetta, egli "ricalca" perfettamente le caratteristiche e la personalità del Padre. Per questo chi ha visto Dio ha visto anche il Padre.
L'esegesi della BJ è del tutto teologica e non ha alcun fondamento nell'uso della parola charakter, in nessun caso essa esprime una identità di natura in senso trinitario.

E scusami ma la tua esegesi di charakter è molti riduttiva


E la tua è troppo inquinata di apologismo trinitario. Vorrei anche ricordarti che io non mi sono certo limitato a "scartabellato" due o tre dizionari (come se ci fosse qualcosa di male a farlo per altro) per cui ti invito a rimanere in tema e non attribuirmi azioni che non ho fatto. Io ti ho solo fatto notare che per esempio in Filone ed i Padri della Chiesa charaker è riferito all'uomo fatto ad "immagine" di Dio. Come per il Bauer (che non mi pare un lessico qualsiasi) esso indichi solo "un marchio impresso, una riproduzione, rappresentazione, l'effige, anche l'aspetto esteriore" senza alcun riferimento alla sua natura. Non saprei dirti se Bauer era trinitario, ma qui mi pare abbastanza chiaro. Trai l etue conclusioni da queste due consoderazioni che invece tu hai ignorato, usando lo stesso medoto che critichi tanto: usi solo le citazioni a tuo favore ed ignori le altre.
Scusami ma in questo caso devo dirti che qui sei tu che vuoi insistere su una posizione assolutista, escludendo una interpretazione solo perchè è in contrasto con la tua teologia ed accusandomi perfino di usare dizionari obsoleti o un'accezione desueta. Fammi vedere dove l'ho fatto!Su questo passo anche molti teologi cattolici sono daccordo con me nel sostenere che non si sta parlando di un'ugualianza di natura tra Gesù e Dio ma semplicemente il fatto che in Cristo e nel suo cammino di redenzione i credenti possono scorgere l'essenza e la realtà di Dio (DENT).

Non ho tempo da perdere discutendo di semantica greca coi dizionario dipendenti che si rifiutano di dirmi in cosa sono laureati.


Come mai se non hai voglia di rispondere sei sempre qui? Se non ti va di discuterne con me torna da dove sei venuto, nessuno ti ha cercato mi pare! Neppure a me piace discutere con chi non ha una preparazione specifica, come te, ma coem vedi non mi pare che stia a ricordartelo ad ogni post.

o può indicare o la Trinità tutta, o IL SOLO PADRE, o IL SOLO FIGLIO, o il SOLO SPIRITO. Quindi se leggo: “Cristo si presenta davanti a Dio” non sono obbligato a leggere “Cristo si presentò davanti alla Trinità”, in quanto il Padre in sé “è tutto Dio”


Appunto, fai il furbo... qui Dio non è solo il Padre, ma è anche il Figlio e lo spirito santo, per cui, per quanto mi riguarda, Gesù si è presentato anche davanto a se stesso! Tu stesso dici "ciascuna di esse è Dio tutto intero" per cui presentandosi davanti al Padre Gesù si è presentato anche davanti a Dio "tutto intero" ovvero davanti a se stesso.

Ovunque, violando il sabato perché sapeva che era signore del sabato, e affermando che lui e il Padre sono “una cosa sola” (Gv 10,30).


Gesù non violò la legge sul Sabato, quando mai? Se mai l'interretazione di alcuni gruppi giudaici. Tanto è vero che non poterono mai accusarlo di averlo fatto. Anche affermando che lui e il Padre erano uno (non violava certo la legge mosaica, infatti dice solo che egli aveva una piena unità di intenti con il Padre. Tanto è vero che neppure di questo episodio egli potè essere accusato il giorno del suo processo.

Ciao ftrytry

PS. Fatti e non parole, grazie, ti prego di lasciare da parte i tuoi veleni e venire alla discussione.

Polymetis
00lunedì 25 luglio 2005 19:58
“Continui a gettare ombre e fango su Giordano Bruno appellandoti solo a fatti che non
scalfiscono la grande figura dell'uomo e del filosofo.”

Ma chi ha detto che voglio scalfire la sua figura di filosofo? Ho detto solo che ha commesso omicidio e dunque il fatto che nel 1600 sia stato condannato a morte non può stupire visto che finirebbe condannato a morte ancora oggi in metà del pianeta.

Per Barnaba

“carakter possa indicare una identità di natura.”

Indica la riproduzione esatta, come il timbro di un sigillo, e giacché parliamo di sostanza, la riproduzione esatta della sostanza.

“L'esegesi della BJ è del tutto teologica e non ha alcun fondamento nell'uso della parola charakter”

?? Professor Barnaba mi inchino a lei che sicuramente conosce la teologia alessandrina del Logos meglio dell’Ecole Biblique,

“charaker è riferito all'uomo fatto ad "immagine" di Dio.”

Ma qui si parla di sostanza. Non ci può essere un’immagine della sostanza, visto che per definizione stessa la sostanza non ha immagine alcuna che possa essere replicata, poiché è ciò che sta sotto, non fuori. Se dunque mi parlano di riproduzione della sostanza non significa replicare l’aspetto esteriore, che non esiste parlando di sostanza, bensì l’intima natura. Cristo replica la sostanza esattamente come il timbro di un sigillo replica il sigillo: è privo di senso obiettare che il timbro non è il sigillo, perché è la similitudine ad essere imperfetta. Mentre infatti il sigillo ha un’immagine incisa sulla sommità e dunque la riproduzione di un’immagine è un’immagine, nel caso del nostro testo la riproduzione è della sostanza, non di un’immagine, essendo “ciò che sta sotto” contrapposto alla forma esteriore.

“saprei dirti se Bauer era trinitario, ma qui mi pare abbastanza chiaro.”

