Ecco il paragrafo a cui mi riferivo in precedenza (che come vedete è molto più feroce del mio riassunto):
"È così poco vero che un martire stia a dimostrare la verità di una cosa, che vorrei affermare che un martire non ha mai avuto niente a che fare con la verità. Nel tono con cui un martire proclama la propria convinzione di verità in faccia al mondo è espresso un livello talmente basso di onestà intellettuale, una tale ottusità riguardo alla questione della «verità» che non è mai necessario confutare un martire. La verità non è qualcosa che alcuni possiedono e altri no: solo i contadini o gli apostoli dei contadini della specie di Lutero possono pensare alla verità in questi termini. Si può star certi che, secondo il grado di coscienziosità nelle questioni dello spirito, la modestia, la moderazione su questo punto, cresceranno sempre. Sapere cinque cose e rifiutare con mano leggera di sapere le altre... La «verità», come la intende ogni profeta, ogni settario, ogni libero pensatore, ogni socialista, ogni uomo di Chiesa, è una prova assoluta che non s'è ancora dato inizio a quella disciplina dello spirito e a quel superamento di sé indispensabili a trovare una qualsiasi verità, sia pure la più piccola. La morte dei martiri, detto tra parentesi, è stata una grande sciagura nel corso della storia: ha
sedotto...
La conclusione di tutti gli idioti, donne e nazioni incluse, che una causa per la quale qualcuno è disposto a morire (ovvero che, come il cristianesimo primitivo, genera addirittura un'epidemia di desiderio di morte)
abbia un qualche valore, è divenuta un indicibile ostacolo per la ricerca, per lo spirito di ricerca e di prudenza. I martiri hanno
nuociuto alla verità..."
PS Ho usato il libro da cui è tratta per un altra discussione e, visto che c'ero, ho deciso di mettere pure questo qua.
PPS In caso non si capisse, l'uso della parola "libero pensatore" è ironica.
[Modificato da Squarepusher 15/10/2004 23.54]
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"Il Governo è la Sezione Intrattenimento del complesso militare-industriale"
-Frank Zappa