Re:
(Gladio), 31/12/2010 23.08:
aGGIUNGO E ME NME SCUSO DEL RITARDO CHE ANCHE il buon Polymetis,da molti di voi conosciuto e stimato cattolico e di certo non l'ultimo cherichetto ha detto testè:"Quanto alla Trinità, essa non si basa su alcun equivovo biblico, perché la Trinità, come ogni altra dottrina cattolica, non si basa affatto sulla Bibbia. E, se si basasse sulla Bibbia, Dio ce ne guardi, sarebbe solo la Chiesa l'unica interprete autorizzata a stabilire quale delle mille letture possibili sia quella corretta."
Onore al buon Poly.......ogni tanto uno sprazzo di verità.
Vedi da che pulpito viene la predica
TdG affermano che la Bibbia è la base di tutte le loro dottrine, ma la Bibbia che loro utilizzano e che è intitolata “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture" è alterata e ciò risulta per loro stessa ammissione. Nella prefazione dell’edizione italiana del 1967 si legge che sono state inserite nel testo sacro “molte espressioni” che nella precedente edizione in inglese in sei volumi erano semplici note al testo. Come si fa a sapere quali espressioni sono ispirate da Dio e quali invece sono semplici parole umane, visto che quasi mai c’è una veste tipografica che possa far comprendere la distinzione?
La Bibbia geovista inoltre tralascia 7 libri dell’Antico Testamento (Tobia, Giuditta, Sapienza, Siracide o Ecclesiastico, Baruc, 1 e 2 Maccabei) adducendo come motivo che sono giunti a noi in lingua greca e non in aramaico o ebraico. In realtà, a partire dalla fine del secolo scorso e soprattutto con le scoperte di Masada nel 1964, sono stati ritrovati dei manoscritti del libro del Siracide in lingua ebraica. Ciò dimostra come tale libro venisse usato abitualmente nelle sinagoghe e che quindi non può essere considerato meno importante degli altri 39. La Chiesa cattolica ha sempre considerato questi libri come ispirati da Dio fin dai primissimi secoli.
Numerosi sono gli esempi di passi biblici erroneamente tradotti. Vediamo qualche esempio.
Il noto passo di Mt.26,26.2 “ Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo” che i TdG traducono : “ Prendete e mangiate, questo significa il mio corpo”. Il verbo greco usato da Matteo è, appunto, il verbo essere e lo riconoscono essi stessi in una nota al testo biblico; tuttavia traducono il testo in modo errato perché partono dall’idea che nell’Eucarestia non ci sia il vero corpo e il vero sangue di Cristo.
Poiché i TdG non credono che Cristo sia Dio, il brano di Col 2,9 : “ E’ in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” viene da loro tradotto: “perché in lui dimora corporalmente tutta la pienezza della qualità divina” .
I TdG, a differenza di tutte le altre confessioni cristiane - cattolica, protestante, ortodossa -, non hanno accettato la traduzione interconfessionale proprio perché partono da alcuni presupposti dottrinali sui quali adattano il testo biblico.
Che uso fanno della Bibbia i TdG ?
1) Di solito USANO FRASI BIBLICHE STACCATE DAL CONTESTO: in tal modo il senso della frase può essere alterato e adattato alle loro tesi. Facciamo un esempio. Per negare che Gesù è Dio isolano dal contesto la celebre frase detta da Gesù risorto a Maria Maddalena: "Va' dai miei fratelli e dì loro: io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro" (Gv. 20,17). Se leggiamo tutto il racconto evangelico risulta chiaro che Gesù sta parlando di sé in quanto uomo e nostro fratello. Fattosi uomo come noi, Gesù vede e adora nel Padre il "suo Dio", pur essendo lui stesso Dio, uguale al Padre, anzi "una sola cosa col Padre" (Gv. 10, 30), come del resto conferma poco più avanti (Gv. 20, 29) accettando la dichiarazione di fede che l'apostolo Tommaso gli esprime dicendogli: "Mio Signore e mio Dio!".