Era trinitario e a me invece pare molto chiaro il contrario. Ti richiedo come un angelo possa essere la “perfetta rappresentazione dell'essere o realtà [di Dio]”, dove “perfetta” dice tutto.
Non ci vuole un genio metafisico per capire la questione: poiché Cristo è la perfetta riproduzione della sostanza del Padre egli può dire “chi vede me vede il Padre”.
Ridurre carakter ad “aspetto esteriore” in questo passo è una contraddizione in termini, perché non ha senso scrivere: “era l’aspetto esteriore della sostanza del Padre” ( la sostanza non ha esteriorità), al contrario ha senso solo “la riproduzione della sostanza del Padre”, e giacché la sostanza è proprio ciò che si contrappone alla forma esterna, riprodurre perfettamente la sostanza significa riprodurre la natura interiore.

“accusandomi perfino di usare dizionari obsoleti o un'accezione desueta”

Veramente l’ho detto della WTS. Cito quanto scrissi: “L’esegesi dei TdG non è qualcosa di serio, consiste nello scartabellare ogni singolo libro o dizionario che trovano nella biblioteca della Bethel finché non scovano qualche appiglio alle loro dottrine, non importa se è la quarantesima accezione di un lemma o la fonte è obsoleta, basta fare dei bei collages ignorando completamente il pensiero degli autori e fare i finti eruditi. Queste cose le sappiamo grazie ad un signore chiamato R. Franz il quale ci ha spiegato, tra le altre cose, chi redige gli articoli della WTS e come vengono svolte le ricerche.”
Franz ci ha dato i nomi del comitato scrittori: L. Barry, E. Chitty, F.Franz, R. Franz (lui stesso), L. Swingle, nessuno di costoro aveva un becco di laurea specialistica. R. Franz ha scritto le vostre pubblicazioni per anni, ne vuoi sapere più di lui?

“Neppure a me piace discutere con chi non ha una preparazione specifica, come te, ma coem vedi non mi pare che stia a ricordartelo ad ogni post.”

Specialistica in cosa? Vuoi discutere di greco biblico solo con biblisti? Non discuteresti con nessuno temo. Accontentati di un grecista.

“Appunto, fai il furbo... qui Dio non è solo il Padre, ma è anche il Figlio e lo spirito santo, per cui, per quanto mi riguarda, Gesù si è presentato anche davanto a se stesso!”

E perché non sarebbe solo il Padre? Questo versetto a me non fa nessun problema. Leggo che Gesù si è presentato davanti a Dio, e, giacché per la mia teologia questo termine è riferibile oltre che alla Trinità anche a ciascuna delle tre persone singolarmente, leggo semplicemente che Cristo si è presentato davanti al padre. Dove starebbe la furbizia scusa?

“Tu stesso dici "ciascuna di esse è Dio tutto intero" per cui presentandosi davanti al Padre Gesù si è presentato anche davanti a Dio "tutto intero" ovvero davanti a se stesso.”

Ma che cavolo hai capito? “Dio tutto intero” quanto agli attributi e alla sostanza, non nel senso che una persona della Trinità è anche le altre due persone, il che sarebbe eretico.

“Gesù non violò la legge sul Sabato”

Tesi molto cara alla scuola di Gerusalemme, Flusser in primis.

“quando mai?”

Mt 12 cf. Es 34,21

„Tanto è vero che non poterono mai accusarlo di averlo fatto.”

Veramente l’hanno fatto, diciamo solo che è riuscito a zittirli facendogli capire che c’era qualcosa di più importante della Legge, o, per meglio dire, che la legge è fatta per l’uomo, e non l’uomo per la legge.

“Anche affermando che lui e il Padre erano uno (non violava certo la legge mosaica, infatti dice solo che egli aveva una piena unità di intenti con il Padre.”

?? Di intenti? Certamente non dubito che avessero unità d’intenti, infatti le operazioni ad extra della Trinità sono all’unisono, ma di grazia dove nel passo che ti cito sta scritto che è “unità di’intenti”? C’è un neutro a mio avviso indicativo: una COSA sola.

“Tanto è vero che neppure di questo episodio egli potè essere accusato il giorno del suo processo.”

1)Tu pensi di avere il resoconto del processo di Cristo con tutte le accuse che gli vennero fatte?
2)Tu pensi che abbia pronunciato la frase: “io e il Padre siamo una cosa sola”? Io non so se l’abbia fatto, o se sia la teologia dell’evangelista, ma sta di fatto che appena finita la frase i giudei portano pietre per lapidarlo. E’ assai più significativa come reazione di un’ accusa ad un processo del quale non abbiamo il verbale, né sappiamo se contenne questa frase in quanto invenzione kerygmatica postuma.

Ad maiora
Topsy
00lunedì 25 luglio 2005 22:42
Scritto da: Polymetis 25/07/2005 19.58

Ma chi ha detto che voglio scalfire la sua figura di filosofo? Ho detto solo che ha commesso omicidio e dunque il fatto che nel 1600 sia stato condannato a morte non può stupire visto che finirebbe condannato a morte ancora oggi in metà del pianeta.

Non credo di capire.Ma il suo capo d'accusa qual'è stato? Non ho mai studiato il caso "Giordano Bruno",e mi chiedevo:egli fu arso perchè gli fu mossa l'accusa di "eresia" oppure quella di "omicidio" (Polymetis scriveva dell'uccisione di un suo accusatore)?Fu considerato pericoloso e condannato per le sue idee,per il suo pensiero filosofico oppure per la sua condotta omocida?L'accusa venne formulata dalla suprema autorità ecclesastica o da quella ordinaria civile?



“Gesù non violò la legge sul Sabato”

Tesi molto cara alla scuola di Gerusalemme, Flusser in primis.




