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Geova o Gesù?

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2005 09:31
24/10/2005 23:10
 
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Re:
Scritto da: M.Tamburino 24/10/2005 17.46
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>

mi sembra che tu, al pari di AF, abbiate
> preso i versetti di apocalisse come equazioni algebriche[/QU
> OTE]A dir la verità io ho questa impressione da
> quando mi sono avvicinato al mondo fondamentalista
> ... sarà!


Ah sì? E' che chi dissente spesso finisce per diventare ancor più fondamentalista del gruppo che abbandona.


> Visto che ci siamo, mi pare tu sia un sostenitore del
> la chiesa giudeo-cristiana quale depositaria del
> messaggio originario

Non in modo dogmatico...nè so se fossero depositari di un messaggio originario (del tipo che intendiamo noi), ma sicuramente ci sono testsimonianze che attestano il loro modo di vivere. (In Atti, ma anche in G. Flavio ed in Filone Alessandrino e diversi altri)
Molti son oggi convinti che "cristiano" sia che crede ed accetta il concetto di trinità...in realtà di "cristiani" alcuni storirci parlano ancor prima della nascita di Cristo. Ci sono testimonianze che attestano questo fatto, così come ce ne sono attestanti che cristiani (non seguaci di Gesù detto il Cristo) risiedessero a Roma, sotto Claudio, e di cui si fa cenno anche negli atti degli apostoli, allorchè si dice che furono cacciati da Roma per le loro sovversioni.
Alcuni di questi accettarono il Cristo predicato da Paolo.


> (non saprei nemmeno se definirlo
> apostolico, dato che Paolo probabilmente già se
> ne discostò ... tanto da essere additato come il
> "vero" fondatore del cristianesimo): potresti speficare
> meglio questa eventuale simpatia?

Concordo abbastanza con l'ipotesi che Paolo sia il "vero" fondatore del cristianesimo, anche perchè le sue lettere sono spesso in aperto dissenso con la comunità di Gerusalemme, comunità che lo riteneva apostata dalla legge, al punto che quando l'ultima volta si recò a Gerusalemme rischiò seriamente la vita. Il dott, R.Eisenman, professore di storia delle Religioni Medioorientali, direttore del Dipartimento di studi Religiosi della California University, membro della commissione per la consultazione dei testi di Qumaran, nel suo libro "Manoscritti segreti di Qumaran", ritiene prepotentemente che "l'uomo di menzogna" di cui si parla nel NT è lo stesso che corrisponde ai racconti (di esso) nei testi di Qumran e che è rintracciabile in Paolo, uomo che distrae dalla legge e che è visto con estrema diffidenza dalla comunità di Gerusalemme.

Commentando 4Q434,436 (Inni dei Poveri) Eisenman, in riferimento ad "Ebionim" (poveri) dice:

