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Chiesa Cattolica e libertà di culto...

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    00 06/10/2004 23:24
    Giovedì 7 Ottobre 2004

    Essere cristiani in Turchia
    La libertà religiosa nei Paesi a maggioranza Islamica Rapporto 1998
    Turchia
    POPOLAZIONE: 63.528.000
    RELIGIONE: islam 99.8% (sunnita 80% - sciita 19.8%); cristianesimo 0.2%
    Cattolici: 28.575
    Vicariato apostolico: Anatolia - 5.000; Istanbul - 15.000; Esarcato patriarcale dei Siri: - 2.110; Diocesi: Istanbul - Costantinopoli degli Armeni - 3.670; Esarcato apostolico per i cattolici di rito bizantino - 45; Caldei: Diarbekir, Amida dei Caldei - 1.500; Latini: Diocesi: Izmir - 1.250

    (alleanzacattolica.org) L’islam non è più religione di Stato in Turchia dal 1928. Secondo la Costituzione della repubblica turca, ognuno ha libertà di coscienza e credo religioso, le celebrazioni e il servizio liturgico possono essere svolti liberamente. Nessuno può essere forzato a partecipare a riti, ovvero essere accusato per il suo credo e le sue convinzioni. Educazione, istruzione religiosa ed etica vengono condotte sotto la supervisione dello Stato, sono obbligatorie nel corso degli studi primari e secondari. Altro tipo di insegnamento religioso è soggetto al desiderio del singolo e, nel caso di minori, alle richieste dei suoi rappresentanti legali. Il governo ha approvato recentemente misure destinate a sopprimere l’insegnamento islamico finanziato dallo Stato, vietato il fez e il velo e ha deciso di adottare l’alfabeto latino, abolendo quello arabo.

    A nessuno è permesso sfruttare o abusare dei sentimenti e cose ritenute sacre, per qualsiasi influenza personale, politica, o anche solo parzialmente basare l’ordine fondamentale, sociale, economico, politico e legale dello stato sulle dottrine religiose. La vita per i credenti non è facile, si verificano violenze e incarcerazioni in odio alla fede, l’evangelizzazione è ostacolata perché i cristiani vengono assimilati ai terroristi armeni e ai testimoni di Geova. Nel 1996 è salito al governo Erbakan, per la prima volta un musulmano, ma il suo esecutivo è caduto nel 1997 e sostituito da Mesut Ylmaz, sfiduciato dal Parlamento nel novembre 1998.

    Le comunità minoritarie devono affrontare sfide e restrizioni che riguardano, come nel caso dei musulmani, le pratiche e le tradizioni religiose. Le religioni minoritarie non riconosciute dal Trattato di Losanna del 1923, ad esempio, non sono autorizzate ad acquisire beni per le loro attività di culto. Ma anche le comunità riconosciute subiscono impedimenti, come il divieto di utilizzare locali di proprietà: accade per il Seminario di Halki del Patriarcato Ecumenico e per il Seminario della Santa Croce della Chiesa ortodossa apostolica armena, entrambi chiusi dal 1971. In altri casi, i beni delle comunità religiose sono stati confiscati dallo Stato senza che venisse riconosciuto alcun risarcimento. Difficile, se non impossibile, ottenere permessi per costruire nuovi luoghi di preghiera o per restaurare le chiese esistenti.

    Anche se il proselitismo non è formalmente proibito, in Turchia sono stati incarcerati militanti musulmani e cristiani evangelici con il pretesto che l’espressione pubblica del loro culto avrebbe provocato problemi alla pace. Otto cittadini statunitensi sono stati arrestati nel marzo 1998 perché distribuivano copie del Nuovo Testamento nelle strade di Eskisehir.

    Alcuni musulmani, qualificati come “estremisti” dal governo turco, sono stati vittime di discriminazioni. La partecipazione politica conosce limitazioni, come è accaduto in occasione della soppressione del Partito del Benessere (Refah) all’inizio del 1998 e delle recenti condanne e interdizioni che hanno colpito il sindaco di Istanbul Erdogan. Musulmani praticanti vengono non occasionalmente licenziati da alcuni impieghi e degradati o espulsi dall’esercito ed emarginati politicamente.