Per chi non conoscesse le considerazione del Flusser a riguardo,sarebbe interessante enunciarle,tanto per fare un pò di cultura.

David Flusser, professore all'Università ebraica di Gerusalemme è autore di fondamentali scritti sull'antico giudaismo,sui rotoli del Mar Morto ,sul Nuovo Testamento e sul cristianesimo delle origini,.
Cosa osserva il Flusser riguardo alla violazione dello Shabbat da parte di Gesù o dei suoi discepoli?

Gesù come diversi sapienti di Israele dell'epoca desiderava offrire una spiegazione umanitaria della Torah, e non violarla.Egli nei Vangeli si mostra fedele alla Toarh nella sua interezza,e insegna come il minore dei precetti aveva lo stesso peso del più grande.
Gesù insegna:" Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato" (Mc 2,27)
troviamo un passo simile anche negli scritti rabbinici:" Il sabbato è stato dato a voi,ma non voi al sabbato" (Mekilta a Es.31,13)

La legge giudaica del tempo, proibiva le guarigioni al Sabbato?
In realtà la domanda andrebbe formulata così:"la legge giudaica del tempo,che genere di guarigioni vietava il Sabbato?

Tutti i tipi di guarigione erano permessi se ne andava della vita del malato.
La guarigione con la parola era permessa,sia per i casi in cui non si trattava di vita e di morte.
Se cioè,sussisteva anche il minimo sospetto di pericolo di morte,tutti i tipi di guarigione erano permessi di Sabbato,diversamente(in caso in cui tale pericolo non sussisteva) si poteva guarire ma solo con la parola,non si potevano impiegare mezzi meccanici.

In Matteo 12, Gesù sanò di Sabato in Sinagoga la mano di un uomo con le sole parole,con una atto permesso.Non violò alcun precetto ma, certamente poteva urtare l'ottusità di alcuni bigotti bacchettoni che gli scritti neotestamentari(sopratutto dopo la distruzione del Secondo Tempio)identificano spesso con i Farisei.In realtà,la reazione dei Farisei nel racconto sembra inverosimile,poichè (tradizionalmente il Talmud individua almeno 7 generi diversi di Farisei; Sotà 22b Berakot h14 b)e avrebbero malignamente voluto decidere di eliminare Gesù per un azione "permessa".

Gesù riteneva i Farisei gli eredi di Mosè e invitava il popolo a seguire ciò che essi insegnavano,ma condannava l'ipocrisia religiosa di alcune frange farisaiche,ipocrisia che viene ugualmente denunciata negli scritti rabbinici.Riconosco che l'argomento è assai complesso ma cmq interessante da sviluppare...il tempo tuttavia oggi mi fa difetto.
Un caro saluto e scusate l'intrusione.
Topsy
00martedì 26 luglio 2005 02:43

Ragazzi, solo adesso rileggendo il mio post,ho notato... di aver scritto più volte Sabbato,ovvero una via di mezzo(un ibrido) tra Shabbat e Sabato!!!
Vado a dormire che è meglio!
Notte!
Justee
00martedì 26 luglio 2005 10:30
Re:

Un caro saluto e scusate l'intrusione



e perchè mai Cara Topsy tgyov

aggiungo ...

David Flusser, lo storico ebreo che maggiormente ha studiato le origini del cristianesimo, è morto a Gerusalemme all’età di 83 anni. Professore emerito dell’Università Ebraica di Gerusalemme, famoso a livello mondiale per i suoi lavori sui Rotoli del Mar Morto e su altri testi giudaici, Flusser era uno dei pochissimi accademici che in Israele erano impegnati in una indagine scientifica e sistematica sulla vita e l'opera di Gesù Cristo, scrivendo diversi saggi, alcuni dei quali diventati veri e propri casi editoriali. Pur professando la religione giudaica, Flusser si dichiarava affascinato dalla predicazione del fondatore del cristianesimo, al punto da voler far conoscere all’opinione pubblica ebraica “l'importanza dello sconosciuto rabbi Gesù di Nazaret”. Il suo libro fondamentale, Jesus, pubblicato per la prima volta nel 1968 in Germania, è stato tradotto in undici lingue (in Italia è apparso dalla casa editrice cattolica Morcelliana), ma non è stato mai stampato in Israele, per il timore di suscitare le ira degli ambienti ebraici ultraortodossi. Nel suo best seller sul Nazareno, Flusser presenta Gesù come il rappresentante di un giudaismo genuino, vicino ai farisei ma critico di essi. Flusser è autore anche di un’opera monumentale sulle parabole di Gesù, in cui cerca di analizzarne l’essenza e fare un raffronto con le parabole rabbiniche. Nato nel 1917 a Vienna, David Flusser aveva trascorso l’infanzia a Praga e nel 1939, in seguito alle persecuzioni naziste, emigrò con la sua famiglia in Palestina. Dal 1950 aveva cominciato a compiere ricerche sulla setta degli esseni di Qumran, collaborando con il progetto internazionale di interpretazione dei cosiddetti Manoscritti del Mar Morto, all’epoca scoperti da poco. Sintesi di questa sua esperienza è il volume “La setta di Qumran”, ripubblicato più volte anche in italiano (l'edizione più recente è di Piemme). Flusser entrò quindi alla Università Ebraica di Gerusalemme, dove ha insegnato a lungo storia ebraica e delle origini del cristianesimo. Grazie a decine di articoli, pubblicati in inglese e tedesco, Flusser ha contribuito in maniera determinate a illuminare le radici giudaiche del cristianesimo primitivo. Fondamentali anche alcuni suoi saggi dedicati all’esegesi dei Vangeli. Tra i suoi bestseller internazionali figurano due volumi divulgativi: “Il cristianesimo” (tradotto in italiano dalle Edizioni San Paolo) e “Il giudaesimo e l’origine del cristianesimo” (Marietti).
barnabino
00martedì 26 luglio 2005 15:48
Caro Polymetis,