2. Spesso, NELLE LORO TRADUZIONI DELLA BIBBIA CAMBIANO QUELLE PAROLE CHE CONTRADDICONO LE LORO TEORIE. Con questo metodo è possibile dimostrare tutto e negare tutto. Due esempi: per negare che vi sia un castigo eterno per i peccatori, nella loro edizione della Bibbia dal titolo "Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre scritture", al capitolo 25, versetto 46 di Matteo, ove Gesù conclude il suo discorso sul giudizio finale, essi sostituiscono la parola "supplizio eterno" con l'altra "stroncamento eterno", che vorrebbe significare "annientamento" dell'anima peccatrice. Così, per dimostrare che l'anima umana non è immortale, essi traducono sempre la parola ebraica "néfesh", che spesso significa "persona", con "anima": in questo modo ogni volta che nella Bibbia si parla di una "persona" che muore essi possono provare - Bibbia alla mano - che è "l'anima" che muore!
3. Nella loro Bibbia NON ACCOLGONO TUTTI I LIBRI DELL'ANTICO TESTAMENTO che furono e sono accettati dalla Chiesa. La Chiesa nascente ritenne come ispirati da Dio tutti i libri dell'Antico Testamento contenuti nella versione greca detta "dei Settanta". I "Settanta" [LXX] sono la più famosa traduzione in greco di tutto l'Antico Testamento, fatta [forse da 72 traduttori] tra gli anni 250 e 150 prima di Cristo, e destinata agli ebrei della diaspora [cioè viventi fuori della Palestina] che ormai conoscevano solo il greco. La Chiesa primitiva, che agiva in ambienti di lingua greca, fece propria questa traduzione e la usò comunemente per la propria catechesi. Nella traduzione dei "Settanta" sono compresi 7 libri (Tobia, Giuditta, I Maccabei, II Maccabei, Baruc, Sapienza, Ecclesiastico, più alcuni frammenti di Daniele e di Ester) che non erano contenuti nella Bibbia ebraica, ma che erano accettati dagli ebrei della diaspora (tanto è vero che i "Settanta" li accolsero!) e che furono ritenuti sempre dalla Chiesa come ispirati e citati fin dai tempi dei Padri Apostolici (ad esempio da San Clemente Romano). Ebbene, tra questi libri ve ne sono alcuni che affermano verità negate dai Testimoni di Geova, e ciò può spiegare perché essi li rifiutino.
4. Nell'interpretare la Bibbia essi NON TENGONO CONTO DEI GENERI LETTERARI. Qualunque opera letteraria rispecchia il modo di pensare e di esprimersi dell'epoca e del luogo in cui viene scritta, cioè ha un suo proprio "genere letterario", del quale bisogna tener conto per poterla comprendere esattamente. Uno scritto storico (cioè di "genere letterario" storico) se riferisce la data ed il luogo di un avvenimento va interpretato alla lettera, ma uno scritto poetico (cioè di "genere letterario" poetico), no. Ad esempio, nella poesia Pianto antico il Carducci, rivolgendosi al figlioletto morto, così si esprime: "Tu, fior della mia pianta percossa e inaridita..."; tuttavia nessuno pensa che il Carducci sia una pianta e suo figlio un fiore. Nei "generi letterari" rientrano anche espressioni caratteristiche, modi di dire, ecc. propri di un dato ambiente come, ad esempio, l'espressione da noi in uso "fare quattro passi" per significare un piccolo tragitto. Chi volesse prendere alla lettera il numero "quattro" e basarsi su di esso per stabilire la distanza percorsa traviserebbe il pensiero dell'autore. Eppure i Testimoni di Geova, trovando nella Bibbia numeri simbolici, invece di tener conto del "genere letterario" del libro in cui furono inseriti, li interpretano alla lettera e li usano per calcoli complicati che nulla hanno a che vedere con l'insegnamento della Bibbia.
5. Tuttavia ciò che più meraviglia nei Testimoni di Geova è la STRUMENTALIZZAZIONE CHE ESSI FANNO DELLA BIBBIA in appoggio alle loro tesi: anziché cercare nella Bibbia la verità, essi usano la Bibbia (distorcendone il vero significato, cambiando le parole, sopprimendo interi libri, ignorando i "generi letterari", ecc.) per appoggiare una loro verità precostituita.