    Eppure, la maggioranza del popolo è musulmana, con un ritorno al più stretto islamismo che si manifesta negli episodi d’intolleranza nei confronti dei cristiani. Un’anziana coppia di cristiano-assiri, l’ultima rimasta a Mzizah, vicino Midyat, in procinto di trasferirsi come tutti gli altri della medesima religione, verso il sud ovest della Turchia, è stata trucidata nella sua abitazione. Nel Tur Abdin vivono oggi 2.300 cristiani siro-ortodossi: meno di quaranta anni fa erano 150mila. La “KNA” del 30 settembre 1997 e “Menschenrechte” (novembre-dicembre 1997) danno la notizia di un appello lanciato affinché si trovi un luogo dove questo popolo, l’unico che parla ancora l’aramaico, lingua di Gesù Cristo, possa condurre la propria esistenza senza soprusi e violenze.

    Il 12 gennaio 1998, informa “Ecumenical News International”, un sacrestano greco ortodosso è stato trovato ucciso all’interno della chiesa Agios Therapontas, una delle più antiche di Istanbul, dalla quale sono state rubate icone e oggetti preziosi. Il governo turco, accusato di non attuare alcun piano preventivo, respinge ogni responsabilità. Il 3 dicembre 1997, una bomba aveva colpito il quartier generale del Patriarca Ecumenico, ferendo un diacono e provocando danni alla chiesa. I fondamentalisti islamici, che non vogliono luoghi santi cristiani nella città, sono chiamati in causa, anche se non esistono prove evidenti della loro responsabilità nell’attacco al cittadino greco.

    Il 22 gennaio 1998, riporta “Droits de l’homme sans frontières”, i cristiani caldei provenienti dal nord dell’Iraq sono stati oggetto di un’ondata di arresti che ha riguardato circa cinquemila persone. I rifugiati, di cui non si conosce il numero e tra i quali vi sono anche dei curdi, risiedevano per la maggior parte a Istanbul, ma anche in altre regioni del Paese. Tutti i corpi di polizia avrebbero ricevuto istruzioni per arrestare i rifugiati e rinviarli alla frontiera. Senonché, questo potrebbe significare spedirli al massacro in un Paese da cui sono fuggiti ai tempi della Guerra del Golfo.

    Secondo l’“Agence de Presse Internationale Catholique”, di Friburgo, in Svizzera, nella notte tra il 30 e il 31 marzo 1998 sono state profanate più di 72 tombe nel cimitero cristiano di San Eleuterio. Quindici sepolcri sono stati aperti e le ossa sparse tutt’intorno. I cristiani a Istanbul sono un’effimera minoranza tra dieci milioni di musulmani. Prima dell’uccisione del sagrestano e della bomba di dicembre, c’erano stati altri attentati, uno nel 1996 e due bombe a tempo nel 1994, trovate prima dell’esplosione nel cortile del patriarcato.

    Al terzo incontro del Consiglio islamico dell’Eurasia, informa l’agenzia “Fides”, il relatore responsabile della Direzione degli Affari religiosi della Turchia si è riferito al cristianesimo come una minaccia, ribadendo la necessità di attività missionarie per prevenire un incremento di questa religione.

    A fronte della richiesta di inserire la Turchia tra le mete di pellegrinaggio per l’Anno Santo, il governo di questo Stato si troverà anche a dover affrontare la situazione dei cristiani nel suo Paese. Oltre ai ventimila battezzati, sono presenti in realtà quattro milioni e mezzo di cristiani che vivono nell’anonimato. Monsignor Ruggero Franceschini, in Turchia da undici anni, intervistato da “Avvenire” l’11 agosto 1998, dichiara che ci sono circa ottomila latini, centomila siro-cattolici, altrettanti ortodossi dipendenti da Damasco, quattrocentomila armeni e centocinquantamila immigrati russi ortodossi. I cristiani non accedono al parlamento, né alla carriera militare. Il pericolo del fondamentalismo c’è, a causa di integralisti che premono su un nazionalismo esasperato. La nota positiva è che dopo tanti anni è stato insediato finalmente in Anatolia un vescovo cattolico.

    “Human Rights Without Frontiers” del 3 settembre 1998 informa che il Ministro degli Interni turco ha compiuto un tentativo per esautorare l’attuale Patriarca della Chiesa Apostolico-Ortodossa Armena, Mutafyan, e sostituirlo con un leader di sua scelta. Lo Stato aveva vietato ai 65mila armeni di eleggere un nuovo Patriarca fin dalla morte del precedente, avvenuta il 10 marzo, compiendo pressioni per un suo candidato, Sivacyian.