scusa ma tu mi pare che tu non pensi in greco, parlare di charakter indica solo l'esatta rappresentazione, il suo calco, la sua immagine. Non è possibile da questo ipotizzare una presunta identità di sostanza, anzi, esattamente il contrario, qui si parla di semplice aspetto esteriore, di una rappresentazione della realtà. Cristo è diverso da Dio tanto quanto il calco di un oggetto è diverso dalla realtà dell'oggetto stesso. Certo, il calco è l'esatta rappresentazione di quella realtà, ma non è quella realtà. Non a caso altrove Paolo parla di Cristo come "immagine" [eikon] dell'invisibile Iddio, di nuovo con eikon non si intende alcuna identità di sostanza ma una figura, una riproduzione, un'immagine della realtà. Nelle scritture eikon ltre all'aspetto fisico è spesso usata in senso metaforico: come l'uomo è per i Padri e per Filone charakter di Dio così è anche eikon di Dio ("essendo egli immagine e gloria di Dio" 1 Cor 11,7) e deve divenire conforme all'immagine di Cristo (Rom. 8,29). L'uomo è immagine di Dio, Cristo è immagine di Dio, i credenti sono immagine di Cristo.
Dunque che Paolo per definire il rapporto tra Cristo e Dio i termini charakter ed eikon mi pare che indichi proprio il suo prendere le distanze da una possibile identificazione delle due realtà.

Piuttosto entrambi i termoni hanno stretta relazione con il concetto di "immagine" come rivelazione, per esempio in 2 Cor 4,4 si dice

quali l’iddio di questo sistema di cose ha accecato le menti degli increduli, affinché la luce della gloriosa buona notizia intorno al Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda [loro].


Come vedi qui "Cristo immagine di Dio" ha a che fare non con la visione letterale di Dio attraverso Cristo ma con quella della Rivelazione per mezzo del Cristo.
Anche alla luce della teologia alessandria e Sapienziale o del Corpus Hermetics (ammesso che vi sia una relazione) il concetto di "immagine di Dio" non ci permette in nessun modo di vedervi una identità di sostanza in senso trinitario.

Professor Barnaba mi inchino a lei che sicuramente conosce la teologia alessandrina del Logos meglio dell’Ecole Biblique


Non credo, però nella citazione da te riportata non vedo alcun elemento per supporre che charakter in Ebrei indichi una identità di natura

Non ci può essere un’immagine della sostanza, visto che per definizione stessa la sostanza non ha immagine alcuna che possa essere replicata, poiché è ciò che sta sotto, non fuori


Infatti Paolo non usa eikon ma charakter che indica semplicemente una riproduzione, non una immagine. Per Paolo Cristo è la riproduzione della realtà di Dio, ma questo non vuol dire che ne condivida la natura, è appunto l'impronta di Dio e non Dio in persona o la realtà di Dio, solo la sua rappresentazione. L'ipostasi è quello che "sta sotto" il charakter o l'eikon, ma non appartiene a Cristo, appartiene a Dio.

“era l’aspetto esteriore della sostanza del Padre” ( la sostanza non ha esteriorità)


Paolo non stava facendo un discorso filosofifico, questo è solo un inno a Cristo ed egli non usa certo hypostasis in senso strettamente filosofico, egli vuol dire semplicemente che Cristo ha rivelato la realtà del Padre, altrimenti invisibile. Cristo ha rivelato pienamente agli uomini la vera natura del Padre, che è l'amore (Dio è amore). Non per questo siamo autorizzato a dire che Cristo era letteralemente il Padre, a me pare la cosa più ovvia del mondo.

E perché non sarebbe solo il Padre? Questo versetto a me non fa nessun problema. Leggo che Gesù si è presentato davanti a Dio, e, giacché per la mia teologia questo termine è riferibile oltre che alla Trinità anche a ciascuna delle tre persone singolarmente, leggo semplicemente che Cristo si è presentato davanti al padre. Dove starebbe la furbizia scusa?


E qui che ti sbagli, infatti per la trinità Dio è tre persone e non una, altrimenti la tua dottrina è bella che fritta, dove c'è scritto Dio io leggo sempre Padre!
Se Paolo intendeva dire che Cristo si presentò solo davanto a Dio Padre avrebbe detto che si presentava davanti al Padre, ora poichè invece egli usa Dio dobbiamo supporre che egli si presentò davanti a Padre, Figliolo e Spirito Santo. D'altronde questo è corretto perchè nella Bibbia ho theos indica sempre ed invariabilmente il Padre, non l'ho mai visto riferito al Figlio nè tanto meno allo spirito santo.

Ciao ftrytry







barnabino
00martedì 26 luglio 2005 16:31
Sul Sabbath:

Concordo con la tesi di Flusser sul fatto che Gesù in nessun luogo mai violò la legge mosaica, egli rimase un ebreo osservante fino alla sua morte. I vangeli, anche il vangelo di Giovanni, non lo presentano come un eretico se non nel giudizione dei "giudei" espressione con cui in Giovanni sono identificati i capi religiosi.

La legge del di Es 34,21 sul Sabato non venne certo violata raccogliendo poche spighe di grano. se leggi il passo parallelo di Luca 6,1 ne capisci anche il motivo

Ora avvenne che di sabato passava attraverso i campi di grano, e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sgranandole con le mani


Ovviamente i discepoli non stavano "mietendo e trebbiando" ovvero facendo un lavoro, come la spigolatura, evidentemente stavano semplicemente mangiando qualcosa per strada. Di nuovo qui l'accusa veniva da una interpretazione bigotta della legge da parte di alcuni gruppi estremistici.