"In contesti cruciali del corpus edito, nel Rotolo della Guerra XI,10 e nella Regola della Comunità IV,3, vi sono esempi di allusioni come "il povero in Spirito", espressione nota dal Discorso sulla montagna di Matteo.
E' chiaro dal corpus paolino che la comunità che seguiva la guida di Giacomo il Giusto (noto nella documentazione come "il fratello di Gesù" qualunque fosse il significato di questa definizione)-la cosiddetta Chiesa di Gerusalemme o comunità di Gerusalemme- veniva chiamata "i poveri" (Gal 2,10; anche Gc 2,3-5). Ricordare "il povero", significava mandare a Gerusalemme un adeguato contributo finanziario, come Paolo dice in Galati esponendo i condizionamenti imposti alle sue attività dal suo rivale ideologico, Giacomo.
Col procedere della tradizione diviene chiaro che gli Ebionim (o cosiddetti ebioniti) o i "Poveri" è il nome che conserva la comunità che discende dalla comunità di Gerusalemme in Palestina fondata da Giacomo...Questo movimento, chiamato da alcuni "giudeo-cristianesimo"-onorava la persona e l'insegnamento di questo Giacomo, altrimenti noto come "il Giusto".
Nel IV secolo, il sommo storico della Chiesa, Eusebio, precedentemente Vescovo di Cesarea, ci fornisce qualche notizia su questi ebioniti. Di origine palestinese è una delle personalità più rilevanti nel processo di assorbimento del Cristianesimo a Roma, egli evidentemente considera settari gli ebioniti che descrive settari, naturalmente, rispetto a quella forma di cristianesimo paolino che egli intende propagandare nel periodo di Costantino.
Egli ci fa sapere nella sua Storia Ecclesiastica 3, 27, che essi erano "chiamati ebioniti dagli antichi (cioè in un periodo che precedeva di parecchio il suo)a causa della bassa e meschina opinione che avevano di Cristo". Con questa affermazione egli vuol dire che gli ebioniti non accettavano la divinità di Gesù [medita Apostata Felice]...
Egli sa (Eusebio) che essi consideravano Cristo nato con mezzi "naturali", "un uomo del tutto normale...essi insistevano anche sulla completa osservanza della Legge...Consideravano Paolo "un apostata della legge" (il grasseto è mio...Chidoqua)...
...essi sono certamente la comunità che onorò al massimo grado la memoria di Giacomo, mentre considerava Paolo "il Nemico" o l'Anticristo...Tale posizione non è senza paralleli in passi cruciali della lettera di Giacomonel Nuovo Trestsamento. Noi abbiamo già mostrato che questa lettera, rispondendo ad alcuni avversari che credevano che Abramo fosse giustificato solo per fede, afferma che facendosi "amico dell'umanità" questo avversario si è trasformato in un "nemico di Dio".
Questa terminologia del "Nemico" è nota anche nella parabola della "zizzania" in Mt 13,25-40, forse la sola parabola anti-paolina nei Vangeli, qui un "Nemico" semina la zizzania tra la semenza buona. Al "raccolto" la "zizzania" sarà sradicata e gettata "nel fuoco"."

(Che faticaccia la trascrizione...almeno si legga).


> Un'eventuale congiura "primitiva" sembrerebbe provata
> dall'esclusione di scritti apostolici a queste
> comunità

Perfettamente d'accordo!|

(Paolo, che si definivia apostolo dei
> circoncisi non ci ha lasciato nessuna lettera ...
> che ne so ... agli ebrei di Cafarnao ...) ma la
> dice lunga anche all'approccio alla Scrittura che
> tanti foristi ritengono non sia possibile senza
> passare attraverso le maglie del "giudaismo".
>
> Interessante ... direi ...

Pefetto...molto interessante.

Il problema è che il cristianesimo, così come è conosciuto, è materia di fede, perciò intoccabile...guai a chi si permette.
Inoltre, personalmente, ritengo che sia un fatto di cultura personale, anche se se ne può discutere liberamente, e non un fatto di propaganda proselitistica.
D'altronde il cristianesimo alla paolina si contrappone alle attese messianiche, che erano spesso eventi estremamente violenti...data la presenza di gruppi (gli zeloti galilei per esempio) attivi per la lotta armata. Paolo prende le distanze da quei gruppi e predica la sottomissione dei cristiani, come lui, alle autorità romane, che non per nulla portano la spada...predica la sottomissione degli schiavi...dice di non vendicarsi...nei Vangeli si dice che se chi ha autorità dice di fare certe cose, quegli ordini vanno eseguiti al doppio...sostiene che la legge non ha più valore e che le aspirazioni di libertà dei cristiani vanno interpretate al futuro, quando Dio stesso opererà per loro, non con un regno terrestre, come quello di Davide, ma con quello celeste ecc. ecc. ecc.

Credo che a questo punto la noia abbia preso il sopravvento...e me ne scuso.

Tanti saluti
Chidoqua
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