    Proseguono intanto le violenze contro i cristiani: il 26 novembre 1998, nei pressi del villaggio di Besbin, nella Turchia sudorientale, il pastore sessantenne Hannah Atekti è stato assassinato mentre pascolava le sue greggi. Con lui si spegne l’ultimo capofamiglia cristiano di quel luogo, poiché il cognato Isa Karakut, che ha fornito la notizia a “Droit de l’homme sans frontières”, è rifugiato in Belgio dal 1995 a causa delle minacce di morte che gli sono state rivolte da musulmani, e sono rimasti nel villaggio soltanto la moglie Kitane Atekti, di 27 anni e i loro due figli Ziver e Verine Karakut, rispettivamente di 7 e 5 anni. Sono gli uomini, infatti, a rappresentare l’obbiettivo principale dell’ostilità religiosa dei vicini, e la donna ha voluto rimanere presso la famiglia per curare i propri genitori e accudire i bambini, ancora troppo piccoli per affrontare i disagi dell’emigrazione. Sia Karakul, che non ottiene il diritto d’asilo dalle autorità belghe, potrebbe entro breve tempo essere costretto a ritornare in Patria.

    Dall’inizio degli anni Novanta, migliaia di cristiani di rito caldeo sono fuggiti da quelle zone del Paese per le persecuzioni operate sia dalle autorità locali sia dai crudi, ma il Belgio non riconosce loro lo statuto di rifugiati.
    [Modificato da mps_rh 16/06/2009 22:09]
  • il.gabbiano
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    00 22/03/2006 15:56
    Notizia ormai nota (Tiscali).

    Cristiano afgano a processo:

    Mentre non cessano le pressioni internazionali sulla corte islamica che lo sta giudicando, Abdul Rahman potrebbe scampare alla pena di morte a causa del suo stato mentale. Ai giudici afgani che stanno giudicando l'uomo, reo di aver commesso apostasia lasciando l'Islam per il Cristianesimo, Rahman è parso mentalmente disabile. Pertanto, non sarebbe in grado di sostenere il processo che lo avrebbe portato con ogni probabilità alla condanna a morte per la sua scelta di fede.
    ...
    Nella prima udienza Rahman ha confessato di essersi convertito al Cristianesimo 16 anni fa, mentre lavorava come operatore umanitario per un'associazione internazionale cristiana che si dedica al soccorso dei rifugiati afgani a Peshawar, in Pakistan. Per la sharia, il codice penale islamico, il suo è reato di apostasia e va punito con la morte. Immediato l'intervento di molte autorità politiche occidentali, tra cui il nostro ministro degli Esteri, Gianfranco Fini...
    "Qualora le notizie diffuse dalle agenzie stampa risultassero confermate - ha spiegato Fini - l'Italia si adopererà al più alto livello portando la questione all'attenzione dei vertici dell'Ue a Bruxelles. Per impedire conseguenze incompatibili con la difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali dell'individuo"....

    l'ex musulmano ha ricevuto dal pubblico ministero Abdul Wasi l'offerta di abiurare la fede cristiane tornare al credo di Maometto, ma ha rifiutato. Per tale motivo è scattata la richiesta della pena di morte."

    --------------

    Nel caso dell'ex mussulmano la pena prevista è quella dell morte per APOSTASIA.

    Nel caso di altri ex qual'è la conseguenza del loro dissenso?

    Strane affinità fra le istituzioni religiose:

    -Il potere di decidere le sorti del credente a proprio insidacabile giudizio.
    -Il potere di scomunicarlo e di metterlo alla gogna. I metodi variano dalla morte alla discriminazione, alla emarginazione, alla privazione di affetti, del sociale, della dignità etc.
    (Nei paesi occidentali non è possibile procedere all'esecuzione semplicemente perchè gli stati sono laici, ma non perchè le confessioni abbiano rinunciato al loro potere di controllo e sanzionatorio, giustificati nel nome di Dio)
    -L'indisponibilità a sentir tacciato il loro potere come una violazione dei fondamantali diritti umani.
    -L'appoggio che deriva loro dai credenti, incapaci di vedere nel loro comportamento la chiara dimostrazione della violazione della carta dei diritti umanitari.
    -La crudeltà umana, giustificata nel nome del dio che rappresetano, portata ad altezze inaudite ed inspiegabili ad una mente razionale.
    -La certezza d'avere dalla loro LA VERITA' ASSOLUTA e d'essere gli unici custodi di essa.