Veramente l’hanno fatto, diciamo solo che è riuscito a zittirli facendogli capire che c’era qualcosa di più importante della Legge


Non sono d'accordo, essi non poterono mai portare legalmente Gesù davanti al sinedrio, visto che che di fatto egli non trasgredì mai alla legge di Dio, le loro accuse si limitavano semplicemente all'interpretazione restrittiva che esi ne davano, nessuna delle accuse rivlte a Gesù era illegale.

C’è un neutro a mio avviso indicativo: una COSA sola.


Inaffi, non c'è il maschile "un (Dio) solo" ma un neutro che non indica una identità piuttosto ma una unità di intenti, basta che guardi come è usato in altri passi di Giovanni dove Cristo è "una cosa sola", cioè intimante in unità, con i suoi discepoli. Tanto è vero che questa affermazione non costituì in nessun modo una violazione della legge poichè non fu consegnato al Sinedrio e al suo processo questo episodio (avvenuto a Gerusalemme) non potè costituire una vera accusa verso Cristo.

1)Tu pensi di avere il resoconto del processo di Cristo con tutte le accuse che gli vennero fatte?


Io penso di si, visto che Giovanni era presente o molto vicino e al sinedrio vi erano di certo uomini che poi divennero discepoli di Cristo come testimoni oculari, non vedo perchè devi dubitare della loro testimonianza. E comunque se l'intenzione di Giovanni era di sottolineare la divinità di Cristo (Gv 1,1) certo questa sarebbe stata l'accusa più ovvia ed eclatante da riportare, il fatto che non sia stata riportata è una prova certa che nè i giudei nè Giovanni identificarono mai Cristo come Dio.

sta di fatto che appena finita la frase i giudei portano pietre per lapidarlo.


Le ragioni per tentare di lapidarlo non erano nel fatto che avesse trasgredito la legge, tanto è vero che non lo portano davanti al sinedrio per essere giudicato, sapevano che non aveva detto nulla contro la legge. Il termine aramaico "siamo uno" letterlamente indica "di una opinione, d'accordo" indicando che le sue opere erano da Dio imlicitamente accusava quei bigotti di non credere nell'operato di Dio, cosa che scatenò la loro rabbia.

In definitiva non c'è nessun episodio nel NT in cui è possibile trovare anche una sola trasgressione della legge da parte di Gesù.

Ciao fdetr



[Modificato da barnabino 26/07/2005 16.35]

Polymetis
00mercoledì 27 luglio 2005 16:26
“Non è possibile da questo ipotizzare una presunta identità di sostanza, anzi, esattamente il contrario, qui si parla di semplice aspetto esteriore, di una rappresentazione della realtà.”

E io ti ho già risposto che non ci può essere un’immagine di una sostanza.

“Cristo è diverso da Dio tanto quanto il calco di un oggetto è diverso dalla realtà dell'oggetto stesso.”

E io ti avevo già replicato riprodurre perfettamente una sostanza non può significare riprodurre un aspetto esteriore perché la sostanza è ciò che sta sotto, la natura. Se dunque mi dicono che qualcuno è la riproduzione della sostanza di qualcun’altro io so che hanno la stessa natura.

“Certo, il calco è l'esatta rappresentazione di quella realtà, ma non è quella realtà.”

Se il calco è fatto non sulla forma esteriore ma sulla sostanza allora il calco della sostanza è la riproduzione perfetta di essa. Per questo dice “chi vede me vede il Padre”

“come l'uomo è per i Padri e per Filone charakter di Dio”

E io ti ho già risposto che questi passi non c’entrano un emerito nulla perché non stanno parlando di riproduzione di sostanza. L’uomo è immagine di Dio, ma subito dopo la Bibbia precisa “e somiglianza”, per distanziarci da lui.

“Cristo come "immagine" [eikon] dell'invisibile Iddio”

Anche questo non c’entra nulla in quanto Paolo sta facendo riferimenti alla Genesi e alla creazione dell’uomo, volendo alludere che Cristo da uomo è stata la perfetta immagine di Dio come gli uomini invece non hanno saputo fare. Dalle incomprensioni sulla Trinità passi alle incomprensioni sulla natura di Cristo, evidentemente pensando di parlare con un monofisita.

“Anche alla luce della teologia alessandria e Sapienziale o del Corpus Hermetics (ammesso che vi sia una relazione) il concetto di "immagine di Dio" non ci permette in nessun modo di vedervi una identità di sostanza in senso trinitario.”

Qualcuno ha mai detto che l’autore della Sapienza fosse trinitario? L’Ecole Biblique sostiene che quelle sono immagini prese dalla speculazione alessandrina sul Logos, non che vengono usate nello stesso modo.

“Per Paolo Cristo è la riproduzione della realtà di Dio, ma questo non vuol dire che ne condivida la natura”

C’è scritto riproduzione della sostanza, non della realtà.

“questo non vuol dire che ne condivida la natura”

La sostanza è proprio la natura.

“L'ipostasi è quello che "sta sotto" il charakter o l'eikon, ma non appartiene a Cristo, appartiene a Dio.”

Guarda caso invece sta scritto che è l’hypostasis di Dio ad essere riprodotta

“Paolo non stava facendo un discorso filosofifico, questo è solo un inno a Cristo ed egli non usa certo hypostasis in senso strettamente filosofico”

La filosofia non c’entra nulla. Hypo-statis è “ciò che sta sotto”, pura etimologia.

“Non per questo siamo autorizzato a dire che Cristo era letteralemente il Padre”

Infatti non lo dico o sarei un eretico.

“E qui che ti sbagli, infatti per la trinità Dio è tre persone e non una”


Ti ho già risposto citandoti il Catechismo dove si dice che per noi “Il Padre è Dio tutto intero, il Figlio è Dio tutto intero, lo Spirito è Dio tutto intero”. E aggiunsi: “ “Dio tutto intero” quanto agli attributi e alla sostanza, non nel senso che una persona della Trinità è anche le altre due persone.”
Come già detto tu ci accusi di credere a dottrina non nostre

“Se Paolo intendeva dire che Cristo si presentò solo davanto a Dio Padre avrebbe detto che si presentava davanti al Padre”

Non vedo perché, il contesto era già chiaro.

Inoltre, visto che non trovi l’episodio delle spighe di grano convincente farò un esempio più chiaro:
“Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!” (Mt 15,11)
La disputa in questo caso partiva dalla necessità o meno di lavarsi le mani, ma assunse un significato più ampio: con questa dichiarazione Gesù ha abolito tutte le norme di purità sui cibi del Pentateuco, compresa la distinzione tra animali puri ed impuri.

“Non sono d'accordo, essi non poterono mai portare legalmente Gesù davanti al sinedrio, visto che che di fatto egli non trasgredì mai alla legge di Dio”

A mio parere non l’hanno trascinato davanti al sinedrio per due motivi:
1)Li riusciva a zittire
2)Quando non ci riusciva scappava. Il Vangelo ha spesso espressioni come “stavano per prenderlo ma”…

“Inaffi, non c'è il maschile "un (Dio) solo" ma un neutro che non indica una identità piuttosto ma una unità di intenti,”

E di grazia, dove dichiarare identità di intenti merita la lapidazione? Dove sta scritto che il neutro indicherebbe identità di intenti? Il neutro va benissimo per dire “una cosa sola” in senso ontologico.

“basta che guardi come è usato in altri passi di Giovanni dove Cristo è "una cosa sola", cioè intimante in unità, con i suoi discepoli.”

Ti avevo già risposto che i discepoli possono essere una cosa cola con Cristo solo in quanto partecipi alla superiore unità di Cristo col Padre. I discepoli sono uniti al Signore come i tralci alla vite, che è Dio.
Scrissi: “Affermò che lui e il Padre sono “una cosa sola” (Gv 10,30). Di questa unità metafisica tra Cristo e il Padre possiamo essere partecipi anche noi, sprofondandoci nella loto unità: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi IN NOI una cosa sola” (Gv 17,21) Bada a quel “in noi” e non “in te”, davvero presuntuoso sulla bocca di un angelo! C’è dunque la superiore unità di Cristo e del padre, alla quale anche noi possiamo partecipare divenendo una sola cosa con Cristo, in questo modo siamo collegati con chiunque abbia fatto la nostra stessa scelta. I credenti possono essere una cosa sola in quanto Gesù li unisce, secondo il celebre tema paolino “Cristo è tutto in tutti”. (Col 3,11)

“Io penso di si, visto che Giovanni era presente o molto vicino e al sinedrio vi erano di certo uomini che poi divennero discepoli di Cristo come testimoni oculari, non vedo perchè devi dubitare della loro testimonianza”

Non mi sono spiegato: i Vangeli stessi ci dicono che si presentarono una marea di testimoni per accusarlo ma che continuavano a contraddirsi, e gli evangelisti non ci danno alcun resoconto di che cosa dissero. Inoltre ormai è risaputo che abbiamo perso le ipsissima verba di Gesù e che molti brani sono stati messi in bocca alla sua persona quando i discepoli, riflettendo nei decenni sul suo messaggio, capirono quello che aveva voluto dire. Dunque nulla di strano se non ritroviamo determinate frasi come capi d’accusa al processo, non potevano esserci in quanto mai pronunciate. Infatti tra i biblisti c’è un grande dibattito, ossia se i discepoli abbiano colto la divinità di Cristo prima della resurrezione.

“Il termine aramaico "siamo uno" letterlamente indica "di una opinione, d'accordo" indicando che le sue opere erano da Dio imlicitamente accusava quei bigotti di non credere nell'operato di Dio”

La legge mosaica non consente di lapidare chiunque non ci piaccia. E’ l’evangelista stesso a dirci il perché lo volevano lapidare: "Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio". Su questa frase abbiamo esegesi diverse, la tua è un volo pindarico. Infatti il sottoscritto vede nella dichiarazione “Il Padre mio opera e anch'io opero” un ulteriore rivendicazione di divinità, infatti: "le cose che fa il Padre, il Figlio le fa ugualmente" (Giovanni 5,19). Se questa non è una dichiarazione di onnipotenza cos’è allora? Ovviamente, giacché le operazioni ad extra della Trinità sono all’unisono, il Figlio fa ciò che fa il Padre (Gv 5,19). La dottrina trinitaria è confermata in ogni aspetto.

Ad maiora
barnabino
00giovedì 28 luglio 2005 16:09
Caro Polymetis,


E io ti ho già risposto che non ci può essere un’immagine di una sostanza.


Uffa! E io ti ho già risposto che Paolo non usa eikon a proposito di hypostasis ma charakter, eikon serve solo a chiarire in che senso qui si parla di charakter.

una sostanza non può significare riprodurre un aspetto esteriore perché la sostanza è ciò che sta sotto, la natura


Infatti nessuno parla solo di aspetto esteriore, Paolo non vuol dire che Cristo era esteriormente simile a Dio, nessuno ha mai visto Dio neppure vedendo Cristo, ma Cristo ce lo ha spiegato. Cristo per Paolo è la rappresentazione della realtà di Dio, della sua essenza, delle sue qualità prima di tutte l'amore. Ma è solo il calco, l'impronta, diversa dalla natura di Dio quanto un'impronta è diversa dalla natura della realtà della cosa.