    Se le confessioni religiose non si fanno guerra aperta (qualche volta avviene), ciò è dovuto solo alla presenza del potere degli stati laici, potere da esse spesso e volentieri criticato, ma altrettanto spesso e volentieri chiamato a dirimere dispute fra loro e per loro altrimenti incolmabili. [SM=x511458]




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    00 22/03/2006 22:37

    La notizia è inquietante. Non credevo che l'Afganistan post-talebani fosse rimasto così illiberale e fondamentalista.

    Ma il Corano cosa dice in proposito? Ma Allah non è l'Iddio misericordioso dei musulmani?

    Si poteva immaginare che chi si converte al cristianesimo poteva essere malvisto o emarginato ma qui siamo in pieno medioevo con le sue esecuzioni capitali.

    Allucinante.


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    un sorriso
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    00 23/03/2006 09:06

    Strane affinità fra le istituzioni religiose:

    -Il potere di decidere le sorti del credente a proprio insidacabile giudizio.

    E' quello che grido io da tempo.......io sono credente e quindi....per me....ma sono sicura che è così....

    E' solo Gesù Cristo che giudicherà alla fine dei tempi.....il nostro compito è di portare AMORE e non ODIO tra le persone! [SM=g27985]

    Grazie gabbiano.... 345
    "un sorriso"........se qualche volta incontri qualcuno che non sa più sorridere....sii generoso, dagli il tuo....perchè, nessuno ha mai bisogno di un sorriso, quanto colui che non può regalarne agli altri....
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    Justee
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    00 04/05/2006 21:50
    Firmata in Serbia una legge religiosa controversa
    Il servizio d'informazione sulla libertà religiosa, Forum 18, riporta la notizia veramente preoccupante della promulgazione di una legge che limita notevolmente la libertà religiosa nel paese. "Nonostante sia stato chiaramente riconosciuto che la nuova e controversa legge religiosa, approvata dal parlamento il 20 aprile, viola la Convenzione europea sui diritti umani, il presidente serbo Boris Tadic l'ha firmata il 27 aprile. Aveva ordinato al Parlamento di emendare la legge "con un voto urgente" per eliminare le violazioni, anche se Aleksandar Mitrovic dell'Alleanza evangelica serba ha affermato che il presidente 'era incapace di darmi una risposta chiara su come pensa di ottenere questo, data la sua posizione e autorità'. Secondo un emendamento dell'ultimo minuto, prima che il parlamento approvasse la legge, tutte le fedi religiose, tranne sette di esse riconosciute come fedi 'tradizionali', hanno perso il proprio status legale e dovranno rifare domanda. Questo è valido anche per le chiese presenti in Serbia da più di un secolo come i nazareni, i battisti e gli avventisti. Esse hanno anche perso la possibilità di essere esentate dalle tasse. 'Questa legge rende alcuni cittadini più uguali di altri', ha commentato Zarko Djordjevic, segretario generale dell'Unione battista. Le minoranze religiose temono anche di perdere la possibilità di riavere le proprietà confiscate se non passerà il disegno di legge per la restituzione che dovrebbe iniziare l'iter parlamentare in questo mese", riferisce il notiziario Forum 18.


    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    00 29/08/2006 12:00
    Il Sole 24 Ore 27.08.2006

    Riforme. Ferrero a Prodi: ripartire dalla bozza-Spini

    <<Ora la legge sulla libertà religiosa>>

    Roma - Per la legge sulla libertà religiosa si ripartirà dalla proposta di legge n.134 del 2006, primo firmatario Valdo Spini. É il terzo tentativo, nelle altre due legislature precedenti il testo é stato oggetto di polemiche e di scontri e non é approdato a nulla.
    Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero (Rifondazione comunista), appartenente alla Chiesa evangelica Valdese, ne ha parlato con il premier e ha ottenuto “ascolto”. Se ne parlerà l’anno prossimo, dopo la discussione sulla Finanziaria. L’impostazione italiana – sostiene Ferrero – potrebbe far nascere un nuovo modello di integrazione se gestita in parallelo alla nuova legge su cittadinanza e libertà individuali (di cui si sta occupando il ministro dell’Interno Giuliano Amato).
    Del resto, come dice Spini nella presentazione al progetto di legge “da problema di fatto coinvolgente piccole comunità religiose non coperte da intese, si é allargato anche per effetto del processo immigratorio”. Fino a coinvolgere il rapporto tra Stato italiano e l’Islam.
    Ora l’obiettivo della legge Spini é evitare discriminazione tra culti (la religione Cattolica é regolata dell’articolo 7 della Costituzione e dal Concordato, rivisto nell’84; le altre confessioni sono oggetto dell’articolo 8 della Costituzione e regolate da intese specifiche con lo Stato).
    Dall’84 sono state formate sei intese, di cui cinque per le confessioni cristiano evangeliche e una per gli ebrei in Italia. Il Governo D’Alema ha poi firmato le intese per l’Unione buddista italiana (UBI) e per i testimoni di Geova, ma il governo non le ha ratificate. Il Governo Berlusconi ha stipulato altre due intese con la Chiesa Avventista e quella Valdese che hanno modificato accordi precedenti. Ma anche in questo caso non c’é stato l’ok delle camere. Sono in attesa di stipulazione le intese con i Mormoni, gli ortodossi, la Chiesa Apostolica in Italia, gli Induisti e i buddisti Soka Gakkai.
    La proposta Spini prevede che LA LIBERTA' DI COSCIENZA E DI RELIGIONE sia “in conformità alla COSTITUZIONE, alle CONVENZIONI INTERNAZIONALI SUI DIRITTI DELL'UOMO e ai principi del diritto internazionale generalmente riconosciuti“. É istituito anche un sistema di certificazione dei ministri di culto delle confessioni con personalità giuridica e un sistema di autorizzazione ministeriale per i culti senza personalità giuridica. Quanto al matrimonio, il rito religioso deve comunque comprendere la lettura degli articoli del codice civile sulla materia. L’insegnamento nelle scuole ”é impartito nel rispetto della libertà di coscienza e della pari dignità senza distinzione di religione”.
    R.R.


    (grassetto, corsivo, sottolineature e maiuscolo sono miei)

    LUIGI FALLACARA, un cristiano testimone di Geova
  • il.gabbiano
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    00 29/08/2006 14:34
    Tutto molto intressante,

    ma,


    SI DICE NULLA (forse qualcosa solo per deduzione) DELLE LIBERTà DI COSCIENZA E DI SCELTA INDIVIDUALI e DELLA GARANZIA DEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI SIA QUANDO SI E' AMMESSI ALL'INTERNO DELLE COMUNITA', SIA QUANDO SI DECIDE DI ESTROMETTERSI DALLE COMUNITA' RELIGIOSE.

    QUESTA BOZZA RISULTA DAVVERO PREOCCUPANTE PER LA CENTRALITA' ED I DIRITTI DELL'ESSERE UMANO ALL'INTERNO DELLE COMUNITA'.


    Io chiederei al ministro d'essere più chiaro e specifico sulla savaguardia dei diritti dei singoli credenti che, al momento, purtroppo, subiscono impunemente attentati alle proprie libertà ed alla propria dignità dalla dirigenza religiosa.
    Sarà un'ennesima presa in giro per i singoli credenti, deboli rispetto all'ente religioso?

    Tanti saluti

    Il Gabbiano

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    00 29/08/2006 16:24
    "UN'OTTIMA NOTIZIA PER TUTTI I CITTADINI!"

    Scritto da: il.gabbiano 29/08/2006 14.34
    Tutto molto intressante,

    ma,


    SI DICE NULLA (forse qualcosa solo per deduzione) DELLE LIBERTà DI COSCIENZA E DI SCELTA INDIVIDUALI e DELLA GARANZIA DEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI SIA QUANDO SI E' AMMESSI ALL'INTERNO DELLE COMUNITA', SIA QUANDO SI DECIDE DI ESTROMETTERSI DALLE COMUNITA' RELIGIOSE.