Se il calco è fatto non sulla forma esteriore ma sulla sostanza allora il calco della sostanza è la riproduzione perfetta di essa


Infatti, riproduzione e non realtà... e poi sei davvero così sicuro che Paolo avesse questo stesso concetto così preciso di hypostasis? La maggior parte di dizionari biblici di darebbero torto, qui scriveva agli ebrei, cosa significava per loro hypostasis? Inoltre qui Paolo sta solo usando un'ardita figura metaforica, non stava certo facendo filosofia spicciola sulla sostanza di Dio e del Figlio. Per altro sarebeb bastato che dicesse che "erano della stessa sostanza come sapete dai filsofi greci" e tutto era a posto senza usare termini che a tutto fanno pensare tranne ad una identità di natura come charakter e eikon! [SM=g27988]

L’uomo è immagine di Dio, ma subito dopo la Bibbia precisa “e somiglianza”, per distanziarci da lui


Qui non stiamo parlando del significato di Genesi ma del senso che nel I secolo veniva attribuito a charakter, per i Padri della Chiesa e Filone l'uomo poteva essere charakter di Dio, senza con questo intendere che era della stessa natura.

Paolo sta facendo riferimenti alla Genesi e alla creazione dell’uomo, volendo alludere che Cristo da uomo è stata la perfetta immagine di Dio


Quello che sto cercando di farti capire da un pezzo, da uomo Cristo era l'immagine di Dio, per questo si può dire che "chi ha visto me ha visto anche il Padre" in quanto quando era sulla terra egli era perfetta eikon (e non sostanza!) di Dio (ovvero il Padre, visto che tu dici si fa riferimento al Dio della Genesi).

Qualcuno ha mai detto che l’autore della Sapienza fosse trinitario?


Infatti le affermazioni del giudaismo alessandrino sulla sapienza come "eikon di Dio" (ammesso che qui Paolo vi faccia riferimento) non ci permettono in nesun modo di dire che questo significasse che per il giudaismo fossero della stessa natura. Eikon non ha in quei versetti un significato diverso e speciale.

Guarda caso invece sta scritto che è l’hypostasis di Dio ad essere riprodotta


Infatti.... l'hypostais è quella di Dio, ma Cristo ne è solo l'impronta. Realtà e impronta condividono forse la stessa natura? E di nuovo, puoi dire che senso dava Paolo al termine hypostasis? Come ti ho detto non necessariamente il senso etimologico "quello che sta sotto" indica natura in senso filosofico come tu pretendi, l'uso di hypostasis è molto variegato e acquista significati differenti, specialmente in Paolo e nella LXX. Letteralemente può indicare semplicemente la vera realtà di Dio al di là delle apparenze (coma per esempio negli idoli di metallo) ma senza nessun particolare riferiemento a concetti filosofici di sostanza e natura. Se per esempio Dio è amore allora Cristo ha pienamente rivelato la vera realtà di Dio che è quella dell'amore. Vedendo l'amore di Cristo abiamo visto la realtà di Dio.

non nel senso che una persona della Trinità è anche le altre due persone


Appunto quindi quando Gesù si presentò alla Persona di Dio Padre si presentò anche dvanti alle altre due, o sbaglio?

visto che non trovi l’episodio delle spighe di grano convincente


Non è che non lo trovo convincente, è che macinare pochi semi di grano con le mani non poteva certo essere una violazione delle legge che diceva "di non mietere e trebbiare". Il gesto di Gesù e dei discepoli ti pare possa essere un lavore di mietitura e trebbiatura???Tanto è vero che non poterono mai portarlo davanti al Sinedrio con l'accusa di aver violato il sabato.

A mio parere non l’hanno trascinato davanti al sinedrio per due motivi:
1)Li riusciva a zittire
2)Quando non ci riusciva scappava. Il Vangelo ha spesso espressioni come “stavano per prenderlo ma”…


La prima obiezione è ininfluente, se andavi contro la legge non potevi zittire nessuno, sulla base di due testimoni eri colpevole, si giudicavano i fatti non le parole.
La seconda espressione non riguarda episodi in cui volevano condurlo al Sinedrio (cosa che non accadde mai visto che non andò mai contro la legge) ma solo casi in cui turbe di fanatici volevano linciarlo in base alle loro idee estremistiche della violazione della legge.

con questa dichiarazione Gesù ha abolito tutte le norme di purità sui cibi del Pentateuco, compresa la distinzione tra animali puri ed impuri.


Non direi proprio, qui Gesù si riferisce non al mangiare cibi puri o impuri ma piuttosto alle contaminazioni che i giudei pensavano potessero entrare nel corpo se non ci si lavava le mani almeno fino al gomito. Non si trattava dunque di lavarsi semplicemente le mani per motivi igienici, ma di una cerimonia rituale che Cristo criticava. Il Talmud babilonese (Sotah 4b) pone chi mangia senza lavarsi le mani sullo stesso piano di chi ha rapporti con una meretrice, e afferma che chi dà poca importanza al lavarsi le mani sarà “estirpato dal mondo”.

Per altro Pietro era presente in quella circostanza eppure anni dopo continuava ad attenersi alla legge, finchè non ebbe un sogno in cui fu invitato a mangiare cibi impuri. Non sembra dunque che Cristo abolisse nulla in quell'occasione. In nessun episodio comunque si dice che Cristo o i suoi discepoli mangiassero cibi impuri per la legge o fosse accusato di farlo dai giudei, sempre attenti a prenderlo in castagna, per cui indipendentemente dal significato di quelle parole Cristo non trasgred mai alla legge. Almeno io non conosco un solo episodio in cui Cristo non si sia attenuto fedelmente alla legge mosaica!

Su "hen" c'è già un 3d aperto nella sezione greco, a mio avviso però non si arriva a capo di nulla visto che non c'è alcun motivo che non possa indcare unità di intenti.

Lo stesso vale per "en" non è affatto presuntuoso che la prima creatura di Dio (non un semplice angelo!) si definisca "unito" al Padre, ma non lo sarebbe neppure per un angelo e per degli uomini, che qui Giovanni definisce come Cristo essi stessi "uniti" al Padre.

Inoltre ormai è risaputo che abbiamo perso le ipsissima verba di Gesù e che molti brani sono stati messi in bocca alla sua persona quando i discepoli, riflettendo nei decenni sul suo messaggio, capirono quello che aveva voluto dire


Allora è evidente che dopo anni di riflessione Giovanni capì che l'accusa mossa contro Gesù non era quella di essere Dio, quindi nessuno dei giudei lo accusava di affermare di essere Dio nè tanto meno Giovanni altrimenti avrebbe evidenziato quell'accusa! Mi pare illuminante!

se i discepoli abbiano colto la divinità di Cristo prima della resurrezione

Se Giovanni fu scritto intorno al 100, dobbiamo supporre che ancora non ne aveva colto pienamenle la divinità visto che si dimentica proprio dell'accusa più importante che potavano aver fatto i giudei per accusare Cristo di bestemmia.

La legge mosaica non consente di lapidare chiunque non ci piaccia


La legge mosaica non consentiva di lapidare nessuno senza comparire davanti al Sinedrio, quello era un caso di linciaccio, essi sapevano che davanti al Sinedrio non potevo accusarlo legalmente! Comunque l'accusa non era di dire di "essere Dio" o dire di "essere Geova" ma piuttosto di "farsi un dio" dicendo di essere in grado di "dare alla sue pecore la vita eterna". Stefano comunque in seguito fu lapitato per sentenza del Sindrio, ma non per questo affermava che Gesù era Dio ma piuttosto perchè secondo l'accusa "lo abbiamo udito dire che questo Gesù il Nazareno abbatterà questo luogo e cambierà le usanze tramandateci da Mosè". Come vedi a distanza di tempo i discepoli non proclamavano Cristo Dio e neppure i giudei consideravano o acusavano i cristiani come bestemmiatori perchè credevano in Cristo-Dio.

Se Gesù duqnue avesse detto di essere ontologicamente uno con Dio poteva essere trascinato davanti al Sinedrio, cosa che i giudei non fecero e più tardi non poterono neppure usare come accusa.

Ciao ftrytry







[Modificato da barnabino 28/07/2005 16.28]

Topsy
00giovedì 28 luglio 2005 21:08
Scritto da: barnabino 28/07/2005 16.09

Non è che non lo trovo convincente, è che macinare pochi semi di grano con le mani non poteva certo essere una violazione delle legge che diceva "di non mietere e trebbiare". Il gesto di Gesù e dei discepoli ti pare possa essere un lavore di mietitura e trebbiatura???Tanto è vero che non poterono mai portarlo davanti al Sinedrio con l'accusa di aver violato il sabato.



Ciao Barnabino,leggevo questo tuo post e mi venuta alla mente ciò che avevo studiato tempo fa riguardo la letteratura talmudica.
Leggendo il racconto delle spighe di grano colte al Sabato,è da constatare che Gesù non violò lo Shabbat,ma l'accusa fu rivolta ai discepoli di Gesù,che pur tuttavia li difende rifacendosi alla scuola di pensiero di rabbì Jehuda che,proprio come Gesù proveniva dalla Galilea.L'opinione comune era che di Sabato si potevano raccogliere delle spighe,e sfregarle soltanto con le "dita",invece secondo rabbì Yehuda si poteva farlo anche con le "mani".(Cfr. Pinès,63)Alcuni Farisei dunque avrebbero criticato i discepoli di Gesù per aver seguito l'insegnamento tradizionale di Yehuda il Galileo.Il racconto di Luca è senz'altro più vicino al racconto originario,più verosimile.All'epoca convivevano scuole di pensiero differenti (spesso in competizione tra loro) riguardo alla maniera di osservare un precetto.Per cui chi aderiva ad una scuola ,criticava e dibatteva con seguaci dell'altra.




Non direi proprio, qui Gesù si riferisce non al mangiare cibi puri o impuri ma piuttosto alle contaminazioni che i giudei pensavano potessero entrare nel corpo se non ci si lavava le mani almeno fino al gomito. Non si trattava dunque di lavarsi semplicemente le mani per motivi igienici, ma di una cerimonia rituale che Cristo criticava. Il Talmud babilonese (Sotah 4b) pone chi mangia senza lavarsi le mani sullo stesso piano di chi ha rapporti con una meretrice, e afferma che chi dà poca importanza al lavarsi le mani sarà “estirpato dal mondo”.




Allora, occorre premettere che nel Talmud trovano posto le opinioni dei maestri appartenenti alla varie tradizioni di pensiero,anche se di minoranza,inoltre il pensiero di un maestro o una scuola seppure auteorevole,non necessariamente veniva osservata poichè si decideva a che scuola di pensiero rifarsi, di volta in volta, attenendosi alla decisione della maggioranza dell'assemblea.



La prescrizione di lavarsi le mani "prima" del pasto, non appartiene all'insegnamento scritto, nè orale, al tempo di Gesù era ricorrente la considerazione secondo la quale:"Lavarsi le mani prima del pasto è una questione di libero gradimento,ma l'acqua dopo il pasto è un dovere"(Toseftà Berakot 5,13).Quello di lavarsi le mani "prima" del pasto,è una usanza che fu introdotta forse una generazione prima di Gesù ma "non obbligatoria" per tutti ,apparteneva a quelle prescrizioni rituali di purezza a cui solo determinati gruppi di ebrei si impegnavano "volontariamente" ad osservare per tutta la vita.Il grado e la misura di questi obblighi era vario,Si sarebbe rivelato arduo condannare Gesù per aver infranto la Legge di Mosè a questo proposito.
Un caro saluto,
Topsy
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:00.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com