    QUESTA BOZZA RISULTA DAVVERO PREOCCUPANTE PER LA CENTRALITA' ED I DIRITTI DELL'ESSERE UMANO ALL'INTERNO DELLE COMUNITA'.


    Io chiederei al ministro d'essere più chiaro e specifico sulla savaguardia dei diritti dei singoli credenti che, al momento, purtroppo, subiscono impunemente attentati alle proprie libertà ed alla propria dignità dalla dirigenza religiosa.
    Sarà un'ennesima presa in giro per i singoli credenti, deboli rispetto all'ente religioso?

    Tanti saluti

    Il Gabbiano




    Io non sarei così pessimista Gabby. L'articolo, infatti, recita espressamente:

    L’impostazione italiana – sostiene Ferrero – potrebbe far nascere un nuovo modello di integrazione se gestita in parallelo alla nuova legge su cittadinanza e libertà individuali (di cui si sta occupando il ministro dell’Interno Giuliano Amato).
    Del resto, come dice Spini nella presentazione al progetto di legge “da problema di fatto coinvolgente piccole comunità religiose non coperte da intese, si é allargato anche per effetto del processo immigratorio”. Fino a coinvolgere il rapporto tra Stato italiano e l’Islam
    .


    Orbene, innegabile è l'impatto tellurico provocato sull'opinione pubblica dal fenomeno Islam con tutti i suoi annessi e connessi.
    Una nuova sensibilità laica totalmente rispettosa dei diritti del cittadino e delle libertà individuali si è via via sviluppata nella culla della cultura e della civiltà occidentale, quella che poeticamente alcuni autori, per estensione, chiamavano Ausonia.
    In Italia, in effetti, sembra rinnovarsi l'attenzione per la sfera religiosa nell'ottica di un auspicato riequilibrio dei valori tra lo Stato e le diverse Comunità la cui libertà confessionale andrà pertanto coniugata e bilanciata con gli altri principi e gli altri diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione e dall'Ordinamento Giuridico, come storicamente ribadito dai Tribunali di Bitonto/Bari nel controverso dibattimento relativo al "Caso Pucci".
    L'effetto domino provocato da alcuni estremi, drammatici risvolti devozionali del movimento islamico ora coinvolgerà interamente anche i gruppi minoritari come quello a cui appartengo, i Testimoni di Geova, per i quali si profila in un futuro non molto lontano l'obbligo di rispettare i Fondamentali Diritti inviolabili dell'Uomo nell'ormai imminente scenario di piena e completa legittimazione dello Stato come garante di TUTTE LE LIBERTA' RELIGIOSE.

    Plaudite cives!


    LUIGI FALLACARA, un cristiano testimone di Geova



    [Modificato da WorldInMyEyes1979 29/08/2006 16.28]

  • il.gabbiano
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    00 29/08/2006 18:20
    Re: "UN'OTTIMA NOTIZIA PER TUTTI I CITTADINI!"
    Scritto da: WorldInMyEyes1979 29/08/2006 16.24
    ---------------------------
    >
    >
    > Io non sarei così pe
    > ssimista Gabby.


    No, non è che sia pessimista, ma vorrei essere più ottimista, su notizie più concrete.

    L'articolo, infatti, recita espressamente:[/
    > FONT]

    >

    L’impostazione
    > italiana – sostiene Ferrero – potrebbe far nascere
    > un nuovo modello di integrazione se gestita in
    > parallelo alla nuova legge su cittadinanza
    > e libertà individuali (di cui si sta occupando
    > il ministro dell’Interno Giuliano Amato).
    > Del resto, come dice Spini nella presentazione a
    > l progetto di legge “da problema di fatto coinvolgente
    > piccole comunità religiose non coperte da intese,
    > si é allargato anche per effetto del processo immigratorio”.
    > Fino a coinvolgere il rapporto tra Stato
    > italiano
    e l’Islam
    .


    >

    Mi pare che questa notizia sia più legata all'immigrazione ed alla tutela delle minoranze religiose, che alla TUTELA DEI SINGOLI CREDENTI ADERENTI A QUELLE COMUNITA'.
    Non si capisce bene a chi siano rivolte queste garanzie, perchè se sono rivolte alle minoranze religiose, per quanto da esse gradite, non possono essere gradite a quanti,all'interno di quelle comunità, subiscono la violazione dei propri diritti.

    Da qui il mio invito a porre ai ministri un quesito teso a chiarire se effettivamente l'obiettivo di questa legge tenda innanzitutto e soprattutto a salvaguardare le libertà religiose individuali, non solo nel senso solo che chiunque sia libero di aderire ad una comunità, ma soprattutto nel senso che chiunque possa essere libero di abbandonare una comunità SENZA SUBIRE L'OSTRACISMO, LA DISCRIMINAZIONE E L'EMARGNAZIONE ed un colpo al cuore alla propria dignità attraverso l'invito ai credenti di quella comuntià a prendere le distanze dai segnalati in qualche modo ed in qualche forma, con tutte le conseguenze sul piano emotivo/psicologico, morale, sociale, affettivo, economico etc. che una tale emarginazione comporterebbe per la persona.


    > Orbene, innegabile
    > è l'impatto tellurico provocato sull'opinione pubblica
    > dal fenomeno Islam con tutti i suoi annessi
    > e connessi.
    > Una nuova sensibilità laica totalmente rispettosa
    > dei diritti del cittadino e delle libertà
    > individuali
    si è via via sviluppata nella culla
    > della cultura e della civiltà occidentale, quella
    > che poeticamente alcuni autori, per estensione,
    > chiamavano Ausonia.
    > In Italia, in effetti, sembra rinnovarsi l'attenzione
    > per la sfera religiosa nell'ottica di un auspicato
    > riequilibrio dei valori tra lo Stato e le diverse
    > Comunità la cui libertà confessionale andrà pertanto
    > coniugata e bilanciata con gli altri principi e
    > gli altri diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione
    > e dall'Ordinamento Giuridico, come storicamente
    > ribadito dai Tribunali di Bitonto/Bari nel controverso
    > dibattimento relativo al "Caso Pucci".
    > L'effetto domino provocato da alcuni estremi, dr
    > ammatici risvolti devozionali del movimento
    > islamico
    ora coinvolgerà interamente anche
    > i gruppi minoritari come quello a cui appartengo,
    > i Testimoni di Geova, per i quali si profila
    > in un futuro non molto lontano l'obbligo
    > di rispettare i Fondamentali Diritti
    > inviolabili dell'Uomo
    nell'ormai imminente
    > scenario di piena e completa legittimazione dello
    > Stato come garante di TUTTE
    > LE LIBERTA' RELIGIOSE
    .
    >
    > Plaudite cives!

    Questo teoricamente, nella realtà mi pare di non intravvedere, malgrado tutto, tutto questo diffuso interesse. Non bisogna dimenticare che fra i politici sono numerosi quelli che si affiancano alla religione di maggioranza, la quale non ha nessun interesse a salvaguardare le libertà dei singoli. E' tanto evidente da ciò che si scrive nei vari forum. I credenti a favore delle libertà fondamentali dell'uomo, almeno qui, sembrano contarsi sulla punta delle dita.
    Io sono speranzoso, ma ciò che si va dicendo e l'interesse per le libertà individuali è ancora molto, molto, ma molto poco.
    Staremo a vedere...non mancherà certo il'interesse e la nostra solidarietà di quanti han compreso l'importanza fondamentale delle libertà individuali.

    Tanti saluti
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    Benvenuto
    00 29/08/2006 19:09
    Chi è credente è consapevole che la sua stessa vita la deve al suo Creatore. Avendo tutto ricevuto tutto gli deve.

    Per cui non è sui suoi personali diritti ma sui doveri verso il Creatore ad essere incentrata l'umana esistenza.

    L'uomo non si è autocreato e non ha alcuna prerogativa di autostabilirsi i limiti dove i diritti prevalgano sui doveri e in particolare sul dovere di osservare i precetti divini.

    Chi non crede in questi principi e crede in principi diversi
    non può imporli al credente.

    Pertanto la società laica ed avulsa dai principi di fede non può imporre i suoi punti di vista ai credenti che osservano la superiore legge di Dio.

    Questa sarebbe la più grave violazione della coscienza di ogni credente.

    In ogni caso la Costituzione tutela il credo religioso sia del cattolicesimo, che da' le sue radici alla cultura europea, sia di tutte le altre fedi di origine cristiana e non cristiana.

    Ogni laica interferenza nel trascendente è anche costituzionalmente illeggittima.

    owsr
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